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200 pages, Paperback
First published November 20, 2001
I pro.
Azuma offre una brevissima cronistoria critica dell'approccio otaku all'animazione giapponese, e dei legami tra i due, cronistoria ben pi¨´ sensata di quanto si legge di solito sull'argomento; difatti prende una decisa posizione contro il punto di vista continuista, cio¨¨ quello che vede l'animazione e il fumetto giappi eredi diretti (di solito non viene neanche spiegato in che modo) delle arti popolari dell'epoca Edo.
Per Azuma, invece, animazione e fumetto giappi contemporanei nascono in seguito alla frattura culturale della II Guerra Mondiale e a una massiccia appropriazione, poi rielaborata e infine negata e rimossa, della cultura di massa U.S.A. (non certo quindi delle arti Tokugawa). Personalmente condivido pi¨´ quanto dice qui Azuma che l'ipotesi continuista, quella portata avanti soprattutto da ?tsuka Eiji, Okada Toshio e Murakami Takashi. Di solito sono questi, quelli pi¨´ citati al di fuori del Giappone, soprattutto l'ultimo. Speriamo che la traduzione del libro di Azuma riesca a riequilibrare il discorso.
Di questo si parla soprattutto nella prima parte del libro di Azuma.
I contro.
Nella seconda parte, si d¨¤ il via a un discutibile pippone teorico.
Azuma invoca, a mo' di Pok¨¦mon estratti dalle pokeball, anzi, dalle sfere pok¨¦, i classici maestri di postmoderno e affini, affinch¨¦ combattano al suo fianco: "Baudrillard... scelgo te!!!". Il postmoderno ¨¨ quella grande narrazione che proclama la fine delle grandi narrazioni, ¨¨ quello storicismo estremo che annunzia la morte d'ogni storicismo, ¨¨ uno degli ultimi zombie inconsapevoli posseduti dallo spettro hegeliano che, ancora non esorcizzato, si aggira per l'Europa.
Azuma quindi, che fa? Prende quattro o cinque titoli, tra animazione e videogiochi, e li analizza per "dimostrare" non solo che queste opere corrispondono in maniera squisita alla logica postmoderna, ma riflettono e dispiegano come prismi quella luce che permea tutto il mondo attuale. Quindi guardando alcuni episod? di DiGi Chara, giuocando a qualche visual novel un po' ecchi, o osservando come si muovono gli otaku giappi tra i banchetti delle fiere, possiamo cogliere lo zeitgeist di un'intera epoca, la nostra e, anzi, dell'intero Mondo a venire, nel futuro. In cui si preannuncia nientepopodimenoch¨¦ la morte dell'Uomo. Effettivamente, dopo che Nietzsche ed epigoni avevano proclamato quella di Nostro Signore Idd¨ªo, bisogna pur rivolgersi a qualcosa d'altro.
Peccato che Azuma vada a scegliersi guarda caso quegli esemp? utili al suo discorso, scordandosi le quantit¨¤ notevoli di possibili contr'esemp?. Peccato soprattutto che Azuma spacci per temperie globale e pietra miliare d'una svolta epocale quelle che sono pratiche di consumo segmentali che ricorrono e tornano e ritornano un po' in tutti gli ambiti della cultura pop, gi¨¤ in tempi non sospetti (a volere si potrebbe anche risalire al romanzo d'appendice ottocentesco).
E anche tra trent'anni o quarant'anni (sempre ch'esista ancora il Mondo), ci sar¨¤ di nuovo chi scriver¨¤ libri in cui scambier¨¤ i ricorsi del proprio decennio come inaudite novit¨¤ che segnano il termine della Storia. E il libro di Azuma, allora, sar¨¤ visto pi¨´ come un oggetto dei nostri tempi sintomo di questa necessit¨¤, che una descrizione utile degli stessi tempi in cui si situa.
The book proposes a model of the "database animal" as a new type of consumer in the postmodern information era, arguing that, rather than reading the stories in a "human" mode of consumption that longs for the existence of and searches for deeper meaning, the cravings of "animalized" otaku are satiated by classifying the characters from such stories according to their traits and anonymously creating databases that catalog, store, and display the results. In turn, the database provides a space where users can search for the traits they desire and find new characters and stories that might appeal to them. (halaman xv-xvi)
He is faced with the key dilemma of having to choose between, on the one hand, the Marionettes who in fact only contain artificial personalities but who have been longtime companions and, on the other hand, someone said to possess the personality of a real human but who is a total stranger--between the imitation, which looks real, or the real thing, which has never been. .... Even if this real female could be reached, at that point feelings for the imaginary characters that have been built up over a long period would have to be sacrificed in exchange for her. (halaman 21-22)