Elisa's bookshelf: all en-US Sun, 23 Jul 2023 07:51:49 -0700 60 Elisa's bookshelf: all 144 41 /images/layout/goodreads_logo_144.jpg Qualcuno con cui correre 9679087 Qualcuno con cui correre è il ritratto di due adolescenti che si cercano, che forse si amano, che soffrono ma combattono con generosità per qualcosa che è dentro di loro.]]> 362 David Grossman 8804582510 Elisa 4 A unirli davvero però, nei fatti, a farli incontrare, è una cagna, Dinka. È lei che fa iniziare la corsa di questo romanzo. È lei che viene ritrovata per strada, è lei che Assaf ha il compito di riportare a casa, per far pagare una multa al padrone che l'ha abbandonata. Il problema è che non si sa di chi sia Dinka. E Assaf deve scoprirlo.
Così si ritrova a seguire quella cagna senza sapere dove lo porterà, Dinka corre per Gerusalemme legata a lui da una corda. Insieme si trovano in una pizzeria, dove lei è di casa, tanto che il pizzaiolo prepara la solita pizza con le olive, dando per scontato che era proprio ciò che voleva Assaf. Con quella pizza fumante Dinka porta Assaf da un'anziana suora che vive da cinquant'anni chiusa in una torre ad aspettare pellegrini che non sono mai arrivati e che mai arriveranno. È Theodora, che svela ad Assaf molte cose della ragazza con cui è sempre Dinka. Ha la sua età, gli dice, ed è molto bella. Da alcuni anni ormai lei è l'unica persona con cui parla quella suora. Basta un attimo e Assaf già comincia a fantasticare su questa Tamar che rubava i frutti dal giardino di quella specie di convento, ma che poi è ben felice di fare compagnia a una suora tanto vecchia quanto sola.
All'improvviso Assaf sente che non può smettere di cercare quella ragazza, deve trovarla assolutamente, non certo per farle pagare una multa. E si avvicina sempre di più a lei, con l'aiuto fondamentale di Dinka. Trova uno zaino che lei ha lasciato in un deposito, dentro lo zaino ci sono quaderni e diari scritti da quella Tamar fin da quando era piccina. Si sente un po' in colpa Assaf quando li sfoglia, ma non può fare altro se vuole scoprire qualcosa di lei. Pensa di essere brutta e insignificante Tamar, ama cantare e sa farlo bene. Si sente sola, in una famiglia che sembra non capirla, poi si innamora di un ragazzo, anche lui un artista, che però non prova niente per lei. Assaf legge e si chiede come possa una persona sensibile, come gli sembra essere Tamar dato quello che ha scritto, non aver capito che lui non la meritava.
Assaf trova tra quelle pagine e nelle esperienze di chi Tamar l'ha davvero conosciuta un ritratto davvero piacevole, quello di una ragazza sempre pronta a farsi in quattro per aiutare gli altri. Quello di una ragazza che forse potrebbe piacergli davvero.
Anche Dinka si è persa mentre Tamar era impegnata a salvare suo fratello Shay, caduto nel tunnel della droga. È un ottimo chitarrista lui, dà il meglio di sé quando è sotto l'effetto degli stupefacenti. È il Jimi Hendrix di Gerusalemme, uno dei migliori artisti di strada presenti in città. È sotto la tutela di una famiglia di presunti benefattori che illudono questi giovani ragazzi talentuosi e soli, facendo credere loro di poter avere una vita normale, una casa, una specie di famiglia e invece li riempono di droga e sfruttano il loro talento, ricavandoci un bel guadagno.
Tamar è decisa a tirare fuori suo fratello da quell'organizzazione e prepara ogni singola cosa di cui avrà bisogno con anticipo. Non vuole mettere nessuno nei guai, così non rivela nemmeno all'unica persona di cui si fida, Lea, quali sono, esattamente, i suoi piani. È convinta di potercela fare da sola.
Non sa che c'è un ragazzo sulle sue tracce, che ha scoperto quasi tutto di lei, fraintendendo solo qualche piccolo particolare.
E non sa che forse stavolta da sola non può farcela. Perché in fondo anche lei ha bisogno di qualcuno con cui correre. Insieme, lei e Assaf con i loro amici Lea e Karnaf, riusciranno a ridare una speranza a Shay e a far arrestare i vertici di quell'organizzazione criminale nella cui trappola erano caduti tanti giovani.
Continueranno a correre insieme, quei due ragazzi timidi e solitari, uniti da una cagna davvero intelligente. E si ameranno e scopriranno che c'è sempre bisogno di un altro con cui condividere le proprie esperienze.

Che bello questo romanzo. Non avevo letto mai niente di Grossman, è stata una piacevole sorpresa per me. L'ho letto molto lentamente questo libro, prima di Natale, quando ero alle prese con mille altre cose da fare e forse è stato un bene, perché me lo sono proprio gustata, pagina dopo pagina mi sono affezionata a questa bellissima storia, che è molto più di una storia d'amore. L'amore c'è in tutte le declinazioni: l'amore fraterno, l'amore animale, l'amore che manca, l'amore che arriva inaspettato.
È scritto proprio bene il libro, non si capisce fino in fondo come siano andate le cose per un bel po' di pagine. All'inizio lo trovavo quasi noioso, ma non lo è. Non lo è assolutamente. Ed è una bellissima storia, una di quelle che credo mi resterà nel cuore.
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3.99 2000 Qualcuno con cui correre
author: David Grossman
name: Elisa
average rating: 3.99
book published: 2000
rating: 4
read at: 2012/12/19
date added: 2023/07/23
shelves:
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Tutto inizia con un lavoretto estivo e una telefonata. Il lavoretto è quello al municipio svolto da Assaf, la telefonata è quella che invece riceve Tamar da suo fratello Shay, che la implora di andarlo a salvare. Assaf e Tamar non si conoscono, hanno in comune i sedici anni, Gerusalemme, una solitudine di fondo e una voglia di sognare che li porta anche a correre dei rischi.
A unirli davvero però, nei fatti, a farli incontrare, è una cagna, Dinka. È lei che fa iniziare la corsa di questo romanzo. È lei che viene ritrovata per strada, è lei che Assaf ha il compito di riportare a casa, per far pagare una multa al padrone che l'ha abbandonata. Il problema è che non si sa di chi sia Dinka. E Assaf deve scoprirlo.
Così si ritrova a seguire quella cagna senza sapere dove lo porterà, Dinka corre per Gerusalemme legata a lui da una corda. Insieme si trovano in una pizzeria, dove lei è di casa, tanto che il pizzaiolo prepara la solita pizza con le olive, dando per scontato che era proprio ciò che voleva Assaf. Con quella pizza fumante Dinka porta Assaf da un'anziana suora che vive da cinquant'anni chiusa in una torre ad aspettare pellegrini che non sono mai arrivati e che mai arriveranno. È Theodora, che svela ad Assaf molte cose della ragazza con cui è sempre Dinka. Ha la sua età, gli dice, ed è molto bella. Da alcuni anni ormai lei è l'unica persona con cui parla quella suora. Basta un attimo e Assaf già comincia a fantasticare su questa Tamar che rubava i frutti dal giardino di quella specie di convento, ma che poi è ben felice di fare compagnia a una suora tanto vecchia quanto sola.
All'improvviso Assaf sente che non può smettere di cercare quella ragazza, deve trovarla assolutamente, non certo per farle pagare una multa. E si avvicina sempre di più a lei, con l'aiuto fondamentale di Dinka. Trova uno zaino che lei ha lasciato in un deposito, dentro lo zaino ci sono quaderni e diari scritti da quella Tamar fin da quando era piccina. Si sente un po' in colpa Assaf quando li sfoglia, ma non può fare altro se vuole scoprire qualcosa di lei. Pensa di essere brutta e insignificante Tamar, ama cantare e sa farlo bene. Si sente sola, in una famiglia che sembra non capirla, poi si innamora di un ragazzo, anche lui un artista, che però non prova niente per lei. Assaf legge e si chiede come possa una persona sensibile, come gli sembra essere Tamar dato quello che ha scritto, non aver capito che lui non la meritava.
Assaf trova tra quelle pagine e nelle esperienze di chi Tamar l'ha davvero conosciuta un ritratto davvero piacevole, quello di una ragazza sempre pronta a farsi in quattro per aiutare gli altri. Quello di una ragazza che forse potrebbe piacergli davvero.
Anche Dinka si è persa mentre Tamar era impegnata a salvare suo fratello Shay, caduto nel tunnel della droga. È un ottimo chitarrista lui, dà il meglio di sé quando è sotto l'effetto degli stupefacenti. È il Jimi Hendrix di Gerusalemme, uno dei migliori artisti di strada presenti in città. È sotto la tutela di una famiglia di presunti benefattori che illudono questi giovani ragazzi talentuosi e soli, facendo credere loro di poter avere una vita normale, una casa, una specie di famiglia e invece li riempono di droga e sfruttano il loro talento, ricavandoci un bel guadagno.
Tamar è decisa a tirare fuori suo fratello da quell'organizzazione e prepara ogni singola cosa di cui avrà bisogno con anticipo. Non vuole mettere nessuno nei guai, così non rivela nemmeno all'unica persona di cui si fida, Lea, quali sono, esattamente, i suoi piani. È convinta di potercela fare da sola.
Non sa che c'è un ragazzo sulle sue tracce, che ha scoperto quasi tutto di lei, fraintendendo solo qualche piccolo particolare.
E non sa che forse stavolta da sola non può farcela. Perché in fondo anche lei ha bisogno di qualcuno con cui correre. Insieme, lei e Assaf con i loro amici Lea e Karnaf, riusciranno a ridare una speranza a Shay e a far arrestare i vertici di quell'organizzazione criminale nella cui trappola erano caduti tanti giovani.
Continueranno a correre insieme, quei due ragazzi timidi e solitari, uniti da una cagna davvero intelligente. E si ameranno e scopriranno che c'è sempre bisogno di un altro con cui condividere le proprie esperienze.

Che bello questo romanzo. Non avevo letto mai niente di Grossman, è stata una piacevole sorpresa per me. L'ho letto molto lentamente questo libro, prima di Natale, quando ero alle prese con mille altre cose da fare e forse è stato un bene, perché me lo sono proprio gustata, pagina dopo pagina mi sono affezionata a questa bellissima storia, che è molto più di una storia d'amore. L'amore c'è in tutte le declinazioni: l'amore fraterno, l'amore animale, l'amore che manca, l'amore che arriva inaspettato.
È scritto proprio bene il libro, non si capisce fino in fondo come siano andate le cose per un bel po' di pagine. All'inizio lo trovavo quasi noioso, ma non lo è. Non lo è assolutamente. Ed è una bellissima storia, una di quelle che credo mi resterà nel cuore.

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<![CDATA[Il bambino con il pigiama a righe]]> 9791552 sebbene di solito ci riserviamo questo spazio per raccontarti una trama o descriverti dei personaggi, per una volta ci prenderemo la libertà di non farlo.
Non solo perché il libro che hai fra le mani è molto difficile da definire, ma anche perché siamo convinti che qualunque nostra parola ti priverebbe del sapore della scoperta.
Se comincerai a leggere questo libro, infatti, farai un viaggio.
Un viaggio con un bambino di nove anni che si chiama Bruno. (Ma questo non è un libro per bambini di nove anni).
E presto o tardi arriverai con lui in un luogo circondato da un recinto.
Di luoghi così al mondo ne esistono molti, ma speriamo che tu non ne conosca mai uno.]]>
211 John Boyne Elisa 4 4.03 2006 Il bambino con il pigiama a righe
author: John Boyne
name: Elisa
average rating: 4.03
book published: 2006
rating: 4
read at: 2009/01/01
date added: 2022/02/21
shelves:
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Va' dove ti porta il cuore 10029472 192 Susanna Tamaro 8817039780 Elisa 4 3.57 1994 Va' dove ti porta il cuore
author: Susanna Tamaro
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 1994
rating: 4
read at: 2011/09/01
date added: 2021/06/24
shelves:
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<![CDATA[Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Un documento-verità sulla droga tra i giovani]]> 9649094 357 Christiane V. Felscherinow 8817115207 Elisa 4 4.10 1978 Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Un documento-verità sulla droga tra i giovani
author: Christiane V. Felscherinow
name: Elisa
average rating: 4.10
book published: 1978
rating: 4
read at: 2011/07/01
date added: 2019/03/07
shelves:
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<![CDATA[L'insostenibile leggerezza dell'essere]]> 4097499 "Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell'aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla 'com-passione' verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza. Così accade nel romanzo: Tomáš ama Tereza, Tereza ama Tomáš: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle «Affinità elettive» si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose." (Pietro Citati)]]> 336 Milan Kundera 8845906868 Elisa 2 4.07 1984 L'insostenibile leggerezza dell'essere
author: Milan Kundera
name: Elisa
average rating: 4.07
book published: 1984
rating: 2
read at: 2011/06/01
date added: 2018/08/08
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Sanditon 22697912 Traduzione di Daniela Paladini

Trasformare la tranquilla cittadina di Sanditon in una stazione balneare alla moda: è questo il sogno di Mr Parker, imprenditore entusiasta e determinato.
Charlotte, figlia di un proprietario terriero della zona, è l’eroina di questo romanzo: è tentata dall’idea di Mr Parker ma al tempo stesso comprende le ragioni del padre, restio al grande cambiamento. Sidney Parker è invece il personaggio maschile positivo, interessato al nuovo ma senza l’eccesso caricaturale del fratello. Sarà lui l’uomo giusto per Charlotte?
Il manoscritto di "Sanditon" fu abbandonato da Jane Austen il 18 marzo 1817, esattamente quattro mesi prima della morte. Era già malata da un anno, ma questo testo non reca tracce di dolore o pessimismo e, sebbene incompiuto, è un chiaro frutto del genio comico che da sempre attraversa la sua vena narrativa.]]>
128 Jane Austen 8854169838 Elisa 2 3.34 1817 Sanditon
author: Jane Austen
name: Elisa
average rating: 3.34
book published: 1817
rating: 2
read at: 2014/09/11
date added: 2018/06/17
shelves:
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Il nero e l'argento 22044623
È dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. Giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. Come Nora e suo marito. Ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all’aria di fuori. «A lungo andare ogni amore ha bisogno di qualcuno che lo veda e riconosca, che lo avvalori, altrimenti rischia di essere scambiato per un malinteso». È cosí che la signora A., nell'attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode di una relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. Con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l’appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile. «La signora A. era la sola vera testimone dell’impresa che compivamo giorno dopo giorno, la sola testimone del legame che ci univa. Senza il suo sguardo ci sentivamo in pericolo». Ci sono molti modi per raccontare una storia d’amore. Paolo Giordano ha scelto la via piú sensibile: registrare come un sismografo le scosse del quotidiano, gli slanci e i dolori, l’incapacità e il desiderio. Solo un piccolo naufragio, il primo fra i tanti che una coppia si troverà ad affrontare.]]>
128 Paolo Giordano 8806221612 Elisa 4 3.39 2014 Il nero e l'argento
author: Paolo Giordano
name: Elisa
average rating: 3.39
book published: 2014
rating: 4
read at: 2014/09/22
date added: 2018/05/06
shelves:
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Le notti bianche 17564574 Le notti bianche è, insieme a Delitto e castigo, la più amata e la più letta delle opere di Dostoevskij. Protagonista è la figura del sognatore, nella cui esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, irrompe per un breve attimo la giovane Nasten'ka.
Simbolo del pulsare delle emozioni, Nasten'ka offrirà per la prima volta al sognatore scampoli di vita vera, finché una sua lettera, con l'annuncio delle proprie nozze, non lo "risveglierà" per riportarlo al suo destino di illusioni. Sullo sfondo di una Pietroburgo deserta e quasi magica, si inserisce l'intenso dialogo tra i due protagonisti, pure voci, la cui identità è l'oggetto stesso delle loro riflessioni e della loro autocoscienza.]]>
124 Fyodor Dostoevsky 8854151440 Elisa 4 3.90 1848 Le notti bianche
author: Fyodor Dostoevsky
name: Elisa
average rating: 3.90
book published: 1848
rating: 4
read at: 2013/04/10
date added: 2017/09/12
shelves:
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<![CDATA[Se una notte d'inverno un viaggiatore]]> 71608 264 Italo Calvino 8804482001 Elisa 4 4.03 1979 Se una notte d'inverno un viaggiatore
author: Italo Calvino
name: Elisa
average rating: 4.03
book published: 1979
rating: 4
read at: 2014/03/02
date added: 2017/05/23
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Se una notte d'inverno un viaggiatore è unico. Non so se esistano libri simili sinceramente, di certo io non ne ho mai incontrati prima. È una specie di caccia al tesoro, dove il tesoro è il finale di un libro con cui il Lettore, per dieci volte, non riesce a incontrarsi. - See more at:
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<![CDATA[Alice nel paese delle meraviglie]]> 18113277 104 Lewis Carroll 884186169X Elisa 2 3.60 1865 Alice nel paese delle meraviglie
author: Lewis Carroll
name: Elisa
average rating: 3.60
book published: 1865
rating: 2
read at: 2013/06/17
date added: 2017/03/30
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Cristo si è fermato a Eboli 209730
Saggi introduttivi di Italo Calvino e Jean-Paul Sartre.]]>
242 Carlo Levi 880612207X Elisa 3 4.11 1945 Cristo si è fermato a Eboli
author: Carlo Levi
name: Elisa
average rating: 4.11
book published: 1945
rating: 3
read at: 2005/05/01
date added: 2016/05/03
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Il libraio di Kabul 7189343 323 Ã…sne Seierstad 8845424057 Elisa 3 3.62 2002 Il libraio di Kabul
author: Ã…sne Seierstad
name: Elisa
average rating: 3.62
book published: 2002
rating: 3
read at: 2010/07/01
date added: 2015/07/14
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Gli indifferenti 67201 Gli indifferenti è il primo romanzo scritto da Moravia appena diciottenne e pubblicato nel 1929. Tema principale del libro è la rappresentazione della borghesia nel momento della decadenza nel passaggio da un'epoca all'altra, con tutti i suoi più grandi difetti: la superficialità, le ipocrisie e il suo clima di costante menzogna. Chi vive in questa società, come i protagonisti del romanzo, sono perciò "indifferenti" di fronte alla vita, sono degli inetti incapaci di agire ma solo in grado di subire passivamente ciò che gli accade, dei deboli e degli impotenti che non sanno provare delle passioni vere (per questo accostabili ai personaggi di Svevo e Pirandello). La struttura del romanzo richiama quella di una pièce teatrale; le vicende si svolgono in due soli giorni e sempre in interni borghesi che si alternano, descritti in modo preciso per rispecchiare la vita di chi li occupa, poiché la priorità di Moravia è la rappresentazione psicologica dei protagonisti. Il linguaggio è semplice ed essenziale volto a rendere in maniera realistica i pensieri dei personaggi e gli ambienti in cui si muovono]]> 289 Alberto Moravia 8845246248 Elisa 1 3.76 1929 Gli indifferenti
author: Alberto Moravia
name: Elisa
average rating: 3.76
book published: 1929
rating: 1
read at: 2009/08/01
date added: 2015/06/30
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Venuto al mondo 6202353 il fotografo di pozzanghere.
Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi, giovani sprovveduti, invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri.
Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una Guerra che mentre uccide procrea.
In questo grande affresco di tenebra e luce, in questo romanzo intimo e sociale, le voci di quei ragazzi si accordano e si frantumano nel continuo rimando tra il ventre di Gemma e il ventre della città dilaniata. Ma l'avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché Margaret Mazzantini ha scritto un coraggioso romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra.
La pace è l'aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L'assedio di Sarajevo diventa l'assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dal calcio della Storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Il cammino intimo di un uomo e di una donna verso un figlio, il loro viaggio di iniziazione alla paternità e alla maternità diventa un travaglio epico, una favola dura come l'ingiustizia, luminosa come un miracolo.
Dopo Non ti muovere, con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola. Una catarsi che dimostra come attraverso tutto il male della Storia possa erompere lo stupore smagato, sereno, di un nuovo principio.
Una specie di avvento che ha il volto mobile, le membra lunghe e ancora sgraziate, l'ombrosità e gli slanci di un figlio di oggi chiamato Pietro.]]>
540 Margaret Mazzantini 8804573708 Elisa 5 4.36 2008 Venuto al mondo
author: Margaret Mazzantini
name: Elisa
average rating: 4.36
book published: 2008
rating: 5
read at: 2011/08/01
date added: 2015/03/28
shelves:
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Il sentiero dei nidi di ragno 3738515 162 Italo Calvino Elisa 4 ]]> 3.78 1947 Il sentiero dei nidi di ragno
author: Italo Calvino
name: Elisa
average rating: 3.78
book published: 1947
rating: 4
read at: 2006/06/01
date added: 2014/12/02
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Il protagonista della storia è Pin, un bimbo che soffre perché non si sente amato: la mamma è morta, il padre si è fatto una nuova famiglia e la sorella, prostituta, è assente. Finge di essere grande, ma i grandi lo tengono fuori dai loro discorsi e lui non li capisce: non capisce perché hanno voglia di uccidere e di amare, perché cambiano idea continuamente. Pin è un bambino di Carrugio Lungo cui piace stare coi grandi, che prende in giro e fa ridere. Da loro sente nominare strane parole, come "gap" e "sim", che lui finge di conoscere, ma di cui in realtà ignora il significato. Per una di quelle strane parole i suoi amici dell'osteria gli fanno rubare la pistola del tedesco di sua sorella. Per quella pistola, che Pin nasconde nel sentiero dei nidi di ragno, un luogo per gli altri sconosciuto, viene arrestato, ma riesce ad evadere con Lupo Rosso. Rimasto solo, Pin torna dai nidi di ragno e piange perché, come ogni bambino, ha paura. È così che incontra il Cugino, che lo prende semplicemente per mano portandolo con sé, in un comando partigiano. Qui la storia importante dei libri si intreccia con le vicende di Pin, con il suo desiderio di essere grande, con la sua voglia di avere un amico cui poter far vedere il sentiero dei nidi di ragno, che solo lui conosce. Trova quest'amico solo nel Cugino, che tuttavia è un uomo e come tale ha quei vizi che Pin, bambino non può capire.

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Figuracce 22677390 280 Niccolò Ammaniti 8806220519 Elisa 1 2.38 2014 Figuracce
author: Niccolò Ammaniti
name: Elisa
average rating: 2.38
book published: 2014
rating: 1
read at: 2014/11/22
date added: 2014/11/22
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<![CDATA[Se questo è un uomo - La tregua]]> 56923 Se questo è un uomo nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradutto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa. Se questo è un uomo è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche.
Levi, ne La tregua, ha voluto raccontare anche il lungo viaggio di ritorno attraverso l'Europa dai campi di sterminio: una narrazione che contempera il senso di una libertà ritrovata con i segni lasciati dagli orrori sofferti.]]>
362 Primo Levi 8806116053 Elisa 5 4.51 1987 Se questo è un uomo - La tregua
author: Primo Levi
name: Elisa
average rating: 4.51
book published: 1987
rating: 5
read at: 2002/04/01
date added: 2014/11/10
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22/11/'63 16101941 768 Stephen King 8866215074 Elisa 0 currently-reading 4.35 2011 22/11/'63
author: Stephen King
name: Elisa
average rating: 4.35
book published: 2011
rating: 0
read at: 2014/10/13
date added: 2014/11/10
shelves: currently-reading
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Arrivano i pagliacci 23175741 Arrivano i pagliacci quattordici anni fa: avevo ventidue anni, ero alla ricerca pazza di non sapevo neanche io che cosa e quello che scrivevo lo era con me. Quando si fa così il rischio è quello di dare voce a un'urgenza, anziché riflettere bene per dare urgenza a una voce. E forse l'ho corso.» Così scrive nella Nota che chiude questo romanzo Chiara Gamberale, che su quel testo giovanile ha rilavorato con passione e che è davvero una scrittrice intrepida: capace, ogni volta che crea un personaggio, di lasciarsene possedere, e di restituircene poi la voce con un timbro autentico, urgente - appunto - come una domanda che ci riguarda da vicino. Allegra Lunare è proprio così: nel raccontare di sé finisce per porre domande su di noi. Domande vive, che scorticano le apparenze e guardano oltre la superficie: domande rischiose, ma senza correre questo pericolo non c'è vita, e non ci sarebbe letteratura.]]> 216 Chiara Gamberale 8804646608 Elisa 3 3.53 2002 Arrivano i pagliacci
author: Chiara Gamberale
name: Elisa
average rating: 3.53
book published: 2002
rating: 3
read at: 2014/11/01
date added: 2014/11/01
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<![CDATA[Momenti di trascurabile felicità]]> 9679615 134 Francesco Piccolo 880620551X Elisa 3 3.35 2010 Momenti di trascurabile felicità
author: Francesco Piccolo
name: Elisa
average rating: 3.35
book published: 2010
rating: 3
read at: 2014/10/27
date added: 2014/10/29
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Il nome della rosa 10522
Guglielmo da Baskerville, monaco francescano, ex-inquisitore e consigliere dell’Imperatore, si reca insieme al giovane benedettino nonché voce narrante Adso da Melk, in un’abbazia allo scopo di partecipare ad un’importante riunione che vede contrapposti i francescani, fautori della povertà del Cristo, e la delegazione papale. Questo incontro era stato organizzato allo scopo di permettere alle due parti di trovare un accordo.
L’abbazia vive ore tormentate. Subito dopo il loro arrivo, l’Abate chiede a Guglielmo di indagare sulle cause della morte violenta di uno dei suoi conventuali. In effetti durante la notte, Adelmo da Otranto, un giovane monaco, è caduto dall’edificio, un’imponente costruzione nella quale si trovano sia il refettorio che l’immensa biblioteca dell’abbazia.
Nonostante la libertà di movimento concessa all’ex inquisitore, si susseguono altre morti e tutte sembrano ruotare intorno alla biblioteca e ad un misterioso manoscritto. Questa biblioteca, tra le più grandi della cristianità, è costruita come un labirinto, un luogo segreto, allo scopo di proteggerla dagli intrusi. Non è concesso loro di visitarla: solo lo scriptorium è accessibile. La situazione è complicata dall’imminente convegno e dalla scoperta di due eretici della setta dei Dolciniani, rifugiati presso l’Ordine dei Benedettini. In questa atmosfera inquietante, Guglielmo e Adso si avvicinano sempre più alla verità, fino a scoprire il misterioso manoscritto…]]>
533 Umberto Eco 8845246345 Elisa 2 4.24 1980 Il nome della rosa
author: Umberto Eco
name: Elisa
average rating: 4.24
book published: 1980
rating: 2
read at: 2006/07/01
date added: 2014/10/26
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<![CDATA[12 anni schiavo: La straordinaria storia vera di Solomon Northup]]> 20986071 In queste memorie, pubblicate per la prima volta nel 1853, troviamo tutta la sua storia: mentre si trovava a Washington con due sconosciuti che gli avevano proposto un ingaggio come violinista, venne assalito nel cuore della notte, drogato, legato e trascinato al mercato degli schiavi. Lì fu subito minacciato: se avesse rivelato di essere nato libero, sarebbe stato ucciso. Iniziarono così dodici anni di schiavitù, di violenze, brutalità e sofferenze senza fine. Solomon capì che gli schiavi valevano meno del bestiame: potevano essere picchiati, costretti a lavori massacranti, potevano morire nella completa indifferenza. Lui stesso venne assalito con un’ascia, minacciato di morte, fu costretto a uccidere per salvarsi. Poté vivere sulla sua pelle una delle pagine più nere della storia d’America, la piaga nascosta dietro la splendente vetrina del Paese che cresceva e abbatteva ogni confine. Poi, al culmine della disperazione, Northup incontrò un bianco completamente diverso dagli altri. A lui Solomon affidò una lettera indirizzata a sua moglie e da quel momento tutto cambiò.]]> 288 Solomon Northup 8854160628 Elisa 3 3.86 1853 12 anni schiavo: La straordinaria storia vera di Solomon Northup
author: Solomon Northup
name: Elisa
average rating: 3.86
book published: 1853
rating: 3
read at: 2014/10/13
date added: 2014/10/13
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La briscola in cinque 9076862 Book by Malvaldi, Marco 184 Marco Malvaldi 8838922195 Elisa 3 3.74 2007 La briscola in cinque
author: Marco Malvaldi
name: Elisa
average rating: 3.74
book published: 2007
rating: 3
read at: 2014/10/11
date added: 2014/10/12
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<![CDATA[Il desiderio di essere come tutti]]> 18746647 Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni.
Francesco Piccolo ha scritto un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. «Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla».]]>
272 Francesco Piccolo 8806194569 Elisa 4 3.69 2013 Il desiderio di essere come tutti
author: Francesco Piccolo
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 2013
rating: 4
read at: 2014/10/03
date added: 2014/10/04
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Nessuno sa di noi 17257204 Nessuno sa di noi è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Quale è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola.]]> 256 Simona Sparaco 8809778049 Elisa 5 3.93 2013 Nessuno sa di noi
author: Simona Sparaco
name: Elisa
average rating: 3.93
book published: 2013
rating: 5
read at: 2014/09/12
date added: 2014/09/14
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<![CDATA[Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs]]> 13604012 464 Fannie Flagg 8817031879 Elisa 5 3.91 1998 Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs
author: Fannie Flagg
name: Elisa
average rating: 3.91
book published: 1998
rating: 5
read at: 2014/08/27
date added: 2014/09/12
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La trama è trita e ritrita, c'è la solita donna bellissima e in carrierissima che è restìa all'amore e a lasciarsi andare alla sua reale natura, fino a che un giorno realizza di essere qualcosa di diverso da quello che ha creduto di essere per trent'anni e cambia. E torna alle origini. E toglie gli abiti coi lustrini. E si innamora. Dicevo, insomma, che la trama è molto usata, ma questo non fa del romanzo della Flagg una lettura noiosa e banale, tutt'altro. Non è banale anche solo per il tema del razzismo. Io non avevo mai sentito parlare di negri bianchi ed ecco che questo romanzo mi ha fatto scoprire la loro presenza. Mi ha fatto scoprire che negri non erano solo quelli dalla pelle scura, ma anche quelli che la pelle ce l'avevano chiara, ma nel loro sangue avevano una goccia di sangue negro, magari appartenuto a un bisnonno, per dire. Ed ecco che quell'unica, piccolissima, goccia di sangue "sbagliato" riesce a provocare sofferenze a più di una generazione di discendenti. C'è quella goccia di sangue negro all'origine di tutte le peripezie del romanzo. - See more at:
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Io sono di legno 9673660 140 Giulia Carcasi 8807701820 Elisa 3 3.62 2007 Io sono di legno
author: Giulia Carcasi
name: Elisa
average rating: 3.62
book published: 2007
rating: 3
read at: 2014/07/20
date added: 2014/09/12
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Di Giulia Carcasi ho letto migliaia di citazioni in giro su internet, soprattutto su Tumblr, citazioni davvero bellissime nella maggior parte dei casi. Un suo libro intero non l'avevo mai letto prima di questo. Al momento penso che siano più belle le singole frasi pescate qua e là della storia nell'insieme. In ogni caso questa è stata una piacevole lettura estiva, forse d'inverno mi avrebbe fatto un altro effetto. - See more at:
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Il ragazzo selvatico 18003891 La storia vera di una fuga e di un viaggio per ritrovare se stessi, per fare i conti con il passato, una lotta a mani nude contro il dolore. Un libro forte e commovente da una delle migliori voci della narrativa italiana.]]> 104 Paolo Cognetti 8861892353 Elisa 4
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3.83 2013 Il ragazzo selvatico
author: Paolo Cognetti
name: Elisa
average rating: 3.83
book published: 2013
rating: 4
read at: 2014/07/01
date added: 2014/09/12
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C'è la solitudine, la libertà. C'è la paura, c'è il tentativo di districarsi tra la nebbia di un futuro incerto. C'è la semplicità dei lavori manuali, le legne da spaccare, l'orto da preparare, le mucche da mungere. Un ritorno al passato per riuscire a rivedere il proprio futuro.

