Three's bookshelf: all en-US Sun, 20 Apr 2025 13:16:47 -0700 60 Three's bookshelf: all 144 41 /images/layout/goodreads_logo_144.jpg L'amore fatale 9693731 284 Ian McEwan 8806173944 Three 3 la prima parte, con i deliri religiosi dell’innamorato non richiesto né incoraggiato ma incrollabile, mi ha veramente disturbata, poi la storia prende un po� di abbrivio ed il finale è doloroso ma pieno di umanità.
ci sono, come sempre in McEwan, divagazioni che, a differenza di quanto avviene in altri libri, qui mi sono spesso sembrate pretestuose (la digressione sugli scienziati dallo stile aneddotico, la scoperta del significato del dna)
in più la traduzione ha momenti da brivido (non riuscii a escogitare un modo per rifiutare, per quanto avrei desiderato farlo; rischiai quasi di raddoppiare il limite di velocità consentito)
come sempre però ci sono momenti splendidi. Oltre al finale mi ha coinvolta molto anche tutta la ricerca, fra i nomi di attuali e vecchi conoscenti, di qualcuno cui rivolgersi per avere un aiuto nei confronti del folle, dopo il rifiuto reiterato delle forze dell’ordine.
alla fine, meglio un McEwan minore della maggior parte del resto.

EDIT: leggo i commenti degli amici qui su GR e trovo che la maggior parte di loro lo ritiene, diversamente da me, uno dei migliori libri di questo autore. È il bello (ed il senso) di scambiarsi opinioni fra lettori, ognuno ha il suo angolo di visuale e la sua interpretazione. Non ho cambiato il mio giudizio su questo libro, ma magari ripenserò a quello che ho scritto, alla luce di quello che hanno scritto gli altri.
Che Ian scriva come un Dio lo pensiamo tutti e, certamente, non da oggi.


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3.61 1997 L'amore fatale
author: Ian McEwan
name: Three
average rating: 3.61
book published: 1997
rating: 3
read at: 2025/04/20
date added: 2025/04/20
shelves:
review:
non uno dei miei preferiti
la prima parte, con i deliri religiosi dell’innamorato non richiesto né incoraggiato ma incrollabile, mi ha veramente disturbata, poi la storia prende un po� di abbrivio ed il finale è doloroso ma pieno di umanità.
ci sono, come sempre in McEwan, divagazioni che, a differenza di quanto avviene in altri libri, qui mi sono spesso sembrate pretestuose (la digressione sugli scienziati dallo stile aneddotico, la scoperta del significato del dna)
in più la traduzione ha momenti da brivido (non riuscii a escogitare un modo per rifiutare, per quanto avrei desiderato farlo; rischiai quasi di raddoppiare il limite di velocità consentito)
come sempre però ci sono momenti splendidi. Oltre al finale mi ha coinvolta molto anche tutta la ricerca, fra i nomi di attuali e vecchi conoscenti, di qualcuno cui rivolgersi per avere un aiuto nei confronti del folle, dopo il rifiuto reiterato delle forze dell’ordine.
alla fine, meglio un McEwan minore della maggior parte del resto.

EDIT: leggo i commenti degli amici qui su GR e trovo che la maggior parte di loro lo ritiene, diversamente da me, uno dei migliori libri di questo autore. È il bello (ed il senso) di scambiarsi opinioni fra lettori, ognuno ha il suo angolo di visuale e la sua interpretazione. Non ho cambiato il mio giudizio su questo libro, ma magari ripenserò a quello che ho scritto, alla luce di quello che hanno scritto gli altri.
Che Ian scriva come un Dio lo pensiamo tutti e, certamente, non da oggi.



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La scrittrice nel buio 211550060 160 Marco Malvestio 8862435495 Three 2 Tutto ciò cui può essere associato un termine come "disturbante", che opportunamente compare in quarta di copertina, tende ad infastidirmi, e questo libro non fa eccezione. Non desidero eccessivamente essere disturbata, sia pure in senso intellettuale e metaforico.
Purtroppo anche il termine "soprannaturale" tende ad infastidirmi, e malauguratamente anch'esso compare in quarta di copertina.
Quindi era destino che per me fosse un no.
Scherzi a parte, non mi è piaciuta la storia (sono troppo terra-terra per capire le situazioni surreali, mentre la prima parte, con le vicende studente povero ma intellettualmente elevato e studente ricco ma concentrato solo sul successo personale e non sulla crescita intellettuale , mi è parsa di una banalità scoraggiante), e non ho capito dove l'autore volesse andare a parare.
Mi è piaciuta molto, invece, la scrittura, che maneggia una storia stranissima senza esitazioni, concedendosi anche qualche uscita spiritosa (il TSO come via d'uscita pratica contro gli effetti deleteri delle ricerche letterarie) e cadendo solo un paio di volte in frasi ad effetto che sarebbe stato meglio risparmiarsi. Peccati veniali.
Spero che prima o poi Malvestio scriva qualcosa di più consono ai miei gusti (lo spero per me, non perché questo possa giovare a lui come scrittore) per godermelo di più.
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3.87 La scrittrice nel buio
author: Marco Malvestio
name: Three
average rating: 3.87
book published:
rating: 2
read at: 2025/03/16
date added: 2025/03/18
shelves:
review:
Sinceramente non ho molto da dire su questo libro.
Tutto ciò cui può essere associato un termine come "disturbante", che opportunamente compare in quarta di copertina, tende ad infastidirmi, e questo libro non fa eccezione. Non desidero eccessivamente essere disturbata, sia pure in senso intellettuale e metaforico.
Purtroppo anche il termine "soprannaturale" tende ad infastidirmi, e malauguratamente anch'esso compare in quarta di copertina.
Quindi era destino che per me fosse un no.
Scherzi a parte, non mi è piaciuta la storia (sono troppo terra-terra per capire le situazioni surreali, mentre la prima parte, con le vicende studente povero ma intellettualmente elevato e studente ricco ma concentrato solo sul successo personale e non sulla crescita intellettuale , mi è parsa di una banalità scoraggiante), e non ho capito dove l'autore volesse andare a parare.
Mi è piaciuta molto, invece, la scrittura, che maneggia una storia stranissima senza esitazioni, concedendosi anche qualche uscita spiritosa (il TSO come via d'uscita pratica contro gli effetti deleteri delle ricerche letterarie) e cadendo solo un paio di volte in frasi ad effetto che sarebbe stato meglio risparmiarsi. Peccati veniali.
Spero che prima o poi Malvestio scriva qualcosa di più consono ai miei gusti (lo spero per me, non perché questo possa giovare a lui come scrittore) per godermelo di più.

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Autobiografia dei miei cani 211826558
Sandra Petrignani è scrittrice che viaggia da sempre su un crinale modernissimo; in quella terra di mezzo tra romanzo e biografia, tra racconto di quello che è stato e narrazione di vite eccellenti. Lo ha fatto con la Roma degli anni sessanta in Addio a Roma, ripercorrendo la vita di Natalia Ginzburg nella Corsara, indagando le stanze delle autrici più amate in La scrittrice abita qui.

Ora Petrignani parla di sé con la tenerezza del cuore che viene dai suoi cani, dai tanti che hanno fatto da contrappunto silenzioso alle sue storie di vita. E attraverso loro rievoca amori e compagni di strada di un’epoca perduta come lo sono tutte le epoche.

Nel raccontare gli anni vivi dell’infanzia, della giovinezza e della maturità, Petrignani ritrova verità e conforto, sorriso e leggerezza, ispirazione e felicità della scrittura. Uno dopo l’altro, i cani si fanno testimoni di matrimoni e di separazioni, di lutti e di gioie, e diventano compagni silenziosi, oracoli per risposte impossibili.

Autobiografia dei miei cani è un libro sulla passione e sull’amore per la letteratura, narrata soprattutto attraverso l’incontro con uno scrittore che, con le sue parole nitide e scarnificate, restituiva il silenzio e il mistero del mondo. Lo stesso mistero che traspare, e ammalia, negli occhi di un cane.



“Vado istintivamente d’accordo

con chi lascia che la sua vita sia complicata dalla compagnia di qualche animale.

C’� anche chi evita d’innamorarsi

per non complicarsi la vita,

gente di cui conviene diffidare.

Avere un cane è trovarsi in un costante

stato di innamoramento.�





“Sandra Petrignani scrive

con un incantevole esercizio di leggerezza.�

Ian McEwan



“In Sandra Petrignani c’� una memoria

da vestale, ma senza alcuna solennità.�

Michela Murgia]]>
183 Sandra Petrignani Three 3 Eppure, il libro mi è discretamente piaciuto: per una volta il risvolto di copertina, invece di essere pomposo e mendace, coglie bene il contenuto del libro, che parla “della passione e dell’amore per la letteratura�, mentre i cani sono “compagni silenziosi� di “matrimoni, separazioni, lutti e gioie�. Avrei scritto lo stesso, se fossi capace di un minimo di sintesi.
Più nel dettaglio, mi affascina, per quanto è diversa dalla mia, questa vita ad altissimo tasso di emotività e/o drammaticità, fra case e città cambiate e talvolta riprese, mariti e compagni anch’essi cambiati ma spesso rimasti legati all’autrice da un’unione sotterranea, con incontri anche rocamboleschi tipo quello con il ragazzo tedesco che inciampa sul guinzaglio dell’ennesimo cane e diventa suo amico per - quasi - sempre (immagino siano vere - anche se l’autrice dichiara che quello che si racconta nelle autobiografie non deve esserlo necessariamente - le vicende dolorose dei suoi compagni, molti dei quali vittime di incidenti o di malattie), con la letteratura sempre presente (lei scrive “forse ho vissuto più di una vita�, e mi pare proprio che sia così).
Mi ha colpita la frase che la madre dice alla scrittrice alla vigilia del suo primo matrimonio (“da quando in qua tu e i tuoi amici contestatori avete imparato a convogliare in forma sociale i sentimenti?�), penso che mia madre nelle stesse circostanze si sarebbe chiusa in un mutismo furibondo, o avrebbe detto cose più scontate, tipo, come potete sposarvi, siete due spiantati.
Mi ha colpita soprattutto la considerazione (che sottoscrivo in pieno) per cui un rapporto forte “non richiede quasi mai grandi scontri o spiegazioni�: lei lo dice riferendosi al figlio, perché la forza del rapporto scorre nelle loro vene, io credo che valga per tutti i rapporti veramente forti, anche non di sangue.
Non vorrei essere ingiusta nei confronti dell’autrice, ma il momento di massimo coinvolgimento che ho provato leggendo questo libro è quello in cui dà spazio al brano più bello che abbia mai sognato di leggere sul rapporto fra vita e morte, fra vivi e morti, fra noi superstiti e noi quando non eravamo ancora i superstiti, brano che è della Yourcenar e che qui viene riportato, in morte dell’ultimo compagno dell’autrice.
Ci vuole classe anche per riconoscere la bellezza altrui ed omaggiarla.
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3.29 Autobiografia dei miei cani
author: Sandra Petrignani
name: Three
average rating: 3.29
book published:
rating: 3
read at: 2025/01/20
date added: 2025/02/27
shelves:
review:
C’era lo zero per cento di possibilità che questo libro mi piacesse: non amo le biografie e (sto per dirlo, non vorrei offendere nessuno, non odiatemi, non sono cattiva) non amo i cani. Non li odio neanche, non farei mai del male ad un cane, ma non li amo. Mi fanno paura (ne do la responsabilità al cagnolino che, quando avevo tre o quattro anni, mi saltò addosso per giocare con la palla con cui giocavo io, lasciandomi con una palla sgonfia ed un trauma irreversibile) e di questa paura non ho mai fatto nulla per liberarmi.
Eppure, il libro mi è discretamente piaciuto: per una volta il risvolto di copertina, invece di essere pomposo e mendace, coglie bene il contenuto del libro, che parla “della passione e dell’amore per la letteratura�, mentre i cani sono “compagni silenziosi� di “matrimoni, separazioni, lutti e gioie�. Avrei scritto lo stesso, se fossi capace di un minimo di sintesi.
Più nel dettaglio, mi affascina, per quanto è diversa dalla mia, questa vita ad altissimo tasso di emotività e/o drammaticità, fra case e città cambiate e talvolta riprese, mariti e compagni anch’essi cambiati ma spesso rimasti legati all’autrice da un’unione sotterranea, con incontri anche rocamboleschi tipo quello con il ragazzo tedesco che inciampa sul guinzaglio dell’ennesimo cane e diventa suo amico per - quasi - sempre (immagino siano vere - anche se l’autrice dichiara che quello che si racconta nelle autobiografie non deve esserlo necessariamente - le vicende dolorose dei suoi compagni, molti dei quali vittime di incidenti o di malattie), con la letteratura sempre presente (lei scrive “forse ho vissuto più di una vita�, e mi pare proprio che sia così).
Mi ha colpita la frase che la madre dice alla scrittrice alla vigilia del suo primo matrimonio (“da quando in qua tu e i tuoi amici contestatori avete imparato a convogliare in forma sociale i sentimenti?�), penso che mia madre nelle stesse circostanze si sarebbe chiusa in un mutismo furibondo, o avrebbe detto cose più scontate, tipo, come potete sposarvi, siete due spiantati.
Mi ha colpita soprattutto la considerazione (che sottoscrivo in pieno) per cui un rapporto forte “non richiede quasi mai grandi scontri o spiegazioni�: lei lo dice riferendosi al figlio, perché la forza del rapporto scorre nelle loro vene, io credo che valga per tutti i rapporti veramente forti, anche non di sangue.
Non vorrei essere ingiusta nei confronti dell’autrice, ma il momento di massimo coinvolgimento che ho provato leggendo questo libro è quello in cui dà spazio al brano più bello che abbia mai sognato di leggere sul rapporto fra vita e morte, fra vivi e morti, fra noi superstiti e noi quando non eravamo ancora i superstiti, brano che è della Yourcenar e che qui viene riportato, in morte dell’ultimo compagno dell’autrice.
Ci vuole classe anche per riconoscere la bellezza altrui ed omaggiarla.

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Il mio nome è Rosso 2299697
Istanbul, 1591. In una città scossa da antiche inquietudini e nuovissime tentazioni, tra i miniaturisti del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo, Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella S¸eküre, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.
Libro corale, ricco di passione e di suspense, questo straordinario romanzo di Orhan Pamuk restituisce la ricchezza e la malinconia di un mondo al tramonto. Nel contrasto tra i due vecchi miniaturisti, Zio Effendi e Maestro Osman, Pamuk riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione.]]>
450 Orhan Pamuk 8806181971 Three 3 Così ci sono - per capirci - luoghi meravigliosi che non mi suscitano alcuna emozione (ad esempio, Firenze*), volti splendidi in cui non trovo alcun fascino (ad esempio, quello del compianto Alain Delon - da giovane, ovviamente), cibi che praticamente chiunque adora e che io non tocco (qui faccio addirittura due esempi, la nutella e la parmigiana di melanzane). Non sono prese di posizione, è che io sono proprio così.

Questo libro entra di diritto nella lista delle cose belle e buone che non sono arrivate alla mia anima. Poteva accadere, ci sono pagine meravigliose.
Io l'ho immaginato come un libro notturno, mi è sembrato che tutte le scene più belle si svolgano nel buio della notte o di una stanza, rotto solo dalla luce di qualche lanterna e dallo sfavillio di spade e pugnali. Spade e pugnali sono presenti ovunque ed in mano a chiunque, e spesso vengono usati con disinvoltura, non solo per minacciare ma per uccidere.
Il paradosso è che le armi sono di uso talmente comune, e in generale la violenza è talmente diffusa (si dà per scontato di venire torturati, prima o poi, e nessuno trova riprovevole che i ragazzini apprendisti miniaturisti vengano picchiati selvaggiamente dai loro maestri, né che i maestri abbiano per loro attenzioni che oggi considereremmo ripugnanti), da essere praticata con una sorta di innocenza, come qualcosa che fa parte della vita. L'etica dei nostri giorni può ribellarsi quanto vuole, ma nella Istanbul del tardo sedicesimo secolo (se non ricordo male la collocazione temporale) si viveva così. E non ci si rammaricava, non si percepiva nessun vizio in questo.

C'è del fascino in un mondo così alieno dal nostro. Eppure no, per me non è scattato.
Sarebbe troppo facile dire che le pagine (non le ho contate ma credo di non andare lontana dal vero quantificandole in un paio di centinaia) dedicate alla minuziosa descrizione delle tecniche di miniatura hanno abbondantemente rotto i cabbasisi: è vero, ma il punto non è questo. Certo, non mi piace che un autore, per quanto bravissimo, premio Nobel e tutto, si senta in diritto di abusare della pazienza dei suoi lettori, ma questo implica avere definito qual è il momento in cui l'ampiezza delle descrizioni, la ripetitività dei dialoghi e lo spazio delle riflessioni diventa eccessivo (quindi abusivo), e allora non se ne esce.
E comunque, se il nucleo della narrazione è il conflitto fra l'arte figurativa come intesa in Oriente e come invece in Occidente, e la ragione per cui gli uni scelgono di rinunciare al realismo e gli altri lo perseguono (almeno all'epoca in cui è ambientato il racconto), ci può stare che si parli a lungo, molto a lungo, delle miniature, dello stile di questo e di quel miniaturista, e se uno stile esiste e se è bene averne, e così via per quelle duecento pagine malcontate di cui dicevo.

Quindi lasciamo pure in pace le descrizioni delle miniature. Ma in questo libro non ho trovato la direzione. È una storia d'amore? È la ricostruzione di un'epoca? È la contrapposizione fra la Oriente e Occidente? Fra fede in Allah e fede nel Dio cristiano? Fra antichi maestri e giovani artisti rampanti? Si dirà che è tutto questo e che proprio per questa ricchezza è un grande libro, e probabilmente è vero.
Ma non sono riuscita ad appassionarmi.

*con l'eccezione del campanile di Giotto, una delle cose più belle che siano mai state fatte da mente e mani umane]]>
3.68 1998 Il mio nome è Rosso
author: Orhan Pamuk
name: Three
average rating: 3.68
book published: 1998
rating: 3
read at: 2025/02/22
date added: 2025/02/26
shelves:
review:
Benché fra i miei molti difetti ci sia una vaga tendenza al conformismo, ci sono sporadiche situazioni in cui mi ritrovo istintivamente isolata su posizioni che non sono quelle della maggior parte degli altri. Il paradosso è che io riconosco benissimo che quelle degli altri, di posizioni, hanno una buona ragione, forse sono anche più sensate delle mie, però non ce la faccio proprio a condividerle.
Così ci sono - per capirci - luoghi meravigliosi che non mi suscitano alcuna emozione (ad esempio, Firenze*), volti splendidi in cui non trovo alcun fascino (ad esempio, quello del compianto Alain Delon - da giovane, ovviamente), cibi che praticamente chiunque adora e che io non tocco (qui faccio addirittura due esempi, la nutella e la parmigiana di melanzane). Non sono prese di posizione, è che io sono proprio così.

Questo libro entra di diritto nella lista delle cose belle e buone che non sono arrivate alla mia anima. Poteva accadere, ci sono pagine meravigliose.
Io l'ho immaginato come un libro notturno, mi è sembrato che tutte le scene più belle si svolgano nel buio della notte o di una stanza, rotto solo dalla luce di qualche lanterna e dallo sfavillio di spade e pugnali. Spade e pugnali sono presenti ovunque ed in mano a chiunque, e spesso vengono usati con disinvoltura, non solo per minacciare ma per uccidere.
Il paradosso è che le armi sono di uso talmente comune, e in generale la violenza è talmente diffusa (si dà per scontato di venire torturati, prima o poi, e nessuno trova riprovevole che i ragazzini apprendisti miniaturisti vengano picchiati selvaggiamente dai loro maestri, né che i maestri abbiano per loro attenzioni che oggi considereremmo ripugnanti), da essere praticata con una sorta di innocenza, come qualcosa che fa parte della vita. L'etica dei nostri giorni può ribellarsi quanto vuole, ma nella Istanbul del tardo sedicesimo secolo (se non ricordo male la collocazione temporale) si viveva così. E non ci si rammaricava, non si percepiva nessun vizio in questo.

C'è del fascino in un mondo così alieno dal nostro. Eppure no, per me non è scattato.
Sarebbe troppo facile dire che le pagine (non le ho contate ma credo di non andare lontana dal vero quantificandole in un paio di centinaia) dedicate alla minuziosa descrizione delle tecniche di miniatura hanno abbondantemente rotto i cabbasisi: è vero, ma il punto non è questo. Certo, non mi piace che un autore, per quanto bravissimo, premio Nobel e tutto, si senta in diritto di abusare della pazienza dei suoi lettori, ma questo implica avere definito qual è il momento in cui l'ampiezza delle descrizioni, la ripetitività dei dialoghi e lo spazio delle riflessioni diventa eccessivo (quindi abusivo), e allora non se ne esce.
E comunque, se il nucleo della narrazione è il conflitto fra l'arte figurativa come intesa in Oriente e come invece in Occidente, e la ragione per cui gli uni scelgono di rinunciare al realismo e gli altri lo perseguono (almeno all'epoca in cui è ambientato il racconto), ci può stare che si parli a lungo, molto a lungo, delle miniature, dello stile di questo e di quel miniaturista, e se uno stile esiste e se è bene averne, e così via per quelle duecento pagine malcontate di cui dicevo.

Quindi lasciamo pure in pace le descrizioni delle miniature. Ma in questo libro non ho trovato la direzione. È una storia d'amore? È la ricostruzione di un'epoca? È la contrapposizione fra la Oriente e Occidente? Fra fede in Allah e fede nel Dio cristiano? Fra antichi maestri e giovani artisti rampanti? Si dirà che è tutto questo e che proprio per questa ricchezza è un grande libro, e probabilmente è vero.
Ma non sono riuscita ad appassionarmi.

*con l'eccezione del campanile di Giotto, una delle cose più belle che siano mai state fatte da mente e mani umane
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Wellness 212548424 704 Nathan Hill 8831815172 Three 4 forse meno, nel complesso, di quanto mi sia piaciuto l'inizio (diciamo il primo terzo), ma mi è piaciuto.
la descrizione della "energia da nuova relazione", quell'immersione totale di persone giovani, sì, ma comunque adulte e razionali, nella loro nuova storia, con tutto quanto sta in una nuova storia (sesso, curiosità dell'altro, senso di onnipotenza, paura della perdita, disprezzo di tutto quello che non è la nuova storia , scoperta degli interessi comuni, immersione volontaria ed acritica negli interessi dell'altro, notti in bianco e cene all'ora di colazione: ricordiamo tutto, vero?) è talmente precisa da risultare emozionante.
poi anche questo libro, come tanti, tantissimi, è strabordante, ha troppe pagine ed abusa della pazienza del lettore, c'è la crisi della crescita - che non è, come si crede di solito, quella dei bambini che diventano adolescenti, ma quella dei giovani adulti che diventano solo adulti, i conti con le proprie origini e con il dolore di cui sono intrise, la gentrificazione dei quartieri, l'educazione dei figli, lo studio dei meccanismi dell'efficacia dei placebo, l'uso di tale studio rasentando il confine con la truffa, i gruppi di cittadini che controllano la moralità dei propri vicini (qualcosa di meno tragico, ma non tanto, e non meno ridicolo, della polizia morale iraniana), il condizionamento della rete sugli utenti, la crisi della non più nuova relazione, il denaro come ineluttabile necessità, eccetera eccetera.
Tutte cose già affrontate mille volte, ma qui affrontate molto bene. Bastava sfrondare un po' per arrivare al massimo dei voti. ]]>
4.33 2023 Wellness
author: Nathan Hill
name: Three
average rating: 4.33
book published: 2023
rating: 4
read at: 2024/12/13
date added: 2025/01/02
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review:
mi è piaciuto.
forse meno, nel complesso, di quanto mi sia piaciuto l'inizio (diciamo il primo terzo), ma mi è piaciuto.
la descrizione della "energia da nuova relazione", quell'immersione totale di persone giovani, sì, ma comunque adulte e razionali, nella loro nuova storia, con tutto quanto sta in una nuova storia (sesso, curiosità dell'altro, senso di onnipotenza, paura della perdita, disprezzo di tutto quello che non è la nuova storia , scoperta degli interessi comuni, immersione volontaria ed acritica negli interessi dell'altro, notti in bianco e cene all'ora di colazione: ricordiamo tutto, vero?) è talmente precisa da risultare emozionante.
poi anche questo libro, come tanti, tantissimi, è strabordante, ha troppe pagine ed abusa della pazienza del lettore, c'è la crisi della crescita - che non è, come si crede di solito, quella dei bambini che diventano adolescenti, ma quella dei giovani adulti che diventano solo adulti, i conti con le proprie origini e con il dolore di cui sono intrise, la gentrificazione dei quartieri, l'educazione dei figli, lo studio dei meccanismi dell'efficacia dei placebo, l'uso di tale studio rasentando il confine con la truffa, i gruppi di cittadini che controllano la moralità dei propri vicini (qualcosa di meno tragico, ma non tanto, e non meno ridicolo, della polizia morale iraniana), il condizionamento della rete sugli utenti, la crisi della non più nuova relazione, il denaro come ineluttabile necessità, eccetera eccetera.
Tutte cose già affrontate mille volte, ma qui affrontate molto bene. Bastava sfrondare un po' per arrivare al massimo dei voti.
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La parte sbagliata 210361826
È un romanzo di formazione sbagliata, un climax non tanto � non solo � di violenza, ma anche di legami che si stringono, altri che si sfilacciano, e soprattutto di costruzione di un’identità. Allo stesso tempo, è una confessione intima, sia tenera che dolorosa, dello spaesamento emotivo con cui ci si trova a fare i conti durante l’adolescenza, e un viaggio nell’attrazione che il male sa sempre esercitare.]]>
244 Davide Coppo Three 3 E poiché i rapporti con gli altri non sono facilissimi, cerca almeno di fare i primi passi in politica e comincia a frequentare gli ambienti di destra: per suggestione di alcuni filmati delle adunate fasciste mostrati alle medie (si mostra questo alle medie?), per reazione ai genitori di sinistra, per l’attrazione esercitata su di lui dal compagno (meglio sarebbe camerata, date le circostanze) Giulio, bello e con gli occhi azzurri.
Si può pensare, e credo sarebbe vicino al vero, che in circostanze specularmente diverse (genitori di destra, Giulio di sinistra), il ragazzo sarebbe potuto diventare di sinistra. C’� una quota di casualità, nella sua vicenda, che a mio parere toglie un po� di motivazione allo sdegno per un libro che pare troppo acquiescente verso il percorso di questo ragazzo, che varca a cascata i confini del fanatismo, della ribellione, della aggressività e finalmente della violenza. Certo che l’espressione “timida ricerca di senso� in quarta di copertina è infelicissima (timida in che senso? che cosa c’� di timido nello sbandierare croci celtiche? e, comunque, la ricerca di senso non è necessariamente un lavoro che si fa nell’intimo, quindi in qualche modo “timido� perché non esposto allo sguardo degli altri?), ma è vero che il ragazzo è l’incarnazione della confusione mentale, che cerca di puntellare studiando ossessivamente storie degli eroi che ha scelto - Jan Palach, Bobby Sands - e dell’avvento del fascismo (che due �, verrebbe da dire). E anche la sua identità sessuale è ancora molto imprecisata, prova qualcosa per le poche ragazze con cui si relaziona, ma la vera attrazione (inconfessata, forse nemmeno riconosciuta) la prova per i ragazzi, dei quali - dal compagno delle medie al professore del liceo - nota sempre la bellezza, il colore degli occhi, la muscolatura.
E così, da un volantinaggio ad un corteo, da uno slogan idiota (ma Europa-Nazione-Rivoluzione che cosa vorrebbe dire?) ad una controoccupazione e ad una manifestazione non autorizzata (non solo dalla questura, neanche dal partito), si arriva al finale in cui la violenza esplode, pur senza provocare, ma per puro caso, la tragedia.

Il senso di questa storia è, per quanto mi riguarda, chiedersi se sarebbe stato possibile impedire la progressione del fanatismo e della violenza. Forse no, perché la crisi di identità degli adolescenti è un passaggio necessario e, se si incanala in una direzione sbagliata, fermarla è un problema. Poi, Ettore ha sempre cercato di uscire dalla sua solitudine, e, una volta che si è convinto di avere trovato nei camerati degli amici, indicargli che così non è, o che comunque sono amici che è meglio perdere, sarebbe impossibile.
Però i genitori non ne escono benissimo: va bene che sarebbe stata un’impresa difficile, ma loro nemmeno ci provano, non tentano neppure di indirizzare il figlio verso altri ambienti, non lo incoraggiano a continuare a giocare a pallacanestro, niente. Il padre mi pare un buco nero, è presente fisicamente ma non esprime alcuna personalità. La madre, una volta scoperto l’orientamento politico del figlio all’epoca quindicenne (o giù di lì), non trova di meglio che dirgli, schifata, fascista di merda, che può essere un concetto condivisibile ma non mi pare il modo migliore con cui una madre può rapportarsi ad un figlio adolescente che si sta perdendo. Quando tenterà un altro approccio, facendo arrivare al ragazzo una scatola di vecchie foto nelle quali appare un giovane zio, morto dopo una lunga prigionia in un campo di concentramento tedesco, ed il figlio - sono le pagine migliori del libro - riuscirà a cogliere il messaggio nell’evidenza del male fatto dall’ideologia e dalla guerra che ne è derivata, e percepirà, commuovendosi fino alle lacrime, lo spreco di vite (quella dello zio e quelle dei commilitoni ritratti con lui) e di futuro che era stato perpetrato, sarà troppo tardi. O meglio, lui riterrà che sia troppo tardi (“Pensavo a tutto il mondo di scoperte, conquiste e invenzioni che mi ero lasciato indietro per seguire un percorso di sofferenza e di solitudine, e che era perduto per sempre. Il sesso, le sofferenze d’amore che avevo immaginato nelle canzoni, ma anche tutta una felicità e spensieratezza sempre sognata e mai vissuta davvero di vacanze selvagge, albe attese soprattutto fiducia e amore nei confronti del mondo e del futuro: niente di tutto questo sarebbe tornato�). Cosa inspiegabile, data la sua età, che mi ha spinta ad annotare, ma perché? Hai diciotto anni, puoi ancora fermarti.

Ultime considerazioni: il libro non è scritto male, ma ci sono parecchie frasi che non si reggono, probabilmente (o almeno così spero, se no occorrerebbe un bel ripasso dell’analisi del periodo) per effetto di qualche modifica alla stesura originaria, non seguita da una rilettura. Può capitare e lo capisco benissimo: non capisco, invece, che cosa abbiano letto i numerosi amici e parenti ringraziati a fine libro. Erano lì per quello!
Inoltre, in almeno un paio di pagine ho trovato aggettivi - contrita, a pag. 20, e rabberciato a pag. 97 - che secondo me non sono usati a proposito, nel senso il loro significato non mi pare corrisponda a quello che l’autore voleva dire. O magari Coppo ha voluto usarli in modo immaginifico, chi lo sa.]]>
3.55 La parte sbagliata
author: Davide Coppo
name: Three
average rating: 3.55
book published:
rating: 3
read at: 2024/11/04
date added: 2024/11/14
shelves:
review:
Ettore (nome orrendo, mi scuso con chi si chiamasse così o così avesse chiamato suo figlio) finisce le medie e comincia il liceo che è ancora un bambino, ma si rende conto che la persona che era a tredici anni deve evolvere in qualche modo, nei rapporti con gli altri ed anche politicamente.
E poiché i rapporti con gli altri non sono facilissimi, cerca almeno di fare i primi passi in politica e comincia a frequentare gli ambienti di destra: per suggestione di alcuni filmati delle adunate fasciste mostrati alle medie (si mostra questo alle medie?), per reazione ai genitori di sinistra, per l’attrazione esercitata su di lui dal compagno (meglio sarebbe camerata, date le circostanze) Giulio, bello e con gli occhi azzurri.
Si può pensare, e credo sarebbe vicino al vero, che in circostanze specularmente diverse (genitori di destra, Giulio di sinistra), il ragazzo sarebbe potuto diventare di sinistra. C’� una quota di casualità, nella sua vicenda, che a mio parere toglie un po� di motivazione allo sdegno per un libro che pare troppo acquiescente verso il percorso di questo ragazzo, che varca a cascata i confini del fanatismo, della ribellione, della aggressività e finalmente della violenza. Certo che l’espressione “timida ricerca di senso� in quarta di copertina è infelicissima (timida in che senso? che cosa c’� di timido nello sbandierare croci celtiche? e, comunque, la ricerca di senso non è necessariamente un lavoro che si fa nell’intimo, quindi in qualche modo “timido� perché non esposto allo sguardo degli altri?), ma è vero che il ragazzo è l’incarnazione della confusione mentale, che cerca di puntellare studiando ossessivamente storie degli eroi che ha scelto - Jan Palach, Bobby Sands - e dell’avvento del fascismo (che due �, verrebbe da dire). E anche la sua identità sessuale è ancora molto imprecisata, prova qualcosa per le poche ragazze con cui si relaziona, ma la vera attrazione (inconfessata, forse nemmeno riconosciuta) la prova per i ragazzi, dei quali - dal compagno delle medie al professore del liceo - nota sempre la bellezza, il colore degli occhi, la muscolatura.
E così, da un volantinaggio ad un corteo, da uno slogan idiota (ma Europa-Nazione-Rivoluzione che cosa vorrebbe dire?) ad una controoccupazione e ad una manifestazione non autorizzata (non solo dalla questura, neanche dal partito), si arriva al finale in cui la violenza esplode, pur senza provocare, ma per puro caso, la tragedia.

Il senso di questa storia è, per quanto mi riguarda, chiedersi se sarebbe stato possibile impedire la progressione del fanatismo e della violenza. Forse no, perché la crisi di identità degli adolescenti è un passaggio necessario e, se si incanala in una direzione sbagliata, fermarla è un problema. Poi, Ettore ha sempre cercato di uscire dalla sua solitudine, e, una volta che si è convinto di avere trovato nei camerati degli amici, indicargli che così non è, o che comunque sono amici che è meglio perdere, sarebbe impossibile.
Però i genitori non ne escono benissimo: va bene che sarebbe stata un’impresa difficile, ma loro nemmeno ci provano, non tentano neppure di indirizzare il figlio verso altri ambienti, non lo incoraggiano a continuare a giocare a pallacanestro, niente. Il padre mi pare un buco nero, è presente fisicamente ma non esprime alcuna personalità. La madre, una volta scoperto l’orientamento politico del figlio all’epoca quindicenne (o giù di lì), non trova di meglio che dirgli, schifata, fascista di merda, che può essere un concetto condivisibile ma non mi pare il modo migliore con cui una madre può rapportarsi ad un figlio adolescente che si sta perdendo. Quando tenterà un altro approccio, facendo arrivare al ragazzo una scatola di vecchie foto nelle quali appare un giovane zio, morto dopo una lunga prigionia in un campo di concentramento tedesco, ed il figlio - sono le pagine migliori del libro - riuscirà a cogliere il messaggio nell’evidenza del male fatto dall’ideologia e dalla guerra che ne è derivata, e percepirà, commuovendosi fino alle lacrime, lo spreco di vite (quella dello zio e quelle dei commilitoni ritratti con lui) e di futuro che era stato perpetrato, sarà troppo tardi. O meglio, lui riterrà che sia troppo tardi (“Pensavo a tutto il mondo di scoperte, conquiste e invenzioni che mi ero lasciato indietro per seguire un percorso di sofferenza e di solitudine, e che era perduto per sempre. Il sesso, le sofferenze d’amore che avevo immaginato nelle canzoni, ma anche tutta una felicità e spensieratezza sempre sognata e mai vissuta davvero di vacanze selvagge, albe attese soprattutto fiducia e amore nei confronti del mondo e del futuro: niente di tutto questo sarebbe tornato�). Cosa inspiegabile, data la sua età, che mi ha spinta ad annotare, ma perché? Hai diciotto anni, puoi ancora fermarti.

