Dopo l'esperienza con "Il maestro e Margherita" ho voluto provare una versione "diversa" di Bulgakov, meno folle e più realistica. Sapevo che sarei stDopo l'esperienza con "Il maestro e Margherita" ho voluto provare una versione "diversa" di Bulgakov, meno folle e più realistica. Sapevo che sarei stato sorpreso dalla lettura, appunto perché si tratta di un testo differente rispetto al suo allucinante e allucinato capolavoro, eppure MAI avrei pensato di ritrovarmi nella figura di questo medico così lontano da me nel tempo, nello spazio e nella formazione. Leggere "Appunti di un giovane medico" adesso, all'inizio della mia carriera professionale, è stato come guardarsi allo specchio: i suoi timori, i suoi più o meno consapevoli successi, in qualche modo mi appartengono e io, a mia volta, sento di appartenere a questo libro che mi ha parlato in un modo che davvero non sospettavo. Nonostante perda questo senso di comunanza nei due racconti finali, rimane un'opera assolutamente meritevole di essere letta. Il modo in cui vengono riportate le esperienze del giovane medico (che non risparmia al lettore nessuna goccia di sangue, nessuno strano rigonfiamento, nessuna brutta malattia ma che, in una riuscitissima alternanza, nemmeno si esenta dal farci dono di momenti divertenti ed ironici) immerge completamente nello sperduto ospedale di campagna e regala, in una breve raccolta di episodi, grandi soddisfazioni. ...more
Clausura. Questa è la parola che mi porto a casa dalla lettura di questo romanzo che ha come tema centrale quello della separazione, dell'incomunicabiClausura. Questa è la parola che mi porto a casa dalla lettura di questo romanzo che ha come tema centrale quello della separazione, dell'incomunicabilità tra quelli che sono presentati come due mondi estranei l'uno all'altro: quello delle donne e quello degli uomini. Oltre che dalla narrazione stessa, che farà di questa separazione e del tentativo della protagonista, disperato e fallimentare, di rompere questa barriera, l'idea di separazione è portata avanti anche da diverse immagini ricorrenti. Spesso si fa riferimento a una sorta di dimensione claustrale (es. il convento di fronte alla casa d'infanzia, la vita estremamente religiosa e il vestiario quasi monacale delle parenti in Abruzzo) ma anche di reclusione, separazione più profana (es. la prigione). Le stesse finestre, attraverso le quali la protagonista tanto ama guardare, rimandano sì a un'immagine di libertà, ma anche di confino: è una libertà che si percepisce dalla prigionia. Proprio questa libertà percepita dalla prigionia è ciò che sostiene la protagonista per tutto il romanzo, attraverso ambienti asfittici e relazioni altrettanto soffocanti, fino all'inesorabile e tragica chiusura dell'ultimo spiffero. Un libro tragico, una scrittura precisa nel restituire ogni singolo passo della protagonista verso la tragedia. Un libro da leggere...more
Dopo avere tentato (senza successo) di leggere Moby Dick, ho deciso di dare una seconda occasione a Melville con questa raccolta che, devo dire, ha suDopo avere tentato (senza successo) di leggere Moby Dick, ho deciso di dare una seconda occasione a Melville con questa raccolta che, devo dire, ha superato le mie aspettative. Il motivo principale per cui ho deciso di affrontare questa lettura è che, pura avendo apprezzato tantissimo la scrittura di Melville, non sono riuscito a superare lo scoglio del suo capolavoro. E mi bruciava. Per questo motivo, ho pensato che degli scritti più contenuti mi avrebbero permesso di godere appieno dell'esperienza. Ho trovato la raccolta davvero ottima, soprattutto nell'accostamento dei tre racconti, che sono legati tematicamente e, nel caso degli ultimi due (il paradiso degli scapoli e il tartaro delle fanciulle), anche attraverso dirette citazioni (in particolare, nell'ultimo racconto il tartaro viene paragonato direttamente al paradiso degli scapoli). Il racconto che ho preferito fra i tre è sicuramente il tartaro delle fanciulle. Non so se mi azzarderei a dire che mi è piaciuto, nel senso che è un racconto tremendo sullo sfruttamento delle giovani donne in fabbrica, ma è costruito davvero benissimo su un sistema di rimandi continui tra il materiale lavorato in fabbrica e le ragazze che vi lavorano, la cui giovinezza viene metaforicamente (ma anche letteralmente) assorbita da loro e riversata nei fogli che producono. Tantissimi anche i rimandi alle rappresentazioni infernali della tradizione, come il fiume dalle acque rosse (che non può non ricordare il dantesco Flegetonte) o i diversi luoghi citati nel racconto dal Devil's Dungeon al Tartarus che dà il titolo al racconto, passando per il monte Woedolor (formato da woe e dolor, entrambi termini riferiti a dolore e sofferenza). La parte che più mi ha impressionato è stata, però, quella relativa al funzionamento della macchina di produzione dei fogli che priva la polpa della sua consistenza, esattamente come la vita in fabbrica "spolpa" le giovani ragazze, ormai ridotte a spettri esangui (in modo simile a Bartleby, peraltro). Sicuramente una raccolta sui cui tornerò, perchè penso che si presti (e che meriti) analisi più approfondite, sicuramente un saggio della prosa di Melville molto più godibile di Moby Dick, sicuramente consigliato....more