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Talking It Over 830526
Until everything goes wrong.

When it does, Gillian, Stuart and Oliver decide that it's time to talk it all over. Because although they'd all agree that the orderliness of their lives has suddenly mutated into chaos - the alarming fluctuations of love being the chief culprit - that's about all they'd agree on ("One bit of information and people are immediately off into their theories," says Stuart, a bit pedantically). And each of them is determined to be heard.

What we hear are three wonderfully realized voices telling three wildly different versions of one story - presenting the protean facts of disintegrating and escalating affections, laying blame, taking blame, talking about themselves, about each other, across each other, behind each other's backs, all in an attempt to get at the endlessly elusive truth. And what they reveal is the sometimes hilarious, sometimes heartrending process of selective memory that deeply colors the (more or less) fine art of eyewitnessing.

Once again, the brilliant author of "Flaubert's Parrot", "Staring at the Sun" and "A History of the World in 10-and-1/2 Chapters" gives us a dazzling work of imagination: witty, wry, playful and, in the end, honed to a razor-sharp emotional edge.]]>
275 Julian Barnes 0679736875 Elisa 2 3.73 1991 Talking It Over
author: Julian Barnes
name: Elisa
average rating: 3.73
book published: 1991
rating: 2
read at: 2014/05/24
date added: 2014/09/12
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Amore, ecc. non mi ha entusiasmata. È andato dritto dritto a infoltire quella schiera di libri mediamente leggibili, che non disprezzo e che non amo. - See more at:
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<![CDATA[Nuovo dizionario delle cose perdute]]> 20819387 Dizionario delle cose perdute, Francesco Guccini non può fare un passo, per strada, senza che qualcuno lo fermi per suggerirgli con entusiasmo e commozione qualche oggetto "del tempo andato" che merita di essere ripescato dal veloce oblio dei nostri anni e celebrato dalla sua penna.
Dall'idrolitina ai calendarietti profumati dei barbieri, dal temibile gioco del Traforo alle cabine telefoniche, dal deflettore all'autoradio passando per i "luoghi comodi" e i vespasiani, le letterine di Natale piene di buoni propositi da mettere sotto il piatto del babbo, le osterie (quelle vere, senza la H davanti per darsi un tono) e molto altro, Guccini torna a scavare nel passato che ha vissuto in prima persona per riportarcelo intatto e pieno di sapore.
E con questo suo catalogo delle cose perdute dà vita a un personalissimo genere letterario nel quale l'estro del cantautore - capace di condensare in poche strofe un universo intero di emozioni -, la sua passione storica e filologica e la sua vena poetica trovano sintesi piena: regalandoci pagine in cui ogni oggetto, ogni situazione, suscita intorno a sé un intero mondo, sempre illuminato dalla luce di un'insuperabile ironia.]]>
152 Francesco Guccini 8804634405 Elisa 2 - See more at: ]]> 3.37 2014 Nuovo dizionario delle cose perdute
author: Francesco Guccini
name: Elisa
average rating: 3.37
book published: 2014
rating: 2
read at: 2014/05/16
date added: 2014/09/12
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Leggendo il libro, oltre che a mio nonno, ho pensato anche che io stessa potrei già scriverlo un elenco piuttosto lungo di cose che non si vedono più oggi. Ad esempio ho ancora il mio walkman azzurro, in un cassetto, c'andavo via matta e l'avevo comprato mettendo via non so quante paghette. E adesso è una cosa perduta. Perduta come le canzoni che mia sorella mi aveva insegnato a registrare direttamente dallo stereo. Perduta come quel cellulare grandissimo che mi sembrava una cosa incredibile e invece sapeva solo telefonare, sappiamo bene che oggi è l'ultima cosa che un telefono deve saper fare.
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La foresta dei girasoli 7860876 389 Torey L. Hayden 8863800286 Elisa 5 3.61 1984 La foresta dei girasoli
author: Torey L. Hayden
name: Elisa
average rating: 3.61
book published: 1984
rating: 5
read at: 2014/05/13
date added: 2014/09/12
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Ho trovato davvero emozionante questa storia. Cruda, dolorosa, stritolante. Come i girasoli con il sole, io non riuscivo a staccare gli occhi da quelle pagine. Avrei voluto leggere, leggere, leggere...tutto il giorno, sempre. Per conoscere la fine. Per sapere se l'amore sarebbe bastato a tamponare quel dolore silenzioso e perenne di Mara. Per capire che genere di donna sarebbe diventata Lesley, appena maggiorenne, quasi diplomata, troppo responsabile per la sua età. Per scoprire la bellezza del Galles coi i suoi occhi. Per sognare foreste di girasoli e, perché no, anche foreste di rododendri. Ché io non sapevo nemmeno esistessero, le foreste di rododendri selvatici. - See more at:
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Nemico, amico, amante... 6747370 315 Alice Munro 8806174681 Elisa 5 Non sono un'appassionata di racconti, solo negli ultimi mesi ho iniziato a frequentare un po' il genere, tra Paolo Cognetti, Stephen King e Gianrico Carofiglio. Niente di paragonabile alla bellezza, all'eleganza, agli intrecci dei racconti di Alice Munro, d'altra parte ci sarà pure un perché se ha vinto il Premio Nobel, no?
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3.81 2001 Nemico, amico, amante...
author: Alice Munro
name: Elisa
average rating: 3.81
book published: 2001
rating: 5
read at: 2014/04/27
date added: 2014/09/12
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e Alice Munro non avesse vinto il Premio Nobel per la Letteratura quest'anno, probabilmente non avrei mai letto questo libro. Be', sarebbe stato proprio un peccato.
Non sono un'appassionata di racconti, solo negli ultimi mesi ho iniziato a frequentare un po' il genere, tra Paolo Cognetti, Stephen King e Gianrico Carofiglio. Niente di paragonabile alla bellezza, all'eleganza, agli intrecci dei racconti di Alice Munro, d'altra parte ci sarà pure un perché se ha vinto il Premio Nobel, no?
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Il senso di una fine 14750086 Il percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosí riflessione sulla fallacia della storia, «quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione», secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo?
Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna di reminiscenze inaffidabili, ipotesi errate e parole d'ordine ribadite; di fatti, nomi e immagini giustapposti a intuizioni filosofiche e rivelazioni poetiche; di un corpus di parole interne al testo - lettere, e-mail, pagine di diario - ed esterne a esso, nella forma di rimandi espliciti o piú spesso impliciti al sapere che puntella l'assunto ideale del romanzo: da Stefan Zweig a Philip Larkin (il «poe-ta» senza nome cui il narratore piú volte si richiama), dall'immaginario Patrick Lagrange al Flaubert di Madame Bovary (significativamente citato nel modo quasi-esatto che la memoria consente) fino a Frank Kermode, con il cui testo chiave questo romanzo condivide il titolo, l'insistenza sul ruolo del tempo e il proposito di «dare un senso al modo in cui diamo un senso al mondo».
Tempo e memoria. Con quelli si entra nel libro, attraverso la lista di flashback che il tempo ha cristallizzato in immagini. La memoria di Tony Webster predilige ricordi d'acqua, nel cui fluire controcorrente passa il racconto della sua sommersa inquietudine.]]>
160 Julian Barnes 8806211560 Elisa 4 3.57 2011 Il senso di una fine
author: Julian Barnes
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 2011
rating: 4
read at: 2014/03/27
date added: 2014/09/12
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Un libro piccolo (150 pagine) e un protagonista, Tony Webster, del tutto normale. Davvero, normalissimo. Se qualcuno mi chiedesse una sua caratteristica speciale alzerei le spalle e scuoterei la testa: non ne ha. Sì, al liceo si perdeva in discorsi filosofici, ma chi non lo ha fatto in fondo? Chi non si è mai trovato a discutere su chissà quali massimi sistemi, parlando a ruota libera, un po' a sensazione, con un po' di conoscenza e una certa dose di presunzione? Parafrasando un pensiero di Tony: a che serve essere giovani se non si è presuntuosi? - See more at:
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Lady Susan 17562933 La città di provincia, le chiacchiere dei salotti, le ferree regole dell’universo piccolo-borghese: in questa breve opera gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. L’autrice inglese ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti (arguzia, bon ton, ironia), gli aspetti più retrogradi, rivelandosi donna di spirito e femminista ante litteram.]]> 125 Jane Austen 8854151521 Elisa 4
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3.57 1871 Lady Susan
author: Jane Austen
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 1871
rating: 4
read at: 2014/03/08
date added: 2014/09/12
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Il romanzo è scritto in forma epistolare. A parte la conclusione, sono riportate 41 lettere scritte e ricevute da tutti i personaggi della storia: Lady Susan, Mrs Johnson (la degna amica), Mr Vernon (il cognato), Mrs Vernon (la cognata), Frederica (la figlia), Lady De Courcy (la madre di Mrs Vernon), Mr De Courcy (il fratello di Mrs Vernon), Sir Reginald (il padre di Mrs Vernon). Tutto si svolge in un centinaio di pagine che si leggono in poche ore, con molti sorrisi. Una lettura breve, ma molto piacevole, che consiglio.

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Splendore 18857872 Avremo mai il coraggio di essere noi stessi? si chiedono i protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi, due uomini, due incredibili destini. Uno eclettico e inquieto, l’altro sofferto e carnale. Una identità frammentata da ricomporre, come le tessere di un mosaico lanciato nel vuoto. Un legame assoluto che s’impone, violento e creativo, insieme al sollevarsi della propria natura. Un filo d’acciaio teso sul precipizio di una intera esistenza.
I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l’amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio. L’iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita, l’infanzia, l’adolescenza, il ratto dell’età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. E ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per quell’età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme.
La voce narrante del protagonista ha la limpidezza poetica, l’ingenua epicità dei grandi inetti della letteratura, s’impenna funambolica, s’immerge tragica e gioiosa nelle mille insenature di questo romanzo che è insieme classico e sperimentale. Un romanzo che cambia forma come cambia forma l’amore. Scortica pregiudizi, ci espone alla vertigine, ci libera. Ha la solitudine, l’audacia, la virulenza malinconica di tutti gli amori non perdonati, che inseguono l’illusione di uno splendore possibile. Un romanzo che non somiglia a nessun romanzo, perché una storia d’amore non somiglia a nessun’altra storia d’amore.
Ma la storia di Guido e Costantino è anche un viaggio attraverso i molti modi della letteratura, un caleidoscopio di suggestioni che attraversa l’archeologia e la contemporaneità... una Roma ventriloqua, lacustre, gli echi della mitologia greca, e una Londra turbìna di stravaganze. Osa addentrarsi nelle pieghe più scomode dell’amore, che sovrasta gli uomini stessi che lo provano, quello che gli artisti da sempre cercano di catturare perché trova nella propria bellezza la ragione di esistere, al di sopra di ogni giudizio.
Margaret Mazzantini ci affida un romanzo ipnotico, dotato di una luce che ti fucila alle spalle, che avanza con l’urgenza folle e anticonformista di un narratore che rivendica il diritto di trasformare la vergogna in bellezza. Il diritto della letteratura, quello di risvegliarci lasciandoci nello stupore di un fragoroso sogno.
Perché il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.]]>
312 Margaret Mazzantini 8804638087 Elisa 4 3.79 2013 Splendore
author: Margaret Mazzantini
name: Elisa
average rating: 3.79
book published: 2013
rating: 4
read at: 2014/02/10
date added: 2014/09/12
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Sinceramente non so se ci sia splendore in quest’ultimo romanzo, forse sì, a intermittenza. Va e viene, come le onde del mare protagonista dei momenti più importanti, come la vita, come l’amore. C’� all’inizio per me, si riaffaccia alla fine, nonostante avrei preferito una fine diversa. La parte centrale mi ha un po� annoiata, da un lato forse l’ho trovata troppo introspettiva, ma dall'altro credo che la riflessione, il baratro, siano propedeutici per uno splendore futuro o per arrivare alla consapevolezza che uno splendore, nel passato, forse c’� stato. - See more at:
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L'arte di essere felici 17566154 È la felicità il tema del De vita beata, un mirabile vademecum del pensiero di Seneca. In questo dialogo, dedicato al fratello Anneo Novato, il filosofo latino mostra che solo il saggio può raggiungerla. Distaccandosi dalle passioni terrene, egli diventa imperturbabile, al punto da non temere neanche la morte. Certo, è una strada difficile e piena di ostacoli, ma non impraticabile. Perché non nel piacere, che è meschino, servile, debole e caduco, ma nella virtù risiede la sola vera felicità.]]> 128 Seneca 8854151432 Elisa 3 3.76 55 L'arte di essere felici
author: Seneca
name: Elisa
average rating: 3.76
book published: 55
rating: 3
read at: 2014/06/29
date added: 2014/06/30
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Il catino di zinco 1787709 144 Margaret Mazzantini 8831763946 Elisa 3 3.07 1994 Il catino di zinco
author: Margaret Mazzantini
name: Elisa
average rating: 3.07
book published: 1994
rating: 3
read at: 2014/06/28
date added: 2014/06/30
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Anna Karenina 3685041
"In Anna Karenina è rappresentata la colpa come ostacolo, anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità. Accanto ad Anna e a Vronskij, che non possono essere felici insieme, vediamo come Levin e Kitty ottengono in fondo con facilità, nonostante qualche dibattito interiore, quello che è negato agli altri due: ma Kitty ha saputo dimenticare Vronskij e, rinunciando a lui, rinunciare agli ideali poetici, ricchi di fascino e di bellezza esteriore, ricchi di pregi mondani, della sua giovinezza. Rinunciando a questi ideali, Kitty scopre che la realtà usuale e consueta, lungi dall'essere meschina e squallida, è assai preziosa e bella. È questa la storia di molti personaggi di Tolstoj". Natalia Ginzburg]]>
887 Leo Tolstoy 880617570X Elisa 4 4.32 1878 Anna Karenina
author: Leo Tolstoy
name: Elisa
average rating: 4.32
book published: 1878
rating: 4
read at: 2014/05/04
date added: 2014/05/06
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Perdersi e ritrovarsi 19007519 36 Jamie Ford 8811139104 Elisa 2 3.14 2013 Perdersi e ritrovarsi
author: Jamie Ford
name: Elisa
average rating: 3.14
book published: 2013
rating: 2
read at: 2013/09/01
date added: 2014/04/23
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<![CDATA[Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare]]> 1648132 127 Luis Sepúlveda 887782512X Elisa 5 Zorba, dopo lo schifo iniziale, prova a ripulirla, leccandole le piume, ma Kengah sa che non servirà a niente, sa che morirà comunque, perché la maledizione dei mari non perdona. Dice a Zorba che con le poche forze che le rimangono ha intenzione di provare a deporre il primo, e ultimo, uovo della sua vita. Prima di farlo però strappa a Zorba tre promesse: non mangerà l'uovo, se ne prenderà cura finché non nascerà la gabbianella e poi le insegnerà a volare.
Zorba promette frettolosamente, poi va alla ricerca di aiuto. Riunisce i suoi amici, gatti del porto come lui: Colonello, Segretario, Diderot. È quest'ultimo che, consultando l'enciclopedia, scopre che il petrolio può essere smacchiato solo con la benzina. Dopo che Segretario ha intinto la sua coda nella benzina i gatti del porto tornano a casa di Zorba, dove però Kengah è già morta. Mentre le chiudono le ali Zorba si accorge che è riuscita davvero a deporre l'uovo. A quel punto è costretto a confessare le sue promesse e tutti, a loro volta, promettono di aiutarlo, perché la promessa di Zorba impegna di fatto tutti i gatti del porto.
Zorba si trasforma in una chioccia, per venti giorni cova quell'uovo di gabbiano come fosse un tesoro, lo cova fin quando sente beccare e vede uscire una gabbianella che lo scambia per la sua mamma. Dovrà accudirla, nutrirla, difenderla dai topi dai gatti del palazzo di fronte che la vedono come un ottimo spuntino. Soprattutto dovrà insegnarle a spiccare il volo.
E sull'orlo del baratro, quel volo Fortunata saprà spiccarlo, perché è così che funziona: vola solo chi osa farlo e certo non al primo tentativo.]]>
4.29 1996 Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
author: Luis Sepúlveda
name: Elisa
average rating: 4.29
book published: 1996
rating: 5
read at: 2012/04/01
date added: 2014/04/13
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Zorba è un gatto ciccione, grande e grosso, sarebbe tutto nero se non avesse una macchia bianca sul collo. Vive ad Amburgo, in una famiglia affettuosa dove c'è anche un bambino che lo riempie di attenzioni. Si sta già pregustando il totale relax che lo avvolgerà mentre la sua famiglia sarà in vacanza, quando, all'improvviso, piomba sul balcone di casa sua un oggetto inizialmente non identificato. È una cosa tutta nera e puzzolente, una cosa che parla e vola, è Kengah, una gabbiana finita ad Amburgo perché stava migrando insieme ai suoi simili alla ricerca di cibo. Sorvolando il mare il suo gruppo si era imbattuto in un banco di squisite aringhe, così Kengah, insieme agli altri, si era immersa per acchiapparle, mentre era sott'acqua gli altri gabbiani si erano accorti del pericolo ed erano volati via, ma Kengah no, così quando emerse dal mare si trovò tutta appiccicata e al buio. Aveva capito subito di che cosa si trattava: la maledizione dei mari, un'onda di petrolio. In qualche angolo remoto di sé, la giovane gabbiana era riuscita a trovare la forza per alzarsi in volo, per un'ultima volta. Quel volo scomposto e disordinato la fa atterrare proprio sul balcone di Zorba, casualmente.
Zorba, dopo lo schifo iniziale, prova a ripulirla, leccandole le piume, ma Kengah sa che non servirà a niente, sa che morirà comunque, perché la maledizione dei mari non perdona. Dice a Zorba che con le poche forze che le rimangono ha intenzione di provare a deporre il primo, e ultimo, uovo della sua vita. Prima di farlo però strappa a Zorba tre promesse: non mangerà l'uovo, se ne prenderà cura finché non nascerà la gabbianella e poi le insegnerà a volare.
Zorba promette frettolosamente, poi va alla ricerca di aiuto. Riunisce i suoi amici, gatti del porto come lui: Colonello, Segretario, Diderot. È quest'ultimo che, consultando l'enciclopedia, scopre che il petrolio può essere smacchiato solo con la benzina. Dopo che Segretario ha intinto la sua coda nella benzina i gatti del porto tornano a casa di Zorba, dove però Kengah è già morta. Mentre le chiudono le ali Zorba si accorge che è riuscita davvero a deporre l'uovo. A quel punto è costretto a confessare le sue promesse e tutti, a loro volta, promettono di aiutarlo, perché la promessa di Zorba impegna di fatto tutti i gatti del porto.
Zorba si trasforma in una chioccia, per venti giorni cova quell'uovo di gabbiano come fosse un tesoro, lo cova fin quando sente beccare e vede uscire una gabbianella che lo scambia per la sua mamma. Dovrà accudirla, nutrirla, difenderla dai topi dai gatti del palazzo di fronte che la vedono come un ottimo spuntino. Soprattutto dovrà insegnarle a spiccare il volo.
E sull'orlo del baratro, quel volo Fortunata saprà spiccarlo, perché è così che funziona: vola solo chi osa farlo e certo non al primo tentativo.
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Il peso della farfalla 7417790
"Sotto il tetto di rami alzava il muso di notte verso l'alto del cielo, un ghiaione di sassi illuminati. A occhi larghi e respiro fumante fissava le costellazioni, in cui gli uomini stravedono figure di animali, l'aquila, l'orsa, lo scorpione, il toro."]]>
70 Erri De Luca 8807017938 Elisa 3 3.55 2009 Il peso della farfalla
author: Erri De Luca
name: Elisa
average rating: 3.55
book published: 2009
rating: 3
read at: 2014/01/22
date added: 2014/02/06
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Notte in treno 11813104 35 Irène Némirovsky 8862260164 Elisa 5 3.74 1939 Notte in treno
author: Irène Némirovsky
name: Elisa
average rating: 3.74
book published: 1939
rating: 5
read at: 2014/02/04
date added: 2014/02/06
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Una stanza tutta per sé 17999566 Una stanza tutta per sé è un trattato ironico, immaginifico, personalissimo e vario, che riesce a unire l’analisi sociale e la satira. Il leitmotiv della stanza, grembo e prigione dell’anima femminile, si allarga fino a comprendere tutti i luoghi della dimora umana: la natura, la cultura, la storia e infine la “realtà� stessa nella sua inquietante ma esaltante molteplicità. L’autrice demolisce la società patriarcale, bussa con forza alle porte del mondo della cultura, fino a quel momento di esclusivo appannaggio maschile, pretende di farvi irruzione, chiede che non ci siano più limiti e divieti per il pensiero delle donne.]]> 126 Virginia Woolf 8854152633 Elisa 4 4.20 1929 Una stanza tutta per sé
author: Virginia Woolf
name: Elisa
average rating: 4.20
book published: 1929
rating: 4
read at: 2013/10/01
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<![CDATA[La gioia di scrivere. Tutte le poesie 1945-2009]]> 9712751 774 Wisława Szymborska 8845924009 Elisa 0 currently-reading 4.57 2009 La gioia di scrivere. Tutte le poesie 1945-2009
author: Wisława Szymborska
name: Elisa
average rating: 4.57
book published: 2009
rating: 0
read at: 2014/01/10
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Per dieci minuti 18928560 192 Chiara Gamberale 8807030713 Elisa 4 3.34 2013 Per dieci minuti
author: Chiara Gamberale
name: Elisa
average rating: 3.34
book published: 2013
rating: 4
read at: 2014/01/01
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Cosa vuoi fare da grande 18930980 Guido Pennisi e Gianni Serra sono due bambini strani; nessuno sembra accorgersi di loro nella Scuola elementare Attilio Regolo di Milano. Figuriamoci il giorno più atteso dell’anno, il giorno in cui l’anonimo istituto si prepara ad accogliere il più famoso e ricco inventore del mondo, colui che ha dato alla luce il “futurometro�, una macchina destinata a cambiare il futuro dei ragazzi e il sistema dell’istruzione italiana. È tutto pronto nella palestra: festoni appesi, mamme in ghingheri, autorità tirate a lucido. Un’Italia da sempre provinciale è accalcata in quello stanzone, un Paese di adulti mancati pronti a lavarsi le mani del futuro dei loro pargoli con la benedizione della tecnica. La sfida finale alle fantasie infantili è cominciata, ma, forse, gli adulti non hanno fatto i conti con i terribili gemelli Smargotti della terza F.
Cosa vuoi fare da grande è un romanzo divertente e avventuroso in cui i sentimenti sono trattati con delicatezza e verità. Una storia che semina ironia e malinconia, lasciandoci alla fine, sbalorditi, di fronte alla domanda che non dovremmo mai smettere di porci.]]>
184 Ivan Baio 8861100554 Elisa 3 3.19 2013 Cosa vuoi fare da grande
author: Ivan Baio
name: Elisa
average rating: 3.19
book published: 2013
rating: 3
read at: 2014/01/01
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Mi riconosci 17566713 Mi riconosci è la storia di un’amicizia. Uno scrittore maturo e uno scrittore giovane hanno camminato in equilibrio sul filo di un’intesa trasognata e terrena. L’hanno fatto senza rete, tenendosi d’occhio. Insieme sono riusciti a guardare dentro il mistero delle parole. Per un tempo più o meno lungo sono stati amici, come possono esserlo uno scrittore maturo che ama l’impertinenza dei giovani e uno scrittore giovane più incline a proteggere che a essere protetto. Poi un giorno arriva la malattia, e la corda su cui camminavano comincia a tremare. È in quel momento, quando il filo lascia cadere il più vecchio, che il giovane comincia a raccontare. Perché solo raccontando dell’altro � del suo funambolismo, e della sua caduta � può sperare di non perdere l’equilibrio. Mi riconosci è un ballo intorno all’abisso delle parole, del nonsenso, del sogno. È la storia della nostalgia di essere vivi che i due scrittori hanno condiviso, e che ora è colmata di gesti, di oggetti che prendono vita, di case che fanno i dispetti, di bambini che sanno scombinare le carte, di sorrisi irriverenti, sardonici, pieni di luce. Mi riconosci è l’omaggio, commovente e stupefatto, di Andrea Bajani alla memoria di Antonio Tabucchi.]]> 144 Andrea Bajani 8807019434 Elisa 4 3.79 2013 Mi riconosci
author: Andrea Bajani
name: Elisa
average rating: 3.79
book published: 2013
rating: 4
read at: 2014/01/01
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<![CDATA[Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza]]> 18807957 Un nuovo indimenticabile personaggio entra nella galleria del grande scrittore cileno. Un’altra storia memorabile che insegna a riscoprire il senso perduto del tempo.]]> 96 Luis Sepúlveda 8823505038 Elisa 3 3.73 2013 Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza
author: Luis Sepúlveda
name: Elisa
average rating: 3.73
book published: 2013
rating: 3
read at: 2013/12/01
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Non esiste saggezza 8611519 245 Gianrico Carofiglio 8817040703 Elisa 4 3.52 2010 Non esiste saggezza
author: Gianrico Carofiglio
name: Elisa
average rating: 3.52
book published: 2010
rating: 4
read at: 2013/12/01
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Gli sdraiati 18758671 112 Michele Serra 8807018349 Elisa 2 3.13 2013 Gli sdraiati
author: Michele Serra
name: Elisa
average rating: 3.13
book published: 2013
rating: 2
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Elogio del moralismo 13146813 93 Stefano Rodotà 8842098892 Elisa 4 3.71 2011 Elogio del moralismo
author: Stefano Rodotà
name: Elisa
average rating: 3.71
book published: 2011
rating: 4
read at: 2013/10/01
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Scacco a Dio 10529243 258 Roberto Vecchioni 8806198491 Elisa 4 4.02 2009 Scacco a Dio
author: Roberto Vecchioni
name: Elisa
average rating: 4.02
book published: 2009
rating: 4
read at: 2013/11/01
date added: 2014/01/22
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Marina Bellezza 18521496 Acciaio Silvia Avallone aveva anticipato la fine di un benessere che credevamo inesauribile, con questo romanzo ci dice che il destino non è già segnato e la vera rivoluzione sta nel rimanere, nel riappropriarci della nostra terra pezzo per pezzo, senza mai arretrare, perché anche se scalzi, furiosi e affamati, è certo che ce la faremo. Le regole del gioco sono cambiate quando i padri hanno divorato il futuro dei figli. Da oggi siamo tutti figli. Siamo tutti luci al neon e campi da arare. Siamo tutti Marina Bellezza.]]> 528 Silvia Avallone 8817069752 Elisa 4 3.34 2013 Marina Bellezza
author: Silvia Avallone
name: Elisa
average rating: 3.34
book published: 2013
rating: 4
read at: 2013/11/01
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Ti prego lasciati odiare 16906850 E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni� non passano mai basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi...]]> 320 Anna Premoli 8854148954 Elisa 1 3.80 2013 Ti prego lasciati odiare
author: Anna Premoli
name: Elisa
average rating: 3.80
book published: 2013
rating: 1
read at: 2013/10/01
date added: 2014/01/22
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Notte Buia, Niente Stelle 18187963 Tradotto per la prima volta da Wu Ming 1, King offre con queste storie folgoranti l'ennesima prova del suo incredibile talento narrativo.]]> 419 Stephen King 886061886X Elisa 3 4.29 2011 Notte Buia, Niente Stelle
author: Stephen King
name: Elisa
average rating: 4.29
book published: 2011
rating: 3
read at: 2013/09/01
date added: 2014/01/22
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Full Dark, No Stars 7912007
In “Big Driver,� a cozy-mystery writer named Tess encounters the stranger along a back road in Massachusetts when she takes a shortcut home after a book-club engagement. Violated and left for dead, Tess plots a revenge that will bring her face-to-face with another stranger: the one inside herself.

“Fair Extension,� the shortest of these tales, is perhaps the nastiest and certainly the funniest. Making a deal with the devil not only saves Dave Streeter from a fatal cancer but provides rich recompense for a lifetime of resentment.

When her husband of more than twenty years is away on one of his business trips, Darcy Anderson looks for batteries in the garage. Her toe knocks up against a box under a worktable and she discovers the stranger inside her husband. It's a horrifying discovery, rendered with bristling intensity, and it definitely ends a good marriage.