Ultime considerazioni: il libro non è scritto male, ma ci sono parecchie frasi che non si reggono, probabilmente (o almeno così spero, se no occorrerebbe un bel ripasso dell’analisi del periodo) per effetto di qualche modifica alla stesura originaria, non seguita da una rilettura. Può capitare e lo capisco benissimo: non capisco, invece, che cosa abbiano letto i numerosi amici e parenti ringraziati a fine libro. Erano lì per quello!
Inoltre, in almeno un paio di pagine ho trovato aggettivi - contrita, a pag. 20, e rabberciato a pag. 97 - che secondo me non sono usati a proposito, nel senso il loro significato non mi pare corrisponda a quello che l’autore voleva dire. O magari Coppo ha voluto usarli in modo immaginifico, chi lo sa.
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felice anno vecchio 36064271
A partir do acidente, Marcelo vê sua vida mudar radicalmente. Seus dias no hospital, as visitas que recebeu, as histórias que viveu são relatadas sob uma nova perspectiva: a de um jovem que sempre fez tudo o que podia e queria, e que, agora, sentado em uma cadeira de rodas, vê-se impotente diante dos acontecimentos, dependendo da ajuda de amigos e familiares para reaprender a viver.]]>
0 Marcelo Rubens Paiva 8807013622 Three 3 che tristezza.. 2.50 1982 felice anno vecchio
author: Marcelo Rubens Paiva
name: Three
average rating: 2.50
book published: 1982
rating: 3
read at: 1983/01/01
date added: 2024/11/12
shelves:
review:
che tristezza..
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T 211638740 148 Chetna Maroo 8845987302 Three 4 3.12 2023 T
author: Chetna Maroo
name: Three
average rating: 3.12
book published: 2023
rating: 4
read at: 2024/10/25
date added: 2024/10/26
shelves:
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Un dettaglio minore 57694441 144 Adania Shibli 8834606167 Three 2 In entrambi viene raccontata la sopraffazione in una forma quasi silenziosa, fatta - nel 1949 - di potere che non ha bisogno di spiegarsi, si manifesta e schiaccia quello che si trova davanti; e - ai nostri giorni - di limiti, regole, divieti che certe persone devono rispettare (altre ovviamente no, li hanno imposti loro), e che aggiungono peso ad una qualità di vita già scempiata dalla scarsità di acqua, dai mercati chiusi, dai prezzi alle stelle. Tutto, ovviamente, prima della guerra in corso, che credo abbia moltiplicato di n volte le difficoltà preesistenti.

Il punto è che queste due storie (la prima mi ha ricordato Tempo di uccidere, se Flaiano non si rivolta nella tomba sentendosi accostare ad un libro scritto molto malino) si trovano casualmente nello stesso libro, senza una ragione minimamente valida, e sono raccontate in modo talmente piatto, soprattutto la seconda, che non riescono a suscitare né interesse né empatia.

mi dispiace, soprattutto in questo momento, che la narrazione della difficile coesistenza di due popoli nella stessa zona sia compiuta in maniera così poco azzeccata. Per me è un'occasione persa.]]>
3.79 2017 Un dettaglio minore
author: Adania Shibli
name: Three
average rating: 3.79
book published: 2017
rating: 2
read at: 2024/10/08
date added: 2024/10/09
shelves:
review:
due racconti ambientati in Palestina, il primo nel 1949 ed il secondo ai giorni nostri.
In entrambi viene raccontata la sopraffazione in una forma quasi silenziosa, fatta - nel 1949 - di potere che non ha bisogno di spiegarsi, si manifesta e schiaccia quello che si trova davanti; e - ai nostri giorni - di limiti, regole, divieti che certe persone devono rispettare (altre ovviamente no, li hanno imposti loro), e che aggiungono peso ad una qualità di vita già scempiata dalla scarsità di acqua, dai mercati chiusi, dai prezzi alle stelle. Tutto, ovviamente, prima della guerra in corso, che credo abbia moltiplicato di n volte le difficoltà preesistenti.

Il punto è che queste due storie (la prima mi ha ricordato Tempo di uccidere, se Flaiano non si rivolta nella tomba sentendosi accostare ad un libro scritto molto malino) si trovano casualmente nello stesso libro, senza una ragione minimamente valida, e sono raccontate in modo talmente piatto, soprattutto la seconda, che non riescono a suscitare né interesse né empatia.

mi dispiace, soprattutto in questo momento, che la narrazione della difficile coesistenza di due popoli nella stessa zona sia compiuta in maniera così poco azzeccata. Per me è un'occasione persa.
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Sabato 23990479 304 Ian McEwan 8858400844 Three 5 Ancora una volta il londinese maledetto mi ha ammaliata. Il suo chirurgo, in qualche modo parente del giudice della Ballata di Adam Henry, è un molto intellettuale personaggio della Londra borghese superbenestante, meno simpatico e più complesso della giudice, più - troppo - sicuro di sè: lo seguiamo per un lunghissimo sabato nel quale fa e subisce di tutto, sullo sfondo di una grande manifestazione contro l'attacco all'Iraq, alla quale non partecipa ma di cui segue l'andamento attraverso la televisione, per poi discuterne quasi violentemente con la figlia la sera a casa (attribuisco ad una licenza letteraria il fatto che il protagonista riesca a concentrare in una sola giornata una serie di attività così spossanti dal punto di vista fisico, emotivo ed intellettuale, che di giornate ne avrebbe richieste almeno tre, per giunta spostandosi, in una giornata caotica, da un quartiere all'altro di una città già di per sè caotica ed enorme, ed arrivando all'impresa - siamo nel campo del paranormale - di cucinare una zuppa di pesce nel tempo di un telegiornale).
Eppure, in questa lunghissima giornata piena di fatti, sono i pensieri - i ricordi, le speranze, la passione per il proprio lavoro, le convinzioni - a riempire il libro e la mente del protagonista. E quella del lettore, naturalmente, che segue Henry con passione benchè non sia un mostro di simpatia, e non faccia niente (o, eventualmente, lo faccia molto male) perchè il lettore lo senta amico.
La quantità delle frasi che ho evidenziate (grazie, e-books!) è tale che ne esce una sorta di spremuta del ricchissimo contenuto del libro; ho amato particolarmente la visita alla madre malata di demenza senile, con il conflitto irrisolvibile fra il peso di fare visita ad una persona che non si rende conto di chi le si siede di fronte, e l'odio verso se stesso che verrebbe al protagonista dall'essersi sottratto; e poi la consapevolezza di essere (l'uomo ha poco meno di cinquant'anni) "abbastanza giovane per desiderare l'imprevedibile ed abbastanza vecchio da sapere che le occasioni si vanno assottigliando"; il lucido cinismo che gli permette di osservare come la problematicità della vita moderna venga dall'allargarsi dei confini della compassione, da un senso di fratellanza non più esteso solo a popoli lontani, ma anche a volpi, topi di laboratorio, addirittura aragoste, quando invece "la chiave del successo e del predomino dell'uomo è nell'essere selettivi nella misericordia".
Alla fine del libro, anche senza avere provato particolare empatia con Henry Perowne, si resta soli, e con una grande voglia di andare a fare quattro passi nella piazza sotto casa sua, in fondo a Charlotte Street.
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3.43 2005 Sabato
author: Ian McEwan
name: Three
average rating: 3.43
book published: 2005
rating: 5
read at: 2016/03/27
date added: 2024/09/28
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maledetto McEwan.....
Ancora una volta il londinese maledetto mi ha ammaliata. Il suo chirurgo, in qualche modo parente del giudice della Ballata di Adam Henry, è un molto intellettuale personaggio della Londra borghese superbenestante, meno simpatico e più complesso della giudice, più - troppo - sicuro di sè: lo seguiamo per un lunghissimo sabato nel quale fa e subisce di tutto, sullo sfondo di una grande manifestazione contro l'attacco all'Iraq, alla quale non partecipa ma di cui segue l'andamento attraverso la televisione, per poi discuterne quasi violentemente con la figlia la sera a casa (attribuisco ad una licenza letteraria il fatto che il protagonista riesca a concentrare in una sola giornata una serie di attività così spossanti dal punto di vista fisico, emotivo ed intellettuale, che di giornate ne avrebbe richieste almeno tre, per giunta spostandosi, in una giornata caotica, da un quartiere all'altro di una città già di per sè caotica ed enorme, ed arrivando all'impresa - siamo nel campo del paranormale - di cucinare una zuppa di pesce nel tempo di un telegiornale).
Eppure, in questa lunghissima giornata piena di fatti, sono i pensieri - i ricordi, le speranze, la passione per il proprio lavoro, le convinzioni - a riempire il libro e la mente del protagonista. E quella del lettore, naturalmente, che segue Henry con passione benchè non sia un mostro di simpatia, e non faccia niente (o, eventualmente, lo faccia molto male) perchè il lettore lo senta amico.
La quantità delle frasi che ho evidenziate (grazie, e-books!) è tale che ne esce una sorta di spremuta del ricchissimo contenuto del libro; ho amato particolarmente la visita alla madre malata di demenza senile, con il conflitto irrisolvibile fra il peso di fare visita ad una persona che non si rende conto di chi le si siede di fronte, e l'odio verso se stesso che verrebbe al protagonista dall'essersi sottratto; e poi la consapevolezza di essere (l'uomo ha poco meno di cinquant'anni) "abbastanza giovane per desiderare l'imprevedibile ed abbastanza vecchio da sapere che le occasioni si vanno assottigliando"; il lucido cinismo che gli permette di osservare come la problematicità della vita moderna venga dall'allargarsi dei confini della compassione, da un senso di fratellanza non più esteso solo a popoli lontani, ma anche a volpi, topi di laboratorio, addirittura aragoste, quando invece "la chiave del successo e del predomino dell'uomo è nell'essere selettivi nella misericordia".
Alla fine del libro, anche senza avere provato particolare empatia con Henry Perowne, si resta soli, e con una grande voglia di andare a fare quattro passi nella piazza sotto casa sua, in fondo a Charlotte Street.

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L'Avversario 18129199 «Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell’uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un’autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un’esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi».]]> 169 Emmanuel Carrère 8845973549 Three 3 Ma il suo lavoro, che mi pare di capire sia stato fonte di vera e propria sofferenza per l'autore, non riesce a rompere il muro che si pone fra noi e loro, e così, alla fine, non si può dire di avere capito che cosa ha fatto di un uomo tutto sommato normale, e non particolarmente svantaggiato dalla vita (ha avuto genitori che non lo capivano, ma esiste qualcuno che sia arrivato all'età adulta senza essere stato a lungo convinto di non essere capito dalla propria famiglia?), la persona che ha ammazzato premeditatamente madre, padre, moglie e due figli bambini (ha anche cercato di ammazzare l'amante, ma in qualche modo lei si è salvata).
Probabilmente, è solo che una cosa del genere non può essere capita.
Eppure il libro ha ugualmente un grande merito, che è quello di spogliare il suo protagonista da quell'aura di torbido fascino che anche un criminale, proprio perché tale, può esercitare.
Se il criminale è una persona che ragiona, e ragionando concepisce odio, rancore, voglia di vendetta e tutto quanto può nascere dal lasciare libero sfogo ai propri peggiori istinti, Romand non è un criminale. Quello che esce da questo libro è un uomo che, prima di essere cattivo, infido e amorale, è profondamente idiota. Nessuno, che non sia un idiota, può trascorrere quindici o vent'anni della propria vita bighellonando ogni giorno in un'area di servizio o in un altro posto ugualmente squallido. Per non parlare del penoso finale con la deriva pseudoreligiosa e le richieste di perdono a tutti coloro che ha accoppato.
(E, purtroppo, va detto che anche chi gli è stato vicino non ha dato prova di intelligenza, accettando supinamente ogni sua corbelleria. Una moglie che in vent'anni non ha mai avuto occasione di telefonargli in ufficio; una serie di parenti che gli affidano ogni loro avere, e non chiedono mai, per anni, un documento che dica come stanno andando gli investimenti, sono persone che evidentemente per tutto quel tempo non hanno mai guardato in faccia la realtà).]]>
4.06 2000 L'Avversario
author: Emmanuel Carrère
name: Three
average rating: 4.06
book published: 2000
rating: 3
read at: 2014/03/21
date added: 2024/09/28
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Ciò che agisce nella mente di una persona che fa qualcosa di eccezionale (nel senso più strettamente etimologico della parola, quindi non necessariamente in un'accezione positiva) suscita la necessità di capire, da parte negli altri, quelli che non escono dalle righe. Per questo, non mi stupisce che Carrére (bravissimo scrittore, fra l'altro) abbia cercato un contatto con l'assassino. Lo ha fatto per la stessa ragione per cui io ho acquistato il suo libro.
Ma il suo lavoro, che mi pare di capire sia stato fonte di vera e propria sofferenza per l'autore, non riesce a rompere il muro che si pone fra noi e loro, e così, alla fine, non si può dire di avere capito che cosa ha fatto di un uomo tutto sommato normale, e non particolarmente svantaggiato dalla vita (ha avuto genitori che non lo capivano, ma esiste qualcuno che sia arrivato all'età adulta senza essere stato a lungo convinto di non essere capito dalla propria famiglia?), la persona che ha ammazzato premeditatamente madre, padre, moglie e due figli bambini (ha anche cercato di ammazzare l'amante, ma in qualche modo lei si è salvata).
Probabilmente, è solo che una cosa del genere non può essere capita.
Eppure il libro ha ugualmente un grande merito, che è quello di spogliare il suo protagonista da quell'aura di torbido fascino che anche un criminale, proprio perché tale, può esercitare.
Se il criminale è una persona che ragiona, e ragionando concepisce odio, rancore, voglia di vendetta e tutto quanto può nascere dal lasciare libero sfogo ai propri peggiori istinti, Romand non è un criminale. Quello che esce da questo libro è un uomo che, prima di essere cattivo, infido e amorale, è profondamente idiota. Nessuno, che non sia un idiota, può trascorrere quindici o vent'anni della propria vita bighellonando ogni giorno in un'area di servizio o in un altro posto ugualmente squallido. Per non parlare del penoso finale con la deriva pseudoreligiosa e le richieste di perdono a tutti coloro che ha accoppato.
(E, purtroppo, va detto che anche chi gli è stato vicino non ha dato prova di intelligenza, accettando supinamente ogni sua corbelleria. Una moglie che in vent'anni non ha mai avuto occasione di telefonargli in ufficio; una serie di parenti che gli affidano ogni loro avere, e non chiedono mai, per anni, un documento che dica come stanno andando gli investimenti, sono persone che evidentemente per tutto quel tempo non hanno mai guardato in faccia la realtà).
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Il giardino dei Finzi-Contini 18945497 Il giardino dei Finzi-Contini, un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, fondendole in un meccanismo letterario perfetto e struggente. Un narratore senza nome ci guida tra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl... Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.]]> 223 Giorgio Bassani 8858810597 Three 3 E così la memoria, dopo avere ritrovato un aperitivo che non avevo mai bevuto prima, mi induce a rileggere, dopo una cinquantina di anni (qualcosa di meno, forse) il libro che più di tutti vive di memoria, che avevo amato alla follia alla prima lettura.
L’ho amato un po� meno questa volta, i personaggi mi sono sembrati spesso vacui - tennis, notti in bianco, una spruzzata di passione politica, una marca di scarpe o di cravatte - e Micol, in particolare, molto smorfiosa. Ma ho capito che il punto è proprio questo, quelli che sono finiti nei forni, a vent’anni o a sessanta e più, non erano persone carine, non erano necessariamente simpatiche, perché erano semplicemente persone.
Avevano limiti, debolezze, illusioni, si preoccupavano delle buche nel vecchio campo da tennis mentre venivano progressivamente espulsi dalle scuole e dai posti di lavoro, confinati in luoghi di vacanza a loro riservati. Pensavano che adattarsi sarebbe stato sufficiente a superare la bufera (non è una critica: sono sicurissima che, nella stesse circostanze, anch’io mi sarei adattata).
La ex smorfiosa Micol sembra avere raggiunto un minimo di consapevolezza di quanto sta per accadere, quando rifiuta fermamente l’amore del narratore, ma questo non le impedisce di rimanere lì, ad aspettare che tutto succeda.
I personaggi vivono su due piani, da un lato preoccupati dalle leggi razziali e da quello che possono prefigurare, e dall’altro incapaci di credere che la situazione possa diventare realmente pericolosa. In fondo il presidente del club di tennis li ha cacciati, sì, ma a malincuore. Ed è così, accettando piccoli peggioramenti progressivi della vita quotidiana, che si arriva alla catastrofe, di cui il libro, elegantemente, non parla, limitandosi a farne un tristissimo ma sobrio resoconto a posteriori.]]>
3.88 1962 Il giardino dei Finzi-Contini
author: Giorgio Bassani
name: Three
average rating: 3.88
book published: 1962
rating: 3
read at: 2022/06/09
date added: 2024/09/28
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un’amica che compie gli anni a metà maggio ci invita a cena e quando arriviamo ci annuncia di averci preparato, come aperitivo, lo skiwasser. E mi viene in mente che io lo skiwasser lo conosco, e che quello che sto bevendo è freddo, quindi in realtà è l’himbeerwasser, la sua versione “eretica� o “apocrifa� o come la definisce Micol.
E così la memoria, dopo avere ritrovato un aperitivo che non avevo mai bevuto prima, mi induce a rileggere, dopo una cinquantina di anni (qualcosa di meno, forse) il libro che più di tutti vive di memoria, che avevo amato alla follia alla prima lettura.
L’ho amato un po� meno questa volta, i personaggi mi sono sembrati spesso vacui - tennis, notti in bianco, una spruzzata di passione politica, una marca di scarpe o di cravatte - e Micol, in particolare, molto smorfiosa. Ma ho capito che il punto è proprio questo, quelli che sono finiti nei forni, a vent’anni o a sessanta e più, non erano persone carine, non erano necessariamente simpatiche, perché erano semplicemente persone.
Avevano limiti, debolezze, illusioni, si preoccupavano delle buche nel vecchio campo da tennis mentre venivano progressivamente espulsi dalle scuole e dai posti di lavoro, confinati in luoghi di vacanza a loro riservati. Pensavano che adattarsi sarebbe stato sufficiente a superare la bufera (non è una critica: sono sicurissima che, nella stesse circostanze, anch’io mi sarei adattata).
La ex smorfiosa Micol sembra avere raggiunto un minimo di consapevolezza di quanto sta per accadere, quando rifiuta fermamente l’amore del narratore, ma questo non le impedisce di rimanere lì, ad aspettare che tutto succeda.
I personaggi vivono su due piani, da un lato preoccupati dalle leggi razziali e da quello che possono prefigurare, e dall’altro incapaci di credere che la situazione possa diventare realmente pericolosa. In fondo il presidente del club di tennis li ha cacciati, sì, ma a malincuore. Ed è così, accettando piccoli peggioramenti progressivi della vita quotidiana, che si arriva alla catastrofe, di cui il libro, elegantemente, non parla, limitandosi a farne un tristissimo ma sobrio resoconto a posteriori.
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Tokyo Express 38588796 Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni � un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti �, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.]]> 175 SeichŠMatsumoto 8845979849 Three 3 Quando ci racconta che l’investigatore percorre tre volte la distanza fra due punti, mettendoci una volta cinque minuti, una volta sei ed una volta sette, e conclude che quella distanza può essere coperta in un periodo che va da cinque a sette minuti; quando dedica pagine intere a spiegare che, nella trafficatissima stazione di Tokyo, da un certo binario se ne può vedere un altro solo ad una certa ora, perchè non c’� nessun altro treno sul binario intermedio ; quando riepiloga - anche con degli schemini scritti! - le certezze raggiunte (le vittime sono state trovate un certo giorno, quindi, visto che fra Tokyo e il luogo del ritrovamento ci sono due giorni di viaggio, bisogna sapere dove si trovava il sospettato nei due giorni precedenti l’omicidio), l’impressione è che , o l’autore è un bambino di dodici anni, o ci sta prendendo in giro.
Poi il finale trova un colpo d’ala, alcune certezze vengono ribaltate, alcuni personaggi escono dall’ombra, e il libro lascia un ricordo migliore di quello che poteva uscire dalle prime noiosissime pagine. ]]>
3.59 1958 Tokyo Express
author: SeichÅ Matsumoto
name: Three
average rating: 3.59
book published: 1958
rating: 3
read at: 2019/11/10
date added: 2024/09/28
shelves:
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Ci sono momenti in cui viene da chiedersi se l’autore c’� o ci fa.
Quando ci racconta che l’investigatore percorre tre volte la distanza fra due punti, mettendoci una volta cinque minuti, una volta sei ed una volta sette, e conclude che quella distanza può essere coperta in un periodo che va da cinque a sette minuti; quando dedica pagine intere a spiegare che, nella trafficatissima stazione di Tokyo, da un certo binario se ne può vedere un altro solo ad una certa ora, perchè non c’� nessun altro treno sul binario intermedio ; quando riepiloga - anche con degli schemini scritti! - le certezze raggiunte (le vittime sono state trovate un certo giorno, quindi, visto che fra Tokyo e il luogo del ritrovamento ci sono due giorni di viaggio, bisogna sapere dove si trovava il sospettato nei due giorni precedenti l’omicidio), l’impressione è che , o l’autore è un bambino di dodici anni, o ci sta prendendo in giro.
Poi il finale trova un colpo d’ala, alcune certezze vengono ribaltate, alcuni personaggi escono dall’ombra, e il libro lascia un ricordo migliore di quello che poteva uscire dalle prime noiosissime pagine.
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<![CDATA[Il richiamo del cuculo (Cormoran Strike #1)]]> 18760244 ASIN B00F5XZ2VY spostato all' edizione più recente

Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all’ufficio di Cormoran Strike.
Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l’ha schiacciata…]]>
560 Robert Galbraith Three 4
...stiamo parlando di letteratura di evasione, solo di letteratura di evasione.
Ma, nel suo genere, è di gran classe]]>
3.85 2013 Il richiamo del cuculo (Cormoran Strike #1)
author: Robert Galbraith
name: Three
average rating: 3.85
book published: 2013
rating: 4
read at: 2015/08/14
date added: 2024/09/28
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intendiamoci...

...stiamo parlando di letteratura di evasione, solo di letteratura di evasione.
Ma, nel suo genere, è di gran classe
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<![CDATA[Un cuore nero inchiostro (Cormoran Strike, #6)]]> 62800788 1184 Robert Galbraith 8831016318 Three 3 affascinante Londra vista dagli insider, come sempre
troppo lungo, come sempre

qui Robert / J.K. ha veramente esagerato, abusando non poco della nostra pazienza. Va bene girarci intorno, va bene depistare i lettori, ma qui ci sono a dir poco trecento pagine di troppo (trecento pagine sono più o meno due libri di Simenon e uno e mezzo di McEwan). Non sarebbe neanche un peccato mortale, ma trovo assurdo lo squilibrio fra tre quarti (o più) di libro senza sviluppi, e l'ultima parte in cui troviamo affastellate mille spiegazioni, con mille possibili colpevoli e altri mille che non sono colpevoli ma qualcuno li ritiene tali sbagliando, e cliffhangers alla fine dei capitoli (come se qualcuno, arrivato a quel punto, potesse anche solo pensare di interrompere la lettura).
In complesso rimane una lettura divertente, ma poteva esserlo di più.]]>
4.03 2022 Un cuore nero inchiostro (Cormoran Strike, #6)
author: Robert Galbraith
name: Three
average rating: 4.03
book published: 2022
rating: 3
read at: 2023/01/12
date added: 2024/09/27
shelves:
review:
simpatici i protagonisti, come sempre
affascinante Londra vista dagli insider, come sempre
troppo lungo, come sempre

qui Robert / J.K. ha veramente esagerato, abusando non poco della nostra pazienza. Va bene girarci intorno, va bene depistare i lettori, ma qui ci sono a dir poco trecento pagine di troppo (trecento pagine sono più o meno due libri di Simenon e uno e mezzo di McEwan). Non sarebbe neanche un peccato mortale, ma trovo assurdo lo squilibrio fra tre quarti (o più) di libro senza sviluppi, e l'ultima parte in cui troviamo affastellate mille spiegazioni, con mille possibili colpevoli e altri mille che non sono colpevoli ma qualcuno li ritiene tali sbagliando, e cliffhangers alla fine dei capitoli (come se qualcuno, arrivato a quel punto, potesse anche solo pensare di interrompere la lettura).
In complesso rimane una lettura divertente, ma poteva esserlo di più.
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La famiglia Karnowski 18951271 498 Israel J. Singer Three 3
la metterei così: non è un cattivo libro, ma rispetto ai Buddenbrook ed agli Uzeda i Karnowsky giocano in un altro campionato. Io sono certamente poco attendibile, perché nei confronti di quelle famiglie là, e dei due tizi che ne hanno scritto le gesta, ho una venerazione totale, però credo che sia difficile negare che i tre Karnowsky di cui seguiamo le peripezie dalla Polonia a Berlino e da Berlino a New York sono figurine spesso poco convincenti. Menzione d'onore, in questo senso, per il nipotino Jegor, di cui si può capire la crisi di identità dovuta all'essere mezzo ariano e mezzo ebreo; così come si può capire la fascinazione esercitata, su di lui adolescente, dalla sua metà ariana, tanto "vincente" e scintillante, quanto quella ebraica è oscura e ripiegata su se stessa; ma non si potrà mai capire la totale e perenne disponibilità a farsi umiliare, sottomettere e turlupinare da chiunque incontri, senza imparare niente nemmeno dalle più dolorose esperienze personali.
In questo lunghissimo libro ci sono parecchie pagine noiose, una valanga di stereotipi (dopo la suffragetta che rinuncia alla vita privata per la passione politica, non ci vengono risparmiati nemmeno gli americani iperenergici e ridanciani), un finale dietro cui occhieggia minaccioso il mulino bianco, e un certo numero di osservazioni geniali, buttate qua e là con noncuranza. E' folgorante, ad esempio. leggere che "i dirigenti [del partito socialista] sono assorbiti dalle loro occupazioni, non sono a contatto con i proletari e sono sicuri di sé. Lei invece nelle città di provincia entra nelle case degli operai. Mangia alla loro tavola, parla con le mogli, vede la povertà, la miseria e soprattutto l'apatia. Spesso mette in guardia i suoi compagni di partito contro il pericolo imminente". Oppure che "durante il grande trambusto, mentre la città ribolle di comizi, fiaccole canti e proclami, anche lei aveva seguito la corrente e dato il suo voto agli uomini nuovi che promettevano la felicità, la vittoria e un avvenire radioso. Nonostante l'aiuto che il genero le prodigava, non poteva dimenticare la perdita delle sue case, il figlio perennemente senza lavoro, i terribili anni del dopoguerra. Gli uomini nuovi promettevano che tutto sarebbe tornato come prima, e anche meglio." C'è qualcosa che suona familiare ?]]>
4.19 1943 La famiglia Karnowski
author: Israel J. Singer
name: Three
average rating: 4.19
book published: 1943
rating: 3
read at: 2014/12/14
date added: 2024/09/27
shelves:
review:
una dignitosa serie B

la metterei così: non è un cattivo libro, ma rispetto ai Buddenbrook ed agli Uzeda i Karnowsky giocano in un altro campionato. Io sono certamente poco attendibile, perché nei confronti di quelle famiglie là, e dei due tizi che ne hanno scritto le gesta, ho una venerazione totale, però credo che sia difficile negare che i tre Karnowsky di cui seguiamo le peripezie dalla Polonia a Berlino e da Berlino a New York sono figurine spesso poco convincenti. Menzione d'onore, in questo senso, per il nipotino Jegor, di cui si può capire la crisi di identità dovuta all'essere mezzo ariano e mezzo ebreo; così come si può capire la fascinazione esercitata, su di lui adolescente, dalla sua metà ariana, tanto "vincente" e scintillante, quanto quella ebraica è oscura e ripiegata su se stessa; ma non si potrà mai capire la totale e perenne disponibilità a farsi umiliare, sottomettere e turlupinare da chiunque incontri, senza imparare niente nemmeno dalle più dolorose esperienze personali.
In questo lunghissimo libro ci sono parecchie pagine noiose, una valanga di stereotipi (dopo la suffragetta che rinuncia alla vita privata per la passione politica, non ci vengono risparmiati nemmeno gli americani iperenergici e ridanciani), un finale dietro cui occhieggia minaccioso il mulino bianco, e un certo numero di osservazioni geniali, buttate qua e là con noncuranza. E' folgorante, ad esempio. leggere che "i dirigenti [del partito socialista] sono assorbiti dalle loro occupazioni, non sono a contatto con i proletari e sono sicuri di sé. Lei invece nelle città di provincia entra nelle case degli operai. Mangia alla loro tavola, parla con le mogli, vede la povertà, la miseria e soprattutto l'apatia. Spesso mette in guardia i suoi compagni di partito contro il pericolo imminente". Oppure che "durante il grande trambusto, mentre la città ribolle di comizi, fiaccole canti e proclami, anche lei aveva seguito la corrente e dato il suo voto agli uomini nuovi che promettevano la felicità, la vittoria e un avvenire radioso. Nonostante l'aiuto che il genero le prodigava, non poteva dimenticare la perdita delle sue case, il figlio perennemente senza lavoro, i terribili anni del dopoguerra. Gli uomini nuovi promettevano che tutto sarebbe tornato come prima, e anche meglio." C'è qualcosa che suona familiare ?
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Maigret e il ministro 24195987 177 Georges Simenon 8845971619 Three 4 I gialli di Maigret, in genere, danno un'immagine ottimistica del mondo, perché - per quante brutture si vedano nel corso delle indagini - un commissario intelligentissimo ed integerrimo, con colleghi meno bravi di lui ma altrettanto affidabili, ed una moglie che ha sensibilità da vendere, estirpa il colpevole, fa vergognare i complici, riconosce i puri.
Qui non viene estirpato niente. È certamente più verosimile, ma lascia un sapore amaro.]]>
4.00 1954 Maigret e il ministro
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 4.00
book published: 1954
rating: 4
read at: 2022/04/02
date added: 2024/09/27
shelves:
review:
parte con il botto, il colloquio con il ministro è splendido, poi comincia un'indagine aggrovigliata, della cui complicazione Maigret si renderà conto quando riuscirà ad avere tutti i fili in mano.
I gialli di Maigret, in genere, danno un'immagine ottimistica del mondo, perché - per quante brutture si vedano nel corso delle indagini - un commissario intelligentissimo ed integerrimo, con colleghi meno bravi di lui ma altrettanto affidabili, ed una moglie che ha sensibilità da vendere, estirpa il colpevole, fa vergognare i complici, riconosce i puri.
Qui non viene estirpato niente. È certamente più verosimile, ma lascia un sapore amaro.
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I Melrose 19100161 730 Edward St. Aubyn 8854507121 Three 0 abandoned Ed è così, a pochi minuti dall'una del mattino, che un lampo di luce squarcia le tenebre della mia mente ed io mi chiedo: ma a me che me ne frega delle storie di questi debosciati sadici e delle loro donne un po' zoccole (meno cretine di loro, peraltro)?
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3.64 2012 I Melrose
author: Edward St. Aubyn
name: Three
average rating: 3.64
book published: 2012
rating: 0
read at:
date added: 2024/09/24
shelves: abandoned
review:
è notte e sono stanca. Eppure è proprio in questi momenti che la mia lucidità ha un impensabile soprassalto.
Ed è così, a pochi minuti dall'una del mattino, che un lampo di luce squarcia le tenebre della mia mente ed io mi chiedo: ma a me che me ne frega delle storie di questi debosciati sadici e delle loro donne un po' zoccole (meno cretine di loro, peraltro)?

