Elisa's bookshelf: all en-US Mon, 03 Feb 2025 15:36:29 -0800 60 Elisa's bookshelf: all 144 41 /images/layout/goodreads_logo_144.jpg Colazione da Tiffany 9873850 95 Truman Capote 848130509X Elisa 0 to-read 3.75 1958 Colazione da Tiffany
author: Truman Capote
name: Elisa
average rating: 3.75
book published: 1958
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date added: 2025/02/03
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A volte ritorno 15993349 388 John Niven 8858405471 Elisa 0 to-read 3.66 2011 A volte ritorno
author: John Niven
name: Elisa
average rating: 3.66
book published: 2011
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date added: 2024/09/27
shelves: to-read
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Né di Eva né di Adamo 19232528 160 Amélie Nothomb Elisa 0 to-read 3.57 2007 Né di Eva né di Adamo
author: Amélie Nothomb
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 2007
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date added: 2024/09/18
shelves: to-read
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Cassandra 153482 Cassandra speaks to us in a pressing monologue whose inner focal points are patriarchy and war. In the four accompanying pieces, which take the form of travel reports, journal entries, and a letter, Wolf describes the novel's genesis. Incisive and intelligent, the entire volume represents an urgent call to examine the past in order to insure a future.
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320 Christa Wolf 0374519048 Elisa 0 to-read 3.92 1983 Cassandra
author: Christa Wolf
name: Elisa
average rating: 3.92
book published: 1983
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date added: 2023/11/09
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Oblomov 15784141 In un linguaggio che nulla ha da invidiare alla perfezione di PuÅ¡kin o al feroce realismo di Gogolâ€�, GonÄarov dà forma a un universoapparentemente immobile ma in realtà freneticamente vivo di osservazioni, pensieri e annotazioni, sostanziando uno dei massimi capolavori della letteratura russa (e mondiale). Un capolavoro imprendibile, impossibile da catalogare e spiegare e, per questo, ancora ±è¾±Ã¹ grande.]]> 432 Ivan Goncharov 8807822466 Elisa 0 to-read 4.44 1859 Oblomov
author: Ivan Goncharov
name: Elisa
average rating: 4.44
book published: 1859
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date added: 2023/10/19
shelves: to-read
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Qualcuno con cui correre 3983546 Assaf è un sedicenne timido e impacciato a cui viene affidato un compito singolare, se non impossibile: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato seguendolo per le strade di Gerusalemme. Correndo dietro all'animale il ragazzo giunge in luoghi impensati, di fronte a strani, inquietanti personaggi. E poco a poco ricompone i tasselli di un drammatico puzzle: la storia di Tamar, una ragazza solitaria e ribelle fuggita di casa per salvare il fratello, giovane tossicodipendente finito nella rete di una banda di malfattori. È la svolta nella vita di Assaf, che decide di andare fino in fondo, di "correre" con Tamar. Qualcuno con cui correre è un romanzo di forza dickensiana, avventuroso e incalzante, ricco di colpi si scena e di pagine di puro terrore. Ma soprattutto è un libro capace di penetrare come nessun altro nel mistero dell'adolescenza, superando chiusure e difficoltà per mostrarci la generosità e la grandezza di cui i giovani sono capaci.

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364 David Grossman 8804508183 Elisa 0 to-read 4.12 2000 Qualcuno con cui correre
author: David Grossman
name: Elisa
average rating: 4.12
book published: 2000
rating: 0
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date added: 2023/07/23
shelves: to-read
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Tina 9667281 240 Pino Cacucci 8807818302 Elisa 0 to-read 3.84 1991 Tina
author: Pino Cacucci
name: Elisa
average rating: 3.84
book published: 1991
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date added: 2023/07/21
shelves: to-read
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Cacao 9697121 136 Jorge Amado 8806177176 Elisa 0 to-read 3.62 1933 Cacao
author: Jorge Amado
name: Elisa
average rating: 3.62
book published: 1933
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date added: 2023/07/21
shelves: to-read
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Anna Karenina 7742144 887 Leo Tolstoy 8806132733 Elisa 5 classici, letteratura-russa 4.35 1878 Anna Karenina
author: Leo Tolstoy
name: Elisa
average rating: 4.35
book published: 1878
rating: 5
read at: 2011/03/01
date added: 2022/09/01
shelves: classici, letteratura-russa
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Amok 9711481 Amok è una parola malese. Indica «una follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana... un accesso di monomania omicida, insensata, non paragonabile a nessun’altra intossicazione alcolica». Lo sa bene la voce narrante di questa tesa novella � un medico dai tanti conti in sospeso: con la giustizia, con la professione, con la propria vita ormai annientata. E su una grande e rumorosa città natante che fende l’Oceano Indiano, e ricorda la non meno fatale nave della Novella degli scacchi, una confessione simile a un delirio ricrea davanti ai nostri occhi un mondo coloniale che «divora l’anima e succhia il midollo dalle ossa», scatenando forze capaci di scardinare in un attimo ordinate esistenze. Un mondo febbrile dove si scontrano la protervia di una donna di imperiosa bellezza, convinta che tutto si compri col denaro, e la divorante passione di un uomo cui i tropici e la solitudine hanno sviato la mente e i sensi. La nave va verso un’Europa ormai crepuscolare, verso una conclusione ineluttabile, lontano dalla giungla e dalla città d’acqua in cui i due hanno giocato una partita dall’esito segnato sin dal primo incontro: «Nel giro di un’ora, da che quella donna era entrata nella mia stanza, mi ero buttato la vita alle spalle lanciandomi alla cieca nel furore dell’amok».]]> 105 Stefan Zweig 8845918572 Elisa 0 to-read 3.83 1922 Amok
author: Stefan Zweig
name: Elisa
average rating: 3.83
book published: 1922
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date added: 2022/08/01
shelves: to-read
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Siddhartha 444555 156 Hermann Hesse 884590184X Elisa 0 to-read 3.98 1922 Siddhartha
author: Hermann Hesse
name: Elisa
average rating: 3.98
book published: 1922
rating: 0
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date added: 2022/06/04
shelves: to-read
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San Manuel Bueno, mártir 1048725 168 Miguel de Unamuno 8437601851 Elisa 0 to-read 3.90 1930 San Manuel Bueno, mártir
author: Miguel de Unamuno
name: Elisa
average rating: 3.90
book published: 1930
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date added: 2022/04/03
shelves: to-read
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<![CDATA[L'uomo dei cerchi azzurri (Commissaire Adamsberg #1)]]> 9554980 238 Fred Vargas 8806182315 Elisa 4 letteratura-francese Mi domandavo perché faccio lo sbirro. Forse perché in questo mestiere devi cercare delle cose con buone possibilità di trovarle. E ti consola del resto.

All'inizio, quando ho letto che Fred Vargas si è impegnata a scrivere un libro all'anno nel suo mese di vacanza, ho pensato che fosse un po' pressapochista. Suppongo che in un mese di ferie uno non passi la vita attaccato a una storia, avrà anche altro a cui pensare. E un mese sembra poco.

Invece, wow. Fred, tu ci sai fare.
Prima di tutto, l'intreccio non suggerisce alcunché sull'assassino. I personaggi sono talmente bizzarri che in continuazione si strappano di mano la staffetta di indiziato per correre il loro giro. E tu li segui, certo di essere sulla pista giusta. Un po' scoraggiato, forse, di aver capito tutto così presto. E invece no, ti sorprendi a scoprire la verità solo nell'ultima pagina (e non è un'iperbole). Ciaf! Uno schiaffo alle tue convinzioni.

Tutto sembra scorrere, proprio come il commissario Adamsberg. Sfuggente, placido, sfumato. Rubo le parole del cieco Reyers per rendere meglio l'idea: "Se avessi ucciso, preferirei uno sbirro che potessi sperare di far reagire, uno sbirro che non si metta a scorrere via come acqua per poi di colpo opporre resistenza come la pietra. Lui scorre e resiste, scivola via galleggiando verso una meta, verso un estuario. E in tutto questo un assassino può finire annegato".

Jean-Baptiste Adamsberg è fuori fuoco, per usare le parole di Woody Allen. Mentre gli altri personaggi, e il lettore stesso, cercano una certezza dalla linea nitida a cui aggrapparsi per non naufragare, lui naviga nell'imprecisione. Anche il suo amore, Camille, è fuori fuoco. Nei momenti di debolezza riemerge dal vortice di nebbia in cui Adamsberg l'ha incorniciata. E' una via di mezzo tra "un dio greco e una puttana egizia", e ciò nonostante lui la chiama sempre "il tesorino". E' inafferrabile se non per un millesimo di secondo, come l'acqua. Proprio come Jean-Baptiste. Sono due fiumi che ogni tanto si intersecano per poi ritornare ai rispettivi letti solitari. E le pagine che li ospitano grondano amore da ogni molecola.

Non posso far altro che buttarmi sul resto della trilogia Adamsberg e augurare buone vacanze a Fred Vargas.

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3.57 1991 L'uomo dei cerchi azzurri (Commissaire Adamsberg #1)
author: Fred Vargas
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 1991
rating: 4
read at: 2011/05/16
date added: 2022/03/29
shelves: letteratura-francese
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Mi domandavo perché faccio lo sbirro. Forse perché in questo mestiere devi cercare delle cose con buone possibilità di trovarle. E ti consola del resto.

All'inizio, quando ho letto che Fred Vargas si è impegnata a scrivere un libro all'anno nel suo mese di vacanza, ho pensato che fosse un po' pressapochista. Suppongo che in un mese di ferie uno non passi la vita attaccato a una storia, avrà anche altro a cui pensare. E un mese sembra poco.

Invece, wow. Fred, tu ci sai fare.
Prima di tutto, l'intreccio non suggerisce alcunché sull'assassino. I personaggi sono talmente bizzarri che in continuazione si strappano di mano la staffetta di indiziato per correre il loro giro. E tu li segui, certo di essere sulla pista giusta. Un po' scoraggiato, forse, di aver capito tutto così presto. E invece no, ti sorprendi a scoprire la verità solo nell'ultima pagina (e non è un'iperbole). Ciaf! Uno schiaffo alle tue convinzioni.

Tutto sembra scorrere, proprio come il commissario Adamsberg. Sfuggente, placido, sfumato. Rubo le parole del cieco Reyers per rendere meglio l'idea: "Se avessi ucciso, preferirei uno sbirro che potessi sperare di far reagire, uno sbirro che non si metta a scorrere via come acqua per poi di colpo opporre resistenza come la pietra. Lui scorre e resiste, scivola via galleggiando verso una meta, verso un estuario. E in tutto questo un assassino può finire annegato".

Jean-Baptiste Adamsberg è fuori fuoco, per usare le parole di Woody Allen. Mentre gli altri personaggi, e il lettore stesso, cercano una certezza dalla linea nitida a cui aggrapparsi per non naufragare, lui naviga nell'imprecisione. Anche il suo amore, Camille, è fuori fuoco. Nei momenti di debolezza riemerge dal vortice di nebbia in cui Adamsberg l'ha incorniciata. E' una via di mezzo tra "un dio greco e una puttana egizia", e ciò nonostante lui la chiama sempre "il tesorino". E' inafferrabile se non per un millesimo di secondo, come l'acqua. Proprio come Jean-Baptiste. Sono due fiumi che ogni tanto si intersecano per poi ritornare ai rispettivi letti solitari. E le pagine che li ospitano grondano amore da ogni molecola.

Non posso far altro che buttarmi sul resto della trilogia Adamsberg e augurare buone vacanze a Fred Vargas.


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La vita come un romanzo russo 15923226 276 Emmanuel Carrère 8806191950 Elisa 4 3.59 2007 La vita come un romanzo russo
author: Emmanuel Carrère
name: Elisa
average rating: 3.59
book published: 2007
rating: 4
read at: 2016/04/12
date added: 2022/03/16
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Noi 20698328 ALESSANDRO NIERO]]> 288 Yevgeny Zamyatin 8862431422 Elisa 4 3.80 1924 Noi
author: Yevgeny Zamyatin
name: Elisa
average rating: 3.80
book published: 1924
rating: 4
read at: 2014/03/02
date added: 2022/02/17
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<![CDATA[Jolanda, la figlia del Corsaro Nero]]> 11114854 318 Emilio Salgari Elisa 0 to-read 3.57 1905 Jolanda, la figlia del Corsaro Nero
author: Emilio Salgari
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 1905
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date added: 2022/02/17
shelves: to-read
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°ä±ð³¦¾±³Ùà 2865316 315 José Saramago 8806148664 Elisa 0 to-read 4.35 1995 °ä±ð³¦¾±³Ùà
author: José Saramago
name: Elisa
average rating: 4.35
book published: 1995
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date added: 2022/01/29
shelves: to-read
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La storia infinita 3400739
Michael Ende, figlio del pittore surrealista Edgar, è nato in Germania nel 1929.
Ha lavorato nel mondo dello spettacolo e curato regie per il Teatro di Monaco. Oltre alla Storia infinita, grandissimo successo hanno avuto anche Momo>/i> (1981), Lo specchio nello specchio (1986) e l'azione scenica La favola dei saltimbanchi. Pubblicati dalla Salani sono Le avventure di Jim Bottone (1989) e La terribile banda de Tredici Pirati (1990).]]>
436 Michael Ende 8878190195 Elisa 3
Dopo aver rubato a un antiquario uno strano libro in seta color rubino intitolato "La storia infinita", Bastiano si rifugia nella soffitta della scuola e vi si chiude a chiave. Vuole leggere il libro e sfuggire alle molte responsabilità che la vita gli pone davanti: l'assenza dalla lezione, il furto del libro, le spiegazioni al padre. In fondo fa solo ciò che ha sempre fatto, chiudendo il mondo fuori, lontano da sé. Inizia la lettura de "La storia infinita" e subito si appassiona al dramma dell'Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia afflitta da una misteriosa malattia che divora contemporaneamente lei e il suo regno. L'Infanta Imperatrice incarica il giovane cacciatore Atreiu di partire alla Grande Ricerca per trovare la causa del suo male. Fantàsia è il regno della fantasia, che da qualche tempo scompare tra le fauci di un accecante nulla. Sono gli uomini a determinare la buona salute del regno, entrandovi e donando all'Infanta Imperatrice nomi sempre diversi. Ora, però, sembra che i figli d'Adamo abbiano perso la volontà e la capacità di immaginare, tanto che dal regno di Fantàsia ricavano solo angosce e bugie. Durante la lettura Bastiano si accorge che il mondo creato nel libro non è fatto di puro inchiostro: le reazioni del lettore hanno un'eco nel mondo fantàsico e l'Infanta Imperatrice sembra riferirsi proprio a lui quando parla dell'uomo che la salverà donandole un nuovo nome. Dopo innumerevoli incertezze, Bastiano entra nel libro donando alla sovrana il nome "Fiordiluna".

Il momento in cui Bastiano entra a Fantàsia chiamando Fiordiluna è uno dei ±è¾±Ã¹ belli del libro. Bastiano da lettore diventa creatore: da un misero e sterile granello di polvere ricava una foresta rigogliosa e variopinta che continua a crescere incessantemente nel buio della notte. La notte non può essere eterna, e così Bastiano crea anche il giorno, nell'estremo calore di un variopinto deserto. E' un dio in tutto e per tutto, sembra quasi di trovarsi davanti a una Genesi fantastica. Fiordiluna gli ha donato il gioiello simbolo del suo potere, AURYN, che lo protegge dai pericoli e lo guida nel suo cammino. Guardando Fiordiluna negli occhi riesce persino a cambiare aspetto: dice addio al grassoccio bambino giallastro per tramutarsi in uno splendido principe dal mantello argentato. Da qui inizierà una seconda storia, quella di Bastiano nel regno di Fantàsia. Il bambino ha un potere enorme tra le mani e lo usa dando sfogo al suo desiderio di rivalsa: la bellezza, la forza, il coraggio, la supremazia sono i tesori che raccoglie nel suo cammino e che lo portano a far tabula rasa dei suoi ricordi da terrestre. Spariscono le storie inventate per la bambina Lucia, spariscono le prese in giro dei compagni, spariscono la mamma e il papà. La realtà fantasica è apparentemente migliore per Bastiano, non ha ±è¾±Ã¹ bisogno di ricordarsi del tempo in cui era un personaggio tutt'altro che invidiabile. Se dal suo punto di vista si arricchisce, in realtà diventa sempre ±è¾±Ã¹ povero. Solo alla fine riuscirà a capire il senso del suo viaggio in Fantàsia e troverà la porta per tornare nel suo mondo.

Michael Ende ha una capacità evocativa strabiliante. Paesaggi e personaggi si materializzano letteralmente nella mente del lettore, tempestati di dettagli affascinanti e magici. Niente nel racconto è fuori posto: persino la descrizione del cielo, a volte limpido e altre sconvolto da violente tempeste, ha sempre qualcosa da dire.

La storia infinita somiglia a una matrioska: dentro una storia ne vive un'altra, abitata da innumerevoli altre, all'infinito. Le cornici sono tantissime, tanto che per seguire i protagonisti della vicenda il narratore è costretto a lasciare diversi fili dell'intreccio per aria con la formula: "Ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta". La bellezza del raccontare troneggia al centro della storia: Fantàsia è un regno meraviglioso proprio perché non ha confini ed è in continua trasformazione. La sua sovrana, d'altronde, trae forza e splendore proprio dagli innumerevoli nomi che gli umani le donano.

Bastiano risulta un personaggio antipatico per gran parte dell'intreccio. In realtà è solo profondamente umano, un cocktail esplosivo di debolezze. Chi di noi non ha mai provato vergogna, vedendosi piccolo e rozzo di fronte all'apparente perfezione altrui? Chi di noi vedendo un personaggio affascinante come Atreiu non proverebbe il desiderio di diventare come lui, oltre a diventare suo amico? Chi di noi non ha mai visto la perfezione in un altro individuo, svalutando per un istante tutte le proprie qualità? Bastiano nel suo affannarsi per cercare l'appoggio di Atreiu e Fùcur compie azioni negative, ma la sua debolezza è solo il trampolino per una crescita interiore. Dopo aver affermato se stesso in modo pomposo per tutta la seconda parte della narrazione, compierà l'estremo sacrificio di rinunciare anche al proprio nome. Dall'esaltazione all'annullamento, per ritornare nel suo mondo in cui l'amore del padre l'aspetta tra le mura della casa fredda, pronto per esser rinsavito dall'Acqua della Vita.]]>
4.14 1979 La storia infinita
author: Michael Ende
name: Elisa
average rating: 4.14
book published: 1979
rating: 3
read at: 2011/03/22
date added: 2022/01/22
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Bastiano Baldassarre Bucci è un bambino grassoccio e con la faccia color formaggio, orfano di madre, tremendamente insicuro di sé e per questo vittima dei suoi coetanei bulli. Se a questo aggiungiamo che suo padre, segnato dalla morte della moglie in modo profondo, non lo degna quasi ±è¾±Ã¹ di uno sguardo, abbiamo davanti l'immagine perfetta di un personaggio dall'esistenza grama. L'infelicità circonda Bastiano e lo isola dal mondo, e lui non fa niente per levarsela di dosso: si crogiola nella solitudine rifugiandosi nei suoi racconti inventati. Tutto questo accade nella realtà, ma accade anche nel regno di Fantàsia, non appena Bastiano vi mette piede.