Like Different Seasons and Four Past Midnight, which generated such enduring films as The Shawshank Redemption and Stand By Me, Full Dark, No Stars proves Stephen King a master of the long story form.]]>
368 Stephen King 1439192561 Elisa 3 4.07 2011 Full Dark, No Stars
author: Stephen King
name: Elisa
average rating: 4.07
book published: 2011
rating: 3
read at:
date added: 2014/01/22
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Cate, io 17455064 216 Matteo Cellini 8864115447 Elisa 4 3.19 2013 Cate, io
author: Matteo Cellini
name: Elisa
average rating: 3.19
book published: 2013
rating: 4
read at: 2013/09/01
date added: 2014/01/22
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tWeBook 17725362 In questi giorni chi ama seguire le vicende del Twitter nostrano, e in particolare
di quel Twitter letterario che sempre più sta prendendo forma nelle Timeline
italiche, si sarà accorto del bellissimo esperimento narrativo nato sotto
l’hashtag #tWeBook. Un racconto a quattro mani, o dovremmo dire a
due tastiere, nato per caso e per gioco e i cui protagonisti sono Tito Faraci (@titofaraci) e Claudia Maria Bertola (@Angioletto9). Un racconto che mescola diversi generi e lascia spazio a colpi di scena e sorrisi. (David Foresi - )

Scarica gratuitamente il .pdf qui:
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100 Tito Faraci Elisa 4 3.75 2013 tWeBook
author: Tito Faraci
name: Elisa
average rating: 3.75
book published: 2013
rating: 4
read at: 2013/03/01
date added: 2014/01/22
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Il ballo 17564606 Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio. Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l’ingresso della famiglia nell'alta società parigina, è un sogno tanto per la madre, volgare e arcigna parvenue, quanto per la quattordicenne Antoinette, che però ne rimane esclusa. Con una scrittura precisa e senza fronzoli, Irène Némirovsky racconta la vendetta che Antoinette saprà prendersi.]]> 124 Irène Némirovsky 8854151459 Elisa 4 3.54 1930 Il ballo
author: Irène Némirovsky
name: Elisa
average rating: 3.54
book published: 1930
rating: 4
read at: 2013/05/29
date added: 2014/01/22
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Margherita Dolcevita 2102088 207 Stefano Benni 880701677X Elisa 2 3.72 2005 Margherita Dolcevita
author: Stefano Benni
name: Elisa
average rating: 3.72
book published: 2005
rating: 2
read at: 2013/05/21
date added: 2014/01/22
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Io prima di te 17207560 Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione.
A trentacinque anni, Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti.
E nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre.
Io prima di te è la storia di un incontro. L'incontro fra una ragazza che ha scelto di vivere in un mondo piccolo, sicuro, senza sorprese e senza rischi, e un uomo che ha conosciuto il successo, la ricchezza e la felicità, e all'improvviso li ha visti dissolversi, ritrovandosi inchiodato su una sedia a rotelle. Due persone profondamente diverse, che imparano a conoscersi senza però rinunciare a se stesse, insegnando l'una all'altra a mettersi in gioco.
Jojo Moyes ha scritto un romanzo con un incantevole sapore di verità e una leggerezza piena di sentimento, che tratta un tema difficile e doloroso con grande sensibilità e senza alcuna retorica. Profondo e divertente, commovente e sincero, Io prima di te conquista i lettori pagina dopo pagina portandoli a guardare la vita con gli occhi di Lou e Will, due personaggi tanto credibili quanto indimenticabili.]]>
391 Jojo Moyes 8804625368 Elisa 3 4.27 2012 Io prima di te
author: Jojo Moyes
name: Elisa
average rating: 4.27
book published: 2012
rating: 3
read at: 2013/06/13
date added: 2014/01/22
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Sofia si veste sempre di nero 16002872 Sofia si veste sempre di nero è la nuova prova narrativa di Paolo Cognetti, autore di Manuale per ragazze di successo e Una cosa piccola che sta per esplodere. Nei suoi racconti, cesellati con la finezza di Carver e Salinger, ha saputo rappresentare con sorprendente intensità l’universo femminile. Ed è ancora una donna la protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da dieci racconti autonomi che la accompagnano lungo trent’anni di storia: dall’infanzia in una famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da sotterranee tensioni, all’adolescenza tormentata da disturbi psicologici, alla liberatoria scoperta del sesso e della passione per il teatro, al momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura precisa e intensa, che nasconde dietro l’apparente semplicità una straordinaria potenza emotiva, Cognetti ci regala il ritratto di un personaggio femminile indimenticabile: una donna torbida e inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la propria strada. Un libro avvincente in cui ciascun lettore troverà momenti di bellezza e di dolore, di ansia e di riscatto, che riconoscerà di aver vissuto anche sulla sua stessa pelle.]]> 203 Paolo Cognetti 8875214409 Elisa 4 3.57 2012 Sofia si veste sempre di nero
author: Paolo Cognetti
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 2012
rating: 4
read at: 2013/07/21
date added: 2014/01/22
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Cincuenta sombras de Gregorio 17341860
Gregorio: Es el hombre que duerme a tu lado. El que ronca en la cama, se pasea por casa enfundado en una camiseta vieja y es un negado para detectar nuestras preocupaciones o para satisfacer nuestros deseos más íntimos. Gregorio es nuestro compañero-marido-amante, el alegre hombre corriente, plagado de defectos con el que nos encontramos cara a cara cuando dejamos de soñar con Grey. Imperfecto hasta decir basta, pero él tiene algo que nunca tendrá Grey: nos hace reír, nos divierte

50 razones por las que elegir a un hombre corriente por encima del apuesto Grey.]]>
128 Rossella Calabrò Elisa 1 2.59 2011 Cincuenta sombras de Gregorio
author: Rossella Calabrò
name: Elisa
average rating: 2.59
book published: 2011
rating: 1
read at: 2013/07/21
date added: 2014/01/22
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Cinquanta smagliature di Gina 16138733 110 Rossella Calabrò 8873397336 Elisa 1 2.90 2012 Cinquanta smagliature di Gina
author: Rossella Calabrò
name: Elisa
average rating: 2.90
book published: 2012
rating: 1
read at: 2013/07/23
date added: 2014/01/22
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Non ti muovere 9676516 300 Margaret Mazzantini 8804588608 Elisa 3 3.68 2001 Non ti muovere
author: Margaret Mazzantini
name: Elisa
average rating: 3.68
book published: 2001
rating: 3
read at: 2013/06/26
date added: 2014/01/22
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Mandami tanta vita 17672187 160 Paolo Di Paolo 8807019426 Elisa 5 3.32 2013 Mandami tanta vita
author: Paolo Di Paolo
name: Elisa
average rating: 3.32
book published: 2013
rating: 5
read at: 2013/06/20
date added: 2014/01/22
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Sulla strada 6613864 389 Jack Kerouac 8804555173 Elisa 1 Questa è la filosofia di Sal Paradise e Dean Moriarty, grandi amici che amano spassarsela senza alcun obiettivo o responsabilità. Sono beat e amano viaggiare, con ogni mezzo: dall'autostop all'autobus, fino a macchine trovate chissà come. Dean è l'anima del romanzo. Protagonista di varie storie d'amore, padre di più bambini di cui non si interessa, troppo preso ad inseguire i suoi sogni di sballo e libertà, è lui che decide dove andare, lui che guida, lui che lancia le idee. Sal è solo un passeggero, un giovane uomo troppo confuso e senza personalità, senza Dean sarebbe perduto, e lui lo sa.
Sal non sta bene in nessun posto, perché non sa quello che vuole, perciò continua ad andare avanti, on the road.
Tutto il romanzo descrive questo continuo andare avanti e indietro per le strade d'America, attraverso molte città, fino ad arrivare anche in Messico. Sal e Dean sono affamati di libertà, arte e creatività, cercano di fuggire dal conformismo del loro tempo attraverso le droghe e così il loro viaggio diventa anche un viaggio psichedelico, che non porta a niente.

Ho trovato lo stile di Kerouac noioso, molto noioso. Ho faticato ad andare avanti con la lettura, anche perché ogni capitolo sembrava che promettesse di trovare, nel capitolo successivo, un colpo di scena o qualcosa di davvero interessante, qualcosa di interessante che io non ho trovato fino alla fine. "Sulla strada" non mi è piaciuto. L'ho finito di leggere a giugno e adesso, dopo tre mesi, di tutti quei nomi di persone e città che Kerouac ha elencato ne sono rimasti pochi nella mia testa.
Soprattutto all'inizio era un continuo nominare città statunitensi che non avevo proprio idea di dove fossero, per non parlare poi di quante persone incontrano Sal (alter ego dell'autore del romanzo) e Dean (pseudonimo di Neal Cassady) nel loro percorso. Un'infinità.]]>
3.39 1957 Sulla strada
author: Jack Kerouac
name: Elisa
average rating: 3.39
book published: 1957
rating: 1
read at: 2012/06/22
date added: 2013/09/17
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L'importante è andare, non si sa dove né perché, ma l'importante è restare sulla strada, on the road.
Questa è la filosofia di Sal Paradise e Dean Moriarty, grandi amici che amano spassarsela senza alcun obiettivo o responsabilità. Sono beat e amano viaggiare, con ogni mezzo: dall'autostop all'autobus, fino a macchine trovate chissà come. Dean è l'anima del romanzo. Protagonista di varie storie d'amore, padre di più bambini di cui non si interessa, troppo preso ad inseguire i suoi sogni di sballo e libertà, è lui che decide dove andare, lui che guida, lui che lancia le idee. Sal è solo un passeggero, un giovane uomo troppo confuso e senza personalità, senza Dean sarebbe perduto, e lui lo sa.
Sal non sta bene in nessun posto, perché non sa quello che vuole, perciò continua ad andare avanti, on the road.
Tutto il romanzo descrive questo continuo andare avanti e indietro per le strade d'America, attraverso molte città, fino ad arrivare anche in Messico. Sal e Dean sono affamati di libertà, arte e creatività, cercano di fuggire dal conformismo del loro tempo attraverso le droghe e così il loro viaggio diventa anche un viaggio psichedelico, che non porta a niente.

Ho trovato lo stile di Kerouac noioso, molto noioso. Ho faticato ad andare avanti con la lettura, anche perché ogni capitolo sembrava che promettesse di trovare, nel capitolo successivo, un colpo di scena o qualcosa di davvero interessante, qualcosa di interessante che io non ho trovato fino alla fine. "Sulla strada" non mi è piaciuto. L'ho finito di leggere a giugno e adesso, dopo tre mesi, di tutti quei nomi di persone e città che Kerouac ha elencato ne sono rimasti pochi nella mia testa.
Soprattutto all'inizio era un continuo nominare città statunitensi che non avevo proprio idea di dove fossero, per non parlare poi di quante persone incontrano Sal (alter ego dell'autore del romanzo) e Dean (pseudonimo di Neal Cassady) nel loro percorso. Un'infinità.
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E l'eco rispose 18107677 Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli.]]> 456 Khaled Hosseini 8856633558 Elisa 4 3.94 2012 E l'eco rispose
author: Khaled Hosseini
name: Elisa
average rating: 3.94
book published: 2012
rating: 4
read at: 2013/09/06
date added: 2013/09/10
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Fahrenheit 451 3760025 195 Ray Bradbury 8804487712 Elisa 4 4.05 1953 Fahrenheit 451
author: Ray Bradbury
name: Elisa
average rating: 4.05
book published: 1953
rating: 4
read at: 2011/07/01
date added: 2013/06/30
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In un ipotetico futuro lontano, forse nemmeno tanto, le case saranno costruite con materiali ignifughi e i pompieri, che non avranno più incendi da spegnere, li appiccheranno per bruciare i libri, per distruggere la cultura, le idee, il pensiero degli uomini. È un futuro in cui nessuno parla con gli altri. È un futuro in cui nessuno si ferma più a riflettere. Montag è un uomo come tanti,, un pompiere che col cherosene brucia i libri di chi, nonostante sia vietato, corre il rischio di tenerli in casa. Un giorno una donna, pur di non abbandonare i suoi libri, si fa bruciare viva insieme ad essi. Montag rimane sconvolto. La sua mente inizia a lavorare, a porsi domande, a chiedere spiegazioni. Montag inizia a rubare i libri e a nasconderli in casa sua, senza avvertire nemmeno sua moglie Mildred, che tanto è troppo presa dai suoi maxischermi, grandi quanto le pareti, per accorgersene. Eppure non sa proprio che farsene di tutte quelle pagine, le sfoglia, prova a leggerle, ma non le capisce. Chiede per questo aiuto a Faber, un uomo colto che crede fortemente nella forza dei libri. Quando Montag trova il coraggio per confessare alla moglie il suo reato, Mildred avverte il capo dei pompieri Beatty e Montag, dopo averlo bruciato vivo col lanciafiamme, è costretto a fuggire. Se lo prendono sarà ucciso, perciò scappa e scappa, mentre è scoppiata anche una nuova guerra. Attraversa fiumi. Inventa stratagemmi per far perdere le proprie tracce. E alla fine ce la fa. Lungo le rotaie di una ferrovia in disuso incontra tanti uomini accampati. Sono gli ultimi testimoni dei contenuti dei libri. Ognuno di loro ne ha letti alcuni e li ha conservati gelosamente nella propria memoria. Li tramanderanno ai propri figli, che ne parleranno ai nipoti fin quando, un giorno, la cultura sarà riammessa nel mondo. Montag diventerà uno di loro, un salvatore della memoria letteraria.
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Il Vangelo di un utopista 13290099 Nel portare da oltre cinquant’anni il messaggio di Gesù, sempre sulla strada, sul marciapiede, sempre in mezzo agli ultimi, don Gallo ha messo insieme i suoi sei personalissimi Vangeli. Il primo è il messaggio che tutti, credenti e non credenti, possono cercare la verità costruendo un’unica grande famiglia umana. Il secondo è la Pace, la giustizia verso i più poveri, i senza dignità, non come frutto della carità-elemosina, ma del riscatto storico e della giustizia. Il terzo è appunto l’utopia, perché Gesù è nell’orizzonte della speranza del regno. Il quarto è la sobrietà, primo passo verso la solidarietà; il quinto, la Costituzione della Repubblica italiana, che è democratica, laica, antifascista, «e non è un optional, l’antifascismo, per nessun cittadino». L’ultimo è il “vangelo� lasciatoci da Fabrizio De André ed Ernesto Balducci, i quali ci dicono che «l’unica strada possibile è incarnarsi nella vita dei poveri e degli esclusi, non per essere travolti e abbassati, ma per vivere insieme a loro la liberazione reale».
Con la stessa energia che lo porta a girare di notte per i carrugi di Genova per aiutare chi soffre, con la stessa generosità che lo vede conferenziere in giro per l’Italia, don Gallo consegna alla parola scritta la sua personale utopia, che è poi la stessa del Vangelo: cambiare il nostro quotidiano e, di conseguenza, cambiare il mondo.

Per capire attraverso quali parole Don Andrea Gallo prega, esce in allegato al libro il suo personale e originalissimo breviario: Le preghiere di un utopista.
«Quando gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è l’espressione che viene dal profondo del cuore».]]>
87 Andrea Gallo 8874248202 Elisa 4
Ho iniziato a leggere Il vangelo di un utopista prima che il Don morisse, essendo però questo un libro diviso in capitoli che non bisogna secondo me leggere necessariamente in ordine, ammetto di averlo iniziato quasi dalla fine, dal capitolo che più mi interessava, così a naso, quello che ho ricopiato qui qualche giorno fa: il quinto Vangelo del Don, dedicato alla Costituzione. Il mio naso aveva sentito bene, quel quinto vangelo di Don Gallo è senza dubbio il mio preferito, posso dirlo con cognizione di causa ora che li ho letti tutti. Il Don scrive qui i suoi sei vangeli, dedicati a sentimenti davvero nobili, condivisibili sia dai veri credenti come lui sia da quelli che magari non credono in dio, come me, ma credono nelle persone, nella speranza, nella solidarietà, nella libertà. Concetti bellissimi quelli di Don Andrea Gallo, molto più laici dei concetti espressi dai politici, spesso prostrati senza alcuna dignità ai piedi del Vaticano, lontani anni luce dai veri valori cristiani. Quello di questo utopista dal volto segnato dal tempo è stato il primo vangelo che ho letto nella mia vita, forse avrò letto qualche brano dei vangeli di Luca, Matteo, Marco e Giovanni, ma per intero ho letto solo il Vangelo di Don Gallo. E forse è il più adatto a me, utopista un po' anch'io, come lui. Nel portare da oltre cinquant'anni il messaggio di Gesù, sempre sulla strada, sul marciapiede, sempre in mezzo agli ultimi, ho messo insieme i miei cinque Vangeli. Che cos'è il Vangelo? Il Vangelo è vita, è liberazione, è il gusto e il rischio della vita . Ma il Vangelo è anche vigna e vino, che nondimeno sono necessari per vivere: è bello, infatti, che le donne e gli uomini della terra, specialmente i giovani, possano godere della gioia e della festa della vita. Il messaggio evangelico viene da una vite forte, Gesù, e produce un vino ottimo. Non vuole proibire: la soluzione non sta nel divieto. Ecco i sei capitoli in cui è diviso il libro, sei capitoli per sei vangeli raccolti per strada, dove il Don amava stare: - Primo Vangelo: Un'unica famiglia umana - Secondo Vangelo: La Pace - Terzo Vangelo: L'utopia - Quarto Vangelo: La sobrietà - Quinto Vangelo: La Costituzione - Sesto Vangelo: De André e Balducci Ci sono molte riflessioni del Don che condivido completamente. Spesso mi sono ritrovata a sorridere bonariamente, pensando che è proprio il colmo che, ad esempio, sulla questione del crocifisso negli edifici pubblici mi trovo d'accordo con un prete e non con persone che dovrebbero essere più laiche. Ecco cosa scrive il Don a questo proposito nel suo primo vangelo: Ricordate il dibattito sulla questione del crocifisso nelle scuole? Qualche anno fa il movimento universitario leghista ha chiesto al rettore dell'Università di Bergamo l'urgente acquisto di crocifissi da appendere alle pareti delle aule dell'ateneo statale.Si strepitava con orgoglio padano: «Il crocifisso è simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo di fronte al fondamentalismo», come se fossimo alla vigilia di una guerra di religione, come se si stesse per partire per una battaglia di Lepanto. Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico, anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede è forse salva, in questo modo? Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.Mi domando ancora: se in questi luoghi non c'è il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua fede e forse è esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici? C'è vera relazione tra il crocifisso "ostentato", magari con sentenza del magistrato, e la testimonianza cristiana? [...] Dal famoso "caso del crocifisso" emerge in modo chiaro una politica - non solo leghista - incolta, arrogante e accomodante, pronta a riconoscere per il proprio tornaconto elettorale l'utilità sociale della religione. Io la penso esattamente così. Mi ha particolarmente colpito anche la parte in cui Don Gallo parla direttamente dell'utopia, spiegando che cos'è, all'inizio del terzo vangelo: Mio fratello mi diceva che ero un utopista. Eppure era una persona saggia! L'utopia, nella concezione generale, indica qualcosa che non si potrà mai raggiungere, non si potrà mai realizzare. Ma lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ce ne spiega il senso: Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. L'utopia è questo: quando sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l'utopia è trecento metri più in là, e così via. Per questo ti dici:«Allora è veramente irrealizzabile». Invece no, perché c'è un aspetto positivo: che si sta camminando, e quindi l'utopia si realizza strada facendo. La trovo una definizione meravigliosa, di una semplicità disarmante eppure estremamente vera. L'ho letta e ho pensato: cavolo, ha ragione, è quello che sento io, dentro di me, solo che non l'avevo mai pensato e detto così bene. Da oggi mi terrò piantate nel cuore queste parole, orgogliosa di essere troppo utopista per molte persone. Infine mi ha conquistata anche il sesto, e ultimo, vangelo che Don Gallo dedica a due persone da lui definite miti ribelli: De André ed Ernesto Balducci. Non sapevo chi fosse Balducci fino a ieri, ora so che era un sacerdote che piaceva al Don, un sacerdote nato sull'Amiata, a Santa Fiora precisamente, il paese dei minatori. Balducci veniva da una famiglia semplice, povera, al contrario di De André che invece aveva alle spalle l'ambiente borghese di Genova. Non era facile, scrive il Don alla fine, scegliere la barricata per questi due miti ribelli, suoi punti di riferimento importanti. Non era facile per Balducci, che era un religioso. E non era facile per De André, che era un borghese. Invece entrambi hanno preferito mettersi in cammino lungo percorsi inesplorati, perché entrambi erano degli utopisti. Come il Don. Questo Vangelo, così come tutto il libro, profuma di cose belle, di persone belle, che non si sono mai messe su un piedistallo, che non sono mai salite in cattedra a proclamare la propria verità. Né Ernesto, né Faber ci hanno mai detto: «È così», ma tutt'al più: «Io la vedo così». È troppo poco? Secondo me è tantissimo, dato che quello che vedevano e ci mostravano è ciò che veniva e viene ancora nascosto da tutti: dal governo, dallo Stato, dalla Chiesa, dalla televisione, dai partiti, dai padroni. Non indicavano la strada, ma ci hanno convinti nella nostra capacità di scegliere gli ultimi. Già, gli ultimi. Quelli che anche se non sono gigli sono comunque figli vittime di questo mondo. Quelli considerati letame dalla società, quel letame da cui, la natura e De André insegnano, nascono i fiori. Questo sesto capitolo profuma di parole che non potrò mai ascoltare dal vivo. Di smisurate preghiere, di un Gesù dalle grandi virtù, ma al tempo stesso umano, di un Gesù che muore come tutti gli uomini cambiando colore. Di un buon Dio nel cui regno non può esistere l'inferno. Lo cantava De André, in Preghiera in gennaio, lo ribadisce ancora Don Gallo in uno dei suoi vangeli: l'inferno non c'è. Non ci credete. Concludo la lunga parentesi dedicata a questo libro, anche piuttosto piccino, con una frase che sintetizza alla grande, secondo me, la grandezza del pensiero di quest'uomo, religiosamente laico, che sicuramente ci mancherà moltissimo: Il messaggio di Gesù è che prima della fede viene l'etica, cioè il comportamento di ciascuno. Il mio vangelo preferito resta il quinto. Si può leggere qui:]]>
4.27 2011 Il Vangelo di un utopista
author: Andrea Gallo
name: Elisa
average rating: 4.27
book published: 2011
rating: 4
read at: 2013/05/28
date added: 2013/06/01
shelves:
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Ho iniziato a leggere Il vangelo di un utopista prima che il Don morisse, essendo però questo un libro diviso in capitoli che non bisogna secondo me leggere necessariamente in ordine, ammetto di averlo iniziato quasi dalla fine, dal capitolo che più mi interessava, così a naso, quello che ho ricopiato qui qualche giorno fa: il quinto Vangelo del Don, dedicato alla Costituzione. Il mio naso aveva sentito bene, quel quinto vangelo di Don Gallo è senza dubbio il mio preferito, posso dirlo con cognizione di causa ora che li ho letti tutti. Il Don scrive qui i suoi sei vangeli, dedicati a sentimenti davvero nobili, condivisibili sia dai veri credenti come lui sia da quelli che magari non credono in dio, come me, ma credono nelle persone, nella speranza, nella solidarietà, nella libertà. Concetti bellissimi quelli di Don Andrea Gallo, molto più laici dei concetti espressi dai politici, spesso prostrati senza alcuna dignità ai piedi del Vaticano, lontani anni luce dai veri valori cristiani. Quello di questo utopista dal volto segnato dal tempo è stato il primo vangelo che ho letto nella mia vita, forse avrò letto qualche brano dei vangeli di Luca, Matteo, Marco e Giovanni, ma per intero ho letto solo il Vangelo di Don Gallo. E forse è il più adatto a me, utopista un po' anch'io, come lui. Nel portare da oltre cinquant'anni il messaggio di Gesù, sempre sulla strada, sul marciapiede, sempre in mezzo agli ultimi, ho messo insieme i miei cinque Vangeli. Che cos'è il Vangelo? Il Vangelo è vita, è liberazione, è il gusto e il rischio della vita . Ma il Vangelo è anche vigna e vino, che nondimeno sono necessari per vivere: è bello, infatti, che le donne e gli uomini della terra, specialmente i giovani, possano godere della gioia e della festa della vita. Il messaggio evangelico viene da una vite forte, Gesù, e produce un vino ottimo. Non vuole proibire: la soluzione non sta nel divieto. Ecco i sei capitoli in cui è diviso il libro, sei capitoli per sei vangeli raccolti per strada, dove il Don amava stare: - Primo Vangelo: Un'unica famiglia umana - Secondo Vangelo: La Pace - Terzo Vangelo: L'utopia - Quarto Vangelo: La sobrietà - Quinto Vangelo: La Costituzione - Sesto Vangelo: De André e Balducci Ci sono molte riflessioni del Don che condivido completamente. Spesso mi sono ritrovata a sorridere bonariamente, pensando che è proprio il colmo che, ad esempio, sulla questione del crocifisso negli edifici pubblici mi trovo d'accordo con un prete e non con persone che dovrebbero essere più laiche. Ecco cosa scrive il Don a questo proposito nel suo primo vangelo: Ricordate il dibattito sulla questione del crocifisso nelle scuole? Qualche anno fa il movimento universitario leghista ha chiesto al rettore dell'Università di Bergamo l'urgente acquisto di crocifissi da appendere alle pareti delle aule dell'ateneo statale.Si strepitava con orgoglio padano: «Il crocifisso è simbolo di valori cristiani, ultimo baluardo di fronte al fondamentalismo», come se fossimo alla vigilia di una guerra di religione, come se si stesse per partire per una battaglia di Lepanto. Ma il crocifisso bisogna portarlo nel cuore, o appenderlo ai muri di uno spazio pubblico, anche quando la sua presenza non esprime un sentimento condiviso? La fede è forse salva, in questo modo? Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.Mi domando ancora: se in questi luoghi non c'è il crocifisso, un cattolico viene meno alla sua fede e forse è esentato dal praticare quotidianamente, tra i fratelli, i consigli evangelici? C'è vera relazione tra il crocifisso "ostentato", magari con sentenza del magistrato, e la testimonianza cristiana? [...] Dal famoso "caso del crocifisso" emerge in modo chiaro una politica - non solo leghista - incolta, arrogante e accomodante, pronta a riconoscere per il proprio tornaconto elettorale l'utilità sociale della religione. Io la penso esattamente così. Mi ha particolarmente colpito anche la parte in cui Don Gallo parla direttamente dell'utopia, spiegando che cos'è, all'inizio del terzo vangelo: Mio fratello mi diceva che ero un utopista. Eppure era una persona saggia! L'utopia, nella concezione generale, indica qualcosa che non si potrà mai raggiungere, non si potrà mai realizzare. Ma lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ce ne spiega il senso: Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare. L'utopia è questo: quando sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l'utopia è trecento metri più in là, e così via. Per questo ti dici:«Allora è veramente irrealizzabile». Invece no, perché c'è un aspetto positivo: che si sta camminando, e quindi l'utopia si realizza strada facendo. La trovo una definizione meravigliosa, di una semplicità disarmante eppure estremamente vera. L'ho letta e ho pensato: cavolo, ha ragione, è quello che sento io, dentro di me, solo che non l'avevo mai pensato e detto così bene. Da oggi mi terrò piantate nel cuore queste parole, orgogliosa di essere troppo utopista per molte persone. Infine mi ha conquistata anche il sesto, e ultimo, vangelo che Don Gallo dedica a due persone da lui definite miti ribelli: De André ed Ernesto Balducci. Non sapevo chi fosse Balducci fino a ieri, ora so che era un sacerdote che piaceva al Don, un sacerdote nato sull'Amiata, a Santa Fiora precisamente, il paese dei minatori. Balducci veniva da una famiglia semplice, povera, al contrario di De André che invece aveva alle spalle l'ambiente borghese di Genova. Non era facile, scrive il Don alla fine, scegliere la barricata per questi due miti ribelli, suoi punti di riferimento importanti. Non era facile per Balducci, che era un religioso. E non era facile per De André, che era un borghese. Invece entrambi hanno preferito mettersi in cammino lungo percorsi inesplorati, perché entrambi erano degli utopisti. Come il Don. Questo Vangelo, così come tutto il libro, profuma di cose belle, di persone belle, che non si sono mai messe su un piedistallo, che non sono mai salite in cattedra a proclamare la propria verità. Né Ernesto, né Faber ci hanno mai detto: «È così», ma tutt'al più: «Io la vedo così». È troppo poco? Secondo me è tantissimo, dato che quello che vedevano e ci mostravano è ciò che veniva e viene ancora nascosto da tutti: dal governo, dallo Stato, dalla Chiesa, dalla televisione, dai partiti, dai padroni. Non indicavano la strada, ma ci hanno convinti nella nostra capacità di scegliere gli ultimi. Già, gli ultimi. Quelli che anche se non sono gigli sono comunque figli vittime di questo mondo. Quelli considerati letame dalla società, quel letame da cui, la natura e De André insegnano, nascono i fiori. Questo sesto capitolo profuma di parole che non potrò mai ascoltare dal vivo. Di smisurate preghiere, di un Gesù dalle grandi virtù, ma al tempo stesso umano, di un Gesù che muore come tutti gli uomini cambiando colore. Di un buon Dio nel cui regno non può esistere l'inferno. Lo cantava De André, in Preghiera in gennaio, lo ribadisce ancora Don Gallo in uno dei suoi vangeli: l'inferno non c'è. Non ci credete. Concludo la lunga parentesi dedicata a questo libro, anche piuttosto piccino, con una frase che sintetizza alla grande, secondo me, la grandezza del pensiero di quest'uomo, religiosamente laico, che sicuramente ci mancherà moltissimo: Il messaggio di Gesù è che prima della fede viene l'etica, cioè il comportamento di ciascuno. Il mio vangelo preferito resta il quinto. Si può leggere qui:
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<![CDATA[I pesci non chiudono gli occhi]]> 12717722 115 Erri De Luca 8807018551 Elisa 3 Quando ho compiuto dieci anni ricordo di averlo davvero pensato: oggi divento grande, da oggi per scrivere la mia età avrò bisogno di ben due cifre. Una cosa che diventa scontata, da quel momento in poi. Eppure la prima volta che non basta un numero per dire quanto si è grandi, davvero ci si sente cresciuti. Dei mezzi giganti.
Anche Erri De Luca è tornato indietro nel tempo prima di scrivere I pesci non chiudono gli occhi. È tornato fino al momento in cui la sua età, per la prima volta, non era più composta solo da una unità. Fino a quando aveva dieci anni.
Quel ragazzino nato dopo la guerra è un amante del mare. Ci passa estati intere tra le onde, la spiaggia e le barche dei pescatori. Estati tutte ugualmente belle, trascorse tra libri e cruciverba fatti a penna, estati tutte ugualmente infantili, fino a quella lì. Fino all'estate dei suoi dieci anni, quando all'improvviso si sente con la testa già oltre, molto più avanti del suo corpo restato tale e quale a quello dell'anno prima. L'Erri De Luca alla sua prima decina è intrappolato in un corpo che non è più il suo. Sente di dover assolutamente trovare un modo per rompere quell'incantesimo, quel guscio, deve riuscire a crescere in altezza almeno quanto è già cresciuto con la testa.
Quell'estate lì succede davvero qualcosa. Lo fa accadere una ragazzina un po' più grande di lui, con cui si ferma a parlare di storie e animali. La ragazzina, mai indicata con un nome (Da lettore dimentico in fretta i nomi delle storie. Non aggiungono consistenza e sono una convenzione) è una scrittrice. Scrive storie di animali, loro sì che hanno una marcia in più rispetto agli uomini, sanno sempre come dirsi le cose, non perdono tempo in giri di parole inutili, non si fraintendono. Non lo sprecano, il tempo. Loro.
In riva al mare il ragazzino intrappolato nel suo corpo di bambino, grazie alla ragazzina, impara molte cose. Impara innanzitutto che per fare giustizia spesso bisogna far male agli altri, ma soprattutto si sorprende nel rendersi conto della reale bellezza del suo verbo preferito: mantenere. Comportava la promessa di tenere per mano.
In riva al mare, forte di un'età a due cifre e di un naso rotto, scopre che non ha mai sentito niente di più liscio di quella mano che stringe la sua. E ha paura anche dei suoi pensieri, perché potrebbero essere davvero, per la prima volta, pensieri d'amore.
In riva al mare quei pensieri d'amore si materializzano in un bacio innocente, dato a occhi aperti.
Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù.
“Chiudi quei benedetti occhi di pesce.�
“Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.�
Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere. Commossa dalla bellezza di queste undici parole.
Mentre leggevo questa storia piccina picciò mi sembrava di avere di nuovo dieci anni, ma davvero. Lo siamo stati tutti, inadeguati. Impacciati. Riluttanti all'amore. Vergognosi dell'amore. Spaventati dall'amore. Pesci lessi. Io non avevo il mare e non avevo neanche una testa da grande incastrata in un corpo da bimba, ero fatta al contrario: con un corpo che cambiava forme e taglie e una testa che, fosse stato per lei, avrebbe giocato con le bambole ancora un po'. Avevo le mie storie da pensare e dei baci, dell'amore, a dieci anni me ne fregavo. Per meglio dire, l'idea di baciare qualcuno, a dieci anni, mi faceva altamente schifo. A undici avevo già cambiato idea e per un bacio del più bel paio di occhi azzurri della mia scuola avrei fatto carte false. Eh sì, forse se mi avesse baciato su una qualche panchina, gli occhi non avrei saputo chiuderli nemmeno io. Non l'ha fatto però, così i miei occhi di pesce non sono mai stati per lui.]]>
3.69 2011 I pesci non chiudono gli occhi
author: Erri De Luca
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 2011
rating: 3
read at: 2013/04/13
date added: 2013/06/01
shelves:
review:
�
Quando ho compiuto dieci anni ricordo di averlo davvero pensato: oggi divento grande, da oggi per scrivere la mia età avrò bisogno di ben due cifre. Una cosa che diventa scontata, da quel momento in poi. Eppure la prima volta che non basta un numero per dire quanto si è grandi, davvero ci si sente cresciuti. Dei mezzi giganti.
Anche Erri De Luca è tornato indietro nel tempo prima di scrivere I pesci non chiudono gli occhi. È tornato fino al momento in cui la sua età, per la prima volta, non era più composta solo da una unità. Fino a quando aveva dieci anni.
Quel ragazzino nato dopo la guerra è un amante del mare. Ci passa estati intere tra le onde, la spiaggia e le barche dei pescatori. Estati tutte ugualmente belle, trascorse tra libri e cruciverba fatti a penna, estati tutte ugualmente infantili, fino a quella lì. Fino all'estate dei suoi dieci anni, quando all'improvviso si sente con la testa già oltre, molto più avanti del suo corpo restato tale e quale a quello dell'anno prima. L'Erri De Luca alla sua prima decina è intrappolato in un corpo che non è più il suo. Sente di dover assolutamente trovare un modo per rompere quell'incantesimo, quel guscio, deve riuscire a crescere in altezza almeno quanto è già cresciuto con la testa.
Quell'estate lì succede davvero qualcosa. Lo fa accadere una ragazzina un po' più grande di lui, con cui si ferma a parlare di storie e animali. La ragazzina, mai indicata con un nome (Da lettore dimentico in fretta i nomi delle storie. Non aggiungono consistenza e sono una convenzione) è una scrittrice. Scrive storie di animali, loro sì che hanno una marcia in più rispetto agli uomini, sanno sempre come dirsi le cose, non perdono tempo in giri di parole inutili, non si fraintendono. Non lo sprecano, il tempo. Loro.
In riva al mare il ragazzino intrappolato nel suo corpo di bambino, grazie alla ragazzina, impara molte cose. Impara innanzitutto che per fare giustizia spesso bisogna far male agli altri, ma soprattutto si sorprende nel rendersi conto della reale bellezza del suo verbo preferito: mantenere. Comportava la promessa di tenere per mano.
In riva al mare, forte di un'età a due cifre e di un naso rotto, scopre che non ha mai sentito niente di più liscio di quella mano che stringe la sua. E ha paura anche dei suoi pensieri, perché potrebbero essere davvero, per la prima volta, pensieri d'amore.
In riva al mare quei pensieri d'amore si materializzano in un bacio innocente, dato a occhi aperti.
Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù.
“Chiudi quei benedetti occhi di pesce.�
“Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.�
Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere. Commossa dalla bellezza di queste undici parole.
Mentre leggevo questa storia piccina picciò mi sembrava di avere di nuovo dieci anni, ma davvero. Lo siamo stati tutti, inadeguati. Impacciati. Riluttanti all'amore. Vergognosi dell'amore. Spaventati dall'amore. Pesci lessi. Io non avevo il mare e non avevo neanche una testa da grande incastrata in un corpo da bimba, ero fatta al contrario: con un corpo che cambiava forme e taglie e una testa che, fosse stato per lei, avrebbe giocato con le bambole ancora un po'. Avevo le mie storie da pensare e dei baci, dell'amore, a dieci anni me ne fregavo. Per meglio dire, l'idea di baciare qualcuno, a dieci anni, mi faceva altamente schifo. A undici avevo già cambiato idea e per un bacio del più bel paio di occhi azzurri della mia scuola avrei fatto carte false. Eh sì, forse se mi avesse baciato su una qualche panchina, gli occhi non avrei saputo chiuderli nemmeno io. Non l'ha fatto però, così i miei occhi di pesce non sono mai stati per lui.
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Quattro etti d'amore, grazie 17666558 252 Chiara Gamberale 8852036865 Elisa 4 Il romanzo è a tre voci: inizia e finisce con i pensieri di una commessa di un supermercato in cui fanno la spesa, tra tutti, due donne molto diverse tra loro, Erica e Tea. Sono le loro le altre due voci che si alternano nel libro. Erica lavora in una banca che ha da poco subito una rapina, ha un marito che l'adora, due figli, una casa da mandare avanti. Ha una vita normale insomma, una vita che lei si sente stretta. Come vorrebbe essere bella, strana e libera come Tea. Tea è la protagonista della fiction più famosa del momento, "Testa o cuore", è un'attrice bellissima che sicuramente, agli occhi di Erica, ha una vita piena d'amore, di cose belle, una vita libera ed entusiasmante, al contrario della sua. Quello che Erica non sa è che anche Tea è insoddisfatta del modo in cui scorrono i suoi giorni, lo è sempre stata, fin da quando era una ragazzina. Si è sempre sentita schiacciata dalla forte figura di un padre invadente, per cui nutre un amore sconsiderato, ma allo stesso tempo conflittuale.
Era una cleptomane, Tea. Fino al momento in cui non ha incontrato lui, Riccardo. Riccardo, Riccardo, Riccardo. Diventa quasi un'ossessione quell'uomo che ama visceralmente, che ha sposato quasi per gioco, quasi solo per promettergli che mai l'avrebbe lasciato. È un genio del teatro, Riccardo. Un egocentrico. Fa della loro vita la rappresentazione della favola di Peter Pan. Lui è Peter Pan, Tea la sua Wendy, quella che un giorno crescerà, avrà voglia di smettere con quella loro vita strana e alternativa, quella che un giorno lo lascerà perché avrà voglia di avere un figlio, magari. Peter Pan invece non crescerà mai e di figli non ne avrà. Tea voleva dimostrare a Riccardo che l'amava davvero e che non sarebbe mai cresciuta, al contrario di Wendy, per questo lo ha sposato.
È passato del tempo dal loro matrimonio. Riccardo e Tea non si parlano più. Non si toccano più. Non fanno più l'amore. Nonostante lui sia un tipo violento incapace di amarla sul serio, lei continua a stare con lui. Non per salvare un'apparenza: lei continua ad amarlo il suo Riccardo, quelle braccia, la sua pancetta. Quel suo modo brusco e ingiusto di fare. Quell'uomo insoddisfatto di sé, della sua vita, eppure così pieno di cultura, così in grado di fornirle un porto sicuro. Tea non si sente con nessun altro come con lui. Nemmeno con Anthony, con cui ha una relazione segreta da un anno. Anthony che la ama, Anthony che non è un Peter Pan, Anthony che sogna loro due insieme, una station wagon, due figli e un cane. Anthony che la rispetta, la desidera, la ama. Anthony che ha solo un problema per Tea: non è Riccardo. E lei senza Riccardo non sa vivere.
Lo capisce quando all'improvviso lui la lascia per un'altra. Con Anthony torna a essere una cleptomane, piena degli stessi problemi che aveva quando era una ragazzina. Pensare che in fondo lei non vorrebbe altro che un carrello della spesa pieno delle stesse cose di quello di Erica. Pensare che vorrebbe solo quattro etti del suo amore. Tea lo sa: Erica ne ha tanto, di amore. Avrà un marito affettuoso, sempre presente. Dei figli. Tea immagina che se Erica le donasse quattro etti del suo amore potrebbe comunque continuare a sguazzarci dentro. Ma sarà davvero così?
"Mezzo chilo d'amore da darmi. Ce l'hai?"
Anzi no, facciamo quattro etti. Mi bastano. E a tutto l'amore che hai tu non tolgono niente. No? Su, ti prego. Dalli a me. Ti prego. Dammeli. Oggi. Ora. Quattro etti d'amore, grazie.
Come Erica, anche Tea idealizza la vita dell'altra, che è tutt'altro che rose e fiori. Il suo matrimonio sta attraversando una fase difficile, lei si sente spesso sottovuoto, corre con la mente indietro nel tempo, alle emozioni del passato, al momento in cui tutto poteva ancora essere, al contrario di oggi. Oggi c'è Michele, ci sono Viola e Gu: amore certo, ma anche impegno e responsabilità. Sentirsi una donna realizzata, oltre che una moglie e una mamma, è complicato per Erica in questo momento.
Tea questo non lo sa, come Erica non sa che Tea vive un amore tormentato ed è tutto tranne che una star serena. Entrambe sono insoddisfatte della propria vita, entrambe sognano di essere protagoniste della vita dell'altra.
Credono che l'esistenza che trascinano gli sia capitata come una dannazione: invece è esattamente l'unica che desiderano, l'unica adatta a loro.
Si mettono in salvo e credono di perdersi, rischiano di perdersi e credono di mettersi in salvo.
Quanto pesa quello che siamo? E quello che non abbiamo?
Un romanzo sull'insoddisfazione, dunque. In sintesi, sì esatto quella cosa che non mi appartiene, quella che fin dalla scuola mi dicevano che non ce l'avevo (e come dargli torto...), io Quattro etti d'amore, grazie lo riassumerei con un famosissimo proverbio: l'erba del vicino è sempre più verde. Se per caso quella stessa erba fosse tua all'improvviso apparirebbe ai tuoi occhi sicuramente più secca, ma è di un altro e allora brilla di un verde speciale.]]>
3.31 2013 Quattro etti d'amore, grazie
author: Chiara Gamberale
name: Elisa
average rating: 3.31
book published: 2013
rating: 4
read at: 2013/05/14
date added: 2013/06/01
shelves:
review:
�
Il romanzo è a tre voci: inizia e finisce con i pensieri di una commessa di un supermercato in cui fanno la spesa, tra tutti, due donne molto diverse tra loro, Erica e Tea. Sono le loro le altre due voci che si alternano nel libro. Erica lavora in una banca che ha da poco subito una rapina, ha un marito che l'adora, due figli, una casa da mandare avanti. Ha una vita normale insomma, una vita che lei si sente stretta. Come vorrebbe essere bella, strana e libera come Tea. Tea è la protagonista della fiction più famosa del momento, "Testa o cuore", è un'attrice bellissima che sicuramente, agli occhi di Erica, ha una vita piena d'amore, di cose belle, una vita libera ed entusiasmante, al contrario della sua. Quello che Erica non sa è che anche Tea è insoddisfatta del modo in cui scorrono i suoi giorni, lo è sempre stata, fin da quando era una ragazzina. Si è sempre sentita schiacciata dalla forte figura di un padre invadente, per cui nutre un amore sconsiderato, ma allo stesso tempo conflittuale.
Era una cleptomane, Tea. Fino al momento in cui non ha incontrato lui, Riccardo. Riccardo, Riccardo, Riccardo. Diventa quasi un'ossessione quell'uomo che ama visceralmente, che ha sposato quasi per gioco, quasi solo per promettergli che mai l'avrebbe lasciato. È un genio del teatro, Riccardo. Un egocentrico. Fa della loro vita la rappresentazione della favola di Peter Pan. Lui è Peter Pan, Tea la sua Wendy, quella che un giorno crescerà, avrà voglia di smettere con quella loro vita strana e alternativa, quella che un giorno lo lascerà perché avrà voglia di avere un figlio, magari. Peter Pan invece non crescerà mai e di figli non ne avrà. Tea voleva dimostrare a Riccardo che l'amava davvero e che non sarebbe mai cresciuta, al contrario di Wendy, per questo lo ha sposato.
È passato del tempo dal loro matrimonio. Riccardo e Tea non si parlano più. Non si toccano più. Non fanno più l'amore. Nonostante lui sia un tipo violento incapace di amarla sul serio, lei continua a stare con lui. Non per salvare un'apparenza: lei continua ad amarlo il suo Riccardo, quelle braccia, la sua pancetta. Quel suo modo brusco e ingiusto di fare. Quell'uomo insoddisfatto di sé, della sua vita, eppure così pieno di cultura, così in grado di fornirle un porto sicuro. Tea non si sente con nessun altro come con lui. Nemmeno con Anthony, con cui ha una relazione segreta da un anno. Anthony che la ama, Anthony che non è un Peter Pan, Anthony che sogna loro due insieme, una station wagon, due figli e un cane. Anthony che la rispetta, la desidera, la ama. Anthony che ha solo un problema per Tea: non è Riccardo. E lei senza Riccardo non sa vivere.
Lo capisce quando all'improvviso lui la lascia per un'altra. Con Anthony torna a essere una cleptomane, piena degli stessi problemi che aveva quando era una ragazzina. Pensare che in fondo lei non vorrebbe altro che un carrello della spesa pieno delle stesse cose di quello di Erica. Pensare che vorrebbe solo quattro etti del suo amore. Tea lo sa: Erica ne ha tanto, di amore. Avrà un marito affettuoso, sempre presente. Dei figli. Tea immagina che se Erica le donasse quattro etti del suo amore potrebbe comunque continuare a sguazzarci dentro. Ma sarà davvero così?
"Mezzo chilo d'amore da darmi. Ce l'hai?"
Anzi no, facciamo quattro etti. Mi bastano. E a tutto l'amore che hai tu non tolgono niente. No? Su, ti prego. Dalli a me. Ti prego. Dammeli. Oggi. Ora. Quattro etti d'amore, grazie.
Come Erica, anche Tea idealizza la vita dell'altra, che è tutt'altro che rose e fiori. Il suo matrimonio sta attraversando una fase difficile, lei si sente spesso sottovuoto, corre con la mente indietro nel tempo, alle emozioni del passato, al momento in cui tutto poteva ancora essere, al contrario di oggi. Oggi c'è Michele, ci sono Viola e Gu: amore certo, ma anche impegno e responsabilità. Sentirsi una donna realizzata, oltre che una moglie e una mamma, è complicato per Erica in questo momento.
Tea questo non lo sa, come Erica non sa che Tea vive un amore tormentato ed è tutto tranne che una star serena. Entrambe sono insoddisfatte della propria vita, entrambe sognano di essere protagoniste della vita dell'altra.
Credono che l'esistenza che trascinano gli sia capitata come una dannazione: invece è esattamente l'unica che desiderano, l'unica adatta a loro.
Si mettono in salvo e credono di perdersi, rischiano di perdersi e credono di mettersi in salvo.
Quanto pesa quello che siamo? E quello che non abbiamo?
Un romanzo sull'insoddisfazione, dunque. In sintesi, sì esatto quella cosa che non mi appartiene, quella che fin dalla scuola mi dicevano che non ce l'avevo (e come dargli torto...), io Quattro etti d'amore, grazie lo riassumerei con un famosissimo proverbio: l'erba del vicino è sempre più verde. Se per caso quella stessa erba fosse tua all'improvviso apparirebbe ai tuoi occhi sicuramente più secca, ma è di un altro e allora brilla di un verde speciale.
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L'amore quando c'era 13322735 Tommaso risponde, prima cauto, poi incapace di resistere alla voce di un passato bruciante che si fa viva e presente domanda. Tommaso è sposato, ha due splendidi bimbi e un equilibrio che pare felicità. Amanda no, lei vive sola e alla perpetua ricerca di una compiutezza senza rimpianti: quell'alchimia misteriosa che solo gli altri, accanto a noi, sembrano trovare, ma che a noi è quasi sempre preclusa. Ai suoi alunni di scuola Amanda affida un tema sulla felicità, e le risposte sono tanto semplici e autentiche da lasciarla incerta sulla soglia di se stessa.
Forse solo l'antico amore, oggi ritrovato, può offrire la chiave della gioia senza compromessi. O, invece, sono i compromessi la sola chiave della gioia possibile?
Con coraggio Amanda rivela a Tommaso la sua risposta a questa domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo. Come una mail inattesa, come un sms che giunge nella notte, come un tema scritto da ragazzi e ritrovato per caso: così la pienezza di un amore passato ci ritorna addosso all'improvviso, quasi a tradimento, con il rischio che tutto, al confronto, impallidisca. E allora bisogna decidere se guardare avanti - dove nulla è certo, ma tutto possibile - o indietro, dove la sirena confortante di una pienezza perduta ci chiama con il suo canto...]]>
96 Chiara Gamberale 8804617837 Elisa 4
Siamo davvero persone migliori quando abbiamo l'amore? Perché questo è quello che scegliamo di credere di solito, che in due tutto diventi migliore, perfino noi.
Quando non abbiamo l'amore ci rifugiamo in ricordi passati o ci proiettiamo in testa meravigliosi film mentali con protagonista un uomo fantastico che ci farà vivere una vita meravigliosa e mai, dico mai, ci farà soffrire. Ma l'amore è davvero questo? È davvero qualcosa che rende migliori le persone, davvero è ciò che ci consente di vivere una vita al massimo delle nostre possibilità? Oppure semplicemente l'amore appare come qualcosa di meraviglioso solo quando c'era e non c'è più?
Chiara Gamberale, con questo libro piccino piccino, dà una risposta. Una risposta che, c'ho pensato su, non so se condivido. Sarà che sono in una fase (lunga) di amore che non c'è e allora sì, magari l'amore quando c'era era pure bello, ma se ci fosse adesso, ne sono sicura, sarebbe meglio. E poi, mi dico, se c'era e adesso non c'è più un motivo dev'esserci (chiedo scusa per aver usato 47359792 volte il verbo essere), perciò l'amore quando c'era non era poi davvero perfetto, forse è solo il tempo che passa che ce lo fa vedere così meraviglioso, ma è solo una distorsione ottica. Viste da lontano le cose appaiono diverse.
Amanda, protagonista femminile de L'amore quando c'era, non è d'accordo con me invece. Dodici anni prima ha lasciato di punto in bianco il suo Fumetto, Tommaso, perché aveva capito che il loro amore li avrebbe logorati e se fosse continuato li avrebbe separati per sempre. Perciò l'ha mollato all'improvviso, nella convinzione che l'amore quando c'è tira fuori il peggio delle persone e che l'amore quando c'era è molto meglio. Dieci-dodici anni dopo Amanda scrive un'email a Tommaso, per fargli sentire la sua vicinanza alla morte del padre. Non si sentono da più di un decennio, nel frattempo sono diventati adulti, le loro vite sono cambiate. Tommaso ha una moglie e due figli. Amanda è single, vive con un cane e insegna lettere. Non si sente realizzata, lei che sognava di fare la scrittrice non ha pubblicato nemmeno mezzo libro. Non è felice, non è serena. La sua vita è vuota. Non ha niente, niente di speciale. Perciò si aggrappa a questo Tommaso ritrovato, alle sue email, alle sue telefonate, ai bei ricordi che le vengono in mente del loro amore, quando c'era. Da fuori la vita del suo ex le appare migliore della sua, lui sembra realizzato, ha anche una moglie, dei figli. Lei invece non ha niente, questa vita non sa prenderla, cerca istruzioni per l'uso. Forse Tommaso può fornirgliele. Peccato che nemmeno per lui questo sia un momento facile, il suo matrimonio non è particolarmente felice e, parlando con Amanda, si convince che quello che prova per la moglie Tiziana sia solo un sentimento sbiadito rispetto a quello che provava dieci-dodici anni prima per la sua storica ex. Ma è davvero così? E ha senso buttare all'aria la sua famiglia per qualche email scambiata con l'unica donna che in questo momento di dubbio crede di aver davvero amato? Amanda e Tommaso, in modi completamente diversi, vivono in tunnel da cui non sanno uscire, in tunnel che finiscono per arredare. E restano lì, a viverci, a ripensare al passato. Ma che cos'è che davvero dà un senso alla vita di tutti? La risposta Amanda la trova in un tema che dà ai suoi alunni. L'amore. E allora un po' cede all'amore per il Fumetto del passato, salvo poi capire che quelli come loro, come lei e Tommaso, non sono capaci di stare davvero bene mentre stanno bene, ma rendono perfetto solo quello che hanno già vissuto o che potranno vivere.
Perché l’amore, dice Amanda a Tommaso, sarà senz'altro meglio quando c’�. Ma per persone come noi diventa perfetto solo quando c’era.
Una bella storia, breve e scorrevole.]]>
3.23 2011 L'amore quando c'era
author: Chiara Gamberale
name: Elisa
average rating: 3.23
book published: 2011
rating: 4
read at: 2013/04/13
date added: 2013/06/01
shelves:
review:


