“Dalla prima pagina il romanzo di Vincenzo Cerami ti prende obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo: il mondo di un impiegato di ministero, che passa la vita a mandare avanti pratiche di pensione attendendo di andare in pensione lui stesso e di portare suo figlio a occupare un posto nello stesso ministero, a un grado superiore al suo. Una storia di impiegati ce la aspetteremmo grigia e povera di fatti e prevedibilmente caricaturale; invece qui di fatti ne succedono parecchi e dei più romanzeschi: da una incongrua cerimonia massonica a una cruenta irruzione nella cronaca nera quotidiana, a una allucinata, truce vendetta.�
Vincenzo Cerami (Roma, 2 novembre 1940 - Roma, 17 luglio 2013) è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano. Nato nella capitale da genitori siciliani, allievo, alla scuola media, di Pier Paolo Pasolini, ha sempre considerato questo incontro determinante per le sue scelte successive.
رواية صغيرة للكاتب الايطالي فينتشنزو شيرامي عنوانها الأصل" برجوازي صغير صغير بمهارة أجاد شيرامي تصوير رتابة الحياة اليومية وروتين العمل لبطل روايته جيوفاني الموظف العجوز المقترب من التقاعد الذي لا يتوانى عن فعل أي شيء لتوظيف ابنه الشاب لكن بعد حدث مؤلم ومفاجئ تتغير حياة جيوفاني وتنهار أمنياته وتطلعاته المستقبلية قد يبدو الانسان بسيط ومسالم لكن الرغبة في الانتقام قادرة على إظهار ما بداخله من عنف وقسوة وبؤس خلال السرد يعرض الكاتب ملامح عامة في ايطاليا في النصف الثاني للقرن الماضي
يقول ميخائيل نعيمة نتمني وفي التمني شقاء وننادي يا ليت كانوا وكنا ونصلي في سرنا للأماني والأماني في الجهر يضحكن منا غير أني كرهت التمني أتمني لو كنت لا أتمني !
عندما نخطط ونخطط ونخطط .. ونحلم ونحلم .. ونرتب الأمور .. ونحرص ليل نهار أن يكون كل ما نريده علي أكمل وجه .. وننسي شيئاً واحداً .. أن للقدر الكلمة الأخيرة دوماً .. ... ....
رواية من الأدب الايطالي ذو أسلوب ساخر ولكن برداء الحزن والمأساة والمعاناة الانسانية .. قصة مشوقة تنقلك من حدث الى آخر بسرعة من غير الشعور بالملل وأنت تقرأ الرواية.. في البداية ظننت أن الرواية تدور حول حياة موظف عادي حيث النكت والسخرية وعلاقات الموظفين مع بعضهم في بيئة وظيفية مقيتة ولكني تفاجئت بمجريات الرواية ومأساويتها وقسوتها أحياناً.. ومن جهة أخرى سنرى كم نجح الكاتب في نقل تفاصيل الحياة الاجتماعية بدقة وبدون حوارات مطولة قد تسبب الملل للقارئ.. لن أسرد تفاصيل الرواية لكي لا أقتل التشويق في الرواية كما فعل المترجم في المقدمة(مع الأسف)،، بل سأكفتي بأن أنصحكم بقرائتها..
Il libro è scritto bene, è privo di fronzoli, contiene la giusta quota di ironia è una fotografia della Roma ministeriale degli anni settanta, capitale di un paese che ha perso la guerra. Giovanni Vivaldi, il protagonista, è uno che la guerra l’ha fatta, uno che se fosse ancora vivo oggi, sarebbe ultracentenario e che nella narrazione invece si avvia alla pensione e cerca di piazzare al suo posto il figlio Mario prima di congedarsi. Perché scandalizzarsi di ciò? Chi non intercederebbe per il proprio figlio? Chi non ambirebbe a vederlo salire un gradino in più rispetto al proprio? Il fatto è che Giovanni per realizzare il proprio scopo non esita ad iscriversi alla massoneria, la cerimonia di iniziazione è ridicola, niente farebbe pensare che il comico si trasformerà in tragico. In un punto preciso irrompe la violenza, ma essa è svuotata di pathos, del crescendo che la caratterizza. Mentre leggevo pensavo al coinvolgimento emotivo che scaturisce dalla lettura de “Il branco� di Andrea Carraro, un libro che fa male, valutavo la differente scelta di Cerami, quando una virata improvvisa mi ha fatto rivivere un fatto di cronaca che mi colpì parecchio a fine anni �80 e dal quale sono stati tratti almeno due film. La violenza pur senza la spettacolarizzazione che la caratterizzerebbe oggi si è prende la scena, l’impiegato dimesso e accondiscendente a cui prima sono stati infranti i sogni e poi sono state iniettate in sequenza dosi di dolore massiccio, si incattivisce. E� la storia di un uomo vicino alla pensione stravolta dall’incrocio fortuito con la storia della lotta armata. Non ho visto il film di Monicelli con Sordi protagonista, in rete se ne parla bene e si dice che è la commedia all’italiana definitiva, cioè l’ultima.