Dopo aver rubato a un antiquario uno strano libro in seta color rubino intitolato "La storia infinita", Bastiano si rifugia nella soffitta della scuola e vi si chiude a chiave. Vuole leggere il libro e sfuggire alle molte responsabilità che la vita gli pone davanti: l'assenza dalla lezione, il furto del libro, le spiegazioni al padre. In fondo fa solo ciò che ha sempre fatto, chiudendo il mondo fuori, lontano da sé. Inizia la lettura de "La storia infinita" e subito si appassiona al dramma dell'Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia afflitta da una misteriosa malattia che divora contemporaneamente lei e il suo regno. L'Infanta Imperatrice incarica il giovane cacciatore Atreiu di partire alla Grande Ricerca per trovare la causa del suo male. Fantàsia è il regno della fantasia, che da qualche tempo scompare tra le fauci di un accecante nulla. Sono gli uomini a determinare la buona salute del regno, entrandovi e donando all'Infanta Imperatrice nomi sempre diversi. Ora, però, sembra che i figli d'Adamo abbiano perso la volontà e la capacità di immaginare, tanto che dal regno di Fantàsia ricavano solo angosce e bugie. Durante la lettura Bastiano si accorge che il mondo creato nel libro non è fatto di puro inchiostro: le reazioni del lettore hanno un'eco nel mondo fantàsico e l'Infanta Imperatrice sembra riferirsi proprio a lui quando parla dell'uomo che la salverà donandole un nuovo nome. Dopo innumerevoli incertezze, Bastiano entra nel libro donando alla sovrana il nome "Fiordiluna".

Il momento in cui Bastiano entra a Fantàsia chiamando Fiordiluna è uno dei ±è¾±Ã¹ belli del libro. Bastiano da lettore diventa creatore: da un misero e sterile granello di polvere ricava una foresta rigogliosa e variopinta che continua a crescere incessantemente nel buio della notte. La notte non può essere eterna, e così Bastiano crea anche il giorno, nell'estremo calore di un variopinto deserto. E' un dio in tutto e per tutto, sembra quasi di trovarsi davanti a una Genesi fantastica. Fiordiluna gli ha donato il gioiello simbolo del suo potere, AURYN, che lo protegge dai pericoli e lo guida nel suo cammino. Guardando Fiordiluna negli occhi riesce persino a cambiare aspetto: dice addio al grassoccio bambino giallastro per tramutarsi in uno splendido principe dal mantello argentato. Da qui inizierà una seconda storia, quella di Bastiano nel regno di Fantàsia. Il bambino ha un potere enorme tra le mani e lo usa dando sfogo al suo desiderio di rivalsa: la bellezza, la forza, il coraggio, la supremazia sono i tesori che raccoglie nel suo cammino e che lo portano a far tabula rasa dei suoi ricordi da terrestre. Spariscono le storie inventate per la bambina Lucia, spariscono le prese in giro dei compagni, spariscono la mamma e il papà. La realtà fantasica è apparentemente migliore per Bastiano, non ha ±è¾±Ã¹ bisogno di ricordarsi del tempo in cui era un personaggio tutt'altro che invidiabile. Se dal suo punto di vista si arricchisce, in realtà diventa sempre ±è¾±Ã¹ povero. Solo alla fine riuscirà a capire il senso del suo viaggio in Fantàsia e troverà la porta per tornare nel suo mondo.

Michael Ende ha una capacità evocativa strabiliante. Paesaggi e personaggi si materializzano letteralmente nella mente del lettore, tempestati di dettagli affascinanti e magici. Niente nel racconto è fuori posto: persino la descrizione del cielo, a volte limpido e altre sconvolto da violente tempeste, ha sempre qualcosa da dire.

La storia infinita somiglia a una matrioska: dentro una storia ne vive un'altra, abitata da innumerevoli altre, all'infinito. Le cornici sono tantissime, tanto che per seguire i protagonisti della vicenda il narratore è costretto a lasciare diversi fili dell'intreccio per aria con la formula: "Ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta". La bellezza del raccontare troneggia al centro della storia: Fantàsia è un regno meraviglioso proprio perché non ha confini ed è in continua trasformazione. La sua sovrana, d'altronde, trae forza e splendore proprio dagli innumerevoli nomi che gli umani le donano.

Bastiano risulta un personaggio antipatico per gran parte dell'intreccio. In realtà è solo profondamente umano, un cocktail esplosivo di debolezze. Chi di noi non ha mai provato vergogna, vedendosi piccolo e rozzo di fronte all'apparente perfezione altrui? Chi di noi vedendo un personaggio affascinante come Atreiu non proverebbe il desiderio di diventare come lui, oltre a diventare suo amico? Chi di noi non ha mai visto la perfezione in un altro individuo, svalutando per un istante tutte le proprie qualità? Bastiano nel suo affannarsi per cercare l'appoggio di Atreiu e Fùcur compie azioni negative, ma la sua debolezza è solo il trampolino per una crescita interiore. Dopo aver affermato se stesso in modo pomposo per tutta la seconda parte della narrazione, compierà l'estremo sacrificio di rinunciare anche al proprio nome. Dall'esaltazione all'annullamento, per ritornare nel suo mondo in cui l'amore del padre l'aspetta tra le mura della casa fredda, pronto per esser rinsavito dall'Acqua della Vita.
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Il ballo 9646899 Il ballo ha la perfezione esemplare di un piccolo classico, poiché riesce a mescolare, pur nella sua brevità, i temi ±è¾±Ã¹ ardui: la rivalità madre-figlia, l’ipocrisia sociale, le goffe vertigini della ricchezza improvvisata, le vendette smisurate dell’adolescenza â€� che passano, in questo caso eccezionale, dall’immaginazione alla realtà. Perché è proprio una vendetta, quella della quattordicenne Antoinette nei confronti della madre: non premeditata, e per questo ancora ±è¾±Ã¹ terribile. In poche pagine folgoranti, con la sua scrittura scarna ed essenziale, Irène Némirovsky condensa, senza nulla celare della sua bruciante crudeltà, un dramma di amore respinto, di risentimento e di ambizione.
Nel 1929, quando Némirovsky pubblica David Golder, il suo primo romanzo (a cui l’anno dopo seguirà Il ballo), la critica manifesta tutta la sua sbalordita ammirazione di fronte a questa giovane donna elegante e mondana, appartenente a una ricca famiglia di émigré russi di origine ebrea, che si rivela una brillante scrittrice. Per tutti gli anni Trenta Irène Némirovsky continuerà a pubblicare con immutato successo. Nel dopoguerra, tuttavia, sulla sua opera cala il silenzio. Solo a partire dall’autunno del 2004 la critica, ma soprattutto i lettori, hanno cominciato a restituire a Irène Némirovsky il posto che le spetta fra i ±è¾±Ã¹ grandi, e i ±è¾±Ã¹ amati, narratori del Novecento.]]>
92 Irène Némirovsky 8845919714 Elisa 3 3.63 1930 Il ballo
author: Irène Némirovsky
name: Elisa
average rating: 3.63
book published: 1930
rating: 3
read at: 2012/09/05
date added: 2022/01/19
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Il giardino segreto 9704333 275 Frances Hodgson Burnett 8817029556 Elisa 0 to-read 4.15 1911 Il giardino segreto
author: Frances Hodgson Burnett
name: Elisa
average rating: 4.15
book published: 1911
rating: 0
read at:
date added: 2022/01/15
shelves: to-read
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°ä³óé°ù¾± 9700793 °ä³óé°ù¾±. Perché questo ragazzo «coi capelli dai riflessi blu come le penne dei merli» è passato direttamente dalle pagine del breve romanzo di Colette al cielo degli archetipi. Con la protervia della bellezza giovane, °ä³óé°ù¾± irrompe nella vita di Léa, donna leggera e sapiente, «cortigiana danarosa e buona figliola a cui la vita aveva risparmiato le catastrofi fascinose e i nobili dolori» â€� ma glieli aveva risparmiati per concentrarli tutti in una sola storia, che la colpisce quando ha l’età «in cui è lecito concedersi qualche piccolo piacere». Nel triangolo amoroso apparirà qui il rivale ±è¾±Ã¹ temibile: il Tempo, nel suo ruolo di corruttore dei corpi. L’autunnale opulenza di Léa e l’acerbo smalto di °ä³óé°ù¾± vengono spiati, in ogni attimo, da un occhio a cui nulla sfugge. Così questa vicenda, scandita dalle scene di una magistrale commedia demi-mondaine, diventa la cronaca di una catastrofe, dove il sentimento è delicatamente avvolto nella fisiologia e brama di sprofondare «in quell’abisso da cui l’amore risale pallido, taciturno e pieno del rimpianto della morte».]]> 167 Colette Gauthier-Villars 8845905772 Elisa 4 3.64 1920 °ä³óé°ù¾±
author: Colette Gauthier-Villars
name: Elisa
average rating: 3.64
book published: 1920
rating: 4
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date added: 2022/01/14
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Just Kids 7741657 Just Kids begins as a love story and ends as an elegy. It serves as a salute to New York City during the late sixties and seventies and to its rich and poor, its hustlers and hellions. A true fable, it is a portrait of two young artists' ascent, a prelude to fame.]]> 306 Patti Smith 0060936223 Elisa 0 to-read 4.33 2010 Just Kids
author: Patti Smith
name: Elisa
average rating: 4.33
book published: 2010
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Le notti bianche 4590793
Con un saggio di André Gide. Introduzione di Giovanna Spendel.]]>
84 Fyodor Dostoevsky 8804516046 Elisa 0 to-read 4.05 1848 Le notti bianche
author: Fyodor Dostoevsky
name: Elisa
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book published: 1848
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Le braci 3831736 172 Sándor Márai 884592257X Elisa 3 Commento in fase di fermentazione

(Fase uno: quando non ero mica sicura che mi fosse piaciuto)
Quando chiudi un libro con la faccia distesa tra un "bah" di indifferenza e un "beh" di compromesso, non è mai un buon segnale. Quando il giudizio deve fare ricorso alla struttura del romanzo per strappare un margine di positività alla lettura conclusa, è segno che le parole sono cadute su un terreno forse arido, inadatto a farne germogliare qualcosa. In fin dei conti, il romanzo può avere una struttura d'eccezione, ogni componente può essere calibrata con un'esattezza millimetrica, tale da imprimere sulla copertina il bollino "inaffondabile", eppure può non stregarti. "Forse non l'ho capito", ti dici, ignaro del fatto che questa è solo una timida giustificazione per tacere su di te, sulla tua sensibilità che potrebbe uscire a pezzi dal confronto. C'è sempre questo senso di necessità che grava sulle opere definite capolavori. Eppure non c'è niente di inaffondabile, neppure la terra su cui pestiamo i piedi, nemmeno la nostra voce che grida "inaffondabile" è inaffondabile.

Le braci, di te ho apprezzato la teatralità della narrazione, la scelta precisa di gesti e scenografia. I personaggi non compiono mai un gesto per riempire il tempo, lo fanno per caricare le loro mani di significato. Un silenzio vissuto con gli occhi chiusi "come un cieco" quando il personaggio si scontra con un dubbio, la scoperta di un vino fermentato nella propria cantina alla vigilia del ritorno di un amico perso di vista da quarant'anni, l'allestimento di una stanza da pranzo maniacalmente identico a quello di quarant'anni prima, la postura da "uccellino con la testa incavata nel corpo" di una balia ormai novantenne che raramente ha lasciato la casa dove presta servizio ma che conosce meglio di altri i tumulti interiori dei suoi padroni, la battuta di caccia di due amici in un bosco ancora buio. La scelta delle musiche, la direzione dei raggi solari che bussano alle finestre: tutto è sapientemente diretto da un regista fuori campo.

Il tema è legato alla lotta tra dionisiaco e apollineo, nelle sue infinite manifestazioni: personalità, appartenenza di classe, scelte di vita. Lo scontro è aperto in senso assoluto, a partire dalla cornice: lo splendore dell'impero asburgico tutto divise, lustrini e valzer deve fare i conti con l'incubo delle guerre mondiali e con il tumulto delle popolazioni che si son stufate di chiedere pietà dal di sotto gli stivali lucidi dell'imperatore. Sulla scena, sono i personaggi a farsi carico delle due armature, a schierarsi in fronti contrapposti in base a quella che loro chiamano "diversità". Il rigido generale tutto onore ed etichetta e l'artista soffocato dal peso dell'uniforme, fratelli e nemici di sangue come il giorno e la notte, capaci di vedersi veramente solo in quel sottile momento che segna il confine tra notte e alba: non è ancora giorno, non è ±è¾±Ã¹ notte, è una terra di nessuno e le passioni corrono lontane da ogni imposizione. Ci si può finalmente abbracciare solo nel momento di massima bestialità.

Dionisiaco e apollineo: che senso ha questa lotta? Chi vince? La risposta sta in una non risposta, in un silenzio, nella perdita di significato di tutti gli oggetti in scena, prima così simbolici e chiacchieroni. Quel teatro costruito in precedenza si accartoccia, si annienta. Al suo posto sorge una nuova scenografia, identica alla precedente, solo ±è¾±Ã¹ scolorita, priva persino del calore rossastro di un cumulo di braci. Dal simbolismo universale alla vacuità assoluta: è un bel salto.

(Fase due: la presa di coscienza)
Mentre scrivevo queste righe, mi son resa conto che dentro di me l'idea sull'opera è maturata. Volevo scrivere che non mi ha trasmesso quasi nulla, ma non è vero. Riguardando le parole scritte all'inizio, penso addirittura di aver esagerato con lo scetticismo. Cosa volevo, un libro mordi e fuggi, che ti consegni tutto in mano in un sacchetto striminzito come il maltolto dopo una rapina? No, certo che no. Forse mi aspettavo di avere un'opinione ferma e rigida a fine lettura. Non ho pensato che alcuni libri sono solo trampolini di partenza.

E allora, priva di alcun senso di colpa, posso dire chiaramente che la parola d'ordine per questo libro è quella che ricorre spesso nella narrazione: fermentare . Prima di esprimere qualsiasi giudizio, estatico o scoraggiato che sia, cercate di gustarlo per bene e, una volta terminato, aspettate con calma che la composizione si modifichi. Poi assaggiate, distinguete le diverse note, separate il dolce dall'amaro.

Ma piano, mi raccomando, a costo di impiegarci quarantun'anni e quarantatré giorni. O forse di ±è¾±Ã¹.

Io nel mentre aspetto, e le stelline le relego momentaneamente in cantina.]]>
3.88 1942 Le braci
author: Sándor Márai
name: Elisa
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book published: 1942
rating: 3
read at: 2012/02/20
date added: 2021/03/03
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Commento in fase di fermentazione

(Fase uno: quando non ero mica sicura che mi fosse piaciuto)
Quando chiudi un libro con la faccia distesa tra un "bah" di indifferenza e un "beh" di compromesso, non è mai un buon segnale. Quando il giudizio deve fare ricorso alla struttura del romanzo per strappare un margine di positività alla lettura conclusa, è segno che le parole sono cadute su un terreno forse arido, inadatto a farne germogliare qualcosa. In fin dei conti, il romanzo può avere una struttura d'eccezione, ogni componente può essere calibrata con un'esattezza millimetrica, tale da imprimere sulla copertina il bollino "inaffondabile", eppure può non stregarti. "Forse non l'ho capito", ti dici, ignaro del fatto che questa è solo una timida giustificazione per tacere su di te, sulla tua sensibilità che potrebbe uscire a pezzi dal confronto. C'è sempre questo senso di necessità che grava sulle opere definite capolavori. Eppure non c'è niente di inaffondabile, neppure la terra su cui pestiamo i piedi, nemmeno la nostra voce che grida "inaffondabile" è inaffondabile.

Le braci, di te ho apprezzato la teatralità della narrazione, la scelta precisa di gesti e scenografia. I personaggi non compiono mai un gesto per riempire il tempo, lo fanno per caricare le loro mani di significato. Un silenzio vissuto con gli occhi chiusi "come un cieco" quando il personaggio si scontra con un dubbio, la scoperta di un vino fermentato nella propria cantina alla vigilia del ritorno di un amico perso di vista da quarant'anni, l'allestimento di una stanza da pranzo maniacalmente identico a quello di quarant'anni prima, la postura da "uccellino con la testa incavata nel corpo" di una balia ormai novantenne che raramente ha lasciato la casa dove presta servizio ma che conosce meglio di altri i tumulti interiori dei suoi padroni, la battuta di caccia di due amici in un bosco ancora buio. La scelta delle musiche, la direzione dei raggi solari che bussano alle finestre: tutto è sapientemente diretto da un regista fuori campo.

Il tema è legato alla lotta tra dionisiaco e apollineo, nelle sue infinite manifestazioni: personalità, appartenenza di classe, scelte di vita. Lo scontro è aperto in senso assoluto, a partire dalla cornice: lo splendore dell'impero asburgico tutto divise, lustrini e valzer deve fare i conti con l'incubo delle guerre mondiali e con il tumulto delle popolazioni che si son stufate di chiedere pietà dal di sotto gli stivali lucidi dell'imperatore. Sulla scena, sono i personaggi a farsi carico delle due armature, a schierarsi in fronti contrapposti in base a quella che loro chiamano "diversità". Il rigido generale tutto onore ed etichetta e l'artista soffocato dal peso dell'uniforme, fratelli e nemici di sangue come il giorno e la notte, capaci di vedersi veramente solo in quel sottile momento che segna il confine tra notte e alba: non è ancora giorno, non è ±è¾±Ã¹ notte, è una terra di nessuno e le passioni corrono lontane da ogni imposizione. Ci si può finalmente abbracciare solo nel momento di massima bestialità.

Dionisiaco e apollineo: che senso ha questa lotta? Chi vince? La risposta sta in una non risposta, in un silenzio, nella perdita di significato di tutti gli oggetti in scena, prima così simbolici e chiacchieroni. Quel teatro costruito in precedenza si accartoccia, si annienta. Al suo posto sorge una nuova scenografia, identica alla precedente, solo ±è¾±Ã¹ scolorita, priva persino del calore rossastro di un cumulo di braci. Dal simbolismo universale alla vacuità assoluta: è un bel salto.

