Vite che non sono la tua I gialli islandesi di Iperborea mi piacciono anche perchè sono un'occasione per curiosare in vite che non sono la mia. L'IslanVite che non sono la tua I gialli islandesi di Iperborea mi piacciono anche perchè sono un'occasione per curiosare in vite che non sono la mia. L'Islanda è un luogo abbastanza speciale, geograficamente e storicamente. Trattandosi di una comunità abbastanza isolata, una ventina di anni fa si svolse in Islanda un grande studio genetico per la correlazione gene/malattia, facilitato dal fatto che la varietà genetica era modesta rispetto a un'area dalla quale sono passati tutti, per esempio la Sicilia; ma questo non ha niente a che vedere col libro, se non che l'isola di Flatey è una comunità piccolissima in una società già piccola. Le dimensioni dell'isola sono 2 km x 0,5 km e la popolazione si conosce piuttosto bene. Inizialmente mi sembrava che l'ebook fosse impaginato male, perchè alla storia ambientata negli anni '60 si alternavano pagine del libro di Flatey, un antico manoscritto su pergamena che racconta saghe norrene, poi mi sono abituata, anche se trovo che si poteva fare meglio, per esempio alternando i capitoli. L'autore si è impegnato a caratterizzare bene quasi tutti i personaggi e il ritratto della vita nell'isola è piacevolmente vivido, anche con tutti gli aspetti sgradevoli del caso, per esempio l'ammazzare a bastonate i cuccioli di foca, cosa orribilissima. Purtroppo la vita umana in paesi così inospitali ha reso accettabili cose che altrimenti non si farebbero. Anche ora alle isole FarOer si fanno delle belle mattanze di balene. Comunque, la vita nella piccola comunità ha piacevoli forme di cortesia, come il premettere l'aggettivo caro anche fuori dal ristretto nucleo familiare e forme di supporto alle persone in difficoltà . Un aspetto buffo è che tutti gli abitanti conoscono bene il libro di Flatey, un po' come conoscere nei minimi dettagli l'Iliade e pare loro impossibile che la gente che viene dalla capitale non ne abbia la stessa conoscenza perfetta: come se la loro isoletta 2 km x 0,5 km fosse il centro del mondo. Una cosa insolita che mi è piaciuta è che la storia non si limita a un morto e un assassino da identificare, ma è una vicenda più complessa da ricomporre nel suo insieme e alla fine l'idea che resta è positiva, nel senso che, anche se tutti hanno qualcosa di non detto, non ci sono grandi tradimenti della fiducia reciproca. ...more
Barche di pietra Le fiabe popolari mi piacciono molto, al di là del valore letterario, per quello che rivelano del popolo e dell'epoca nella quale sonoBarche di pietra Le fiabe popolari mi piacciono molto, al di là del valore letterario, per quello che rivelano del popolo e dell'epoca nella quale sono state raccolte. Molti anni fa, leggendo una raccolta di favole europee commentata dalla curatrice, ho realizzato che Hansel e Gretel e Pollicino sono la memoria storica delle carestie nell'Europa del Nord, quando I bambini che non si potevano sfamare si lasciavano nel bosco. Le fiabe islandesi di questa raccolta mi hanno interessata e divertita: sono meno ricercate di altre lette in passato e sono composte con quello che c'era: niente carrozze o scarpine di cristallo, le sorellastre c’erano. Niente usignoli, però c’erano capre e mucche.... Dettaglio significativo, quando l'eroe o l'eroina partono alla ricerca di qualcosa, gli vengono date le scarpe nuove: Silvia Cosimini ci informa che le scarpe in uso erano pantofole di pelle, che avevano un tempo di vita limitato, sicchè era fondamentale esserne ben provvisti. Si apprezza in genere lo spirito scanzonato e concreto di un popolo che doveva necessariamente tenere i piedi per terra per sopravvivere. Ci sono molti personaggi femminili, che si chiamano sempre coi soliti 3 nomi e c'è un principe che per lo spavento si piscia addosso (sic) e questo, care lettrici e cari lettori, è liberatorio: finalmente un principe normale anche nelle favole. C’� anche da dire che gli Islandesi erano sudditi non particolarmente entusiasti della monarchia danese, sicchè immaginare un principe che si pisciava addosso poteva avere un certo valore patriottico. Non solo ci sono le fanciulle, ci sono anche le trollesse. I troll possono essere buoni e lasciare una bella eredità a chi si comporta bene. L'imbarcazione delle trollesse è di pietra. Anche questo è giusto: in Islanda c'è poco legno e molta, moltissima pietra. ...more
Le conseguenze dell'amore Un noir molto coinvolgente, con due storie che si sviluppano parallelamente, lasciando il lettore nell'attesa di capire se siLe conseguenze dell'amore Un noir molto coinvolgente, con due storie che si sviluppano parallelamente, lasciando il lettore nell'attesa di capire se si intrecceranno e come: una storia borghese e una dei bassifondi. E' una lettura interessante, che, insieme ad altri libri dell'autore, mi ha insegnato molte cose che ignoravo sulla storia dell'Islanda del XX secolo, per esempio a proposito dell'occupazione degli Alleati durante la seconda guerra mondiale e del pesante impatto avuto sul paese e sulla popolazione. I libri di Indridason sono spesso attenti alle vite di persone in difficoltà , scivolate ai margini della società perchè sole, senza lavoro, psichicamente fragili, donne nel posto sbagliato. Non è un'attenzione banale, perchè non vedere queste persone è fin troppo facile, mentre Indridason le racconta nel pieno della loro umanità , con le loro necessità di affetti, sogni di riscatto, delusioni. Una nota un po' strana è la coppia di investigatori, uno della polizia islandese e l'altro americano di origini islandesi: hanno una compostezza che sembra piuttosto irreale, dato l'ambiente nel quale si muovono. Ma forse è un riflesso della differenza comportamentale fra l'italiano medio e l'islandese medio : ). Il libro non si fa dimenticare e lascia una sensazione di sabbia nera e vetrosa in bocca....more