Siamo davvero persone migliori quando abbiamo l'amore? Perché questo è quello che scegliamo di credere di solito, che in due tutto diventi migliore, perfino noi.
Quando non abbiamo l'amore ci rifugiamo in ricordi passati o ci proiettiamo in testa meravigliosi film mentali con protagonista un uomo fantastico che ci farà vivere una vita meravigliosa e mai, dico mai, ci farà soffrire. Ma l'amore è davvero questo? È davvero qualcosa che rende migliori le persone, davvero è ciò che ci consente di vivere una vita al massimo delle nostre possibilità? Oppure semplicemente l'amore appare come qualcosa di meraviglioso solo quando c'era e non c'è più?
Chiara Gamberale, con questo libro piccino piccino, dà una risposta. Una risposta che, c'ho pensato su, non so se condivido. Sarà che sono in una fase (lunga) di amore che non c'è e allora sì, magari l'amore quando c'era era pure bello, ma se ci fosse adesso, ne sono sicura, sarebbe meglio. E poi, mi dico, se c'era e adesso non c'è più un motivo dev'esserci (chiedo scusa per aver usato 47359792 volte il verbo essere), perciò l'amore quando c'era non era poi davvero perfetto, forse è solo il tempo che passa che ce lo fa vedere così meraviglioso, ma è solo una distorsione ottica. Viste da lontano le cose appaiono diverse.
Amanda, protagonista femminile de L'amore quando c'era, non è d'accordo con me invece. Dodici anni prima ha lasciato di punto in bianco il suo Fumetto, Tommaso, perché aveva capito che il loro amore li avrebbe logorati e se fosse continuato li avrebbe separati per sempre. Perciò l'ha mollato all'improvviso, nella convinzione che l'amore quando c'è tira fuori il peggio delle persone e che l'amore quando c'era è molto meglio. Dieci-dodici anni dopo Amanda scrive un'email a Tommaso, per fargli sentire la sua vicinanza alla morte del padre. Non si sentono da più di un decennio, nel frattempo sono diventati adulti, le loro vite sono cambiate. Tommaso ha una moglie e due figli. Amanda è single, vive con un cane e insegna lettere. Non si sente realizzata, lei che sognava di fare la scrittrice non ha pubblicato nemmeno mezzo libro. Non è felice, non è serena. La sua vita è vuota. Non ha niente, niente di speciale. Perciò si aggrappa a questo Tommaso ritrovato, alle sue email, alle sue telefonate, ai bei ricordi che le vengono in mente del loro amore, quando c'era. Da fuori la vita del suo ex le appare migliore della sua, lui sembra realizzato, ha anche una moglie, dei figli. Lei invece non ha niente, questa vita non sa prenderla, cerca istruzioni per l'uso. Forse Tommaso può fornirgliele. Peccato che nemmeno per lui questo sia un momento facile, il suo matrimonio non è particolarmente felice e, parlando con Amanda, si convince che quello che prova per la moglie Tiziana sia solo un sentimento sbiadito rispetto a quello che provava dieci-dodici anni prima per la sua storica ex. Ma è davvero così? E ha senso buttare all'aria la sua famiglia per qualche email scambiata con l'unica donna che in questo momento di dubbio crede di aver davvero amato? Amanda e Tommaso, in modi completamente diversi, vivono in tunnel da cui non sanno uscire, in tunnel che finiscono per arredare. E restano lì, a viverci, a ripensare al passato. Ma che cos'è che davvero dà un senso alla vita di tutti? La risposta Amanda la trova in un tema che dà ai suoi alunni. L'amore. E allora un po' cede all'amore per il Fumetto del passato, salvo poi capire che quelli come loro, come lei e Tommaso, non sono capaci di stare davvero bene mentre stanno bene, ma rendono perfetto solo quello che hanno già vissuto o che potranno vivere.
Perché l’amore, dice Amanda a Tommaso, sarà senz'altro meglio quando c’�. Ma per persone come noi diventa perfetto solo quando c’era.
Una bella storia, breve e scorrevole.
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Il miglio verde 9707154 576 Stephen King 8860613426 Elisa 5 Era il lontano 1932 e lui era un quarantenne come mille altri, con una moglie di cui era pazzamente innamorato, Janice, con figli ormai grandi, con colleghi di lavoro che, nella maggior parte dei casi, erano diventati anche amici. Quello che non era normale era il lavoro che faceva Paul: insieme a Dean, Brutal, Harry e Percy sorvegliava i detenuti che attendevano di percorrere l'ultimo miglio della loro vita, quello che a Cold Mountain, a causa del colore del pavimento, era chiamato il miglio verde. Alla fine del miglio verde, ad attendere i condannati a morte, si ergeva terrificante Old sparky, la vecchia scintillante sedia elettrica. Era compito di Paul e della sua squadra anche la vera e propria esecuzione.
Nel 1932 le celle del blocco E erano occupate da due criminali detti Presidente e Capo, dopo la loro esecuzione inizia la vera e propria storia narrata da Paul. Tutto cominciò con l'arrivo al braccio della morte di Delacroix e John Coffey (sì, come il caffè, ma scritto diverso). Del era un ometto francese, assassino di molte persone, che però all'interno di quelle mura tirò fuori tutta la propria umanità, affezionandosi a uno strano topolino con gli occhi neri neri, capace, chissà come, di compiere curiosi giochi circensi. Quel topolino vagava già da un po' al blocco E, si intrufolava spesso nella cella vuota che poi avrebbe occupato Del, tanto da far credere ai carcerieri che, chissà come, quel topolino lo stava proprio aspettando. Delacroix lo chiamò affettuosamente Signor Jingles. Al suo arrivo ebbe un piccolo inconveniente con Percy, l'ultimo carceriere assunto, finito lì grazie alle sue alte conoscenze politiche. Un raccomandato invasato e fanatico, che non mostrava mai il minimo di tatto nel rapportarsi con i detenuti, non vedeva l'ora di picchiare qualcuno, di farlo soffrire, di insultarlo. Percy si prese subito male con Del.
Poco dopo Delacroix, giunse al blocco E John Coffey, accusato di aver stuprato e ucciso le due sorelline Deterrick. Non appena Paul lo vide rimase esterrefatto: John Coffey era l'uomo più grande che avesse mai visto. Un negro gigante accusato di aver commesso un crimine orribile, ma che a Paul non fece paura. Gli strinse addirittura la mano il giorno del suo arrivo, non era mai successo prima che si avvicinasse così tanto a un detenuto del blocco E. John Coffey era un omone con il cervello di un bambino. Aveva paura del buio e piangeva in continuazione. Paul lo guardava e non poteva capire come, un uomo all'apparenza così mansueto, potesse aver compiuto un'azione tanto brutta. Eppure era stato trovato con le mani nel sacco. Quando la polizia l'aveva arrestato lui era lungo le rive di un fiume, con in braccio le sorelline morte, sporche di sangue. Le teneva in braccio e piangeva, urlava. Voleva rimediare, ma era troppo tardi.
Presto arrivò anche un terzo detenuto al braccio E, un giovanotto molto pericoloso, uno che potenzialmente era ritenuto in grado di fare qualsiasi cosa, William Wharton, che amava paragonarsi a Billy the Kid.
Il 1932 fu l'anno in cui Paul rimase vittima di una dolorosissima infezione alle vie urinarie. Fu proprio questa sua malattia, e l'incredibile modo in cui ne uscì fuori, a fargli guardare con nuovi occhi il gigante nero del blocco E. Stava soffrendo da cani il giorno in cui John Coffey lo invitò ad entrare nella sua cella. Nessun carceriere sarebbe mai dovuto entrare da solo nella cella di un detenuto, meno che mai in quella di un detenuto grande e grosso come John, eppure Paul lo fece. Senza sapere forse nemmeno il perché si ritrovò seduto accanto a Coffey. Il gigante assassino posò le mani su Paul per alcuni istanti, poi dalla sua bocca iniziò a uscire uno strano sciame di qualcosa di nero che, nell'aria, diventava bianco fino a sparire. Insieme a quella strana roba era sparito anche il dolore di Paul, non sarebbe mai più tornato. Paul rimase sconvolto, John non piangeva e continuava a ripetergli: l'ho aiutata vero? L'ho aiutata capo. Non c'erano testimoni di quanto accaduto, tutti si accorsero semplicemente del fatto che l'infezione, chissà come, era svanita.
Poco tempo dopo John Coffey ebbe di nuovo modo di mostrare le proprie capacità paranormali. Quel giorno Percy si dimenticò come al solito di camminare al centro del corridoio, sbadatamente si spostò un po' troppo verso il lato della cella di Wharton, che non si lasciò sfuggire l'occasione e lo acchiappò al volo. Tra il dolore e l'umiliazione Percy se la fece addosso e Del, notandolo, lo prese in giro. Percy era ancora sconvolto quando il signor Jingles, per stare dietro ai suoi giochetti circensi, uscì fuori dalla cella di Delacroix. Fu un attimo e Percy lo schiacciò col piede. Del urlava, il topolino era immobile a terra, in mezzo a una chiazza di sangue e, dall'altro lato, John Coffey, dopo aver osservato la scena, disse a Paul di dargli il signor Jingles, finché era ancora in tempo. Fu un attimo e quel topolino moribondo, tra le mani del gigante nero, riprese vita. A parte Percy, tutti gli agenti stavolta furono testimoni del miracolo e di quella strana roba che usciva dalla bocca di John.
Paul Edgecombe non credeva che Coffey fosse davvero colpevole, stava mettendo insieme i pezzi, stava riordinando le idee. John era un uomo che dio aveva mandato sulla terra con una capacità di aiutare le persone incredibile. John poteva aiutare, poteva salvare vite. John non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe, Paul era convinto del fatto che non avrebbe mai potuto violentare e uccidere due bambine.
Paul non si sbagliava, fu lo stesso John a fargli capire chi era il colpevole, fu lo stesso Coffey a usare i suoi poteri per punire i cattivi.
Tutti gli uomini del blocco E erano consapevoli del fatto che avrebbero mandato a morire sulla sedia elettrica un uomo innocente, ma non sapevano come aiutarlo, non potevano dimostrare la verità. Fu ancora una volta lui ad aiutare loro, dicendo che per lui era un sollievo porre fine a una vita così, vissuta in solitudine, con quella sua strana capacità di captare il dolore delle persone.
Quella di John Coffey fu l'ultima esecuzione cui partecipò Paul Edgecombe.
Ormai anziano, alla casa di riposo, ripercorre i passi che lo portarono a quell'ultimo miglio verde percorso insieme al suo ragazzone, che gli assicurò: non espoderai, capo. Aveva ragione. Mentre scrive le sue memorie, Paul Edgecombe ha ben 104 anni, non ha più avuto nessun malanno dopo che John Coffey gli ha posato le mani addosso. E non è l'unico ad essere stato fornito di un elisir di lunga vita dal gigante buono. In una baracca accanto al casolare vive ancora il signor Jingles, un po' acciaccato, ma felice. Sa ancora fare i giochi che gli aveva insegnato Delacroix, quello strano uomo francese, pluriomicida, che si innamorò di un topolino. Paul, ultracentenario, ripensa alla strana morte di Del, a quell'esecuzione per mano di Percy che non ebbe niente di umano. Ripensa alle urla che sentiva John nella stanza di Old Sparky. Ripensa a sua moglie morta in un incidente e pensa ad Elaine, a quanto la ami nonostante l'età.