(Fase due: la presa di coscienza)
Mentre scrivevo queste righe, mi son resa conto che dentro di me l'idea sull'opera è maturata. Volevo scrivere che non mi ha trasmesso quasi nulla, ma non è vero. Riguardando le parole scritte all'inizio, penso addirittura di aver esagerato con lo scetticismo. Cosa volevo, un libro mordi e fuggi, che ti consegni tutto in mano in un sacchetto striminzito come il maltolto dopo una rapina? No, certo che no. Forse mi aspettavo di avere un'opinione ferma e rigida a fine lettura. Non ho pensato che alcuni libri sono solo trampolini di partenza.

E allora, priva di alcun senso di colpa, posso dire chiaramente che la parola d'ordine per questo libro è quella che ricorre spesso nella narrazione: fermentare . Prima di esprimere qualsiasi giudizio, estatico o scoraggiato che sia, cercate di gustarlo per bene e, una volta terminato, aspettate con calma che la composizione si modifichi. Poi assaggiate, distinguete le diverse note, separate il dolce dall'amaro.

Ma piano, mi raccomando, a costo di impiegarci quarantun'anni e quarantatré giorni. O forse di ±è¾±Ã¹.

Io nel mentre aspetto, e le stelline le relego momentaneamente in cantina.
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D'amore e ombra 2014060 La casa degli spiriti un bestseller mondiale.]]> 244 Isabel Allende 8807810212 Elisa 0 to-read 3.90 1984 D'amore e ombra
author: Isabel Allende
name: Elisa
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book published: 1984
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date added: 2021/02/01
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<![CDATA[Il vero amore non ci è concesso]]> 13453040 Leggere i testi di Miss Sid (come venne familiarmente soprannominata dal pittore Holman Hunt) non può prescindere dalla sua stessa biografia, una biografia fatta di aspirazioni e tragedie amalgamate con la ricerca di un amore impossibile e impossibilitato dalla vita stessa, dall'uomo, dalle sue promesse e dalle sue miserie.
Miss Sid nasce il 25 luglio 1829 in un paesino vicino Londra. Nel 1849 lavora come modista in un negozio di Londra insieme alle sorelle Lidia, Mary e Clara. In questo stesso negozio incontra il giovane pittore prerafaelita Walter Howell Deverell che le chiede di posare per il quadro di soggetto shakespeariano La dodicesima notte. Elizabeth diventa così il volto di Viola, ripreso anche nel quadro Olivia e Viola dello stesso pittore.
Nelle prime settimane del 1852 Miss Sid viene scelta da John Everett Millais per l'Ophelia (che è anche l'immagine in copertina del libro in questione), fortunatissimo quadro che immortala gli elementi ±è¾±Ã¹ suggestivi non solo della bellezza di Elizabeth, ma anche della sua purezza e spiritualità, a scapito purtroppo della sua salute. Millais infatti, per ricercare la perfetta verosimiglianza dei particolari, fa posare Miss Sid in una vasca piena d'acqua riscaldata da lampade sottostanti. Ma alla fine del quadro non si accorge che le lampade si sono spente e il forte freddo mina la salute già precaria della modella. Tanto che il padre di Elizabeth, infuriato, chiede al pittore cinquanta sterline di risarcimento.
In questo stesso periodo la Siddal conosce Dante Gabriele Rossetti, pittore e poeta, che diventerà suo marito e tanto concorrerà alla sua tragica morte. I due si incontrano nello studio del comune amico Deverell e presto Rossetti le chiede di posare per alcuni soggetti della Vita Nova di Dante.
È Rossetti che scopre la vocazione artistica di Miss Sid, capace col tempo di dipingere quadri apprezzati perfino dal critico John Ruskin. Il connubio di Elizabeth e Rossetti crea da una parte il miglioramento pittorico e lirico della modella e dall'altra una vera e propria monomania nel pittore che inizia a dipingere decine e decine di volti dell'amica/amante denominati Guggums. Tutti di "insuperabile bellezza" come osò dire lo stesso Ruskin.
Tuttavia la salute di Miss Sid la obbliga ad assumere regolarmente dosi di laudano (una droga allora usata come lenitivo ai dolori) e a dover altrettanto regolarmente partire da sola per viaggi di cura. Durante i quali il Rossetti si trova spesso ad intrecciare altre relazioni, come quella con la modella Jane Morris. Elizabeth non è ignara di queste amanti (come ci testimoniano le lettere indirizzate all'amico Madox Brown) e tanto certamente concorre al suo declino psicofisico fino alla data del 1860 (un anno dopo la morte del padre) nel quale assume una dose di laudano troppo elevata e rischia di morire.
Preso dai rimorsi Rossetti le chiede di sposarlo. I due convolano a nozze, nonostante le condizioni di salute di Elizabeth non facciano presagire alcun futuro, il 23 maggio 1860.
Nel 1861 Elizabeth scopre d'essere incinta e vive qualche momento di serenità proiettata nella gioia di dare al marito un così grande ed importante dono. Ma perde la bambina che attendevano a causa di un parto prematuro e, qualche tempo, dopo scopre che un mese dopo il suo aborto Jane Morris aveva partorito una bambina figlia naturale del Rossetti.
Il 10 febbraio del 1862, mentre il marito era con l'amante, Miss Sid assume un'altra volta una dose troppo elevata di laudano dopo aver scritto un biglietto d'addio. Quando il marito rincasa è ormai troppo tardi. Elizabeth muore l'11 febbraio 1862 all'età di soli trentadue anni.
Rossetti seppellisce insieme alla moglie le poesie che aveva scritto per lei e, dieci anni dopo, forse per spirito di emulazione tenta a sua volta il suicidio assumendo un'alta dose di laudano. Ma non riesce nel suo intento perché viene soccorso da alcuni amici. Nel frattempo continua a dipingere la bellezza pura ed eterea nella moglie morta, i suoi capelli rossi e lunghissimi e i suoi lineamenti che tanto aveva amato e tanto aveva tradito. Fino al 1882, quando muore in completa solitudine e ormai vicino alla pazzia, all'età di cinquantatré anni...]]>
Elizabeth Eleonor Siddal Elisa 0 to-read 4.60 2006 Il vero amore non ci è concesso
author: Elizabeth Eleonor Siddal
name: Elisa
average rating: 4.60
book published: 2006
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date added: 2020/11/17
shelves: to-read
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Tutte le poesie 10783712 Questa raccolta vuole essere, dunque, quella completa: un tutto Penna legato insieme, aureo corpus di un poeta quanto mai prezioso e raro.
E oggi, che possiamo supporre di averli tutti sotto mano, questi magici versi, come penetrarli, cosa raccogliervi? I lettori di Penna cominciarono col sottolinearne la grazia e la dolcezza, il candore o il prodigio. Fecero i nomi dei lirici dell'Antologia Palatina, o di Matisse: ma provarono così di aver subìto impressionisticamente il fascino di una cantabilità ai limiti dell'esprimibile, o quello, chiarissimo, dell'infallibilità della parola.
La cantabilità penniana è un fatto, come un fatto è la sua infallibilità. Ma sono fatti che funzionano da schermo. A superare questo schermo ci hanno provato, con risultati variamente felici, alcuni critici.
Pier Paolo Pasolini è risalito, dall'eros indisciplinato di Penna, a definire un'espeienza autre, poetica e psicologica. Alfredo Giuliani ha parlato di «sdoppiamento»: Penna si guarda vivere «con gli occhi di una ». Cesare Garboli ha visto invece l'ispirazione del poeta muoversi «quasi sempre da un grado zero dì depressione»; «un patema variato su toni che vanno dalla rassegnazione a un gonfio dolore». Sono tre strade che devono portarci appunto oltre la patina conchiusa e dorata dietro cui Penna sembra avvolgersi.
Una sua quartina si apre con parole singolari: «Qui brucio la mia vita». Ecco, per noi Penna è colui che ha affidato ai foglietti sparsi dei suoi versi l'ininterrotta vicenda di una tragedia. Al di là della ferita, al di là del delirio, è rimasta una traccia lieve e impalpabile di cenere: una cenere mobilissima che, forse mossa da un irresistibile magnete, va figurando caleidoscopicamente sagome di vita, ombre, o di attimi felici, di atti di orribile turbamento. Sembrano rimembranze di sogni: «La vita è ricordarsi di un risveglio / triste in un treno all'alba.».
La tragedia sta nell'aver sperimentato l'impossìbilità della vita se non come l'eco di se stessa. E la poesia nasce nel momento in cui di questa tragedia se ne rappresenta l'aspetto ±è¾±Ã¹ incisivo e segreto: lo stregante ritmo onirico. L'esistenza è tragica perché è ambigua, perché è una droga: ci illude e ci respinge, ci stimola ad assecondarla, â€� ed è stimolo ben feroce questo, che ci riconduce verso una mai frenata replica del dolore.
Sandro Penna tutto questo ha cantato, nella imperscrutabile lontananza della poesia, in canzoni tra le ±è¾±Ã¹ alte del Novecento, e il suo canto, limpido e chiaro, ci arriva come alla luce di un tiepido sole in un mattino d'inverno agli sgòccioli. (Enzo Siciliano)

Sandro Penna, nato a Perugia, non si muove di lì fino all'età di ventitré anni, salvo qualche estate al mare e qualche rara fuga, dopo í sedici anni, nella sua città-Mecca Roma, dove poi si stabilirà con la madre. Se pur manchino, nelle sue poesie, riferimenti storici e geografici, il lettore riconoscerà ugualmente i tre luoghi amorosi: Perugia !che è la madre), Roma (che è l'amante), il mare, Trieste, Milano (che sono altrettante avventure).
Di famiglia borghese (il padre commerciante sfortunato; la madre un po' nobile, un po' plebea), non sente fino alla maturità le ristrettezze economiche che poi sí faranno abbastanza vive, ±è¾±Ã¹ per una sua completa incapacità di adattamento sociale addirittura psicologico) che per reali disavventure. Oggi che il suo carattere sarebbe divenuto ±è¾±Ã¹ limpido, per conservare una sua libertà (ormai obbligatoria) è ugualmente costretto a molte strane occupazioni.
Ha pubblicato le sue prime poesie nel 1932, presentato da Umberto Saba, che da qualche anno le riceveva manoscritte senza conoscere il poeta di persona. Nel 1939 esce una sua prima raccolta (Poesie, Parenti, Firenze); successivamente la sua bibliografia si completa di altri due volumetti: Appunti (Meridiana, Milano, 1953). e Una strana gioia dí vivere Scheíwiller, Milano, 1956).
Il presente volume raccoglie tutte le poesie di Sandro Penna: l'edizione Garzanti 1957, Croce e Delizia (Longanesi, 1958), ±è¾±Ã¹ tutti gli inediti ritrovati.]]>
320 Sandro Penna Elisa 5 letteratura-italiana, poesia lieti di bella età.
Non fuggono i divieti
alla felicità.

Penna usa un linguaggio semplice per esprimere la complessità. La sua è una poesia che dalla pagina si inietta direttamente nelle vene di chi legge, inebriandolo. Il suo amore per i "fanciulli" incontra muri invalicabili, e nella società omofoba e negli stessi fanciulli. Eppure in lui rimane tanto amore da dare agli uomini, sebbene essi lo allontanino. La natura, viva e presente, è estremamente leopardiana: guarda e non vede, non si cura degli uomini coi loro affanni. Ciò nonostante, il poeta vi cerca rifugio.
Penna è un poeta d'amore, non solo omosessuale. "Una strana gioia di vivere" lo pervade, nonostante il mondo avverso. E' amore, punto.

Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico amico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.

La luna si nasconde e poi riappare
- lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare.]]>
4.31 1970 Tutte le poesie
author: Sandro Penna
name: Elisa
average rating: 4.31
book published: 1970
rating: 5
read at: 2011/05/03
date added: 2020/09/16
shelves: letteratura-italiana, poesia
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Fuggono i giorni lieti
lieti di bella età.
Non fuggono i divieti
alla felicità.

Penna usa un linguaggio semplice per esprimere la complessità. La sua è una poesia che dalla pagina si inietta direttamente nelle vene di chi legge, inebriandolo. Il suo amore per i "fanciulli" incontra muri invalicabili, e nella società omofoba e negli stessi fanciulli. Eppure in lui rimane tanto amore da dare agli uomini, sebbene essi lo allontanino. La natura, viva e presente, è estremamente leopardiana: guarda e non vede, non si cura degli uomini coi loro affanni. Ciò nonostante, il poeta vi cerca rifugio.
Penna è un poeta d'amore, non solo omosessuale. "Una strana gioia di vivere" lo pervade, nonostante il mondo avverso. E' amore, punto.

Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico amico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.

La luna si nasconde e poi riappare
- lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare.
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Poesie 8732289 772 Emily Dickinson 8804531827 Elisa 0 4.57 1890 Poesie
author: Emily Dickinson
name: Elisa
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book published: 1890
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<![CDATA[La struttura del testo poetico]]> 14290584 Die Kunst als Sprache - Das Problem der Bedeutung im künstlerischen Text - Der Begriff 'Text' - Text und System: Systemhaftes und Systemexternes im künstlerischen Text; Die Vielschichtigkeit des künstlerischen Textes - Die Konstruktionsprinzipien des Textes - Elemente und Ebenen der Paradigmatik im künstlerischen Text: Poesie und Prosa; Das Prinzip der Wiederholung; Das Problem der metrischen Ebene; Die Struktureigenschaften des Verses - Die syntagmatische Achse der Struktur - Die Komposition des Wortkunstwerks - Text und textexterne künstlerische Strukturen."]]> 364 Yuri M. Lotman 8842504661 Elisa 0 to-read 4.50 1970 La struttura del testo poetico
author: Yuri M. Lotman
name: Elisa
average rating: 4.50
book published: 1970
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date added: 2020/01/23
shelves: to-read
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Poesie 18129382
Il maggiore poeta dell'età aurea della letteratura sovietica, espressione vigorosa dell'insanabile, crudele contrasto tra la fatale organizzazione statale e burocratica d'ogni rivoluzione e la "durata rivoluzionaria della poesia".]]>
Vladimir Mayakovsky Elisa 0 to-read 4.24 Poesie
author: Vladimir Mayakovsky
name: Elisa
average rating: 4.24
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date added: 2019/08/02
shelves: to-read
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Antologia di Spoon River 11408263 257 Edgar Lee Masters Elisa 0 4.24 1915 Antologia di Spoon River
author: Edgar Lee Masters
name: Elisa
average rating: 4.24
book published: 1915
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date added: 2018/12/19
shelves: to-read, gustati-poco-a-poco, letteratura-americana, poesia
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Opinioni di un clown 10362086 254 Heinrich Böll 8481304689 Elisa 4 Avevo completamente dimenticato che era carnevale. Era quel che ci voleva. Per un professionista non c'è modo migliore di mimetizzarsi che mescolarsi ai dilettanti.

Chissà perché quando qualcuno cade, la prima reazione dei presenti è quella di ridere - anche imprigionando lo scoppio tra le labbra - e solo dopo arriva la compassione (e forse l'aiuto). Chissà perché quando io cado e non mi faccio male la mia prima reazione è di sentirmi sparpagliata per terra come cartaccia e un secondo dopo sono lì a guardarmi intorno, alla ricerca di un sorriso divertito da ricambiare con uno altrettanto divertito, in una sorta di confessionale sociale a cielo aperto. Chissà perché quando io cado e mi faccio male so che dovrei ridere ma mi viene sempre da piangere, anche se la ferita momentaneamente sanguina senza dar dolore, anche se attorno non c'è fisicamente nessuno pronto a ridere.
Capita spesso, ai giorni nostri, di inciampare nelle proprie convinzioni. O di vedere qualcun altro inciampare allo stesso modo. Ed è penoso constatare quanto la caduta altrui ci provochi sempre la paradossale risata annacquata di compassione, mentre il nostro capitombolo equivale a una lettera scarlatta da portare in petto e riscattare in qualche modo, magari cercando compassione in qualcuno che siamo certi che ce la darà, o fingendo indifferenza per crearci sulla lingua il sapore dell'indipendenza: che ridano, noi degli altri non abbiamo bisogno.

Hans Schnier, il clown, è uno che inciampa e che, nella caduta, cerca di sorreggersi a qualcosa. Una mano, un portafoglio, un ricordo. Non basta, continua a cadere, e nella disperazione aggancia con le dita la maschera di un altro. E di un altro ancora. La caduta di un clown diventa il pretesto per parlare della caduta di un'intera società: quella tedesca postbellica, tutta indaffarata a mettere le svastiche sotto il tappeto assieme alla cenere dei campi di sterminio. Il colmo è che della propria caduta la Società, quella temibile e luccicante con la s maiuscola, non si accorge neanche: è quasi tentata di ridere del clown, che d'altronde è un clown. O se ne accorge e tace?
Hans Schnier è uno che ha inciampato parecchio nella sua vita, ma solo considerando la sua vita da un punto di vista moraleggiante, il cui baricentro è abbastanza mobile in un mondo che si è ritrovato a cambiare divisa da un momento all'altro. Ogni volta, nella caduta, ha afferrato delle maschere. Poi si è truccato, davanti allo specchio, e le ha portate in scena.

Il risultato è che le sue opinioni sono molto taglienti. Sono quelle cose che normalmente cadrebbero sotto il non si dice-non si fa, in onore del politicamente (o religiosamente) corretto. C'è tanta religione in questo romanzo, e in fatto di confessioni uno si sente sempre in dovere di specificare che ognuno ha le sue opinioni e credenze, per carità. Ma qui non si discutono i massimi sistemi divini e celesti, no, si parla di uomini. Creature in cui si può scavare un pochino e trovare qualcosa di marcio o di sacro, ±è¾±Ã¹ spesso un po' (o tanto) di tutti e due.

C'è una cosa che mi fa sorridere sul finale del romanzo. Magari tu sei lì a chiederti cosa succederà, come finirà, e ti accorgi che invece non finisce niente. Per un attimo rimani perplesso.
Ma poi ti chiedi: che cosa deve finire? La vera fine sta nell'attimo, delineato con quattro pennellate rapide ma precise, un quadro che esemplifica il già detto: inizio di marzo, carnevale tardivo, una sfilata di maschere ubriache travestitesi solo per far festa, e un clown che canta una canzone sui cattolici, seduto su un gradino in una stazione.
Hai appena letto le opinioni di un clown, uno tra i tanti, ma sicuramente quello ±è¾±Ã¹ credibile: quello che ha perso il coraggio di guardarsi allo specchio senza sentirsi perduto e che invece delle risate, raccoglie pietà.
Difficile far quattrini se non si dà nemmeno alla gente il potere di ridere quando cadi.]]>
3.85 1963 Opinioni di un clown
author: Heinrich Böll
name: Elisa
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book published: 1963
rating: 4
read at: 2012/08/30
date added: 2018/12/11
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Avevo completamente dimenticato che era carnevale. Era quel che ci voleva. Per un professionista non c'è modo migliore di mimetizzarsi che mescolarsi ai dilettanti.