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Identici 23800334 336 Scott Turow 8852046283 Three 2 hai scritto il primo, e probabilmente il migliore dei legal thriller
hai guadagnato una tale paccata di soldi che ogni tanto ti tocca difendere qualcuno gratis per non sforare con le tasse
sei una bravissima persona, democratico, contrario alla pena di morte, millemiglia lontano dal razzismo, educato e ragionante.
Perché continui a scrivere libri, che ognuno viene fuori peggio del precedente???]]>
3.29 2013 Identici
author: Scott Turow
name: Three
average rating: 3.29
book published: 2013
rating: 2
read at: 2014/10/25
date added: 2024/09/23
shelves:
review:
Scott, amico mio
hai scritto il primo, e probabilmente il migliore dei legal thriller
hai guadagnato una tale paccata di soldi che ogni tanto ti tocca difendere qualcuno gratis per non sforare con le tasse
sei una bravissima persona, democratico, contrario alla pena di morte, millemiglia lontano dal razzismo, educato e ragionante.
Perché continui a scrivere libri, che ognuno viene fuori peggio del precedente???
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Ferito a morte 35786363 Ferito a morte è anche un classico. È un libro straordinario, che fonde perfettamente natura e storia, coerenza strutturale della costruzione narrativa e impalpabile poesia del fluire della vita, percezione sensibile e critica politica, l'istante atemporale dell'epifania esistenziale e la storicità (entrambi incarnati in una Napoli mitica e reale), pessimismo e felicità, compresenti nel cuore come nella seduzione del mare, fisicità immediata e riflessione.» (Claudio Magris)]]> 163 Raffaele La Capria 8852081607 Three 5 Si raccontava - naturalmente, se si era capaci di farlo - su un ideale foglio senza righe né quadretti, si raccontava e basta. La storia risultava, per chiunque avesse un minimo di disponibilità e tre o quattro celluline grigie operative, non solo comprensibile, ma anche avvincente, accogliente, usate l'aggettivo che preferite.
La cosa divertente è che questa è, in fondo, la storia della crisi di un più o meno trentenne, quindi la storia più trita che si possa immaginare nel primo quarto di secolo di questo millennio che ci ha esasperati a forza di laureati senza prospettive, non laureati senza prospettive, fidanzati senza prospettive, single senza prospettive. Si scopre che tutti loro c'erano già alla fine degli anni cinquanta (erano giovani che oggi hanno o avrebbero più o meno novantacinque anni). Si scopre soprattutto che una storia così può essere raccontata alzando lo sguardo dal proprio ombelico, parlando anche - senza prosopopea - dell'immenso mutamento della loro città, ma anche del resto d'Italia, negli anni seguiti ad una guerra passata sulle loro teste, mentre (troppo giovani, probabilmente, e comunque liberati ben prima di quanto è toccato ai settentrionali) erano al mare di Napoli, pescando cernie e saraghi con la fiocina, immersi in un'azzurrità di mare e di cielo che solo essendo lì può essere capita.
Non è che il libro sia perfetto, ci sono pagine in cui il rimpianto dell'ormai cresciuto Massimo per gli anni giovanili al mare si ripete, e d'altronde lui si rende perfettamente conto che quei ragazzi allegri e scrocconi, galanti e farabutti, con cui aveva passato la giovinezza non sono destinati a niente. Uno tenterà la sorte in Venezuela, tornando scornato, un altro vivrà di espedienti lasciando conti da pagare in tutti i bar e gli alberghi di Napoli, qualcuno andrà a lavorare a Milano, magari con successo, ma perdendo ogni briciola di fascino. Lui andrà a Roma, meno altra di Milano, soprattutto meno lontana da casa, non lascerà conti da pagare ma non trasformerà mai in vita reale il sogno della ragazza giovane e bionda che compare e scompare - a volte in compagnia di un altro - dalla sua narrazione, e non si libererà mai dalla malinconia di essere cresciuto.]]>
4.00 1961 Ferito a morte
author: Raffaele La Capria
name: Three
average rating: 4.00
book published: 1961
rating: 5
read at: 2024/06/03
date added: 2024/09/21
shelves:
review:
sì, se gli anni 60 sono considerati il decennio della creatività fuori dalle regole, della novità che si prende il mondo, è anche perchè allora si scrivevano libri così, che davano per scontato che il lettore avesse un cervello discretamente funzionante, che non avesse bisogno di egli disse ella pensò e il giorno seguente tizio e caio si incontrarono.
Si raccontava - naturalmente, se si era capaci di farlo - su un ideale foglio senza righe né quadretti, si raccontava e basta. La storia risultava, per chiunque avesse un minimo di disponibilità e tre o quattro celluline grigie operative, non solo comprensibile, ma anche avvincente, accogliente, usate l'aggettivo che preferite.
La cosa divertente è che questa è, in fondo, la storia della crisi di un più o meno trentenne, quindi la storia più trita che si possa immaginare nel primo quarto di secolo di questo millennio che ci ha esasperati a forza di laureati senza prospettive, non laureati senza prospettive, fidanzati senza prospettive, single senza prospettive. Si scopre che tutti loro c'erano già alla fine degli anni cinquanta (erano giovani che oggi hanno o avrebbero più o meno novantacinque anni). Si scopre soprattutto che una storia così può essere raccontata alzando lo sguardo dal proprio ombelico, parlando anche - senza prosopopea - dell'immenso mutamento della loro città, ma anche del resto d'Italia, negli anni seguiti ad una guerra passata sulle loro teste, mentre (troppo giovani, probabilmente, e comunque liberati ben prima di quanto è toccato ai settentrionali) erano al mare di Napoli, pescando cernie e saraghi con la fiocina, immersi in un'azzurrità di mare e di cielo che solo essendo lì può essere capita.
Non è che il libro sia perfetto, ci sono pagine in cui il rimpianto dell'ormai cresciuto Massimo per gli anni giovanili al mare si ripete, e d'altronde lui si rende perfettamente conto che quei ragazzi allegri e scrocconi, galanti e farabutti, con cui aveva passato la giovinezza non sono destinati a niente. Uno tenterà la sorte in Venezuela, tornando scornato, un altro vivrà di espedienti lasciando conti da pagare in tutti i bar e gli alberghi di Napoli, qualcuno andrà a lavorare a Milano, magari con successo, ma perdendo ogni briciola di fascino. Lui andrà a Roma, meno altra di Milano, soprattutto meno lontana da casa, non lascerà conti da pagare ma non trasformerà mai in vita reale il sogno della ragazza giovane e bionda che compare e scompare - a volte in compagnia di un altro - dalla sua narrazione, e non si libererà mai dalla malinconia di essere cresciuto.
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L'enigma della camera 622 53440778
La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero.

L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità.

Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.]]>
640 Joël Dicker 8834602242 Three 4 COSE SGRADEVOLI: (in realtà è una cosa sola, ma conta parecchio).
Se fosse stato scritto da un bambino di dodici anni, direi che è bravino, a tempo debito lo manderei al liceo e aspetterei di vedere che cosa riesce a scrivere a venti- venticinque anni.
Dato che invece l'ha scritto un adulto, per giunta impegnato esclusivamente nella scrittura (non è uno che di giorno lavora in miniera e di notte, stravolto dalla fatica, scrive), e per ulteriore giunta miracolato dalla sorte, per cui fra libri, diritti cinematografici, comparsate etc. deve avere un conto corrente ipertrofico, leggere un libro di seicento pagine in cui ci saranno a dir tanto dieci frasi subordinate, e per il resto è tutto un soggetto-predicato-complemento-punto mi fa inferocire.
COSE GRADEVOLI:
che cosa devo dire? Con tutti i limiti della tecnica di scrittura, è un libro che ho aperto un giorno, per curiosità, ed ho chiuso tre o quattro giorni dopo senza praticamente tirare il fiato. Si capisce benissimo che non tutti sono quello che dicono di essere, ci sono situazioni talmente inverosimili che neanche il dodicenne di cui sopra le avrebbe scritte, ci sono frasi da libro harmony, e con tutto ciò non si riesce a fermarsi finché si arriva alla parola fine. Ho apprezzato perfino la sfacciataggine con cui l'autore ha scritto le inverosimiglianze più clamorose. In breve: mi sono divertita un mondo. Non è che si possa dire di qualsiasi libro]]>
3.98 2020 L'enigma della camera 622
author: Joël Dicker
name: Three
average rating: 3.98
book published: 2020
rating: 4
read at: 2024/09/11
date added: 2024/09/15
shelves:
review:
dovendo scrivere cose sgradevoli e cose gradevoli credo sia giusto partire dalle prime. Lasciamo dulcis in fundo.
COSE SGRADEVOLI: (in realtà è una cosa sola, ma conta parecchio).
Se fosse stato scritto da un bambino di dodici anni, direi che è bravino, a tempo debito lo manderei al liceo e aspetterei di vedere che cosa riesce a scrivere a venti- venticinque anni.
Dato che invece l'ha scritto un adulto, per giunta impegnato esclusivamente nella scrittura (non è uno che di giorno lavora in miniera e di notte, stravolto dalla fatica, scrive), e per ulteriore giunta miracolato dalla sorte, per cui fra libri, diritti cinematografici, comparsate etc. deve avere un conto corrente ipertrofico, leggere un libro di seicento pagine in cui ci saranno a dir tanto dieci frasi subordinate, e per il resto è tutto un soggetto-predicato-complemento-punto mi fa inferocire.
COSE GRADEVOLI:
che cosa devo dire? Con tutti i limiti della tecnica di scrittura, è un libro che ho aperto un giorno, per curiosità, ed ho chiuso tre o quattro giorni dopo senza praticamente tirare il fiato. Si capisce benissimo che non tutti sono quello che dicono di essere, ci sono situazioni talmente inverosimili che neanche il dodicenne di cui sopra le avrebbe scritte, ci sono frasi da libro harmony, e con tutto ciò non si riesce a fermarsi finché si arriva alla parola fine. Ho apprezzato perfino la sfacciataggine con cui l'autore ha scritto le inverosimiglianze più clamorose. In breve: mi sono divertita un mondo. Non è che si possa dire di qualsiasi libro
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La prigione 206003521 170 Georges Simenon 884598723X Three 3 3.67 La prigione
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.67
book published:
rating: 3
read at: 2024/09/13
date added: 2024/09/13
shelves:
review:
Georges, perdonami, ne hai scritti di migliori
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The Slap 10133842 The basis for the NBC event series directed by Lisa Cholodenko and starring Uma Thurman, Peter Sarsgaard, and Zachary Quinto.In this powerful and riveting novel reminiscent of Liane Moriarty's Truly, Madly, Guilty, literary phenomenon Christos Tsiolkas unflinchingly exposes the inner workings of domestic life, friendship, and parenthood in the twenty-first century, and reminds us of the passions and malice that family loyalty can provoke. When a man slaps another couple’s child at a neighborhood barbecue, the event send unforeseeable shock waves through the lives of all who are witness to it. Told from the points of view of eight people who were present, The Slap shows how a single action can change the way people think about how they live, what they want, and what they believe forever.]]> 495 Christos Tsiolkas 1101432160 Three 4 3.20 2008 The Slap
author: Christos Tsiolkas
name: Three
average rating: 3.20
book published: 2008
rating: 4
read at: 2012/06/10
date added: 2024/09/12
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Babilonia 35178921 158 Yasmina Reza 8845979067 Three 3 non è una domanda che mi piace pormi.]]> 3.67 2016 Babilonia
author: Yasmina Reza
name: Three
average rating: 3.67
book published: 2016
rating: 3
read at: 2018/10/04
date added: 2024/09/10
shelves:
review:
è scritto molto bene, tuttavia mentre lo leggevo e - ancora di più - dopo averlo concluso, mi sono chiesta più volte che senso avesse.
non è una domanda che mi piace pormi.
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I giorni del giudizio 51526502 Dapprima recalcitranti, spaventati e sospettosi l’uno dell’altro, i giudici popolari assistono al processo e discutono tra loro, ricostruendo quello che è successo e analizzando in tutti gli aspetti il duplice omicidio. Dovendo alla fine prendere la decisione più difficile. Mentre le traversie quotidiane trascinano la loro esistenza. La pressione dell’opinione pubblica è molto forte ma a poco a poco si fa strada in loro la consapevolezza che quello che stanno vivendo è il momento più alto della propria vita ed emerge un inatteso desiderio comune di comprendere più profondamente, più apertamente. Specchio dell’Italia di oggi («che razza di paese isterico siamo diventati») è attraverso la lente dell’esperienza dei giudici popolari che Giampaolo Simi racconta tutto il progredire della verità, non solo giudiziaria ma insieme umana, di imputati, testimoni e giudici.
Il delitto è misterioso, l’indagine ha risultati sorprendenti e la tensione dello scenario in aula è palpabile. Ma quello che veramente conquista il lettore è ciò che si muove dentro i sei protagonisti, come quell’esperienza li plasma, li forma, li segna. «Ognuno torna alla propria vita, prima o poi» conclude Emma: ma sarà così?]]>
552 Giampaolo Simi 8838939683 Three 4 Per l'amor del cielo, la storia non è inedita (sulle vicissitudini di una giuria c'è un famosissimo film con Henry Fonda più un numero imprecisato di remake e probabilmente un bel po' di telefilm), ma l'approccio, con l'attenzione centrata sui giurati e non sul whodunit, è originale, la tensione non manca e lo svolgimento del processo è affrontato con un buon grado di competenza.
Più di quanto si possa sperare nella maggior parte dai casi.
Poi si può sempre cercare il pelo nell'uovo: è troppo lungo; è un po' grottesco che di sei giurati non ce ne sia uno con la vita moderatamente incasinata (l'hanno tutti da molto a spaventosamente incasinata); è poco verosimile che tutti abbiano nel loro remoto passato un qualcosa che li lega ad un altro giurato (uno che faceva l'infermiere ha salvato una neonata che venticinque anni dopo fa parte della giuria; un altro è figlio di uno che tempo addietro aveva una relazione con un'altra giurata, e così via); è ancora meno verosimile che fra persone così diverse - oltre che incasinate - si creino dei rapporti personali, che tra l'altro non so quanto sarebbero tollerati dai giudici togati.
Però, avercene.]]>
3.89 I giorni del giudizio
author: Giampaolo Simi
name: Three
average rating: 3.89
book published:
rating: 4
read at: 2024/08/20
date added: 2024/08/21
shelves:
review:
Fermi tutti! Un libro italiano che non gira attorno all'ombelico di qualche ragazzetto mal cresciuto e racconta una storia! C'è da restarci secchi...
Per l'amor del cielo, la storia non è inedita (sulle vicissitudini di una giuria c'è un famosissimo film con Henry Fonda più un numero imprecisato di remake e probabilmente un bel po' di telefilm), ma l'approccio, con l'attenzione centrata sui giurati e non sul whodunit, è originale, la tensione non manca e lo svolgimento del processo è affrontato con un buon grado di competenza.
Più di quanto si possa sperare nella maggior parte dai casi.
Poi si può sempre cercare il pelo nell'uovo: è troppo lungo; è un po' grottesco che di sei giurati non ce ne sia uno con la vita moderatamente incasinata (l'hanno tutti da molto a spaventosamente incasinata); è poco verosimile che tutti abbiano nel loro remoto passato un qualcosa che li lega ad un altro giurato (uno che faceva l'infermiere ha salvato una neonata che venticinque anni dopo fa parte della giuria; un altro è figlio di uno che tempo addietro aveva una relazione con un'altra giurata, e così via); è ancora meno verosimile che fra persone così diverse - oltre che incasinate - si creino dei rapporti personali, che tra l'altro non so quanto sarebbero tollerati dai giudici togati.
Però, avercene.
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Il ponte di San Luis Rey 178041883 241 Thornton Wilder 8838945586 Three 3 3.40 1927 Il ponte di San Luis Rey
author: Thornton Wilder
name: Three
average rating: 3.40
book published: 1927
rating: 3
read at: 2024/08/09
date added: 2024/08/10
shelves:
review:
sinceramente, temo di non averlo capito del tutto
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D'estate i gatti si annoiano 14061082 416 Philippe Georget 8866321311 Three 3
(non è neanche malaccio, con le descrizioni della Catalogna francese, delle cittadine nella calura, della crisi - affrontata con intelligenza e sensibilità - del rapporto del protagonista con la moglie, ma è pieno di ripetizioni e di dialoghi vuoti. Senza contare che l’indizio per trovare l’assassino è lì, plateale, a metà del libro e la polizia ci mette un secolo a capirlo, e se lui non fosse stato un criminale totalmente fuori di testa poteva andare a finire molto male)]]>
3.62 2009 D'estate i gatti si annoiano
author: Philippe Georget
name: Three
average rating: 3.62
book published: 2009
rating: 3
read at: 2024/08/04
date added: 2024/08/10
shelves:
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un po� anche i lettori�..

(non è neanche malaccio, con le descrizioni della Catalogna francese, delle cittadine nella calura, della crisi - affrontata con intelligenza e sensibilità - del rapporto del protagonista con la moglie, ma è pieno di ripetizioni e di dialoghi vuoti. Senza contare che l’indizio per trovare l’assassino è lì, plateale, a metà del libro e la polizia ci mette un secolo a capirlo, e se lui non fosse stato un criminale totalmente fuori di testa poteva andare a finire molto male)
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Se morisse mio marito 25897051 219 Agatha Christie 8852066179 Three 3 l'unica cosa che non mi piace di lei è la meticolosa, matematica precisione con cui ogni minimo accadimento ha un senso preciso e risulta funzionale alla soluzione del mistero.
Se un giocatore di bridge si mostra accaldato, o un invitato ad una festa posa la coppa di champagne vuota su un tavolino invece che su un vassoio, state sicuri che alla fine si scoprirà che il primo era appena tornato da una sauna dove era stato commesso un omicidio, e il secondo ha sottratto abilmente un documento che era posato sul tavolino.
Ma che capiti una volta che qualcuno dica una parola o faccia un gesto così, tanto per sparare una cavolata........]]>
4.20 1933 Se morisse mio marito
author: Agatha Christie
name: Three
average rating: 4.20
book published: 1933
rating: 3
read at: 2023/08/23
date added: 2024/07/30
shelves:
review:
zia Agatha magari non scriveva benissimo, però sapeva come ideare un giallo.
l'unica cosa che non mi piace di lei è la meticolosa, matematica precisione con cui ogni minimo accadimento ha un senso preciso e risulta funzionale alla soluzione del mistero.
Se un giocatore di bridge si mostra accaldato, o un invitato ad una festa posa la coppa di champagne vuota su un tavolino invece che su un vassoio, state sicuri che alla fine si scoprirà che il primo era appena tornato da una sauna dove era stato commesso un omicidio, e il secondo ha sottratto abilmente un documento che era posato sul tavolino.
Ma che capiti una volta che qualcuno dica una parola o faccia un gesto così, tanto per sparare una cavolata........
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Dopo la guerra 26231153
Dopo la guerra è una storia dai mille intrecci di odio e vendetta, un romanzo scritto in maniera magistrale, con introspezione psicologica di raro acume e ambientazioni in una Bordeaux evocativa e affascinante quanto la Marsiglia di Jean-Claude Izzo. Bordeaux, anni Cinquanta. Una città che ancora porta le stimmate della Seconda guerra mondiale e dove si aggira l’inquietante figura del commissario Darlac, uno sbirro corrotto arricchitosi durante l’occupazione nazista quando collaborava con i tedeschi. Eppure, appena finita una guerra già un’altra inizia e i primi giovani sono chiamati alle armi per combattere in Algeria. Daniel sa che questa è anche la sua sorte. Ha perso entrambi i genitori deportati nei campi di sterminio, è stato adottato da una coppia e lavora come apprendista meccanico. Un giorno uno sconosciuto si presenta in officina per riparare la moto. L’uomo non sembra di Bordeaux, eppure ha qualcosa di familiare. Daniel non sa che quell’uomo è suo sopravvissuto ai lager e tornato in città sotto mentite spoglie per portare a termine la sua terribile vendetta. Uno dopo l’altro vengono misteriosamente assassinati dei poliziotti che avevano collaborato con i nazisti e il cerchio si stringe attorno al commissario Darlac, che era stato uno dei capofila dei collaborazionisti. Intanto Daniel parte per l’Algeria dove, dopo aver assistito a un’orribile strage di civili in un villaggio, decide di disertare e rientrare clandestinamente a Bordeaux. Lì i destini di padre e figlio, ambedue braccati e ossessionati dalla vendetta, s’incrociano nuovamente in uno sviluppo altamente drammatico. Dopo la guerra è uno dei più bei romanzi drammatici della letteratura contemporanea in cui i grandi temi della Storia, della famiglia, della vendetta e dell’amore si intrecciano per dare vita a una storia straordinaria.]]>
957 Hervé Le Corre 8866326887 Three 0 to-read, wish-list 4.08 2014 Dopo la guerra
author: Hervé Le Corre
name: Three
average rating: 4.08
book published: 2014
rating: 0
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date added: 2024/07/29
shelves: to-read, wish-list
review:

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Fatiche d'amore perdute 204596633 È ancora possibile battersi insieme per qualcosa, magari per l’ultima volta, e avere uno straccio di speranza? E se sì, per che cosa? Grazia, la narratrice autobiografica di questo romanzo, si fa prestare per un weekend una casa di campagna per sottoporre queste domande a nove suoi vecchi amici. Non si vedono da venticinque anni, dai tempi del Sessantotto. Grazia chiede a ognuno di raccontare gli amori, il lavoro, i successi e gli errori delle loro vite. Con una leggerezza piena di argute e divertite osservazioni, che spesso diventano lapidari aforismi, va così in scena il bilancio di una generazione, delle sue battaglie, la lunga catena dei fallimenti storici, culturali, politici della sinistra italiana. Pubblicato la prima volta nel 1993, pochi mesi prima della discesa in campo di Silvio Berlusconi, Fatiche d’amore perdute è un rendiconto testamentario della fine del secolo, da leggere per poter dire, alla fine, senza rimpianti e quasi con un senso di liberazione, che «adesso il passato è veramente passato».]]> 158 Grazia Cherchi 8833894622 Three 2 Ma l'ho pensato e lo penso: questa riunione fra persone molto adulte, che sono state molto legate nella loro gioventù sessantottina e si sono perse per anni (tantissimi, se ho capito bene) è il manifesto dell'inutilità.
E sarebbe un peccato veniale, se i personaggi non fossero irrimediabilmente detestabili, tutti a lamentarsi di un mondo che si ostina a non corrispondere alle loro aspettative ("Era un'Italia terribile, quella, tragica, al sud si moriva ancora di fame o di malattie infettive, ma il mondo ci era meno estraneo: oggi non si riesce più a condividere niente": frase rivelatrice di una scala di valori preoccupante, per cui è meno grave che da qualche parte si muoia di fame, se questo non impedisce che noi possiamo condividere le nostre esperienze) e a non riconoscere i loro meriti, al punto di avere costretto qualcuno a saltare il fosso ("A Milano avevo visto condannare compagni innocenti, a Roma imparai a far assolvere ricchi colpevoli"). E poi pronti a fregare qualcuno (quello che vuole trarre un libro dalla cronaca di quei giorni, rubando l'idea all'autrice; quello che se ne va portandosi via due casse di vino, dopo avere anche provato ad attribuirsi una poesia altrui), e tutti sempre insopportabilmente pronti a citare qualcuno (Noventa, il Don Giovanni, Gaber, Dostoievsky).
Ammetto di provare una punta di invida per chi vive in un ambiente in cui uomini letterati dedicano a donne letterate poesie ed epigrammi, ma capisco che in quell'ambiente ci siano anche tanti aspetti che mi respingerebbero (e comunque non sono una letterata).
Per cui no, mi dispiace, ma questo libro non mi è piaciuto affatto.]]>
3.71 1993 Fatiche d'amore perdute
author: Grazia Cherchi
name: Three
average rating: 3.71
book published: 1993
rating: 2
read at: 2024/07/27
date added: 2024/07/27
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alla fine ho letto la postfazione di Daria Bignardi, piena di affettuoso rimpianto per l'autrice, che se n'è andata troppo presto, e mi è dispiaciuto quello che ho pensato di questo libro.
Ma l'ho pensato e lo penso: questa riunione fra persone molto adulte, che sono state molto legate nella loro gioventù sessantottina e si sono perse per anni (tantissimi, se ho capito bene) è il manifesto dell'inutilità.
E sarebbe un peccato veniale, se i personaggi non fossero irrimediabilmente detestabili, tutti a lamentarsi di un mondo che si ostina a non corrispondere alle loro aspettative ("Era un'Italia terribile, quella, tragica, al sud si moriva ancora di fame o di malattie infettive, ma il mondo ci era meno estraneo: oggi non si riesce più a condividere niente": frase rivelatrice di una scala di valori preoccupante, per cui è meno grave che da qualche parte si muoia di fame, se questo non impedisce che noi possiamo condividere le nostre esperienze) e a non riconoscere i loro meriti, al punto di avere costretto qualcuno a saltare il fosso ("A Milano avevo visto condannare compagni innocenti, a Roma imparai a far assolvere ricchi colpevoli"). E poi pronti a fregare qualcuno (quello che vuole trarre un libro dalla cronaca di quei giorni, rubando l'idea all'autrice; quello che se ne va portandosi via due casse di vino, dopo avere anche provato ad attribuirsi una poesia altrui), e tutti sempre insopportabilmente pronti a citare qualcuno (Noventa, il Don Giovanni, Gaber, Dostoievsky).
Ammetto di provare una punta di invida per chi vive in un ambiente in cui uomini letterati dedicano a donne letterate poesie ed epigrammi, ma capisco che in quell'ambiente ci siano anche tanti aspetti che mi respingerebbero (e comunque non sono una letterata).
Per cui no, mi dispiace, ma questo libro non mi è piaciuto affatto.
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Asimmetria 41565427
Amar è un economista iracheno-americano che fa scalo a Heathrow sulla via per l’Iraq, dove sta andando a trovare il fratello. Trattenuto suo malgrado dalla polizia di frontiera, passa il weekend in custodia all’aeroporto e ripensa alla sua vita.

Gioventù e vecchiaia, Occidente e Medioriente, equità e ingiustizia, fortuna e talento, il personale e il politico, Lisa Halliday riesce a tenere tutto insieme e a dirci in maniera meravigliosa qualcosa di illuminante sugli strani tempi che viviamo.]]>
288 Lisa Halliday 8858833236 Three 4 Detto questo: qualcuno mi spiega il nesso fra le tre parti?
Asimmetrico è il rapporto fra la ragazza ed il famoso scrittore molto più anziano di lei (si è detto che sotto il nome di fantasia si celerebbe Philip Roth, non so se è stato confermato dall’autrice o se è rimasta un’illazione, francamente non mi pare importante saperlo); ma si può parlare di asimmetria nella vicenda del professore americano di origine irachena in transito a Londra che viene bloccato, interrogato e trattenuto in aeroporto unicamente perchè è quello che è, cioè un iracheno? Non è solo pura e semplice ingiustizia?
E la riapparizione dell’anziano professore, che partecipa ad una storica trasmissione radiofonica della BBC in cui l’ospite elenca quali sono i pezzi musicali che porterebbe con sé su un’isola deserta, e perché sceglie proprio quelli, come si lega al resto?]]>
2.83 2018 Asimmetria
author: Lisa Halliday
name: Three
average rating: 2.83
book published: 2018
rating: 4
read at: 2023/05/24
date added: 2024/07/26
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review:
premessa: è un libro bellissimo, non c’� una pagina che non si legga con piacere, è sintetico ma racconta tutto.
Detto questo: qualcuno mi spiega il nesso fra le tre parti?
Asimmetrico è il rapporto fra la ragazza ed il famoso scrittore molto più anziano di lei (si è detto che sotto il nome di fantasia si celerebbe Philip Roth, non so se è stato confermato dall’autrice o se è rimasta un’illazione, francamente non mi pare importante saperlo); ma si può parlare di asimmetria nella vicenda del professore americano di origine irachena in transito a Londra che viene bloccato, interrogato e trattenuto in aeroporto unicamente perchè è quello che è, cioè un iracheno? Non è solo pura e semplice ingiustizia?
E la riapparizione dell’anziano professore, che partecipa ad una storica trasmissione radiofonica della BBC in cui l’ospite elenca quali sono i pezzi musicali che porterebbe con sé su un’isola deserta, e perché sceglie proprio quelli, come si lega al resto?
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Il Gattopardo 40682747 Aternative cover: link.

Don Fabrizio, principe di Salina, all'arrivo dei Garibaldini, sente inevitabile il declino e la rovina della sua classe. Approva il matrimonio del nipote Tancredi, senza più risorse economiche, con la figlia, che porta con sé una ricca dote, di Calogero Sedara, un astuto borghese. Don Fabrizio rifiuta però il seggio al Senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara.]]>
299 Giuseppe Tomasi di Lampedusa 880781028X Three 4 second-reading 4.05 1958 Il Gattopardo
author: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
name: Three
average rating: 4.05
book published: 1958
rating: 4
read at: 2024/07/20
date added: 2024/07/20
shelves: second-reading
review:
molti editori lo rifiutarono con sdegno...........
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<![CDATA[Detective in cerca d'autore (Hawthorne & Horowitz #1)]]> 179943875 336 Anthony Horowitz 8831812173 Three 4 quindi, grazie mr. Horowitz.
Ma attenzione, non è che, letto in un momento diverso, non mi sarebbe piaciuto. Mi sarebbe piaciuto comunque molto. Gli sceneggiatori (e Horowitz lo è, e uno dei migliori) sono diabolici: scrittura velocissima, dialoghi azzeccati, creazione dei luoghi perfetta, capacità di disseminare indizi realistici a profusione (approfondimento psicologico zero), e il povero lettore è agganciato, non riesce a mettere giù il libro fino alla parola fine.
Mi sono lasciata agganciare.
Inutile dire che non avevo capito il colpevole.]]>
3.60 2017 Detective in cerca d'autore (Hawthorne & Horowitz #1)
author: Anthony Horowitz
name: Three
average rating: 3.60
book published: 2017
rating: 4
read at: 2024/05/13
date added: 2024/07/08
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review:
do a questo libro quattro stelle, sapendo benissimo che è un voto un po' troppo benevolo, solo per gratitudine: dopo il tormento di un libro faticoso, noioso, ripetitivo e troppo, troppo lungo, questo detective è stata una rinascita della mia voglia di leggere e della mia capacità di divertirmi con un libro in mano.
quindi, grazie mr. Horowitz.
Ma attenzione, non è che, letto in un momento diverso, non mi sarebbe piaciuto. Mi sarebbe piaciuto comunque molto. Gli sceneggiatori (e Horowitz lo è, e uno dei migliori) sono diabolici: scrittura velocissima, dialoghi azzeccati, creazione dei luoghi perfetta, capacità di disseminare indizi realistici a profusione (approfondimento psicologico zero), e il povero lettore è agganciato, non riesce a mettere giù il libro fino alla parola fine.
Mi sono lasciata agganciare.
Inutile dire che non avevo capito il colpevole.
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L'assassino è tra le righe 123454516 542 Janice Hallett 8858442040 Three 3 Il colpevole era fra le righe - se lo dice l’autrice sarà vero - ma io ho avuto l’impressione che alla fine sia stato pescato un nome fra i tanti perché un libro bisogna pur concluderlo, prima o poi. Comunque, giudizio positivissimo per un libro davvero divertente.]]> 3.78 2021 L'assassino è tra le righe
author: Janice Hallett
name: Three
average rating: 3.78
book published: 2021
rating: 3
read at: 2024/06/20
date added: 2024/07/08
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Da un libro fatto esclusivamente di mail, messaggi, post-it e solo verso la fine qualche scritto un po� più articolato, ma neanche tanto, non ci si può aspettare grande letteratura. Però è divertente, incuriosisce e ogni tanto lascia intravvedere un lampo di desolante meschinità da parte di persone che avrebbero tutti i numeri per risparmiarsi di scendere così in basso.
Il colpevole era fra le righe - se lo dice l’autrice sarà vero - ma io ho avuto l’impressione che alla fine sia stato pescato un nome fra i tanti perché un libro bisogna pur concluderlo, prima o poi. Comunque, giudizio positivissimo per un libro davvero divertente.
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Le cose della vita 58621027
Sono le undici del mattino. Sulla Nazionale 13 che collega Parigi a Rennes, la MG 1100 procede a centoquaranta chilometri all’ora in direzione dell’ampio curvone della località chiamata La Providence. Alla radio, la voce di Charles Trenet canta una vecchia canzone, Revoir Paris. Il riverbero del sole fa brillare sull’asfalto le tracce lasciate da un acquazzone di fine estate e riaccende nella memoria dell’uomo al volante i primi istanti di un amore lontano. Nella tasca della giacca, una lettera da non spedire. L’uomo fa il gesto di accendersi una sigaretta; non immagina quanto due soli secondi possano essere decisivi, e modificare senz’appello il corso degli eventi.
Con la maestria di un perfetto cineasta, Paul Guimard orchestra una densa narrazione a metà strada tra la vita e la morte, in cui si alternano l’emergenza del presente e i ricordi lontani, il sovrapporsi delle voci e le impressioni di profumi perduti.]]>
120 Paul Guimard 8831312766 Three 4 E questo libro bello lo è, è ben scritto, privo della minima concessione al pietismo e al melodramma, spesso ironico. Tuttavia mi ha lasciato una sensazione di tristezza insuperabile. Del lungo ingresso nella morte (che non è poi lungo, rispetto a quello di chi alla morte arriva dopo anni di malattia o di decadimento, ma mi è sembrato interminabile, come tutte le esperienze negative vissute in soggettiva) mi rimane la sensazione di perdita, di beffa, di ingiustizia che viene da uno strappo improvviso. Vero che chiunque, potendo, sceglierebbe di andarsene in fretta, vivendo pienamente fino all’ultimo e poi ciao, piuttosto di passare mesi o anni fuori e dentro dagli ospedali o in un ospizio, preparando se stesso ed i familiari all’inevitabile, ma ugualmente mi pare tremenda una fine che arriva in un giorno qualunque, per un caso illogico, mentre l’agenda è piena di impegni, gli amici aspettano a cena, e una lettera mai spedita, e conservata per distrazione, aspetta di essere distrutta. Al punto che, benché l’esito ci fosse stato preannunciato fin dal momento dell’incidente, verso la fine del racconto ho condiviso con il protagonista il momento dell’ultima illogica illusione, ovviamente rivelatasi tale dopo pochi istanti.
Per sottrarmi all’amarezza, mi sono segnata alcune considerazioni neutre rispetto al tema del racconto:
- Hélène, convinta che la mitologia dell’adolescenza conduca al rimbambimento (condivido in pieno anche se non ho la certezza di essere esente da questa debolezza: quante volte, anche in età sicuramente adulta, si viene intrappolati da una moda, un modo di parlare o di gestire, che denunciano l’incapacità dell’anzianotto di rendersi conto della propria ridicolaggine nel riprodurli o di accettare il passare del tempo�);
- il piacere del protagonista per “le piccole evasioni dalla vita di ogni giorno�, rappresentate dai momenti passati da solo in una città sconosciuta, per il piacere dell’imprevisto (condivido anche questo, ancora più fortemente: come sono belli i momenti rubati agli impegni - anche nella propria città, se non è possibile essere altrove - le mezze ore passate a leggere bevendo un caffè al bar, le passeggiate in un quartiere poco conosciuto);
- la scoperta che non esistono più le mezze stagioni! Facciamo un po� di conti: la prima edizione di questo libro risale al 1967 e già allora addio, niente più mezze stagioni: e allora quando avranno smesso di esistere, queste mezze stagioni? Sono mai esistite?
- l’altra scoperta, che nello stesso anno 1967 esistevano pericolose gang di adolescenti, mentre prima di allora, nei meravigliosi tempi andati, si formavano gruppuscoli (una parola così poco minacciosa! tutt’altra cosa rispetto alle gang e alla loro trasgressione!) di ragazzetti che erano capacissimi di fare idiozie e di esercitare un’inaudita violenza sui più deboli, ma infinitamente meno cattivi � Dio mio, eravamo noi! � di quelli di oggi. Non suona conosciuto? Non è quello che TUTTE, invariabilmente tutte, le generazioni sostengono, che ai miei tempi era tutta un’altra cosa? Oggi, naturalmente, si direbbe che nel 1967 c’erano gruppuscoli di adolescenti esuberanti e giocosi, che di tanto in tanto sfidavano un ragazzetto fragile a fare un gioco mortale, scappando quando il ragazzetto, prevedibilmente, ne moriva. Niente a che fare, come si può ben vedere, con le arciviolente gang dei nostri tempi, in cui i ragazzi sono rovinati dai social, dai video giochi sparatutto, dai manga violenti, dal crack, dalle cose cui oggi si attribuisce la responsabilità di tutto, comprese le alluvioni e le tempeste solari. Dove si vede che in realtà non ci sono i nostri tempi, ci sono solo persone di una generazione che inorridiscono di quello che fa la generazione successiva, e conservano una immeritata, e comunque ridicola, tenerezza per come hanno vissuto la loro giovinezza, cancellando dalla memoria tutti gli eccessi e derubricando quello che non riescono a cancellare a sciocchezze di cui, poverini, non eravamo nemmeno del tutto consapevoli. Noi sì che avevamo dei valori, questi di adesso, invece�. È stato detto nel 1967, nel 1977, nel 2017, e sicuramente lo diranno nel 2057, tutti sinceramente convinti di essere stati giovani e belli nel momento migliore del mondo e di stare invecchiando nel suo momento peggiore.
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4.00 1967 Le cose della vita
author: Paul Guimard
name: Three
average rating: 4.00
book published: 1967
rating: 4
read at: 2024/06/26
date added: 2024/07/08
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Credo che quanto più un libro è fatto di pensieri � e non di fatti � tanto più sia difficile parlarne. Ogni pagina potrebbe suggerire una miriade di considerazioni, ma, nello stesso tempo, le considerazioni le ha già fatte l’autore e sarebbe assurdo esaminarle una per una, intromettendosi nel filo dei suoi ragionamenti. A maggior ragione se il libro è bello.
E questo libro bello lo è, è ben scritto, privo della minima concessione al pietismo e al melodramma, spesso ironico. Tuttavia mi ha lasciato una sensazione di tristezza insuperabile. Del lungo ingresso nella morte (che non è poi lungo, rispetto a quello di chi alla morte arriva dopo anni di malattia o di decadimento, ma mi è sembrato interminabile, come tutte le esperienze negative vissute in soggettiva) mi rimane la sensazione di perdita, di beffa, di ingiustizia che viene da uno strappo improvviso. Vero che chiunque, potendo, sceglierebbe di andarsene in fretta, vivendo pienamente fino all’ultimo e poi ciao, piuttosto di passare mesi o anni fuori e dentro dagli ospedali o in un ospizio, preparando se stesso ed i familiari all’inevitabile, ma ugualmente mi pare tremenda una fine che arriva in un giorno qualunque, per un caso illogico, mentre l’agenda è piena di impegni, gli amici aspettano a cena, e una lettera mai spedita, e conservata per distrazione, aspetta di essere distrutta. Al punto che, benché l’esito ci fosse stato preannunciato fin dal momento dell’incidente, verso la fine del racconto ho condiviso con il protagonista il momento dell’ultima illogica illusione, ovviamente rivelatasi tale dopo pochi istanti.
Per sottrarmi all’amarezza, mi sono segnata alcune considerazioni neutre rispetto al tema del racconto:
- Hélène, convinta che la mitologia dell’adolescenza conduca al rimbambimento (condivido in pieno anche se non ho la certezza di essere esente da questa debolezza: quante volte, anche in età sicuramente adulta, si viene intrappolati da una moda, un modo di parlare o di gestire, che denunciano l’incapacità dell’anzianotto di rendersi conto della propria ridicolaggine nel riprodurli o di accettare il passare del tempo�);
- il piacere del protagonista per “le piccole evasioni dalla vita di ogni giorno�, rappresentate dai momenti passati da solo in una città sconosciuta, per il piacere dell’imprevisto (condivido anche questo, ancora più fortemente: come sono belli i momenti rubati agli impegni - anche nella propria città, se non è possibile essere altrove - le mezze ore passate a leggere bevendo un caffè al bar, le passeggiate in un quartiere poco conosciuto);
- la scoperta che non esistono più le mezze stagioni! Facciamo un po� di conti: la prima edizione di questo libro risale al 1967 e già allora addio, niente più mezze stagioni: e allora quando avranno smesso di esistere, queste mezze stagioni? Sono mai esistite?
- l’altra scoperta, che nello stesso anno 1967 esistevano pericolose gang di adolescenti, mentre prima di allora, nei meravigliosi tempi andati, si formavano gruppuscoli (una parola così poco minacciosa! tutt’altra cosa rispetto alle gang e alla loro trasgressione!) di ragazzetti che erano capacissimi di fare idiozie e di esercitare un’inaudita violenza sui più deboli, ma infinitamente meno cattivi � Dio mio, eravamo noi! � di quelli di oggi. Non suona conosciuto? Non è quello che TUTTE, invariabilmente tutte, le generazioni sostengono, che ai miei tempi era tutta un’altra cosa? Oggi, naturalmente, si direbbe che nel 1967 c’erano gruppuscoli di adolescenti esuberanti e giocosi, che di tanto in tanto sfidavano un ragazzetto fragile a fare un gioco mortale, scappando quando il ragazzetto, prevedibilmente, ne moriva. Niente a che fare, come si può ben vedere, con le arciviolente gang dei nostri tempi, in cui i ragazzi sono rovinati dai social, dai video giochi sparatutto, dai manga violenti, dal crack, dalle cose cui oggi si attribuisce la responsabilità di tutto, comprese le alluvioni e le tempeste solari. Dove si vede che in realtà non ci sono i nostri tempi, ci sono solo persone di una generazione che inorridiscono di quello che fa la generazione successiva, e conservano una immeritata, e comunque ridicola, tenerezza per come hanno vissuto la loro giovinezza, cancellando dalla memoria tutti gli eccessi e derubricando quello che non riescono a cancellare a sciocchezze di cui, poverini, non eravamo nemmeno del tutto consapevoli. Noi sì che avevamo dei valori, questi di adesso, invece�. È stato detto nel 1967, nel 1977, nel 2017, e sicuramente lo diranno nel 2057, tutti sinceramente convinti di essere stati giovani e belli nel momento migliore del mondo e di stare invecchiando nel suo momento peggiore.