Leggere ‘Un borghese piccolo piccolo� è stato un ricollegarsi direttamente sulla linea del tempo a quando, durante la mia infanzia, guardavamo la televisione in cucina, appollaiati come più comodi si poteva sulle sedie o, noi fratelli, sul tavolo, perché non era in uso utilizzare la sala come ambiente ricreativo serale, ma solo per la domenica e in caso di ospiti (piccolo, piccolo borghese, no?). Tale fatto era ai miei occhi incomprensibile e, sabotando usi e costumi, mi si ritrovava spesso a farmi i fatti miei - puzzle, mosaici, solitari, lettura � per terra in sala, infrattata dietro a qualche poltrona. Il fatto deve aver messo in moto grandi meccanismi e ad un certo punto si sono aperte le porte. Comunque, prima di ciò, ricordo una sera mio padre dirmi che il film che sarebbe andato in onda entro breve, non era adatto a me. Tanto feci che i miei fratelli maggiore e minore, poco motivato dalla ribellione il primo e dall'età il secondo, si ritirarono nelle loro stanze e io rimasi davanti alla TV. Probabilmente il film non era proprio adatto ai miei 10-11 anni (10 anni negli anni �70, non quelli del nuovo secolo, si sa, c'è una certa differenza) perché ho stampato ancora nella mente ogni fotogramma di quel film � non è esatto, l’episodio della massoneria proprio non lo ricordavo -, la repulsione che ho provato allora per Giovanni Vivaldi è riemersa interamente alla lettura quando, paragrafo dopo paragrafo, sentivo continuamente la voce untuosa e servile di Alberto Sordi, magistrale in questa interpretazione. E non sono riuscita a tracciare una linea di separazione tra film e libro, troppo vivide sono le immagini che ritornano agli occhi. Anche a fine lettura, trovo che il testo di Cerami sia una specie di copione, di trama, di sceneggiatura, sintetica ed essenziale, di ciò che andrà sviluppato in una rappresentazione cinematografica o con la propria immaginazione. Cerami sembra darne una chiara traccia, un percorso, che dovrà essere completato. Gli spunti sono innumerevoli, ma da tutti se ne trae l’immagine di un italiano medio (definirlo medio è un grosso complimento ma ormai siamo abituati all’appiattimento) adulatore e servile che non riesce neppure a strappare il sorriso e la compassione che regaliamo a Fantozzi, perché oltre a ciò è pidocchioso, gretto, egoista, repellente nei suoi ragionamentini e calcolini di utilità, assassino senza rimorso. Se questa è l’Italietta su cui siamo fioriti�
Ma che gioiellino è questo romanzo breve (o racconto lungo, come volete)? Racconta la storia di Giovanni Vivaldi e della sua famiglia composta dalla moglie Amalia e dal figlio Mario, gioia di casa, neo diplomato ragioniere. Attenzione, potrebbe sembrare una cosa da "embè?", ma qui siamo nel pieno degli anni 70, gli anni di Piombo (precisamente nel '76), in quegli anni avere un figlio ragioniere voleva dire avere coronato un sogno per la vita futura del proprio figlio. Giovanni, cerca, attraverso la raccomandazione del suo capo, di far entrare Mario al ministero, dove lui stesso lavora da trent' anni. Altra riflessione: negli anni '70 l'impiego statale voleva dire sistemarsi per tutta la vita, voleva dire stipendio garantito anche standosene seduti a scaldare la sedia (ora no vero?). Ora, il romanzo è breve, si svolge tutto in poche pagine, non posso dirvi altro della trama, che mi rendo conto può sembrare banale fin qua, ma vi assicuro che ci sono dei risvolti che mi hanno messo una rabbia e una tristezza infinite. Se avete visto il film del '77 di Mario Monicelli, con uno strepitoso Alberto Sordi (vi stupirà la sua interpretazione del personaggio di Giovanni) e una meravigliosa Shelley Winters nella parte della moglie Amalia, sapete già la storia. Vi posso dire però di non perdervi comunque questa chicca di libro, anche se conoscete già la storia, perché la narrazione di Cerami è incalzante, cruda e spietata. Scriveva Calvino quando uscì questo libro:
"Questo libro a l'esattezza di una lente d'ingrandimento puntata sulla bruttezza senza riscatto che regna nel cuore del nostro consorzio civile, ma anche sulla tenace rabbia di vivere che persiste in fondo a un desolato svuotamento di ragioni vitali."