Chissà perché quando qualcuno cade, la prima reazione dei presenti è quella di ridere - anche imprigionando lo scoppio tra le labbra - e solo dopo arriva la compassione (e forse l'aiuto). Chissà perché quando io cado e non mi faccio male la mia prima reazione è di sentirmi sparpagliata per terra come cartaccia e un secondo dopo sono lì a guardarmi intorno, alla ricerca di un sorriso divertito da ricambiare con uno altrettanto divertito, in una sorta di confessionale sociale a cielo aperto. Chissà perché quando io cado e mi faccio male so che dovrei ridere ma mi viene sempre da piangere, anche se la ferita momentaneamente sanguina senza dar dolore, anche se attorno non c'è fisicamente nessuno pronto a ridere.
Capita spesso, ai giorni nostri, di inciampare nelle proprie convinzioni. O di vedere qualcun altro inciampare allo stesso modo. Ed è penoso constatare quanto la caduta altrui ci provochi sempre la paradossale risata annacquata di compassione, mentre il nostro capitombolo equivale a una lettera scarlatta da portare in petto e riscattare in qualche modo, magari cercando compassione in qualcuno che siamo certi che ce la darà, o fingendo indifferenza per crearci sulla lingua il sapore dell'indipendenza: che ridano, noi degli altri non abbiamo bisogno.

Hans Schnier, il clown, è uno che inciampa e che, nella caduta, cerca di sorreggersi a qualcosa. Una mano, un portafoglio, un ricordo. Non basta, continua a cadere, e nella disperazione aggancia con le dita la maschera di un altro. E di un altro ancora. La caduta di un clown diventa il pretesto per parlare della caduta di un'intera società: quella tedesca postbellica, tutta indaffarata a mettere le svastiche sotto il tappeto assieme alla cenere dei campi di sterminio. Il colmo è che della propria caduta la Società, quella temibile e luccicante con la s maiuscola, non si accorge neanche: è quasi tentata di ridere del clown, che d'altronde è un clown. O se ne accorge e tace?
Hans Schnier è uno che ha inciampato parecchio nella sua vita, ma solo considerando la sua vita da un punto di vista moraleggiante, il cui baricentro è abbastanza mobile in un mondo che si è ritrovato a cambiare divisa da un momento all'altro. Ogni volta, nella caduta, ha afferrato delle maschere. Poi si è truccato, davanti allo specchio, e le ha portate in scena.

Il risultato è che le sue opinioni sono molto taglienti. Sono quelle cose che normalmente cadrebbero sotto il non si dice-non si fa, in onore del politicamente (o religiosamente) corretto. C'è tanta religione in questo romanzo, e in fatto di confessioni uno si sente sempre in dovere di specificare che ognuno ha le sue opinioni e credenze, per carità. Ma qui non si discutono i massimi sistemi divini e celesti, no, si parla di uomini. Creature in cui si può scavare un pochino e trovare qualcosa di marcio o di sacro, ±è¾±Ã¹ spesso un po' (o tanto) di tutti e due.

C'è una cosa che mi fa sorridere sul finale del romanzo. Magari tu sei lì a chiederti cosa succederà, come finirà, e ti accorgi che invece non finisce niente. Per un attimo rimani perplesso.
Ma poi ti chiedi: che cosa deve finire? La vera fine sta nell'attimo, delineato con quattro pennellate rapide ma precise, un quadro che esemplifica il già detto: inizio di marzo, carnevale tardivo, una sfilata di maschere ubriache travestitesi solo per far festa, e un clown che canta una canzone sui cattolici, seduto su un gradino in una stazione.
Hai appena letto le opinioni di un clown, uno tra i tanti, ma sicuramente quello ±è¾±Ã¹ credibile: quello che ha perso il coraggio di guardarsi allo specchio senza sentirsi perduto e che invece delle risate, raccoglie pietà.
Difficile far quattrini se non si dà nemmeno alla gente il potere di ridere quando cadi.
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Fondamenta degli incurabili 6668345 alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo». Parlare di Venezia significa parlare di tutto � e in particolare della letteratura, del tempo, della forma, dell’occhio che la guarda. Così è per Brodskij in senso pienamente letterale. Questa divagazione su una città si spinge nelle profondità della memoria del pianeta, sino alla nascita della vita dalle acque, da una parte, e, dall’altra, nei meandri della memoria dello scrittore, intrecciando alla riflessione le apparizioni nel ricordo di certi momenti, di certi fatti che per lui avvennero a Venezia. C’� qui, come sempre in Brodskij, l’immediatezza della percezione e il gioco fulmineo che la traspone su un piano metafisico. E, per il lettore, quella percezione, quel contrappunto di immagini e pensieri intriderà d’ora in poi il nome stesso di Venezia. Fondamenta degli Incurabili, presentato a Venezia nel 1989 per il Consorzio Venezia Nuova in edizione fuori commercio, è stato arricchito dall’autore per questa edizione.]]> 108 Joseph Brodsky 8845908089 Elisa 0 to-read 4.11 1989 Fondamenta degli incurabili
author: Joseph Brodsky
name: Elisa
average rating: 4.11
book published: 1989
rating: 0
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date added: 2018/11/14
shelves: to-read
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Un divorzio tardivo 15727609 366 A.B. Yehoshua 8806173871 Elisa 4 Cos'è in fondo la vita solo due o tre esseri umani il ±è¾±Ã¹ splendido il ±è¾±Ã¹ incasinato il ±è¾±Ã¹ infelice e allora fagli un bel sorriso se ci riesci.

Forse per rendere vagamente l'idea di cosa sia un libro di Yehoshua - dopo aver letto L'amante posso iniziare a pensare che il suo sia proprio un modus operandi - bisogna partire dal titolo. Dà sempre titoli semplici, chiari, poco luccicanti. L'amante. Un divorzio tardivo. Il responsabile delle risorse umane. Uno magari è lì che si cerca la frase ad effetto, un po' alla Grossman, arriva a Yehoshua e si ritrova davanti categorie nette che non sanno di ordinario, sono la quintessenza dell'ordinario. Sai già cosa aspettarti. Sicuro?

Il fatto è che lui usa il singolare, ma nei due libri che ho letto finora gli amanti e i divorzi sono ben lungi dall'essere al singolare. Lui quei due sostantivi - amante e divorzio - li prende, li spezza come pane arabo e poi descrive non solo i due tozzi che gli sono rimasti in mano, ma anche ogni singola briciola caduta a terra. Con una vividezza, con un'onestà assurde: se il pane è ammuffito non te lo nasconde, anzi, cerca il modo migliore per farti sentire la consistenza della muffa sotto le dita o l'odore che rilascia. Il divorzio non è solo quello dei due sessantenni Yehudà e Na'omi, è quello dei loro figli, è quello di ogni singolo personaggio che lotta con gli altri ma anche - soprattutto - con se stesso.

La tecnica narrativa usata è molto simile: una stessa storia osservata da ±è¾±Ã¹ personaggi, in modo da riprodurre non il reale - che cos'è poi il reale? - ma la frantumazione del reale. L'amante risultava così la perfetta rappresentazione della difficoltà dell'incontro umano, mostrava una nuvola di esseri umani spocchiosi e in bilico tra la comprensione e la pugnalata. Ma si era ancora sul versante delle riflessioni personali ordinate. Un divorzio tardivo ha un valore aggiunto: i pensieri dei personaggi sono totalmente liberi di scorrere senza che la punteggiatura ponga loro un giogo, ordinando e impacchettando. I punti e le virgole che si incontrano a tratti sembrano ±è¾±Ã¹ degli attimi di silenzio, dei momenti in cui il cervello prende un attimo di respiro prima di ripartire nella stratificazione di versioni ±è¾±Ã¹ o meno oneste della realtà. E' come nella mente della nonna Vaduccia de L'amante quando questa sta riprendendo coscienza di sé. Ed è questo il fatto: i personaggi di Un divorzio tardivo sono impegnati inconsciamente in una lunga fase di recupero di loro stessi. Ecco i tozzi di pane, ecco le briciole, ecco la muffa: gigantesche ambizioni personali, desiderio di rivalsa, egoismo, l'ebrezza dell'autogiustificazione, il retrogusto acido del dubbio e della disperazione, l'intrinseca difficoltà di sentire gli altri. Il professore Assa pensa al suo futuro in terza persona, come se fosse un biografo alle prese con la vita di un uomo straordinario, ma ci riesce solo quando gli altri non sono nei paraggi. Gran parte degli altri personaggi non sono da meno in quanto a megalomania. Cos'è in fondo la vita solo due o tre esseri umani il ±è¾±Ã¹ splendido il ±è¾±Ã¹ incasinato il ±è¾±Ã¹ infelice e allora fagli un bel sorriso se ci riesci: ci vediamo sempre come il ±è¾±Ã¹, e il sorriso onesto è spesso lontano dal nostro viso, da un sentimento di sincera comprensione. Impossibile non rivedersi in almeno uno dei personaggi, impossibile leggere senza arrivare a vergognarsi.

Oltre al lato individuale (che è contemporaneamente universale), c'è quello prettamente israeliano. Se volessimo fare un paragone col mondo del cinema, potremmo paragonare questo libro a "Una separazione" di Asghar Farhadi (o meglio, viceversa, dato che quest'ultimo è del 2011). Se lì si coglie il pretesto di una separazione per descrivere il reticolo di tensioni che intrappolano la vita in Iran (tensione tra integralisti e laici, tensione tra il desiderio di fuggire verso il sogno occidentale di benessere e quello di rimanere nella propria casa per ricostruirla), in questo libro con il divorzio si riproduce l'immagine di una società, quella israeliana, ripiegata su se stessa e ammalata di contraddizione. C'è il nuovo che aleggia tra i personaggi come una bestia impaurita che mostra le zanne, pronta a mordere e dilaniare, e c'è la tradizione ferma in uno sguardo di riprovazione, nella mente dei personaggi, nei gesti di un rituale che un gruppo di pazzi in un manicomio sbagliano continuamente. C'è un'immagine molto bella, che rende bene l'idea: Na'omi in ospedale non aspetta la fine della benedizione per mangiare un pezzo di pane. Tutti la guardano, cercano di bloccarla, il rabbino integralista è irritato. Ma lei mangia voracemente, non si ferma: la sua è una necessità, il rituale è solo un'imposizione vuota che non ha niente a che fare con il proprio corpo. E i parallelismi non si sprecano: tutto il libro è allo stesso tempo pensiero individuale e pensiero collettivo, esprime la tensione di un paese che va avanti verso un futuro che non ha né colore né forma: il buio dietro e il buio davanti, come nell'immagine evocata ossessivamente da Yehudà. Ritroverete questa tensione ovunque, e simboli e richiami in ogni personaggio, a partire dal cinico Israel Kedmi, con la sua lingua pronta a ferire familiari e arabi, con la sua mania di grandezza e la sua certezza di essere nel giusto, senza averne assolutamente le prove.

Yehoshua si conferma un autore capace, spietato, onesto. Un autore capace di parlare al plurale usando un ordinario singolare, capace di parlarti del divorzio di due personaggi per farti divorziare da te stesso.

Pensavo che ci dovesse essere assolutamente un posto un punto immaginario a partire dal quale ti saresti scomposto. [...] Nei secoli dei secoli l'Uomo deve vedere se stesso.]]>
4.00 1982 Un divorzio tardivo
author: A.B. Yehoshua
name: Elisa
average rating: 4.00
book published: 1982
rating: 4
read at: 2012/08/11
date added: 2018/08/26
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Cos'è in fondo la vita solo due o tre esseri umani il ±è¾±Ã¹ splendido il ±è¾±Ã¹ incasinato il ±è¾±Ã¹ infelice e allora fagli un bel sorriso se ci riesci.

Forse per rendere vagamente l'idea di cosa sia un libro di Yehoshua - dopo aver letto L'amante posso iniziare a pensare che il suo sia proprio un modus operandi - bisogna partire dal titolo. Dà sempre titoli semplici, chiari, poco luccicanti. L'amante. Un divorzio tardivo. Il responsabile delle risorse umane. Uno magari è lì che si cerca la frase ad effetto, un po' alla Grossman, arriva a Yehoshua e si ritrova davanti categorie nette che non sanno di ordinario, sono la quintessenza dell'ordinario. Sai già cosa aspettarti. Sicuro?

Il fatto è che lui usa il singolare, ma nei due libri che ho letto finora gli amanti e i divorzi sono ben lungi dall'essere al singolare. Lui quei due sostantivi - amante e divorzio - li prende, li spezza come pane arabo e poi descrive non solo i due tozzi che gli sono rimasti in mano, ma anche ogni singola briciola caduta a terra. Con una vividezza, con un'onestà assurde: se il pane è ammuffito non te lo nasconde, anzi, cerca il modo migliore per farti sentire la consistenza della muffa sotto le dita o l'odore che rilascia. Il divorzio non è solo quello dei due sessantenni Yehudà e Na'omi, è quello dei loro figli, è quello di ogni singolo personaggio che lotta con gli altri ma anche - soprattutto - con se stesso.

La tecnica narrativa usata è molto simile: una stessa storia osservata da ±è¾±Ã¹ personaggi, in modo da riprodurre non il reale - che cos'è poi il reale? - ma la frantumazione del reale. L'amante risultava così la perfetta rappresentazione della difficoltà dell'incontro umano, mostrava una nuvola di esseri umani spocchiosi e in bilico tra la comprensione e la pugnalata. Ma si era ancora sul versante delle riflessioni personali ordinate. Un divorzio tardivo ha un valore aggiunto: i pensieri dei personaggi sono totalmente liberi di scorrere senza che la punteggiatura ponga loro un giogo, ordinando e impacchettando. I punti e le virgole che si incontrano a tratti sembrano ±è¾±Ã¹ degli attimi di silenzio, dei momenti in cui il cervello prende un attimo di respiro prima di ripartire nella stratificazione di versioni ±è¾±Ã¹ o meno oneste della realtà. E' come nella mente della nonna Vaduccia de L'amante quando questa sta riprendendo coscienza di sé. Ed è questo il fatto: i personaggi di Un divorzio tardivo sono impegnati inconsciamente in una lunga fase di recupero di loro stessi. Ecco i tozzi di pane, ecco le briciole, ecco la muffa: gigantesche ambizioni personali, desiderio di rivalsa, egoismo, l'ebrezza dell'autogiustificazione, il retrogusto acido del dubbio e della disperazione, l'intrinseca difficoltà di sentire gli altri. Il professore Assa pensa al suo futuro in terza persona, come se fosse un biografo alle prese con la vita di un uomo straordinario, ma ci riesce solo quando gli altri non sono nei paraggi. Gran parte degli altri personaggi non sono da meno in quanto a megalomania. Cos'è in fondo la vita solo due o tre esseri umani il ±è¾±Ã¹ splendido il ±è¾±Ã¹ incasinato il ±è¾±Ã¹ infelice e allora fagli un bel sorriso se ci riesci: ci vediamo sempre come il ±è¾±Ã¹, e il sorriso onesto è spesso lontano dal nostro viso, da un sentimento di sincera comprensione. Impossibile non rivedersi in almeno uno dei personaggi, impossibile leggere senza arrivare a vergognarsi.

Oltre al lato individuale (che è contemporaneamente universale), c'è quello prettamente israeliano. Se volessimo fare un paragone col mondo del cinema, potremmo paragonare questo libro a "Una separazione" di Asghar Farhadi (o meglio, viceversa, dato che quest'ultimo è del 2011). Se lì si coglie il pretesto di una separazione per descrivere il reticolo di tensioni che intrappolano la vita in Iran (tensione tra integralisti e laici, tensione tra il desiderio di fuggire verso il sogno occidentale di benessere e quello di rimanere nella propria casa per ricostruirla), in questo libro con il divorzio si riproduce l'immagine di una società, quella israeliana, ripiegata su se stessa e ammalata di contraddizione. C'è il nuovo che aleggia tra i personaggi come una bestia impaurita che mostra le zanne, pronta a mordere e dilaniare, e c'è la tradizione ferma in uno sguardo di riprovazione, nella mente dei personaggi, nei gesti di un rituale che un gruppo di pazzi in un manicomio sbagliano continuamente. C'è un'immagine molto bella, che rende bene l'idea: Na'omi in ospedale non aspetta la fine della benedizione per mangiare un pezzo di pane. Tutti la guardano, cercano di bloccarla, il rabbino integralista è irritato. Ma lei mangia voracemente, non si ferma: la sua è una necessità, il rituale è solo un'imposizione vuota che non ha niente a che fare con il proprio corpo. E i parallelismi non si sprecano: tutto il libro è allo stesso tempo pensiero individuale e pensiero collettivo, esprime la tensione di un paese che va avanti verso un futuro che non ha né colore né forma: il buio dietro e il buio davanti, come nell'immagine evocata ossessivamente da Yehudà. Ritroverete questa tensione ovunque, e simboli e richiami in ogni personaggio, a partire dal cinico Israel Kedmi, con la sua lingua pronta a ferire familiari e arabi, con la sua mania di grandezza e la sua certezza di essere nel giusto, senza averne assolutamente le prove.

Yehoshua si conferma un autore capace, spietato, onesto. Un autore capace di parlare al plurale usando un ordinario singolare, capace di parlarti del divorzio di due personaggi per farti divorziare da te stesso.

Pensavo che ci dovesse essere assolutamente un posto un punto immaginario a partire dal quale ti saresti scomposto. [...] Nei secoli dei secoli l'Uomo deve vedere se stesso.
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Il poeta è un ladro di fuoco 23007536 60 Arthur Rimbaud 8898038143 Elisa 0 3.69 2014 Il poeta è un ladro di fuoco
author: Arthur Rimbaud
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 2014
rating: 0
read at: 2018/05/27
date added: 2018/05/27
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<![CDATA[La vita comincia ogni giorno: Lettere di saggezza e commozione]]> 36671362 64 Rainer Maria Rilke 8899793247 Elisa 0 currently-reading 4.38 La vita comincia ogni giorno: Lettere di saggezza e commozione
author: Rainer Maria Rilke
name: Elisa
average rating: 4.38
book published:
rating: 0
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date added: 2018/05/27
shelves: currently-reading
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<![CDATA[The Razor's Edge (Penguin Twentieth-Century Classics)]]> 117834 314 W. Somerset Maugham 0140185232 Elisa 0 currently-reading 4.16 1944 The Razor's Edge (Penguin Twentieth-Century Classics)
author: W. Somerset Maugham
name: Elisa
average rating: 4.16
book published: 1944
rating: 0
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date added: 2018/05/27
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The Complete Poems 47730 Live or Die, as well as seven poems from her last years.]]> 622 Anne Sexton 0395957761 Elisa 0 to-read 4.29 1981 The Complete Poems
author: Anne Sexton
name: Elisa
average rating: 4.29
book published: 1981
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date added: 2018/05/27
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The History of Jazz 177539
Now, in The History of Jazz , Ted Gioia tells the story of this music as it has never been told before, in a book that brilliantly portrays the legendary jazz players, the breakthrough styles, and the world in which it evolved.