Natale in albergo Indridason è sempre piacevole, tuttavia La voce mi è piaciuto meno dei precedenti. La storia ha un suo spessore ma non offre quella Natale in albergo Indridason è sempre piacevole, tuttavia La voce mi è piaciuto meno dei precedenti. La storia ha un suo spessore ma non offre quella vista sulla società e storia islandese che mi avevano affascinato in La signora in verde e Sotto la città . L’atmosfera introspettiva e malinconica sono quelle consuete e occupano circa la metà del libro, il suo Erlendur prende una stanza in albergo, anonima per definizione (e col riscaldamento non funzionante) pur di sfuggire al vuoto della sua casa, come se lo scenario cambiasse la sostanza dei fatti. Tuttavia i pensieri non restano appesi nell’armadio ma se li porta dietro e animano i suoi sogni....more
Antidoto Se cercate un efficace antidoto all’atmosfera natalizia, alla dolcezza (nel piatto) e ai lustrini sfavillanti, prendete nota di questo libro. Antidoto Se cercate un efficace antidoto all’atmosfera natalizia, alla dolcezza (nel piatto) e ai lustrini sfavillanti, prendete nota di questo libro. E’ambientato in Islanda, terra facilmente associabile a Babbo Natale, ma non è questo il caso. Si tratta di un giallo, ma la ricchezza dei temi trattati e la buona scrittura ne fa una lettura per niente banale e che non si dimentica alla chiusura del libro. Come un altro bel libro di Indridason, “La signora in verde�, parla di violenza sulle donne, tema spesso citato ma non metabolizzato dalla società , basta leggere i giornali o ascoltare i notiziari. L’autore non teme di sollevare molti argomenti interessanti, quali gli studi di correlazione gene/malattia che sono condotti con grande successo in comunità che sono vissute confinate molto a lungo, come quella islandese, la facilità con la quale un hacker motivato può accedere a queste banche dati carpendo informazioni estremamente riservate e che non dovrebbero essere usate a scopi diversi da quelli puramente scientifici, il prelievo disinvolto di materiale biologico da cadaveri a scopo di ricerca, cosa che attualmente credo sia molto regolamentata. E ancora, l’impossibilità dei genitori di accettare la morte di un bambino, soprattutto nei nostri paesi con tanti strumenti di indagine diagnostica e farmaci avanzati. Il protagonista è un ispettore la cui vita è molto dissestata, a partire dal matrimonio e proseguendo coi figli. Attualmente sono molto apprezzati i gialli nei quali i detectives incontrano nella vita privata disastri comparabili a quelli che devono gestire sul lavoro e in effetti siamo in un’epoca antieroica e ci immedesimiamo volentieri in questi piccoli e spaventati guerrieri, altro che Maigret ben stirato e la valle della Loira. ...more
Il lato in ombra Un uomo rimasto vedovo si trasferisce da Oslo in un paesino di campagna, sulle sponde di un fiume. Desidera lasciarsi alle spalle il rIl lato in ombra Un uomo rimasto vedovo si trasferisce da Oslo in un paesino di campagna, sulle sponde di un fiume. Desidera lasciarsi alle spalle il ricordo di moglie e sorella, entrambe perdute; cerca di colmare il suo grande vuoto dedicandosi a una vita attiva, ristrutturando una casa in una bella posizione, pregustando legna da spaccare e passeggiate nei boschi col cane. Tuttavia in quei luoghi da adolescente aveva trascorso un’estate che aveva segnato il suo ingresso nell’età adulta e il passato, ormai remoto, ritorna prepotentemente ad occupare i suoi pensieri. Alcune cose sono descritte con molta esattezza: come all’interno delle famiglie si creda di conoscersi perfettamente e ciò spesso non sia affatto vero; come, concentrandosi, si possano rivedere e quasi rivivere momenti della propria vita passata; come qualche volta si abbia la vivissima percezione di essere a un crocevia della propria vita e che la prossima azione segnerà la direzione in modo definitivo. Nel racconto passato e presente si susseguono e l’adolescente fiducioso e impulsivo che era stato fa apparire più stanco e disincantato l’uomo che ricorda. Il ragazzo che aveva tagliato un bosco e preparato le cataste di legname è diventato un uomo anziano che si preoccupa per una betulla caduta in prossimità della casa, pur disponendo di una motosega. Un sapore particolare è dato alla storia dal contenere solo il racconto del protagonista, per come l’ha compresa: non c’� la versione degli altri e il quadro è parziale, come è in genere nella vita, in cui non ci è dato di avere una conoscenza piena e una versione definitiva degli eventi e delle persone che ci circondano. ...more