Se non vi basta quello che vi ho detto, aggiungo che in questa nuova edizione, c'è la prefazione di Nicola La Gioia, autore de" La città dei vivi". Ve lo stra consiglio!
Ho trovato un altro capolavoro della letteratura italiana! All'inizio ero irritata dallo smaccato nepotismo e dall'ufficio ministeriale a dir poco fantozziano, poi perplessa di fronte al coinvolgimento . In realtà sono abbellimenti per una storia molto cruda, molto umana, estremamente semplice e lineare. La famiglia Vivaldi diventa protagonista di un fatto di cronaca nera proprio quando si trovano a un soffio dalla felicità, come loro la intendono. Hanno investito sul figlio, che li ha ripagati studiando, ed ora il padre si premura di accompagnarlo (a forza di raccomandazioni, come da prassi italiana) nel mondo del lavoro. La madre è una figura un po' più marginale, ma non per questo secondaria: tutti i suoi riti e le sue superstizioni verranno riprese dalla vicina di casa, a dimostrazione che non si tratta di un vezzo dell'autore ma di un tratto culturale comune agli abitanti del Tuscolano. Il padre diventa una figura eroica, un giustiziere in sordina che non mi sarei aspettata. Riscatta così l'antipatica untuosità inizale e sono soddisfatta che abbia fatto tutto da solo, Anche l'excipit è eccellente. Ringrazio Dorfles e Per un Pugno di Libri per avermelo fatto scoprire.
في البداية لاتقرأ تقديم وسيم دهمش في بداية الكتاب حتى لا تتطلع على أحداث الرواية التي سردت أغلب أحداثها بإختصار في تلك المقدمة. هذه الرواية الخفيفة تحكي قصة موظف حكومي بسيط من أقل مستويات الطبقة المتوسطة يسعى هذا الموظف ببساطته الى حل المشاكل التي يواجهها في حياته بسذاجه، أعجبني مهارة الكاتب على سرد الأحداث بسلاسة وأعجبتني قدرة الكاتب على تصوير تفاصيل حياة هذا الموظف العادي جدًا
Quello che all'inizio mi è sembrato una parodia fantozziana del burocrate italiano medio, si è poi rivelato essere un romanzo cupo, disperato, intriso di quella tristezza che ti prosciuga e che ti fa stare in apnea. Particolarmente efficace è il modo in cui l'autore rende co-protagonisti gli oggetti e gli eventi atmosferici, tutto concorre a descrivere lo stato d'animo del protagonista il quale, se non nell'unico atto di rivalsa rabbiosa e istintiva che compie, è incapace di uscire dagli schemi in cui è rimasto incapsulato per tutta la vita. Guarderò senz'altro il film tratto da questo romanzo, regia di Mario Monicelli con Alberto Sordi che mi dicono essere stato magistrale nella parte del protagonista.
Una giustizia privata C'è questo dipendente pubblico che lavora in un Ministero romano (ah già che tutti i Ministeri sono solo a Roma)... è sulla soglia del pensionamento. Ma non è come sembra, non è la storia di un noioso, inetto, mansueto impiegato pubblico, o meglio lo è inizialmente, ma poi il mansueto! il noioso! l'inetto! si trasforma e ribella. Proprio quando pensi di raggiungere la pace che potrebbe essere l'agognata (?) pensione, o il figlio che fresco di maturità da Ragioniere sta per vincere l'agognato (?) concorso, il destino beffardo ti rimette a posto. Forse perché TU per primo hai cercato di fregarlo quel sistema, con un piccolo "innocuo" atto di corruzione. Ma la giustizia o meglio il destino non ripara mai con le dovute proporzioni, c'è sempre un disequilibrio, e tutto è sempre solo una grande fregatura.. E la tragedia irrompe. Ma Chi ha subito un danno pretende un indennizzo E se nessuno glielo dà, quel chi potrebbe cercarselo da sé. Come credeva di fare anche Renzo nei Promessi Sposi Saprò farmi ragione, o farmela fare. A questo mondo c’� giustizia finalmente Forse la vendetta con i fiocchi e controfiocchi riesce solo a Danton quella forza della natura che è Il Conte di Montecristo, ma con lui siamo di fronte ad una macchina da guerra, inesorabile.