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Le vacanze di Maigret 9695416 174 Georges Simenon 8845914720 Three 4 Maigret mi piace sempre]]> 3.72 1947 Le vacanze di Maigret
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.72
book published: 1947
rating: 4
read at: 2024/07/04
date added: 2024/07/06
shelves:
review:
basta, non mi ripeto più.
Maigret mi piace sempre
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<![CDATA[Una mattina in libreria: Incontro con Rilke]]> 39322603 In un mattino del 1924, Jacob Burckardt è seduto inquieto sulla sedia del barbiere, quando sente un improvviso vociare nel negozio. Riconosce una voce di ragazzo, quella di Rainer Maria Rilke, che tenta di giustificarsi, inutilmente, per aver lasciato il portafoglio a casa. "Non la conosciamo dicono gli inservienti - non possiamo farle credito". Al che, Jacob, riconosciuto l'amico, si alza e risolve la situazione pagando lui il conto al maldestro poeta. Così comincia il breve racconto e si avvia per le strade soleggiate di Parigi: una passeggiata che non ha nulla di bohémien. Burckhardt registra, da spettatore partecipe, un pomeriggio diverso, fatto di incontri e confronti inusuali, dove tutto, almeno in apparenza, è solare.

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77 Carl Jacob Burckhardt 8858758862 Three 3 come persone affini possono parlare per ore senza accorgersi del tempo che passa
è talmente breve che si vorrebbe leggere di più]]>
3.00 1944 Una mattina in libreria: Incontro con Rilke
author: Carl Jacob Burckhardt
name: Three
average rating: 3.00
book published: 1944
rating: 3
read at: 2024/05/15
date added: 2024/06/04
shelves:
review:
come il caso può riunire persone affini
come persone affini possono parlare per ore senza accorgersi del tempo che passa
è talmente breve che si vorrebbe leggere di più
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Maigret e la giovane morta 9695499 163 Georges Simenon 8845919943 Three 4 3.79 1954 Maigret e la giovane morta
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.79
book published: 1954
rating: 4
read at: 2023/01/16
date added: 2024/04/30
shelves:
review:
grazie, zio Georges. Sei un grande.
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Romanzo senza umani 173817658 192 Paolo Di Paolo 8858858468 Three 3 Intanto, il romanzo è tutt’altro che senza umani: anzi, di umani ce ne sono un bel po�, per la maggior parte riesumati da relazioni conclusesi da tempo (ammesso che si potessero considerare relazioni) e da contatti � mail, in particolare � risalenti anche a dieci anni prima e lasciati senza risposta.
So di essere volgarmente, banalmente, pedissequa e piatta nelle mie considerazioni, ma non riesco a trattenermi dal fare la domanda più ovvia: PERCHÉ? Cioè, che senso ha questo tentativo di recuperare persone lasciate indietro nel corso della vita: amici, colleghi, fidanzate, tutti gli autori di mail, messaggi e tentativi di contatto rimasti senza seguito PER ANNI?
Con quale speranza (e con quale diritto) uno prova a rientrare nelle vite degli altri dopo un così lungo silenzio?
L’autore la spiegazione la dà: è la “paura di essere ricordato male o per niente. Come uno scomparso da vivo, uno che non è mai esistito�. Ma è solo un modo per buttare la palla avanti, perché a questo punto gli chiederei: e che ti importa di essere ricordato male o per niente da gente che tu stesso hai dimenticato? Che senso ha trasformarsi � secondo la tua stessa, felice, definizione � in un esattore di ricordi? MA IN QUESTI DIECI ANNI NON HAI FREQUENTATO, AMATO, INCONTRATO ANCHE SOLO CASUALMENTE NESSUNO? Quando avrai finito il giro delle conoscenze del passato, ne comincerai uno nuovo, alla ricerca di coloro che stai lasciando indietro in questo momento?
Apro una parentesi personale: per me non c’� niente di strano, né di necessariamente doloroso, nel perdersi di vista. Le persone le incroci sulla tua strada per puro caso (i genitori vi hanno iscritti allo stesso asilo; avete comprato il biglietto per lo stesso concerto rock; eravate seduti accanto in treno o in aula; avevate amici in comune; e via con le infinite situazioni casuali che possono generare una conoscenza) e poi la strada può rimanere la stessa (sono figlia di un matrimonio felicissimo fra due ragazzi di settantacinque anni fa, capitati da città diverse ad incontrarsi su una spiaggia) oppure no. E quando si produce la seconda ipotesi non riesco a stupirmi, perché non mi sorprende che nella vita di una persona ci siano periodi che si chiudono, e i rapporti che hanno una conclusione non sono necessariamente meno importanti di quelli che proseguono per tutta la vita (anche se nel caso del nostro eroe sembrano proprio rapporti poco importanti già dalla nascita).
Ma evidentemente Mauro Barbi la pensa all’opposto, così si imbarca in un viaggio verso il lago di Costanza per incontrare il suo vecchio relatore di tesi, che adesso vive là (vedo che fra coloro che hanno letto il libro prima di me molti hanno sottolineato che uno dei temi del libro è quello della fuga. Non sono del tutto d’accordo: è vero che qualsiasi cambiamento di scenario può essere letto come una fuga dal presente, ma in questo caso Mauro va a cercare di rimediare � secondo me senza alcun senso, ma questo è un altro discorso � a fughe precedenti).
Ne nascono alcune delle pagine più belle del libro, in cui l’anziano professore dice, fra l’altro, che il ricordo degli ex allievi, il sentirsi dire da qualcuno di loro di essere stato una figura importante, gli dà una soddisfazione di pochi minuti, oltre i quali la sua vita prosegue come prima, scivolando verso la fine.
È a Costanza che emerge l’attività del nostro, di professione storico, impigliato da tempo in un saggio � che forse non arriverà mai ad essere compiuto � sul legame fra le stagioni e la mente, suggeritogli dal lago di Costanza coperto da uno strato di ghiaccio durante alcuni inverni medievali, e sulla follia che un gelo così assoluto aveva provocato sulle persone. L’eterna scrittura di questo saggio diventa una vicenda così invasiva ed inconcludente da indurre l’immaginario coro della sua personale tragedia ad esplodere: “E smettila, Mauro, ti prego smettila. Tu e quel lago ghiacciato del cazzo!�, e poi: “dov’eri mentre succedeva tutto, mentre stavamo nei casini? Dov’eri? A preoccuparti di un lago ghiacciato quattro secoli fa�.
Dunque, il mestiere di Mauro spiega la sua ossessione per il passato, ma proprio perché è uno studioso della materia mi pare strano che sia colto di sorpresa dalla constatazione che una memoria condivisa non è possibile, o che lo è al prezzo di “mutue e pacifiche bugie�. Il fatto che la storia sia un racconto di parte, e generalmente della parte dei vincitori, e che quanto è stato scritto in passato ci giunga ulteriormente filtrato da smarrimenti allagamenti incendi e terremoti, finendo per essere una narrazione parziale, incompleta e casuale, è pacifico già nei licei. Non vedo come potrebbe non esserlo ad un livello di conoscenze più avanzato.
L’ho fatta lunga, chiudo: su di me la memoria fa poca presa. Ognuno ha le proprie ed ha il diritto di coltivarle come meglio crede, ma farne materia di racconto è un po� ardito. O sei uno scrittore in stato di grazia (la versione di Barney è uno dei miei libri preferiti di sempre), o hai un passato straordinario (le memorie di Liliana Segre � che peraltro non so se ne abbia scritte - avranno sempre un senso), o lascerei stare. Mi fa piacere che sia d’accordo anche l’autore, dato che conclude il suo viaggio con la dichiarazione che “esiste solo il presente�, che, sottoscritta da uno storico, è la grande contraddizione di questo libro.
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3.08 Romanzo senza umani
author: Paolo Di Paolo
name: Three
average rating: 3.08
book published:
rating: 3
read at: 2024/02/13
date added: 2024/04/29
shelves:
review:
Ho trovato in questo libro alcune contraddizioni singolari (certamente volute dall’autore).
Intanto, il romanzo è tutt’altro che senza umani: anzi, di umani ce ne sono un bel po�, per la maggior parte riesumati da relazioni conclusesi da tempo (ammesso che si potessero considerare relazioni) e da contatti � mail, in particolare � risalenti anche a dieci anni prima e lasciati senza risposta.
So di essere volgarmente, banalmente, pedissequa e piatta nelle mie considerazioni, ma non riesco a trattenermi dal fare la domanda più ovvia: PERCHÉ? Cioè, che senso ha questo tentativo di recuperare persone lasciate indietro nel corso della vita: amici, colleghi, fidanzate, tutti gli autori di mail, messaggi e tentativi di contatto rimasti senza seguito PER ANNI?
Con quale speranza (e con quale diritto) uno prova a rientrare nelle vite degli altri dopo un così lungo silenzio?
L’autore la spiegazione la dà: è la “paura di essere ricordato male o per niente. Come uno scomparso da vivo, uno che non è mai esistito�. Ma è solo un modo per buttare la palla avanti, perché a questo punto gli chiederei: e che ti importa di essere ricordato male o per niente da gente che tu stesso hai dimenticato? Che senso ha trasformarsi � secondo la tua stessa, felice, definizione � in un esattore di ricordi? MA IN QUESTI DIECI ANNI NON HAI FREQUENTATO, AMATO, INCONTRATO ANCHE SOLO CASUALMENTE NESSUNO? Quando avrai finito il giro delle conoscenze del passato, ne comincerai uno nuovo, alla ricerca di coloro che stai lasciando indietro in questo momento?
Apro una parentesi personale: per me non c’� niente di strano, né di necessariamente doloroso, nel perdersi di vista. Le persone le incroci sulla tua strada per puro caso (i genitori vi hanno iscritti allo stesso asilo; avete comprato il biglietto per lo stesso concerto rock; eravate seduti accanto in treno o in aula; avevate amici in comune; e via con le infinite situazioni casuali che possono generare una conoscenza) e poi la strada può rimanere la stessa (sono figlia di un matrimonio felicissimo fra due ragazzi di settantacinque anni fa, capitati da città diverse ad incontrarsi su una spiaggia) oppure no. E quando si produce la seconda ipotesi non riesco a stupirmi, perché non mi sorprende che nella vita di una persona ci siano periodi che si chiudono, e i rapporti che hanno una conclusione non sono necessariamente meno importanti di quelli che proseguono per tutta la vita (anche se nel caso del nostro eroe sembrano proprio rapporti poco importanti già dalla nascita).
Ma evidentemente Mauro Barbi la pensa all’opposto, così si imbarca in un viaggio verso il lago di Costanza per incontrare il suo vecchio relatore di tesi, che adesso vive là (vedo che fra coloro che hanno letto il libro prima di me molti hanno sottolineato che uno dei temi del libro è quello della fuga. Non sono del tutto d’accordo: è vero che qualsiasi cambiamento di scenario può essere letto come una fuga dal presente, ma in questo caso Mauro va a cercare di rimediare � secondo me senza alcun senso, ma questo è un altro discorso � a fughe precedenti).
Ne nascono alcune delle pagine più belle del libro, in cui l’anziano professore dice, fra l’altro, che il ricordo degli ex allievi, il sentirsi dire da qualcuno di loro di essere stato una figura importante, gli dà una soddisfazione di pochi minuti, oltre i quali la sua vita prosegue come prima, scivolando verso la fine.
È a Costanza che emerge l’attività del nostro, di professione storico, impigliato da tempo in un saggio � che forse non arriverà mai ad essere compiuto � sul legame fra le stagioni e la mente, suggeritogli dal lago di Costanza coperto da uno strato di ghiaccio durante alcuni inverni medievali, e sulla follia che un gelo così assoluto aveva provocato sulle persone. L’eterna scrittura di questo saggio diventa una vicenda così invasiva ed inconcludente da indurre l’immaginario coro della sua personale tragedia ad esplodere: “E smettila, Mauro, ti prego smettila. Tu e quel lago ghiacciato del cazzo!�, e poi: “dov’eri mentre succedeva tutto, mentre stavamo nei casini? Dov’eri? A preoccuparti di un lago ghiacciato quattro secoli fa�.
Dunque, il mestiere di Mauro spiega la sua ossessione per il passato, ma proprio perché è uno studioso della materia mi pare strano che sia colto di sorpresa dalla constatazione che una memoria condivisa non è possibile, o che lo è al prezzo di “mutue e pacifiche bugie�. Il fatto che la storia sia un racconto di parte, e generalmente della parte dei vincitori, e che quanto è stato scritto in passato ci giunga ulteriormente filtrato da smarrimenti allagamenti incendi e terremoti, finendo per essere una narrazione parziale, incompleta e casuale, è pacifico già nei licei. Non vedo come potrebbe non esserlo ad un livello di conoscenze più avanzato.
L’ho fatta lunga, chiudo: su di me la memoria fa poca presa. Ognuno ha le proprie ed ha il diritto di coltivarle come meglio crede, ma farne materia di racconto è un po� ardito. O sei uno scrittore in stato di grazia (la versione di Barney è uno dei miei libri preferiti di sempre), o hai un passato straordinario (le memorie di Liliana Segre � che peraltro non so se ne abbia scritte - avranno sempre un senso), o lascerei stare. Mi fa piacere che sia d’accordo anche l’autore, dato che conclude il suo viaggio con la dichiarazione che “esiste solo il presente�, che, sottoscritta da uno storico, è la grande contraddizione di questo libro.

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Maigret e il ladro indolente 9695543 141 Georges Simenon 8845921468 Three 4 3.72 1961 Maigret e il ladro indolente
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.72
book published: 1961
rating: 4
read at: 2024/04/27
date added: 2024/04/27
shelves:
review:
finisce troppo bruscamente, ma i personaggi del ladro pigro, della madre e della compagna di lui, sono memorabili
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La donna in bianco 9753732 La donna in bianco. Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista "All the Year Round", suscitando uno straordinario interesse nel pubblico che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l'impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l'affascinante quanto ambiguo conte Fosco. È passato un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate. Anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questo romanzo che ha segnato per sempre la tradizione del mistery, facendo guadagnare al suo autore l'attributo di "padre del poliziesco moderno".]]> 691 Wilkie Collins 8881129914 Three 2
scusate lo sbotto di entusiasmo ma dopo due mesi di lettura di questo mattonazzo non riesco a contenermi. So di fare la figura dell'ignorante (quale sono) ma la letteratura ottocentesca, fatte talune eccezioni, non fa per me. E il paradosso è che questo libro è tutt'altro che brutto, ma mi fa impazzire che le pagine migliori siano affogate in una tale quantità di rossori, tremori, languori, stupori e pallori, che viene voglia di aprire la finestra e buttarlo giù (leggevo sull'iPad, sarebbe stato un gesto insano). Per non parlare delle febbri spaventose che ogni quaranta o cinquanta pagine portano la fragile protagonista sull'orlo del deliquio.
Lo so, è un libro che ha precorso i tempi, la narrazione compiuta da una serie di persone diverse è un espediente brillante per coprire l'intera evoluzione della vicenda senza ricorrere al narratore onnisciente, la figura del malvagio Fosco (italiano, ahimè) ha uno spessore che supera largamente quello delle altre figurine bidimensionali (la meravigliosa, perfetta, fragile e sensibilissima Lady Glyde farebbe venire voglia di violenza gratuita a Gandhi), ma nessuna di queste considerazioni mi riconcilia con il peso mortale di una storia vistosamente condizionata dall'essere stata scritta per la pubblicazione a puntate su un giornale (con ripetizioni e inutili lungaggini in quantità), sfinendomi come poche hanno fatto mai.]]>
4.04 1859 La donna in bianco
author: Wilkie Collins
name: Three
average rating: 4.04
book published: 1859
rating: 2
read at: 2024/04/11
date added: 2024/04/12
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URRÀ! È FINITO! SONO LIBERA!! FACCIO UNA OLA!!!

scusate lo sbotto di entusiasmo ma dopo due mesi di lettura di questo mattonazzo non riesco a contenermi. So di fare la figura dell'ignorante (quale sono) ma la letteratura ottocentesca, fatte talune eccezioni, non fa per me. E il paradosso è che questo libro è tutt'altro che brutto, ma mi fa impazzire che le pagine migliori siano affogate in una tale quantità di rossori, tremori, languori, stupori e pallori, che viene voglia di aprire la finestra e buttarlo giù (leggevo sull'iPad, sarebbe stato un gesto insano). Per non parlare delle febbri spaventose che ogni quaranta o cinquanta pagine portano la fragile protagonista sull'orlo del deliquio.
Lo so, è un libro che ha precorso i tempi, la narrazione compiuta da una serie di persone diverse è un espediente brillante per coprire l'intera evoluzione della vicenda senza ricorrere al narratore onnisciente, la figura del malvagio Fosco (italiano, ahimè) ha uno spessore che supera largamente quello delle altre figurine bidimensionali (la meravigliosa, perfetta, fragile e sensibilissima Lady Glyde farebbe venire voglia di violenza gratuita a Gandhi), ma nessuna di queste considerazioni mi riconcilia con il peso mortale di una storia vistosamente condizionata dall'essere stata scritta per la pubblicazione a puntate su un giornale (con ripetizioni e inutili lungaggini in quantità), sfinendomi come poche hanno fatto mai.
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Bournville 63227125 432 Jonathan Coe 8858849345 Three 3 qualche rivista avrà lanciato una sfida per un libro sul tema?
sarà una pura combinazione ?

Ci deve comunque essere un motivo per cui i due autori inglesi che preferisco hanno deciso, pressoché contemporaneamente, di scrivere un libro su una famiglia inglese più o meno negli ultimi settant'anni*, con ragazzi e ragazze che diventano adulti, poi genitori, poi maturi, poi vecchi e intanto i loro figli sono arrivati a loro volta ad essere maturi ed i nipoti sono già in rampa di lancio, mentre l'Inghilterra passa attraverso l'energia del dopoguerra, l'entusiasmo dei sixties, la folle corsa all'edonismo degli anni ottanta fino alla poco dignitosa epopea di un primo ministro con una capigliatura biondissima perennemente spettinata (ad ognuno il suo: a noi ne toccò uno con i capelli malamente trapiantati).
Dal canto mio, nel corso della mia presenza su questo sito ho già avuto modo di dire che considero Coe un genio per i quattro libri che ha scritto in gioventù (lo so che li conoscete, ma li cito lo stesso: La banda dei brocchi, La famiglia Winshaw, La casa del sonno ed Il Circolo chiuso), e, siccome si tratta di libri che io non sarei stata in grado di scrivere neanche campando trecento anni, non posso certo rimangiarmi il giudizio. Però, per quanto mi dispiaccia dirlo, questo Bournville (e con lui Middle England che ho letto qualche tempo fa) è molto lontano da quel livello di inventiva che mi aveva entusiasmata in gioventù (di Coe e anche mia), ammesso che di inventiva questo libro ne abbia almeno un po'.
Gli anni passano, Jonathan, non ci si può fare niente.

*quello di McEwan, che pure non mi ha fatta impazzire, è migliore di questo]]>
3.60 2022 Bournville
author: Jonathan Coe
name: Three
average rating: 3.60
book published: 2022
rating: 3
read at: 2023/10/01
date added: 2024/01/27
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si saranno messi d'accordo?
qualche rivista avrà lanciato una sfida per un libro sul tema?
sarà una pura combinazione ?

Ci deve comunque essere un motivo per cui i due autori inglesi che preferisco hanno deciso, pressoché contemporaneamente, di scrivere un libro su una famiglia inglese più o meno negli ultimi settant'anni*, con ragazzi e ragazze che diventano adulti, poi genitori, poi maturi, poi vecchi e intanto i loro figli sono arrivati a loro volta ad essere maturi ed i nipoti sono già in rampa di lancio, mentre l'Inghilterra passa attraverso l'energia del dopoguerra, l'entusiasmo dei sixties, la folle corsa all'edonismo degli anni ottanta fino alla poco dignitosa epopea di un primo ministro con una capigliatura biondissima perennemente spettinata (ad ognuno il suo: a noi ne toccò uno con i capelli malamente trapiantati).
Dal canto mio, nel corso della mia presenza su questo sito ho già avuto modo di dire che considero Coe un genio per i quattro libri che ha scritto in gioventù (lo so che li conoscete, ma li cito lo stesso: La banda dei brocchi, La famiglia Winshaw, La casa del sonno ed Il Circolo chiuso), e, siccome si tratta di libri che io non sarei stata in grado di scrivere neanche campando trecento anni, non posso certo rimangiarmi il giudizio. Però, per quanto mi dispiaccia dirlo, questo Bournville (e con lui Middle England che ho letto qualche tempo fa) è molto lontano da quel livello di inventiva che mi aveva entusiasmata in gioventù (di Coe e anche mia), ammesso che di inventiva questo libro ne abbia almeno un po'.
Gli anni passano, Jonathan, non ci si può fare niente.

*quello di McEwan, che pure non mi ha fatta impazzire, è migliore di questo
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Delitto in Cornovaglia 58515519
Il reverendo Dodd, vicario di Boscawen, tranquillo villaggio sulla costa della Cornovaglia, trascorre le sue serate leggendo storie poliziesche davanti al focolare � ma non sia mai che anche solo l'ombra di un vero crimine possa venire a turbare la serena routine della sua parrocchia sul mare! La pace del vicario finisce tuttavia per essere infranta in una notte di tempesta, quando Julius Tregarthan, un riservato e scontroso magistrato del posto, viene ritrovato a Greylings, la sua residenza appena fuori Boscawen, con una pallottola in testa. I sospetti sembrano cadere sulla nipote di Tregarthan, Ruth, anche se è impensabile che la giovane donna abbia un movente per sparare allo zio a sangue freddo. Fortunatamente per l'ispettore Bigswell, il reverendo Dodd, dopo aver sorpreso per anni i parrocchiani con le sue argute deduzioni sulla vita quotidiana del paese, è ora pronto a mettere al servizio della giustizia la sua profonda comprensione della mente criminale... Un classico racconto del periodo d'oro della narrativa poliziesca d'Oltremanica ambientato in un villaggio di pescatori della Cornovaglia vividamente descritto dalla brillante penna di John Bude.]]>
272 John Bude 8855055119 Three 1 In questo libro la complessità della vicenda ha più o meno lo stesso spessore.
Però mia sorella scriveva meglio.]]>
3.16 1935 Delitto in Cornovaglia
author: John Bude
name: Three
average rating: 3.16
book published: 1935
rating: 1
read at: 2024/01/27
date added: 2024/01/27
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Quando aveva sette o otto anni, mia sorella scrisse una crime story lunga due o tre facciate di foglio di quaderno, in cui il mistero veniva svelato perché dopo un grosso furto due o tre persone vennero notate mentre uscivano dal negozio svaligiato portando dei grossi sacchi sulle spalle.
In questo libro la complessità della vicenda ha più o meno lo stesso spessore.
Però mia sorella scriveva meglio.
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Il signor Cardinaud 51522962 136 Georges Simenon 884593456X Three 4 Ma qui, a differenza di altre storie di Simenon (e non solo sue), c'è un uomo che non è un predatore né una vittima sacrificale (penso, ai lati opposti del comportamento, a La morte di Belle e al piccolo libraio), che non cede al proprio sconforto né alla rabbia né alla delusione. Va avanti come gli pare giusto fare e arriva al suo risultato. Fa bene? Fa male? Di sicuro non dovrà rimproverarsi niente.

PS: se un giorno aprissi una scuola di scrittura (ovviamente non lo farò mai, non ne ho i titoli né ho fiducia nelle scuole di scrittura), alla prima lezione farei studiare il primo capitolo di questo libro, per mostrare come in poche pagine possa entrare comodamente un mondo intero.]]>
3.67 1942 Il signor Cardinaud
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.67
book published: 1942
rating: 4
read at: 2024/01/06
date added: 2024/01/09
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review:
Un'altra famiglia rovinata, si potrebbe dire.
Ma qui, a differenza di altre storie di Simenon (e non solo sue), c'è un uomo che non è un predatore né una vittima sacrificale (penso, ai lati opposti del comportamento, a La morte di Belle e al piccolo libraio), che non cede al proprio sconforto né alla rabbia né alla delusione. Va avanti come gli pare giusto fare e arriva al suo risultato. Fa bene? Fa male? Di sicuro non dovrà rimproverarsi niente.

PS: se un giorno aprissi una scuola di scrittura (ovviamente non lo farò mai, non ne ho i titoli né ho fiducia nelle scuole di scrittura), alla prima lezione farei studiare il primo capitolo di questo libro, per mostrare come in poche pagine possa entrare comodamente un mondo intero.
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<![CDATA[La rettitudine degli assassini]]> 61251045 Cosa può trasformare un umanista in un reazionario o, con una distorsione oggi diffusa del senso del termine, un rivoluzionario? E fino a che punto possiamo credere allo scrittore che ce ne sta raccontando la storia?
Un romanzo sull’amore per il libro stampato e sull’irruzione della Storia nella coscienza individuale, in cui la verità sfugge in un continuo slittamento prospettico.

Prima del 1989, Norbert Paulini era un uomo integerrimo e rispettato. Era il fiero proprietario di una ricercatissima libreria antiquaria di Dresda. Perché poi è diventato un sovranista reazionario? Cosa gli è successo?

Con un abile gioco di prospettive, Ingo Schulze ne ricostruisce la storia e si addentra nel suo mistero.]]>
269 Ingo Schulze 8807035030 Three 3 ho bisogno che qualcuno mi spieghi questo libro....

cioè: io stavo leggendo un libro in cui si narrava la storia di un uomo che fin dalla nascita ha vissuto letteralmente fra i libri, appassionandosi alla lettura da bambino e poi dedicando tutta la vita a leggere, a cercare libri antichi, rari, fuori commercio, per esporli e se necessario venderli nella sua libreria antiquaria, insieme con qualche libro contemporaneo che però lui disdegna non poco. E, in questa continua ricerca, Norbert Paulini - sempre chiamato con nome e cognome come Charlie Brown - deve anche spostare la sua attività, da un negozietto ad un magazzino, dalla città alla campagna, trasportando i libri su biciclette, carretti e anche qualche traballante automobile della Germania est.
Intorno a lui ci sono pochi amici ed una specie di corte di pazzi fanatici (lo dico con ammirazione e un po' di invidia) per i libri, gente che arriva anche da altre città per cercare se NP ha una prima edizione di Goethe (NP non ama eccessivamente gli autori non di lingua tedesca) e disposta, nel caso, a spendere il proprio stipendio di un mese per il tesoro trovato.
Nel frattempo succedono anche varie cose, NP si sposa ed ha un figlio, la Germania si riunifica, lo stile di vita della DDR viene travolto dalle abitudini occidentali, l'economia cambia, mantenere una libreria antiquaria diventa sempre più difficile economicamente. In più lui ha fatto qualche conto sbagliato e si è fatto del male da solo. Comunque gli viene spontaneo fare due più due e decidere che la sua crisi economica è colpa dei tempi che cambiano, naturalmente in peggio (c'è mai stata una persona che invecchiando si è compiaciuta del miglioramento dei tempi?) e così maturare un astio generale verso diavolerie come le elezioni ed altri portati del nuovo che avanza. Dal canto suo, il figlio ormai adulto manifesta più di qualche tendenza antisociale.
E qui, ZAC! Con un colpo di scena che ad una persona banale e poco fantasiosa come me ha fatto pensare ad un errore dell’ebook, la narrazione si interrompe lasciando una frase a metà, e poi si passa ad una seconda parte in cui compare un personaggio mai nominato prima (scopriremo poi che si chiama Schulze, quindi è l’autore, o l’autore gli ha dato il proprio nome), e poi ad una terza parte in cui compare un terzo personaggio, anch’esso mai nominato prima, i quali raccontano in prima persona la vicenda dal loro punto di vista. Per l’esattezza il terzo personaggio parla di fatti - che non dirò, anche se la storia non è un giallo - avvenuti dopo la narrazione contenuta nelle prime due, tirando - in qualche modo - le somme.
Va bè, una volta capito che l’ebook non aveva nessun vizio non ho poi avuto gran difficoltà a seguire il resto della narrazione. Quello che continua a lasciarmi perplessa è l’interpretazione che ho trovato da qualche parte (forse la quarta di copertina, forse una recensione) in cui si dice che dopo la riunificazione della Germania NP si trasforma da uomo mite in soggetto aggressivo e si avvicina al neonazismo: cose che potrebbero anche essere vere ma nel libro non ci sono. A me risultava che con il passare del tempo NP perdesse l’imperturbabile serenità con cui aveva vissuto e lavorato in gioventù; che maturasse un atteggiamento astioso verso il mondo com’era diventato e verso coloro che ne erano entusiasti; che adottasse l’aria io ho capito tutto e voi siete scemi e non avete capito un � ,ma la sua presunta vicinanza al neonazismo io non l’ho proprio vista.
E dov’� la rettitudine negli assassini?]]>
3.04 2020 La rettitudine degli assassini
author: Ingo Schulze
name: Three
average rating: 3.04
book published: 2020
rating: 3
read at: 2023/12/29
date added: 2024/01/08
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ho bisogno che qualcuno mi spieghi questo libro....

cioè: io stavo leggendo un libro in cui si narrava la storia di un uomo che fin dalla nascita ha vissuto letteralmente fra i libri, appassionandosi alla lettura da bambino e poi dedicando tutta la vita a leggere, a cercare libri antichi, rari, fuori commercio, per esporli e se necessario venderli nella sua libreria antiquaria, insieme con qualche libro contemporaneo che però lui disdegna non poco. E, in questa continua ricerca, Norbert Paulini - sempre chiamato con nome e cognome come Charlie Brown - deve anche spostare la sua attività, da un negozietto ad un magazzino, dalla città alla campagna, trasportando i libri su biciclette, carretti e anche qualche traballante automobile della Germania est.
Intorno a lui ci sono pochi amici ed una specie di corte di pazzi fanatici (lo dico con ammirazione e un po' di invidia) per i libri, gente che arriva anche da altre città per cercare se NP ha una prima edizione di Goethe (NP non ama eccessivamente gli autori non di lingua tedesca) e disposta, nel caso, a spendere il proprio stipendio di un mese per il tesoro trovato.
Nel frattempo succedono anche varie cose, NP si sposa ed ha un figlio, la Germania si riunifica, lo stile di vita della DDR viene travolto dalle abitudini occidentali, l'economia cambia, mantenere una libreria antiquaria diventa sempre più difficile economicamente. In più lui ha fatto qualche conto sbagliato e si è fatto del male da solo. Comunque gli viene spontaneo fare due più due e decidere che la sua crisi economica è colpa dei tempi che cambiano, naturalmente in peggio (c'è mai stata una persona che invecchiando si è compiaciuta del miglioramento dei tempi?) e così maturare un astio generale verso diavolerie come le elezioni ed altri portati del nuovo che avanza. Dal canto suo, il figlio ormai adulto manifesta più di qualche tendenza antisociale.
E qui, ZAC! Con un colpo di scena che ad una persona banale e poco fantasiosa come me ha fatto pensare ad un errore dell’ebook, la narrazione si interrompe lasciando una frase a metà, e poi si passa ad una seconda parte in cui compare un personaggio mai nominato prima (scopriremo poi che si chiama Schulze, quindi è l’autore, o l’autore gli ha dato il proprio nome), e poi ad una terza parte in cui compare un terzo personaggio, anch’esso mai nominato prima, i quali raccontano in prima persona la vicenda dal loro punto di vista. Per l’esattezza il terzo personaggio parla di fatti - che non dirò, anche se la storia non è un giallo - avvenuti dopo la narrazione contenuta nelle prime due, tirando - in qualche modo - le somme.
Va bè, una volta capito che l’ebook non aveva nessun vizio non ho poi avuto gran difficoltà a seguire il resto della narrazione. Quello che continua a lasciarmi perplessa è l’interpretazione che ho trovato da qualche parte (forse la quarta di copertina, forse una recensione) in cui si dice che dopo la riunificazione della Germania NP si trasforma da uomo mite in soggetto aggressivo e si avvicina al neonazismo: cose che potrebbero anche essere vere ma nel libro non ci sono. A me risultava che con il passare del tempo NP perdesse l’imperturbabile serenità con cui aveva vissuto e lavorato in gioventù; che maturasse un atteggiamento astioso verso il mondo com’era diventato e verso coloro che ne erano entusiasti; che adottasse l’aria io ho capito tutto e voi siete scemi e non avete capito un � ,ma la sua presunta vicinanza al neonazismo io non l’ho proprio vista.
E dov’� la rettitudine negli assassini?
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Un Natale di Maigret 13418216 Sette croci in un’agenda: descrive l’emozionante caccia a un folle criminale per strappargli dalle mani un bambino e restituire la pace a un padre disperato.]]> 190 Georges Simenon Three 3 4.00 1951 Un Natale di Maigret
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 4.00
book published: 1951
rating: 3
read at: 2021/12/29
date added: 2023/12/13
shelves:
review:
bello come sempre, ma il finale è un po' frettoloso
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Free Love 57992949
1967. While London comes alive with the new youth revolution, the suburban Fischer family seems to belong to an older world of conventional stability: pretty, dutiful homemaker Phyllis is married to Roger, a devoted father with a career in the Foreign Office. Their children are Colette, a bookish teenager, and Hugh, the golden boy.

