Un altro libro che mi rimane in mano dopo un’incursione in biblioteca. Succede � spesso- che vada a ritirare qualche volume e le mie mani –incaute- senza nessun comando si muovono autonomamente. Senza rendermene conto, mi trovo al banco prestiti e il gioco è fatto.
Ventotto componimenti, brevi e fulminei che riflettono su fatti di cronaca (ad esempio� Genova � sul crollo del ponte Morandi oppure “Giustizia per Giulio�) e, soprattutto, sullo sguardo intollerante verso chi è straniero (� Altro da me sei tu che credi/d’esser meglio dei migranti/tu che scambi la fortuna/d’esser nato in occidente/per un merito e un diritto/tu che non ti fermi mai/egoista come sei/a pensare e immaginare/cos’� un figlio da salvare/dalle bombe e dalla fame.�)
Con un moto di sdegno, Cangemi punta il dito e concentra la sua lirica proprio verso queste ingiustizie: