Riccardo Falcinelli è uno dei piú apprezzati visual designer sulla scena della grafica italiana, che ha contribuito a innovare progettando libri e collane per diversi editori. Insegna Psicologia della percezione presso la facoltà di Design ISIA di Roma.
Libro splendido che mantiene esattamente quello che il titolo promette, descrivendo il nostro modo di guardare le immagini quale si è sviluppato nell'arco di cinque secoli con attenzione alle variabili dovute a disposizioni percettive innate ed influenze culturali. Lo definirei un Argan (per chi se lo ricorda dai tempi del liceo) per il terzo millennio anche per il sontuoso apparato iconografico. Tra le cose più interessanti un ardito e motivato rovesciamento del punto di vista di Walter Benjamin circa "la riproducibilità tecnica" dell'arte. Mi piacciono i profanatori.
Un specie di storia breve dello sguardo, nella quale si tengono insieme tutte le forme espressive del visivo: affreschi, quadri, disegni, foto, vignette, fotogrammi, instagram, ritagli di giornale. Riccardo Falcinelli sa usare una lingua accurata, non pedante, premurosa direi, inserisce brevi aneddoti storici interessanti e li completa con pertinenza attraverso nozioni tecniche. Ottimo saggista, uno dei nostri migliori.
"La sfida non è diventare tutti storici dell'arte, ma diventare tutti più consapevoli di come funzionano questi oggetti visivi che abbiamo intorno, che siano dipinti, film o pubblicità . L'alternativa è non vedere niente. Ritrovarsi a vivere in un mondo che non capiamo davvero e che finiamo per subire."
Catalogato con CDD 701 (Belle arti / Principi psicologici), è un saggio che indaga in maniera estremamente semplice ed efficace gli ingranaggi che formano le immagini, per capire quello che ci cattura in un quadro, una fotografia o un film. Meccanismi e tecniche rielaborati nel tempo, attraverso una varietà infinita di esperienze e alla ricerca dell’autonomia espressiva dell’arte.
Nei vari capitoli si parla (anche) di formato, composizione, orientamento, fulcro, profondità di campo, spazio visivo, dinamismo, sezione aurea. Il mio preferito: “La sensibilità delle forbici�, dove si parla del taglio fotografico.
Panoramica veloce, che stimola e incuriosisce ad approfondire. Cura dell’edizione notevole.
Una piccola Bibbia per capire come funzionano le immagini: permette a chi ama la grafica e l’arte di riassumere le teorie della composizione, e apre ai profani il mondo delle linee di forza, degli ingressi, dei ritagli, dei punti focali e via dicendo. Decisamente ottimo nella sua essenzialità (affronta tantissimi argomenti senza appesantire con approfondimenti) e anche molto bello come “oggetto�! Impaginazione bellissima e anche l’esterno fa la sua porca figura.
Uno dei saggi più belli e coinvolgenti che abbia mai letto, sicuramente il migliore dell’anno. Pur restando molto divulgativo Falcinelli riesce a far aprire gli occhi su circostanze cui non abbiamo mai prestato attenzione nonostante le abbiamo sotto gli occhi da sempre, e il suo modo di costruire il libro alternando parti scritte a esempi visivi concreti ha contribuito ad aumentarne il valore e la gradevolezza. Se già avevo adorato Cromorama, Figure è ancora qualcosa in più che non mi aspettavo ma che mi ha piacevolmente sorpresa.
Mi vengono in mente pochi saggi scritti con altrettanta chiarezza: se si può vedere il tocco di un buon grafico tra le parole, qui decisamente si vede. Pone degli spunti molto interessanti, anche per chi, come la sottoscritta, con le immagini ci lavora già . Ben strutturato, ben congegnato, spiegato in maniera cristallina, me lo sono bevuto.
Unica piccola nota, più personale che altro, è che cade nel tranello tutto italiano del "Prima del Rinascimento non c'era niente, il Rinascimento ha inventato anche tua nonna". Che non è un atteggiamento che personalmente condivido poco (vedasi villa Boscoreale per esempi di arte romana con prospettiva centrale, per esempio).
Io che non sono nuova agli argomenti trattati in questo libro, l’ho comunque trovato incredibilmente appagante. Gran parte del merito va a Falcinelli, alla sua prosa romantica, alla sua tracimante e quasi tangibile passione per l’Arte e la sua storia e le sue diverse espressioni visive. Senza dubbio, una boccata d’aria. Lo spiraglio attraverso il quale cogliamo l’Arte, quella che ci parla a suon di pennellate, composizioni, prospettive, equilibri, e distogliamo finalmente l’attenzione da questa bulimia visiva che ci sta rendendo sempre più cechi.
