Lucrezia's Reviews > Nemesi
Nemesi
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Driiiiin!
Suona finalmente la campanella della terza ora, Lucrezia sprofondata in uno stato di narcolessi fin dalla sua entrata a scuola quella mattina, finalmente si riscuote e apre un po di più gli occhi. Sta per arrivare il momento della sua materia preferita ,dopo la letteratura italiana, letteratura greca. Sebbene detesti la professoressa con tutto il cuore a causa della sua tracotante ignoranza e della sua perfidia, e sebbene spieghi praticamente leggendo dal libro e senza aggiungere un concetto di suo ,che sia una solenne stupidaggine (come le conferma poi il libro quando ci va a studiare), Lucrezia ascolta interessata, anche se spiega lei, perchè la letteratura greca le piace "assai" fin da quando balzellava sulle ginocchia del padre a sette anni implorandolo di leggergli ancora una volta il mito di Perseo e Medusa (raggiungendo livelli di eccitazione palpabili quando si arrivava a parlare di Pegaso).
Cosi appena la prof apre il libro e comincia a legger...oppps spiegare, Lucrezia tende bene le orecchie, e si concentra.
"Allora ragazzi oggi parliamo di un concetto fondamentale nella letteratura greca la ὕβϱιÏ� (si legge Hýbris), cosa è la ὕβϱιÏ�? Nella trama della tragedia la ὕβϱιÏ� è un evento passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una "colpa" dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di tempo, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie. Strettamente collegata con la νÎμεσις (némesis) che le consegue direttamente. Cosa è la νÎμεσις? Innanzitutto significa "vendetta degli dei", "ira", "sdegno" ,è ,quindi, la punizione giustamente inflitta dagli dei a chi si macchia di tracotanza. La νÎμεσις fa nascere nell’individuo proprio quei sentimenti di pietà e di terrore che permettono all’animo di purificarsi da tali passioni negative che ogni uomo possiede. La catarsi finale, per Aristotele rappresenta la presa di coscienza dello spettatore, che pur comprendendo i personaggi, raggiunge questa finale consapevolezza distaccandosi dalle loro passioni per raggiungere un livello superiore di saggezza. Il vizio o la debolezza del personaggio portano necessariamente alla sua caduta in quanto predestinata (il concatenamento delle azioni sembra in qualche modo essere favorito dagli déi, che non agiscono direttamente, ma ex macchina). La caduta dell’eroe tragico è necessaria, perché da un lato possiamo ammirarne la grandezza (si tratta quasi sempre di persone illustri e potenti) e dall’altra possiamo noi stessi trarre profitto dalla storia. Insomma ragazzi la tragedia greca sembrerebbe proprio una mirabile telenovela, di quelle fatte bene"- "perchè ne esistono?" Pensa intanto fra sè e sè Lucrezia cercando di ricordarsene una- "solo che ha il preciso intendimento di mostrare al cittadino Greco il perfetto standard morale da seguire, che poi sembra dirgli: Sennò lo vedi che ti succede!"
Fine delle divagazioni.
Quando ho deciso di cominciare questo libro, sono rimasta lungamente a fissare il titolo ricordandomi appunto cosa succede in alcune "nemesi" ai miei vecchi amici Greci.
Mai nulla di piacevole, ve lo posso assicurare.
Ho quindi cominciato il libro carica di presagi, che infatti non tardano a manifestarsi:
"Il primo caso di polio quell'estate si verificò agli inizi di giugno, subito dopo il Memorial Day, in un quartiere italiano povero all'altro capo della città rispetto al nostro. Dall'angolo sudoccidentale di Newark, nella zona ebraica di Weequahic, noi non ne venimmo a conoscenza, e non venimmo a conoscenza nemmeno dei casi successivi, una decina, sparpagliati in quasi tutti i quartieri tranne il nostro. Solo il 4 luglio, quando in città si registravano già quaranta casi, sulla prima pagina del quotidiano della sera comparve un articolo dal titolo Autorità sanitaria allerta i genitori contro la polio, in cui si riportavano i consigli alla famiglia del dottor William Kittell, direttore del servizio sanitario locale: tenere sotto stretta osservazione i propri figli e contattare un medico se un bambino mostrava sintomi come mal di testa, mal di gola, nausea, torcicollo, dolori alle articolazioni o febbre..."
Ecco infatti l' allegro incipit e poi di seguito un affascinante dissertazione sulla polio che ho spesso avuto maniera di incontrare in altri romanzi ,ma quasi sempre, come la disgrazia degna di compassione di un personaggio secondario, da tutti nominato con pietà e trattato con condiscendenza.
Ma ecco che mi ritrovo ad averci a che fare come protagonista! Perché è proprio lei la Nemesi del titolo e la vera protagonista del romanzo, e che nemesi! Peccato che non ci avesse pensato uno dei tragediografi Greci! E dire che a quell' epoca la polio già esisteva...
Non incontriamo prima di quattro o cinque pagine dall' inizio il protagonista secondario del nostro romanzo e vale a dire Bucky Cantor.
Bucky Cantor è il tranquillo animatore di un campo giochi finché la Nemesi non decide di fare la sua conoscenza.
Perché proprio con lui? Come andrà a finire?
Le risposte a queste domande meritano di essere lette nel libro stesso, anche se poi alla fine non è detto che siano quelle definitive ne tantomeno quelle giuste.
Ma una cosa posso dirvela con certezza, il libro è bellissimo.