But when the twenty-something son of an old friend pays the Fischers a visit one hot summer evening, and kisses Phyllis in the dark garden after dinner, something in her catches fire. Newly awake to the world, Phyllis makes a choice that defies all expectations of her as a wife and a mother. Nothing in these ordinary lives is so ordinary after all, it turns out, as the family’s upheaval mirrors the dramatic transformation of the society around them.

With scalpel-sharp insight, Tessa Hadley explores her characters� inner worlds, laying bare their fears and longings. Daring and sensual, Free Love is an irresistible exploration of romantic love, sexual freedom and living out the truest and most meaningful version of our selves � a novel that showcases Hadley’s unrivaled ability to “put on paper a consciousness so visceral, so fully realized, it heightens and expands your own� (Lily King, author of Euphoria ).  ]]>
304 Tessa Hadley 0063137771 Three 3 anni 60
amore contro le convenzioni
sgt. pepper’s in sottofondo
con me, mrs. Tessa Hadley vince facile, e infatti ho comprato subito il libro.
Che poi mi è piaciuto fino a un certo punto, per l’impressione - magari sbagliata, non lo so - che fosse più il racconto di come vengono raccontati gli anni 60 che una storia veramente radicata là, in quel passato che le persone della mia generazione hanno solo sfiorato. C’erano veramente giovani signore con il tailleur color pastello ed il filo di perle che mollavano il monotono benessere, il placido marito, i figli poco più che bambini, per andare in una comune lercia, in compagnia di gente che le guardava con stupore, curiosità, degnazione, e totale estraneità ? Sinceramente ne dubito.
Però mi ha affascinata la descrizione di un quartiere che oggi è fra i più desiderabili ed economicamente inaccessibili della città, all’epoca in cui andarci era una specie di viaggio, e non dei più raccomandabili. Mi piace constatare il passare del tempo attraverso il cambiamento delle città, o - all’inverso - ritrovare le città come erano prima che il tempo passasse. Il libro mi è piaciuto meno, ma non è male.]]>
3.44 2022 Free Love
author: Tessa Hadley
name: Three
average rating: 3.44
book published: 2022
rating: 3
read at: 2023/11/10
date added: 2023/11/10
shelves:
review:
londra
anni 60
amore contro le convenzioni
sgt. pepper’s in sottofondo
con me, mrs. Tessa Hadley vince facile, e infatti ho comprato subito il libro.
Che poi mi è piaciuto fino a un certo punto, per l’impressione - magari sbagliata, non lo so - che fosse più il racconto di come vengono raccontati gli anni 60 che una storia veramente radicata là, in quel passato che le persone della mia generazione hanno solo sfiorato. C’erano veramente giovani signore con il tailleur color pastello ed il filo di perle che mollavano il monotono benessere, il placido marito, i figli poco più che bambini, per andare in una comune lercia, in compagnia di gente che le guardava con stupore, curiosità, degnazione, e totale estraneità ? Sinceramente ne dubito.
Però mi ha affascinata la descrizione di un quartiere che oggi è fra i più desiderabili ed economicamente inaccessibili della città, all’epoca in cui andarci era una specie di viaggio, e non dei più raccomandabili. Mi piace constatare il passare del tempo attraverso il cambiamento delle città, o - all’inverso - ritrovare le città come erano prima che il tempo passasse. Il libro mi è piaciuto meno, ma non è male.
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Estate caldissima 175281070 176 Gabriella Dal Lago 8832972964 Three 2 Ci sono, è vero, alcune cose che non tornano: in questa estate caldissima compaiono spesso felpe e cappucci, maglioni, ci sono anche un pavimento gelido e addirittura una coperta (??): forse un po� di attenzione in più non sarebbe stata inutile, però rimane che la Dal Lago scrive molto bene.
Poi cominciano i guai.
Capisco bene l’espediente letterario di mettere un gruppo di persone in un ambiente ristretto e creare così l’occasione per incontri e scontri fra i presenti, con la vita in comune a fare da accelerante alle deflagrazioni, ma non riesco mai a dimenticare che è un artificio. Non so se, fra i creativi, o i giovani in generale, succeda che ci si ritiri da qualche parte per lavorare insieme; a me, che non appartengo a nessuna delle due categorie, non è mai capitato, e se fosse capitato avrei pensato già prima di partire che sarebbe stato molto di più il tempo perso di quello dedicato al lavoro (come mi pare sia puntualmente successo ai nostri protagonisti). Senza contare che chi ha una vita privata può non essere disponibile a devolvere un’intera settimana, 24/7 (come direbbero loro!!), al lavoro.
Ma questo è il meno, dato che parliamo di un libro di narrativa e non di un manuale per il lavoro di gruppo.
Quello che rende fastidioso � a me � l’espediente del gruppo chiuso in una villa (a parte presupporre che qualcuno disponga di una villa avita, un po� delabré come si conviene ma comunque ricca di oggetti, di passato, di ettari di alberi da frutto e di una piscina) è la disponibilità di tutti a lasciarsi trascinare un una situazione iperemotiva senza un minimo di resistenza (chiamiamola filtro o riservatezza o alterigia o � come preferirei io � equilibrio): no, assolutamente tutti hanno una crisi in atto, o pronta ad esplodere, o già esplosa con conseguenze ancora roventi, e tutti ne hanno avuto l’anima così scarnificata da non potere / volere mantenere con gli altri rapporti amichevolmente superficiali.
No: devono parlarne, devono reagire ad ogni minimo stimolo emotivo, devono dirsi tutto ma proprio tutto il fastidio che provano l’uno per l’altro, creando un ambiente isterico.
E così ci sono: la coppia in crisi che esplode (lui è, chiedo scusa per il termine, un perfetto coglione, lei è gelosa delle attenzioni che lui ha per un’altra, ma intanto chatta ossessivamente con il fidanzato dell’altra); la vittima di un rapporto tossico che crolla; il drogato che perde il controllo, ma poi si scoprirà che ha subito un abbandono molto doloroso, per cui un po� va capito, e poi deve proprio avere avuto uno sviluppo incompleto, visto che si rivolge ad un altro personaggio chiamandola “cyberspazio�, perché, secondo lui, lei viene dal cyberspazio (ossia??), e ad un certo punto, in uno sbotto di sensibilità, le dice, tutto contrito: A proposito di questo. Mi dispiace se è una cosa che ti fa sentire distante. (Frase che troverei appropriata in un dialogo fra tredicenni).
Non manca, naturalmente, la coppia estemporanea che si forma e rapidamente si dissolverà, ma almeno avrà avuto una notte di (che cosa?) pace, vitalità. Divertimento. Amore, forse, perché non è poi detto che sia amore solo se dura una vita.
Bambino e gatto (sì, ci sono anche loro) hanno un ruolo un po� diverso. Non hanno, per ragioni ovvie, crisi sentimentali in atto, così rompono un po� lo schema. Del bambino si parla solo saltuariamente, si capisce che è un tipo solitario, non sembra cercare più di tanto la compagnia degli altri (né loro fanno niente per accattivarselo, anzi), e ad un certo punto scappa, senza un motivo particolare. Che non ne possa più di quel gruppo di esagitati è più che comprensibile, ma resta un colpo di testa un po� così, giusto per dare una svolta al racconto, e si conclude in poche ore. Del gatto non si sa, è probabile che anche lui � anzi, lei � ne abbia fin sopra i capelli (si fa per dire) degli umani: fatto sta che scappa con il bambino e, a differenza di lui, non si farà trovare mai più. Durante la notte di ricerche angosciose, spicca la giovane compagna del padre del bambino, che in realtà cerca la gatta molto più di quanto cerchi il piccolo. Se non altro evita di ammetterlo.

Trovato il bambino, la settimana è finita, il lavoro anche (non si capisce quando abbiano lavorato), si torna a casa. E qui c’� il punto che meno mi convince: per tutti, questa settimana, questo brevissimo frammento delle loro vite, invece di venire rapidamente archiviato alla voce ricordi non particolarmente entusiasmanti, esercita una funzione determinante: l’insopportabile donna della coppia in crisi decide che la coppia smetterà di essere tale; il bambino, tornando per la prima volta nella casa vent’anni più tardi, la considererà un luogo così intimo (??) ; la vittima del rapporto tossico decide di abbandonarsi al suo rapporto tossico, e così via. Come se in sette giorni, per giunta passati in compagnia di gente mal assortita e non particolarmente simpatica, ciascuno avesse trovato la ragione per dare una svolta alla propria vita.
Poi ditemi che non è artificioso.]]>
3.51 Estate caldissima
author: Gabriella Dal Lago
name: Three
average rating: 3.51
book published:
rating: 2
read at: 2023/09/15
date added: 2023/10/31
shelves:
review:
libro scritto molto bene, da un’autrice che non conoscevo e che immagino piuttosto giovane, a giudicare dalla naturalezza con cui tratta non solo telefonini e video chiamate (quelli, anch’io), ma soprattutto le funzionalità delle app sul pc, e poi attività come le presentazioni, legami sociali definiti community, persone qualificate internet persons, cose così. E i nick che inventa � greatgreta, marniemonti � sono molto simpatici.
Ci sono, è vero, alcune cose che non tornano: in questa estate caldissima compaiono spesso felpe e cappucci, maglioni, ci sono anche un pavimento gelido e addirittura una coperta (??): forse un po� di attenzione in più non sarebbe stata inutile, però rimane che la Dal Lago scrive molto bene.
Poi cominciano i guai.
Capisco bene l’espediente letterario di mettere un gruppo di persone in un ambiente ristretto e creare così l’occasione per incontri e scontri fra i presenti, con la vita in comune a fare da accelerante alle deflagrazioni, ma non riesco mai a dimenticare che è un artificio. Non so se, fra i creativi, o i giovani in generale, succeda che ci si ritiri da qualche parte per lavorare insieme; a me, che non appartengo a nessuna delle due categorie, non è mai capitato, e se fosse capitato avrei pensato già prima di partire che sarebbe stato molto di più il tempo perso di quello dedicato al lavoro (come mi pare sia puntualmente successo ai nostri protagonisti). Senza contare che chi ha una vita privata può non essere disponibile a devolvere un’intera settimana, 24/7 (come direbbero loro!!), al lavoro.
Ma questo è il meno, dato che parliamo di un libro di narrativa e non di un manuale per il lavoro di gruppo.
Quello che rende fastidioso � a me � l’espediente del gruppo chiuso in una villa (a parte presupporre che qualcuno disponga di una villa avita, un po� delabré come si conviene ma comunque ricca di oggetti, di passato, di ettari di alberi da frutto e di una piscina) è la disponibilità di tutti a lasciarsi trascinare un una situazione iperemotiva senza un minimo di resistenza (chiamiamola filtro o riservatezza o alterigia o � come preferirei io � equilibrio): no, assolutamente tutti hanno una crisi in atto, o pronta ad esplodere, o già esplosa con conseguenze ancora roventi, e tutti ne hanno avuto l’anima così scarnificata da non potere / volere mantenere con gli altri rapporti amichevolmente superficiali.
No: devono parlarne, devono reagire ad ogni minimo stimolo emotivo, devono dirsi tutto ma proprio tutto il fastidio che provano l’uno per l’altro, creando un ambiente isterico.
E così ci sono: la coppia in crisi che esplode (lui è, chiedo scusa per il termine, un perfetto coglione, lei è gelosa delle attenzioni che lui ha per un’altra, ma intanto chatta ossessivamente con il fidanzato dell’altra); la vittima di un rapporto tossico che crolla; il drogato che perde il controllo, ma poi si scoprirà che ha subito un abbandono molto doloroso, per cui un po� va capito, e poi deve proprio avere avuto uno sviluppo incompleto, visto che si rivolge ad un altro personaggio chiamandola “cyberspazio�, perché, secondo lui, lei viene dal cyberspazio (ossia??), e ad un certo punto, in uno sbotto di sensibilità, le dice, tutto contrito: A proposito di questo. Mi dispiace se è una cosa che ti fa sentire distante. (Frase che troverei appropriata in un dialogo fra tredicenni).
Non manca, naturalmente, la coppia estemporanea che si forma e rapidamente si dissolverà, ma almeno avrà avuto una notte di (che cosa?) pace, vitalità. Divertimento. Amore, forse, perché non è poi detto che sia amore solo se dura una vita.
Bambino e gatto (sì, ci sono anche loro) hanno un ruolo un po� diverso. Non hanno, per ragioni ovvie, crisi sentimentali in atto, così rompono un po� lo schema. Del bambino si parla solo saltuariamente, si capisce che è un tipo solitario, non sembra cercare più di tanto la compagnia degli altri (né loro fanno niente per accattivarselo, anzi), e ad un certo punto scappa, senza un motivo particolare. Che non ne possa più di quel gruppo di esagitati è più che comprensibile, ma resta un colpo di testa un po� così, giusto per dare una svolta al racconto, e si conclude in poche ore. Del gatto non si sa, è probabile che anche lui � anzi, lei � ne abbia fin sopra i capelli (si fa per dire) degli umani: fatto sta che scappa con il bambino e, a differenza di lui, non si farà trovare mai più. Durante la notte di ricerche angosciose, spicca la giovane compagna del padre del bambino, che in realtà cerca la gatta molto più di quanto cerchi il piccolo. Se non altro evita di ammetterlo.

Trovato il bambino, la settimana è finita, il lavoro anche (non si capisce quando abbiano lavorato), si torna a casa. E qui c’� il punto che meno mi convince: per tutti, questa settimana, questo brevissimo frammento delle loro vite, invece di venire rapidamente archiviato alla voce ricordi non particolarmente entusiasmanti, esercita una funzione determinante: l’insopportabile donna della coppia in crisi decide che la coppia smetterà di essere tale; il bambino, tornando per la prima volta nella casa vent’anni più tardi, la considererà un luogo così intimo (??) ; la vittima del rapporto tossico decide di abbandonarsi al suo rapporto tossico, e così via. Come se in sette giorni, per giunta passati in compagnia di gente mal assortita e non particolarmente simpatica, ciascuno avesse trovato la ragione per dare una svolta alla propria vita.
Poi ditemi che non è artificioso.
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Ferrovie del Messico 61239278 824 Gian Marco Griffi Three 0 abandoned perché adoro l’epica del Caso Letterario, dell'Autore Sconosciuto, del Libro Che Secondo Le Logiche Correnti Non Doveva Nemmeno Essere Pubblicato, o al massimo venire pubblicato da un editore che è lo stesso autore sotto mentite spoglie, e finire in unica copia sul ripiano più scomodo dell’ultima saletta di una libreria non molto frequentata in attesa di andare a nuotare nella vasca di un macero, e invece viene pubblicato da un ardimentoso editore vero, e si sistema comodo in pile altissime all’ingresso di tutte le librerie, comprese quelle delle grandi catene e compresi i reparti cartoleria dei supermercati, e rischia anche di vincere lo strega ma per sua fortuna non lo vince, restando puro agli occhi dei lettori snob e/o smaliziati come me.
In più, il titolo è meraviglioso.

perché non l’avrei dovuto comprare:
perché diffido dei libri che superano le 300 pagine
perché detesto i dialetti, i vernacoli, gli slang e tutti i gerghi che - senza la giustificazione della necessità di fornire un codice di linguaggio comune ad una determinata categoria di persone (poniamo gli informatici, o i botanici, o qualcun altro di molto specializzato) - vogliono identificare un gruppo ed escludere gli altri, e comunque alterano o sviliscono la lingua italiana che, come dimostrano alcuni secoli e parecchie centinaia di scrittori anche bravini, è più che idonea ad esprimere ogni idea o sentimento possibile in modo comprensibile a tutti quelli che in Italia vivono, indipendentemente dalla regione o dalla subregione in cui sono casualmente nati*.
perchè i pinzocheri arricchiti, i miserabili lurchi, e quello che patatuccava avanti e indietro, e lo sguardo da badalucco io in un libro non li vorrei trovare mai, figuriamoci se li reggo tutti insieme a pag. 160, dalla quale non so se andrò avanti e, nel caso, per quante altre pagine.

perchè sto comunque proseguendo la lettura:
perchè per fortuna non tutte le pagine sono come la 160

EDIT: alla fine, l'ho abbandonato

* però ti piace Camilleri
ogni regola ha la sua eccezione]]>
4.08 2022 Ferrovie del Messico
author: Gian Marco Griffi
name: Three
average rating: 4.08
book published: 2022
rating: 0
read at:
date added: 2023/10/10
shelves: abandoned
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perché l’ho comprato:
perché adoro l’epica del Caso Letterario, dell'Autore Sconosciuto, del Libro Che Secondo Le Logiche Correnti Non Doveva Nemmeno Essere Pubblicato, o al massimo venire pubblicato da un editore che è lo stesso autore sotto mentite spoglie, e finire in unica copia sul ripiano più scomodo dell’ultima saletta di una libreria non molto frequentata in attesa di andare a nuotare nella vasca di un macero, e invece viene pubblicato da un ardimentoso editore vero, e si sistema comodo in pile altissime all’ingresso di tutte le librerie, comprese quelle delle grandi catene e compresi i reparti cartoleria dei supermercati, e rischia anche di vincere lo strega ma per sua fortuna non lo vince, restando puro agli occhi dei lettori snob e/o smaliziati come me.
In più, il titolo è meraviglioso.

perché non l’avrei dovuto comprare:
perché diffido dei libri che superano le 300 pagine
perché detesto i dialetti, i vernacoli, gli slang e tutti i gerghi che - senza la giustificazione della necessità di fornire un codice di linguaggio comune ad una determinata categoria di persone (poniamo gli informatici, o i botanici, o qualcun altro di molto specializzato) - vogliono identificare un gruppo ed escludere gli altri, e comunque alterano o sviliscono la lingua italiana che, come dimostrano alcuni secoli e parecchie centinaia di scrittori anche bravini, è più che idonea ad esprimere ogni idea o sentimento possibile in modo comprensibile a tutti quelli che in Italia vivono, indipendentemente dalla regione o dalla subregione in cui sono casualmente nati*.
perchè i pinzocheri arricchiti, i miserabili lurchi, e quello che patatuccava avanti e indietro, e lo sguardo da badalucco io in un libro non li vorrei trovare mai, figuriamoci se li reggo tutti insieme a pag. 160, dalla quale non so se andrò avanti e, nel caso, per quante altre pagine.

perchè sto comunque proseguendo la lettura:
perchè per fortuna non tutte le pagine sono come la 160

EDIT: alla fine, l'ho abbandonato

* però ti piace Camilleri
ogni regola ha la sua eccezione
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The Book of Daniel 22449795 320 E.L. Doctorow 0553121006 Three 0 to-read 3.93 1971 The Book of Daniel
author: E.L. Doctorow
name: Three
average rating: 3.93
book published: 1971
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date added: 2023/10/08
shelves: to-read
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<![CDATA[Maigret e il cliente del sabato]]> 23438706 (Le inchieste di Maigret 57 di 75)]]> 136 Georges Simenon 8845970809 Three 3 3.87 1962 Maigret e il cliente del sabato
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.87
book published: 1962
rating: 3
read at: 2023/09/02
date added: 2023/09/07
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un’altra infelicità, altre vite distrutte, le storie in cui si imbatte Maigret sono spesso queste. Eppure c’� sempre una sfumatura diversa, qui c’� la sua sensibilità verso un uomo così fragile da poter fare di tutto.
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Voci del verbo andare 31699544 Gli uomini a cui pone le sue domande sono riusciti ad arrivare a Berlino nell’autunno del 2013, dopo essere sbarcati a Lampedusa. Sono quattrocento stranieri in terra straniera, e tutto per loro è diverso, difficile, alieno. Prima si accampano in una piazza del quartiere Kreuzberg per chiedere aiuto e lavoro, ma la polizia non perde tempo, li sgombera e li ricovera nella zona orientale della capitale. Vitto e alloggio, una prima conquista, e poi un corso per apprendere la nuova lingua. Ma per loro, come per quasi tutti quelli che sono scappati dai paesi di origine per approdare in Europa in cerca di un rifugio e di una casa, la normalità è una conquista difficile. Prima di tornare a vivere si annuncia un’attesa di anni.
Jenny Erpenbeck, tra le più interessanti e innovative scrittrici tedesche contemporanee, non teme l’ambizione dell’analisi politica, della denuncia sociale, e riflette con un romanzo completamente immerso nel presente, quasi al limite della cronaca, del reportage letterario, sui contrasti paradossali della nostra epoca, l’opposizione tra ricchezza e indigenza, libertà e asservimento, tra la cancellazione delle culture e il disegno di una nuova identità.]]>
352 Jenny Erpenbeck 8838935424 Three 3 Probabilmente sono tutte queste cose, e anche, ma in secondo o terzo piano, l'attrazione per una giovane che insegna il tedesco agli immigrati, con la quale cerca di stabilire un minimo di rapporto personale, con grande discrezione e senza alcun riscontro da parte della ragazza, troppo più giovane di lui per prenderlo in considerazione.
Fatto è che nei mesi successivi al pensionamento Richard passa molto del suo tempo fra l'uno e l'altro dei rifugi in cui i migranti di Oranienplatz vengono spostati come pacchi, talvolta secondo esigenze dolorose ma ragionevoli come quella di dare loro un tetto anche se questo li separa dagli amici; talvolta secondo esigenze demenzialmente burocratiche, per cui chi ha fatto domanda di asilo a Magdeburgo o ad Amburgo deve tornare da Berlino (non si sa con quali soldi) là dove ha presentato la domanda, in attesa che questa venga esaminata e che si scopra quello che si sapeva dall'inizio, cioè che siccome il loro primo luogo di approdo è stata l'Italia, solo in Italia possono avere diritto di vivere e lavorare*.
Con Richard veniamo a conoscenza di storie che in teoria dovremmo sapere già (gente che stava benissimo nel suo paese e che è stata costretta ad andarsene per una sollevazione non si sa neanche bene di chi; padri che sono saliti su un gommone con i loro figli e sono sbarcati dalla nave che li ha ripescati, ma senza i loro figli; figli che hanno visto rapire e bruciare vivi i loro padri) e di qualcosa di meno evidentemente drammatico, come il non avere il controllo sulla propria vita, non sapere dove si sarà fra un mese o un anno, e con chi si trascorrerà questo mese o anno e quelli successivi.
Richard partecipa alle vicende di tutti offrendo ascolto, ospitalità, soldi, piccoli o grandi regali. Le persone con cui entra in contatto accettano tutto con naturalezza, talvolta con stupore, in un caso (forse, la certezza non si avrà) con ingratitudine. Sono persone che vivono in una bolla e non ne possono uscire. La sensazione finale, infatti, è che il vetro che divide chi è a casa propria dall'ospite (anche se gradito) non si rompa mai, nonostante la buona fede assoluta di Richard ("quanto riesco a sostenere è solo la superficie di tutto quanto non riesco a sostenere") e l'umanità dei suoi amici.

*Faccio una considerazione personale: ma coloro che hanno scritto e, soprattutto, firmato il famoso accordo di Dublino erano ubriachi o semplicemente scemi? Quanti luoghi di approdo pensavano che potessero presentarsi a chi arriva dalla Libia? E per quale mai ragione in Europa tutto il peso della gestione della migrazione dovrebbe gravare su un solo paese? Lo dico, sia chiaro, senza minimamente condividere - anzi - alcuna pulsione razzista, né il raccapricciante distinguo fra profughi di guerra e "migranti economici", ma in base alla facile constatazione che un paese solo, tanto più se già poco solido di suo, non può dare lavoro, istruzione, alloggio e welfare a qualche milione di nuovi arrivi concentrati in pochi anni. Mentre ventisette paesi, alcuni dei quali economicamente molto solidi, lo potrebbero fare con uno sforzo relativo.]]>
3.99 2015 Voci del verbo andare
author: Jenny Erpenbeck
name: Three
average rating: 3.99
book published: 2015
rating: 3
read at: 2018/05/12
date added: 2023/09/06
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Per il professor Richard è arrivato il momento di andare in pensione, cosa che egli accetta con la serenità di un uomo che è sostanzialmente risolto. Non ne è contento, ma non se ne lascia travolgere. Senza più niente da fare, è la curiosità a spingerlo verso la piazza berlinese in cui sono accampate alcune centinaia di migranti per cercare di capire qualcosa di loro? E' la solitudine, la necessità di occupare in qualche modo il suo tempo? E' la sensibilità verso gli altri? E' il vago senso di essere un privilegiato che ha accompagnato, inespresso, tutta la sua vita, fino da quando, abitando all'est, non provava alcuna sensazione di deprivazione rispetto ai concittadini dell'ovest, e semmai restava turbato scoprendo che altri erano così poveri da dovergli rubare il tacchino natalizio dal terrazzo in cui sua moglie aveva riposto la grande teglia? E' la spinta, quasi istintiva, del professore che vuole dare agli altri qualcosa della propria cultura, o del proprio amore per la cultura?
Probabilmente sono tutte queste cose, e anche, ma in secondo o terzo piano, l'attrazione per una giovane che insegna il tedesco agli immigrati, con la quale cerca di stabilire un minimo di rapporto personale, con grande discrezione e senza alcun riscontro da parte della ragazza, troppo più giovane di lui per prenderlo in considerazione.
Fatto è che nei mesi successivi al pensionamento Richard passa molto del suo tempo fra l'uno e l'altro dei rifugi in cui i migranti di Oranienplatz vengono spostati come pacchi, talvolta secondo esigenze dolorose ma ragionevoli come quella di dare loro un tetto anche se questo li separa dagli amici; talvolta secondo esigenze demenzialmente burocratiche, per cui chi ha fatto domanda di asilo a Magdeburgo o ad Amburgo deve tornare da Berlino (non si sa con quali soldi) là dove ha presentato la domanda, in attesa che questa venga esaminata e che si scopra quello che si sapeva dall'inizio, cioè che siccome il loro primo luogo di approdo è stata l'Italia, solo in Italia possono avere diritto di vivere e lavorare*.
Con Richard veniamo a conoscenza di storie che in teoria dovremmo sapere già (gente che stava benissimo nel suo paese e che è stata costretta ad andarsene per una sollevazione non si sa neanche bene di chi; padri che sono saliti su un gommone con i loro figli e sono sbarcati dalla nave che li ha ripescati, ma senza i loro figli; figli che hanno visto rapire e bruciare vivi i loro padri) e di qualcosa di meno evidentemente drammatico, come il non avere il controllo sulla propria vita, non sapere dove si sarà fra un mese o un anno, e con chi si trascorrerà questo mese o anno e quelli successivi.
Richard partecipa alle vicende di tutti offrendo ascolto, ospitalità, soldi, piccoli o grandi regali. Le persone con cui entra in contatto accettano tutto con naturalezza, talvolta con stupore, in un caso (forse, la certezza non si avrà) con ingratitudine. Sono persone che vivono in una bolla e non ne possono uscire. La sensazione finale, infatti, è che il vetro che divide chi è a casa propria dall'ospite (anche se gradito) non si rompa mai, nonostante la buona fede assoluta di Richard ("quanto riesco a sostenere è solo la superficie di tutto quanto non riesco a sostenere") e l'umanità dei suoi amici.

*Faccio una considerazione personale: ma coloro che hanno scritto e, soprattutto, firmato il famoso accordo di Dublino erano ubriachi o semplicemente scemi? Quanti luoghi di approdo pensavano che potessero presentarsi a chi arriva dalla Libia? E per quale mai ragione in Europa tutto il peso della gestione della migrazione dovrebbe gravare su un solo paese? Lo dico, sia chiaro, senza minimamente condividere - anzi - alcuna pulsione razzista, né il raccapricciante distinguo fra profughi di guerra e "migranti economici", ma in base alla facile constatazione che un paese solo, tanto più se già poco solido di suo, non può dare lavoro, istruzione, alloggio e welfare a qualche milione di nuovi arrivi concentrati in pochi anni. Mentre ventisette paesi, alcuni dei quali economicamente molto solidi, lo potrebbero fare con uno sforzo relativo.
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Il figlio americano 54420501 Alla morte del marito, Pival decide che è arrivato il momento di scoprire se il figlio è morto davvero. Una volta arrivata a New York, si trova ad avere come guida Satya, un giovane bangladese da poco negli Stati Uniti che non ha mai oltrepassato i confini della città, e Rebecca, attrice americana che per sbarcare il lunario si trasforma in dama di compagnia. I reciproci pregiudizi e la fondamentale ignoranza di ciascuno verso la cultura dell’altro saranno fonte di vivaci scambi, e durante il viaggio Pival scoprirà che la sua comprensione del figlio, e le sue speranze di riunirsi a lui, sono messe in discussione dalla crescente conoscenza di quello strano Paese. Mentre il legame tra i membri del bizzarro trio si rafforza, Pival, Satya e Rebecca imparano a vedere l’America e loro stessi in modo nuovo e profondo.
I reciproci pregiudizi e la fondamentale ignoranza di ciascuno verso la cultura dell’altro saranno fonte di vivaci scambi, ma alla fine del viaggio ognuno avrà imparato verità prima ritenute impensabili. E si svelerà anche il mistero di Rahi.]]>
336 Leah Franqui 8833210545 Three 3 Per esempio, non si capisce perchè una ricca signora indiana, finalmente rimasta vedova (l'avverbio trionfalistico non è elegante, ma mi pare rappresenti adeguatamente la situazione), e non convinta che il suo unico figlio - da tempo emigrato in America - sia davvero morto (come le aveva fatto credere il marito, oltraggiato e furibondo perchè il giovane aveva osato dichiararsi gay), anziché precipitarsi nella città ove il figlio risiedeva per cercare sue notizie, faccia invece un lungo giro turistico negli USA, e solo alla fine del viaggio arrivi a destinazione, trovando poi molto facilmente le risposte che cercava.
Non si capisce neanche perchè in tutto ciò ci vengano raccontate le vicende familiari di personaggi assolutamente marginali, quale il proprietario dell'agenzia cui lei si rivolge per organizzare il viaggio e - un po' meno marginali - i due ragazzi (americana lei e bangladese lui) che la accompagnano in giro per l'America.
E calerei un velo di pietoso silenzio sul finale zuccheroso e per niente verosimile.
Tuttavia è stata per me una lettura piacevole, sia per l'umanità dei personaggi, sia per il miscuglio di ingenuità e di saggezza della signora, che mai prima si era allontanata dalla sua città né, tantomeno, aveva potuto muoversi in totale libertà, e davanti alle tante novità che incontra negli USA si rende conto lucidamente di quanto la vita possa essere diversa per chi non è sottoposto a vincoli di tradizioni millenarie ed immutabili (e lei, comunque, è una persona fortunata, in quanto appartenente alla casta dei ricchi). In fin dei conti, è una storia di crescita personale, non solo per i due ragazzi che viaggiano con lei ma anche per lei, che era diventata adulta senza vivere pienamente.]]>
4.00 2018 Il figlio americano
author: Leah Franqui
name: Three
average rating: 4.00
book published: 2018
rating: 3
read at: 2023/08/11
date added: 2023/08/24
shelves:
review:
è un libro un po' strano, viziato da parecchie illogicità.
Per esempio, non si capisce perchè una ricca signora indiana, finalmente rimasta vedova (l'avverbio trionfalistico non è elegante, ma mi pare rappresenti adeguatamente la situazione), e non convinta che il suo unico figlio - da tempo emigrato in America - sia davvero morto (come le aveva fatto credere il marito, oltraggiato e furibondo perchè il giovane aveva osato dichiararsi gay), anziché precipitarsi nella città ove il figlio risiedeva per cercare sue notizie, faccia invece un lungo giro turistico negli USA, e solo alla fine del viaggio arrivi a destinazione, trovando poi molto facilmente le risposte che cercava.
Non si capisce neanche perchè in tutto ciò ci vengano raccontate le vicende familiari di personaggi assolutamente marginali, quale il proprietario dell'agenzia cui lei si rivolge per organizzare il viaggio e - un po' meno marginali - i due ragazzi (americana lei e bangladese lui) che la accompagnano in giro per l'America.
E calerei un velo di pietoso silenzio sul finale zuccheroso e per niente verosimile.
Tuttavia è stata per me una lettura piacevole, sia per l'umanità dei personaggi, sia per il miscuglio di ingenuità e di saggezza della signora, che mai prima si era allontanata dalla sua città né, tantomeno, aveva potuto muoversi in totale libertà, e davanti alle tante novità che incontra negli USA si rende conto lucidamente di quanto la vita possa essere diversa per chi non è sottoposto a vincoli di tradizioni millenarie ed immutabili (e lei, comunque, è una persona fortunata, in quanto appartenente alla casta dei ricchi). In fin dei conti, è una storia di crescita personale, non solo per i due ragazzi che viaggiano con lei ma anche per lei, che era diventata adulta senza vivere pienamente.
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Lezioni 123172564 575 Ian McEwan 885844163X Three 3 D'accordo, non siamo al livello di Amsterdam o di Cani neri, che ho trovato orrendi. Ma siamo anche a qualche anno luce da Lettera a Berlino, o dai grandi romanzi della maturità, tipo Espiazione, Sabato e La ballata di Adam Henry.
Ormai è chiaro che McEwan dà il suo meglio ponendo il suo personaggio in una situazione critica e facendogliela affrontare, cosa che in genere avviene in duecento pagine sature di pensieri, attività, etica, tenerezza, cinismo, ironia. Qui il protagonista, trascinato in una storia infinita, non ha abbastanza personalità per affrontare le mille situazioni critiche di una vita intera, o forse non c'è, in una vita intera, una sufficiente quantità di situazioni critiche da giustificare che tutta la vita venga raccontata.
Così su questo libro fluviale, rispetto agli altri miracolosamente sintetici, non trovo niente da dire. Che cosa si può dire di quest’uomo del tutto senza qualità, poeta mancato, studente mancato, pianista di piano bar, marito mancato (non per colpa sua), padre discreto e nonno affettuoso? Che cosa ha di diverso dal 90% delle persone di questo mondo?
Ci viene chiesto di credere che la sua inconcludenza sia causata da una settimana (una!) in cui, a otto anni, si trova libero di vagare senza controllo (non ricordo l'anomalia per cui questo accade) per la base militare in cui vive con il padre militare e la madre. E dovrebbe essere per il ricordo di questa libertà assoluta che da grande non trova, perché non lo cerca, un lavoro fisso (mmm�).
Pochi anni dopo ha una relazione con un'insegnante di musica, di dieci anni più vecchia di lui. E, siamo d’accordo, nel rapporto fra un minorenne ed un adulto, il minorenne (che sia maschio o femmina) è quello che subisce un abuso. Ma rimango convinta che se il minorenne ha quattordici/sedici anni ed è maschio non rimanga esattamente traumatizzato dalla vicenda, ed è quasi ridicolo che il nostro, a distanza di qualche decennio, abbia una sorta di agnizione, rendendosi finalmente conto di essere stato abusato dalla maestra di pianoforte. Che poi sia a causa di questa vicenda che lui, fra i diciotto ed i trent’anni, svolazzi fra una relazione e l’altra senza trovare stabilità (cioè faccia quello che fa almeno la metà delle persone di quelle età) è ridicolo per davvero.
Non sto sconsigliando di leggerlo. Alla fine un libro di McEwan varrà sempre la pena di leggerlo, è scritto bene, ha Londra sullo sfondo, è - come sempre - affabulante. Dietro, o intorno o accanto a Roland (che nome brutto) ci sono gli avvenimenti della seconda metà del ventesimo e dei primi vent'anni del ventunesimo secolo: ma posso dire (e vedo che in questo vado molto contro la corrente dei lettori) che mi sembrano appiccicati lì per fare una specie di riepilogo, qualche breve cenno sull'universo?
Io adesso vado a rileggermi La ballata di Adam Henry.