Questo è l'unico libro che ho letto di Stephen King. Volevo leggerlo da tanto, ma l'ho letto solo ora. Non ho nemmeno mai visto il film che ne hanno tratto, ma lo farò presto, anche perché il libro mi ha davvero conquistata. Non posso dire che è una bella storia, perché di bello questa storia non ha niente, però davvero mi sono trovata in mezzo agli eventi con una voglia matta di sapere come si sarebbero evoluti.
Il miglio verde non nasce come un romanzo. Ho scoperto leggendo l'introduzione dell'autore che, come faceva Charles Dickens nell'Ottocento, anche Stephen King ha provato a scrivere una storia a puntate, costruita gradualmente. Né i lettori né l'autore dunque sapevano come sarebbe andata a finire: Stephen King ha, di volta in volta, improvvisato.
Per me il risultato è stato ottimo.
A un tratto della lettura, quando era notte fonda e in casa c'era un silenzio tombale, stavo piangendo. Non metaforicamente: stavo piangendo lacrime vere. Piangevo per Paul, per John, per il signor Jingles, per uno Stato che si erge a emblema della democrazia e poi ha ancora la pena di morte. Mentre leggevo della strana esecuzione di Del, letteralmente fritto sulla sedia elettrica, mi sono sentita orgogliosa di vivere in uno Stato dove non c'è nessun miglio verde, dove non c'è nessuna sedia elettrica, dove nessuno viene pagato per porre fine alla vita di altri esseri umani. Leggendo Il miglio verde, pagina dopo pagina, esecuzione dopo esecuzione, mi sono resa conto che anche solo per non avere la pena di morte nel nostro ordinamento dobbiamo sentirci orgogliosi di essere italiani. Sì, siamo un paese disastrato, comico, economicamente problematico, politicamente instabile, MA non abbiamo la pena di morte. E questo io lo trovo giusto. Ho ancora il voltastomaco per la fine di Delacroix. Ancora quella sensazione che mi fa dire che qualunque reato abbia commesso una persona non la rende meritevole di essere uccisa in quel modo da uno Stato. Capisco la voglia di vendetta di chi è stato toccato personalmente da crimini in nessun modo giustificabili, ma non vorrei mai uno Stato che facesse della vendetta la sua bandiera.
La giustizia, per come la vedo io, non passa per la pena di morte.
E se avessi avuto dei dubbi a riguardo (ma non li avevo) questo libro me li avrebbe certamente chiariti. ]]>
4.46 1996 Il miglio verde
author: Stephen King
name: Elisa
average rating: 4.46
book published: 1996
rating: 5
read at: 2013/04/08
date added: 2013/06/01
shelves:
review:
Paul Edgecombe era il capo degli agenti del blocco E del penitenziario di Cold Mountain. È lui che, ormai molto anziano, ospite di una casa di riposo, decide di raccontare che cosa è successo decenni e decenni prima nel reparto in cui lavorava, quello del braccio della morte. Ha bisogno di far conoscere la storia di cui, suo malgrado, è stato protagonista.
Era il lontano 1932 e lui era un quarantenne come mille altri, con una moglie di cui era pazzamente innamorato, Janice, con figli ormai grandi, con colleghi di lavoro che, nella maggior parte dei casi, erano diventati anche amici. Quello che non era normale era il lavoro che faceva Paul: insieme a Dean, Brutal, Harry e Percy sorvegliava i detenuti che attendevano di percorrere l'ultimo miglio della loro vita, quello che a Cold Mountain, a causa del colore del pavimento, era chiamato il miglio verde. Alla fine del miglio verde, ad attendere i condannati a morte, si ergeva terrificante Old sparky, la vecchia scintillante sedia elettrica. Era compito di Paul e della sua squadra anche la vera e propria esecuzione.
Nel 1932 le celle del blocco E erano occupate da due criminali detti Presidente e Capo, dopo la loro esecuzione inizia la vera e propria storia narrata da Paul. Tutto cominciò con l'arrivo al braccio della morte di Delacroix e John Coffey (sì, come il caffè, ma scritto diverso). Del era un ometto francese, assassino di molte persone, che però all'interno di quelle mura tirò fuori tutta la propria umanità, affezionandosi a uno strano topolino con gli occhi neri neri, capace, chissà come, di compiere curiosi giochi circensi. Quel topolino vagava già da un po' al blocco E, si intrufolava spesso nella cella vuota che poi avrebbe occupato Del, tanto da far credere ai carcerieri che, chissà come, quel topolino lo stava proprio aspettando. Delacroix lo chiamò affettuosamente Signor Jingles. Al suo arrivo ebbe un piccolo inconveniente con Percy, l'ultimo carceriere assunto, finito lì grazie alle sue alte conoscenze politiche. Un raccomandato invasato e fanatico, che non mostrava mai il minimo di tatto nel rapportarsi con i detenuti, non vedeva l'ora di picchiare qualcuno, di farlo soffrire, di insultarlo. Percy si prese subito male con Del.
Poco dopo Delacroix, giunse al blocco E John Coffey, accusato di aver stuprato e ucciso le due sorelline Deterrick. Non appena Paul lo vide rimase esterrefatto: John Coffey era l'uomo più grande che avesse mai visto. Un negro gigante accusato di aver commesso un crimine orribile, ma che a Paul non fece paura. Gli strinse addirittura la mano il giorno del suo arrivo, non era mai successo prima che si avvicinasse così tanto a un detenuto del blocco E. John Coffey era un omone con il cervello di un bambino. Aveva paura del buio e piangeva in continuazione. Paul lo guardava e non poteva capire come, un uomo all'apparenza così mansueto, potesse aver compiuto un'azione tanto brutta. Eppure era stato trovato con le mani nel sacco. Quando la polizia l'aveva arrestato lui era lungo le rive di un fiume, con in braccio le sorelline morte, sporche di sangue. Le teneva in braccio e piangeva, urlava. Voleva rimediare, ma era troppo tardi.
Presto arrivò anche un terzo detenuto al braccio E, un giovanotto molto pericoloso, uno che potenzialmente era ritenuto in grado di fare qualsiasi cosa, William Wharton, che amava paragonarsi a Billy the Kid.
Il 1932 fu l'anno in cui Paul rimase vittima di una dolorosissima infezione alle vie urinarie. Fu proprio questa sua malattia, e l'incredibile modo in cui ne uscì fuori, a fargli guardare con nuovi occhi il gigante nero del blocco E. Stava soffrendo da cani il giorno in cui John Coffey lo invitò ad entrare nella sua cella. Nessun carceriere sarebbe mai dovuto entrare da solo nella cella di un detenuto, meno che mai in quella di un detenuto grande e grosso come John, eppure Paul lo fece. Senza sapere forse nemmeno il perché si ritrovò seduto accanto a Coffey. Il gigante assassino posò le mani su Paul per alcuni istanti, poi dalla sua bocca iniziò a uscire uno strano sciame di qualcosa di nero che, nell'aria, diventava bianco fino a sparire. Insieme a quella strana roba era sparito anche il dolore di Paul, non sarebbe mai più tornato. Paul rimase sconvolto, John non piangeva e continuava a ripetergli: l'ho aiutata vero? L'ho aiutata capo. Non c'erano testimoni di quanto accaduto, tutti si accorsero semplicemente del fatto che l'infezione, chissà come, era svanita.
Poco tempo dopo John Coffey ebbe di nuovo modo di mostrare le proprie capacità paranormali. Quel giorno Percy si dimenticò come al solito di camminare al centro del corridoio, sbadatamente si spostò un po' troppo verso il lato della cella di Wharton, che non si lasciò sfuggire l'occasione e lo acchiappò al volo. Tra il dolore e l'umiliazione Percy se la fece addosso e Del, notandolo, lo prese in giro. Percy era ancora sconvolto quando il signor Jingles, per stare dietro ai suoi giochetti circensi, uscì fuori dalla cella di Delacroix. Fu un attimo e Percy lo schiacciò col piede. Del urlava, il topolino era immobile a terra, in mezzo a una chiazza di sangue e, dall'altro lato, John Coffey, dopo aver osservato la scena, disse a Paul di dargli il signor Jingles, finché era ancora in tempo. Fu un attimo e quel topolino moribondo, tra le mani del gigante nero, riprese vita. A parte Percy, tutti gli agenti stavolta furono testimoni del miracolo e di quella strana roba che usciva dalla bocca di John.
Paul Edgecombe non credeva che Coffey fosse davvero colpevole, stava mettendo insieme i pezzi, stava riordinando le idee. John era un uomo che dio aveva mandato sulla terra con una capacità di aiutare le persone incredibile. John poteva aiutare, poteva salvare vite. John non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe, Paul era convinto del fatto che non avrebbe mai potuto violentare e uccidere due bambine.
Paul non si sbagliava, fu lo stesso John a fargli capire chi era il colpevole, fu lo stesso Coffey a usare i suoi poteri per punire i cattivi.
Tutti gli uomini del blocco E erano consapevoli del fatto che avrebbero mandato a morire sulla sedia elettrica un uomo innocente, ma non sapevano come aiutarlo, non potevano dimostrare la verità. Fu ancora una volta lui ad aiutare loro, dicendo che per lui era un sollievo porre fine a una vita così, vissuta in solitudine, con quella sua strana capacità di captare il dolore delle persone.
Quella di John Coffey fu l'ultima esecuzione cui partecipò Paul Edgecombe.
Ormai anziano, alla casa di riposo, ripercorre i passi che lo portarono a quell'ultimo miglio verde percorso insieme al suo ragazzone, che gli assicurò: non espoderai, capo. Aveva ragione. Mentre scrive le sue memorie, Paul Edgecombe ha ben 104 anni, non ha più avuto nessun malanno dopo che John Coffey gli ha posato le mani addosso. E non è l'unico ad essere stato fornito di un elisir di lunga vita dal gigante buono. In una baracca accanto al casolare vive ancora il signor Jingles, un po' acciaccato, ma felice. Sa ancora fare i giochi che gli aveva insegnato Delacroix, quello strano uomo francese, pluriomicida, che si innamorò di un topolino. Paul, ultracentenario, ripensa alla strana morte di Del, a quell'esecuzione per mano di Percy che non ebbe niente di umano. Ripensa alle urla che sentiva John nella stanza di Old Sparky. Ripensa a sua moglie morta in un incidente e pensa ad Elaine, a quanto la ami nonostante l'età.

Questo è l'unico libro che ho letto di Stephen King. Volevo leggerlo da tanto, ma l'ho letto solo ora. Non ho nemmeno mai visto il film che ne hanno tratto, ma lo farò presto, anche perché il libro mi ha davvero conquistata. Non posso dire che è una bella storia, perché di bello questa storia non ha niente, però davvero mi sono trovata in mezzo agli eventi con una voglia matta di sapere come si sarebbero evoluti.
Il miglio verde non nasce come un romanzo. Ho scoperto leggendo l'introduzione dell'autore che, come faceva Charles Dickens nell'Ottocento, anche Stephen King ha provato a scrivere una storia a puntate, costruita gradualmente. Né i lettori né l'autore dunque sapevano come sarebbe andata a finire: Stephen King ha, di volta in volta, improvvisato.
Per me il risultato è stato ottimo.
A un tratto della lettura, quando era notte fonda e in casa c'era un silenzio tombale, stavo piangendo. Non metaforicamente: stavo piangendo lacrime vere. Piangevo per Paul, per John, per il signor Jingles, per uno Stato che si erge a emblema della democrazia e poi ha ancora la pena di morte. Mentre leggevo della strana esecuzione di Del, letteralmente fritto sulla sedia elettrica, mi sono sentita orgogliosa di vivere in uno Stato dove non c'è nessun miglio verde, dove non c'è nessuna sedia elettrica, dove nessuno viene pagato per porre fine alla vita di altri esseri umani. Leggendo Il miglio verde, pagina dopo pagina, esecuzione dopo esecuzione, mi sono resa conto che anche solo per non avere la pena di morte nel nostro ordinamento dobbiamo sentirci orgogliosi di essere italiani. Sì, siamo un paese disastrato, comico, economicamente problematico, politicamente instabile, MA non abbiamo la pena di morte. E questo io lo trovo giusto. Ho ancora il voltastomaco per la fine di Delacroix. Ancora quella sensazione che mi fa dire che qualunque reato abbia commesso una persona non la rende meritevole di essere uccisa in quel modo da uno Stato. Capisco la voglia di vendetta di chi è stato toccato personalmente da crimini in nessun modo giustificabili, ma non vorrei mai uno Stato che facesse della vendetta la sua bandiera.
La giustizia, per come la vedo io, non passa per la pena di morte.
E se avessi avuto dei dubbi a riguardo (ma non li avevo) questo libro me li avrebbe certamente chiariti.
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The Help 13490279 524 Kathryn Stockett 8804617829 Elisa 5 4.43 2009 The Help
author: Kathryn Stockett
name: Elisa
average rating: 4.43
book published: 2009
rating: 5
read at: 2012/11/12
date added: 2013/05/18
shelves:
review:

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<![CDATA[Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana. 8 settembre 1943-25 aprile 1945]]> 9727173 356 Piero Malvezzi 8806178865 Elisa 5 4.56 1961 Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana. 8 settembre 1943-25 aprile 1945
author: Piero Malvezzi
name: Elisa
average rating: 4.56
book published: 1961
rating: 5
read at: 2013/05/01
date added: 2013/05/01
shelves:
review:

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<![CDATA[Finché le stelle saranno in cielo]]> 15983750 356 Kristin Harmel 8811684110 Elisa 5 4.12 2012 Finché le stelle saranno in cielo
author: Kristin Harmel
name: Elisa
average rating: 4.12
book published: 2012
rating: 5
read at: 2013/03/03
date added: 2013/03/20
shelves:
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Italiani di domani 16095484 Sono le otto T del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro.
1. Talento. Siate brutali
2. Tenacia. Siate pazienti
3. Tempismo. Siate pronti
4. Tolleranza. Siate elastici
5. Totem. Siate leali
6. Tenerezza. Siate morbidi
7. Terra. Siate aperti
8. Testa. Siate ottimisti
Dietro le otto porte, non c’� necessariamente il successo. Ma di sicuro c'è una vita - e un'Italia - migliore.]]>
178 Beppe Severgnini 8858637232 Elisa 3 3.49 2012 Italiani di domani
author: Beppe Severgnini
name: Elisa
average rating: 3.49
book published: 2012
rating: 3
read at: 2013/03/18
date added: 2013/03/18
shelves:
review:

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Il postino di Neruda 790280 121 Antonio Skármeta 8811668204 Elisa 4 3.72 1985 Il postino di Neruda
author: Antonio Skármeta
name: Elisa
average rating: 3.72
book published: 1985
rating: 4
read at: 2013/03/17
date added: 2013/03/18
shelves:
review:

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La bambina che non esisteva 13452944 316 Siba Shakib 8838489858 Elisa 2 3.57 2003 La bambina che non esisteva
author: Siba Shakib
name: Elisa
average rating: 3.57
book published: 2003
rating: 2
read at: 2009/08/01
date added: 2013/03/14
shelves:
review:

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Norwegian Wood: Tokyo Blues 7741999 384 Haruki Murakami 880618315X Elisa 5
Era da tanto tempo che non incrociavo una storia così, una storia capace di prendermi fin dall'inizio, una storia che non mi ha dato tregua finché non sono arrivata all'ultima pagina.
Il nostro primo incontro, mio e di Murakami, non poteva essere migliore di così. Questa storia di solitudine e dolore, di speranza e riflessione, questa storia di angoscia, morte e rinascita resterà per sempre in un angolino del mio cuore. Lo so. Lo sento.
C'ho messo tanto tempo per scrivere qualcosa su questo libro, ma dopo averlo finito avrei voluto riempire tutta la pagina bianca di bello, bello, bello e non mi sembrava il caso, anche se è quello che penso ancora adesso. Norwegian wood entrerà a far parte della schiera dei miei libri preferiti, forse è prematuro dirlo adesso, a caldo, ma sento che sarà così.

La storia inizia quando TÅru Watanabe atterra all'aeroporto di Amburgo con il sottofondo musicale di una canzone dei Beatles, canzone che lo riporta immediatamente indietro nel tempo. Vent'anni prima, sul finire degli anni Sessanta, era un ragazzo qualunque, triste e solitario, emarginato dagli altri o forse solo da se stesso. Le note di "Norwegian Wood" nell'aria lo riportano indietro fino a Naoko. Com'era Naoko? TÅru sembra non ricordarlo più. Eppure ha bisogno di tenere in vita la promessa che le ha fatto quel giorno. Le ha promesso che non l'avrebbe mai dimenticata. Deve riportarla in vita. Decide di farlo con le sue parole.
Ecco che ha inizio la storia, come un lungo flashback in cui TÅru ripercorre quegli anni tristi e confusi della fine della scuola e dell'università. Lui è uno di quelli che per capire le cose ha bisogno di scriverle e allora inizia a riempire le pagine con tutto quello che l'ha distrutto e che, al tempo stesso, l'ha tenuto in vita. L'amicizia. L'amore. La morte.
Erano belli e giovani lui e Naoko quando si sono conosciuti. Naoko era la ragazza di Kizuki, l'unico amico di TÅru, un ragazzo brillante e spigliato che un giorno, all'improvviso, si toglie la vita. TÅru è l'ultimo a vederlo in vita, l'ultimo che ci gioca a biliardo, l'ultimo che gli parla. Dopo la morte di Kizuki quel posto non ha più niente da offrire a TÅru, che se ne va per andare a studiare qualcosa che in realtà non lo appassiona.
Del tutto casualmente un giorno lui e Naoko si rincontrano. Lei è bellissima, con quei capelli lisci appuntati con un fermaglio. È una ragazza di poche parole, che viveva talmente in simbiosi con Kizuki da sentirsi morta a metà anche lei, ora che lui non c'è più. Non parlano mai di lui TÅru e Naoko. Passeggiano uno accanto all'altra, ma mantengono le distanze, fino al giorno in cui lei compie vent'anni. Quel giorno il loro passato comune, estremamente doloroso, arriva a galla. Intorno alla torta di compleanno Naoko non potrà più trovare l'unico vero grande amore della sua vita. Scoppia a piangere. TÅru l'avvolge in un abbraccio spontaneo. Lei piange e lui cerca di proteggerla come può. Quel giorno fanno l'amore. Potrebbe sembrare l'inizio di una storia d'amore che fonderà due solitudini per costruire qualcosa di più grande e bello, ma non lo è. Non faranno mai più l'amore loro due, anche se si ameranno ancora, con carezze, parole, sguardi.
Naoko è troppo fragile, non ce la fa. La sua giovane vita ha già dovuto affrontare due suicidi: quello di sua sorella e quello del suo ragazzo. Non può sopportare un peso così grande. Ha bisogno d'aiuto, per questo lascia l'università e si rifugia in una specie di clinica immersa nella natura, dove tutti si aiutano a vicenda. TÅru le fa visita qualche volta, le promette che l'aspetterà fuori da lì.
Fuori da lì c'è il suo collegio. Non ha amici, se non un tipo esaltato che è convinto di poter fare grandi cose nella vita, Nagasawa. È un cinico, che prova a coinvolgere TÅru nelle sue avventure notturne, riuscendoci all'inizio. TÅru non è abituato a passare da un letto all'altro senza coinvolgimenti emotivi, non si sente bene a comportarsi così, per questo un giorno smette di emulare Nagasawa, anche perché ha promesso a Naoko, ricoverata in quella specie di clinica psichiatrica, che non avrebbe più fatto l'amore con nessun altra. TÅru sente di amare Naoko.
Almeno questo è quello che si racconta per gran parte del tempo. Mentre Naoko è lontana, in cura, lui conosce una vulcanica ragazza coi capelli corti, Midori, che frequenta il suo stesso corso. Midori è una botta di energia, è mille cose tutte insieme. È strana, forte, solare, è curiosa. Ha tanti interessi e una gioia di vivere che spiazza in parte TÅru. Eppure anche lei, come tutti i protagonisti del romanzo, ha una ferita profonda nel cuore. La madre è morta di cancro, anche il padre ha lo stesso male e ha davanti a sé poco altro tempo. Midori è distrutta dal dolore, ma non lo dà mai a vedere, lei è una ragazza alternativa, tranquilla, una ragazza che crede ancora nella bellezza della vita, nonostante la sua, finora, non sia stata altro che un insieme di dolore e sofferenza. Come Naoko anche lei avrebbe i suoi buoni motivi per lasciarsi andare, per buttarsi a terra, per passare il tempo pensando a quello che non potrà più essere, ma non lo fa. Midori ama la vita, ha un entusiasmo in grado di contagiare gli altri. Proprio lei dice:

Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.

Poi tutto andrà bene. Midori ci crede e ci fa credere anche l'amico Watanabe, che giorno dopo giorno diventa sempre più importante per lei. TÅru è combattuto, forse ama entrambe le sue donne: Naoko, fragile e indifesa che ha bisogno di lui per restare a galla, e Midori. Chi scegliere? Come farlo senza ferire nessuno?
Quello che si sa fin dall'inizio del romanzo, quando Watanabe ripensa a Naoko accorgendosi di non ricordarne i tratti del volto, è che non sarà lei la donna della sua vita, ma la sensazione è che questo non sia dovuto solo a una scelta di TÅru. C'è un'atmosfera cupa e angosciante intorno Naoko. Si percepisce che non finirà bene.
Questa almeno era la mia sensazione. Non ho avuto dubbi su chi preferivo tra le due donne di TÅru: Midori. Per questo la fine mi ha spiazzata, perché è una fine a metà. Una fine sospesa. Forse ogni lettore può inventarsi quella che preferisce. Odio i libri e i film senza un finale definito, ma per Norwegian Wood faccio un'eccezione. Resta il fatto che sarei stata più contenta se Murakami si fosse degnato di scrivere altre cinque righe, tanto che c'era, per darmi la certezza che Watanabe e Midori si sarebbero riappacificati. Comunque visto che è un finale mezzo aperto e che posso immaginarmi quello che voglio, io mi immagino questo: che lui e Midori, così tanto travagliati nelle loro giovani vite, abbiano trovato il loro "e vissero felici e contenti".

Midori resterà nel mio cuore. Un bellissimo personaggio femminile, per i miei gusti. Fragile e forte. Donna e bambina. Determinata. Semplice. Innamorata. Dignitosa, anche nel modo di vivere il proprio dolore. Il suo è il personaggio che più mi ha conquistata in questo romanzo, ma mi sono molto affezionata anche al narratore. A volte avrei voluto prendere per mano Naoko e dirle che ci sarebbe stato qualcosa di bello anche per lei, ad aspettarla chissà dove, chissà quando, nel futuro.
Quella di Norwegian Wood è una storia difficile, una storia che non ho saputo raccontare come avrei voluto, una storia d'amore, ma non solo. Non so come sia riuscito Murakami a scrivere tante pagine così intense, non cadendo mai in una banale descrizione strappalacrime della sofferenza dei suoi personaggi. La storia conta ben quattro suicidi, cosa che di per sé mi ha riempita di angoscia. Eppure, alla fine, quando sono restata sospesa in quella telefonata tra Midori e Watanabe, quando le parole sono terminate ed è rimasto solo lo spazio bianco, l'angoscia non era il sentimento che prevaleva in me. Sentivo qualcosa di più simile alla speranza. La speranza che per tutti noi, qualunque sia la cicatrice che ci portiamo dentro, ci sia un futuro migliore da qualche parte, popolato da persone che sapranno aiutarci a rimarginarla, quella cicatrice. Dobbiamo solo crederci ed essere abbastanza curiosi per andare a vedere come sarà, il nostro futuro.]]>
4.03 1987 Norwegian Wood: Tokyo Blues
author: Haruki Murakami
name: Elisa
average rating: 4.03
book published: 1987
rating: 5
read at: 2013/02/20
date added: 2013/03/09
shelves:
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Era da tanto tempo che non incrociavo una storia così, una storia capace di prendermi fin dall'inizio, una storia che non mi ha dato tregua finché non sono arrivata all'ultima pagina.
Il nostro primo incontro, mio e di Murakami, non poteva essere migliore di così. Questa storia di solitudine e dolore, di speranza e riflessione, questa storia di angoscia, morte e rinascita resterà per sempre in un angolino del mio cuore. Lo so. Lo sento.
C'ho messo tanto tempo per scrivere qualcosa su questo libro, ma dopo averlo finito avrei voluto riempire tutta la pagina bianca di bello, bello, bello e non mi sembrava il caso, anche se è quello che penso ancora adesso. Norwegian wood entrerà a far parte della schiera dei miei libri preferiti, forse è prematuro dirlo adesso, a caldo, ma sento che sarà così.

La storia inizia quando TÅru Watanabe atterra all'aeroporto di Amburgo con il sottofondo musicale di una canzone dei Beatles, canzone che lo riporta immediatamente indietro nel tempo. Vent'anni prima, sul finire degli anni Sessanta, era un ragazzo qualunque, triste e solitario, emarginato dagli altri o forse solo da se stesso. Le note di "Norwegian Wood" nell'aria lo riportano indietro fino a Naoko. Com'era Naoko? TÅru sembra non ricordarlo più. Eppure ha bisogno di tenere in vita la promessa che le ha fatto quel giorno. Le ha promesso che non l'avrebbe mai dimenticata. Deve riportarla in vita. Decide di farlo con le sue parole.
Ecco che ha inizio la storia, come un lungo flashback in cui TÅru ripercorre quegli anni tristi e confusi della fine della scuola e dell'università. Lui è uno di quelli che per capire le cose ha bisogno di scriverle e allora inizia a riempire le pagine con tutto quello che l'ha distrutto e che, al tempo stesso, l'ha tenuto in vita. L'amicizia. L'amore. La morte.
Erano belli e giovani lui e Naoko quando si sono conosciuti. Naoko era la ragazza di Kizuki, l'unico amico di TÅru, un ragazzo brillante e spigliato che un giorno, all'improvviso, si toglie la vita. TÅru è l'ultimo a vederlo in vita, l'ultimo che ci gioca a biliardo, l'ultimo che gli parla. Dopo la morte di Kizuki quel posto non ha più niente da offrire a TÅru, che se ne va per andare a studiare qualcosa che in realtà non lo appassiona.
Del tutto casualmente un giorno lui e Naoko si rincontrano. Lei è bellissima, con quei capelli lisci appuntati con un fermaglio. È una ragazza di poche parole, che viveva talmente in simbiosi con Kizuki da sentirsi morta a metà anche lei, ora che lui non c'è più. Non parlano mai di lui TÅru e Naoko. Passeggiano uno accanto all'altra, ma mantengono le distanze, fino al giorno in cui lei compie vent'anni. Quel giorno il loro passato comune, estremamente doloroso, arriva a galla. Intorno alla torta di compleanno Naoko non potrà più trovare l'unico vero grande amore della sua vita. Scoppia a piangere. TÅru l'avvolge in un abbraccio spontaneo. Lei piange e lui cerca di proteggerla come può. Quel giorno fanno l'amore. Potrebbe sembrare l'inizio di una storia d'amore che fonderà due solitudini per costruire qualcosa di più grande e bello, ma non lo è. Non faranno mai più l'amore loro due, anche se si ameranno ancora, con carezze, parole, sguardi.
Naoko è troppo fragile, non ce la fa. La sua giovane vita ha già dovuto affrontare due suicidi: quello di sua sorella e quello del suo ragazzo. Non può sopportare un peso così grande. Ha bisogno d'aiuto, per questo lascia l'università e si rifugia in una specie di clinica immersa nella natura, dove tutti si aiutano a vicenda. TÅru le fa visita qualche volta, le promette che l'aspetterà fuori da lì.
Fuori da lì c'è il suo collegio. Non ha amici, se non un tipo esaltato che è convinto di poter fare grandi cose nella vita, Nagasawa. È un cinico, che prova a coinvolgere TÅru nelle sue avventure notturne, riuscendoci all'inizio. TÅru non è abituato a passare da un letto all'altro senza coinvolgimenti emotivi, non si sente bene a comportarsi così, per questo un giorno smette di emulare Nagasawa, anche perché ha promesso a Naoko, ricoverata in quella specie di clinica psichiatrica, che non avrebbe più fatto l'amore con nessun altra. TÅru sente di amare Naoko.
Almeno questo è quello che si racconta per gran parte del tempo. Mentre Naoko è lontana, in cura, lui conosce una vulcanica ragazza coi capelli corti, Midori, che frequenta il suo stesso corso. Midori è una botta di energia, è mille cose tutte insieme. È strana, forte, solare, è curiosa. Ha tanti interessi e una gioia di vivere che spiazza in parte TÅru. Eppure anche lei, come tutti i protagonisti del romanzo, ha una ferita profonda nel cuore. La madre è morta di cancro, anche il padre ha lo stesso male e ha davanti a sé poco altro tempo. Midori è distrutta dal dolore, ma non lo dà mai a vedere, lei è una ragazza alternativa, tranquilla, una ragazza che crede ancora nella bellezza della vita, nonostante la sua, finora, non sia stata altro che un insieme di dolore e sofferenza. Come Naoko anche lei avrebbe i suoi buoni motivi per lasciarsi andare, per buttarsi a terra, per passare il tempo pensando a quello che non potrà più essere, ma non lo fa. Midori ama la vita, ha un entusiasmo in grado di contagiare gli altri. Proprio lei dice:

Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.

Poi tutto andrà bene. Midori ci crede e ci fa credere anche l'amico Watanabe, che giorno dopo giorno diventa sempre più importante per lei. TÅru è combattuto, forse ama entrambe le sue donne: Naoko, fragile e indifesa che ha bisogno di lui per restare a galla, e Midori. Chi scegliere? Come farlo senza ferire nessuno?
Quello che si sa fin dall'inizio del romanzo, quando Watanabe ripensa a Naoko accorgendosi di non ricordarne i tratti del volto, è che non sarà lei la donna della sua vita, ma la sensazione è che questo non sia dovuto solo a una scelta di TÅru. C'è un'atmosfera cupa e angosciante intorno Naoko. Si percepisce che non finirà bene.
Questa almeno era la mia sensazione. Non ho avuto dubbi su chi preferivo tra le due donne di TÅru: Midori. Per questo la fine mi ha spiazzata, perché è una fine a metà. Una fine sospesa. Forse ogni lettore può inventarsi quella che preferisce. Odio i libri e i film senza un finale definito, ma per Norwegian Wood faccio un'eccezione. Resta il fatto che sarei stata più contenta se Murakami si fosse degnato di scrivere altre cinque righe, tanto che c'era, per darmi la certezza che Watanabe e Midori si sarebbero riappacificati. Comunque visto che è un finale mezzo aperto e che posso immaginarmi quello che voglio, io mi immagino questo: che lui e Midori, così tanto travagliati nelle loro giovani vite, abbiano trovato il loro "e vissero felici e contenti".

Midori resterà nel mio cuore. Un bellissimo personaggio femminile, per i miei gusti. Fragile e forte. Donna e bambina. Determinata. Semplice. Innamorata. Dignitosa, anche nel modo di vivere il proprio dolore. Il suo è il personaggio che più mi ha conquistata in questo romanzo, ma mi sono molto affezionata anche al narratore. A volte avrei voluto prendere per mano Naoko e dirle che ci sarebbe stato qualcosa di bello anche per lei, ad aspettarla chissà dove, chissà quando, nel futuro.
Quella di Norwegian Wood è una storia difficile, una storia che non ho saputo raccontare come avrei voluto, una storia d'amore, ma non solo. Non so come sia riuscito Murakami a scrivere tante pagine così intense, non cadendo mai in una banale descrizione strappalacrime della sofferenza dei suoi personaggi. La storia conta ben quattro suicidi, cosa che di per sé mi ha riempita di angoscia. Eppure, alla fine, quando sono restata sospesa in quella telefonata tra Midori e Watanabe, quando le parole sono terminate ed è rimasto solo lo spazio bianco, l'angoscia non era il sentimento che prevaleva in me. Sentivo qualcosa di più simile alla speranza. La speranza che per tutti noi, qualunque sia la cicatrice che ci portiamo dentro, ci sia un futuro migliore da qualche parte, popolato da persone che sapranno aiutarci a rimarginarla, quella cicatrice. Dobbiamo solo crederci ed essere abbastanza curiosi per andare a vedere come sarà, il nostro futuro.
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<![CDATA[Il precario equilibrio della vita]]> 13548225 112 Giorgio Marconi 8896793831 Elisa 2 L'occasione arriva quando in un anonimo giorno qualunque arriva dall'Italia un postino con un pacco per lui. Dentro c'è una lettera spedita dall'unico amore della sua vita, Clara, nel lontano, lontanissimo ormai, 1939. È una lettera che Giulio ha tanto atteso sessant'anni prima, una lettera che era andata perduta, una lettera che avrebbe potuto cambiare completamente la sua vita.
Era giovane Giulio nel 1939, aveva una vita davanti, aveva un amore e un sogno: fare il pittore. In quella lettera Clara gli avrebbe dovuto dire se suo padre, un grande amante dell'arte, aveva trovato in lui del talento. Doveva dirgli se poteva salire da lei, nel Monferrato, dove si era da poco trasferita con la sua famiglia. Giulio non sopportava quella distanza dalla donna che amava, molto più giovane di lui. Quella lettera era di fondamentale importanza per la sua vita, ma non arrivò mai nelle sue mani, le Poste italiane la smarrirono. Così, sentendosi abbandonato da Clara, sull'orlo di una guerra che avrebbe distrutto l'Italia, Giulio si imbarca e se ne va in America. Ci resterà una decina d'anni senza ottenere il successo sperato. Quando torna in Italia la seconda guerra mondiale è già passata e lui inizia a lavorare come pittore di strada insieme all'amico Edmondo. Trascorre anni liberi e intensi a Piazza Navona, poi si trasferisce a Parigi. Lì è ancora adesso, ora che ha quasi cento anni e tante storie chiuse nel cuore.
Le racconta tutte insieme a Goffredo, il postino che gli ha portato il pacco. Goffredo si siede accanto a quel vecchietto e ascolta senza mai interrompere per ore quello che lui ha da dirgli. Giulio non ha il coraggio di aprire quella lettera che avrebbe potuto dargli una vita molto più bella o più brutta, sicuramente diversa. Sa che quella vita d'amore con Clara che sognava nel '39 non gli avrebbe lasciato la libera vita d'artista che ha avuto e che ha tanto amato, forse quindi è meglio che sia stato il destino a scegliere così, senza consegnare quella lettera. Goffredo ascolta e sente di non avere una vita intensa come quella di Giulio, si sente uno normale, mediocre, con pochi affetti, mille paure, un uomo qualunque che ogni tanto dipinge. Già, anche Goffredo, come Giulio, dipinge.
Le affinità, si scopre pagina dopo pagina, non finiscono lì. Goffredo non è un qualunque postino italiano, Goffredo è un uomo cresciuto senza un padre. La madre aveva provato a cercare a lungo l'uomo che aveva amato, ma inutilmente: aveva saputo che era in America. Goffredo è cresciuto così, avvolto da insicurezza e solitudine, senza aver mai imparato a lasciarsi andare alle emozioni. Eppure adesso, lì davanti a Giulio, capisce che è ora di dare una scossa alla sua vita normale e piatta, ora che per la prima volta ha guardato negli occhi suo padre. Certo Goffredo non sa che quella sarà il loro primo e ultimo dialogo. Certo non sa che la donna che renderà più bella la sua vita l'ha incontrata quello stesso giorno, in quella casa di riposo parigina. Anche lei, Yvonne, ha avuto una vita difficile ed è sempre restata ai margini di ogni emozione, sempre ligia ai propri doveri piuttosto che alla ricerca dei propri piaceri. È tempo di iniziare un nuovo capitolo di vita, adesso che hanno sessant'anni Yvonne e Goffredo sono pronti a farlo insieme. Alla fine l'amore ritorna sempre e, se è vero, non finisce. Quello di Clara e Giulio era un amore così, un amore vissuto per poco tempo, ma rimasto sempre vivo nei loro cuori.