Invece Giovanni il nostro mansueto inetto impiegato pubblico
In un primo momento si era illuso di essere in qualche modo risarcito; non sapeva né come né quando, ma conosceva bene il perché. E allora, dentro, come uno zabaione gli montava una specie di corpo estraneo, una forza irrefrenabile che aveva bisogno di esprimersi. (La vendetta)
Il film di Monicelli Un borghese piccolo piccolo è sicuramente più noto del romanzo, come sempre accade, e il fantasma dell'impiegato inetto interpretato da Alberto Sordi, che recita una rara interpretazione drammatica, potrebbe aleggiare tra le pagine e disturbarne la lettura, personalmente a me non è accaduto, grazie la bravura di Vincenzo Cerami che ha scritto un romanzo brevissimo che si legge in due ore scarse, dove nulla è fuori posto: tutto ciò che c'era da dire detto, quanto da tacere taciuto. Con lo sguardo asciutto da sceneggiatore quale lui era.
كلنا بشر عاديون مثل هذا الموظف العادي حتى يحدث ما يغير ذلك. فهذا الموظف العادي كان يعيش حياة عادية جدا ويقضي يومه برتابة شديدة وكان كل أمله في الحياة هو أن يحصل لابنه على وظيفة محترمة فهو تطلعه للمستقبل وفي سبيل ذلك كان مستعدا لأن يفعل كل شيء حتى أن يغير قناعاته ومعتقداته وحين ظن أن الدنيا قد ابتسمت له تحدث له حادثة مفجعة فيتحول حينها هذا الموظف العادي المسالم إلى شخص منتقم قاتل سرد رائع من الكاتب ووصف جيد لحياة هذا الموظف العادي وتتابع للأحداث يجعلك تنهي الرواية القصيرة في ساعات معدودة في هذه الدنيا لا شيء يثبت على حاله فسمة الدنيا التغير والبشر لا يكونون دائما على وتيرة واحدة فمن الممكن جدا أن يتحول شخص طيب جدا إلى شخص شرير إذا ما اصطدمت به مصائب الدنيا.
بعيدا عما شهدته الأحداث خلال تصاعدها من تكثيف...وبعيدا عن النهاية المأساوية التي شهدتها الرواية...فإن حكاية جيوفاني بطل الرواية الإيطالي تكاد تكون حكاية أي موظف -عادي جدا- من أي بلد عربي...يتقاعد وهو على نفس طاولة العمل وبنفس روتينه ولا يزيد راتبه إلا القليل...فلا يتمكن معه من تحسين ظروف حياته...ولا عيش بعض من أحلامه...حتى لا يكفي تقاعده لترميم بيت مزرعة متهالك...ويتحمل سطوة رؤسائه في العمل وظلمهم وتهكمهم وازدرائهم وسخريتهم...ويسير مع المحسوبية والواسطة لأنه يدرك أنه لن يحصل على أبسط حقوقه إلا بها
"غدا سيتغير كل شيء" ذاك هو الحلم الذي كبر داخل جيوفاني الموظف العادي جدا، وهو يرى أن نجاح ابنه وتقدمه للوظيفة سيغير حياته...ولم يعلم أن هذا الحلم سينتهي بمأساة
جيوفاني...تكدس في داخله الأسى حتى أحاله إنسانا ناقما على ما يحيط به...وهذا ما يوحي به فينشيزو تشيرامي من بداية أحداث الرواية خلال صيد جيوفاني وابنه ماريو للسمكة...فما يبدو من معالم شخصية جيوفاني الودودة والمتقبلة للواقع القانعة به هو خلاف ما يدور بداخله... مما يجعله يعيش تناقضا يخفف من حدته أمله بأن يغير نجاح ابنه حياة الأسرة وينقلها لمستوى آخر رغم أنه يسعى بشغف ليحل ابنه محله موظفا في نفس الوزارة بعد تقاعده...حتى لو تطلب ذلك انضمامه لمحفل ماسوني لا يدرك كنهه والخضوع لشروط الانضمام له وحضور اجتماعاته
أقرأ مذهولة برسم تشيرامي لشخصية جيوفاني وذلك العمق الذي منحه لهذه الشخصية السطحية...فأتعاطف معه تارة...وأكره انسياقه لمن حوله وما آل إليه تارة أخرى
تشيرامي يلبس الواقع حلةً ساخرة، فلا تدري أتضحك أم تبكي...وينقلك لمستوى أبعد مما تتوقع من الأحداث خلال النصف الأخير من الرواية