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4.04 2022 Lezioni
author: Ian McEwan
name: Three
average rating: 4.04
book published: 2022
rating: 3
read at: 2023/04/16
date added: 2023/08/20
shelves:
review:
Mah.
D'accordo, non siamo al livello di Amsterdam o di Cani neri, che ho trovato orrendi. Ma siamo anche a qualche anno luce da Lettera a Berlino, o dai grandi romanzi della maturità, tipo Espiazione, Sabato e La ballata di Adam Henry.
Ormai è chiaro che McEwan dà il suo meglio ponendo il suo personaggio in una situazione critica e facendogliela affrontare, cosa che in genere avviene in duecento pagine sature di pensieri, attività, etica, tenerezza, cinismo, ironia. Qui il protagonista, trascinato in una storia infinita, non ha abbastanza personalità per affrontare le mille situazioni critiche di una vita intera, o forse non c'è, in una vita intera, una sufficiente quantità di situazioni critiche da giustificare che tutta la vita venga raccontata.
Così su questo libro fluviale, rispetto agli altri miracolosamente sintetici, non trovo niente da dire. Che cosa si può dire di quest’uomo del tutto senza qualità, poeta mancato, studente mancato, pianista di piano bar, marito mancato (non per colpa sua), padre discreto e nonno affettuoso? Che cosa ha di diverso dal 90% delle persone di questo mondo?
Ci viene chiesto di credere che la sua inconcludenza sia causata da una settimana (una!) in cui, a otto anni, si trova libero di vagare senza controllo (non ricordo l'anomalia per cui questo accade) per la base militare in cui vive con il padre militare e la madre. E dovrebbe essere per il ricordo di questa libertà assoluta che da grande non trova, perché non lo cerca, un lavoro fisso (mmm�).
Pochi anni dopo ha una relazione con un'insegnante di musica, di dieci anni più vecchia di lui. E, siamo d’accordo, nel rapporto fra un minorenne ed un adulto, il minorenne (che sia maschio o femmina) è quello che subisce un abuso. Ma rimango convinta che se il minorenne ha quattordici/sedici anni ed è maschio non rimanga esattamente traumatizzato dalla vicenda, ed è quasi ridicolo che il nostro, a distanza di qualche decennio, abbia una sorta di agnizione, rendendosi finalmente conto di essere stato abusato dalla maestra di pianoforte. Che poi sia a causa di questa vicenda che lui, fra i diciotto ed i trent’anni, svolazzi fra una relazione e l’altra senza trovare stabilità (cioè faccia quello che fa almeno la metà delle persone di quelle età) è ridicolo per davvero.
Non sto sconsigliando di leggerlo. Alla fine un libro di McEwan varrà sempre la pena di leggerlo, è scritto bene, ha Londra sullo sfondo, è - come sempre - affabulante. Dietro, o intorno o accanto a Roland (che nome brutto) ci sono gli avvenimenti della seconda metà del ventesimo e dei primi vent'anni del ventunesimo secolo: ma posso dire (e vedo che in questo vado molto contro la corrente dei lettori) che mi sembrano appiccicati lì per fare una specie di riepilogo, qualche breve cenno sull'universo?
Io adesso vado a rileggermi La ballata di Adam Henry.


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Olive Kitteridge 9667105 Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana � e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. È il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti�, del Premio Pulitzer 2009.]]> 383 Elizabeth Strout 886411033X Three 3 L'idea di raccontare storie disparate, legate dal luogo ove si svolgono e dalla presenza costante, più o meno evidente, di un unico personaggio, mi pare buona.
Ed anche il personaggio di Olive, scabro, incapace di sentimentalismi, e però tutt'altro che avaro di sè, è bello.
C'è però qualcosa che non mi convince del tutto, forse proprio il fatto che la narrazione in forma di racconto finisca per mettere insieme un'overdose di disperazioni, che alla lunga non riescono più rendere partecipe il lettore. Non a caso, il racconto più bello è, secondo me, quello delle due sorelle, in cui la maggiore sceglie di fuggire con il suo fidanzato, anche grazie alla complicità della minore: l'unico racconto che parli di speranza.]]>
3.93 2008 Olive Kitteridge
author: Elizabeth Strout
name: Three
average rating: 3.93
book published: 2008
rating: 3
read at: 2010/06/02
date added: 2023/08/19
shelves:
review:
Faccio fatica ad esprimere un giudizio su questo libro.
L'idea di raccontare storie disparate, legate dal luogo ove si svolgono e dalla presenza costante, più o meno evidente, di un unico personaggio, mi pare buona.
Ed anche il personaggio di Olive, scabro, incapace di sentimentalismi, e però tutt'altro che avaro di sè, è bello.
C'è però qualcosa che non mi convince del tutto, forse proprio il fatto che la narrazione in forma di racconto finisca per mettere insieme un'overdose di disperazioni, che alla lunga non riescono più rendere partecipe il lettore. Non a caso, il racconto più bello è, secondo me, quello delle due sorelle, in cui la maggiore sceglie di fuggire con il suo fidanzato, anche grazie alla complicità della minore: l'unico racconto che parli di speranza.
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Revolutionary Road 6371312 457 Richard Yates 8875212023 Three 2 Ma poi ho pensato che a voler fare gli spiritosi ad ogni costo si finisce per risultare stupidi e sgradevoli come un presidente del consiglio che abbiamo avuto neanche tanto tempo fa [n.b.: la recensione è del 2012] ed allora ho cominciato a pensare a recensioni un po' meno brillanti ed un po' più ragionate.
E così, rileggendo una dopo l'altra le frasi che avevo sottolineato durante la lettura, ho pensato che April e Frank sono i fratelli maggiori dei ragazzi che, circa dieci anni più tardi, riempiranno le strade di cortei di protesta, schifati da una società che li vorrebbe adulti rigidamente intruppati nello schema successo/famiglia/rispettabilità, e che nel frattempo li spedisce in Vietnam (così sottraendo molti di loro, caritatevolmente, al rischio di non raggiungere tali obbiettivi - anzi, al rischio di diventare adulti tout court).
Ma questo non è poi del tutto vero, perché April e Frank, con tutto il loro disgusto per il lavoro stupido di lui e per le casette ridenti dei sobborghi, il lavoro stupido e la casetta ridente li hanno cercati e presi, e se uno di loro pensa di abbandonarli (perché l'altro, in realtà, non l'ha mai desiderato realmente) non lo fa per realizzare un progetto di vita diversa, ma solo per realizzare un progetto di vita altrove, affidando allo spostamento fisico il compito di rendere la vita migliore di quanto non sia "a casa".
Così ho capito che April e Frank, in realtà, un progetto non lo hanno, perché loro non "sono".
Non c'è un gesto, una parola, nelle loro vite, che corrisponda a quanto loro effettivamente sentono, pensano, desiderano.
Lui ha adottato un tipo di camminata che dovrebbe renderlo interessante (effettivamente si fa, a quindici anni); accende la sigaretta con un gesto che gli dà un'aria drammatica; imita un tale Eddie Cantor per dimostrare a sua moglie di poter essere gentile anche quando è tormentato (non perché vuole essere gentile con sua moglie).
Lei, dopo avere affidato infantilmente le sue aspirazioni di realizzazione personale ad una filodrammatica, si limita ad odiare sorridendo qualsiasi cosa o persona incontri.
E qui, sulla parola "odiare", ho trovato la mia chiave di lettura di questo libro: April e Frank concepiscono solo l’odio, non amano se stessi, non si amano reciprocamente, non amano i loro figli; ovviamente, non amano la loro casa, il lavoro di lui, i loro presunti amici.
E da un certo punto in avanti ho creduto di scorgere il filo rosso di questa mancanza di amore all'interno della storia, nella totale assenza di amore - e forse nell'odio - dell'autore verso i suoi personaggi.
Per come la vedo io, il privilegio di un autore - che sia un genio o il più indegno degli imbrattacarte - è la possibilità di inventare un mondo a propria immagine e somiglianza, e di viverci, o di farci vivere persone di propria scelta, facendole muovere secondo la propria volontà. Ovviamente, non tutti saranno personaggi positivi, ma è fatale che almeno a qualcuno di loro l'autore conceda, magari fra mille difetti e colpe, un guizzo di umanità o di intelligenza o di spirito che lo riscatta.
Qui no. Io poi non so se Yates abbia veramente odiato i suoi personaggi, ma certamente non li ha salvati. Nè ha salvato il loro mondo, in cui ha accumulato una impressionante quantità di dettagli ridicoli, disgustosi, meschini: vado a caso fra le mie sottolineature, dove trovo "il sentore di rancido" della pelle di Milly; l'"orrendo fermacravatta" del medico che ha in cura il figlio dei Givings; il compiacimento dei musicisti del locale da ballo, che "non si rendevano assolutamente conto della propria mediocrità"; la pizzeria "di quart'ordine" dove le due coppie vanno a ballare; le ciglia "spesse e rigide come altrettante zampe di ragno" di Maureen, e potrei andare avanti a lungo.
Ci fosse in questo libro una cosa (un tavolino, una camicetta, una pianta, il colore di un’automobile, che ne so) che è bello, o almeno che non fa schifo: non c’�. Non c'è una riga - nemmeno nel finale tragico, peraltro bellissimo - in cui Yates conceda ai suoi personaggi di vivere in un mondo decente o in cui mostri un minimo di pietà per loro.
Ed a me, cui non sono piaciuti, ispirano pietà almeno per questo.]]>
4.22 1961 Revolutionary Road
author: Richard Yates
name: Three
average rating: 4.22
book published: 1961
rating: 2
read at: 2012/12/30
date added: 2023/08/19
shelves:
review:
mentre leggevo questo libro (c'è voluto un bel po', sono una lettrice lenta) ho avuto modo di pensare a parecchie recensioni, aggiustandone mentalmente il taglio. La più caustica cominciava con il titolo: ma a voi non è piaciuto davvero, no?, pero non era male neanche quella in cui riportavo un brano che nella mia edizione è a pag. 216 e che fa: “le sue pareti anguste, tappezzate di carta a grandi fiorami rosa e lavanda, sostenevano caute scaffalature che a loro volta reggevano file di fragili oggettini di vetro tintinnanti� e chiosavo: ho un'idea, perché non ci mettiamo qualche aggettivo?
Ma poi ho pensato che a voler fare gli spiritosi ad ogni costo si finisce per risultare stupidi e sgradevoli come un presidente del consiglio che abbiamo avuto neanche tanto tempo fa [n.b.: la recensione è del 2012] ed allora ho cominciato a pensare a recensioni un po' meno brillanti ed un po' più ragionate.
E così, rileggendo una dopo l'altra le frasi che avevo sottolineato durante la lettura, ho pensato che April e Frank sono i fratelli maggiori dei ragazzi che, circa dieci anni più tardi, riempiranno le strade di cortei di protesta, schifati da una società che li vorrebbe adulti rigidamente intruppati nello schema successo/famiglia/rispettabilità, e che nel frattempo li spedisce in Vietnam (così sottraendo molti di loro, caritatevolmente, al rischio di non raggiungere tali obbiettivi - anzi, al rischio di diventare adulti tout court).
Ma questo non è poi del tutto vero, perché April e Frank, con tutto il loro disgusto per il lavoro stupido di lui e per le casette ridenti dei sobborghi, il lavoro stupido e la casetta ridente li hanno cercati e presi, e se uno di loro pensa di abbandonarli (perché l'altro, in realtà, non l'ha mai desiderato realmente) non lo fa per realizzare un progetto di vita diversa, ma solo per realizzare un progetto di vita altrove, affidando allo spostamento fisico il compito di rendere la vita migliore di quanto non sia "a casa".
Così ho capito che April e Frank, in realtà, un progetto non lo hanno, perché loro non "sono".
Non c'è un gesto, una parola, nelle loro vite, che corrisponda a quanto loro effettivamente sentono, pensano, desiderano.
Lui ha adottato un tipo di camminata che dovrebbe renderlo interessante (effettivamente si fa, a quindici anni); accende la sigaretta con un gesto che gli dà un'aria drammatica; imita un tale Eddie Cantor per dimostrare a sua moglie di poter essere gentile anche quando è tormentato (non perché vuole essere gentile con sua moglie).
Lei, dopo avere affidato infantilmente le sue aspirazioni di realizzazione personale ad una filodrammatica, si limita ad odiare sorridendo qualsiasi cosa o persona incontri.
E qui, sulla parola "odiare", ho trovato la mia chiave di lettura di questo libro: April e Frank concepiscono solo l’odio, non amano se stessi, non si amano reciprocamente, non amano i loro figli; ovviamente, non amano la loro casa, il lavoro di lui, i loro presunti amici.
E da un certo punto in avanti ho creduto di scorgere il filo rosso di questa mancanza di amore all'interno della storia, nella totale assenza di amore - e forse nell'odio - dell'autore verso i suoi personaggi.
Per come la vedo io, il privilegio di un autore - che sia un genio o il più indegno degli imbrattacarte - è la possibilità di inventare un mondo a propria immagine e somiglianza, e di viverci, o di farci vivere persone di propria scelta, facendole muovere secondo la propria volontà. Ovviamente, non tutti saranno personaggi positivi, ma è fatale che almeno a qualcuno di loro l'autore conceda, magari fra mille difetti e colpe, un guizzo di umanità o di intelligenza o di spirito che lo riscatta.
Qui no. Io poi non so se Yates abbia veramente odiato i suoi personaggi, ma certamente non li ha salvati. Nè ha salvato il loro mondo, in cui ha accumulato una impressionante quantità di dettagli ridicoli, disgustosi, meschini: vado a caso fra le mie sottolineature, dove trovo "il sentore di rancido" della pelle di Milly; l'"orrendo fermacravatta" del medico che ha in cura il figlio dei Givings; il compiacimento dei musicisti del locale da ballo, che "non si rendevano assolutamente conto della propria mediocrità"; la pizzeria "di quart'ordine" dove le due coppie vanno a ballare; le ciglia "spesse e rigide come altrettante zampe di ragno" di Maureen, e potrei andare avanti a lungo.
Ci fosse in questo libro una cosa (un tavolino, una camicetta, una pianta, il colore di un’automobile, che ne so) che è bello, o almeno che non fa schifo: non c’�. Non c'è una riga - nemmeno nel finale tragico, peraltro bellissimo - in cui Yates conceda ai suoi personaggi di vivere in un mondo decente o in cui mostri un minimo di pietà per loro.
Ed a me, cui non sono piaciuti, ispirano pietà almeno per questo.
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Fiamme di pietra 62088942
Che si tratti di romanzi storici come L’uomo dei sogni e Il collare rosso o di storie ambientate nel mondo contemporaneo, come Check-point e L’appeso di Conakry, i libri di Jean-Christophe Rufin hanno conquistato un ampio pubblico]]>
288 Jean-Christophe Rufin 8833575446 Three 1 dato quanto sopra è ovvio che non mi ricordi neanche che cosa mi aspettassi di leggere: ma di Rufin sapevo che è un signore di circa settant'anni, medico di professione, già ambasciatore e vincitore del Goncourt, quindi, pur nella genericità delle mie aspettative, avevo in mente qualcosa di solido. Cioè, non avevo in programma di leggere una storia d'amore che potrebbe essere stata scritta da una sedicenne tiktoker. E invece.
Non manca nulla: né la donna misteriosa né l'uomo rude né la differenza di ambiente sociale né il terzo incomodo né l'incidente stradale potenzialmente mortale (ma fortunatamente no) né - poteva non esserci? - la valanga altrettanto potenzialmente mortale (ma fortunatamente neanche lei).
Non escludo che agli appassionati certe descrizioni della montagna e delle arrampicate possano piacere, ma stento a credere che a tale categoria (composta, secondo lo stereotipo corrente, da persone silenziose e profonde) appartenga qualcuno che può leggere "Dentro di lei desiderio e timore stavano combattendo una battaglia dalle sorti incerte. Capì pure che Laure non avrebbe mai pronunciato le parole decisive che l'avrebbero riavvicinata a Remy" , o, magari "In quel momento la loro unione veniva da lontanissimo, era un torrente che trasportava così tanti ricordi pesanti, speranze e fallimenti, così tante attese e sogni dolorosi che arrestarne lo scorrimento frantumava per la prima volta tutti gli ostacoli, polverizzava ogni ritegno e ogni paura" senza avvertire un principio di nausea.]]>
3.18 2021 Fiamme di pietra
author: Jean-Christophe Rufin
name: Three
average rating: 3.18
book published: 2021
rating: 1
read at: 2023/08/16
date added: 2023/08/18
shelves:
review:
non ricordo quale recensione, commento o trasmissione televisiva abbia potuto indurre una persona che mai è andata in montagna (né mai ci andrà) a mettere in wl questo libro. Poi il libro è rientrato in un'offerta del giorno e l'acquisto è scattato in automatico.
dato quanto sopra è ovvio che non mi ricordi neanche che cosa mi aspettassi di leggere: ma di Rufin sapevo che è un signore di circa settant'anni, medico di professione, già ambasciatore e vincitore del Goncourt, quindi, pur nella genericità delle mie aspettative, avevo in mente qualcosa di solido. Cioè, non avevo in programma di leggere una storia d'amore che potrebbe essere stata scritta da una sedicenne tiktoker. E invece.
Non manca nulla: né la donna misteriosa né l'uomo rude né la differenza di ambiente sociale né il terzo incomodo né l'incidente stradale potenzialmente mortale (ma fortunatamente no) né - poteva non esserci? - la valanga altrettanto potenzialmente mortale (ma fortunatamente neanche lei).
Non escludo che agli appassionati certe descrizioni della montagna e delle arrampicate possano piacere, ma stento a credere che a tale categoria (composta, secondo lo stereotipo corrente, da persone silenziose e profonde) appartenga qualcuno che può leggere "Dentro di lei desiderio e timore stavano combattendo una battaglia dalle sorti incerte. Capì pure che Laure non avrebbe mai pronunciato le parole decisive che l'avrebbero riavvicinata a Remy" , o, magari "In quel momento la loro unione veniva da lontanissimo, era un torrente che trasportava così tanti ricordi pesanti, speranze e fallimenti, così tante attese e sogni dolorosi che arrestarne lo scorrimento frantumava per la prima volta tutti gli ostacoli, polverizzava ogni ritegno e ogni paura" senza avvertire un principio di nausea.
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<![CDATA[Attraversare la notte (Italian Edition)]]> 62843871
Un nuovo tenebroso e intenso romanzo dell’autore di Dopo la guerra, Scambiare i lupi per cani e L’ombra del fuoco, tre libri indimenticabili.

In quanto comandante di polizia giudiziaria, le giornate di Jourdan sono un susseguirsi di cadaveri, balordi in fuga, scene di orrore e disperazione, sangue. Non ne può più, è esaurito, ha il disgusto per la vita che fa. Eppure è un bravissimo poliziotto, al comando di una squadra di giovani affiatati, ma quel lavoro lo assorbe troppo, l’ha portato gradualmente ad allontanarsi dalla moglie, si sente svuotato e solo.

Louise abita in un piccolo appartamento con il figlio Sam, di otto anni. È ancora molto giovane, viene da una prima fase di vita segnata dalla scomparsa prematura dei genitori, poi da alcuni anni di droga ai quali è miracolosamente sopravvissuta. Sbarca il lunario facendo assistenza agli anziani a domicilio e vive terrorizzata dall’ex compagno, un violento che la minaccia, la segue, la picchia.

In una Bordeaux invernale spazzata dalla pioggia e dal vento le loro strade si incontrano mentre Jourdan è impegnato a dare la caccia a un assassino di donne, un individuo spietato dall’aspetto ordinario, insospettabile.]]>
300 Hervé Le Corre 8833575756 Three 2 Fino a metà ho combattuto con il desiderio di salvare il libro nel file degli abbandonati, poi la storia ha preso un minimo di abbrivio e sono arrivata in fondo, senza particolare piacere.
P.S.: a Bordeaux ci sono stata (bella città, fra l’altro) e posso dire che non è vero che piove sempre, a torrenti, con le strade allagate e fangose e i parabrezza quasi oscurati dalla pioggia, come sembrerebbe leggendo questo libro.]]>
3.82 2021 Attraversare la notte (Italian Edition)
author: Hervé Le Corre
name: Three
average rating: 3.82
book published: 2021
rating: 2
read at: 2023/08/02
date added: 2023/08/01
shelves:
review:
il poliziotto in crisi esistenziale è uno dei topoi letterari che trovo più indigesti, seguito a breve distanza dal medico legale tanto più sorridente quanto più rovinato è il cadavere su cui sta lavorando. Qui il primo è centrale nella storia, il secondo passa sullo sfondo ma non manca. Né mancano il serial killer, la donna vittima/madre forte, il violento con le donne e alcuni personaggi di contorno.
Fino a metà ho combattuto con il desiderio di salvare il libro nel file degli abbandonati, poi la storia ha preso un minimo di abbrivio e sono arrivata in fondo, senza particolare piacere.
P.S.: a Bordeaux ci sono stata (bella città, fra l’altro) e posso dire che non è vero che piove sempre, a torrenti, con le strade allagate e fangose e i parabrezza quasi oscurati dalla pioggia, come sembrerebbe leggendo questo libro.
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Il respiro della marea 43698893 Una protagonista tenace e volitiva. Un'ambientazione di grande fascino. Una serie di gialli di enorme successo: tre milioni di copie vendute in Francia

Tra Lanester e Lorient, due tranquille cittadine sulla costa bretone, al ritirarsi della marea viene ritrovato il cadavere di un vagabondo. Ma è una fine più che scontata, per un uomo notoriamente dedito al bere.

L’amministratore di un’azienda è scomparso, ma sono tante le persone che spariscono senza un evidente motivo.

Alcuni balordi, infine, hanno rubato un’auto e svaligiato una casa.

Ordinaria amministrazione, niente di eccezionale per la sonnolenta routine del commissariato di Lorient. Ma la giovane ispettrice Mary Lester, uscita da poco dalla scuola di Polizia, insiste nel voler seguire il proprio istinto e collegare questi avvenimenti, al di là di ogni apparenza. In un ambiente rigorosamente comandato da uomini, riuscirà Mary a convincere i colleghi ad aiutarla nell’indagine e portare a galla la verità?
Il respiro della marea è il fortunato debutto sulla scena del romanzo giallo di Mary Lester, la giovane protagonista che dimostra già in queste pagine quel piglio e quella caparbietà che la porteranno ad affrontare con successo una lunga serie di indagini e a conquistare un ampio consenso di pubblico.

Il respiro della marea è già apparso in Italia con i titoli di Omicidio a Lorient

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208 Jean Failler 8850254466 Three 3 2.64 1992 Il respiro della marea
author: Jean Failler
name: Three
average rating: 2.64
book published: 1992
rating: 3
read at: 2023/07/20
date added: 2023/07/20
shelves:
review:
è uno strano librino (il diminutivo è per le dimensioni, veramente esigue): utilizza alcuni dei più classici motivi ricorrenti dei gialli (il poliziotto giovane - qui una ragazza - canzonato dagli anziani, peraltro molto più furbo degli anziani stessi, e protetto da uno solo di loro, ormai prossimo alla pensione e svogliato, ma saggio e comprensivo), non concede assolutamente niente al tipico gioco dello spargimento di indizi ingannevoli, ma riesce lo stesso a creare un ambiente. Lo aiuta la collocazione in una terra affascinante come la Bretagna.
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<![CDATA[Le sette morti di Evelyn Hardcastle]]> 44548448 526 Stuart Turton 8854518115 Three 2 Dico solo che questo libro non sta né in cielo né in terra. (E' scritto piuttosto bene, però).]]> 3.90 2018 Le sette morti di Evelyn Hardcastle
author: Stuart Turton
name: Three
average rating: 3.90
book published: 2018
rating: 2
read at: 2020/04/21
date added: 2023/07/17
shelves:
review:
Volevo scrivere una recensione ben motivata e articolata, ma non ce la posso fare.
Dico solo che questo libro non sta né in cielo né in terra. (E' scritto piuttosto bene, però).
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Acqua rossa 61745216 367 Jurica PaviÄić Three 2
Una parola sulla traduzione: è orripilante . Il traduttore, che dal nome credo sia slavo, avrà fatto del suo meglio, ma tradurre in una lingua che non è la propria è un bel rischio. Comunque, se in casa editrice qualcuno avesse dato un’occhiata al lavoro prima di dire “si stampi� ci saremmo evitati di trovare “soddisfò�, “si sarebbero seduti, bevuto del vino� (maledetti ausiliari), “si buttò sul cibo come se domani sarebbe scoppiata la carestia�, e altre amenità . In più, l’estate di san martino è in novembre e non in settembre, ma questa forse è colpa dell’autore.]]>
3.98 2017 Acqua rossa
author: Jurica PaviÄić
name: Three
average rating: 3.98
book published: 2017
rating: 2
read at: 2023/07/15
date added: 2023/07/16
shelves:
review:
non è che non si legga bene, anzi, ma tutti questi apprezzamenti in quarta di copertina e questi premi letterari (minori, comunque) mi sembrano un po� sprecati. I personaggi sono piatti , l’intreccio con le vicende storiche della Yugoslavia degli anni novanta è pallido, la tesi (non entro nei dettagli per non spoilerare) che tutto quello che è successo dopo la sparizione della ragazza , quindi la guerra, la crisi economica, l’arrivo di investitori stranieri, lo sfruttamento delle bellezze della Dalmazia (aggiungo un inutile commento personale: Spalato è uno dei luoghi più suggestivi ed emozionanti che io abbia mai visto), lo snaturamento dei luoghi, siano tutti conseguenza della scomparsa è un delirio che non mi sentirei di avallare.