Here are the giants of jazz and the great moments of jazz history--Jelly Roll Morton ("the world's greatest hot tune writer"), Louis Armstrong (whose O-keh recordings of the mid-1920s still stand as the most significant body of work that jazz has produced), Duke Ellington at the Cotton Club, cool jazz greats such as Gerry Mulligan, Stan Getz, and Lester Young, Charlie Parker's surgical precision of attack, Miles Davis's 1955 performance at the Newport Jazz Festival, Ornette Coleman's experiments with atonality, Pat Metheny's visionary extension of jazz-rock fusion, the contemporary sounds of Wynton Marsalis, and the post-modernists of the Knitting Factory. Gioia provides the reader with lively portraits of these and many other great musicians, intertwined with vibrant commentary on the music they created. Gioia also evokes the many worlds of jazz, taking the reader to the swamp lands of the Mississippi Delta, the bawdy houses of New Orleans, the rent parties of Harlem, the speakeasies of Chicago during the Jazz Age, the after hours spots of corrupt Kansas city, the Cotton Club, the Savoy, and the other locales where the history of jazz was made.
And as he traces the spread of this protean form, Gioia provides much insight into the social context in which the music was born. He shows for instance how the development of technology helped promote the growth of jazz--how ragtime blossomed hand-in-hand with the spread of parlor and player pianos, and how jazz rode the growing popularity of the record industry in the 1920s. We also discover how bebop grew out of the racial unrest of the 1940s and '50s, when black players, no longer content with being "entertainers," wanted to be recognized as practitioners of a serious musical form.

Jazz is a chameleon art, delighting us with the ease and rapidity with which it changes colors. Now, in Ted Gioia's The History of Jazz , we have at last a book that captures all these colors on one glorious palate. Knowledgeable, vibrant, and comprehensive, it is among the small group of books that can truly be called
classics of jazz literature.]]>
471 Ted Gioia 019512653X Elisa 0 to-read 4.08 1997 The History of Jazz
author: Ted Gioia
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1997
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date added: 2018/05/27
shelves: to-read
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<![CDATA[Dal tuo terrazzo si vede casa mia]]> 36404729 Sempre a metà del guado, Elvis Malaj ci restituisce qualche tappa di questo percorso: due mondi, due lingue, fra noi e loro, me e te. Declinazioni dell’inadeguatezza � per forza di cose � poiché a camminare in cima al bordo si finisce per barcollare, e non corrispondere ad alcuna definizione. E così una prima volta non sarà mai abbastanza bella, o abbastanza prima, un approccio mai abbastanza azzeccato, una battuta mai capita fino in fondo, e una metafora? O troppo astratta o presa troppo alla lettera. E qualche volta, per evitare il confronto, si chiederà scusa e si scapperà via approfittando di un incidente; oppure si preferirà il silenzio sin da subito e l’incidente lo si andrà a cercare. Si indosserà una maschera per diventare le persone che vogliamo. Perché il confine, sfumando, è tra finzione e realtà.
Dal tuo terrazzo si vede casa mia è l’invito a venire dall’altra parte, a scendere di casa e passare per quella strada. Un’istanza di condivisione e meticciato, di sguardo altro, di cui sentiamo il richiamo.]]>
164 Elvis Malaj 8899767157 Elisa 0 3.12 Dal tuo terrazzo si vede casa mia
author: Elvis Malaj
name: Elisa
average rating: 3.12
book published:
rating: 0
read at: 2018/04/08
date added: 2018/05/27
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Cien años de soledad 24236376 496 Gabriel García Márquez 958888621X Elisa 0 letteratura-latino-americana 4.43 1967 Cien años de soledad
author: Gabriel García Márquez
name: Elisa
average rating: 4.43
book published: 1967
rating: 0
read at: 2018/05/27
date added: 2018/05/27
shelves: letteratura-latino-americana
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La porta 3847936 La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti piú drammatici del Novecento.
Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la piú grande scrittrice ungherese contemporanea.]]>
248 Magda Szabó 8806186175 Elisa 5 Quando l'umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà ±è¾±Ã¹ quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri.

Sicuramente avrete preso fra le mani questo libro attratti dalla trama vagamente misteriosa annunciata dalla quarta di copertina: una scrittrice, la sua donna delle pulizie scontrosa e instancabile che non lascia varcare la porta di casa sua a nessuno, un mistero da scoprire. Ingredienti appetitosi. Il titolo aggiunge enfasi all'ignoto: la porta, quella precisa e specifica porta che nasconde chissà quale segreto, non una a caso fra l'infinita stirpe delle porte, una speciale, distinguibile dalle altre relegate nel cimitero dell'ordinario. I capitoli vi accompagneranno lungo il tragitto verso quel mistero, e voi continuerete a osservare gli eventi con occhio rapito ma non potrete fare a meno di continuare a fissare lo sguardo su quella porta, come se fosse il centro dell'universo, semplicemente perché nasconde qualcosa, e attende di essere aperta, spiata, di rivelarsi in un sussurro e poi svanire con la chiusura del libro. Sazi, conoscerete finalmente il segreto e potrete continuare felici la vostra esistenza facendo i preziosi con chi ancora il libro non l'ha letto e vi chiede indizi, come chi ha già visto un film e ne conosce tutti i colpi di scena.
Scordatevi una lettura di così lieve impatto. Dietro quella porta c'è un'ascia, ed è rivolta contro di voi.

La porta di Emerenc non è solo la sua porta. Vi accorgerete con il cuore a pezzi che quel pezzo di legno speciale non è altro che l'uscio di tutti coloro che passeggiano sulla terra accanto a voi, che siano oggetto dei vostri pensieri quotidiani o meno. Tutti noi abbiamo una porta personale: bella, rispettabile, deteriorata, rosa dai tarli. Lasciamo varcare la soglia solo a chi riteniamo degno della nostra considerazione oppure a chiunque possa consegnarci un po' di attenzione, perché la solitudine si deposita rapidamente sui mobili, e tenere ordine all'interno è un compito gravoso per sbrigarsela da soli. A volte l'ingresso degli estranei avrà un effetto benefico, altre volte devasterà il vostro nido come il ±è¾±Ã¹ potente dei terremoti. Altre volte sarete voi a varcare l'uscio altrui, osserverete con sdegno qualche rotolo di polvere in bella vista o ammirerete lo splendore della pianta sul davanzale, quella che voi non riuscite mai a tenere in vita a casa vostra.

Questo libro vi dà la possibilità di vivere le vostre relazioni con gli altri con un occhio ±è¾±Ã¹ consapevole. E di vergognarvi di voi stessi, anche se la vostra faccia - o porta, che sia - è riconosciuta dal mondo intero come rispettabile e ammirevole. E' come un galateo che spunta dalla vostra borsa dopo che avete visitato l'ultima casa, e vi mostra con disappunto che siete stati inopportuni e selvaggi come vandali in terra straniera. Emerenc è quella che si definirebbe una vecchia bisbetica, solo una vecchia, e probabilmente ne avrete individuate diverse nel corso delle vostre passeggiate per le strade del mondo. Dopo aver letto questo libro non riuscirete ad usare l'articolo indeterminativo in modo così indiscriminato. Che la grammatica si metta l'anima in pace. La porta di Emerenc è quella che fino a poco tempo fa avreste definito UNA porta e bollato con un "mah, niente di speciale" prima di immergervi nuovamente nella vostra vita, nei vostri affari, all'insegna del "che me n'importa". Dopo Emerenc, non potrete ±è¾±Ã¹ farlo, perché il sogno che tormenta Magda sarà il vostro, e il viso della vecchia vi si parerà davanti ogni volta che cercherete di porre l'inutile davanti all'essenziale, semplicemente perché l'inutile vi riguarda e l'essenziale comporta una spesa di energie, tempo, vita per qualcun'altro, chiunque esso sia.
O, per lo meno, il suo viso vi si parerà davanti finché la filosofia del "chi me lo fa fare" non ritornerà roboante nella vostra vita, e non tornerete inconsapevolmente sui passi di Magda, di Sutu, di tutti quelli che sono troppo occupati a vivere i propri sogni e sopravvivere per tendere una mano a chi, sfortunatamente, resta indietro.

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4.08 1987 La porta
author: Magda Szabó
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1987
rating: 5
read at: 2011/10/28
date added: 2017/10/28
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Quando l'umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà ±è¾±Ã¹ quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri.

Sicuramente avrete preso fra le mani questo libro attratti dalla trama vagamente misteriosa annunciata dalla quarta di copertina: una scrittrice, la sua donna delle pulizie scontrosa e instancabile che non lascia varcare la porta di casa sua a nessuno, un mistero da scoprire. Ingredienti appetitosi. Il titolo aggiunge enfasi all'ignoto: la porta, quella precisa e specifica porta che nasconde chissà quale segreto, non una a caso fra l'infinita stirpe delle porte, una speciale, distinguibile dalle altre relegate nel cimitero dell'ordinario. I capitoli vi accompagneranno lungo il tragitto verso quel mistero, e voi continuerete a osservare gli eventi con occhio rapito ma non potrete fare a meno di continuare a fissare lo sguardo su quella porta, come se fosse il centro dell'universo, semplicemente perché nasconde qualcosa, e attende di essere aperta, spiata, di rivelarsi in un sussurro e poi svanire con la chiusura del libro. Sazi, conoscerete finalmente il segreto e potrete continuare felici la vostra esistenza facendo i preziosi con chi ancora il libro non l'ha letto e vi chiede indizi, come chi ha già visto un film e ne conosce tutti i colpi di scena.
Scordatevi una lettura di così lieve impatto. Dietro quella porta c'è un'ascia, ed è rivolta contro di voi.

La porta di Emerenc non è solo la sua porta. Vi accorgerete con il cuore a pezzi che quel pezzo di legno speciale non è altro che l'uscio di tutti coloro che passeggiano sulla terra accanto a voi, che siano oggetto dei vostri pensieri quotidiani o meno. Tutti noi abbiamo una porta personale: bella, rispettabile, deteriorata, rosa dai tarli. Lasciamo varcare la soglia solo a chi riteniamo degno della nostra considerazione oppure a chiunque possa consegnarci un po' di attenzione, perché la solitudine si deposita rapidamente sui mobili, e tenere ordine all'interno è un compito gravoso per sbrigarsela da soli. A volte l'ingresso degli estranei avrà un effetto benefico, altre volte devasterà il vostro nido come il ±è¾±Ã¹ potente dei terremoti. Altre volte sarete voi a varcare l'uscio altrui, osserverete con sdegno qualche rotolo di polvere in bella vista o ammirerete lo splendore della pianta sul davanzale, quella che voi non riuscite mai a tenere in vita a casa vostra.

Questo libro vi dà la possibilità di vivere le vostre relazioni con gli altri con un occhio ±è¾±Ã¹ consapevole. E di vergognarvi di voi stessi, anche se la vostra faccia - o porta, che sia - è riconosciuta dal mondo intero come rispettabile e ammirevole. E' come un galateo che spunta dalla vostra borsa dopo che avete visitato l'ultima casa, e vi mostra con disappunto che siete stati inopportuni e selvaggi come vandali in terra straniera. Emerenc è quella che si definirebbe una vecchia bisbetica, solo una vecchia, e probabilmente ne avrete individuate diverse nel corso delle vostre passeggiate per le strade del mondo. Dopo aver letto questo libro non riuscirete ad usare l'articolo indeterminativo in modo così indiscriminato. Che la grammatica si metta l'anima in pace. La porta di Emerenc è quella che fino a poco tempo fa avreste definito UNA porta e bollato con un "mah, niente di speciale" prima di immergervi nuovamente nella vostra vita, nei vostri affari, all'insegna del "che me n'importa". Dopo Emerenc, non potrete ±è¾±Ã¹ farlo, perché il sogno che tormenta Magda sarà il vostro, e il viso della vecchia vi si parerà davanti ogni volta che cercherete di porre l'inutile davanti all'essenziale, semplicemente perché l'inutile vi riguarda e l'essenziale comporta una spesa di energie, tempo, vita per qualcun'altro, chiunque esso sia.
O, per lo meno, il suo viso vi si parerà davanti finché la filosofia del "chi me lo fa fare" non ritornerà roboante nella vostra vita, e non tornerete inconsapevolmente sui passi di Magda, di Sutu, di tutti quelli che sono troppo occupati a vivere i propri sogni e sopravvivere per tendere una mano a chi, sfortunatamente, resta indietro.


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<![CDATA[Un eroe del nostro tempo e altre prose]]> 9701382 Questo effetto di “moltiplicazione dei punti di vista� che sottintende la ricerca di una forma romanzesca oggettivata si rafforza ulteriormente grazie alla sfasatura della successione cronologica delle cinque narrazioni che compongono quello che è stato definito “il primo romanzo psicologico russo�: i racconti Bela, Maksim Maksimyc, Taman�, La principessina Mary, Il fatalista.]]> 207 Mikhail Lermontov 8811364620 Elisa 4 3.83 1839 Un eroe del nostro tempo e altre prose
author: Mikhail Lermontov
name: Elisa
average rating: 3.83
book published: 1839
rating: 4
read at: 2014/01/17
date added: 2017/09/22
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Le correzioni 7312821 603 Jonathan Franzen 8806174495 Elisa 0 4.05 2001 Le correzioni
author: Jonathan Franzen
name: Elisa
average rating: 4.05
book published: 2001
rating: 0
read at: 2017/08/17
date added: 2017/08/29
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Le piccole virtù 71169 Le voci della sera e Lessico famigliare, non risulta ridimensionato dall'accostamento con le due opere ±è¾±Ã¹ celebri della scrittice.
Le piccole virtù presenta abbozzi, riflessioni e constatazioni della realtà che circondava la Ginzburg: l'ambiente londinese dove viveva, il suo rapporto con il secondo marito, tra passione e incomprensione, episodi rievocati di un'infanzia e una giovinezza trascorsa da tempo ma mai dimenticate.
Il titolo della raccolta, di carattere antifrastico, chiarifica che, per l'autrice, le piccole virtù, che consistono soprattutto in un'ostentato perbenismo e in una bonomia di maniera, sconsiderata e semplicistica, sono le principali cause di incomprensione, semplicioneria, stupidità, dolori e sofferenze. Il tutto ci viene presentato nel consueto stile diretto, immediato ma sapientemente evocativo, con cui la Ginzburg manifestava una dote di ingenuità che riesce ad arrivare al nocciolo delle vicende e dei problemi. Questo stile è capace, con pochi tratteggi, di rievocare atmosfere e ambienti, non solo fisici, ma soprattutto mentali, e questa ingenuo candore misto a acuta ponderatezza riescono a dare a quest'opera il tocco di maestria che tramuta una raccolta di saggi in un grande lavoro artistico.]]>
139 Natalia Ginzburg 8806150405 Elisa 5 4.16 1962 Le piccole virtù
author: Natalia Ginzburg
name: Elisa
average rating: 4.16
book published: 1962
rating: 5
read at: 2017/08/29
date added: 2017/08/29
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Le lune di Giove 8385682 292 Alice Munro 8806183524 Elisa 5 3.53 1983 Le lune di Giove
author: Alice Munro
name: Elisa
average rating: 3.53
book published: 1983
rating: 5
read at: 2017/06/16
date added: 2017/06/16
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Trilogia della città di K. 3949125
Il grande quaderno
La prova
La terza menzogna
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384 Ãgota Kristóf 8806173987 Elisa 0 4.31 1991 Trilogia della città di K.
author: Ãgota Kristóf
name: Elisa
average rating: 4.31
book published: 1991
rating: 0
read at: 2017/06/16
date added: 2017/06/16
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<![CDATA[If on a Winter's Night a Traveler]]> 9653 Based on a witty analogy between the reader's desire to finish the story and the lover's desire to consummate his or her passion, If On A Winter's Night A Traveller is the tale of two bemused readers whose attempts to reach the end of the same book, If On A Winter's Night A Traveller by Italo Calvino, of course, are constantly and comically frustrated. In between chasing missing chapters of the book, the hapless readers tangle with an international conspiracy, a rogue translator, an elusive novelist, a disintegrating publishing house, and several oppressive governments. The result is a literary labyrinth of storylines that interrupt one another - an Arabian Nights of the postmodern age.]]> 254 Italo Calvino 0679420258 Elisa 4 letteratura-italiana 4.08 1979 If on a Winter's Night a Traveler
author: Italo Calvino
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1979
rating: 4
read at: 2011/03/01
date added: 2017/05/23
shelves: letteratura-italiana
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On the Road 2552 On The Road swings to the rhythms of 1950s underground America, jazz, sex, generosity, chill dawns and drugs, with Sal Paradise and his hero Dean Moriarty, traveller and mystic, the living epitome of Beat. Now recognized as a modern classic, Kerouac's American Dream is nearer that of Walt Whitman than F. Scott Fitzgerald's, and the narrative goes racing towards the sunset with unforgettable exuberance, poignancy and passion.]]> 281 Jack Kerouac Elisa 0 3.42 1957 On the Road
author: Jack Kerouac
name: Elisa
average rating: 3.42
book published: 1957
rating: 0
read at: 2016/11/25
date added: 2016/11/25
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On the Road 70401 307 Jack Kerouac 0140042598 Elisa 0 3.63 1957 On the Road
author: Jack Kerouac
name: Elisa
average rating: 3.63
book published: 1957
rating: 0
read at:
date added: 2016/11/25
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The Virgin Suicides 10956 250 Jeffrey Eugenides 0747560595 Elisa 5 3.81 1993 The Virgin Suicides
author: Jeffrey Eugenides
name: Elisa
average rating: 3.81
book published: 1993
rating: 5
read at: 2016/08/24
date added: 2016/08/28
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Metello 13500841 Dalle vicende private di un giovane muratore un affresco delle prime lotte sociali in Italia

Metello è il primo volume di una trilogia che, con il titolo complessivo di 'Una storia italiana', abbraccia un arco di vicende che vanno dall'unità d'Italia ai nostri giorni e che, dopo 'Lo scialo' uscito nel 1960, si è conclusa nel 1966 con Allegoria e derisione. In questo secolo di vita italiana, Metello rievoca gli anni 1875-1902, quando la classe operaia, alla luce delle nuove dottrine socialiste, si univa al generale fermento di rivendicazioni che già scuoteva la società europea dell'ultimo Ottocento. Pratolini crea con il muratore fiorentino Metello una figura viva, calata e operante in un contesto definito della nostra storia di ieri, e riconoscibile e felicemente importuna sotto i mutati aspetti della società contemporanea.