Volevo leggere questo libro dagli Anni 70, quando vidi il meraviglioso film di Monicelli con Alberto Sordi nei panni del protagonista Giovanni Vivaldi, ma solo a distanza di 35 anni mi è capitato tra le mani questo libercolo. Sì perché è un libretto sottile, neanche 150 pagine eppure, come scrive Beppe Severgnini nella prefazione, si porta dietro uno strascico molto più pesante. Sono gli Anni 70 e Giovanni Vivaldi lavora al Ministero, all'ufficio pensioni e la sua (ma anche quella della moglie) massima aspirazione è far trovare un posto equivalente a suo figlio Mario, ragioniere. Giovanni e la moglie Amalia hanno fatto sacrifici per far studiare quell'unico figlio ed un posto al Ministero per Mario è d'obbligo, e che diamine. Giovanni quindi non esiterà ad entrare nella Massoneria pur di procurare al figlio un posto al Ministero. Amalia invece è una casalinga devota e superstiziosa, una figura presente sullo sfondo, eppure importantissima. Ma anche la utilitaria 850 è un personaggio di questa storia, così come il tempo plumbeo di Roma. Mario però non otterrà mai quel posto al Ministero.
La scrittura del libro sembra essere divisa in due parti: la prima arzigogolata, dettagliata, quasi barocca e la seconda invece breve, drammatica, secca. L'evento portante della storia viene raccontato in due righe asciuttissime eppure potenti. Cerami ci mostra il quadro perfetto della borghesia piccola italiana degli Anni 70, unta, patetica, ammanicata, che chiede favori e raccomandazioni. Sullo sfondo l'Italia delle rapine, delle lotte politiche, della corruzione.
Tante, tante scene sono memorabili (quella delle bare nel magazzino è stata quella che mi ha colpito più di tutte), ma effettivamente tutto il libro è davvero un capolavoro, tanto che spero di trovare e riuscire a vedere ancora una volta il film.
تحذير.. لا تقراء المقدمة فالمترجم تطوع بحرق الاحداث بسخافة غير مبررة ! الاسم الايطالي و الصحيح و المعبر للرواية هو البرجوازي الصغير الصغير فالرواية لا تتكلم عن الموظفين الايطاليين وانما عنا نحن يا صديق .. البرجوزايين الصغار الذين تأكلهم تروس الحياة و هم يتعلقون بالاوهام ويظنون انهم يتحكمون فى حياتهم الهادئة ومسارتها المستقيمة
As the translator Isobel Grave explains in the Preface, (1940-2013) was an Italian novelist, poet and screenwriter, best known internationally for his 1998 film Life Is Beautiful. But in Italy, it was his first novel, Un borghese piccolo piccolo, published in 1976 that brought him instant acclaim. Within a year, it was made into a successful film, and it was subsequently translated into multiple languages. But not into English. For that, we had to wait almost forty years—until professional translator and interpreter Isobel Grave was appointed Cassamarca lecturer in Italian language and literature at the University of South Australia, and for the South Australian indie publisher Wakefield Press to publish Grave's translation as A Very Normal Man in 2015.
[embed]
Although this trailer is in Italian, it's worth taking a quick look at it to see Cerami's comic touch in the scenes where the central character Giovannia Vivaldi joins the Masons and, using secret signs, tries to convey his membership to those who matter. But the trailer does not convey the horror that descends in the second half of the story.
For, if Giovanni is indeed an ordinary little middle-class man, the world is in trouble. When the book opens, he is a public servant in Rome, anticipating not just his retirement (with pension attached) but also his only son Mario's advancement into his vacated place. To secure this appointment requires some manipulation of the system, but Giovanni knows who to ask, and all goes well.
To read the rest of my review (which, sorry! does have spoilers) please visit
رواية جميلة وبنفس الوقت لا جديد فيها.. لكنها صادقة جدا كما لو كانت مذكرات عاشها الكاتب شخصيا بتفاصيلها وتفاصيل نفسية البطل والمرعب أنها يمكن أن تمثل مستقبل أي شخص في هذا العالم..