Ho letto questo libro perché circa un mese fa l'autore, Giorgio Marconi, mi ha gentilmente contattata e inviato il pdf. Innanzitutto quindi lo ringrazio, perché altrimenti questa storia non l'avrei né conosciuta né letta. La storia è carina, anche se a tratti l'ho trovata un po' noiosa. Non amo particolarmente i libri scritti sotto forma di monologo e questo lo è in gran parte. Per mio gusto personale avrei preferito che ci fossero più dialoghi tra Goffredo e Giulio, anche se poi, quando si sciolgono i nodi sulle loro vere identità, mi sono sembrati più comprensibili il silenzio e l'emozione di Goffredo, che, per la prima volta, stava ascoltando suo padre. Non mi è piaciuto molto il linguaggio di Giulio, un po' troppo sofisticato e ricercato per i miei gusti. È improbabile conoscere qualcuno che, in una situazione informale, sull'orlo dei cent'anni, parli come parla lui.
La storia comunque è carina, sarebbe potuta essere molto più bella se ci fosse stata una maggiore analisi delle varie situazioni. Questo è un pensiero che ho quasi sempre quando leggo delle storie brevi, spesso i libri di un centinaio di pagine mi lasciano con quella sensazione di poteva essere, ma non è stato del tutto, quella sensazione di fretta di concludere limitandosi a scivolare sui fatti senza approfondirli più di tanto.]]>
3.55 2012 Il precario equilibrio della vita
author: Giorgio Marconi
name: Elisa
average rating: 3.55
book published: 2012
rating: 2
read at: 2013/02/27
date added: 2013/02/27
shelves:
review:
Giulio Matreschi ha quasi un secolo di vita alle spalle. Da anni ormai vive in una speciale casa di riposo parigina, una casa di riposo per ex artisti. E lui lo è stato, un artista. Era un modesto pittore italiano, nato nel 1907. Ora ha novantotto anni e ancora tanta voglia, e capacità, di raccontare la sua vita. E ce ne sono di cose da raccontare: amori, passioni, ricordi d'infanzia, esperienze di vita in giro per il mondo, amicizie. Giulio aspetta solo qualcuno a cui poter raccontare tutto questo.
L'occasione arriva quando in un anonimo giorno qualunque arriva dall'Italia un postino con un pacco per lui. Dentro c'è una lettera spedita dall'unico amore della sua vita, Clara, nel lontano, lontanissimo ormai, 1939. È una lettera che Giulio ha tanto atteso sessant'anni prima, una lettera che era andata perduta, una lettera che avrebbe potuto cambiare completamente la sua vita.
Era giovane Giulio nel 1939, aveva una vita davanti, aveva un amore e un sogno: fare il pittore. In quella lettera Clara gli avrebbe dovuto dire se suo padre, un grande amante dell'arte, aveva trovato in lui del talento. Doveva dirgli se poteva salire da lei, nel Monferrato, dove si era da poco trasferita con la sua famiglia. Giulio non sopportava quella distanza dalla donna che amava, molto più giovane di lui. Quella lettera era di fondamentale importanza per la sua vita, ma non arrivò mai nelle sue mani, le Poste italiane la smarrirono. Così, sentendosi abbandonato da Clara, sull'orlo di una guerra che avrebbe distrutto l'Italia, Giulio si imbarca e se ne va in America. Ci resterà una decina d'anni senza ottenere il successo sperato. Quando torna in Italia la seconda guerra mondiale è già passata e lui inizia a lavorare come pittore di strada insieme all'amico Edmondo. Trascorre anni liberi e intensi a Piazza Navona, poi si trasferisce a Parigi. Lì è ancora adesso, ora che ha quasi cento anni e tante storie chiuse nel cuore.
Le racconta tutte insieme a Goffredo, il postino che gli ha portato il pacco. Goffredo si siede accanto a quel vecchietto e ascolta senza mai interrompere per ore quello che lui ha da dirgli. Giulio non ha il coraggio di aprire quella lettera che avrebbe potuto dargli una vita molto più bella o più brutta, sicuramente diversa. Sa che quella vita d'amore con Clara che sognava nel '39 non gli avrebbe lasciato la libera vita d'artista che ha avuto e che ha tanto amato, forse quindi è meglio che sia stato il destino a scegliere così, senza consegnare quella lettera. Goffredo ascolta e sente di non avere una vita intensa come quella di Giulio, si sente uno normale, mediocre, con pochi affetti, mille paure, un uomo qualunque che ogni tanto dipinge. Già, anche Goffredo, come Giulio, dipinge.
Le affinità, si scopre pagina dopo pagina, non finiscono lì. Goffredo non è un qualunque postino italiano, Goffredo è un uomo cresciuto senza un padre. La madre aveva provato a cercare a lungo l'uomo che aveva amato, ma inutilmente: aveva saputo che era in America. Goffredo è cresciuto così, avvolto da insicurezza e solitudine, senza aver mai imparato a lasciarsi andare alle emozioni. Eppure adesso, lì davanti a Giulio, capisce che è ora di dare una scossa alla sua vita normale e piatta, ora che per la prima volta ha guardato negli occhi suo padre. Certo Goffredo non sa che quella sarà il loro primo e ultimo dialogo. Certo non sa che la donna che renderà più bella la sua vita l'ha incontrata quello stesso giorno, in quella casa di riposo parigina. Anche lei, Yvonne, ha avuto una vita difficile ed è sempre restata ai margini di ogni emozione, sempre ligia ai propri doveri piuttosto che alla ricerca dei propri piaceri. È tempo di iniziare un nuovo capitolo di vita, adesso che hanno sessant'anni Yvonne e Goffredo sono pronti a farlo insieme. Alla fine l'amore ritorna sempre e, se è vero, non finisce. Quello di Clara e Giulio era un amore così, un amore vissuto per poco tempo, ma rimasto sempre vivo nei loro cuori.

Ho letto questo libro perché circa un mese fa l'autore, Giorgio Marconi, mi ha gentilmente contattata e inviato il pdf. Innanzitutto quindi lo ringrazio, perché altrimenti questa storia non l'avrei né conosciuta né letta. La storia è carina, anche se a tratti l'ho trovata un po' noiosa. Non amo particolarmente i libri scritti sotto forma di monologo e questo lo è in gran parte. Per mio gusto personale avrei preferito che ci fossero più dialoghi tra Goffredo e Giulio, anche se poi, quando si sciolgono i nodi sulle loro vere identità, mi sono sembrati più comprensibili il silenzio e l'emozione di Goffredo, che, per la prima volta, stava ascoltando suo padre. Non mi è piaciuto molto il linguaggio di Giulio, un po' troppo sofisticato e ricercato per i miei gusti. È improbabile conoscere qualcuno che, in una situazione informale, sull'orlo dei cent'anni, parli come parla lui.
La storia comunque è carina, sarebbe potuta essere molto più bella se ci fosse stata una maggiore analisi delle varie situazioni. Questo è un pensiero che ho quasi sempre quando leggo delle storie brevi, spesso i libri di un centinaio di pagine mi lasciano con quella sensazione di poteva essere, ma non è stato del tutto, quella sensazione di fretta di concludere limitandosi a scivolare sui fatti senza approfondirli più di tanto.
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<![CDATA[Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico]]> 16151179 Un'altra grande storia di amicizia nella differenza, che divertirà e commuoverà più generazioni di lettori, perché questa è la magia di Luis Sepúlveda.]]> 86 Luis Sepúlveda 8823503337 Elisa 5 La storia di questo libro nasce così: per rispondere a quella domanda, vuol essere la voce del silenzio di Mix.

Mix era il gatto di Max, si erano conosciuti bambini e da subito avevano stretto amicizia. Si volevano proprio tanto bene. Il tempo degli umani e quello dei gatti purtroppo non è uguale, perciò, mentre Max cresceva, Mix invecchiava. Era diventato un bel micione dal profilo greco e anche se i suoi baffi imbiancavano, anche se Max aveva compiuto diciotto anni, il loro affetto era rimasto intatto.
Quando Max andò via di casa per i suoi studi scientifici portò Mix con sé. Nel nuovo appartamento costruì una botola per far sentire ancora al suo amico l'aria della libertà dal tetto dell'ultimo piano di quel palazzo. Mix ne fu felice.
Passò il tempo e un giorno Mix divenne cieco. Max fu molto attento a non spostare mai nessun oggetto nella loro casa, per non farlo andare a sbattere da nessuna parte.
Mix continuò a strusciarsi addosso al suo amico facendo le fusa, lo fece anche quando lui gli disse che doveva partire per qualche giorno a causa del lavoro e che gli avrebbe lasciato una ciotola piena zeppa di croccantini.
Max chiuse la porta e salutò Mix.
Quando in casa non ci doveva essere nessuno a parte lui, Mix sentì dei rumori. Era cieco, ma aveva un udito perfetto. Sentiva dei passi leggeri, sentiva qualcosa che si stava avvicinando e, in un nanosecondo, lo acciuffò. Quel qualcosa era un topo, un topo messicano scappato dal piano di sotto, un topo che da un po' viveva nella libreria di Max. Mangiava i cereali, croccantissimi e squisitissimi, ed era molto triste perché non aveva un nome. Mix, il micio buono dal profilo greco, lasciò libero il topo e gli diede un nome: Mex. Mix e Mex divennero subito amici: un gatto e un topo. Poi si aggiunse anche Max, quando tornò.
E per tutto il tempo � lungo o breve, non importa, perché la vita si misura dall'intensità con cui si vive � che il gatto e il topo trascorsero assieme, Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande.
E i due furono felici, perché sapevano che i veri amici condividono il meglio che hanno.

Una favola sull'amicizia. Una storia corta, semplice, schietta. Una storia che semina affetto, che insegna a credere in un'amicizia semplice. Mix, Max e Mex dimostrano che ci si può volere bene anche nelle differenze, purché ci sia rispetto, purché non ci sia uno che prevalga sull'altro. Così, con la stessa semplicità delle fiabe, tutto diventa possibile, anche amicizie che credevamo irrealizzabili.]]>
4.05 2009 Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
author: Luis Sepúlveda
name: Elisa
average rating: 4.05
book published: 2009
rating: 5
read at: 2013/02/20
date added: 2013/02/21
shelves:
review:
Il figlio di Luis Sepúlveda, Max, aveva un gatto, Mix. Un gatto che, dice l'autore alla fine di questa breve storia, spesso se ne stava in disparte, quasi fosse lontano da lì con la mente. Più volte Sepúlveda dice di essersi fermato a chiedere al micio che cosa stava pensando, senza ottenere mai una risposta.
La storia di questo libro nasce così: per rispondere a quella domanda, vuol essere la voce del silenzio di Mix.

Mix era il gatto di Max, si erano conosciuti bambini e da subito avevano stretto amicizia. Si volevano proprio tanto bene. Il tempo degli umani e quello dei gatti purtroppo non è uguale, perciò, mentre Max cresceva, Mix invecchiava. Era diventato un bel micione dal profilo greco e anche se i suoi baffi imbiancavano, anche se Max aveva compiuto diciotto anni, il loro affetto era rimasto intatto.
Quando Max andò via di casa per i suoi studi scientifici portò Mix con sé. Nel nuovo appartamento costruì una botola per far sentire ancora al suo amico l'aria della libertà dal tetto dell'ultimo piano di quel palazzo. Mix ne fu felice.
Passò il tempo e un giorno Mix divenne cieco. Max fu molto attento a non spostare mai nessun oggetto nella loro casa, per non farlo andare a sbattere da nessuna parte.
Mix continuò a strusciarsi addosso al suo amico facendo le fusa, lo fece anche quando lui gli disse che doveva partire per qualche giorno a causa del lavoro e che gli avrebbe lasciato una ciotola piena zeppa di croccantini.
Max chiuse la porta e salutò Mix.
Quando in casa non ci doveva essere nessuno a parte lui, Mix sentì dei rumori. Era cieco, ma aveva un udito perfetto. Sentiva dei passi leggeri, sentiva qualcosa che si stava avvicinando e, in un nanosecondo, lo acciuffò. Quel qualcosa era un topo, un topo messicano scappato dal piano di sotto, un topo che da un po' viveva nella libreria di Max. Mangiava i cereali, croccantissimi e squisitissimi, ed era molto triste perché non aveva un nome. Mix, il micio buono dal profilo greco, lasciò libero il topo e gli diede un nome: Mex. Mix e Mex divennero subito amici: un gatto e un topo. Poi si aggiunse anche Max, quando tornò.
E per tutto il tempo � lungo o breve, non importa, perché la vita si misura dall'intensità con cui si vive � che il gatto e il topo trascorsero assieme, Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande.
E i due furono felici, perché sapevano che i veri amici condividono il meglio che hanno.

Una favola sull'amicizia. Una storia corta, semplice, schietta. Una storia che semina affetto, che insegna a credere in un'amicizia semplice. Mix, Max e Mex dimostrano che ci si può volere bene anche nelle differenze, purché ci sia rispetto, purché non ci sia uno che prevalga sull'altro. Così, con la stessa semplicità delle fiabe, tutto diventa possibile, anche amicizie che credevamo irrealizzabili.
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Belle per sempre 16123409 346 Katherine Boo 8856625571 Elisa 4 Da una distanza di sicurezza è facile scordare il fatto che in questi slum, nei bassifondi governati dalla corruzione dove persone sfinite si contendono il poco che c'è in uno spazio risicato, è dolorosamente difficile essere buoni. La cosa che sorprende veramente è che alcuni siano buoni, e che molti altri cerchino di esserlo; tutti quegli individui invisibili che ogni giorno si ritrovano ad affrontare dilemmi non dissimili da quello che Abdul dovette affrontare, con una lastra di pietra in mano, quel pomeriggio di luglio quando la sua vita andò in pezzi. Se la casa è storta e cadente, e il terreno su cui è costruita è irregolare, com'è possibile fare una cosa dritta?

Termina così Belle per sempre, con questa considerazione dell'autrice Katherine Boo, vincitrice del premio Pulitzer nel 2000. Prima ci sono oltre trecento pagine in cui lei ci porta a vivere nello slum di Annawadi, sorto intorno all'aeroporto di Mumbai, una delle città più popolose del mondo. È lei stessa che ha vissuto lì per anni, dal 2007 al 2011, per vedere con i suoi occhi, e testimoniare, che cosa significa essere poveri in un Paese in via di sviluppo come l'India. Katherine Boo voleva vedere l'evolversi degli eventi nel corso del tempo, voleva vedere chi ce l'avrebbe fatta a diventare un po' meno povero degli altri, voleva soprattutto raccontarlo. L'ha fatto in questo libro, dove narra le storie vere di persone reali, con i loro nomi reali. A scrivere è una giornalista che non romanza sopra i fatti, che usa uno stile asciutto e diretto, che non ha intenzione di commuovere con false storie di speranza, con intrecci di vite romanzati. Lei racconta quello che vede e quello che sa. Nient'altro. Ne esce l'affresco forte di una povertà disarmante, figlia di un mondo globalizzato, di tanta corruzione e menefreghismo. Ne esce una sorta di romanzo corale, che romanzo non è però, dove si mischiano le vite di una decina di persone che vivono tra quelle baracche, tutti poveri, ma in maniera diversa.
C'è Abdul, primo figlio di Zerhunisa, gran lavoratore, timido, silenzioso. Non ha cultura, non ha sogni, nemmeno la benché minima speranza di progredire. A lui basterebbe che il futuro fosse come il passato. D'altra parte lui è già un gradino più in alto rispetto agli altri. Lui ha smesso di raccogliere immondizia, adesso la seleziona e questo lo fa guadagnare di più.
A raccogliere la preziosa immondizia lasciata dai ricchi occidentali sono centinaia di bambini, che si intrufolano nei posti più impensati per trovare un pezzo di alluminio, l'argento dei poveri, per poi rivenderlo.
C'è Manju che sarà la prima ragazza di Annawadi a laurearsi.
C'è Asha, sua madre, che vuole diventare qualcuno di importante e che, per questo, usa tutti i mezzi che possiede: si lascia corrompere e lascia il suo corpo a chiunque lo voglia.
C'è Meena, la migliore amica di Manju, con cui intesse lunghe chiacchierate notturne e segrete. Sa che presto dovrà sposarsi con un uomo di un villaggio vicino, ma lei non è attratta dall'idea di un matrimonio così, perciò si toglie la vita con il veleno per i topi. Il suicidio è molto diffuso ad Annawadi.
C'è anche la Storpia, vicina di casa di Abdul, che ci mette un attimo a darsi fuoco per rovinare per sempre la vita della famiglia di Abdul, leggermente più ricca della sua.
C'è la politica che promette e non mantiene, c'è una polizia che di scoprire la verità non ne ha la benché minima voglia. C'è una giustizia che mette in piedi processi infiniti e molto spesso ingiusti.
Gli abitanti di Annawadi non hanno nessuno dalla loro parte, non possono far altro che cercare di sopravvivere. I più fortunati, come Mirchi, il fratello di Abdul, riescono a trovare lavoro come camerieri nei lussuosi alberghi di Mumbai.
Annawadi e la sua povertà sono lì, a un passo da quell'aeroporto frequentato dai ricchi occidentali, chiusi nei loro lussuosi hotel. A dividere l'aeroporto dallo slum è un muro che non fa vedere oltre ai turisti. Turisti che, d'altra parte, non sono nemmeno interessati a scoprire che cosa nasconde.
Quel muro è ricoperto dalla pubblicità di mattonelle made in Italy, belle per sempre. Mattonelle che le donne di Annawadi sognano di avere, un giorno. La realtà invece è che presto non avranno più nemmeno le loro baracche, presto verranno demolite per ampliare l'aeroporto, ma finché non succede va bene così. Si continua a vivere una vita tra canali di scolo e ratti, una vita che è pur sempre una vita.

Sul retro della copertina c'era scritto che questo libro avrebbe entusiasmato i lettori di Khaled Hosseini. L'ho preso soprattutto per questo. Alla fine della lettura posso dire di non essere tanto d'accordo, nel senso che Khaled Hosseini ha scritto romanzi con dentro belle storie commoventi e inventate, storie intrecciate ad hoc per tirare fuori un qualcosa di bello e emozionante. Qualcosa che finisce là dove l'autore vuole che finisca. Belle per sempre è completamente un'altra cosa secondo me. È un reportage. Tecnicamente è una storia senza fine, perché le vite di Abdul, Asha, Sunil, Manju continuano dopo l'ultima pagina. Non c'è il lieto fine dove tutto torna a posto e vincono i buoni, perché si tratta di storie vere. Storie che forse un occidentale dovrebbe leggere, per capire che in fondo, come dice Abdul con una metafora semplice ma efficace, tutte le persone sono formate dalla stessa materia, come l'acqua. Sta poi ad ogni persona decidere se restare acqua che scorre in un canale di scolo oppure diventare ghiaccio. Solo che per noi nati nella parte ricca del mondo è un po' più facile decidere di fare in modo di diventare ghiaccio, di fare dell'onore e della rispettabilità uno stile di vita. Per chi invece nasce in una baracca senza acqua corrente e senza la minima igiene tutto è più complesso. Per loro spesso la corruzione è l'unico mezzo di sopravvivenza disponibile.]]>
3.77 2012 Belle per sempre
author: Katherine Boo
name: Elisa
average rating: 3.77
book published: 2012
rating: 4
read at: 2013/02/15
date added: 2013/02/17
shelves:
review:
Da una distanza di sicurezza è facile scordare il fatto che in questi slum, nei bassifondi governati dalla corruzione dove persone sfinite si contendono il poco che c'è in uno spazio risicato, è dolorosamente difficile essere buoni. La cosa che sorprende veramente è che alcuni siano buoni, e che molti altri cerchino di esserlo; tutti quegli individui invisibili che ogni giorno si ritrovano ad affrontare dilemmi non dissimili da quello che Abdul dovette affrontare, con una lastra di pietra in mano, quel pomeriggio di luglio quando la sua vita andò in pezzi. Se la casa è storta e cadente, e il terreno su cui è costruita è irregolare, com'è possibile fare una cosa dritta?

Termina così Belle per sempre, con questa considerazione dell'autrice Katherine Boo, vincitrice del premio Pulitzer nel 2000. Prima ci sono oltre trecento pagine in cui lei ci porta a vivere nello slum di Annawadi, sorto intorno all'aeroporto di Mumbai, una delle città più popolose del mondo. È lei stessa che ha vissuto lì per anni, dal 2007 al 2011, per vedere con i suoi occhi, e testimoniare, che cosa significa essere poveri in un Paese in via di sviluppo come l'India. Katherine Boo voleva vedere l'evolversi degli eventi nel corso del tempo, voleva vedere chi ce l'avrebbe fatta a diventare un po' meno povero degli altri, voleva soprattutto raccontarlo. L'ha fatto in questo libro, dove narra le storie vere di persone reali, con i loro nomi reali. A scrivere è una giornalista che non romanza sopra i fatti, che usa uno stile asciutto e diretto, che non ha intenzione di commuovere con false storie di speranza, con intrecci di vite romanzati. Lei racconta quello che vede e quello che sa. Nient'altro. Ne esce l'affresco forte di una povertà disarmante, figlia di un mondo globalizzato, di tanta corruzione e menefreghismo. Ne esce una sorta di romanzo corale, che romanzo non è però, dove si mischiano le vite di una decina di persone che vivono tra quelle baracche, tutti poveri, ma in maniera diversa.
C'è Abdul, primo figlio di Zerhunisa, gran lavoratore, timido, silenzioso. Non ha cultura, non ha sogni, nemmeno la benché minima speranza di progredire. A lui basterebbe che il futuro fosse come il passato. D'altra parte lui è già un gradino più in alto rispetto agli altri. Lui ha smesso di raccogliere immondizia, adesso la seleziona e questo lo fa guadagnare di più.
A raccogliere la preziosa immondizia lasciata dai ricchi occidentali sono centinaia di bambini, che si intrufolano nei posti più impensati per trovare un pezzo di alluminio, l'argento dei poveri, per poi rivenderlo.
C'è Manju che sarà la prima ragazza di Annawadi a laurearsi.
C'è Asha, sua madre, che vuole diventare qualcuno di importante e che, per questo, usa tutti i mezzi che possiede: si lascia corrompere e lascia il suo corpo a chiunque lo voglia.
C'è Meena, la migliore amica di Manju, con cui intesse lunghe chiacchierate notturne e segrete. Sa che presto dovrà sposarsi con un uomo di un villaggio vicino, ma lei non è attratta dall'idea di un matrimonio così, perciò si toglie la vita con il veleno per i topi. Il suicidio è molto diffuso ad Annawadi.
C'è anche la Storpia, vicina di casa di Abdul, che ci mette un attimo a darsi fuoco per rovinare per sempre la vita della famiglia di Abdul, leggermente più ricca della sua.
C'è la politica che promette e non mantiene, c'è una polizia che di scoprire la verità non ne ha la benché minima voglia. C'è una giustizia che mette in piedi processi infiniti e molto spesso ingiusti.
Gli abitanti di Annawadi non hanno nessuno dalla loro parte, non possono far altro che cercare di sopravvivere. I più fortunati, come Mirchi, il fratello di Abdul, riescono a trovare lavoro come camerieri nei lussuosi alberghi di Mumbai.
Annawadi e la sua povertà sono lì, a un passo da quell'aeroporto frequentato dai ricchi occidentali, chiusi nei loro lussuosi hotel. A dividere l'aeroporto dallo slum è un muro che non fa vedere oltre ai turisti. Turisti che, d'altra parte, non sono nemmeno interessati a scoprire che cosa nasconde.
Quel muro è ricoperto dalla pubblicità di mattonelle made in Italy, belle per sempre. Mattonelle che le donne di Annawadi sognano di avere, un giorno. La realtà invece è che presto non avranno più nemmeno le loro baracche, presto verranno demolite per ampliare l'aeroporto, ma finché non succede va bene così. Si continua a vivere una vita tra canali di scolo e ratti, una vita che è pur sempre una vita.

Sul retro della copertina c'era scritto che questo libro avrebbe entusiasmato i lettori di Khaled Hosseini. L'ho preso soprattutto per questo. Alla fine della lettura posso dire di non essere tanto d'accordo, nel senso che Khaled Hosseini ha scritto romanzi con dentro belle storie commoventi e inventate, storie intrecciate ad hoc per tirare fuori un qualcosa di bello e emozionante. Qualcosa che finisce là dove l'autore vuole che finisca. Belle per sempre è completamente un'altra cosa secondo me. È un reportage. Tecnicamente è una storia senza fine, perché le vite di Abdul, Asha, Sunil, Manju continuano dopo l'ultima pagina. Non c'è il lieto fine dove tutto torna a posto e vincono i buoni, perché si tratta di storie vere. Storie che forse un occidentale dovrebbe leggere, per capire che in fondo, come dice Abdul con una metafora semplice ma efficace, tutte le persone sono formate dalla stessa materia, come l'acqua. Sta poi ad ogni persona decidere se restare acqua che scorre in un canale di scolo oppure diventare ghiaccio. Solo che per noi nati nella parte ricca del mondo è un po' più facile decidere di fare in modo di diventare ghiaccio, di fare dell'onore e della rispettabilità uno stile di vita. Per chi invece nasce in una baracca senza acqua corrente e senza la minima igiene tutto è più complesso. Per loro spesso la corruzione è l'unico mezzo di sopravvivenza disponibile.
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La prima volta avevo sei anni 12356168 Quando il lupo cattivo ha il volto delle persone più care

Ci sono storie talmente terribili da colpire il cuore di chi ha il coraggio di stare ad ascoltare. La storia di Isabelle, per esempio. Una bambina di appena sei anni costretta a subire l’abuso del padre che, protetto dal silenzio, profana il suo corpo e la sua anima. Una storia sporca che si trascina finché, raggiunta l’adolescenza, Isabelle trova il coraggio di ribellarsi e di denunciare il suo violentatore. La galera per il mostro che l’ha messa al mondo, però, non basta a cancellare un male così grande. Anche perché lo stupratore se la cava soltanto con sei anni di prigione. Isabelle cresce ma l’orrore che ha vissuto è sempre dentro di lei. È quell’orrore che, da ragazza, la spinge verso il baratro della prostituzione. Ed è sempre quell’orrore a impedirle di vivere con serenità qualunque relazione sentimentale e a renderle impossibile accettare anche la sola idea di diventare madre.]]>
228 Isabelle Aubry 8854115509 Elisa 2 3.69 2008 La prima volta avevo sei anni
author: Isabelle Aubry
name: Elisa
average rating: 3.69
book published: 2008
rating: 2
read at: 2013/02/15
date added: 2013/02/15
shelves:
review:

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<![CDATA[La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo]]> 6675990 503 Audrey Niffenegger 8804583592 Elisa 2 Vive il presente conoscendo sprazzi di futuro, anche doloroso, che non ha modo di modificare, in nessun caso.
Il suo disturbo, incontrollabile, scientificamente chiamato cronoalterazione, lo porta a sparire improvvisamente dal suo presente per ricomparire poi, completamente nudo, in altri spazi e in altri tempi. In uno dei suoi viaggi, in una radura, incontra una bambina di sei anni dai capelli rossi, Clare. L'Henri che si palesa davanti a lei è un uomo di trentasei anni, anche se l'Henri reale, quello che sta vivendo lo stesso presente di Clare, ne ha solo quattordici, di anni. Nonostante compaia davanti a lei, dal nulla, un uomo completamente nudo, Clare non esita a dargli confidenza. Henri sa, perché l'ha visto nel futuro, che quella bambina diventerà sua moglie e sa anche, sempre perché gliel'ha rivelato Clare nel futuro, in quali giorni tornerà a farle visita.
All'inizio Henri non rivela la verità a Clare, anche perché lui è un uomo e lei una bambina, le racconta solo qual è il suo problema che lo porta appunto a viaggiare nel tempo. Solo più tardi, quando ormai tra i due c'è una certa confidenza, le anticipa quello che accadrà: continueranno a rivedersi con una certa frequenza finché Clare non avrà compiuto diciotto anni, dopo di che non si vedranno per due anni, poi finalmente si incontreranno nella vita reale. A quel punto Clare conoscerà già Henri, perché i loro incontri nella radura fanno parte del suo passato, ma Henri, al contrario, non saprà niente di lei, perché i loro incontri devono ancora avvenire. Henri rivela a Clare che si innamoreranno quando si incontreranno a Chicago, le dice anche che si sposeranno.
Insomma, attratta dal mistero di questo viaggiatore nel tempo o condizionata dalle sue rivelazioni sul loro amore futuro, Clare inizia ad amare incondizionatamente Henri. E lo amerà per sempre. Vive in proiezione del momento in cui si incontreranno nel loro presente. E quando succede lei non ha esitazioni: Henri è l'uomo della sua vita.
Così inizia il loro amore nel tempo presente, quando lei ha vent'anni e lui ventotto, quando lei l'ha già visto quarantenne, da piccola, e lui non ha ancora incontrato la Clare bambina. Tutto sommato il loro è un amore profondo e forte, condividono con pochi altri fedeli amici il disturbo di Henri che crea molti problemi all'interno della loro quotidianità. Nei momenti più importanti Henri teme sempre di essere catapultato via, in chissà quali altri epoche. La cronoalterazione di Henri fa sì che Clare abbia difficoltà anche a portare avanti una gravidanza. Dopo sei aborti e anni difficili, in cui ogni azione è finalizzata al concepimento, Henri capisce che è ora di cessare di mettere in discussione la salute di Clare e decide di ricorrere alla vasectomia. Nonostante questo i due riusciranno comunque ad avere una bimba, Alba, grazie a un viaggio nel tempo di un Henri precedente alla vasectomia. Anche Alba è affetta dallo stesso disturbo del padre. Clare ha paura per lei e non vuole assolutamente che il dottor Kendrick studi il suo dna. Quel medico ha già provato a studiare Henri, scoprendo molto della genetica della cronoalterazione, ma ormai lui non è più così giovane da riuscire a curarsi. Per Alba invece può esserci un futuro diverso, la scienza forse potrà aiutarla a vivere come una donna normale, senza rischiare la vita ad ogni viaggio.
Durante un viaggio nel futuro Henri incontra sua figlia già grandicella. Dalla maestra di scuola apprende che il padre di Alba è morto quando lei aveva cinque anni. Questo è uno di quei casi in cui conoscere il futuro in anticipo diventa un peso insopportabile. Henri sa che ha poco tempo a disposizione, ma cerca di viverlo al meglio, senza rivelare il loro triste destino a Clare, non subito, almeno.
Il tempo passa in fretta e presto ci si ritrova in un'insolita festa di Capodanno in cui Henri e Clare hanno invitato tutte le persone importanti della loro vita, è l'addio di Henri a tutti loro. Prima di morire lascia una lettera a sua moglie dicendole che l'ha incontrata, in uno dei suoi viaggi, da vecchia. Le dice di non aspettarlo, ma allo stesso tempo le assicura che si rivedranno così come rivedrà Alba.
Loro, viaggiatori nel tempo, in fondo sanno aggirare anche la morte.