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360 Vasco Pratolini Elisa 4 Ritorno a Monterivecchi

C'è un luogo, nel romanzo, in cui gli operai del passato e del presente si incontrano per organizzare le proprie mosse in visione di uno sciopero. E' una zona fuori Firenze, che offre l'ombra di alcuni alberi e la pace della campagna, ritrovo abituale di amanti alla sera.
Monterivecchi è il simbolo di ciò che si agita in questo romanzo.

Dice Pratolini:

Monterivecchi era ancora lì, uguale, e li aspettava. Forse qualche faggio si era seccato, o l'avevano tagliato, altri ne erano cresciuti, l'erba dei prati non era ±è¾±Ã¹ la stessa, ma uguale, e così i sassi, gli arbusti, i papaveri ai bordi della carreggiata, e il frinire delle cicale, come in una domenica di tanti anni prima, quando ci si davano appuntamento Betto e Caco, Quinto Pallesi e il padre di Miranda e Fioravanti il tornitore, le loro donne e amiche, cosa c'era di cambiato?

In trent'anni non è cambiato proprio niente: ci si va al mattino a confabulare per la lotta contro i padroni, alla sera ad amoreggiare al riparo. E' il punto di partenza di un cambiamento che non arriva mai, nonostante ci si provi. Ma questa staticità non ci dice solo che i lavoratori vivono come topi come i loro genitori, costretti a consultarsi di nascosto per non finire in galera, ma anche che c'è una resistenza diversa che viene da loro stessi, e di cui essi nemmeno si accorgono. La loro considerazione delle donne che lasciano in città, la divisione tra donne da sposare e donne da possedere per qualche sera. A Monterivecchi non ci si portano le mogli (per quelle c'è la comodità della casa), ma le amanti, o tutt'al ±è¾±Ã¹ le fidanzate in tempi di proibizioni familiari.

Io non posso sentire Metello parlare di solidarietà e libertà, per poi vederlo mentre perpetua il pensiero sessista che vuole l'uomo gioiosamente dongiovanni e la donna comprensiva e devota. Lui dice “modernaâ€�: mai vi fu un'immagine ±è¾±Ã¹ antica, invece.

Le sue idee in proposito erano semplici e chiare, comode ma lineari, se ne sentiva tutelato.

Lineari, come una poetica in cui ogni piccolo ingranaggio fa il suo dovere. Comode, come un orologio da polso, di quelli che si ricaricano quando l'energia vien meno e gli ingranaggi iniziano a incepparsi.
Va bene che si era agli inizi del Novecento, e che era opinione diffusissima, ma siamo nel bel mezzo del tumulto operaio per il raggiungimento dei diritti fondamentali del lavoratore, tra file di uomini che si riferiscono a Marx come se fosse un nuovo elemento della Trinità, non a destra, non a sinistra, ma al centro, con mezza natica sul trono divino. I lavoratori si risvegliano, riconoscono i loro diritti, li rivendicano. Si parla di solidarietà, parità, libertà. Tutto giusto e legittimo, se non fosse che le donne sempre vengono dimenticate.

Svegliati, donna! La campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo; riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non è ±è¾±Ã¹ circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di menzogne. La fiaccola della verità ha dissipato le nuvole della stupidità e dell'usurpazione. L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero, egli è diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne! donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo ±è¾±Ã¹ marcato, uno sdegno ±è¾±Ã¹ grande.

Questa era Olympe De Gouges, ed era il lontano 1791. Metello vive a cavallo tra Ottocento e Novecento e ancora non è cambiato granché, sebbene le belle parole non manchino. Le rivoluzioni fino ad allora sono state generali, ma a conti fatti erano sempre gli uomini a fare la storia.

In Metello ci sono diverse donne che sono degli uomini mancati. Altrimenti dette "esseri umani" (che è il modo migliore di rappresentare il proprio sesso). Formano la base dell'ondata di malcontento, la conditione sine qua non lo sciopero col cavolo che sarebbe durato. Sigaraie, sarte, spigolatrici, contadine, bambinaie. Miranda e il suo argento vivo, Viola la libertina ("Mi piaceva. Cambiare un uomo dopo l'altro, come a voi uomini piace cambiare una donna dopo l'altra, non è vero?�), Ersilia e la sua sorpresa da Sanfredianina. I mariti scioperano, e loro fanno due-tre lavori, per dar da mangiare a tutti e viver dignitosamente, per supportare la causa socialista. Alcune si stufano e li mollano in tronco, altre stringono denti e cinghia. Come gli uomini, sono persone che, per quanto possono, scelgono. Contano qualcosa? Riescono a ricavarsi un ruolo dignitoso in famiglia, grazie al proprio lavoro (diceva bene, Saint Simon, quando collegava l'indipendenza della donna al suo lavoro):

“Noi alla fame non ci siamo.�
“Perché tu ti sacrifichi.�
“O tu o io, non è la stessa cosa?� ella gli chiese, e lo guardò negli occhi.


Sono donne in divenire, che solo ora riescono ad alzare la testa, a far sentire la propria voce, almeno per la strada e nei capannoni industriali. Ma nell'opinione generale ancora tardano a liberarsi delle loro zavorre.

Pratolini ha trovato il modo perfetto di rappresentare le contraddizioni viscerali dell'Italia degli albori. La questione femminile è solo uno dei tanti granelli di polvere che offuscano l'ideale di Metello, ed è forse quello che meglio fa da portavoce anche agli altri. Un uomo che predica un valore e non è capace di sviscerarlo, ma lo applica in maniera quasi acritica - catechistica, direi - facendo cumulo con le sue convinzioni pregresse derivanti da chissà quali secoli, necessariamente finirà per compiere degli errori. Errori umani. Peggio è se questi errori finiscono sotto l'ombrello di una giustificazione comoda e lineare. Solo che un conto è una scappatella, un conto è far figli e figliastri tra i morti o i moribondi (un “crumiro� muore e soffre quanto un socialista ferreo). L'ideale ne esce un po' bucherellato: buono solo per essere applicato ai casi di chi lo segue senza far storie. E' vero o no che Bastiano porta con convinzione le sue idee a cozzare con quelle altrui, per poi aggiungere imbarazzato, come colto in fallo, un “non è vero?�.

Il fatto è che c'è così tanta disperazione che gli ideali faticano a tenere il passo. Ognuno ha da pensare a sé: se l'ideale segue, bene. Se no, è questione di sopravvivere.
L'Italia di Metello è finalmente unita, ma solo in quanto a povertà. C'è un turbinio di status che si confondono tra loro: militari di leva, muratori, contadini, caporali. C'è mobilità tra uno status e l'altro, e il colmo è che nell'Italia unita ci si ritrova ad arruolarsi per la leva e a sparare a chi ricopre il ruolo che pochi mesi prima era stato tuo. La paura serpeggia di arma in arma, di pugno in pugno. La realtà che si racconta è quella di chi la storia l'ha sempre subita, e solo ora inizia a volerla scrivere di proprio pugno. Non risparmiandosi errori, risparmiandosi invece alcuni mea culpa.]]>
4.08 1955 Metello
author: Vasco Pratolini
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1955
rating: 4
read at: 2012/09/04
date added: 2016/05/28
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Ritorno a Monterivecchi

C'è un luogo, nel romanzo, in cui gli operai del passato e del presente si incontrano per organizzare le proprie mosse in visione di uno sciopero. E' una zona fuori Firenze, che offre l'ombra di alcuni alberi e la pace della campagna, ritrovo abituale di amanti alla sera.
Monterivecchi è il simbolo di ciò che si agita in questo romanzo.

Dice Pratolini:

Monterivecchi era ancora lì, uguale, e li aspettava. Forse qualche faggio si era seccato, o l'avevano tagliato, altri ne erano cresciuti, l'erba dei prati non era ±è¾±Ã¹ la stessa, ma uguale, e così i sassi, gli arbusti, i papaveri ai bordi della carreggiata, e il frinire delle cicale, come in una domenica di tanti anni prima, quando ci si davano appuntamento Betto e Caco, Quinto Pallesi e il padre di Miranda e Fioravanti il tornitore, le loro donne e amiche, cosa c'era di cambiato?

In trent'anni non è cambiato proprio niente: ci si va al mattino a confabulare per la lotta contro i padroni, alla sera ad amoreggiare al riparo. E' il punto di partenza di un cambiamento che non arriva mai, nonostante ci si provi. Ma questa staticità non ci dice solo che i lavoratori vivono come topi come i loro genitori, costretti a consultarsi di nascosto per non finire in galera, ma anche che c'è una resistenza diversa che viene da loro stessi, e di cui essi nemmeno si accorgono. La loro considerazione delle donne che lasciano in città, la divisione tra donne da sposare e donne da possedere per qualche sera. A Monterivecchi non ci si portano le mogli (per quelle c'è la comodità della casa), ma le amanti, o tutt'al ±è¾±Ã¹ le fidanzate in tempi di proibizioni familiari.

Io non posso sentire Metello parlare di solidarietà e libertà, per poi vederlo mentre perpetua il pensiero sessista che vuole l'uomo gioiosamente dongiovanni e la donna comprensiva e devota. Lui dice “modernaâ€�: mai vi fu un'immagine ±è¾±Ã¹ antica, invece.

Le sue idee in proposito erano semplici e chiare, comode ma lineari, se ne sentiva tutelato.

Lineari, come una poetica in cui ogni piccolo ingranaggio fa il suo dovere. Comode, come un orologio da polso, di quelli che si ricaricano quando l'energia vien meno e gli ingranaggi iniziano a incepparsi.
Va bene che si era agli inizi del Novecento, e che era opinione diffusissima, ma siamo nel bel mezzo del tumulto operaio per il raggiungimento dei diritti fondamentali del lavoratore, tra file di uomini che si riferiscono a Marx come se fosse un nuovo elemento della Trinità, non a destra, non a sinistra, ma al centro, con mezza natica sul trono divino. I lavoratori si risvegliano, riconoscono i loro diritti, li rivendicano. Si parla di solidarietà, parità, libertà. Tutto giusto e legittimo, se non fosse che le donne sempre vengono dimenticate.

Svegliati, donna! La campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo; riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non è ±è¾±Ã¹ circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di menzogne. La fiaccola della verità ha dissipato le nuvole della stupidità e dell'usurpazione. L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero, egli è diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne! donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo ±è¾±Ã¹ marcato, uno sdegno ±è¾±Ã¹ grande.

Questa era Olympe De Gouges, ed era il lontano 1791. Metello vive a cavallo tra Ottocento e Novecento e ancora non è cambiato granché, sebbene le belle parole non manchino. Le rivoluzioni fino ad allora sono state generali, ma a conti fatti erano sempre gli uomini a fare la storia.

In Metello ci sono diverse donne che sono degli uomini mancati. Altrimenti dette "esseri umani" (che è il modo migliore di rappresentare il proprio sesso). Formano la base dell'ondata di malcontento, la conditione sine qua non lo sciopero col cavolo che sarebbe durato. Sigaraie, sarte, spigolatrici, contadine, bambinaie. Miranda e il suo argento vivo, Viola la libertina ("Mi piaceva. Cambiare un uomo dopo l'altro, come a voi uomini piace cambiare una donna dopo l'altra, non è vero?�), Ersilia e la sua sorpresa da Sanfredianina. I mariti scioperano, e loro fanno due-tre lavori, per dar da mangiare a tutti e viver dignitosamente, per supportare la causa socialista. Alcune si stufano e li mollano in tronco, altre stringono denti e cinghia. Come gli uomini, sono persone che, per quanto possono, scelgono. Contano qualcosa? Riescono a ricavarsi un ruolo dignitoso in famiglia, grazie al proprio lavoro (diceva bene, Saint Simon, quando collegava l'indipendenza della donna al suo lavoro):

“Noi alla fame non ci siamo.�
“Perché tu ti sacrifichi.�
“O tu o io, non è la stessa cosa?� ella gli chiese, e lo guardò negli occhi.


Sono donne in divenire, che solo ora riescono ad alzare la testa, a far sentire la propria voce, almeno per la strada e nei capannoni industriali. Ma nell'opinione generale ancora tardano a liberarsi delle loro zavorre.

Pratolini ha trovato il modo perfetto di rappresentare le contraddizioni viscerali dell'Italia degli albori. La questione femminile è solo uno dei tanti granelli di polvere che offuscano l'ideale di Metello, ed è forse quello che meglio fa da portavoce anche agli altri. Un uomo che predica un valore e non è capace di sviscerarlo, ma lo applica in maniera quasi acritica - catechistica, direi - facendo cumulo con le sue convinzioni pregresse derivanti da chissà quali secoli, necessariamente finirà per compiere degli errori. Errori umani. Peggio è se questi errori finiscono sotto l'ombrello di una giustificazione comoda e lineare. Solo che un conto è una scappatella, un conto è far figli e figliastri tra i morti o i moribondi (un “crumiro� muore e soffre quanto un socialista ferreo). L'ideale ne esce un po' bucherellato: buono solo per essere applicato ai casi di chi lo segue senza far storie. E' vero o no che Bastiano porta con convinzione le sue idee a cozzare con quelle altrui, per poi aggiungere imbarazzato, come colto in fallo, un “non è vero?�.

Il fatto è che c'è così tanta disperazione che gli ideali faticano a tenere il passo. Ognuno ha da pensare a sé: se l'ideale segue, bene. Se no, è questione di sopravvivere.
L'Italia di Metello è finalmente unita, ma solo in quanto a povertà. C'è un turbinio di status che si confondono tra loro: militari di leva, muratori, contadini, caporali. C'è mobilità tra uno status e l'altro, e il colmo è che nell'Italia unita ci si ritrova ad arruolarsi per la leva e a sparare a chi ricopre il ruolo che pochi mesi prima era stato tuo. La paura serpeggia di arma in arma, di pugno in pugno. La realtà che si racconta è quella di chi la storia l'ha sempre subita, e solo ora inizia a volerla scrivere di proprio pugno. Non risparmiandosi errori, risparmiandosi invece alcuni mea culpa.
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Il caso Maurizius 17792093 527 Jakob Wassermann 8881122030 Elisa 0 to-read 4.17 1928 Il caso Maurizius
author: Jakob Wassermann
name: Elisa
average rating: 4.17
book published: 1928
rating: 0
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date added: 2016/04/21
shelves: to-read
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Il barone rampante 820645 246 Italo Calvino 8804370858 Elisa 0 to-read 3.93 1957 Il barone rampante
author: Italo Calvino
name: Elisa
average rating: 3.93
book published: 1957
rating: 0
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date added: 2016/04/12
shelves: to-read
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Happy are the Happy 18657667
18 people.

18 lives.

Infinite combinations: families and friends, colleagues and patients, lovers and mourners... But sometimes a crowd is the loneliest place to be.

An award-winning exploration of dreams and disillusionment, love and infidelity from the creator of global theatre sensation Art and God of Carnage.]]>
210 Yasmina Reza 184655800X Elisa 4 3.34 2013 Happy are the Happy
author: Yasmina Reza
name: Elisa
average rating: 3.34
book published: 2013
rating: 4
read at: 2016/03/19
date added: 2016/03/19
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A Single Man 16842 186 Christopher Isherwood 0816638624 Elisa 0 4.08 1964 A Single Man
author: Christopher Isherwood
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1964
rating: 0
read at: 2016/03/11
date added: 2016/03/11
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Medea 153480 208 Christa Wolf 0385518579 Elisa 0 3.99 1996 Medea
author: Christa Wolf
name: Elisa
average rating: 3.99
book published: 1996
rating: 0
read at: 2016/03/10
date added: 2016/03/10
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Tra donne sole 959450 Tra donne sole, è una donna non ±è¾±Ã¹ giovane, che vive orgogliosamente del proprio lavoro, in ruvida e scontrosa solitudine, e guarda e giudica la società irrequieta della buona borghesia del primo dopoguerra, gli ambienti intellettuali un po' snob, le ragazze un po' disperate un po' ciniche, tutto su uno sfondo di rovina imminente. In questa edizione vi è l'aggiunta delle lettere di Cesare Pavese e Italo Calvino, le quali offrono lo spunto per un'inedita lettura critica del romanzo. In appendice la sceneggiatura del film Le amiche di Michelangelo Antonioni.]]> 263 Cesare Pavese 880614989X Elisa 5 3.67 1949 Tra donne sole
author: Cesare Pavese
name: Elisa
average rating: 3.67
book published: 1949
rating: 5
read at: 2016/03/10
date added: 2016/03/10
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Il diavolo sulle colline 2384687 154 Cesare Pavese 8806144588 Elisa 5 3.69 1949 Il diavolo sulle colline
author: Cesare Pavese
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 1949
rating: 5
read at: 2016/03/10
date added: 2016/03/10
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La bella estate 1739067
La bella estate (1949) contiene tre romanzi, di cui ciascuno si presenta con una propria autonomia: La bella estate, Il diavolo sulle colline e Tra donne sole. Senza costituire una trilogia, c'è in essi un clima morale, un incontro di temi che li accomuna: sono tre romanzi cittadini (per quanto sempre la campagna, la nitida e favolosa campagna di Pavese vi sia presente), tre romanzi di scoperta della città e della società, di giovanili passioni amorose, d'entusiasmi e sconfitte. Un tema ricorrente in ciascuno dei vari intrecci e ambienti è quello della tentazione, dell'ascendente che i giovani sono tutti condannati a subire. Un altro è la ricerca affannata del vizio, il bisogno baldanzoso di violare la norma, di varcare il limite. Un altro, l'abbattersi della naturale sanzione sul ±è¾±Ã¹ incolpevole e inerme, sul ±è¾±Ã¹ "giovane". Ma quest'elenco di temi non può render giustizia all'unità e pienezza di ciascuno dei tre romanzi, al suo nitido carattere di studio di un ambiente e di una vicenda, al ritmo della sua prosa.]]>
330 Cesare Pavese 8806314017 Elisa 5 3.63 1949 La bella estate
author: Cesare Pavese
name: Elisa
average rating: 3.63
book published: 1949
rating: 5
read at: 2016/03/10
date added: 2016/03/10
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I dolori del giovane Werther 28367789 350 Johann Wolfgang von Goethe 8858605942 Elisa 0 3.69 1774 I dolori del giovane Werther
author: Johann Wolfgang von Goethe
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 1774
rating: 0
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date added: 2016/02/09
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I demoni 1552213 768 Fyodor Dostoevsky 8804301678 Elisa 0 to-read 4.30 1872 I demoni
author: Fyodor Dostoevsky
name: Elisa
average rating: 4.30
book published: 1872
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Dago Red 2751065 226 John Fante 8806171380 Elisa 4 Allora immaginate di avere davanti del vino, quel Dago Red che era la bevanda prediletta degli italiani espatriati in America il secolo scorso. Un vino dolciastro, che va alla testa, che «vellica i precordi». E immaginate di essere approdati in un bar, uno alla Hopper, con le luci bianche e le poltrone verdi, e il tintinnio dei bicchieri in preparazione. Stanchi, scossi, annoiati, col buio e il freddo di fuori che vi hanno avvelenato anche dentro. E al bancone trovate un Jimmy Toscana, un ex chierichetto cresciuto, un italoamericano qualunque. Niente di speciale all'apparenza, un po' come tutti quando indossano solo la propria faccia e nient'altro. Magari vi mettete a parlare e, dopo qualche bega quotidiana, un inanellarsi di "una volta" vi fa approdare al centro dell'uomo che avete davanti, al suo Olimpo personale. Il bicchiere fa riemergere tutto il dolce e l'amaro che una volta proprio quel vino aiutò a mandar giù. Ce n'è per ogni sapore, per ogni zona della lingua. Mostri mitologici e semidei, il Padre muratore e ubriacone, la Madre sciupata da una vita casalinga passata a riguardar dalla finestra le speranze della giovinezza, i Fratelli, la Morte, la Chiesa che su tutto incombe come un indice ammonitore, la Speranza tutta religiosa in un lieto fine, la Rassegnazione, il Comico e il Grottesco, il Sesso che rallegra e intorbidisce i giorni presenti e carica quelli futuri di un desiderio impreciso, ma proprio per questo ammaliante. Il nero che sporca il bianco di una vita piena di dio e angeli solo nominati, in realtà abitata solo da uomini che nell'abbracciarsi forte si incrinano sempre qualche costola. Questo Pantheon è capace in un attimo di far sparire tutto. Scompare il bar, scompare la luce, scompare il buio: ci siete solo voi, spettatori da tappezzeria, e lui e Loro.
Se volete qualcosa per diventare solo lingua e gola, lingua gola e piacevole vertigine, questo è il bicchiere giusto.