رواية لطيفة وخفيفة تسلط الضوء على الحياة الحقيقة للمجتمع الإيطالي وطبيعة العمل المؤسساتي في الدولة وصراع الموظفين البسطاء و رجال الشارع لكسب لقمة العيش في وسط هذه المعمه البيروقراطية المتشعبة، رواية ذات اسلوب ادبي ساخر ومتضجر مع حبكة روائية جميلة للأحداث ونسق سيرها، انصح وبشدة بعدم قراءة التقديم فهو سيعطيك ملخصاً للرواية ويبدد حماسك وشغفك للقراءة بسرعة اكبر لأكتشاف سير الاحداث.
Audiolibro. Cerami sa scrivere e descrivere incatenandoti, anche quando la storia narrata è quella di un funzionario del Ministero che poco avrebbe di attraente. Macina la normalità anonima e la riplasma in straordinarietà. Se poi la voce narrante è quella di Lino Guanciale, il tutto diventa ancora più godibile.
وقت في المطار قضيته في قراءة الرواية، رواية ايطالية تحكي قصة تحولات الإنسان الفرد عند الإنتقال من مجتمع الريف للمدينة، تحكي قصة فرد من الطبقة الوسطى الإيطالية يتعرض لحدث يغير مجرى حياته، يستعد فيه لتغيير كل شيء ويقوم بذلك لأجله، تعاكسه الظروف وتتجه للأسوء، يتحول بعدها تحولاً جذرياً داخلياً، يرتكب عدداً من الأمور ويواجهها بطريقة مختلفة.. جيدة والترجمة لا بأس بها الجميل أنها هدية من الصديقة جوهرة :)
A nicely done short novel (his first) by the writer who went on to co-write the film Life is Beautiful. It feels very much of its time and place (1970s Rome), which I like. It's about an ordinary office worker whose life falls apart and who finds himself in the midst of taking revenge. Apparently admired by Italo Calvino, it's certainly not like his work, but has a darkly humorous charm.
لو كان هناك أكثر من 5 نجوم كنت وضعتها من دون تردد,, رواية سلسة تندرج تحت السهل الممتنع ,ادبية درجة اولي وايضا تشويقة احداثها تأثرك تعيش كل جمله من جملها كما لو كنت البطل
Ein wunderbares kleines Buch. Immer wieder springen den Leser die ungewohnten und überraschenden Blickwinkel an. Auch die Verkürzungen des Erzählens verblüffen - der Tod des Sohnes findet nur minimal Erwähnung. Dieser vollzieht sich schnell innerhalb eines Absatzes wohingegen die bizarre Aufnahme des Protagonisten bei den Freimaurern breitesten, sehr detaillierten Platz findet. Nach Tod des Sohnes, der geübten Selbstjustiz (der Mörder des Sohnes wird mit dem Wagenheber schwer verletzt und bewusstlos geschlagen und dann mit Draht umwickelt in der Hütte, die als Alterssitz geplant war, geknebelt und dem langsamen Sterben überlassen) und dem Ablebenlassen der eigenen Ehefrau (ihr Tod wird erst nach einiger Zeit bemerkt) hat nichts mehr einen Sinn. Das ersehnte Pensionsalter ist erreicht und der Leser fühlt die Leere, die nun für den ehemaligen Ministerialbeamten einsetzen wird.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Comincia in maniera grottesca, fra mediocrità di vita d'impiegato e volontà di crescita borghese, un po' come un Fantozzi più realistico e meno iperbolico (gli anni sono gli stessi, così come la stessa è l'Italia raccontata: il libro di Villaggio è del 1971, questo del 1976). Poi prosegue come dramma totale di nevrosi, vendetta e solitudine. Il racconto è secco, con toni altalenanti e brutalità linguistiche. In generale, risulta - e probabilmente è stato voluto così - freddo e distaccato, senza generare le emozioni che l'omonimo film di Monicelli, tratto da queste pagine nel 1977, riesce a trasmettere, principalmente grazie all'incarnazione del protagonista in un Alberto Sordi forse mai così ispirato.
رواية تصور شكلّا للحياة البائسة و عن السعي وراء فتات الخبز في عصر المافيات... تجعلك تشعر بشخصية البطل بأسلوب أن تكره نفسك وحياتك وعملك ومنزلك وكل شيء حتى أوقات عطلتك على ضفة البحيرة عندما تمارس الصيد مع عائلتك.