Tra i vari tag con cui mi piace categorizzare i libri che leggo qui ce n'è uno chiamato "mi hanno colpito". Solitamente lo uso per quei libri che hannTra i vari tag con cui mi piace categorizzare i libri che leggo qui ce n'è uno chiamato "mi hanno colpito". Solitamente lo uso per quei libri che hanno una prosa che mi colpisce particolarmente ma, in questo caso, c'è qualcosa in più, esco dalla lettura con la sensazione che il libro mi abbia preso a pugni nello stomaco. McEwan mi ha dunque letteralmente colpito con la sua scrittura, in grado di trasmettere tutto lo strazio dei personaggi protagonisti, insieme ad alcune delle descrizioni di ambienti più belle che io abbia letto in tempi recenti. Oltre che con il cuore dolorante, esco da questa lettura con una questione che mi piacerebbe approfondire con successive riletture, ovvero la riuscita dell'espiazione che dà il titolo (e la ragion d'essere) al romanzo: (view spoiler)[ al termine della narrazione, quando Briony ammette di aver inventato il finale affinché sua sorella Cecilia e il suo compagno Robbie possano avere, almeno nella finzione narrativa, il lieto fine che lei ha contribuito a negare loro, paragona sé stessa alla figura di Dio. Entrambi sono figure per la quali è possibile solo un tentativo d'espiazione, necessariamente fallimentare poiché non esiste una figura superiore che possa concedere il suo perdono sia a Dio che alla scrittrice (il Dio del romanzo). Io ritengo, però, che l'espiazione sia impossibile anche per la mancanza di elaborazione da parte di Briony di questo suo voler giocare a fare Dio: così come all'inizio della storia, è il suo racconto mistificatorio a gettare la rovina sulla coppia Robbie-Cecilia, allo stesso modo, continua a usare il suo potere di narratrice ("her absolute power of deciding outcomes") per riscrivere la storia al termine del romanzo. Robbie e Cecilia continuano ad essere solo personaggi, quasi burattini tirati dai suoi fili, e il fatto che, nel secondo caso, l'uso di questo potere sia mosso da fini riparatori, non cancella il fatto fondamentale che non ci sia un'evoluzione di Briony nel suo rapporto con loro. A mio avviso è proprio in questa impossibilità di rinunciare al ruolo di creatrice, di divinità, che rende impossibile l'espiazione. (hide spoiler)]...more
Questa serie mi piace sempre di più: la trovo ancora più cupa rispetto a una serie di sfortunati eventi e priva del caratteristico humour nero, ma allQuesta serie mi piace sempre di più: la trovo ancora più cupa rispetto a una serie di sfortunati eventi e priva del caratteristico humour nero, ma allo stesso tempo quasi più speranzosa poiché i personaggi, per quanto disperati, non smettono mai di lottare per ciò in cui credono e inoltre formano dei legami che sono un contraltare perfetto alla crudeltà a cui sono sottoposti...more
Un libro non facile da leggere e da processare. Nonostante sia relativamente corto, è talmente pieno di trigger che mi è sembrato durare un'eternità, Un libro non facile da leggere e da processare. Nonostante sia relativamente corto, è talmente pieno di trigger che mi è sembrato durare un'eternità, eppure mi è piaciuto. Mi è piaciuto perché, pur essendo crudo e nascondendo ben poco della terribile storia di sofferenza della protagonista, non si percepisce che ciò venga fatto per scioccare il lettore. Ciò che a me è arrivato è che questa storia non si poteva raccontare "in un altro modo", magari edulcorandola, perché l'avrebbe sminuita. Non so se lo consiglierei, e non so se lo rileggerei, ma sicuramente è un ottimo libro....more
L'anno inizia con una chiusura, quella di questa bellissima saga. Ho amato il modo un cui ognuno dei libri precedenti ha contribuito a mettere le basiL'anno inizia con una chiusura, quella di questa bellissima saga. Ho amato il modo un cui ognuno dei libri precedenti ha contribuito a mettere le basi per questo finale, e come il colpo di scena sia stato del tutto inaspettato. Anche in questo libro vengono sollevate ed affrontate questioni profonde e in grado di toccare da vicino. Non smetterò mai di consigliare earthsea....more
Un libro che ho divorato, e che ha divorato me. Credo di essere appena uscito da una di quelle letture che ti cambiano, mi sento rivoltato come un calUn libro che ho divorato, e che ha divorato me. Credo di essere appena uscito da una di quelle letture che ti cambiano, mi sento rivoltato come un calzino, forse perché mi è sembrato di vivere ogni patimento della protagonista. Non so se è un libro che consiglierei, ma sono felice di averlo letto e probabilmente lo rileggerò....more
Divorato anche il secondo capitolo della serie e che dire: Snicket è e resterà sempre uno dei miei preferiti. In aggiunta a tutto ciò che già pensavo Divorato anche il secondo capitolo della serie e che dire: Snicket è e resterà sempre uno dei miei preferiti. In aggiunta a tutto ciò che già pensavo del primo capitolo, sottolineo qui una marcata nota inquietante che mi ha fatto apprezzare ancora di più la serie...more
Avendone sentito parlare molto bene, immaginavo che mi sarei trovato davanti ad un bel libro e tuttavia sono rimasto sorpreso. Non immaginavo potesse Avendone sentito parlare molto bene, immaginavo che mi sarei trovato davanti ad un bel libro e tuttavia sono rimasto sorpreso. Non immaginavo potesse essere così coinvolgente, oscuro e divertente. Le cose che ho più apprezzato sono state la presenza di dud protagonisti tutt'altro che "buoni" e il linguaggio dello scrittore: leggo spesso in inglese ma il lessico utilizzato è stato in gran parte una novità per me, quindi ho anche avuto modo di imparare qualcosa....more