Sentimmo il suo messaggio ma non lo capimmo perché ci turbava e ci atterriva; e invece di soffrire con lei corremmo verso la porta del cortile mentre le risate di papà scuotevano la casa. Ma Clara rimase accanto a mamma tenendole la mano. (Una moglie per Dino Rossi) ]]>
3.81 1940 Dago Red
author: John Fante
name: Elisa
average rating: 3.81
book published: 1940
rating: 4
read at: 2016/01/21
date added: 2016/01/23
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Una delle cose ±è¾±Ã¹ belle da fare davanti a un bicchiere è farsi raccontare la vita di chi ci sta davanti. Non solo le beghe quotidiane, ché per quelle è difficile trovare una soluzione pratica quando in testa si hanno solo il bisogno di staccarsi dal mondo e farsi lingua e gola, solo lingua e gola e piacevole vertigine, almeno per un po'. Sono gli episodi della propria personale mitologia a costituire l'accompagnamento migliore, e per una ragione molto semplice: proiettano in un passato felice. O anche infelice, ma ormai così lontano e metabolizzato da aver assunto le tinte del mito. Nessuno piange ±è¾±Ã¹ per Dafne che è diventata albero per via dell'amante respinto: sono rimasti solo gli alberi, che tutt'al ±è¾±Ã¹ sentiranno un formicolio di rimorsi dove scorre la linfa.
Allora immaginate di avere davanti del vino, quel Dago Red che era la bevanda prediletta degli italiani espatriati in America il secolo scorso. Un vino dolciastro, che va alla testa, che «vellica i precordi». E immaginate di essere approdati in un bar, uno alla Hopper, con le luci bianche e le poltrone verdi, e il tintinnio dei bicchieri in preparazione. Stanchi, scossi, annoiati, col buio e il freddo di fuori che vi hanno avvelenato anche dentro. E al bancone trovate un Jimmy Toscana, un ex chierichetto cresciuto, un italoamericano qualunque. Niente di speciale all'apparenza, un po' come tutti quando indossano solo la propria faccia e nient'altro. Magari vi mettete a parlare e, dopo qualche bega quotidiana, un inanellarsi di "una volta" vi fa approdare al centro dell'uomo che avete davanti, al suo Olimpo personale. Il bicchiere fa riemergere tutto il dolce e l'amaro che una volta proprio quel vino aiutò a mandar giù. Ce n'è per ogni sapore, per ogni zona della lingua. Mostri mitologici e semidei, il Padre muratore e ubriacone, la Madre sciupata da una vita casalinga passata a riguardar dalla finestra le speranze della giovinezza, i Fratelli, la Morte, la Chiesa che su tutto incombe come un indice ammonitore, la Speranza tutta religiosa in un lieto fine, la Rassegnazione, il Comico e il Grottesco, il Sesso che rallegra e intorbidisce i giorni presenti e carica quelli futuri di un desiderio impreciso, ma proprio per questo ammaliante. Il nero che sporca il bianco di una vita piena di dio e angeli solo nominati, in realtà abitata solo da uomini che nell'abbracciarsi forte si incrinano sempre qualche costola. Questo Pantheon è capace in un attimo di far sparire tutto. Scompare il bar, scompare la luce, scompare il buio: ci siete solo voi, spettatori da tappezzeria, e lui e Loro.
Se volete qualcosa per diventare solo lingua e gola, lingua gola e piacevole vertigine, questo è il bicchiere giusto.

Sentimmo il suo messaggio ma non lo capimmo perché ci turbava e ci atterriva; e invece di soffrire con lei corremmo verso la porta del cortile mentre le risate di papà scuotevano la casa. Ma Clara rimase accanto a mamma tenendole la mano. (Una moglie per Dino Rossi)
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The Sorrows of Young Werther 16640 149 Johann Wolfgang von Goethe 0812969901 Elisa 3 3.71 1774 The Sorrows of Young Werther
author: Johann Wolfgang von Goethe
name: Elisa
average rating: 3.71
book published: 1774
rating: 3
read at: 2016/01/21
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Un uomo 1573886 457 Oriana Fallaci 881715377X Elisa 4 4.51 1979 Un uomo
author: Oriana Fallaci
name: Elisa
average rating: 4.51
book published: 1979
rating: 4
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Un uomo 176039 Un uomo è il romanzo sulla vita di Alekos Panagulis, che nel 1968 fu condannato a morte nella Grecia dei colonnelli per l'attentato a Georgios Papadopulos, il militare a capo del regime. Segregato per cinque anni in un carcere dove subirà le ±è¾±Ã¹ atroci torture, restituito brevemente alla libertà, conosce l'esilio, torna in patria quando la dittatura si sgretola, è eletto deputato in Parlamento e inutilmente cerca di dimostrare che gli stessi uomini della deposta Giunta continuano a occupare posizioni di potere. Perde la vita in un misterioso incidente d'auto nel 1976. Oriana Fallaci incontra Panagulis nel 1973 quando, graziato di una grazia che non aveva chiesto, ma che il mondo intero reclamava per lui, esce dal carcere. Lei lo affianca e ne condivide una lotta mai paga. "Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara. Anche se non combina nulla di immediato e di pratico, anche se si esprime attraverso bravate o follie, anche se viene respinto e offeso, egli muove le acque dello stagno che tace, incrina le dighe del conformismo che frena, disturba il potere che opprime."]]> 462 Oriana Fallaci 8817453749 Elisa 0 4.26 1979 Un uomo
author: Oriana Fallaci
name: Elisa
average rating: 4.26
book published: 1979
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Una splendida notte stellata 24826554 144 Jimmy Liao 8865790296 Elisa 0 4.49 2009 Una splendida notte stellata
author: Jimmy Liao
name: Elisa
average rating: 4.49
book published: 2009
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Breakfast of Champions 4980 Alternate cover for this ISBN can be found here

In Breakfast of Champions, one of Kurt Vonnegut’s most beloved characters, the aging writer Kilgore Trout, finds to his horror that a Midwest car dealer is taking his fiction as truth. What follows is murderously funny satire, as Vonnegut looks at war, sex, racism, success, politics, and pollution in America and reminds us how to see the truth.]]>
303 Kurt Vonnegut Jr. 0385334206 Elisa 0 4.08 1973 Breakfast of Champions
author: Kurt Vonnegut Jr.
name: Elisa
average rating: 4.08
book published: 1973
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Paura 13066851 113 Stefan Zweig 8845926346 Elisa 0 to-read 3.92 1910 Paura
author: Stefan Zweig
name: Elisa
average rating: 3.92
book published: 1910
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Mattatoio n. 5 10333804 196 Kurt Vonnegut Jr. 8807016370 Elisa 5 3.88 1969 Mattatoio n. 5
author: Kurt Vonnegut Jr.
name: Elisa
average rating: 3.88
book published: 1969
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read at: 2015/08/22
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I sonetti 15981588 194 William Shakespeare 8854110922 Elisa 0 4.00 1609 I sonetti
author: William Shakespeare
name: Elisa
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All of Us the Collected Poems 1052257
This complete edition allows readers to experience the range and overwhelming power of Carver's poetry for the first time. It brings together in the order of their American publication the poems of Fires (1985), Where Water Comes Together with Other Water (1986), Ultramarine (1988), A New Path to the Waterfall (1989) and No Heroics, Please (1991).

For readers who know Carver's middle period only through his selected poems, In a Marine Light (1988), it includes the windfall of 51 poems not previously published in Britain. All of Us is edited by Professor William L. Stull of the University of Hartford, and introduced with an essay on Raymond Carver's methods of composition by his widow, the poet Tess Gallagher.]]>
Raymond Carver 1860463649 Elisa 0 da-riprendere, preferiti 4.37 1996 All of Us the Collected Poems
author: Raymond Carver
name: Elisa
average rating: 4.37
book published: 1996
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date added: 2015/08/09
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L'altra Eszter 9735384 From the author of The Door and Abigail and for fans of Elena Ferrante and Clarice Lispector, a newly translated novel about a theater star who is forced to reckon with her painful and tragic past.

In The Door, in Iza's Ballad, and in Abigail, Magda Szabó describes the complex relationships between women of different ages and backgrounds with an astute and unsparing eye. Eszter, the narrator and protagonist of The Fawn, may well be Szabó’s most fascinating creation.

Eszter, an only child, her father an eccentric aristocrat and steeply downwardly mobile flower breeder, her mother a harried music teacher failing to make ends meet, grows up poor and painfully aware of it in a provincial Hungarian town.

This is before World War II, and Eszter, as she tells her story of childhood loneliness and hunger, has forgotten no slight and forgiven nobody, least of all her beautiful classmate Angela, whose unforced kindness to her left the deepest wound.

And yet Eszter, post-war—which is when she has come to remember all these things—is a star of the stage, now settled in Budapest, where Angela, a devout Communist married to an esteemed scholar and translator of Shakespeare, also lives.

The Fawn unfolds as Eszter's confession, filled with the rage of a lifetime and born, we come to sense, of irreversible regret. It is a tale of childhood, of the theater, of the collateral damage of the riven twentieth century, of hatred, and, in the end, a tragic tale of love.]]>
264 Magda Szabó 8806191985 Elisa 5 preferiti 4.06 1959 L'altra Eszter
author: Magda Szabó
name: Elisa
average rating: 4.06
book published: 1959
rating: 5
read at: 2013/05/23
date added: 2015/08/09
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Limonov 16045771 desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio» si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato «che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale». La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante â€� a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei ±è¾±Ã¹ grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il «duro metallo di cui è fatta la sua anima», Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo, senza mai chiudere gli occhi, con una temerarietà e una pervicacia che suscitano rispetto. Ed è senza mai chiudere gli occhi che Emmanuel Carrère attraversa questa esistenza oltraggiosa, e vi si immerge e vi si rispecchia come solo può fare chi, come lui, ha vissuto una vita che ha qualcosa di un «romanzo russo».]]> 356 Emmanuel Carrère 8845927334 Elisa 5 preferiti 4.00 2011 Limonov
author: Emmanuel Carrère
name: Elisa
average rating: 4.00
book published: 2011
rating: 5
read at: 2014/12/10
date added: 2015/08/09
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Per chi suona la campana 3750760 501 Ernest Hemingway 8804487739 Elisa 5 preferiti 4.05 1940 Per chi suona la campana
author: Ernest Hemingway
name: Elisa
average rating: 4.05
book published: 1940
rating: 5
read at: 2013/07/14
date added: 2015/08/09
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Tropico del Cancro 15206507
Con un Saggio, in Postfazione, di George Orwell dal titolo : "NEL VENTRE DELLA BALENA".
(pagg 337-383 e traduzione di Giorgio Monicelli)]]>
261 Henry Miller 8807806797 Elisa 5 preferiti E io gli risi in faccia.

Henry Miller rideva spesso in faccia alle persone. Questa frase spunta fuori tante volte durante la narrazione. Non potei trattenermi, scoppiai a ridergli in faccia.
Ho passato il tempo a immaginare la sua risata. Meglio, il momento esatto in cui il tentativo di trattenerla si trasformava in un misero fallimento. Volevo avere in testa il suo viso esatto ai tempi del racconto, e così l'ho cercato: . Uno così ha un viso perfetto per ridere in faccia alla gente.
È pulito e bonaccione. Davanti a un viso così, placido come un piccione albino, uno si accoccola sulla sedia e vomita in un colpo solo mal di vivere e aspirazioni. Henry Miller ascoltava tutte le sparate egotistiche dei conoscenti, e loro lo prendevano in simpatia. Dovunque andasse, qualche amico lo rimediava. Lui, zitto zitto, sorrideva, si faceva due risate dentro e sperava in qualche franco di ricompensa. I parassiti sono sempre quelli che ne sanno di ±è¾±Ã¹ sul conto degli uomini.
Volta per volta, ride in faccia a tutto. Cosa è il mondo se non un'accozzaglia di ossa morte (doppiamente morte), scheletri in trepidazione per un miraggio paradisiaco, fogne e vuoto? Tutto puzza, ma ci convinciamo di vivere immersi nel profumo di rose. Cosa siamo noi, se non meteore che bruciano rapidamente, destinate a scomparire del tutto, lasciando solo un nome, e forse nemmeno quello? Eppure pare che la vita debba avere valore solo se si arriva allo scalino ±è¾±Ã¹ alto della scala sociale. E cosa impedisce di pensare che il paradiso non esista, che non abbia alcun senso vivere disperando nella speranza, quando si può prendere atto che il cielo è vuoto e afferrare ciò che la vita offre di piacevole? Miller sospetta che nel centro della terra, Dio o il Diavolo lavorino di continuo in camicia di forza a macinare per quel paradiso che non è che un venire in sogno . Bella fregatura, sarebbe, aver vissuto nella castità e nel rigore. La felicità è molto ±è¾±Ã¹ simile a un orgasmo che al paradiso. Chi può additare un uomo che passa la vita di bordello in caffè, vivendo alla giornata, tra lavori saltuari e serate passate a spassarsela, conscio del fatto che anche questa, come l'idea del paradiso, è una delusione a cui si ricorre per andare avanti? Il mondo di Miller è senza speranza, ma non disperato. Tanto siamo già morti. Perché non ridere, allora?

Se la vita deve essere vissuta, l'arte non deve essere da meno. Non di frottole deve essere fatta, di storie inventate e progettate da un dio capace di rappresentare il mondo che vorrebbe, ma verità, nuda e cruda. Miller è talmente unito al suo libro da essere la macchina da scrivere. L'arte deve essere un escremento umano, il risultato di un'assimilazione della realtà, in tutte le sue componenti (anche quelle socialmente inaccettabili), e deve puzzare di vita vera, non evaporare come una scoreggia secca. Che senso ha creare mondi armoniosi, se nella realtà si dà ±è¾±Ã¹ importanza a un cesto di verdure al mercato che a un mendicante cencioso? Che senso ha vivere di idee, se la realtà sembra ridere loro in faccia?

L'estetica dell'idea produce vasi di fiori e i vasi di fiori si mettono alla finestra. Ma se non c'è né pioggia né sole, a che serve mettere i fiori fuori dalla finestra?

Miller non si poneva problemi a parlare di erezioni e triangoli, belle fiche e puttane. Ma il suo narrare porta la luce sugli aspetti disperati del sesso: spesso è meccanico, privo di passione, è come un urlo dell'uomo che cerca di far coincidere le sue aspettative e la realtà. Sono uomini e donne disorientati, delusi dalle promesse che avevano fatto a loro stessi, vanno incontro ad atti sessuali interrotti, ballerini in una danza in cui l'orgasmo arriva sempre nel momento sbagliato o non arriva affatto. Si va in cerca della fica ricca, del proprio orientamento sessuale, delle vergini, delle giovani, per poi accorgersi che l'ideale di completo appagamento si sposta sempre ±è¾±Ã¹ in là. Non era questo, non era questo. Come quando fuori piove e malediciamo il tempo perché è tetro e, quando il sole risplende, continuiamo a maledirlo perché stavolta splende troppo. L'uomo si annichilisce, schiacciato dalla fanfara del futuro che pare debba essere sempre migliore, ma solo a parole. Sì, sicuramente lo sarà. Invece, è solo una promessa americana (ma l'America non esiste, spiega Miller: è solo un nome che si dà a un'idea astratta). La miseria, poi, è sempre dietro l'angolo, anche se il sole a volte scalda l'aria di Parigi e la rende così bella.

Anche se oramai sono passati ottant'anni dalla pubblicazione, e quindi dovremmo avere smesso di guardare solo al contenuto sessuale come alla vuota rappresentazione di un accoppiamento, c'è sempre qualcuno che sfodera l'indice dell'ammonimento. Ho letto un commento in cui una lettrice trasformava la pagina bianca in un pio confessionale da social network. Sentiva il bisogno di specificare che lei il libro lo aveva letto solo fino a pagina 18 (quindi nessuna aggravante), e che sua zia, che glielo aveva prestato, lo aveva letto tutto solo perché costretta al liceo (forse per un docente in cui lo stesso Henry Miller si era reincarnato, tanto per potersi sentire ancora una volta un plenipotenziario degli spiriti liberi, e insegnare agli alunni come si accoppiano gli elefanti). In sostanza, Miller era solo uno sporcaccione.
Lui le avrebbe riso in faccia fragorosamente, senza nemmeno pensare di trattenersi un secondo. Forse ±è¾±Ã¹ per il riferimento allo sporco, che per la pudicizia. Avrebbe detto di lei ciò che pensò riguardo alla signora Wren:

Uscendo dal vinaio, sento scrosciare il pisciatoio. Tutto è lubrico ed effuso. Vorrei che la signora Wren ascoltasse. ]]>
3.35 1934 Tropico del Cancro
author: Henry Miller
name: Elisa
average rating: 3.35
book published: 1934
rating: 5
read at: 2013/07/24
date added: 2015/08/09
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E io gli risi in faccia.

