In una lontana città di provincia che si affaccia sul mare, annunciata da uncielo giallo e incombente, comincia a cadere una pioggia di sabbia bianca, unamateria inerte e insidiosa che rischia di sommergere ogni essere e ogni cosa.Allo stupore iniziale seguono il panico, i tentativi di fuga dellapopolazione, le richieste di aiuti all'esterno, promessi e sempre disattesi.E' un'esperienza del limite, durante la quale cittadini fino ad allora anonimisubiscono un cambiamento radicale della propria identità . Tre famiglie sitrovano a convivere in uno stesso appartamento: la ricerca del cibo edell'acqua, i conflitti interni, lo scontro con i banditi e profittatori cheinfestano la città . Una situazione estrema che pone domande estreme.
Si dedica quindi con fortuna alla critica letteraria per poi approdare, poco più che trentenne, alla narrativa. Nel 1993 esordisce con il romanzo 'Agosto', nel quale si caratterizza subito per una prosa lucida e straniante, che coinvolge i lettori senza mai cedere a compiacimenti o puntare a facili artifici letterari. Nel 1996 viene pubblicato 'Il comando', seguito nel 1998 da 'L'assedio', nel 2002 da 'L'apparizione' e nel 2005 da 'Libera i miei nemici', sofferta analisi psicologica che declina il tema del terrorismo con quello più privato di un complesso rapporto tra fratelli. Pubblica articoli e racconti sulle riviste Nuovi argomenti, Linea d'ombra, Paragone e L'indice. Collabora alla Repubblica, L'Unità e Il Messaggero.
Una precisa scelta etica lo aveva portato nel 1998 alla decisione di rinunciare alla carriera universitaria per insegnare presso la scuola femminile del carcere romano di Rebibbia, un'esperienza che lo coinvolgerà profondamente, e che in parte emergerà anche nei suoi romanzi.
Mentre sta preparando l'uscita del suo ultimo lavoro, 'Per il tuo bene', muore a Roma in un incidente stradale a bordo del suo motorino nella notte tra il 17 e il 18 luglio 2008. Il romanzo uscirà poi postumo nel 2009.
La distopia qui narrata ha anche una sua forte dose di anticipazione: già nel 1998 Rocco Carbone prevedeva che l’apocalisse sarebbe derivata dal cambiamento climatico. E pur se lui il termine “cambiamento climatico� non lo adopera, non lo lascia intuire, quella che mette in scena è proprio una forma di cambiamento climatico: una pioggia di sabbia. Comincia con un cielo giallo, e poi la sabbia scende, e servono cappelli, ombrelli, impermeabili, ma non bastano, la sabbia entra, anche se si sigillano porte e finestre (ricordo una tempesta di sabbia nel Sahara tunisino che mi ha fatto capire che la sabbia penetra ovunque, anche nelle bocche più serrate). E va avanti a piovere sabbia, per ore, giorni e settimane. Alla fine, qualche mese.
La piccola città di provincia � nella quale è facile riconoscere la sua natia Reggio Calabria � rimane isolata, progressivamente sommersa, circondata da forze militari che lasciano però che i cittadini si scannino tra loro per un pacco di pasta. E presto vengono sconvolte in un crescendo chirurgico le regole della comune convivenza, delle relazioni cortesi e superficiali tra vicini di casa, tra abitanti di una stessa città , mettendo alla prova l’animo umano e il comune senso del bene e del male, attraverso il comporsi e lo scomporsi di alleanze e conflitti tra individui e gruppi di persone. E così, col passare dei giorni, la città di R. diventa l’esempio lampante della legge della giungla � non solo il più forte, anche il più prepotente e cattivo e aggressivo e armato � homo homini lupus, con tutto il corollario di una lotta per la sopravvivenza, niente ci viene risparmiato, pur se con assenza assoluta di compiacimento o indulgenza, sempre con stile e tono asciutto.
Il merito di Emanuele Trevi, con Due vite, è stato quello di puntare i riflettori su Rocco Carbone, un autore finito nel dimenticatoio.
Rubbettino ha ripubblicato “L’assedio�. Scrive Emanuele Trevi nell’introduzione:
“Finalmente, a quindici anni dalla precoce scomparsa, la prosa narrativa di Rocco Carbone entra nel prestigioso catalogo della Rubbettino, una splendida occasione di riscoperta di un autore tra i più originali e coinvolgenti nel panorama narrativo italiano fra tardo Novecento e inizi del nuovo millennio. La morte di Rocco, causata da un incidente stradale, a soli quarantasei anni ci ha privato sicuramente di molti ulteriori frutti del suo ingegno, ma quello che resta è sufficiente a riconoscere il valore di un’esperienza artistica caparbia e solitaria.�
Un romanzo apocalittico, dalla prosa cruda, in cui i protagonisti lottano per la sopravvivenza per superare l’emergenza dovuta a tempeste di sabbia che mettono in ginocchio una città , causando tanti feriti e morti.
In quest’ambientazione surreale i protagonisti dovranno fare i conti con la precarietà della vita, che assume un senso solo se si uniscono le forze e si lotta per il bene comune. La tempesta di sabbia è anche metafora del male che obnubila menti e cuori.
“Il terzo giorno un rumore improvviso cominciò a penetrare nella cella. Era un frastuono assordante di tempesta, che coprì i lamenti di ognuno e durò fino all’alba successiva, un rombo continuo e implacabile, più forte e diverso dalla più violenta pioggia di sabbia caduta in città da quel primo lunedì di marzo. Quando finì i prigionieri sentirono di nuovo le voci dei banditi, assieme al rumore di un camion. Poi fu silenzio. Passò altro tempo.�
E arriva un tempo in cui l’emergenza passa e si ritorna alla normalità :
“Da una nube alta apparve il sole, che illuminò con la sua quieta luce il cortile, i volti dei sopravvissuti, i loro vestiti laceri, i corpi magri e stremati. Si sentì il rombo di un motore farsi sempre più vicino, poco dopo apparve in aria un elicottero, che disegnò un ampio giro sulla caserma prima di continuare il suo volo. Retez cercò di parlare, ma le sue labbra si mossero appena. Guardò in alto, verso il cielo libero e chiaro. Si inginocchiò e baciò per terra. Poi pianse.