Suona finalmente la campanella della terza ora, Lucrezia sprofondata in uno stato di narcolessi fin dalla sua entrata a scuola quella mattina, finalmente si riscuote e apre un po di più gli occhi. Sta per arrivare il momento della sua materia preferita ,dopo la letteratura italiana, letteratura greca. Sebbene detesti la professoressa con tutto il cuore a causa della sua tracotante ignoranza e della sua perfidia, e sebbene spieghi praticamente leggendo dal libro e senza aggiungere un concetto di suo ,che sia una solenne stupidaggine (come le conferma poi il libro quando ci va a studiare), Lucrezia ascolta interessata, anche se spiega lei, perchè la letteratura greca le piace "assai" fin da quando balzellava sulle ginocchia del padre a sette anni implorandolo di leggergli ancora una volta il mito di Perseo e Medusa (raggiungendo livelli di eccitazione palpabili quando si arrivava a parlare di Pegaso).
Cosi appena la prof apre il libro e comincia a legger...oppps spiegare, Lucrezia tende bene le orecchie, e si concentra.
"Allora ragazzi oggi parliamo di un concetto fondamentale nella letteratura greca la ὕβϱιÏ� (si legge Hýbris), cosa è la ὕβϱιÏ�? Nella trama della tragedia la ὕβϱιÏ� è un evento passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una "colpa" dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di tempo, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie. Strettamente collegata con la νÎμεσις (némesis) che le consegue direttamente. Cosa è la νÎμεσις? Innanzitutto significa "vendetta degli dei", "ira", "sdegno" ,è ,quindi, la punizione giustamente inflitta dagli dei a chi si macchia di tracotanza. La νÎμεσις fa nascere nell’individuo proprio quei sentimenti di pietà e di terrore che permettono all’animo di purificarsi da tali passioni negative che ogni uomo possiede. La catarsi finale, per Aristotele rappresenta la presa di coscienza dello spettatore, che pur comprendendo i personaggi, raggiunge questa finale consapevolezza distaccandosi dalle loro passioni per raggiungere un livello superiore di saggezza. Il vizio o la debolezza del personaggio portano necessariamente alla sua caduta in quanto predestinata (il concatenamento delle azioni sembra in qualche modo essere favorito dagli déi, che non agiscono direttamente, ma ex macchina). La caduta dell’eroe tragico è necessaria, perché da un lato possiamo ammirarne la grandezza (si tratta quasi sempre di persone illustri e potenti) e dall’altra possiamo noi stessi trarre profitto dalla storia. Insomma ragazzi la tragedia greca sembrerebbe proprio una mirabile telenovela, di quelle fatte bene"- "perchè ne esistono?" Pensa intanto fra sè e sè Lucrezia cercando di ricordarsene una- "solo che ha il preciso intendimento di mostrare al cittadino Greco il perfetto standard morale da seguire, che poi sembra dirgli: Sennò lo vedi che ti succede!"
Fine delle divagazioni.
Quando ho deciso di cominciare questo libro, sono rimasta lungamente a fissare il titolo ricordandomi appunto cosa succede in alcune "nemesi" ai miei vecchi amici Greci.
Mai nulla di piacevole, ve lo posso assicurare.
Ho quindi cominciato il libro carica di presagi, che infatti non tardano a manifestarsi:
"Il primo caso di polio quell'estate si verificò agli inizi di giugno, subito dopo il Memorial Day, in un quartiere italiano povero all'altro capo della città rispetto al nostro. Dall'angolo sudoccidentale di Newark, nella zona ebraica di Weequahic, noi non ne venimmo a conoscenza, e non venimmo a conoscenza nemmeno dei casi successivi, una decina, sparpagliati in quasi tutti i quartieri tranne il nostro. Solo il 4 luglio, quando in città si registravano già quaranta casi, sulla prima pagina del quotidiano della sera comparve un articolo dal titolo Autorità sanitaria allerta i genitori contro la polio, in cui si riportavano i consigli alla famiglia del dottor William Kittell, direttore del servizio sanitario locale: tenere sotto stretta osservazione i propri figli e contattare un medico se un bambino mostrava sintomi come mal di testa, mal di gola, nausea, torcicollo, dolori alle articolazioni o febbre..."
Ecco infatti l' allegro incipit e poi di seguito un affascinante dissertazione sulla polio che ho spesso avuto maniera di incontrare in altri romanzi ,ma quasi sempre, come la disgrazia degna di compassione di un personaggio secondario, da tutti nominato con pietà e trattato con condiscendenza.
Ma ecco che mi ritrovo ad averci a che fare come protagonista! Perché è proprio lei la Nemesi del titolo e la vera protagonista del romanzo, e che nemesi! Peccato che non ci avesse pensato uno dei tragediografi Greci! E dire che a quell' epoca la polio già esisteva...
Non incontriamo prima di quattro o cinque pagine dall' inizio il protagonista secondario del nostro romanzo e vale a dire Bucky Cantor.
Bucky Cantor è il tranquillo animatore di un campo giochi finché la Nemesi non decide di fare la sua conoscenza.
Perché proprio con lui? Come andrà a finire?
Le risposte a queste domande meritano di essere lette nel libro stesso, anche se poi alla fine non è detto che siano quelle definitive ne tantomeno quelle giuste.
Ma una cosa posso dirvela con certezza, il libro è bellissimo.
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Nemesi.
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Reading Progress
December 1, 2014
–
Started Reading
December 1, 2014
– Shelved
December 3, 2014
–
Finished Reading