Una parola sulla traduzione: è orripilante . Il traduttore, che dal nome credo sia slavo, avrà fatto del suo meglio, ma tradurre in una lingua che non è la propria è un bel rischio. Comunque, se in casa editrice qualcuno avesse dato un’occhiata al lavoro prima di dire “si stampi� ci saremmo evitati di trovare “soddisfò�, “si sarebbero seduti, bevuto del vino� (maledetti ausiliari), “si buttò sul cibo come se domani sarebbe scoppiata la carestia�, e altre amenità . In più, l’estate di san martino è in novembre e non in settembre, ma questa forse è colpa dell’autore.
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Il treno della notte 4961058 148 Martin Amis 8806149075 Three 3 è scritto benissimo da uno che sapeva di scrivere benissimo e di potersi permettere un libro in cui si ruota come criceti intorno ad un mistero che non è un mistero o forse è un mistero ma lo è per una ragione diversa da quella che credete voi.......
però, Martin, perdonami ma i tre colpi in testa di una suicida mi sembrano un po' troppo]]>
3.41 1997 Il treno della notte
author: Martin Amis
name: Three
average rating: 3.41
book published: 1997
rating: 3
read at: 2023/07/09
date added: 2023/07/11
shelves:
review:
se dicessi che l'ho capito proprio bene direi una bugia...
è scritto benissimo da uno che sapeva di scrivere benissimo e di potersi permettere un libro in cui si ruota come criceti intorno ad un mistero che non è un mistero o forse è un mistero ma lo è per una ragione diversa da quella che credete voi.......
però, Martin, perdonami ma i tre colpi in testa di una suicida mi sembrano un po' troppo
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<![CDATA[I delitti della bella di notte (Susan Ryeland, #2)]]> 60306899 Anthony Horowitz firma un nuovo romanzo dal meccanismo narrativo perfetto, un gioco di scatole cinesi, svolte impreviste ed enigmi letterari, dove i personaggi si muovono in un'atmosfera di elegante decadenza e crescente suspense. Nella migliore tradizione dei grandi classici del genere.]]> 558 Anthony Horowitz 8831806882 Three 3 4.07 2020 I delitti della bella di notte (Susan Ryeland, #2)
author: Anthony Horowitz
name: Three
average rating: 4.07
book published: 2020
rating: 3
read at: 2023/06/26
date added: 2023/06/28
shelves:
review:
piacevole, divertente con il libro nel libro, solo un po' troppo arzigogolato nel finale
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La cartolina 61123561 456 Anne Berest 8833574776 Three 3 Da un lato, l'enormità della tragedia e dell'ingiustizia ammutoliscono ogni giudizio letterario; dall'altro lato abbiamo letto forse troppo per trovare qualcosa che non sia già, più o meno, noto, ed il libro non se ne avvantaggia.
Qui, accanto a tutto quanto si sa già, c'è l'aspetto della piccola indagine per individuare chi e perché ha inviato alla famiglia dell'autrice la cartolina con i nomi degli antenati uccisi in campo di concentramento, quaranta o cinquant'anni dopo il fatto.
Paradossalmente, proprio questo è il punto debole della storia. Insomma: ad una famiglia in cui ci sono state vittime dell'olocausto arriva una cartolina con i nomi dei quattro che sono stati deportati e non sono tornati, e finisce in un cassetto per una decina di anni, ignorata deliberatamente dalla madre, figlia di una sopravvissuta (questo si potrebbe anche capire, c'è un limite alla capacità di affrontare il dolore), e dalla figlia che, nata venticinque anni dopo la fine della guerra, preferisce pensare al proprio futuro che al passato della propria nonna (e si può capire anche questo).
Senonchè, dieci anni più tardi la non più tanto giovane ritorna sulla questione, coinvolge la madre nella ricostruzione di quanto accaduto ai loro parenti e improvvisamente si scopre che la madre dispone di un dossier dettagliatissimo sulle loro vite, che ha passato una parte non piccola della propria infanzia nel paese dove la madre (unica sopravvissuta della famiglia) era stata nascosta durante la guerra, che fin dall'infanzia la figlia si è trovata più volte a disagio con i compagni di scuola e gli amici per il proprio essere ebrea, che però ha anche amici ebrei che la mettono in crisi rimproverandole di non essere osservante (mi chiedo: ma se si è ebrei per discendenza e non per scelta, è così sbalorditivo che un ebreo non sia osservante?), insomma che nelle vite della giovane e della madre la religione è sempre stata una presenza, o magari una assenza, molto palpabile.
Il che mi pare incongruo con la reazione a scoppio ritardato che le due donne hanno rispetto all'arrivo della cartolina.
Le storie della famiglia, ricostruite grazie alle ricerche della madre, sono quelle che abbiamo già letto in tante occasioni: famiglie benestanti, colte, integrate, che da un giorno all'altro perdono tutto, cose ed amici, e nonostante tutto non riescono a credere che si andrà oltre, e si attengono scrupolosamente a tutti i divieti, per quanto assurdi ed inquietanti, convinti che prima o poi le cose si aggiusteranno.
È finita come sappiamo.]]>
4.36 2021 La cartolina
author: Anne Berest
name: Three
average rating: 4.36
book published: 2021
rating: 3
read at: 2023/06/10
date added: 2023/06/16
shelves:
review:
Parlare di un libro che tratta dell'olocausto non è facile.
Da un lato, l'enormità della tragedia e dell'ingiustizia ammutoliscono ogni giudizio letterario; dall'altro lato abbiamo letto forse troppo per trovare qualcosa che non sia già, più o meno, noto, ed il libro non se ne avvantaggia.
Qui, accanto a tutto quanto si sa già, c'è l'aspetto della piccola indagine per individuare chi e perché ha inviato alla famiglia dell'autrice la cartolina con i nomi degli antenati uccisi in campo di concentramento, quaranta o cinquant'anni dopo il fatto.
Paradossalmente, proprio questo è il punto debole della storia. Insomma: ad una famiglia in cui ci sono state vittime dell'olocausto arriva una cartolina con i nomi dei quattro che sono stati deportati e non sono tornati, e finisce in un cassetto per una decina di anni, ignorata deliberatamente dalla madre, figlia di una sopravvissuta (questo si potrebbe anche capire, c'è un limite alla capacità di affrontare il dolore), e dalla figlia che, nata venticinque anni dopo la fine della guerra, preferisce pensare al proprio futuro che al passato della propria nonna (e si può capire anche questo).
Senonchè, dieci anni più tardi la non più tanto giovane ritorna sulla questione, coinvolge la madre nella ricostruzione di quanto accaduto ai loro parenti e improvvisamente si scopre che la madre dispone di un dossier dettagliatissimo sulle loro vite, che ha passato una parte non piccola della propria infanzia nel paese dove la madre (unica sopravvissuta della famiglia) era stata nascosta durante la guerra, che fin dall'infanzia la figlia si è trovata più volte a disagio con i compagni di scuola e gli amici per il proprio essere ebrea, che però ha anche amici ebrei che la mettono in crisi rimproverandole di non essere osservante (mi chiedo: ma se si è ebrei per discendenza e non per scelta, è così sbalorditivo che un ebreo non sia osservante?), insomma che nelle vite della giovane e della madre la religione è sempre stata una presenza, o magari una assenza, molto palpabile.
Il che mi pare incongruo con la reazione a scoppio ritardato che le due donne hanno rispetto all'arrivo della cartolina.
Le storie della famiglia, ricostruite grazie alle ricerche della madre, sono quelle che abbiamo già letto in tante occasioni: famiglie benestanti, colte, integrate, che da un giorno all'altro perdono tutto, cose ed amici, e nonostante tutto non riescono a credere che si andrà oltre, e si attengono scrupolosamente a tutti i divieti, per quanto assurdi ed inquietanti, convinti che prima o poi le cose si aggiusteranno.
È finita come sappiamo.
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Punto di fuga 60548594 368 Elizabeth Brundage 8833936864 Three 1 grazie, no.
ma proprio no.]]>
3.00 2021 Punto di fuga
author: Elizabeth Brundage
name: Three
average rating: 3.00
book published: 2021
rating: 1
read at: 2023/05/12
date added: 2023/05/12
shelves:
review:
no.
grazie, no.
ma proprio no.
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La chiusa n. 1 16283962 (Le inchieste di Maigret 18 di 75)]]> 140 Georges Simenon 8845971333 Three 3 qui la storia gioca sul rapporto di strana fascinazione fra il commissario e la vittima di un'aggressione, due uomini che non potrebbero essere più diversi eppure in qualche modo si attraggono.
è una buona lettura, come sempre]]>
3.67 1933 La chiusa n. 1
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.67
book published: 1933
rating: 3
read at: 2023/05/07
date added: 2023/05/12
shelves:
review:
è successo ancora: quando una lettura mi annoia prendo una boccata d'aria leggendo un Maigret.
qui la storia gioca sul rapporto di strana fascinazione fra il commissario e la vittima di un'aggressione, due uomini che non potrebbero essere più diversi eppure in qualche modo si attraggono.
è una buona lettura, come sempre
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Le cicale 10407169 Le Cicale si narrano le esperienze di vita quotidiana di un gruppo di adolescenti, i loro rapporti spesso problematici con la scuola, con gli insegnanti, con i genitori, con i coetanei, con l'altro sesso: si snoda, così, una cronaca veloce e vivace delle sensazioni, degli stati d'animo, delle attese, delle paure, dei pudori e dei tremori, che caratterizzano il difficile trapasso dalla fanciullezza all'adolescenza, di una svariata galleria di personaggi, diversi per temperamento, sensibilità, cultura, ma accumunati spesso da analoghi problemi esistenziali.]]> 173 Giovanna Righini Ricci Three 4 su questo libro e sul seguito “Il ballo delle cicale� (entrambi purtroppo epurati dalla mia libreria in uno di quei momenti di idiozia giovanile in cui si pensa che diventare adulti significhi tagliarsi i ponti alle spalle) ho passato ore e ore, rileggendoli fino allo stremo della rilegatura, e tenendo stretto in mano un fazzoletto, per non inzuppare di lacrime le pagine più emozionanti ]]> 3.56 1967 Le cicale
author: Giovanna Righini Ricci
name: Three
average rating: 3.56
book published: 1967
rating: 4
read at: 1972/01/01
date added: 2023/04/09
shelves:
review:
i libri dell’adolescenza lasciano un ricordo perenne�
su questo libro e sul seguito “Il ballo delle cicale� (entrambi purtroppo epurati dalla mia libreria in uno di quei momenti di idiozia giovanile in cui si pensa che diventare adulti significhi tagliarsi i ponti alle spalle) ho passato ore e ore, rileggendoli fino allo stremo della rilegatura, e tenendo stretto in mano un fazzoletto, per non inzuppare di lacrime le pagine più emozionanti
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<![CDATA[Come girare il mondo gratis: Un giornalista con la valigia (Italian Edition)]]> 75606345 Ma cosa significa cambiare per tutta la vita case (una ventina), città (New York, Washington, Mosca, Gerusalemme, Londra) e competenze? Com’� veramente, dietro le quinte, il mestiere di corrispondente dall’estero? E si può ancora sognare di farlo, nell’era del web, dei social media, della rivoluzione digitale?
Raccontando la sua personale storia di reporter, in una galleria di personaggi che includono i grandi della terra, da Ronald Reagan a Mikhail Gorbaciov, da Shimon Peres a Yasser Arafat, da Tony Blair a Elisabetta II, dal primo uomo sulla luna, Neil Armstrong, all’uomo più veloce sul nostro pianeta, Usain Bolt, e molti grandi del giornalismo, a cominciare dal suo primo direttore Eugenio Scalfari, l’autore offre uno sguardo appassionato, ironico e istruttivo sulla grande avventura del giornalismo e sui Paesi in cui ha vissuto. Ci sarà sempre bisogno di giornalisti con la valigia pronta. Il prezzo è non fermarsi mai. Il premio è «girare il mondo gratis».]]>
236 Enrico Franceschini 8893889978 Three 4 Questo libro è la conseguenza di tutto ciò, coinvolgente, spesso divertente, a volte vagamente malinconico. Ma a parte questo, che è già un titolo di merito, è bello l'atteggiamento dell'autore, che pur avendo fatto, in fin dei conti, la sua porca carriera (per dirne una, ha intervistato Gorbacev il giorno prima che venisse defenestrato), mai una volta cede all'autoesaltazione, anzi sceglie sempre un profilo bassissimo, parlando di sé come di uno che ha solo avuto una gran fortuna.
Se Franceschini ha incontrato colleghi con cui non ha avuto un buon rapporto, il che in quarant'anni di carriera è più che probabile, ha l'eleganza di non lasciarlo mai trasparire, anzi: a tutti i colleghi che nomina attribuisce qualità superiori alle sue, e di ogni piccolo o grande scoop dà il merito, oltre che alla fortuna, ad un collega che lo ha incoraggiato, lo ha presentato a qualcuno, gli ha passato il numero di telefono giusto.
In un mondo in cui basta avere pubblicato un video musicale su Instagram per sentirsi Mick Jagger, ho ammirazione sconfinata per chi si considera anche solo un po' meno di quello che è.
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4.12 Come girare il mondo gratis: Un giornalista con la valigia (Italian Edition)
author: Enrico Franceschini
name: Three
average rating: 4.12
book published:
rating: 4
read at: 2023/04/08
date added: 2023/04/08
shelves:
review:
Franceschini ha fatto davvero quello che noi abbiamo solo sognato di fare (vorrei sapere quanti, fra i frequentatori di questo sito, non hanno desiderato almeno per un giorno di fare i giornalisti, da grandi), partendo per New York a poco più di vent'anni e così conquistandosi una vita fatta di viaggi, incontri, lingue straniere, mogli straniere, case cambiate con la frequenza con cui normalmente si cambia stagione nell'armadio, città cambiate con frequenza solo leggermente inferiore. Il prezzo di tutto questo è ovvio, un po' di solitudine e molto senso di colpa (verso i genitori rimasti a casa, forse anche verso il figlio, spostato qua e là), ma non si può avere tutto.
Questo libro è la conseguenza di tutto ciò, coinvolgente, spesso divertente, a volte vagamente malinconico. Ma a parte questo, che è già un titolo di merito, è bello l'atteggiamento dell'autore, che pur avendo fatto, in fin dei conti, la sua porca carriera (per dirne una, ha intervistato Gorbacev il giorno prima che venisse defenestrato), mai una volta cede all'autoesaltazione, anzi sceglie sempre un profilo bassissimo, parlando di sé come di uno che ha solo avuto una gran fortuna.
Se Franceschini ha incontrato colleghi con cui non ha avuto un buon rapporto, il che in quarant'anni di carriera è più che probabile, ha l'eleganza di non lasciarlo mai trasparire, anzi: a tutti i colleghi che nomina attribuisce qualità superiori alle sue, e di ogni piccolo o grande scoop dà il merito, oltre che alla fortuna, ad un collega che lo ha incoraggiato, lo ha presentato a qualcuno, gli ha passato il numero di telefono giusto.
In un mondo in cui basta avere pubblicato un video musicale su Instagram per sentirsi Mick Jagger, ho ammirazione sconfinata per chi si considera anche solo un po' meno di quello che è.

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<![CDATA[Maigret e il produttore di vino]]> 10432187 167 Georges Simenon 8845925455 Three 4 3.61 1970 Maigret e il produttore di vino
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.61
book published: 1970
rating: 4
read at: 2023/03/05
date added: 2023/03/16
shelves:
review:
un altro capitolo della commedia umana fatta di uomini cattivi non abbastanza cattivi e, soprattutto, di buoni non abbastanza buoni. Le donne li accettano così come sono, senza farsi illusioni e, alla fine dei conti, ne escono meglio loro.
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Il nuotatore 16233474 16 John Cheever 8858850777 Three 5 Il ritorno a casa di Ned passando per le piscine della contea in cui abita mima la perdita di coscienza di una persona (o di un'intera classe sociale?), la fine dell'ottimismo giovanilista di fronte al crollo dei sogni (e/o delle certezze già acquisite), il cambiamento dello sguardo degli altri verso chi ha perduto il proprio status. Ma il racconto di questo crollo generale non si legge: emerge, invece, apparentemente casuale ma implacabile, dalla descrizione dei piccoli dettagli: il colore dell'acqua delle piscine, i vialetti che il protagonista percorre entrando non invitato nelle proprietà dei vicini, la violenza innocua ma comunque assurda di un oggetto lanciatogli contro da un'auto mentre lui aspetta l'occasione per attraversare, seminudo ed infreddolito, l'autostrada. Ned arriverà a casa, alla fine, ma quello che cercava non sarà lì ad aspettarlo.]]> 3.87 Il nuotatore
author: John Cheever
name: Three
average rating: 3.87
book published:
rating: 5
read at: 2018/05/01
date added: 2023/03/09
shelves:
review:
la mia poca esperienza di racconti (che in linea generale non amo molto) può rendere irrilevante il fatto che questo mi sia sembrato il secondo migliore fra quelli che ho letto (il migliore, lo scrivo perché nessuno ci perda il sonno, è "Dove sono andati a finire i soldi", di Canty).
Il ritorno a casa di Ned passando per le piscine della contea in cui abita mima la perdita di coscienza di una persona (o di un'intera classe sociale?), la fine dell'ottimismo giovanilista di fronte al crollo dei sogni (e/o delle certezze già acquisite), il cambiamento dello sguardo degli altri verso chi ha perduto il proprio status. Ma il racconto di questo crollo generale non si legge: emerge, invece, apparentemente casuale ma implacabile, dalla descrizione dei piccoli dettagli: il colore dell'acqua delle piscine, i vialetti che il protagonista percorre entrando non invitato nelle proprietà dei vicini, la violenza innocua ma comunque assurda di un oggetto lanciatogli contro da un'auto mentre lui aspetta l'occasione per attraversare, seminudo ed infreddolito, l'autostrada. Ned arriverà a casa, alla fine, ma quello che cercava non sarà lì ad aspettarlo.
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Persone normali 45915711 Certo, la ferocia informa tutti i rapporti di potere che vigono fra i personaggi, nella piccola scuola di provincia come nel prestigioso Trinity College cui entrambi i ragazzi accedono, nelle dinamiche di genere come negli equilibri famigliari. Perfino in quelle dicotomie sommarie che tanto Connell quanto Marianne subiscono, e in cui essi stessi indulgono: quelle fra persone gentili e persone crudeli, fra brave persone e persone cattive, corrotte, sbagliate, fra persone strane e persone normali.
In un modo o nell’altro entrambi aspirano alla normalità, Connell per un’innata benché riprovevole pulsione di conformità, Marianne forse per sfuggire a quella cruda e pervasiva sensibilità che tanto dolore le causa e che facilmente vira all’autodistruttività. C’� Jane Austen in queste pagine, la forza del suo dialogo, la violenza sotterranea delle sue relazioni, e l’omonimia di Marianne con l’eroina del suo romanzo più celebre ne è un indizio.
Per anni Marianne e Connell si ruotano intorno «come pattinatori di figura», rischiando la vita e salvandosela, chiedendosi, promettendosi, negandosi, dimostrandosi che quella che li lega è una storia d’amore. La conclusione è un capolavoro di tenera e dolente maturità, per un’autrice oggi ventottenne che a ogni nuovo passo sbaraglia tutte le aspettative.]]>
248 Sally Rooney 885843059X Three 2 non ti amo
ti amo ma non voglio che lo sappiano gli altri
ti amo ma non te lo dico
te lo dico ma non ti amo
non so
non mi importa degli altri
sono dipendente da te
fai quello che ti pare
ti prego fammi del male
no
se proprio vuoi
magari un pochino
ti amo ma mi piace un altro
ti amo ma mi piace un'altra
gli altri non contano niente per me
io vado tu resti
io resto tu vai
la mia mamma è buona ma mi secca
la mia mamma è cattiva
ti amo ma non lo so
comunque vai

Se questo è il miglior libro del 2019, per il 2020 qualche speranziella ce l'ho anch'io]]>
3.74 2018 Persone normali
author: Sally Rooney
name: Three
average rating: 3.74
book published: 2018
rating: 2
read at: 2020/02/04
date added: 2023/02/13
shelves:
review:
ti amo
non ti amo
ti amo ma non voglio che lo sappiano gli altri
ti amo ma non te lo dico
te lo dico ma non ti amo
non so
non mi importa degli altri
sono dipendente da te
fai quello che ti pare
ti prego fammi del male
no
se proprio vuoi
magari un pochino
ti amo ma mi piace un altro
ti amo ma mi piace un'altra
gli altri non contano niente per me
io vado tu resti
io resto tu vai
la mia mamma è buona ma mi secca
la mia mamma è cattiva
ti amo ma non lo so
comunque vai

Se questo è il miglior libro del 2019, per il 2020 qualche speranziella ce l'ho anch'io
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Il destino dei Malou 13422988 200 Georges Simenon 8845926575 Three 3 Alain è affascinato dal padre tanto quanto è schifato dalla meschinità della sorella e della madre e dalla pochezza del fratello. Per se vede un futuro lontano da tutti loro, ancora confuso: ma in fondo ha solo diciassette anni.
Non è un tema originalissimo, ma è un gran buon libro.]]>
3.88 1947 Il destino dei Malou
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.88
book published: 1947
rating: 3
read at: 2023/01/23
date added: 2023/01/23
shelves:
review:
il giorno del suicidio di suo padre è il giorno della rinascita di Alain, che a diciassette anni si trova improvvisamente solo, o libero - ammesso che le due parole non siano due modi di dire la stessa cosa. È il giorno in cui comincia a guardare i suoi famigliari - i vivi ed il morto - che fino a quel momento aveva soltanto visto: dei vivi riconosce le meschinità, del padre scopre fragilità, grandezze, vanagloria, disperazione. Per lui vale il giudizio che si può dare della maggioranza di coloro che si sono fatti da soli: ammirevoli per l’intraprendenza e la volontà, disprezzabili per l’insofferenza alle regole e la predilezione per le scorciatoie.
Alain è affascinato dal padre tanto quanto è schifato dalla meschinità della sorella e della madre e dalla pochezza del fratello. Per se vede un futuro lontano da tutti loro, ancora confuso: ma in fondo ha solo diciassette anni.
Non è un tema originalissimo, ma è un gran buon libro.
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Norwegian Wood: Tokyo Blues 7741999 384 Haruki Murakami 880618315X Three 5 bellissimo]]> 4.03 1987 Norwegian Wood: Tokyo Blues
author: Haruki Murakami
name: Three
average rating: 4.03
book published: 1987
rating: 5
read at: 2019/01/17
date added: 2023/01/17
shelves:
review:
una storia in cui l'essere prevale di gran lunga sull'avere, completamente fuori dal coro.
bellissimo
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<![CDATA[Il dubbio del killer (I casi di Quirke, anatomopatologo) (Italian Edition)]]> 60867473
За автора:
Джон Банвил (1945) е ирландÑки пиÑател, ноÑител на призовете „ДжеймÑ� Тейт Блек Мемориълâ€� за 1976 г., „Букърâ€� за 2005-а, „Франц Кафкаâ€� за 2011-а, ÐвÑтрийÑката държавна награда за европейÑка литература за 2013 г. и „Принцът на ÐÑтуриÑâ€� за 2014 г. От години е ÑпрÑган за Ðобеловата награда за литература. Критиците го наричат блеÑÑ‚Ñщ ÑтилиÑÑ‚, а той твърди, че опитва да Ñъчетае Ð¿Ð¾ÐµÐ·Ð¸Ñ Ð¸ проза по
нов начин. Пише криминални романи, които първоначално подпиÑва Ñ Ð¿Ñевдонима Бенджамин Блек. ИнÑпектор Страфорд е герой от криминална поредица, коÑто започва Ñ Ñ€Ð¾Ð¼Ð°Ð½Ð° „СнÑгâ€� и продължава Ñ â€žÐприл в ИÑпаниÑâ€�.]]>
316 John Banville 8823531675 Three 2 un libro di banville insulso, e anche fastidioso per il suo essere evidentemente un capitoletto di una storia che viene dai libri precedenti e che finirà in un (o più di uno) successivo. quindi, letteralmente senza capo né coda.
lui scrive sempre divinamente, però ]]>
2.00 2021 Il dubbio del killer (I casi di Quirke, anatomopatologo) (Italian Edition)
author: John Banville
name: Three
average rating: 2.00
book published: 2021
rating: 2
read at: 2022/09/25
date added: 2022/12/17
shelves:
review:
prima o poi doveva succedere�
un libro di banville insulso, e anche fastidioso per il suo essere evidentemente un capitoletto di una storia che viene dai libri precedenti e che finirà in un (o più di uno) successivo. quindi, letteralmente senza capo né coda.
lui scrive sempre divinamente, però
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Un'estate a Borgomarina 62597717 300 Enrico Franceschini 8817162507 Three 3 2.78 2022 Un'estate a Borgomarina
author: Enrico Franceschini
name: Three
average rating: 2.78
book published: 2022
rating: 3
read at: 2022/11/02
date added: 2022/11/06
shelves:
review:
sulla falsariga dei libri che Franceschini ambienta a Borgomarina/Cesenatico, ma un po� migliore di altri
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La ballata di Adam Henry 23612098 202 Ian McEwan 8806223836 Three 5
Perché scrive troppo bene, se vogliamo dare una spiegazione generica. Perché ha la capacità di andare ben al di sotto della superficie dei rapporti fra le persone, se vogliamo dare una spiegazione un po� meno becera.
Qui forse il suo istinto di narratore è lasciato meno libero di galoppare, rispetto a quanto avveniva in Espiazione o in Chesil Beach, mentre è la capacità di far pensare i suoi personaggi a prendere il sopravvento.
Non succede nulla, in questo libro, o forse succede tutto: perché ci sono persone che vivono, e la vita è amore, lavoro, vanità, malattia, pietà, desiderio, imbarazzo, errori, ed in questo libro tutto questo c’� (in sole duecento pagine, se Donna Tartt volesse prendere nota).
Un grazie particolare all’autore per avermi regalato le stradine e le piazzette acciottolate, gli edifici di mattoni rossi con le grondaie rumorose ed i seminterrati gelidi, ed i palazzi di rappresentanza quietamente solenni dell’enclave dei legali di Londra (Gray’s Inn). O, più semplicemente, per avere scritto anche di Londra.]]>
3.80 2014 La ballata di Adam Henry
author: Ian McEwan
name: Three
average rating: 3.80
book published: 2014
rating: 5
read at: 2022/10/04
date added: 2022/10/03
shelves:
review:
l’ho già scritto, lo riscrivo: io odio il signor Ian McEwan.

Perché scrive troppo bene, se vogliamo dare una spiegazione generica. Perché ha la capacità di andare ben al di sotto della superficie dei rapporti fra le persone, se vogliamo dare una spiegazione un po� meno becera.
Qui forse il suo istinto di narratore è lasciato meno libero di galoppare, rispetto a quanto avveniva in Espiazione o in Chesil Beach, mentre è la capacità di far pensare i suoi personaggi a prendere il sopravvento.
Non succede nulla, in questo libro, o forse succede tutto: perché ci sono persone che vivono, e la vita è amore, lavoro, vanità, malattia, pietà, desiderio, imbarazzo, errori, ed in questo libro tutto questo c’� (in sole duecento pagine, se Donna Tartt volesse prendere nota).
Un grazie particolare all’autore per avermi regalato le stradine e le piazzette acciottolate, gli edifici di mattoni rossi con le grondaie rumorose ed i seminterrati gelidi, ed i palazzi di rappresentanza quietamente solenni dell’enclave dei legali di Londra (Gray’s Inn). O, più semplicemente, per avere scritto anche di Londra.
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Ferragosto 58809588
Spiagge traboccanti di turisti, mare invaso di pedalò e un caldo da scoppiare: è quasi Ferragosto sulla Riviera romagnola. Al Bagno Magnani una moglie sospetta che il marito la lasci ogni giorno da sola per raggiungere l'amante. Nel frattempo, un fotografo noto per il via vai di ragazze nel suo studio viene ritrovato assassinato in posa oscena. A investigare è Andrea Muratori detto Mura, giornalista in pensione e detective dilettante per vincere la noia, che a sessant'anni suonati si è ritirato in un capanno con il principale obiettivo di pescare, giocare a basket e ripetere vecchie storielle insieme ai "tre moschettieri", i suoi ex compagni di scuola. Ma dietro a quelli che sembrano una banale questione di corna e un delitto a sfondo pornografico affiora un segreto che risale alla fine del fascismo: la scomparsa del tesoro che Mussolini portava con sé prima di essere catturato e giustiziato dai partigiani. Fra scaltre ballerine della Martinica, trans brasiliane dal cuore dolce, nostalgici del ventennio e sbronze di rhum (e olio di ricino), Mura si ritrova coinvolto in una corsa senza tregua per trovare la soluzione del duplice intrigo e, forse, lo scoop che potrebbe riportarlo in prima pagina. Tra commedia gialla e fantasmi del passato, Enrico Franceschini torna con una nuova avventura del Grande Lebowski romagnolo: un'indagine su un misterioso episodio della nostra storia, un viaggio erotico e dissacrante attraverso il mito nazionalpopolare dell'estate italiana.]]>
300 Enrico Franceschini 8817157430 Three 3 era la mattina di ferragosto (giornata che purtroppo da qualche anno trascorro in città), non avevo niente da fare, mi sono imbattuta su internet in un libro che si chiama Ferragosto: l’ho comprato.
non mi aspettavo niente di speciale, e avevo ragione, ma è una lettura piacevole per passare un pomeriggio o due
(detto questo: perché gli autori italiani si sentono in obbligo di ammorbare il lettore con una serie di inutilità? Franceschini infierisce su di noi con continue citazioni tratte da vecchi film, vecchie canzoni, vecchie pubblicità e, quel che è peggio, con tormentoni demenziali che i quattro attempati protagonisti avevano elaborato in giovane età e di cui, a differenza di noi, non si sono ancora stancati)]]>
3.08 2021 Ferragosto
author: Enrico Franceschini
name: Three
average rating: 3.08
book published: 2021
rating: 3
read at: 2022/08/28
date added: 2022/08/29
shelves:
review:
ci sono cascata.
era la mattina di ferragosto (giornata che purtroppo da qualche anno trascorro in città), non avevo niente da fare, mi sono imbattuta su internet in un libro che si chiama Ferragosto: l’ho comprato.
non mi aspettavo niente di speciale, e avevo ragione, ma è una lettura piacevole per passare un pomeriggio o due
(detto questo: perché gli autori italiani si sentono in obbligo di ammorbare il lettore con una serie di inutilità? Franceschini infierisce su di noi con continue citazioni tratte da vecchi film, vecchie canzoni, vecchie pubblicità e, quel che è peggio, con tormentoni demenziali che i quattro attempati protagonisti avevano elaborato in giovane età e di cui, a differenza di noi, non si sono ancora stancati)
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La carrozza della Santa 61171051 284 Cristina Cassar Scalia 8806251392 Three 2 le facezie che non fanno ridere
le scontate schermaglie lessicali fra palermitani e catanesi
gli atteggiamenti da wonder woman
le conversazioni sconfortanti con amici e colleghi che vivono le relazioni interpersonali con la maturità dei dodicenni
l'ossessione per il cibo,
rimarrebbero:
il dolore per un padre ucciso dalla mafia
l'ammirazione per una famiglia riuscita a ricostruirsi dopo una simile tragedia
la malinconia per la lontananza da una città piena di ricordi
la figura bella di un anziano investigatore che non riesce a smettere di lavorare
la tenerezza della moglie, anch'essa anziana, che ne è ancora gelosa,
e sarebbe un buon libro
(a parte il fatto che si capisce chi è il colpevole a pagina quattro)]]>
3.89 2022 La carrozza della Santa
author: Cristina Cassar Scalia
name: Three
average rating: 3.89
book published: 2022
rating: 2
read at: 2022/08/10
date added: 2022/08/10
shelves:
review:
se eliminassimo:
le facezie che non fanno ridere
le scontate schermaglie lessicali fra palermitani e catanesi
gli atteggiamenti da wonder woman
le conversazioni sconfortanti con amici e colleghi che vivono le relazioni interpersonali con la maturità dei dodicenni
l'ossessione per il cibo,
rimarrebbero:
il dolore per un padre ucciso dalla mafia
l'ammirazione per una famiglia riuscita a ricostruirsi dopo una simile tragedia
la malinconia per la lontananza da una città piena di ricordi
la figura bella di un anziano investigatore che non riesce a smettere di lavorare
la tenerezza della moglie, anch'essa anziana, che ne è ancora gelosa,
e sarebbe un buon libro
(a parte il fatto che si capisce chi è il colpevole a pagina quattro)
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Foto di gruppo con signora 51768930 360 Heinrich Böll 8806226940 Three 4 3.53 1971 Foto di gruppo con signora
author: Heinrich Böll
name: Three
average rating: 3.53
book published: 1971
rating: 4
read at: 2022/08/07
date added: 2022/08/08
shelves:
review:
libro bellissimo che ho letto - mea culpa - male, nel senso che l’ho interrotto più volte poi riprendendolo, senza perdere il piacere di una lettura fuori dal comune, ma (costretta a leggerlo in cartaceo - perché, Einaudi, perché? -, e quindi non potendo giovarmi della possibilità di risalire con un tocco ai precedenti incontri con vari personaggi) perdendo fatalmente il contatto con qualche parte della storia. Da rileggere, quindi.
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Le sorelle Lacroix 61359887 171 Georges Simenon 8845936961 Three 3 O meglio: perfette sono le prime cento pagine, in cui si compie il miracolo di una storia in cui non succede niente eppure si accumula tensione a piene mani. Poi succede qualcosa e forse la storia poteva finire lì, perché il seguito è meno teso, meno significativo.
L’argomento del conflitto fra due donne che non si amano , anzi, ma che hanno bisogno l’una dell’altra per dare senso alla propria vita era già presente in Marie la strabica (non so se scritto prima o dopo questo) e là mi aveva convinta di più.]]>
3.55 1938 Le sorelle Lacroix
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.55
book published: 1938
rating: 3
read at: 2022/08/04
date added: 2022/08/05
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ahimè, non è perfetto come quasi tutti gli altri.
O meglio: perfette sono le prime cento pagine, in cui si compie il miracolo di una storia in cui non succede niente eppure si accumula tensione a piene mani. Poi succede qualcosa e forse la storia poteva finire lì, perché il seguito è meno teso, meno significativo.
L’argomento del conflitto fra due donne che non si amano , anzi, ma che hanno bisogno l’una dell’altra per dare senso alla propria vita era già presente in Marie la strabica (non so se scritto prima o dopo questo) e là mi aveva convinta di più.
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La paziente silenziosa 44790584 340 Alex Michaelides 8858430778 Three 3 Qui però per me non c’� stato proprio niente, oltre l’interesse che è automatico in relazione all’argomento.]]> 3.99 2019 La paziente silenziosa
author: Alex Michaelides
name: Three
average rating: 3.99
book published: 2019
rating: 3
read at: 2022/07/24
date added: 2022/07/23
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i tentativi di entrare in una mente disturbata sono sempre affascinanti. Non so quanto siano realistiche e affidabili le narrazioni che ne vengono fatte nel cinema e in letteratura (memorabile quanto, credo, improbabile la terapia praticata dall’innamoratissima Ingrid Bergman al cupo e problematico Gregory Peck in Io ti salverò), ma è difficile rimanere indifferenti ad una storia di questo contenuto.
Qui però per me non c’� stato proprio niente, oltre l’interesse che è automatico in relazione all’argomento.
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Delitto in Strada Maggiore 53400634
A occuparsi del caso, per ordine dei ras della città, sarà il maresciallo Vittorio Righi dei Reali Carabinieri. Reduce della Grande Guerra, sensibile alla miseria delle classi inferiori, consapevole dell’impossibilità di contrastare la popolarità del Duce, Righi ha scelto l’esercizio della giustizia come unica soddisfazione dei propri ideali. Affiancato dai fidi Ciro e Otello, non esiterà a scavare nei bassifondi come nelle ville in collina, svelando un mondo di prostituzione, gioco d’azzardo, droga e pratiche magiche.

L’arrivo in città del principe ereditario Umberto imporrà una sosta alle ricerche, ma grazie anche all’arguzia del misterioso amico veneziano Jacopo, Righi proverà a dipanare la vicenda e a mettere le mani sul colpevole.]]>
205 Maria Luisa Minarelli 2919807714 Three 2 La storia non è neanche male, ma la scrittura è di una piattezza assoluta (non che sia sgrammaticata), e sembra il racconto fatto da un maestro ai suoi allievi di quarta elementare. Mi ha sorpreso leggere, fra i commenti altrui, che molti lamentano la lentezza del racconto e non il tono didascalico che lo percorre dall'inizio alla fine: mentre io perdono volentieri il difetto della lentezza (se è necessariamente un difetto), mentre il tono didascalico mi irrita molto di più.
In ogni caso, è una lettura che non dispiace.]]>
3.82 Delitto in Strada Maggiore
author: Maria Luisa Minarelli
name: Three
average rating: 3.82
book published:
rating: 2
read at: 2022/07/13
date added: 2022/07/18
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la vera chicca, per chi è di Bologna, è ritrovare i luoghi della città, quelli che sono oggi più o meno come negli anni trenta e quelli che invece sono del tutto cambiati.
La storia non è neanche male, ma la scrittura è di una piattezza assoluta (non che sia sgrammaticata), e sembra il racconto fatto da un maestro ai suoi allievi di quarta elementare. Mi ha sorpreso leggere, fra i commenti altrui, che molti lamentano la lentezza del racconto e non il tono didascalico che lo percorre dall'inizio alla fine: mentre io perdono volentieri il difetto della lentezza (se è necessariamente un difetto), mentre il tono didascalico mi irrita molto di più.
In ogni caso, è una lettura che non dispiace.
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La rivoltella di Maigret 9672187 165 Georges Simenon 8845918084 Three 4 3.62 1952 La rivoltella di Maigret
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.62
book published: 1952
rating: 4
read at: 2022/07/11
date added: 2022/07/11
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...dove si constata che i colpevoli possono andare liberi, per un po' o per sempre, per un motivo o per un altro, anche se ormai chi deve sapere sa che cosa hanno fatto.....
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Maigret in Corte d'Assise 9695541 163 Georges Simenon 8845921328 Three 3 La ricerca della verità riprende e alla fine la realtà, come Maigret la conosce, riprende vita, anche se l'imputato ne ricaverà ancora maggiore amarezza. ]]> 3.76 1960 Maigret in Corte d'Assise
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.76
book published: 1960
rating: 3
read at: 2022/07/03
date added: 2022/07/08
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storia atipica, si parte dal processo - quindi il lavoro di indagine del commissario dovrebbe essere finito - ma testimoniare in giudizio a Maigret non piace, gli pare che ne esca un'immagine sbagliata della realtà.
La ricerca della verità riprende e alla fine la realtà, come Maigret la conosce, riprende vita, anche se l'imputato ne ricaverà ancora maggiore amarezza.
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L'iPhone di Amelie 52867178 174 Valeria Tonini Three 0 abandoned 0.0 L'iPhone di Amelie
author: Valeria Tonini
name: Three
average rating: 0.0
book published:
rating: 0
read at: 2021/03/13
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
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Il Maestro e Margherita 3847921 Ma c'è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro...
Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme...
Un romanzo-poema, o se volete, uno show in cui intervengono moltissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione». Eugenio Montale]]>
390 Mikhail Bulgakov 8806173731 Three 0 abandoned il mio è questo libro, che - sia detto a mio totale disdoro - non ho mai terminato, nonostante svariati tentativi.]]> 4.22 1967 Il Maestro e Margherita
author: Mikhail Bulgakov
name: Three
average rating: 4.22
book published: 1967
rating: 0
read at:
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
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tutti i lettori hanno qualche scheletro nei loro armadi (almeno così spero).
il mio è questo libro, che - sia detto a mio totale disdoro - non ho mai terminato, nonostante svariati tentativi.
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Cattive intenzioni 22654710 225 Karin Fossum 8820052024 Three 0 abandoned sono anziana ed ho fatto scuole in cui una cosa del genere veniva segnata a matita blu, e la professoressa se ne ricordava per sempre.
mi adeguo ai miei vecchi professori e mollo senza pietà un libro che si presenta così.
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3.00 2008 Cattive intenzioni
author: Karin Fossum
name: Three
average rating: 3.00
book published: 2008
rating: 0
read at:
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
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nelle prime due pagine trovo per tre volte una virgola fra il soggetto ed il predicato.
sono anziana ed ho fatto scuole in cui una cosa del genere veniva segnata a matita blu, e la professoressa se ne ricordava per sempre.
mi adeguo ai miei vecchi professori e mollo senza pietà un libro che si presenta così.