Henry Miller rideva spesso in faccia alle persone. Questa frase spunta fuori tante volte durante la narrazione. Non potei trattenermi, scoppiai a ridergli in faccia.
Ho passato il tempo a immaginare la sua risata. Meglio, il momento esatto in cui il tentativo di trattenerla si trasformava in un misero fallimento. Volevo avere in testa il suo viso esatto ai tempi del racconto, e così l'ho cercato: . Uno così ha un viso perfetto per ridere in faccia alla gente.
È pulito e bonaccione. Davanti a un viso così, placido come un piccione albino, uno si accoccola sulla sedia e vomita in un colpo solo mal di vivere e aspirazioni. Henry Miller ascoltava tutte le sparate egotistiche dei conoscenti, e loro lo prendevano in simpatia. Dovunque andasse, qualche amico lo rimediava. Lui, zitto zitto, sorrideva, si faceva due risate dentro e sperava in qualche franco di ricompensa. I parassiti sono sempre quelli che ne sanno di ±è¾±Ã¹ sul conto degli uomini.
Volta per volta, ride in faccia a tutto. Cosa è il mondo se non un'accozzaglia di ossa morte (doppiamente morte), scheletri in trepidazione per un miraggio paradisiaco, fogne e vuoto? Tutto puzza, ma ci convinciamo di vivere immersi nel profumo di rose. Cosa siamo noi, se non meteore che bruciano rapidamente, destinate a scomparire del tutto, lasciando solo un nome, e forse nemmeno quello? Eppure pare che la vita debba avere valore solo se si arriva allo scalino ±è¾±Ã¹ alto della scala sociale. E cosa impedisce di pensare che il paradiso non esista, che non abbia alcun senso vivere disperando nella speranza, quando si può prendere atto che il cielo è vuoto e afferrare ciò che la vita offre di piacevole? Miller sospetta che nel centro della terra, Dio o il Diavolo lavorino di continuo in camicia di forza a macinare per quel paradiso che non è che un venire in sogno . Bella fregatura, sarebbe, aver vissuto nella castità e nel rigore. La felicità è molto ±è¾±Ã¹ simile a un orgasmo che al paradiso. Chi può additare un uomo che passa la vita di bordello in caffè, vivendo alla giornata, tra lavori saltuari e serate passate a spassarsela, conscio del fatto che anche questa, come l'idea del paradiso, è una delusione a cui si ricorre per andare avanti? Il mondo di Miller è senza speranza, ma non disperato. Tanto siamo già morti. Perché non ridere, allora?

Se la vita deve essere vissuta, l'arte non deve essere da meno. Non di frottole deve essere fatta, di storie inventate e progettate da un dio capace di rappresentare il mondo che vorrebbe, ma verità, nuda e cruda. Miller è talmente unito al suo libro da essere la macchina da scrivere. L'arte deve essere un escremento umano, il risultato di un'assimilazione della realtà, in tutte le sue componenti (anche quelle socialmente inaccettabili), e deve puzzare di vita vera, non evaporare come una scoreggia secca. Che senso ha creare mondi armoniosi, se nella realtà si dà ±è¾±Ã¹ importanza a un cesto di verdure al mercato che a un mendicante cencioso? Che senso ha vivere di idee, se la realtà sembra ridere loro in faccia?

L'estetica dell'idea produce vasi di fiori e i vasi di fiori si mettono alla finestra. Ma se non c'è né pioggia né sole, a che serve mettere i fiori fuori dalla finestra?

Miller non si poneva problemi a parlare di erezioni e triangoli, belle fiche e puttane. Ma il suo narrare porta la luce sugli aspetti disperati del sesso: spesso è meccanico, privo di passione, è come un urlo dell'uomo che cerca di far coincidere le sue aspettative e la realtà. Sono uomini e donne disorientati, delusi dalle promesse che avevano fatto a loro stessi, vanno incontro ad atti sessuali interrotti, ballerini in una danza in cui l'orgasmo arriva sempre nel momento sbagliato o non arriva affatto. Si va in cerca della fica ricca, del proprio orientamento sessuale, delle vergini, delle giovani, per poi accorgersi che l'ideale di completo appagamento si sposta sempre ±è¾±Ã¹ in là. Non era questo, non era questo. Come quando fuori piove e malediciamo il tempo perché è tetro e, quando il sole risplende, continuiamo a maledirlo perché stavolta splende troppo. L'uomo si annichilisce, schiacciato dalla fanfara del futuro che pare debba essere sempre migliore, ma solo a parole. Sì, sicuramente lo sarà. Invece, è solo una promessa americana (ma l'America non esiste, spiega Miller: è solo un nome che si dà a un'idea astratta). La miseria, poi, è sempre dietro l'angolo, anche se il sole a volte scalda l'aria di Parigi e la rende così bella.

Anche se oramai sono passati ottant'anni dalla pubblicazione, e quindi dovremmo avere smesso di guardare solo al contenuto sessuale come alla vuota rappresentazione di un accoppiamento, c'è sempre qualcuno che sfodera l'indice dell'ammonimento. Ho letto un commento in cui una lettrice trasformava la pagina bianca in un pio confessionale da social network. Sentiva il bisogno di specificare che lei il libro lo aveva letto solo fino a pagina 18 (quindi nessuna aggravante), e che sua zia, che glielo aveva prestato, lo aveva letto tutto solo perché costretta al liceo (forse per un docente in cui lo stesso Henry Miller si era reincarnato, tanto per potersi sentire ancora una volta un plenipotenziario degli spiriti liberi, e insegnare agli alunni come si accoppiano gli elefanti). In sostanza, Miller era solo uno sporcaccione.
Lui le avrebbe riso in faccia fragorosamente, senza nemmeno pensare di trattenersi un secondo. Forse ±è¾±Ã¹ per il riferimento allo sporco, che per la pudicizia. Avrebbe detto di lei ciò che pensò riguardo alla signora Wren:

Uscendo dal vinaio, sento scrosciare il pisciatoio. Tutto è lubrico ed effuso. Vorrei che la signora Wren ascoltasse.
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<![CDATA[Natale e Satana e altri racconti]]> 17254104 157 Mario Soldati 888212584X Elisa 0 to-read 3.00 2006 Natale e Satana e altri racconti
author: Mario Soldati
name: Elisa
average rating: 3.00
book published: 2006
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date added: 2015/08/09
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Pian della Tortilla 9938293 219 John Steinbeck Elisa 0 to-read 3.95 1935 Pian della Tortilla
author: John Steinbeck
name: Elisa
average rating: 3.95
book published: 1935
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date added: 2015/08/09
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Le memorie di Barry Lyndon 9750131
About the Series: For over 100 years Oxford World's Classics has made available the broadest spectrum of literature from around the globe. Each affordable volume reflects Oxford's commitment to scholarship, providing the most accurate text plus a wealth of other valuable features, including expert introductions by leading authorities, voluminous notes to clarify the text, up-to-date bibliographies for further study, and much more.
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William Makepeace Thackeray 8881127997 Elisa 0 to-read 4.50 1844 Le memorie di Barry Lyndon
author: William Makepeace Thackeray
name: Elisa
average rating: 4.50
book published: 1844
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date added: 2015/08/09
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Gli indifferenti 67201 Gli indifferenti è il primo romanzo scritto da Moravia appena diciottenne e pubblicato nel 1929. Tema principale del libro è la rappresentazione della borghesia nel momento della decadenza nel passaggio da un'epoca all'altra, con tutti i suoi ±è¾±Ã¹ grandi difetti: la superficialità, le ipocrisie e il suo clima di costante menzogna. Chi vive in questa società, come i protagonisti del romanzo, sono perciò "indifferenti" di fronte alla vita, sono degli inetti incapaci di agire ma solo in grado di subire passivamente ciò che gli accade, dei deboli e degli impotenti che non sanno provare delle passioni vere (per questo accostabili ai personaggi di Svevo e Pirandello). La struttura del romanzo richiama quella di una pièce teatrale; le vicende si svolgono in due soli giorni e sempre in interni borghesi che si alternano, descritti in modo preciso per rispecchiare la vita di chi li occupa, poiché la priorità di Moravia è la rappresentazione psicologica dei protagonisti. Il linguaggio è semplice ed essenziale volto a rendere in maniera realistica i pensieri dei personaggi e gli ambienti in cui si muovono]]> 289 Alberto Moravia 8845246248 Elisa 0 to-read, letteratura-italiana 3.76 1929 Gli indifferenti
author: Alberto Moravia
name: Elisa
average rating: 3.76
book published: 1929
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Abecedary 430942 147 Goffredo Parise 0810160609 Elisa 0 to-read 3.82 1972 Abecedary
author: Goffredo Parise
name: Elisa
average rating: 3.82
book published: 1972
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<![CDATA[Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi]]> 9699225 229 Leïla Marouane 8876418768 Elisa 0 to-read 2.97 2007 Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi
author: Leïla Marouane
name: Elisa
average rating: 2.97
book published: 2007
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Matilde 1741475 “The Trunchbull� is no match for Matilda!

Matilda is a sweet, exceptional young girl, but her parents think she's just a nuisance. She expects school to be different but there she has to face Miss Trunchbull, a kid-hating terror of a headmistress. When Matilda is attacked by the Trunchbull she suddenly discovers she has a remarkable power with which to fight back. It'll take a superhuman genius to give Miss Trunchbull what she deserves and Matilda may be just the one to do it!

Roald Dahl was a spy, ace fighter-pilot, chocolate historian, and medical inventor. He was also the author of Charlie and the Chocolate Factory, Matilda, The BFG, and many more brilliant stories. He remains the World's No. 1 Storyteller.

Sir Quentin Blake is a well-known artist whose work has made him popular on both sides of the Atlantic. He has illustrated most of Roald Dahl's children's books as well as many others.]]>
220 Roald Dahl 888451679X Elisa 0 to-read 4.29 1988 Matilde
author: Roald Dahl
name: Elisa
average rating: 4.29
book published: 1988
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<![CDATA[Quando Teresa si arrabbiò con Dio]]> 4034624 336 Alejandro Jodorowsky 8807814684 Elisa 0 to-read 3.66 1992 Quando Teresa si arrabbiò con Dio
author: Alejandro Jodorowsky
name: Elisa
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book published: 1992
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The God of Small Things 37819 The God of Small Things is an award-winning landmark that started for its author an esteemed career of fiction and political commentary that continues unabated.]]> 321 Arundhati Roy Elisa 0 to-read 3.85 1997 The God of Small Things
author: Arundhati Roy
name: Elisa
average rating: 3.85
book published: 1997
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<![CDATA[Il ±è¾±Ã¹ grande uomo scimmia del Pleistocene]]> 4590678 Pubblicato per la prima volta nel 1960, e poi ripreso ±è¾±Ã¹ volte sotto vari titoli, questo libro si è fatto strada silenziosamente fra i classici della fantascienza a ritroso. Ma in realtà è un libro inclassificabile: una riflessione romanzesca, acutissima e leggera, su tutta la storia dell’umanità, contrassegnata in ogni dettaglio da quella limpidezza e da quell’ironia che appartengono alla migliore tradizione letteraria e scientifica inglese. Quando Théodore Monod lesse questo libro, segnalò all’autore uno o due errori tecnici, subito aggiungendo «che non importavano un accidente, perché la lettura del libro l’aveva fatto ridere tanto che era caduto da un cammello nel bel mezzo del Sahara».]]> 184 Roy Lewis 8845915913 Elisa 0 to-read 3.67 1960 Il ±è¾±Ã¹ grande uomo scimmia del Pleistocene
author: Roy Lewis
name: Elisa
average rating: 3.67
book published: 1960
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<![CDATA[Tutto ciò che vi devo: Lettere alle amiche]]> 24239880 62 Virginia Woolf 889803847X Elisa 0 to-read 4.02 2014 Tutto ciò che vi devo: Lettere alle amiche
author: Virginia Woolf
name: Elisa
average rating: 4.02
book published: 2014
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<![CDATA[Perché sognare di sogni non miei?: Lettere dal mio altrove]]> 24144569 61 Fernando Pessoa 8898038488 Elisa 0 to-read 4.06 2014 Perché sognare di sogni non miei?: Lettere dal mio altrove
author: Fernando Pessoa
name: Elisa
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book published: 2014
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Identity 28635
With stunning artfulness in expanding and playing variations on the meaningful moment, Milan Kundera has made this situation--and the vague sense of panic it inspires--the very fabric of his novel. Here brevity goes hand in hand with intensity, and a moment of bewilderment marks the start of a labyrinthine journey during which the reader repeatedly crosses the border between the real and the unreal, between what occurs in the world outside, and what the mind creates in its solitude.

Of all contemporary writers, only Kundera can transform such a hidden and disconcerting perception into the material for a novel, one of his finest, most painful, and most enlightening. Which, surprisingly, turns out to be a love story.]]>
176 Milan Kundera 0060930314 Elisa 0 to-read 3.73 1997 Identity
author: Milan Kundera
name: Elisa
average rating: 3.73
book published: 1997
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Nulla, solo la notte 20931466 Nulla, solo la notte è l'esordio letterario di John Williams, che, a soli vent'anni, raccontò la giornata di un giovane borghese della California, scrivendo forsennatamente nelle lunghe ore vuote che caratterizzarono la sua esperienza militare in India e Birmania nel secondo conflitto mondiale. Al rientro negli Stati Uniti riuscì, un anno prima di laurearsi, a far stampare il suo primo romanzo, queste prime pagine della carriera di un grande scrittore, osservatore lucido e sensibile della condizione umana, narratore puntuale delle sue fragilità.]]> 138 John Williams 8864117024 Elisa 0 to-read 3.07 1948 Nulla, solo la notte
author: John Williams
name: Elisa
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book published: 1948
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<![CDATA[I poeti morti non scrivono gialli]]> 12555965 353 Björn Larsson Elisa 3 3.38 2010 I poeti morti non scrivono gialli
author: Björn Larsson
name: Elisa
average rating: 3.38
book published: 2010
rating: 3
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<![CDATA[The Star Rover (Modern Library Classics)]]> 862311 The Star Rover, in the UK published as The Jacket, is a collection of short stories revolves around the concept of reincarnation. It tells the story of San Quentin death-row inmate Darrell Standing, who escapes the horror of prison life —and long stretches in a straitjacket� by withdrawing into vivid dreams of past lives, including incarnations as a French nobleman and an Englishman in medieval Korea. Based on the life and imprisonment of Jack London’s friend Ed Morrell, this is one of the author’s most complex and original works.]]> 266 Jack London 0812970047 Elisa 4 4.27 1914 The Star Rover (Modern Library Classics)
author: Jack London
name: Elisa
average rating: 4.27
book published: 1914
rating: 4
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<![CDATA[Love is the Heart of Everything: Correspondence Between Vladimir Mayakovsky and Lili Brik 1915-1930 (English and Russian Edition)]]> 127077 294 Vladimir Mayakovsky 0394555694 Elisa 3 3.93 1986 Love is the Heart of Everything: Correspondence Between Vladimir Mayakovsky and Lili Brik 1915-1930 (English and Russian Edition)
author: Vladimir Mayakovsky
name: Elisa
average rating: 3.93
book published: 1986
rating: 3
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Il mio Majakovskij 23695566 108 Veronika Polonskaja Elisa 4 3.93 2007 Il mio Majakovskij
author: Veronika Polonskaja
name: Elisa
average rating: 3.93
book published: 2007
rating: 4
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L'arpa d'erba 13480665 169 Truman Capote Elisa 3 4.00 1951 L'arpa d'erba
author: Truman Capote
name: Elisa
average rating: 4.00
book published: 1951
rating: 3
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<![CDATA[Memorie d'una ragazza per bene]]> 11221138 Memorie di una ragazza per bene, prima parte dell'autobiografia di Simone de Beauvoir.
Le tappe obbligate di un'educazione sentimentale, l'inevitabile scontro con la famiglia e l'ambiente sociale dell'alta borghesia francese conservatrice e bigotta, i meschini pregiudizi d'un mondo in declino insieme con i primi dubbi, i contrasti sentimentali, le tensioni, accompagnano il lungo viaggio verso al conquista di sé, fino agli anni dell'università e l'incontro con alcune tra le ±è¾±Ã¹ note figure della cultura francese, da Simone Weil a Raymond Aron, da Merleau-Ponty a Roger Vailland e Jean-Paul Sartre.]]>
379 Simone de Beauvoir 8806135163 Elisa 0 to-read 4.27 1958 Memorie d'una ragazza per bene
author: Simone de Beauvoir
name: Elisa
average rating: 4.27
book published: 1958
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I tre moschettieri 9576838 636 Alexandre Dumas 8806148672 Elisa 0 to-read 4.18 1844 I tre moschettieri
author: Alexandre Dumas
name: Elisa
average rating: 4.18
book published: 1844
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<![CDATA[La verità, vi prego, sull'amore]]> 3960273 68 W.H. Auden 8845911063 Elisa 0 to-read 3.84 1994 La verità, vi prego, sull'amore
author: W.H. Auden
name: Elisa
average rating: 3.84
book published: 1994
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date added: 2014/12/06
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Mr Palomar 60106 118 Italo Calvino 0099430878 Elisa 0 to-read 3.94 1983 Mr Palomar
author: Italo Calvino
name: Elisa
average rating: 3.94
book published: 1983
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date added: 2014/12/06
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Il cimitero di Praga 9623788 Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, scomparso in mare nei pressi dello Stromboli, il falso bordereau di Dreyfus per l’ambasciata tedesca, la crescita graduale di quella falsificazione nota come I protocolli dei Savi Anziani di Sion, che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi in una Parigi della Comune dove si mangiano i topi, colpi di pugnale, orrendi e puteolenti ritrovi per criminali che tra i fumi dell’assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, barbe finte, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Ottimo materiale per un romanzo d’appendice di stile ottocentesco, tra l’altro illustrato come i feuilletons di quel tempo. Ecco di che contentare il peggiore tra i lettori. Tranne un particolare. Eccetto il protagonista, tutti gli altri personaggi di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno fatto quello che hanno fatto. E anche il protagonista fa cose che sono state veramente fatte, tranne che ne fa molte, che probabilmente hanno avuto autori diversi. Ma chi lo sa, quando ci si muove tra servizi segreti, agenti doppi, ufficiali felloni ed ecclesiastici peccatori, può accadere di tutto. Anche che l’unico personaggio inventato di questa storia sia il ±è¾±Ã¹ vero di tutti, e assomigli moltissimo ad altri che sono ancora tra noi.

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523 Umberto Eco 8845266222 Elisa 0 to-read 3.44 2010 Il cimitero di Praga
author: Umberto Eco
name: Elisa
average rating: 3.44
book published: 2010
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date added: 2014/11/22
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