Un bel titolo. Una bella idea. Ad essere sincera forse leggendo la trama non avrei mai letto questo libro di mia spontanea volontà, l'ho fatto per partecipare al LeggiAmo di gennaio di Aleja.
Mi ha molto deluso il romanzo. All'inizio mi aveva incuriosita, mi sembrava una storia molto originale e avevo voglia di scoprire come andava avanti, ma più procedevo con la lettura più era tutto senza senso e noioso. Ho trovato qualche difficoltà anche nel seguire l'andirivieni del tempo; un capitolo ambientato negli anni settanta, quello dopo nel duemila, quello dopo ancora negli anni novanta. Certe volte c'era un po' di confusione temporale nella mia testa.
Questa cronoalterazione mi è sembrata molto affascinante, devo dirlo, più volte mi sono chiesta se possa esistere davvero qualcuno affetto da questo disturbo. Chissà, magari incontro per strada un tizio che viene dal 2033. Esisterà qualcosa del genere, nella realtà?
Henri mi ha fatto molta pena, soprattutto nella parte finale, quando si ritrova senza la parte del suo corpo per lui fondamentale: i piedi. Per Clare invece non ho provato alcun affetto. È lei la moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, lei che dà il titolo al romanzo, lei che avrebbe dovuto essere la vera protagonista, almeno in teoria, solo in teoria per i miei gusti. Ho avuto l'impressione che lei sia un personaggio femminile privo di qualsiasi spessore o carattere, secondo me lei non ha mai deciso un bel niente nella sua vita. Si è solo limitata a vivere in funzione di quello che le aveva rivelato Henri. Non si è preoccupata di verificare se magari nel mondo c'era un altro uomo giusto per lei, no. Lei si è crogiolata nella dichiarazione d'amore di quell'Henri che veniva dal futuro e che il futuro l'aveva già visto. È andata a studiare a Chicago perché lui le aveva rivelato che si sarebbero incontrati in quella città. Non ha nessun'altra esperienza, a parte lui. Vive di luce riflessa, prigioniera di un destino che non può scrivere da sola, perché le è già stato rivelato. Clare ama ed è felice di amare quest'uomo che viene e che va, che un giorno arriverà definitivamente nella sua vita, ma lo sceglie davvero lei? O è lui che si impone senza trovare la benché minima resistenza? Clare a me sembra l'emblema della passività, di quella che prende le cose così come vengono perché dovevano andare così.
E il loro amore eterno mi sembra quasi soffocante, irreale. Non ho trovato in Henri e Clare la travolgente, romantica, storia d'amore che mi aspettavo.]]>
3.92 2003 La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
author: Audrey Niffenegger
name: Elisa
average rating: 3.92
book published: 2003
rating: 2
read at: 2013/02/03
date added: 2013/02/04
shelves:
review:
Andare nel futuro e conoscere la propria moglie, addirittura scoprire a chi somiglia la propria figlia. Tornare nel passato e rivedere e riascoltare la voce allegra e felice della madre morta. Tutto questo Henri DeTamble può farlo, perché è un viaggiatore nel tempo.
Vive il presente conoscendo sprazzi di futuro, anche doloroso, che non ha modo di modificare, in nessun caso.
Il suo disturbo, incontrollabile, scientificamente chiamato cronoalterazione, lo porta a sparire improvvisamente dal suo presente per ricomparire poi, completamente nudo, in altri spazi e in altri tempi. In uno dei suoi viaggi, in una radura, incontra una bambina di sei anni dai capelli rossi, Clare. L'Henri che si palesa davanti a lei è un uomo di trentasei anni, anche se l'Henri reale, quello che sta vivendo lo stesso presente di Clare, ne ha solo quattordici, di anni. Nonostante compaia davanti a lei, dal nulla, un uomo completamente nudo, Clare non esita a dargli confidenza. Henri sa, perché l'ha visto nel futuro, che quella bambina diventerà sua moglie e sa anche, sempre perché gliel'ha rivelato Clare nel futuro, in quali giorni tornerà a farle visita.
All'inizio Henri non rivela la verità a Clare, anche perché lui è un uomo e lei una bambina, le racconta solo qual è il suo problema che lo porta appunto a viaggiare nel tempo. Solo più tardi, quando ormai tra i due c'è una certa confidenza, le anticipa quello che accadrà: continueranno a rivedersi con una certa frequenza finché Clare non avrà compiuto diciotto anni, dopo di che non si vedranno per due anni, poi finalmente si incontreranno nella vita reale. A quel punto Clare conoscerà già Henri, perché i loro incontri nella radura fanno parte del suo passato, ma Henri, al contrario, non saprà niente di lei, perché i loro incontri devono ancora avvenire. Henri rivela a Clare che si innamoreranno quando si incontreranno a Chicago, le dice anche che si sposeranno.
Insomma, attratta dal mistero di questo viaggiatore nel tempo o condizionata dalle sue rivelazioni sul loro amore futuro, Clare inizia ad amare incondizionatamente Henri. E lo amerà per sempre. Vive in proiezione del momento in cui si incontreranno nel loro presente. E quando succede lei non ha esitazioni: Henri è l'uomo della sua vita.
Così inizia il loro amore nel tempo presente, quando lei ha vent'anni e lui ventotto, quando lei l'ha già visto quarantenne, da piccola, e lui non ha ancora incontrato la Clare bambina. Tutto sommato il loro è un amore profondo e forte, condividono con pochi altri fedeli amici il disturbo di Henri che crea molti problemi all'interno della loro quotidianità. Nei momenti più importanti Henri teme sempre di essere catapultato via, in chissà quali altri epoche. La cronoalterazione di Henri fa sì che Clare abbia difficoltà anche a portare avanti una gravidanza. Dopo sei aborti e anni difficili, in cui ogni azione è finalizzata al concepimento, Henri capisce che è ora di cessare di mettere in discussione la salute di Clare e decide di ricorrere alla vasectomia. Nonostante questo i due riusciranno comunque ad avere una bimba, Alba, grazie a un viaggio nel tempo di un Henri precedente alla vasectomia. Anche Alba è affetta dallo stesso disturbo del padre. Clare ha paura per lei e non vuole assolutamente che il dottor Kendrick studi il suo dna. Quel medico ha già provato a studiare Henri, scoprendo molto della genetica della cronoalterazione, ma ormai lui non è più così giovane da riuscire a curarsi. Per Alba invece può esserci un futuro diverso, la scienza forse potrà aiutarla a vivere come una donna normale, senza rischiare la vita ad ogni viaggio.
Durante un viaggio nel futuro Henri incontra sua figlia già grandicella. Dalla maestra di scuola apprende che il padre di Alba è morto quando lei aveva cinque anni. Questo è uno di quei casi in cui conoscere il futuro in anticipo diventa un peso insopportabile. Henri sa che ha poco tempo a disposizione, ma cerca di viverlo al meglio, senza rivelare il loro triste destino a Clare, non subito, almeno.
Il tempo passa in fretta e presto ci si ritrova in un'insolita festa di Capodanno in cui Henri e Clare hanno invitato tutte le persone importanti della loro vita, è l'addio di Henri a tutti loro. Prima di morire lascia una lettera a sua moglie dicendole che l'ha incontrata, in uno dei suoi viaggi, da vecchia. Le dice di non aspettarlo, ma allo stesso tempo le assicura che si rivedranno così come rivedrà Alba.
Loro, viaggiatori nel tempo, in fondo sanno aggirare anche la morte.

Un bel titolo. Una bella idea. Ad essere sincera forse leggendo la trama non avrei mai letto questo libro di mia spontanea volontà, l'ho fatto per partecipare al LeggiAmo di gennaio di Aleja.
Mi ha molto deluso il romanzo. All'inizio mi aveva incuriosita, mi sembrava una storia molto originale e avevo voglia di scoprire come andava avanti, ma più procedevo con la lettura più era tutto senza senso e noioso. Ho trovato qualche difficoltà anche nel seguire l'andirivieni del tempo; un capitolo ambientato negli anni settanta, quello dopo nel duemila, quello dopo ancora negli anni novanta. Certe volte c'era un po' di confusione temporale nella mia testa.
Questa cronoalterazione mi è sembrata molto affascinante, devo dirlo, più volte mi sono chiesta se possa esistere davvero qualcuno affetto da questo disturbo. Chissà, magari incontro per strada un tizio che viene dal 2033. Esisterà qualcosa del genere, nella realtà?
Henri mi ha fatto molta pena, soprattutto nella parte finale, quando si ritrova senza la parte del suo corpo per lui fondamentale: i piedi. Per Clare invece non ho provato alcun affetto. È lei la moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, lei che dà il titolo al romanzo, lei che avrebbe dovuto essere la vera protagonista, almeno in teoria, solo in teoria per i miei gusti. Ho avuto l'impressione che lei sia un personaggio femminile privo di qualsiasi spessore o carattere, secondo me lei non ha mai deciso un bel niente nella sua vita. Si è solo limitata a vivere in funzione di quello che le aveva rivelato Henri. Non si è preoccupata di verificare se magari nel mondo c'era un altro uomo giusto per lei, no. Lei si è crogiolata nella dichiarazione d'amore di quell'Henri che veniva dal futuro e che il futuro l'aveva già visto. È andata a studiare a Chicago perché lui le aveva rivelato che si sarebbero incontrati in quella città. Non ha nessun'altra esperienza, a parte lui. Vive di luce riflessa, prigioniera di un destino che non può scrivere da sola, perché le è già stato rivelato. Clare ama ed è felice di amare quest'uomo che viene e che va, che un giorno arriverà definitivamente nella sua vita, ma lo sceglie davvero lei? O è lui che si impone senza trovare la benché minima resistenza? Clare a me sembra l'emblema della passività, di quella che prende le cose così come vengono perché dovevano andare così.
E il loro amore eterno mi sembra quasi soffocante, irreale. Non ho trovato in Henri e Clare la travolgente, romantica, storia d'amore che mi aspettavo.
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Chocolat 10061406 È martedì grasso � una tradizione pagana avversata dalla chiesa � quando nel villaggio arrivano Vianne Rocher e la sua giovane figlia Anouk. La donna è assai simpatica e originale, sexy e misteriosa, forse è l'emissaria di potenze superiori (o magari inferiori). Vianne rileva una vecchia pasticceria, ribattezzata La Céleste Praline, che ben presto diviene � agli occhi del curato � un elemento di disordine. Anche perché Vianne non frequenta la chiesa ma inizia ad aiutare a modo suo chi si trova in difficoltà: il solitario maestro in pensione Guillaume, l'adolescente ribelle Jeannot, la cleptomane Josephine, l'eccentrica Armande. Ben presto il tranquillo villaggio diventa più disordinato, ribelle e soprattutto felice. E lo scontro tra Benpensanti e Golosi, tra le delizie terrestri offerte da Vianne e quelle celesti promesse da padre Reynaud, tra Carnevale e Quaresima, diventa inevitabile.]]> 338 Joanne Harris 8811681219 Elisa 5 La cioccolateria si trova proprio nella stessa piazza della chiesa e Francis Reynaud passa il tempo a sbirciare dalla finestra quali tra le sue fedeli pecorelle cedono a quella tentazione lussuriosa. Così scopre che pecca Guillaume, il maestro in pensione, che ha come unico amico un cane molto malato, da cui non riesce a separarsi. Pecca Joséphine, moglie di Muscat, curva su se stessa, succube di un marito autoritario e violento che non la rispetta minimamente. Pecca Armande, ma di questo non c'è da meravigliarsi, anche lei è sempre stata fuori da tutti i canoni degli abitanti di Lansquenet, troppo libera rispetto agli altri.
Vianne è una grande donna, accoglie tutti, per tutti ha il cioccolato giusto, quello in grado di farli stare meglio. Ascolta quello che questi cupi personaggi hanno da dirle e cerca come può di aiutarli. Ascolta Guillaume quando le dice che non sa se quella del suo cane è ancora vita, se vale la pena esistere così o sarebbe meglio lasciar perdere e mettere fine a tanta sofferenza. Accoglie Joséphine quando decide di lasciare Muscat, la vede cambiare di giorno in giorno, la vede diventare sempre più bella, sempre più allegra. Vianne difende con tutte le sue forze sua figlia e vorrebbe solo vederla felice, per questo pensa che in fondo a Lansquenet potrebbero anche fermarsi.
Sono state portate lì dal vento del Nord, quello stesso vento che seguiva la madre di Vianne, con lei dietro, per tutto il mondo. Seguendo il vento, le superstizioni e le carte insieme sono arrivate fino in America. Non si sono mai fermate in nessun posto. Scappavano dall'Uomo nero, un prete o forse ogni prete, tutta la chiesa. La madre di Vianne usava i suoi poteri per scavare nelle vite delle persone, ma lei, Vianne, usa la magia solo nella cucina. Nel cioccolato, in particolare. A New York la mamma di Vianne è morta di cancro, poco dopo è nata Anouk, la piccola straniera, come ama definirla Vianne. Lei che non crede nel dio cattolico spera che sua madre riviva proprio in lei, nella piccola Anouk, che saltella felice insieme all'amico immaginario Pantouffle. Anouk che chiede solo di fermarsi da qualche parte, smettendo di seguire quel vento del nord che non le fa mai affezionare a nessuno, che le costringe sempre a ricominciare da qualche altra parte.
Vianne spera di non ascoltare il vento, almeno stavolta. A Lansquenet ha trovato delle amicizie vere. C'è Armande che incarna una libertà imbarazzante per il tempo e il luogo, una libertà che la porta a decidere come e quando morire. Vianne sa quello che lei ha in mente, ma non la ostacola. Sopravvivere a volte è la peggiore sofferenza, perciò lascia Armande libera di morire, perciò consola Guillaume dicendogli che ha fatto bene a lasciare andare il suo cane.
Francis Reynaud è sempre lì che guarda. Dal pulpito predica contro la cioccolateria, contro Vianne, che ha avuto addirittura il coraggio di programmare un festival della cioccolata per Pasqua, snaturando completamente il significato religioso di quel giorno. Vianne tenta le persone. Vianne ospita una donna che ha infranto i voti matrimoniali. Vianne non emargina nemmeno quei nomadi che si sono accampati sul fiume, soprattutto quel Roux dai capelli rossi. C'era già stato un tempo in cui erano arrivati quegli zingari al paese, ma il prete precedente, il pére di Francis, come lo chiama lui, aveva saputo come cacciarli. Ormai quel vecchio prete è in una clinica, immobile e incosciente. I medici dicono che non può sentire e che non si riprenderà più, ma il giovane curato, suo successore,va spesso a trovarlo e a parlargli, perché quel suo père gli ha cambiato la vita, forse in meglio o forse no. Francis Reynaud ha più dubbi di quello che potrebbe sembrare quando predica dal pulpito. Non ha nemmeno stima dei suoi fedeli. Pensa che siano tutte pecorelle ignoranti che per abitudine tornano sempre all'ovile. Al capezzale del pére Francis appare per quello che è: un uomo lontano dalla perfezione divina, un uomo cattivo, ligio ai suoi doveri, ma anche colpevole di gravi reati. Ha continui flashback del suo passato, un passato che l'ha visto, ragazzino, obbedire ai comandi del pére dando fuoco all'accampamento dei nomadi sul fiume Tannes, decenni e decenni prima. Due amanti erano morti, ma Francis era convinto che fosse stato il disegno di dio, non certo il frutto di un'azione provocata dalla sua volontà. Aveva ascoltato il suo pére verso cui nutriva una profonda fiducia, del tutto infondata, scoprirà pochi giorni dopo aver commesso quell'omicidio, quando trova il suo amato e casto e puro père tra le cosce di sua madre, in sagrestia. Insomma, anche Francis Reynaud ha i suoi problemi e prova a sfogarsi contro ogni forma di tentazione che reputa pericolosa. Peccato che poi, alla fine, ne rimanga vittima lui stesso.
Lansquenet nasconde molti segreti, ma con Vianne diventerà un posto migliore, più colorato, meno retrogrado, più felice, semplicemente.
Ma il vento del nord è tornato, Vianne lo sente. Spera tanto che stavolta la lasci lì, tra quelle case che l'hanno accolta, in fondo. Armande non c'è più, non c'è più il cane di Guillaume, Josephine ha riaperto il cafè di suo marito grazie anche all'aiuto di Roux.
Vianne sa che batte un cuoricino nella sua pancia, frutto di un'isolata notte d'amore con quel Roux che lei, senza sbagliarsi, sapeva essere innamorato (e ricambiato) dalla sua amica Josephine. Come Anouk la nuova bambina non avrà un padre, ma Vianne sa che sarà la figlia di un brav'uomo.

Ho amato il film Chocolat dalla prima volta che l'ho visto, poi, casualmente, qualche tempo fa ho scoperto che fosse stato tratto da un romanzo di Joanne Harris, dal primo libro di una trilogia. Ho iniziato la lettura con qualche punto interrogativo, temendo che tutte le immagini del film stampate nella mia testa potessero rendere meno appassionanti quelle pagine. Invece no. A parte la parte iniziale in cui mi sembrava di rivedere le stesse scene, il libro si discosta completamente dal film, tanto che, suppongo, se avessi prima letto il libro e poi visto il film, dal film sarei rimasta molto delusa. Quello che nel film è un sindaco nel libro è un prete, cosa che rende la storia molto più anticlericale. È netta l'opposizione tra una chiesa chiusa, rigida e triste e una Vianne che è libera, colorata e felice. Vianne che fin da piccola è dovuta fuggire dall'Uomo nero, che, mi pare di aver capito, rappresenti tutta la chiesa. Quella dipinta è una religione che vieta e incupisce, che ordina, ma non dà niente, perché lo stesso parroco è il primo a dubitare della verità dei suoi messaggi.
Mi è piaciuto molto questo libro, perché racconta una storia originale, intrisa di ricette, prelibatezze, magia. C'è molta più magia, molta più superstizione nel libro rispetto al film. Le pagine a volte, per tutte quelle belle descrizioni, sembrano quasi profumare di cioccolato. Ti fanno venir voglia di sentir sciogliere un cioccolatino in bocca. Un libro godurioso e peccaminoso che alterna capitoli raccontati in prima persona da Vianne a capitoli raccontati in prima persona da Francis Reynaud. Un libro che mette insieme tante storie di persone profondamente diverse e mette al centro una meravigliosa donna, forte e libera, che non ha un uomo ma è felice. Un'eroina del tutto atipica.]]>
3.83 1999 Chocolat
author: Joanne Harris
name: Elisa
average rating: 3.83
book published: 1999
rating: 5
read at: 2013/01/19
date added: 2013/01/23
shelves:
review:
È il giorno di Carnevale quando Vianne Rocher e sua figlia Anouk arrivano, vestite di sgargianti colori, in un triste e grigio paesino, Lansquenet. Il loro arrivo certo non passa inosservato. Vianne è completamente diversa dalle donne del posto, ha una bimba ma è signorina, e non frequenta la chiesa. Due motivi più che sufficienti per essere guardata in malo modo da una comunità bigotta, tradizionalista e in fondo profondamente triste, guidata dal giovane prete Francis Reynaud. Le sue antenne captano subito il pericolo. Vianne indossa maglioni colorati e scollati, porta i capelli sempre sciolti, sorride, dà confidenza. Soprattutto, proprio all'inizio della quaresima, periodo di assoluta penitenza per i cristiani, lei decide di aprire niente meno che una cioccolateria, La Celeste praline. Vianne ama mescolare gli ingredienti e creare prelibatezze uniche, in grado di regalare un picccolo sollievo anche alle persone con le vite più noiose.
La cioccolateria si trova proprio nella stessa piazza della chiesa e Francis Reynaud passa il tempo a sbirciare dalla finestra quali tra le sue fedeli pecorelle cedono a quella tentazione lussuriosa. Così scopre che pecca Guillaume, il maestro in pensione, che ha come unico amico un cane molto malato, da cui non riesce a separarsi. Pecca Joséphine, moglie di Muscat, curva su se stessa, succube di un marito autoritario e violento che non la rispetta minimamente. Pecca Armande, ma di questo non c'è da meravigliarsi, anche lei è sempre stata fuori da tutti i canoni degli abitanti di Lansquenet, troppo libera rispetto agli altri.
Vianne è una grande donna, accoglie tutti, per tutti ha il cioccolato giusto, quello in grado di farli stare meglio. Ascolta quello che questi cupi personaggi hanno da dirle e cerca come può di aiutarli. Ascolta Guillaume quando le dice che non sa se quella del suo cane è ancora vita, se vale la pena esistere così o sarebbe meglio lasciar perdere e mettere fine a tanta sofferenza. Accoglie Joséphine quando decide di lasciare Muscat, la vede cambiare di giorno in giorno, la vede diventare sempre più bella, sempre più allegra. Vianne difende con tutte le sue forze sua figlia e vorrebbe solo vederla felice, per questo pensa che in fondo a Lansquenet potrebbero anche fermarsi.
Sono state portate lì dal vento del Nord, quello stesso vento che seguiva la madre di Vianne, con lei dietro, per tutto il mondo. Seguendo il vento, le superstizioni e le carte insieme sono arrivate fino in America. Non si sono mai fermate in nessun posto. Scappavano dall'Uomo nero, un prete o forse ogni prete, tutta la chiesa. La madre di Vianne usava i suoi poteri per scavare nelle vite delle persone, ma lei, Vianne, usa la magia solo nella cucina. Nel cioccolato, in particolare. A New York la mamma di Vianne è morta di cancro, poco dopo è nata Anouk, la piccola straniera, come ama definirla Vianne. Lei che non crede nel dio cattolico spera che sua madre riviva proprio in lei, nella piccola Anouk, che saltella felice insieme all'amico immaginario Pantouffle. Anouk che chiede solo di fermarsi da qualche parte, smettendo di seguire quel vento del nord che non le fa mai affezionare a nessuno, che le costringe sempre a ricominciare da qualche altra parte.
Vianne spera di non ascoltare il vento, almeno stavolta. A Lansquenet ha trovato delle amicizie vere. C'è Armande che incarna una libertà imbarazzante per il tempo e il luogo, una libertà che la porta a decidere come e quando morire. Vianne sa quello che lei ha in mente, ma non la ostacola. Sopravvivere a volte è la peggiore sofferenza, perciò lascia Armande libera di morire, perciò consola Guillaume dicendogli che ha fatto bene a lasciare andare il suo cane.
Francis Reynaud è sempre lì che guarda. Dal pulpito predica contro la cioccolateria, contro Vianne, che ha avuto addirittura il coraggio di programmare un festival della cioccolata per Pasqua, snaturando completamente il significato religioso di quel giorno. Vianne tenta le persone. Vianne ospita una donna che ha infranto i voti matrimoniali. Vianne non emargina nemmeno quei nomadi che si sono accampati sul fiume, soprattutto quel Roux dai capelli rossi. C'era già stato un tempo in cui erano arrivati quegli zingari al paese, ma il prete precedente, il pére di Francis, come lo chiama lui, aveva saputo come cacciarli. Ormai quel vecchio prete è in una clinica, immobile e incosciente. I medici dicono che non può sentire e che non si riprenderà più, ma il giovane curato, suo successore,va spesso a trovarlo e a parlargli, perché quel suo père gli ha cambiato la vita, forse in meglio o forse no. Francis Reynaud ha più dubbi di quello che potrebbe sembrare quando predica dal pulpito. Non ha nemmeno stima dei suoi fedeli. Pensa che siano tutte pecorelle ignoranti che per abitudine tornano sempre all'ovile. Al capezzale del pére Francis appare per quello che è: un uomo lontano dalla perfezione divina, un uomo cattivo, ligio ai suoi doveri, ma anche colpevole di gravi reati. Ha continui flashback del suo passato, un passato che l'ha visto, ragazzino, obbedire ai comandi del pére dando fuoco all'accampamento dei nomadi sul fiume Tannes, decenni e decenni prima. Due amanti erano morti, ma Francis era convinto che fosse stato il disegno di dio, non certo il frutto di un'azione provocata dalla sua volontà. Aveva ascoltato il suo pére verso cui nutriva una profonda fiducia, del tutto infondata, scoprirà pochi giorni dopo aver commesso quell'omicidio, quando trova il suo amato e casto e puro père tra le cosce di sua madre, in sagrestia. Insomma, anche Francis Reynaud ha i suoi problemi e prova a sfogarsi contro ogni forma di tentazione che reputa pericolosa. Peccato che poi, alla fine, ne rimanga vittima lui stesso.
Lansquenet nasconde molti segreti, ma con Vianne diventerà un posto migliore, più colorato, meno retrogrado, più felice, semplicemente.
Ma il vento del nord è tornato, Vianne lo sente. Spera tanto che stavolta la lasci lì, tra quelle case che l'hanno accolta, in fondo. Armande non c'è più, non c'è più il cane di Guillaume, Josephine ha riaperto il cafè di suo marito grazie anche all'aiuto di Roux.
Vianne sa che batte un cuoricino nella sua pancia, frutto di un'isolata notte d'amore con quel Roux che lei, senza sbagliarsi, sapeva essere innamorato (e ricambiato) dalla sua amica Josephine. Come Anouk la nuova bambina non avrà un padre, ma Vianne sa che sarà la figlia di un brav'uomo.

Ho amato il film Chocolat dalla prima volta che l'ho visto, poi, casualmente, qualche tempo fa ho scoperto che fosse stato tratto da un romanzo di Joanne Harris, dal primo libro di una trilogia. Ho iniziato la lettura con qualche punto interrogativo, temendo che tutte le immagini del film stampate nella mia testa potessero rendere meno appassionanti quelle pagine. Invece no. A parte la parte iniziale in cui mi sembrava di rivedere le stesse scene, il libro si discosta completamente dal film, tanto che, suppongo, se avessi prima letto il libro e poi visto il film, dal film sarei rimasta molto delusa. Quello che nel film è un sindaco nel libro è un prete, cosa che rende la storia molto più anticlericale. È netta l'opposizione tra una chiesa chiusa, rigida e triste e una Vianne che è libera, colorata e felice. Vianne che fin da piccola è dovuta fuggire dall'Uomo nero, che, mi pare di aver capito, rappresenti tutta la chiesa. Quella dipinta è una religione che vieta e incupisce, che ordina, ma non dà niente, perché lo stesso parroco è il primo a dubitare della verità dei suoi messaggi.
Mi è piaciuto molto questo libro, perché racconta una storia originale, intrisa di ricette, prelibatezze, magia. C'è molta più magia, molta più superstizione nel libro rispetto al film. Le pagine a volte, per tutte quelle belle descrizioni, sembrano quasi profumare di cioccolato. Ti fanno venir voglia di sentir sciogliere un cioccolatino in bocca. Un libro godurioso e peccaminoso che alterna capitoli raccontati in prima persona da Vianne a capitoli raccontati in prima persona da Francis Reynaud. Un libro che mette insieme tante storie di persone profondamente diverse e mette al centro una meravigliosa donna, forte e libera, che non ha un uomo ma è felice. Un'eroina del tutto atipica.
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<![CDATA[Grazie per quella volta. Confessioni di una donna difettosa]]> 13596710 Dai diamanti non nasce niente. Grazie per quella volta esplora con tenerezza, ironia e sincerità una catena di debolezze di cui andare fieri, di fragilità nostre e del mondo: è il tempo di autoassolverci, di fare pace con i nostri difetti imparando a conviverci tra alti e bassi, proprio come succede a ogni coppia pluricollaudata.]]> 252 Serena Dandini 8858627768 Elisa 1 Non è una storia, non c'è trama. Serena Dandini mette insieme solo pezzi della sua vita, suddividendo il tutto in capitoletti farciti di banalità. Di solito mi piacciono i libri che parlano del quotidiano, di piccole cose belle successe in passato, di ricordi, di vita vissuta. Questo però no. L'ho trovato noioso, mi ha molto deluso, anche perché la Dandini è una persona che mi piace, motivo per cui da questo libro mi aspettavo qualcosa di bello.
Sinceramente non credo ci voglia una scienza per scrivere un libro così, più che altro sembra un diario di episodi avvenuti in cinquant'anni di vita. Capisco che siano ricordi piacevoli che è bello mettere nero su bianco soprattutto per chi, come me o la Dandini, ha una memoria difettosa, però magari non c'è bisogno di farci un libro. Di che cosa parla Grazie per quella volta? Di una donna qualunque, una che ama mangiare ed è pigra, una che si addormenta sul divano e non vuole essere disturbata, una che da ragazzina sognava di sposare Mick Jagger. Parla di una donna cresciuta in una famiglia ricca, i cui componenti erano già laureati durante il fascismo. Parla di scuole private cattoliche, dei Rolling Stones, di viaggi fatti a diciotto anni con le amiche storiche. Parla di una donna che ama gli alberghi, perché è come se fossero pause dalla vita vera, di una donna che si commuove per niente, di una donna distratta che non ricorda i sogni della notte e si dimentica dove mette le cose. Parla di una donna non fisionomista, di una zia stravagante, ma esemplare, di una noia che da bambina l'aiutava a sviluppare la fantasia.
Grazie per quella volta racconta una persona. Una persona che per le sue debolezze può essere come mille altre, come noi, come me. E per questo sì, si può leggere questo libro, per scoprire che anche una presentatrice in gamba, ormai affermata sul lavoro, ha (o ha avuto) le sue fragilità. Oltre questo io non ho trovato niente di veramente bello nelle pagine della Dandini: non un filo conduttore, non un emozione.]]>
3.10 2012 Grazie per quella volta. Confessioni di una donna difettosa
author: Serena Dandini
name: Elisa
average rating: 3.10
book published: 2012
rating: 1
read at: 2013/01/13
date added: 2013/01/14
shelves:
review:
Nonostante sia anch'io una donna difettosa e, come tale, mi sia riconosciuta in molte delle riflessioni che Serena Dandini ha, anche con ironia, espresso in questo libro, Grazie per quella volta non mi è piaciuto affatto.
Non è una storia, non c'è trama. Serena Dandini mette insieme solo pezzi della sua vita, suddividendo il tutto in capitoletti farciti di banalità. Di solito mi piacciono i libri che parlano del quotidiano, di piccole cose belle successe in passato, di ricordi, di vita vissuta. Questo però no. L'ho trovato noioso, mi ha molto deluso, anche perché la Dandini è una persona che mi piace, motivo per cui da questo libro mi aspettavo qualcosa di bello.
Sinceramente non credo ci voglia una scienza per scrivere un libro così, più che altro sembra un diario di episodi avvenuti in cinquant'anni di vita. Capisco che siano ricordi piacevoli che è bello mettere nero su bianco soprattutto per chi, come me o la Dandini, ha una memoria difettosa, però magari non c'è bisogno di farci un libro. Di che cosa parla Grazie per quella volta? Di una donna qualunque, una che ama mangiare ed è pigra, una che si addormenta sul divano e non vuole essere disturbata, una che da ragazzina sognava di sposare Mick Jagger. Parla di una donna cresciuta in una famiglia ricca, i cui componenti erano già laureati durante il fascismo. Parla di scuole private cattoliche, dei Rolling Stones, di viaggi fatti a diciotto anni con le amiche storiche. Parla di una donna che ama gli alberghi, perché è come se fossero pause dalla vita vera, di una donna che si commuove per niente, di una donna distratta che non ricorda i sogni della notte e si dimentica dove mette le cose. Parla di una donna non fisionomista, di una zia stravagante, ma esemplare, di una noia che da bambina l'aiutava a sviluppare la fantasia.
Grazie per quella volta racconta una persona. Una persona che per le sue debolezze può essere come mille altre, come noi, come me. E per questo sì, si può leggere questo libro, per scoprire che anche una presentatrice in gamba, ormai affermata sul lavoro, ha (o ha avuto) le sue fragilità. Oltre questo io non ho trovato niente di veramente bello nelle pagine della Dandini: non un filo conduttore, non un emozione.
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Mare al mattino 13048931 127 Margaret Mazzantini 8806211137 Elisa 3
Italia e Libia, terre dai destini incrociati. Terre di conquistatori, terre da colonizzare, terre di dittature, di demagogie, terre di religioni, terre di povera gente, povera gente che è sempre l'unica a fare davvero le spese di una politica sbagliata, autoritaria e nazionalista.
Sono fresche nella memoria le immagini di quello show messo in piedi dal governo italiano per accogliere il grande amico del nostro premier, Gheddafi, sono fresche anche le immagini della sua uccisione. Mare al mattino parla anche di questo, ma soprattutto di quello che c'è stato prima. Di tutto quel secolo di storia che ha visto due popoli intrecciarsi, due popoli di cui spesso si sono confusi i confini.
Inizia dagli trenta quando l'imperialismo degli straccioni, quello dell'Italia fascista, guardò proprio alla Libia, a un passo da casa, al di là del nostro mare. Negli anni trenta furono molte le famiglie italiane fatte forzatamente emigrare in quelle terre d'Africa per coltivarle e dare un nuovo impulso all'economia locale. Angelina era nata proprio lì, in Libia, quella era la sua terra, nessun altra al mondo. Non importava se i geni dicevano di lei che era un'italiana, Angelina si sentiva africana, libica, a tutti gli effetti. Eppure a undici anni è costretta ad andare via. La sua famiglia era stata trascinata in Libia dalla politica di Mussolini e adesso viene riportata a casa dalla politica di un nuovo dittatore che vuole bonificare il territorio nazionale da questi intrusi. Così Angelina attraversa il mare e torna in quella che secondo Gheddafi era casa sua: la Sicilia, l'Italia. La sua è una delle tante famiglie di Taliani: italiani di Libia, non più italiani e nemmeno più libici. Laggiù, in quella terra al di là del mare, Angelina ha lasciato la sua infanzia, una fabbrica di cera, un amore che poteva nascere e che non sarà mai più. Al di qua del mare c'è solo un Paese che non sa accoglierli, un Paese a cui i suoi genitori non sentiranno mai di appartenere. Lei invece pian piano ce la fa ad ambientarsi alla nuova vita, a dimenticare la cera, la sua casa, perfino Alì. Avrà un marito e un figlio, Vito, che un giorno, ormai diciottenne, si ferma a guardare il suo mare, pensando alla vita esule di sua madre, cercando delle risposte in mezzo a quelle onde. Che cosa fare della propria vita? Angelina sa che lui andrà via da quell'isoletta così a sud dell'Italia, sa che lascerà Lampedusa.
Al di là del mare, nemmeno troppo lontano, c'è un bambino che lo sta guardando per la prima volta. Farid non aveva mai visto il mare, prima viveva nell'entroterra, vicino al deserto. Aveva una gazzella per amica e una famiglia normale con un padre e una madre. La guerra ha portato via tutto questo, suo padre è morto e Jamila, la sua giovane mamma, non ha esitato a prendere suo figlio e a portarlo via da lì. La loro speranza è quel mare blu, quel mare da attraversare su un barcone. Quel mare che li porterà via dalla loro terra, da quella violenza, da quella morte.
Ed è il mare, il nostro mare, ad essere il vero protagonista di questo romanzo, il mare che divide e unisce, il mare che promette e non mantiene, il mare che toglie e il mare che restituisce. Il mare che resta sempre lì, impassibile di fronte alla morte e alla disperazione delle persone che lo cavalcano piene di speranze, impassibile davanti a ogni guerra che è iniziata e poi finita, davanti a ogni dittatore confuso per uomo della provvidenza. Sempre lì.