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Il falò delle vanità 7840991 Attraverso la "parabola" di McCoy, Wolfe mette in scena un'infinita galleria di personaggi, esplora gli ambienti più disparati, in una grande "commedia umana" che è anche, per noi europei, una visione profetica del nostro futuro.]]> 868 Tom Wolfe 8804342587 Three 0 abandoned
... perché non l'ho ancora finito. Ma è proprio questo il punto: temo che questo libro non finirà mai. Sto leggendolo da giorni, e l'iPad mi conferma che ho accumulato molte pagine dietro di me, ma di tutta questa massa di parole la stragrande maggioranza è servita a creare il quadro di insieme. So TUTTO di come vivono i personaggi, dove abitano, che cosa mangiano, come si vestono, so del loro rapporto con il denaro (che mi pare di capire sia l'argomento veramente centrale della storia, vale a dire che ogni singola azione dei personaggi è dettata dal loro bisogno di denaro, o dalla loro volontà di preservare quello che hanno, o dalla loro esigenza di mostrare al mondo che anche non avendo molto denaro sono ugualmente persone di valore - cosa che per i metri della società descritta non è affatto scontata), come se la passano con le donne (i punti di vista in cui mi sono imbattuta finora sono tutti maschili), ma la storia vera e propria sembra sfuggire di mano al povero lettore, che si sciroppa per la trecentesima volta le invidie del procuratore Kramer per i compagni di università che guadagnano dieci volte il suo stipendio; le esibizioni di formidabile ricchezza del broker McCoy e della sua altrettanto ricca famiglia; e si chiede se si arriverà mai a quagliare.
Wolfe dimostra che la grande facilità di scrittura non è un dono semplice da gestire. Se sfugge di mano, diventa un'incontrollabile arma a doppio taglio.

EDIT
sono passati altri dieci giorni.....
giuro di avere letto parecchio, in questo frattempo...
eppure sembra che le pagine restanti, invece di diminuire, crescano....
non succede un accidenti di niente (anzi, no: nelle ultime duecento pagine ce ne sono state venti o trenta utili alla narrazione; nel frattempo ho saputo TUTTO dei poliziotti irlandesi di New York - se volete, vi preciso che l 'autore ha una teoria sul fatto che tutti i poliziotti, anche se italiani, portoricani, ebrei, neri, polacchi, etc., diventino irlandesi. Però non chiedetemi perché, o perché ci dovrebbe interessare).
e quindi, visto che ho l'iPad ribollente di libri che desidero leggere: BASTA! il Falò delle Vanità finisce sul falò dei libri inutili che io ho abbandonato! SONO LIBERA!!!!!!!!!
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4.11 1987 Il falò delle vanità
author: Tom Wolfe
name: Three
average rating: 4.11
book published: 1987
rating: 0
read at: 2016/01/08
date added: 2022/07/08
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questa non è una recensione....

... perché non l'ho ancora finito. Ma è proprio questo il punto: temo che questo libro non finirà mai. Sto leggendolo da giorni, e l'iPad mi conferma che ho accumulato molte pagine dietro di me, ma di tutta questa massa di parole la stragrande maggioranza è servita a creare il quadro di insieme. So TUTTO di come vivono i personaggi, dove abitano, che cosa mangiano, come si vestono, so del loro rapporto con il denaro (che mi pare di capire sia l'argomento veramente centrale della storia, vale a dire che ogni singola azione dei personaggi è dettata dal loro bisogno di denaro, o dalla loro volontà di preservare quello che hanno, o dalla loro esigenza di mostrare al mondo che anche non avendo molto denaro sono ugualmente persone di valore - cosa che per i metri della società descritta non è affatto scontata), come se la passano con le donne (i punti di vista in cui mi sono imbattuta finora sono tutti maschili), ma la storia vera e propria sembra sfuggire di mano al povero lettore, che si sciroppa per la trecentesima volta le invidie del procuratore Kramer per i compagni di università che guadagnano dieci volte il suo stipendio; le esibizioni di formidabile ricchezza del broker McCoy e della sua altrettanto ricca famiglia; e si chiede se si arriverà mai a quagliare.
Wolfe dimostra che la grande facilità di scrittura non è un dono semplice da gestire. Se sfugge di mano, diventa un'incontrollabile arma a doppio taglio.

EDIT
sono passati altri dieci giorni.....
giuro di avere letto parecchio, in questo frattempo...
eppure sembra che le pagine restanti, invece di diminuire, crescano....
non succede un accidenti di niente (anzi, no: nelle ultime duecento pagine ce ne sono state venti o trenta utili alla narrazione; nel frattempo ho saputo TUTTO dei poliziotti irlandesi di New York - se volete, vi preciso che l 'autore ha una teoria sul fatto che tutti i poliziotti, anche se italiani, portoricani, ebrei, neri, polacchi, etc., diventino irlandesi. Però non chiedetemi perché, o perché ci dovrebbe interessare).
e quindi, visto che ho l'iPad ribollente di libri che desidero leggere: BASTA! il Falò delle Vanità finisce sul falò dei libri inutili che io ho abbandonato! SONO LIBERA!!!!!!!!!

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Riparare i viventi 24677866 218 Maylis de Kerangal 8807031280 Three 0 abandoned
non posso leggere un libro in cui ogni singolo gesto o concetto è scansionato in frasi da venticinque righe l'una, illustrato da almeno tre o quattro similitudini, casomai a qualcuno fossero sfuggite la magnificenza della fantasia e la ricchezza del vocabolario dell'autrice. Non ce la faccio.
E se poi tutto questo serve a descrivere la sofferenza, ancora meno.]]>
3.70 2014 Riparare i viventi
author: Maylis de Kerangal
name: Three
average rating: 3.70
book published: 2014
rating: 0
read at: 2016/07/31
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
review:
NO.

non posso leggere un libro in cui ogni singolo gesto o concetto è scansionato in frasi da venticinque righe l'una, illustrato da almeno tre o quattro similitudini, casomai a qualcuno fossero sfuggite la magnificenza della fantasia e la ricchezza del vocabolario dell'autrice. Non ce la faccio.
E se poi tutto questo serve a descrivere la sofferenza, ancora meno.
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<![CDATA[Preparativi per la prossima vita]]> 29749332 557 Atticus Lish 8817085863 Three 0 abandoned capisco perfettamente che papà è il superfamoso ultrapotente editor di carver e di vattelappesca chissà chi altro, quindi sarebbe un delitto sprecare tutte quelle entrature presso gli editori, però - non ti offendere - ti vedrei meglio in miniera che davanti ad una tastiera (e probabilmente anche tu alla tastiera non ti ci vedi troppo, visto che ci racconti di avere fatto così tanti mestieri prima di appiopparci questo mattone)
con affetto
a.]]>
3.12 2014 Preparativi per la prossima vita
author: Atticus Lish
name: Three
average rating: 3.12
book published: 2014
rating: 0
read at: 2016/09/10
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
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caro atticus,
capisco perfettamente che papà è il superfamoso ultrapotente editor di carver e di vattelappesca chissà chi altro, quindi sarebbe un delitto sprecare tutte quelle entrature presso gli editori, però - non ti offendere - ti vedrei meglio in miniera che davanti ad una tastiera (e probabilmente anche tu alla tastiera non ti ci vedi troppo, visto che ci racconti di avere fatto così tanti mestieri prima di appiopparci questo mattone)
con affetto
a.
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<![CDATA[Un assassino di troppo (Martin Beck, #9)]]> 9652253
n un paese della Scania, la regione meridionale della Svezia, caratteristica per i villaggi di pescatori convertiti in graziose stazioni balneari, una donna scompare, e viene poi ritrovata uccisa. Era un tipo del tutto normale, nell'aspetto come nella vita, e l'omicidio presenta tutti i particolari del delitto a sfondo sessuale, per di più compiuto da qualcuno che la conosceva bene. Martin Beck, commissario capo della squadra omicidi di Stoccolma, indaga, nella provincia sonnolenta. Lo coadiuvano il suo vecchio amico Kollberg, e uno strano poliziotto locale, dalla simpatia contagiosa e dal sereno anticonformismo. Tutto indica banalmente la colpevolezza di un uomo, solitario e introverso, già condannato per un altro caso simile, risolto anni prima dallo stesso Beck. Nel frattempo, nel corso di una sparatoria avvenuta nella stessa regione, un poliziotto trova la morte. E le due inchieste, sull'omicidio e sulla sparatoria, si intrecciano, più che altro per lo sfondo in cui si incontrano (una stampa scandalistica scatenata nella caccia ai colpevoli, gli alti comandi interessati soprattutto alle soluzioni politicamente più comode, l'indifferenza della gente intorno, pigra e disperata). E per l'influenza che esercitano sullo scetticismo consumato dei tre detective, privi oramai di qualsiasi fiducia nella polizia e nei suoi scopi sociali. I coniugi Maj Sjöwall e Per Wahlöö, i più famosi giallisti nordici, scrissero la serie di Martin Beck, a cavallo tra i Sessanta e i Settanta (la prima inchiesta di questo commissario senza fretta, Roseanna, è stata pubblicata in questa collana e di Un assassino di troppo costituisce l'antecedente). Accanto allo svolgersi dell'indagine, seguita con particolare realismo, e con sensibilità verso i caratteri e le vicende personali dei protagonisti, i due autori miravano a uno scopo dichiarato di critica ossia a denudare il carattere paranoico dei metodi polizieschi, la pervasiva presenza in una società, autodefinitasi del benessere, che invece, con questo retorico pretesto, finiva col fondarsi sulla normalizzazione e il controllo diffuso. Un contesto in cui la polizia giocava un ruolo prezioso, più che di tutori dell'ordine, di gestori del disordine.]]>
396 Maj Sjöwall 8838920699 Three 0 abandoned responsabile di una delle domeniche più noiose della storia del mondo, infestato da dialoghi che devono necessariamente essersi tenuti fra sordi - dato che nessuno risponde sensatamente a quello che gli viene detto - scritto malamente (si nota benissimo quali parti sono di un autore e quali dell'altro) e forse tradotto non meglio, il libro venne abbandonato senza rimpianti dalla lettrice che ormai aveva interiorizzato il concetto per cui la vita è troppo breve per sprecarla leggendo libri insulsi o sgradevoli o noiosi o tutte e tre le cose.]]> 3.62 1974 Un assassino di troppo (Martin Beck, #9)
author: Maj Sjöwall
name: Three
average rating: 3.62
book published: 1974
rating: 0
read at: 2017/06/27
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
review:
(è un libro abbandonato, ma non ho ancora scoperto un'alternativa fra "read" e "want to read")
responsabile di una delle domeniche più noiose della storia del mondo, infestato da dialoghi che devono necessariamente essersi tenuti fra sordi - dato che nessuno risponde sensatamente a quello che gli viene detto - scritto malamente (si nota benissimo quali parti sono di un autore e quali dell'altro) e forse tradotto non meglio, il libro venne abbandonato senza rimpianti dalla lettrice che ormai aveva interiorizzato il concetto per cui la vita è troppo breve per sprecarla leggendo libri insulsi o sgradevoli o noiosi o tutte e tre le cose.
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Memoriale del convento 9700387 320 José Saramago 8807722070 Three 0 abandoned 3.92 1982 Memoriale del convento
author: José Saramago
name: Three
average rating: 3.92
book published: 1982
rating: 0
read at:
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
review:

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Trilobiti 9669186 189 Breece D'J Pancake 8876381597 Three 0 abandoned ...una domanda sorge spontanea: ma io ho fatto qualcosa di male?
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3.89 1983 Trilobiti
author: Breece D'J Pancake
name: Three
average rating: 3.89
book published: 1983
rating: 0
read at:
date added: 2022/07/08
shelves: abandoned
review:
dopo le prime ventotto pagine...
...una domanda sorge spontanea: ma io ho fatto qualcosa di male?

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Maigret e i vecchi signori 6855098 143 Georges Simenon 8845922944 Three 3 scrive un Maigret minore, uno di quelli non memorabili, e quando si arriva alla fine lo chiude su un tono così dolcemente malinconico che anche questa volta si rimane incantati]]> 3.80 1960 Maigret e i vecchi signori
author: Georges Simenon
name: Three
average rating: 3.80
book published: 1960
rating: 3
read at: 2022/06/15
date added: 2022/06/16
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review:
diavolo di un Georges....
scrive un Maigret minore, uno di quelli non memorabili, e quando si arriva alla fine lo chiude su un tono così dolcemente malinconico che anche questa volta si rimane incantati
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Tra le nostre parole 60005546 Con echi di Un cuore così bianco di Javier Marías, Tra le nostre parole affronta la ricerca del segreto nascosto dentro ogni essere umano. Come in un thriller, una forte suspense caratterizza una vicenda dove le motivazioni personali spesso si scontrano contro una realtà molto diversa da come era stata immaginata, e Katie Kitamura è bravissima nello scandagliare i sentimenti e il disorientamento dei suoi protagonisti.]]> 176 Katie Kitamura 8833937690 Three 3 qui, la risposta non mi verrebbe facile.
una giovane donna arriva all’Aia da New York per fare l’interprete alla corte internazionale. È sola, si fa qualche amicizia, incontra un uomo bello e problematico. Lei, di problema, ha l’incertezza se il suo contratto verrà rinnovato o no. A New York non vuole tornare, sua madre è a Singapore, capiamo che non c’� un luogo che lei consideri casa.
E intanto il lavoro si prende l’altra parte della sua vita, lei non si limita a tradurre in udienza le testimonianze dei parenti delle persone uccise, ma partecipa anche a riunioni fra l’imputato - il presidente di uno stato non indicato, accusato di un eccidio di oppositori- e la sua difesa, intuisce la personalità manipolatrice e l’oscuro fascino dell’uomo, che non sa che cosa siano il senso di colpa o la paura e non si fa scrupolo di parlarle in maniera melliflua e allusiva.
finisce frettolosamente, il processo si sgonfia (non ho capito come funziona la procedura) per mancanza di prove; il rinnovo del contratto di lavoro viene offerto e rifiutato perché l’interprete non se la sente più di prestare la propria voce e la propria presenza alle brutalità che emergono nei processi; il compagno dell’interprete torna da una lunga assenza durante la quale ha rivisto la moglie da cui è separato (segue qualche pagina da harmony che non fa onore al libro).
quindi di che cosa parla questo libro?
per me parla di spaesamento, di persone che non conoscono bene il luogo dove abitano, che usano una lingua non loro, che per questo sono continuamente in cerca di interpretazioni di ogni gesto e sguardo , senza trovare piena soddisfazione.
anche leggerlo non mi ha dato piena soddisfazione, non ho trovato ben amalgamate le vicende personali e quelle professionali, e alcune situazioni mi sono sembrate assurde (l’uomo parte - per andare a rivedere la moglie - e per settimane fra i due cala il silenzio, lui non dà notizie di sé, salvo qualche laconico messaggio per dire che sta bene), ma è un libro interessante .]]>
3.38 2021 Tra le nostre parole
author: Katie Kitamura
name: Three
average rating: 3.38
book published: 2021
rating: 3
read at: 2022/05/25
date added: 2022/05/28
shelves:
review:
se il discorso cade su un libro, la domanda più ovvia è “di che cosa parla?� e di solito la risposta è facile, è un giallo, è una storia d’amore, è una storia di crescita, quello che gli anglofoni chiamano coming of age.
qui, la risposta non mi verrebbe facile.
una giovane donna arriva all’Aia da New York per fare l’interprete alla corte internazionale. È sola, si fa qualche amicizia, incontra un uomo bello e problematico. Lei, di problema, ha l’incertezza se il suo contratto verrà rinnovato o no. A New York non vuole tornare, sua madre è a Singapore, capiamo che non c’� un luogo che lei consideri casa.
E intanto il lavoro si prende l’altra parte della sua vita, lei non si limita a tradurre in udienza le testimonianze dei parenti delle persone uccise, ma partecipa anche a riunioni fra l’imputato - il presidente di uno stato non indicato, accusato di un eccidio di oppositori- e la sua difesa, intuisce la personalità manipolatrice e l’oscuro fascino dell’uomo, che non sa che cosa siano il senso di colpa o la paura e non si fa scrupolo di parlarle in maniera melliflua e allusiva.
finisce frettolosamente, il processo si sgonfia (non ho capito come funziona la procedura) per mancanza di prove; il rinnovo del contratto di lavoro viene offerto e rifiutato perché l’interprete non se la sente più di prestare la propria voce e la propria presenza alle brutalità che emergono nei processi; il compagno dell’interprete torna da una lunga assenza durante la quale ha rivisto la moglie da cui è separato (segue qualche pagina da harmony che non fa onore al libro).
quindi di che cosa parla questo libro?
per me parla di spaesamento, di persone che non conoscono bene il luogo dove abitano, che usano una lingua non loro, che per questo sono continuamente in cerca di interpretazioni di ogni gesto e sguardo , senza trovare piena soddisfazione.
anche leggerlo non mi ha dato piena soddisfazione, non ho trovato ben amalgamate le vicende personali e quelle professionali, e alcune situazioni mi sono sembrate assurde (l’uomo parte - per andare a rivedere la moglie - e per settimane fra i due cala il silenzio, lui non dà notizie di sé, salvo qualche laconico messaggio per dire che sta bene), ma è un libro interessante .
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L'odore acido di quei giorni 12618722 La rivoluzione passava dai macelli, non esattamente dalla consapevolezza degli operai, non dal rifiuto della legge del padre, non dalla trasversalità contro la verticalità. Qui di immaginazione al potere ce n’era ben poca, avvertivo piuttosto la necessità di una soddisfazione immediata dei bisogni.

Alessandro Bellezza si sveglia tutte le mattine prima dell’alba e percorre per ore la
zona tra Persiceto e San Giacomo del Martignone. Il suo mestiere è recuperare
dall’asfalto i cadaveri degli animali ammazzati dagli automobilisti ed evitare ulteriori
incidenti in una delle tratte più pericolose dell’Emilia. Un mestiere bizzarro. Un tempo però Bellezza era un chirurgo.
Poi, suo malgrado, è stato coinvolto dalle Brigate Rosse in un fatto di sangue e ha perso tutto, compresi moglie e figli. Ora vorrebbe solo starsene tranquillo, ma la sera del 15 dicembre 1976, rientrando a casa, ai margini della strada trova una donna apparentemente morta. La raccoglie. E scopre che non è morta.
Comincia così la vicenda serrata di "L’odore acido di quei giorni", che porta Bellezza all’inseguimento di un assassino che sembra nascondersi tra le file di Ordine Nuovo. Sullo sfondo c’� l’Italia raccontata da Radio Alice, in cui gli studenti universitari si scontrano con le forze dell’ordine, scoppiano le bombe e la politica perde progressivamente di vista la gente.
Paolo Grugni torna al marzo bolognese del 1977 e ci porta con sé. In un atto d’amore per un’idea di paese che avrebbe potuto essere, ma poi non è stato. Alla scoperta di verità che avrebbero dovuto rimanere celate e che troveranno compimento vent’anni dopo.]]>
284 Paolo Grugni 8896999057 Three 1
L'argomento mi intrigava, tanto più che sono di Bologna, quindi sono rimasta male: la storia è fortemente inverosimile (tutto nasce dall'episodio in cui un medico - per quanto radiato, sempre un medico - raccoglie da terra una persona ferita, la dà allegramente per morta, la porta a casa propria -!!!- la lascia su un tavolo e la trova la mattina dopo che fa colazione in cucina); i personaggi sono tutti inclini ad esprimersi con pomposi pistolotti (la telefonata del narratore alla moglie che se ne è andata con i figli: "mi sono trovato con la morte che mi alitava sul collo, a vivere in un mondo dove tutto mi pareva in ombra, a girare con la vista sfocata!" e bla bla per parecchie altre righe, ne è l'esempio più notevole, ma non l'unico); l'amena San Giovanni in Persiceto (che nessuno chiama "Persiceto" e basta) è descritta come una specie di lazzaretto in cui si trascinano soggetti variamente malati ed in maniera perlomeno atipica (uno è cionco dopo un incidente, l'altro è rimasto tocco dopo che ha rischiato di annegare, un terzo ha la lingua attaccata al palato) mentre latitano le persone in buona salute.
Insomma, la verosimiglianza traballa sotto tutti gli aspetti, mentre la qualità del racconto non è proprio altissima.

P.S.: nella scena finale, in cui la finzione del libro si mescola a fatti veramente accaduti (e questo va bene, non è forzato) è descritta una Bologna che non esiste (tanto per dirne una, ai lati della stazione non c'è nessun portico), con nomi di strade presi probabilmente da googlemaps, senza che si avverta un reale rapporto con la città.]]>
3.90 2011 L'odore acido di quei giorni
author: Paolo Grugni
name: Three
average rating: 3.90
book published: 2011
rating: 1
read at: 2017/09/08
date added: 2022/05/22
shelves:
review:
bruttino, ma bruttino molto (gli avrei dato comunque due stelle perchè una sola mi sembra una cattiveria, ma GR interpreta le due stelle come "it was ok", e mi pare troppo generoso).

L'argomento mi intrigava, tanto più che sono di Bologna, quindi sono rimasta male: la storia è fortemente inverosimile (tutto nasce dall'episodio in cui un medico - per quanto radiato, sempre un medico - raccoglie da terra una persona ferita, la dà allegramente per morta, la porta a casa propria -!!!- la lascia su un tavolo e la trova la mattina dopo che fa colazione in cucina); i personaggi sono tutti inclini ad esprimersi con pomposi pistolotti (la telefonata del narratore alla moglie che se ne è andata con i figli: "mi sono trovato con la morte che mi alitava sul collo, a vivere in un mondo dove tutto mi pareva in ombra, a girare con la vista sfocata!" e bla bla per parecchie altre righe, ne è l'esempio più notevole, ma non l'unico); l'amena San Giovanni in Persiceto (che nessuno chiama "Persiceto" e basta) è descritta come una specie di lazzaretto in cui si trascinano soggetti variamente malati ed in maniera perlomeno atipica (uno è cionco dopo un incidente, l'altro è rimasto tocco dopo che ha rischiato di annegare, un terzo ha la lingua attaccata al palato) mentre latitano le persone in buona salute.
Insomma, la verosimiglianza traballa sotto tutti gli aspetti, mentre la qualità del racconto non è proprio altissima.

P.S.: nella scena finale, in cui la finzione del libro si mescola a fatti veramente accaduti (e questo va bene, non è forzato) è descritta una Bologna che non esiste (tanto per dirne una, ai lati della stazione non c'è nessun portico), con nomi di strade presi probabilmente da googlemaps, senza che si avverta un reale rapporto con la città.
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Il cardellino 22878805 Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l’innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo. Tra le luci dell’Upper East Side di New York e la desolazione della periferia di Las Vegas, tra capolavori rubati e fughe vertiginose lungo i canali di Amsterdam, Il cardellino è un romanzo meravigliosamente scritto che si legge come un thriller. Primo assoluto nelle classifiche di Stati Uniti, Francia e Olanda, osannato dalla critica in patria come all’estero, è l’evento letterario dell’anno.]]> 896 Donna Tartt 8858665171 Three 5 L'ho letto - non so se l'autrice ne sarebbe lusingata - come un libro di avventure, proprio io che ho passato l'infanzia e l'adolescenza senza incontrare tigri di mompracem, moschettieri o corsari di qualsiasi colore. E, ormai vecchia, impazzisco per la storia di questo Theo e la finisco in pochi giorni, resistendo alle mille lusinghe distrattive dell'iPad (fammi vedere se è arrivata una mail, aspetta che controllo se la guerra è finita, da qualche parte ci sarà la ricetta dei passatelli) e coltivando con cura quella illimitata sospensione dell'incredulità che è indispensabile per godersi un libro come questo (per capirci: una persona si trova a pochi passi da un'esplosione e rimane completamente illesa - mmm - si fa strada fra i detriti con le sue sole forze (dimenticavo: la persona è un tredicenne) - doppio mmm - trovando anche il tempo di fare una chiacchierata con un'altra persona coinvolta nell'esplosione, che in punto di morte gli consegna un anello e gli dà un indirizzo ove recapitarlo - triplo mmm - e, già che c'è, di prelevare un piccolo quadro di grande pregio (dimenticavo: l'esplosione avviene in un museo) - quadruplo mmm - poi finalmente esce dall'edificio distrutto e va a casa, presumibilmente senza avere addosso un briciolo di polvere e di schegge di vetro perché nessuno lo nota e gli chiede se per caso sta poco bene o se gradirebbe un bicchier d'acqua - BUM!).
Chiaro che se non si è disposti a sospendere l'incredulità si butta il libro a quel punto (è poco dopo l'inizio) e buona notte. Ma è scritto troppo bene, è troppo pieno di fatti imprevedibili, e Theo è troppo simpatico, ed i suoi amici anche di più, ed è un libro scritto in prima persona senza la minima concessione all'autocommiserazione, all'autocompiacimento, al birignao (povero me, la mamma è morta, il papà lasciamo stare), alla ricerca di scuse per le non poche trasgressioni compiute nel corso degli anni, e io non l'ho buttato.
Non è che sia un libro privo di difetti (il finale ed il sottofinale sono eterni, vecchio difetto dell'autrice) e personalmente mi aspettavo che succedesse una cosa che poi non succede - mi era sembrato che ci fossero chiari segnali in questo senso, ma forse ho troppa fantasia io, perché non voglio pensare che l'autrice si sia persa fra le troppe pagine che ha scritto [spoilers removed]; le descrizioni di Amsterdam sono scolastiche, la spiegazione del motivo per cui Theo è così affascinato dal quadro del cardellino mi è parsa così poco congrua con il resto del libro da risultare insopportabile, ma sono quisquilie. Io mi sono divertita come se avessi avuto dieci anni e avessi avuto in mano un libro di Salgari.]]>
3.96 2013 Il cardellino
author: Donna Tartt
name: Three
average rating: 3.96
book published: 2013
rating: 5
read at: 2022/05/08
date added: 2022/05/13
shelves:
review:
sono IMPAZZITA per questo libro!
L'ho letto - non so se l'autrice ne sarebbe lusingata - come un libro di avventure, proprio io che ho passato l'infanzia e l'adolescenza senza incontrare tigri di mompracem, moschettieri o corsari di qualsiasi colore. E, ormai vecchia, impazzisco per la storia di questo Theo e la finisco in pochi giorni, resistendo alle mille lusinghe distrattive dell'iPad (fammi vedere se è arrivata una mail, aspetta che controllo se la guerra è finita, da qualche parte ci sarà la ricetta dei passatelli) e coltivando con cura quella illimitata sospensione dell'incredulità che è indispensabile per godersi un libro come questo (per capirci: una persona si trova a pochi passi da un'esplosione e rimane completamente illesa - mmm - si fa strada fra i detriti con le sue sole forze (dimenticavo: la persona è un tredicenne) - doppio mmm - trovando anche il tempo di fare una chiacchierata con un'altra persona coinvolta nell'esplosione, che in punto di morte gli consegna un anello e gli dà un indirizzo ove recapitarlo - triplo mmm - e, già che c'è, di prelevare un piccolo quadro di grande pregio (dimenticavo: l'esplosione avviene in un museo) - quadruplo mmm - poi finalmente esce dall'edificio distrutto e va a casa, presumibilmente senza avere addosso un briciolo di polvere e di schegge di vetro perché nessuno lo nota e gli chiede se per caso sta poco bene o se gradirebbe un bicchier d'acqua - BUM!).
Chiaro che se non si è disposti a sospendere l'incredulità si butta il libro a quel punto (è poco dopo l'inizio) e buona notte. Ma è scritto troppo bene, è troppo pieno di fatti imprevedibili, e Theo è troppo simpatico, ed i suoi amici anche di più, ed è un libro scritto in prima persona senza la minima concessione all'autocommiserazione, all'autocompiacimento, al birignao (povero me, la mamma è morta, il papà lasciamo stare), alla ricerca di scuse per le non poche trasgressioni compiute nel corso degli anni, e io non l'ho buttato.
Non è che sia un libro privo di difetti (il finale ed il sottofinale sono eterni, vecchio difetto dell'autrice) e personalmente mi aspettavo che succedesse una cosa che poi non succede - mi era sembrato che ci fossero chiari segnali in questo senso, ma forse ho troppa fantasia io, perché non voglio pensare che l'autrice si sia persa fra le troppe pagine che ha scritto [spoilers removed]; le descrizioni di Amsterdam sono scolastiche, la spiegazione del motivo per cui Theo è così affascinato dal quadro del cardellino mi è parsa così poco congrua con il resto del libro da risultare insopportabile, ma sono quisquilie. Io mi sono divertita come se avessi avuto dieci anni e avessi avuto in mano un libro di Salgari.
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Il senso di una fine 25263129
La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un'inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all'adolescenza, quando Tony procedeva all'educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l'adulto che è.
Il percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosí riflessione sulla fallacia della storia, «quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione», secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo?
Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna di reminiscenze inaffidabili, ipotesi errate e parole d'ordine ribadite; di fatti, nomi e immagini giustapposti a intuizioni filosofiche e rivelazioni poetiche; di un corpus di parole interne al testo - lettere, e-mail, pagine di diario - ed esterne a esso, nella forma di rimandi espliciti o piú spesso impliciti al sapere che puntella l'assunto ideale del romanzo: da Stefan Zweig a Philip Larkin (il «poeta» senza nome cui il narratore piú volte si richiama), dall'immaginario Patrick Lagrange al Flaubert di Madame Bovary (significativamente citato nel modo quasi-esatto che la memoria consente) fino a Frank Kermode, con il cui testo chiave questo romanzo condivide il titolo, l'insistenza sul ruolo del tempo e il proposito di «dare un senso al modo in cui diamo un senso al mondo».
Tempo e memoria. Con quelli si entra nel libro, attraverso la lista di flashback che il tempo ha cristallizzato in immagini. La memoria di Tony Webster predilige ricordi d'acqua, nel cui fluire controcorrente passa il racconto della sua sommersa inquietudine.]]>
160 Julian Barnes 885840601X Three 4 (Devo dire che resto sempre molto perplessa quando leggo storie di persone che si sono totalmente perse per anni o, come in questo caso, decenni, e tuttavia quando si rivedono riprendono il discorso più o meno dove lo avevano lasciato. Perplessissima, poi, sul finale di questa storia: non lo aveva neanche lontanamente intuito l'autore, ma non mi sentirei di fargliene una colpa come fa la sua amica di un tempo: anche per me la scoperta finale è arrivata inaspettata. E, comunque, non mi è sembrata una scoperta così importante).]]> 3.67 2011 Il senso di una fine
author: Julian Barnes
name: Three
average rating: 3.67
book published: 2011
rating: 4
read at: 2022/04/05
date added: 2022/04/05
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review:
È bellissimo un libro scritto in prima persona da una persona ironica ma non becera, molto consapevole di se stessa ma priva di vanagloria, sola ma non lamentosa (e neanche del tutto sola, alla fin dei conti). È il libro di un adulto, nel senso migliore: una persona che ha già vissuto la maggior parte della sua vita e ne ha tratto gli strumenti e la consapevolezza che occorrono per accettare se stessa e gli altri, errori del passato compresi. Mi è piaciuto molto.
(Devo dire che resto sempre molto perplessa quando leggo storie di persone che si sono totalmente perse per anni o, come in questo caso, decenni, e tuttavia quando si rivedono riprendono il discorso più o meno dove lo avevano lasciato. Perplessissima, poi, sul finale di questa storia: non lo aveva neanche lontanamente intuito l'autore, ma non mi sentirei di fargliene una colpa come fa la sua amica di un tempo: anche per me la scoperta finale è arrivata inaspettata. E, comunque, non mi è sembrata una scoperta così importante).
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L'ora di Agathe 44021696 96 Anne Cathrine Bomann 8870915778 Three 3 gradevole]]> 3.31 2017 L'ora di Agathe
author: Anne Cathrine Bomann
name: Three
average rating: 3.31
book published: 2017
rating: 3
read at: 2022/03/06
date added: 2022/03/06
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review:
semplicino semplicino
gradevole
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Holiday 58445909 In quei giorni strani e solitari, mentre cerca di capire cosa sia andato storto e trovare un modo per continuare, Edwin scopre che i suoi suoceri stanno soggiornando nella stessa cittadina e sono determinati a sistemare le cose tra lui e Meg. Man mano che il passato e la sua enigmatica moglie si fanno sempre più incombenti, anche una serie di verità mai indagate prima emerge davanti a lui, mutando radicalmente la sua percezione della realtà.
Una storia estremamente sottile, un ritratto della vita di provincia inglese raccontata con tutta l’abilità e la profondità di sentimento di Stanley Middleton. Questo romanzo, che ha vinto il Booker Prize nel 1974 (a pari merito con Nadine Gordimer), definisce Middleton come uno degli scrittori più interessanti del dopoguerra inglese, un autore dalla prosa attenta e meticolosa; non del tutto tenera, non del tutto spietata, ma capace di infilarsi come una lama nel cuore delle situazioni.]]>
256 Stanley Middleton 8893903555 Three 3 Onestamente, che la vacanza non sarebbe stata corroborante lo si poteva prevedere. Ad un certo punto poteva scapparci una storiella con un'altra vacanziera, ma alla fine non se ne fa niente.

Il pregio del libro è anche il suo difetto: l'assenza anche solo di una tentazione di pietismo si traduce in distacco. Quest'uomo non sa piangere né ridere né comunicare in maniera partecipante. Dico la verità? Mi sono annoiata quasi come se fossi andata anch'io in vacanza su una spiaggia del mare del nord.]]>
3.14 1974 Holiday
author: Stanley Middleton
name: Three
average rating: 3.14
book published: 1974
rating: 3
read at: 2022/02/28
date added: 2022/03/04
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una settimana sulla ridente riviera inglese, allietata dalla compagnia di gente con cui si ha in comune solo la scelta dell'alberghetto, e, a sorpresa, dal suocero invadente, si rivela non essere esattamente l'ideale per un uomo solo, in crisi totale con la moglie che ha lasciato (per sempre?) a casa, per giunta gravato dalla pena per la morte del figlio, affetto da una imprecisata malattia congenita che gli ha consentito di vivere due soli, difficili anni.
Onestamente, che la vacanza non sarebbe stata corroborante lo si poteva prevedere. Ad un certo punto poteva scapparci una storiella con un'altra vacanziera, ma alla fine non se ne fa niente.

Il pregio del libro è anche il suo difetto: l'assenza anche solo di una tentazione di pietismo si traduce in distacco. Quest'uomo non sa piangere né ridere né comunicare in maniera partecipante. Dico la verità? Mi sono annoiata quasi come se fossi andata anch'io in vacanza su una spiaggia del mare del nord.
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