Riccardo Falcinelli non deve smettere mai di scrivere libri di divulgazione artistica. Mai. Dopo Cromorama (che avevo adorato per il fatto che fosse pieno di aneddoti e curiosità sui colori e sulla teoria del colore), anche Figure: Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram mi è piaciuto tantissimo. Si tratta di un testo più esplicativo (si parla ad esempio dell'evoluzione del modo di percepire le immagini nella storia, di teoria della composizione, dei contrasti tra forme e tra spazi pieni e vuoti) e spazia dalla pittura alla fotografia, al cinema, ..., insomma alle immagini veramente intese in senso generale. Davvero molto consigliato a tutti coloro che vogliono avere qualche strumento in più per capire i quadri nei musei (non dal punto di vista storico o culturale, ma, come dice l'autore, dal punto di vista del loro funzionamento), ma anche solo a coloro che non sanno come fare delle belle foto da postare su Instagram e vorrebbero qualche dritta da chi di immagini se ne intende. Elisabetta
Mai come oggi, sollecitati da ogni direzione, è importante educare il proprio sguardo. La consapevolezza del modo di leggere e interpretare le immagini èporamai un requisito fondamentale per poter affrontare un mondo sempre più mediato. E Falcinelli propone una storia dello sguardo accurata e scorrevola, da leggere.
Sunto sel primo paragrafo del primo capitolo, la prospettiva, tanto per avere un'idea:
Ciò che consacra il prestigio del centro è la prospettiva. Attribuita a Brunelleschi, il padre teorico è Leon Battista Alberti che nel De pictura del 1435 descrive un dipinto come una finestra sulla realtà . Fino a quel momento l'arte non aveva niente a che fare con la mimesi. L'idea rivoluzionaria del XV secolo è usare la geometria per trascrivere in un disegno ciò che l'occhio vede in un determinato momento e da una specifica posizione. Questo presuppone inoltre un osservatore in una posizione specifica rispetto al dipinto: invenzione dello sguardo moderno. Per es. la trinità di Masaccio funziona solo se la guardiamo dalla posizione stabilita dal pittore, mentre i mosaici di sant'Apollinare Nuovo sono a 7 metri d'altezza. Da quel momento la prospettiva sembra l'unico modo possibile per pensare le immagini: naturale, credibile e scientifica. Eppure si tratta di un modello culturale, tutt'altro che neutro. Nel 1545 Sebastiano Serlio crea un tipo di scenografia teatrale in prospettiva, che rimarrà poi stabile per secoli. Ma il punto d'osservazione coincide con il loggine centrale, deputato a principi e personaggi di spicco: la prospettiva non è un dispositivo neutro e naturale ma una codifica che determina una gerarchia dello sguardo e dell'osservatore, una macchina culturale con un suo modo di interpretare il mondo. La prospettiva è un medium che contempla in sè un certo messaggio. Se a noi pare più naturale è perchè abbiamo come standard la fotografia. Nasca da una concomitanza di cause: l'affermazione della borghesia che rivendica un proprio spazio culturale, concreto e maneggevole; la circolazione, già dal mille, dei testi di ottica mediorientali (Alhazen); l'invenzione degli occhiali e delle lenti, la diffusione delle finestre a vetro nel XIV secolo. Nel 1558 Giambattista della Porta nel suo Magiae Naturalis inventa la camera oscura, che sarà molto usata dagli artisti, per es. Canaletto. Nel 1980 esce Shining, film costruito sulla prospettiva centrale. L'hotel è una macchina prospettica, un labirinto che se percorso nel verso giusto disvela il suo segreto: la memoria di un delitto.Di fronte alle gemelle Danny non scappa: si copre gli occhi. Il triciclo muovendosi trasforma la prospettiva in un flusso ottico, diventando il doppio della cinepresa.
Ogni immagine è un ingranaggio da smontare e rivelare così un intreccio di riferimenti culturali, stratificati in vari linguaggi. Non è un saggio di “spiegazione�, ma di profonda interconnessione. Tono sagace, affabulatorio, come ci ha sempre abituati Falcinelli. Testo imprescindibile per chiunque si interessi di arte e voglia capire.
Un viaggio meraviglioso nelle immagini e nelle ragioni per cui il mondo che vediamo potrebbe essere così com’�. Dopo Cromorama un’altra sublime prova di Riccardo Falcinelli.
Tantissime informazioni tecniche ma è un libro accessibile a tutti. Se volete sapere cosa e come osservare quando visitate un museo, fa al caso vostro.
Molto molto interessante, Falcinelli ha uno stile molto fresco e moderno nel parlare di arte e il libro è pieno di immagini ad accompagnare il testo e le spiegazioni. È il libro perfetto per chi come me ama andare nei musei ma poi si perde un po', non sapendo bene cosa guardare. Vorrei rileggerlo da capo per ricordarmi tutto per bene, che ci sono tantissime cose belle ed interessanti