L'ultimo libro del 2012. Speravo di chiudere in bellezza con l'ultimo, piccolo, romanzo di una delle mia autrici preferite. La Mazzantini riprova ad ambientare le sue storie in una terra di dolore e guerra e riprova, secondo me, a far emozionare profondamente come aveva fatto con quel capolavoro di Venuto al mondo . Solo che qui ci sono trecento pagine in meno e c'è poco approfondimento delle vicende dei protagonisti. L'impressione che ho avuto è che questo romanzo poteva essere, ma non è stato. Come quando i professori dicono di uno studente che si impegna, ma potrebbe fare di più.
Ecco, anche secondo me Margaret Mazzantini poteva fare meglio, ma molto, molto meglio. Forse ha avuto fretta di chiudere la storia. Con altre pagine magari Mare al mattino sarebbe potuto diventare qualcosa di meraviglioso. Io ho un debole per lei, mi piace il suo stile e penso davvero che sappia scrivere bene, però non penso abbia il dono della sintesi. Per mio gusto personale preferisco la Mazzantini che si dilunga nelle descrizioni, scavando nel dolore e nei sentimenti delle persone. Preferisco leggere quattrocento pagine che mi riempiano il cuore, piuttosto che cento paginette, scritte pure con un carattere grande, che poi alla fine sfiorano le cose, senza entrarci troppo dentro.]]>
3.49 2011 Mare al mattino
author: Margaret Mazzantini
name: Elisa
average rating: 3.49
book published: 2011
rating: 3
read at: 2012/12/28
date added: 2013/01/13
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Italia e Libia, terre dai destini incrociati. Terre di conquistatori, terre da colonizzare, terre di dittature, di demagogie, terre di religioni, terre di povera gente, povera gente che è sempre l'unica a fare davvero le spese di una politica sbagliata, autoritaria e nazionalista.
Sono fresche nella memoria le immagini di quello show messo in piedi dal governo italiano per accogliere il grande amico del nostro premier, Gheddafi, sono fresche anche le immagini della sua uccisione. Mare al mattino parla anche di questo, ma soprattutto di quello che c'è stato prima. Di tutto quel secolo di storia che ha visto due popoli intrecciarsi, due popoli di cui spesso si sono confusi i confini.
Inizia dagli trenta quando l'imperialismo degli straccioni, quello dell'Italia fascista, guardò proprio alla Libia, a un passo da casa, al di là del nostro mare. Negli anni trenta furono molte le famiglie italiane fatte forzatamente emigrare in quelle terre d'Africa per coltivarle e dare un nuovo impulso all'economia locale. Angelina era nata proprio lì, in Libia, quella era la sua terra, nessun altra al mondo. Non importava se i geni dicevano di lei che era un'italiana, Angelina si sentiva africana, libica, a tutti gli effetti. Eppure a undici anni è costretta ad andare via. La sua famiglia era stata trascinata in Libia dalla politica di Mussolini e adesso viene riportata a casa dalla politica di un nuovo dittatore che vuole bonificare il territorio nazionale da questi intrusi. Così Angelina attraversa il mare e torna in quella che secondo Gheddafi era casa sua: la Sicilia, l'Italia. La sua è una delle tante famiglie di Taliani: italiani di Libia, non più italiani e nemmeno più libici. Laggiù, in quella terra al di là del mare, Angelina ha lasciato la sua infanzia, una fabbrica di cera, un amore che poteva nascere e che non sarà mai più. Al di qua del mare c'è solo un Paese che non sa accoglierli, un Paese a cui i suoi genitori non sentiranno mai di appartenere. Lei invece pian piano ce la fa ad ambientarsi alla nuova vita, a dimenticare la cera, la sua casa, perfino Alì. Avrà un marito e un figlio, Vito, che un giorno, ormai diciottenne, si ferma a guardare il suo mare, pensando alla vita esule di sua madre, cercando delle risposte in mezzo a quelle onde. Che cosa fare della propria vita? Angelina sa che lui andrà via da quell'isoletta così a sud dell'Italia, sa che lascerà Lampedusa.
Al di là del mare, nemmeno troppo lontano, c'è un bambino che lo sta guardando per la prima volta. Farid non aveva mai visto il mare, prima viveva nell'entroterra, vicino al deserto. Aveva una gazzella per amica e una famiglia normale con un padre e una madre. La guerra ha portato via tutto questo, suo padre è morto e Jamila, la sua giovane mamma, non ha esitato a prendere suo figlio e a portarlo via da lì. La loro speranza è quel mare blu, quel mare da attraversare su un barcone. Quel mare che li porterà via dalla loro terra, da quella violenza, da quella morte.
Ed è il mare, il nostro mare, ad essere il vero protagonista di questo romanzo, il mare che divide e unisce, il mare che promette e non mantiene, il mare che toglie e il mare che restituisce. Il mare che resta sempre lì, impassibile di fronte alla morte e alla disperazione delle persone che lo cavalcano piene di speranze, impassibile davanti a ogni guerra che è iniziata e poi finita, davanti a ogni dittatore confuso per uomo della provvidenza. Sempre lì.

L'ultimo libro del 2012. Speravo di chiudere in bellezza con l'ultimo, piccolo, romanzo di una delle mia autrici preferite. La Mazzantini riprova ad ambientare le sue storie in una terra di dolore e guerra e riprova, secondo me, a far emozionare profondamente come aveva fatto con quel capolavoro di Venuto al mondo . Solo che qui ci sono trecento pagine in meno e c'è poco approfondimento delle vicende dei protagonisti. L'impressione che ho avuto è che questo romanzo poteva essere, ma non è stato. Come quando i professori dicono di uno studente che si impegna, ma potrebbe fare di più.
Ecco, anche secondo me Margaret Mazzantini poteva fare meglio, ma molto, molto meglio. Forse ha avuto fretta di chiudere la storia. Con altre pagine magari Mare al mattino sarebbe potuto diventare qualcosa di meraviglioso. Io ho un debole per lei, mi piace il suo stile e penso davvero che sappia scrivere bene, però non penso abbia il dono della sintesi. Per mio gusto personale preferisco la Mazzantini che si dilunga nelle descrizioni, scavando nel dolore e nei sentimenti delle persone. Preferisco leggere quattrocento pagine che mi riempiano il cuore, piuttosto che cento paginette, scritte pure con un carattere grande, che poi alla fine sfiorano le cose, senza entrarci troppo dentro.
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La luna e i falò 1739060 211 Cesare Pavese 8806174193 Elisa 4 3.75 1950 La luna e i falò
author: Cesare Pavese
name: Elisa
average rating: 3.75
book published: 1950
rating: 4
read at: 2013/01/07
date added: 2013/01/07
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<![CDATA[Un amore di cupcake (Cupcake Club, #1)]]> 15757983 ³Òâ³Ù±ð²¹³Ü di New York, Leilani decide di tornare nella città natale della bisnonna materna dove vive suo padre, sulla piccola isola di Sugarberry, per realizzare il sogno che coltiva sin da ragazzina: aprire una pasticceria di cupcake, un luogo caldo e magico dove poter creare irresistibili dolcetti da decorare con golose glasse. E le cose sembrano andare subito per il verso giusto, anche grazie all’aiuto degli amici di sempre, del padre e dell’intera comunità di Sugarberry, tutti convinti che il suo talento e la sua passione possano finalmente trovare un degno riconoscimento. Quando però viene a sapere che Baxter ha intenzione di girare la prossima serie del suo show proprio a Sugarberry, Leilani inizia ad agitarsi, ad emozionarsiâ€� perché, in fondo al cuore, sa che il suo scontroso ex-capo è proprio l’ingrediente «magico» che le manca per essere felice. Prima però sarà necessario superare la dura scorza di Baxter e mettere a nudo il suo lato dolce, nascosto eppure irresistibile, come un cupcake...]]> 352 Donna Kauffman 8867020374 Elisa 2 3.18 2011 Un amore di cupcake (Cupcake Club, #1)
author: Donna Kauffman
name: Elisa
average rating: 3.18
book published: 2011
rating: 2
read at: 2013/01/02
date added: 2013/01/02
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<![CDATA[Il turno di notte lo fanno le stelle]]> 13518350 13 Erri De Luca 8858850491 Elisa 4 3.20 2010 Il turno di notte lo fanno le stelle
author: Erri De Luca
name: Elisa
average rating: 3.20
book published: 2010
rating: 4
read at: 2012/12/29
date added: 2012/12/31
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La solitudine di Elena 14625385
Inizia così questo splendido, breve romanzo di Juan José Millás - vincitore del Premio Nadal 1990 - in cui Elena Rincón, la quarantenne protagonista, in una sorta di «cammino di perfezione» ripercorre, non senza fatica, tutta la propria vita: l'infanzia e i suoi misteri, e poi la giovinezza, la scoperta del mondo e del sesso, l'amicizia, il matrimonio, i tradimenti, i sogni, per cercare di giungere a una ricostruzione personale, a una vera risurrezione.

«Dire questo - ma, soprattutto, scriverlo - mi causa un certo grado di angoscia, poiché significa accettare che non appartengo a nessuno, a niente e che niente mi appartiene, eccetto l'orologio e la poltrona. Questo mi riduce alla condizione di fantasma, forse il fantasma di mia madre che resiste ad abbandonare del tutto questo mondo afferrandosi attraverso di me agli oggetti materiali con cui durante la sua vita ha avuto maggiori rapporti. E ciò deve essere la solitudine, di cui tanto si è parlato e letto senza riuscire a intuirne nemmeno le dimensioni morali. Bene, dunque, questa era la solitudine: trovarti improvvisamente al mondo come se fossi appena arrivata da un altro pianeta da cui non sai perché sei stata cacciata».]]>
126 Juan José Millás 8806176919 Elisa 0 to-read 3.40 1990 La solitudine di Elena
author: Juan José Millás
name: Elisa
average rating: 3.40
book published: 1990
rating: 0
read at:
date added: 2012/12/29
shelves: to-read
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L'ultima riga delle favole 9511039 270 Massimo Gramellini 8830425818 Elisa 3 3.01 2010 L'ultima riga delle favole
author: Massimo Gramellini
name: Elisa
average rating: 3.01
book published: 2010
rating: 3
read at: 2012/07/09
date added: 2012/12/28
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Lo spacciatore di carne 16060533 La vita degli studenti e la provincia pugliese si caricano di accenti mitici e ancestrali. Sangue, sacro e droga, si confondono in un unico grido d'amore e follia.]]> 184 Giuliano Sangiorgi 8806212184 Elisa 0 to-read 2.69 2012 Lo spacciatore di carne
author: Giuliano Sangiorgi
name: Elisa
average rating: 2.69
book published: 2012
rating: 0
read at:
date added: 2012/12/28
shelves: to-read
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Before I Die 1314332
Tessa has just months to live. Fighting back against hospital visits, endless tests, drugs with excruciating side-effects, Tessa compiles a list. It’s her To Do Before I Die list. And number one is Sex. Released from the constraints of ‘normal� life, Tessa tastes new experiences to make her feel alive while her failing body struggles to keep up. Tessa’s feelings, her relationships with her father and brother, her estranged mother, her best friend, and her new boyfriend, all are painfully crystallised in the precious weeks before Tessa’s time finally runs out.]]>
336 Jenny Downham 0385613466 Elisa 0 to-read 3.84 2007 Before I Die
author: Jenny Downham
name: Elisa
average rating: 3.84
book published: 2007
rating: 0
read at:
date added: 2012/12/28
shelves: to-read
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L'acustica perfetta 16112067 204 Daria Bignardi 8852030468 Elisa 0 to-read 3.71 2012 L'acustica perfetta
author: Daria Bignardi
name: Elisa
average rating: 3.71
book published: 2012
rating: 0
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date added: 2012/11/19
shelves: to-read
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Il corpo umano 16069117 forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio. Ad attenderli laggiù, c'è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco. Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti fra loro, cercano distrazioni di ogni tipo e si lasciano andare a pericolosi scherzi camerateschi. Soltanto la notte, sdraiati sulle brande, vengono sorpresi dai ricordi. Nel silenzio assoluto, che è silenzio della civiltà ma anche della natura, riescono a sentire la pulsazione del proprio cuore, il ronzio degli altri organi interni - l'attività incessante del corpo umano. L'occasione in cui saranno costretti a addentrarsi in territorio nemico sarà anche quella in cui ognuno, all'improvviso, dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in sospeso in Italia. Al loro ritorno, avranno sorpassato irreversibilmente la linea che separa la giovinezza dall'età adulta.]]> 312 Paolo Giordano 8804616253 Elisa 3 3.45 2012 Il corpo umano
author: Paolo Giordano
name: Elisa
average rating: 3.45
book published: 2012
rating: 3
read at: 2012/11/12
date added: 2012/11/16
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Cime tempestose 15764823 V. Woolf).]]> 391 Emily Brontë 8806181424 Elisa 5
Cime tempestose è uno di quei libri di cui ho sentito parlare da sempre, uno di quei libri da cui hanno tratto chissà quanti film, uno di quei libri che sapevo di dover leggere, prima o poi. L'anno scorso era con L'espresso, non mi sono fatta sfuggire l'occasione di averlo per pochi euro, non potevo perdermi un superclassico così chiacchierato e così bello, a detta di quasi tutti. Così quest'estate l'ho letto e sono stata io la prima a sorprendermi di quanto questa storia scritta quasi due secoli fa sia riuscita a prendermi completamente. Sono stata io la prima a rimanere stupita quando sono restata accartocciata sul divano fino alle due di notte per conoscere le sorti di Cathy.
Un romanzo per me bellissimo, uno dei migliori classici che ho letto.
Tutto comincia quando Mr Lockwood si trasferisce a Trushcross Grange, proprietà appartenente al misterioso signor Heathcliff, che vive in una tenuta poco distante, Wuthering Heights (Cime tempestose). Un giorno Mr Lockwood decide di andare a far visita al suo affittuario, un uomo schivo, arrogante e decisamente poco ospitale. Purtroppo c'è una forte bufera che lo costringe a passare anche la notte nella dimora del suo affittuario. È una pessima nottata la sua, popolata da sogni di fantasmi e da brutte sensazioni.
Una volta tornato a Trushcross Grange, Mr Lockwood si ammala e durante il suo periodo di riposo forzato ha la possibilità di ascoltare la storia di quel signor Heathcliff, grazie al lungo racconto di Ellen Dean, la governante.
Tutto ebbe inizio in un tempo ormai lontano, quando Wuthering Heights apparteneva al signor Earnshaw, padre di due figli: Hindley e Catherine. Sono entrambi dei bambini quando il padre, di ritorno da un viaggio a Liverpool, porta a casa un trovatello, Heathcliff appunto, che ben presto diventa il suo preferito. Hindley e Heathcliff non vanno affatto d'accordo, mentre Catherine passa tutto il tempo a giocare e a correre nei prati col nuovo arrivato, una sorta di mezzo fratellastro. Ben presto il signor Earnshaw muore e Hindley diventa il proprietario di Wuthering Heights, a quel punto costringe Heathcliff a lasciare la scuola e a lavorare come un qualunque garzone.
Nonostante le differenze tra Catherine e Heathcliff divengano sempre più radicali col passare del tempo, i due non smettono di volersi bene e di passare il proprio tempo insieme. I due sono spericolati, non hanno paura di niente, tanto che un giorno decidono di allontanarsi da casa fino ad arrivare a Trushcross Grange, qui Catherine viene morsa dal cane dei Linton, proprietari di quella tenuta. Per questo è costretta a passare lì un po' di tempo, fino alla guarigione. Durante quel periodo stringe una bella amicizia con Edgar Linton, che la ama sinceramente. Sono giorni intensi, in cui Catherine perde quell'aurea da maschiaccio che aveva avuto fino a quel momento. Quando torna a casa lei e Heathcliff non si riconoscono più. Il loro rapporto si è incrinato, forse definitivamente.
Hindley nel frattempo si sposa con Frances, che muore poco dopo la nascita del loro bimbo Hareton. Hindley è così sconvolto che inizia a bere, indebitandosi enormemente. Catherine si fidanza con Edgar Linton, anche se confessa alla governante di amare soltanto Heathcliff, che per caso si trova ad ascoltare una parte del discorso della sua amata compagna di giochi nella quale lei sembra disprezzarlo. Lui fraintende tutto e se ne va alla ricerca di fortuna.
Quando ritorna è davvero un uomo ricco, paga anche i debiti di Hindley. Catherine ormai si è sposata con Edgar e lui si consola sposando sua sorella, Isabella Linton, che non ama assolutamente. Heathcliff è arrabbiato col mondo che le ha portato via la sua Catherine e per questo diventa cattivo con tutti, con sua moglie e con Hareton soprattutto, fa crescere quest'ultimo come un animaletto, nell'ignoranza più assoluta.
Anche Catherine è molto triste, sempre più magra e malata. Muore dando alla luce una bambina, che Edgar chiamerà come lei, Cathy, prima del parto e della morte però Catherine e Heathcliff riescono a dichiararsi il loro amore, un amore viscerale, profondo, doloroso, che in fondo ha rovinato la vita di entrambi.
Dopo Catherine muore anche il fratello Hindley, Heatcliff diventa il padrone di Wuthering Heights e Hareton vive sulla sua pelle tutta la sua crudeltà. Nel frattempo la moglie Isabella, stufa dell'arroganza e della prepotenza del marito, fugge via, dando alla luce il loro bambino, che chiama Linton. Purtroppo, alla morte della madre, Linton è costretto a tornare a vivere dal padre che non lo ama affatto.
Passano gli anni, Heathcliff ed Edgar invecchiano, mentre Hareton, Cathy e Linton crescono. Un giorno Cathy si allontana un po' troppo durante una delle sue passeggiate, arrivando a superare il limite che suo padre le aveva imposto di non oltrepassare. Spinta dalla curiosità arriva fino a Wuthering Heights, dove conosce Linton (sempre malaticcio, viziato e decisamente delicato), Hareton (un ragazzone forte e robusto, ma completamente ignorante) e il signor Heathcliff. Lei non sapeva della loro esistenza, perciò è curiosa di conoscere le storie di quei parenti che non sapeva di avere. Heathcliff fa di tutto per facilitare un matrimonio tra Cathy e Linton, matrimonio che deve avvenire prima della morte di Edgar in modo che Trushcross Grange possa essere ereditata da Linton e poi, dopo la sua morte, possa passare direttamente a lui. Cathy non ama Linton, lo trova simpatico, ma troppo debole e malato per i suoi gusti, eppure è costretta ad accettare quel matrimonio imposto da Heatcliff se vuole rivedere suo padre in fin di vita.
Tutto procede secondo i piani del perfido signor Heathcliff. Linton presto muore e lui si trova ad essere il padrone sia di Wuthering Heights sia di Trushcross Grange. Catherine vive infelicemente, rimasta ormai senza alcun affetto, trattata come una governante qualsiasi. Hareton è l'unico coetaneo che ha, ma lei ride di lui perché non ha cultura e non sa nemmeno leggere e scrivere.
Hareton prova un sincero affetto per la giovane Cathy, ne è segretamente innamorato e per lei inizia di nascosto a imparare a leggere. Quando lei lo scopre decide di aiutarlo. I due passano sempre più tempo insieme, anche Cathy scopre piacevole la compagnia di Hareton.
Heathcliff si accorge del feeling nascente, ma ormai è troppo vecchio e stanco per far del male ancora a qualcuno, così li lascia fare.
Dopo alcuni giorni passati a delirare e a dire di vedere il fantasma di Catherine camminare in casa loro, Heathcliff muore.
La leggenda narra che dopo la morte i fantasmi di quei due innamorati sfortunati passino il tempo insieme, a passeggiare per le brughiere inglesi. E finisce così: con Cathy e Hareton che si sposano e finalmente possono essere felici e i fantasmi di Heathcliff e Catherine di nuovo insieme, come da bambini, stavolta per sempre.
Mr Lockwood però ai fantasmi non ci crede mica.]]>
4.04 1847 Cime tempestose
author: Emily Brontë
name: Elisa
average rating: 4.04
book published: 1847
rating: 5
read at: 2012/07/22
date added: 2012/11/12
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Cime tempestose è uno di quei libri di cui ho sentito parlare da sempre, uno di quei libri da cui hanno tratto chissà quanti film, uno di quei libri che sapevo di dover leggere, prima o poi. L'anno scorso era con L'espresso, non mi sono fatta sfuggire l'occasione di averlo per pochi euro, non potevo perdermi un superclassico così chiacchierato e così bello, a detta di quasi tutti. Così quest'estate l'ho letto e sono stata io la prima a sorprendermi di quanto questa storia scritta quasi due secoli fa sia riuscita a prendermi completamente. Sono stata io la prima a rimanere stupita quando sono restata accartocciata sul divano fino alle due di notte per conoscere le sorti di Cathy.
Un romanzo per me bellissimo, uno dei migliori classici che ho letto.
Tutto comincia quando Mr Lockwood si trasferisce a Trushcross Grange, proprietà appartenente al misterioso signor Heathcliff, che vive in una tenuta poco distante, Wuthering Heights (Cime tempestose). Un giorno Mr Lockwood decide di andare a far visita al suo affittuario, un uomo schivo, arrogante e decisamente poco ospitale. Purtroppo c'è una forte bufera che lo costringe a passare anche la notte nella dimora del suo affittuario. È una pessima nottata la sua, popolata da sogni di fantasmi e da brutte sensazioni.
Una volta tornato a Trushcross Grange, Mr Lockwood si ammala e durante il suo periodo di riposo forzato ha la possibilità di ascoltare la storia di quel signor Heathcliff, grazie al lungo racconto di Ellen Dean, la governante.
Tutto ebbe inizio in un tempo ormai lontano, quando Wuthering Heights apparteneva al signor Earnshaw, padre di due figli: Hindley e Catherine. Sono entrambi dei bambini quando il padre, di ritorno da un viaggio a Liverpool, porta a casa un trovatello, Heathcliff appunto, che ben presto diventa il suo preferito. Hindley e Heathcliff non vanno affatto d'accordo, mentre Catherine passa tutto il tempo a giocare e a correre nei prati col nuovo arrivato, una sorta di mezzo fratellastro. Ben presto il signor Earnshaw muore e Hindley diventa il proprietario di Wuthering Heights, a quel punto costringe Heathcliff a lasciare la scuola e a lavorare come un qualunque garzone.
Nonostante le differenze tra Catherine e Heathcliff divengano sempre più radicali col passare del tempo, i due non smettono di volersi bene e di passare il proprio tempo insieme. I due sono spericolati, non hanno paura di niente, tanto che un giorno decidono di allontanarsi da casa fino ad arrivare a Trushcross Grange, qui Catherine viene morsa dal cane dei Linton, proprietari di quella tenuta. Per questo è costretta a passare lì un po' di tempo, fino alla guarigione. Durante quel periodo stringe una bella amicizia con Edgar Linton, che la ama sinceramente. Sono giorni intensi, in cui Catherine perde quell'aurea da maschiaccio che aveva avuto fino a quel momento. Quando torna a casa lei e Heathcliff non si riconoscono più. Il loro rapporto si è incrinato, forse definitivamente.
Hindley nel frattempo si sposa con Frances, che muore poco dopo la nascita del loro bimbo Hareton. Hindley è così sconvolto che inizia a bere, indebitandosi enormemente. Catherine si fidanza con Edgar Linton, anche se confessa alla governante di amare soltanto Heathcliff, che per caso si trova ad ascoltare una parte del discorso della sua amata compagna di giochi nella quale lei sembra disprezzarlo. Lui fraintende tutto e se ne va alla ricerca di fortuna.
Quando ritorna è davvero un uomo ricco, paga anche i debiti di Hindley. Catherine ormai si è sposata con Edgar e lui si consola sposando sua sorella, Isabella Linton, che non ama assolutamente. Heathcliff è arrabbiato col mondo che le ha portato via la sua Catherine e per questo diventa cattivo con tutti, con sua moglie e con Hareton soprattutto, fa crescere quest'ultimo come un animaletto, nell'ignoranza più assoluta.
Anche Catherine è molto triste, sempre più magra e malata. Muore dando alla luce una bambina, che Edgar chiamerà come lei, Cathy, prima del parto e della morte però Catherine e Heathcliff riescono a dichiararsi il loro amore, un amore viscerale, profondo, doloroso, che in fondo ha rovinato la vita di entrambi.
Dopo Catherine muore anche il fratello Hindley, Heatcliff diventa il padrone di Wuthering Heights e Hareton vive sulla sua pelle tutta la sua crudeltà. Nel frattempo la moglie Isabella, stufa dell'arroganza e della prepotenza del marito, fugge via, dando alla luce il loro bambino, che chiama Linton. Purtroppo, alla morte della madre, Linton è costretto a tornare a vivere dal padre che non lo ama affatto.
Passano gli anni, Heathcliff ed Edgar invecchiano, mentre Hareton, Cathy e Linton crescono. Un giorno Cathy si allontana un po' troppo durante una delle sue passeggiate, arrivando a superare il limite che suo padre le aveva imposto di non oltrepassare. Spinta dalla curiosità arriva fino a Wuthering Heights, dove conosce Linton (sempre malaticcio, viziato e decisamente delicato), Hareton (un ragazzone forte e robusto, ma completamente ignorante) e il signor Heathcliff. Lei non sapeva della loro esistenza, perciò è curiosa di conoscere le storie di quei parenti che non sapeva di avere. Heathcliff fa di tutto per facilitare un matrimonio tra Cathy e Linton, matrimonio che deve avvenire prima della morte di Edgar in modo che Trushcross Grange possa essere ereditata da Linton e poi, dopo la sua morte, possa passare direttamente a lui. Cathy non ama Linton, lo trova simpatico, ma troppo debole e malato per i suoi gusti, eppure è costretta ad accettare quel matrimonio imposto da Heatcliff se vuole rivedere suo padre in fin di vita.
Tutto procede secondo i piani del perfido signor Heathcliff. Linton presto muore e lui si trova ad essere il padrone sia di Wuthering Heights sia di Trushcross Grange. Catherine vive infelicemente, rimasta ormai senza alcun affetto, trattata come una governante qualsiasi. Hareton è l'unico coetaneo che ha, ma lei ride di lui perché non ha cultura e non sa nemmeno leggere e scrivere.
Hareton prova un sincero affetto per la giovane Cathy, ne è segretamente innamorato e per lei inizia di nascosto a imparare a leggere. Quando lei lo scopre decide di aiutarlo. I due passano sempre più tempo insieme, anche Cathy scopre piacevole la compagnia di Hareton.
Heathcliff si accorge del feeling nascente, ma ormai è troppo vecchio e stanco per far del male ancora a qualcuno, così li lascia fare.
Dopo alcuni giorni passati a delirare e a dire di vedere il fantasma di Catherine camminare in casa loro, Heathcliff muore.
La leggenda narra che dopo la morte i fantasmi di quei due innamorati sfortunati passino il tempo insieme, a passeggiare per le brughiere inglesi. E finisce così: con Cathy e Hareton che si sposano e finalmente possono essere felici e i fantasmi di Heathcliff e Catherine di nuovo insieme, come da bambini, stavolta per sempre.
Mr Lockwood però ai fantasmi non ci crede mica.
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<![CDATA[Il rosso e il blu: Cuori ed errori nella scuola italiana]]> 9694420 Il rosso e il blu abbandona la finzione narrativa e, attraverso brevi ma folgoranti osservazioni, affronta i molti "cuori ed errori" che sono disseminati nella scuola italiana.]]> 156 Marco Lodoli 8806201026 Elisa 0 to-read 2.86 2009 Il rosso e il blu: Cuori ed errori nella scuola italiana
author: Marco Lodoli
name: Elisa
average rating: 2.86
book published: 2009
rating: 0
read at:
date added: 2012/11/04
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