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Sarà che a pane e tennis ci sono cresciuta, sarà che moltissimi degli incontri raccontati nel libro li ho visti in TV (e sì, lo ammetto, Pete Sampras era il mio idolo) ma questo libro mi è entrato dentro come pochi altri. Ricordo i pomeriggi sul divano con mio padre a guardare le finali di Roland Garros, degli US Open, di qualsiasi torneo trasmettessero all'epoca (non c'era SKY e dovevi sempre sperare che la RAI ti facesse un favore!) e ammetto che non ho mai tifato per Agassi: sempre troppo polemico, troppo esagerato, troppo sopra le righe del bon ton tennistico ma anche con un tipo di gioco violento, che nulla aveva in comune con l'eleganza di Sampras.. Ora, leggendo tutto ciò che Agassi ha passato per lasciare il proprio nome sugli annali della storia del tennis, mi devo ricredere. Ci vuole coraggio a rialzarsi di continuo quando tutti ti danno per finito, ma ce ne vuole ancora di più a mettere a nudo i propri sbagli, le proprie debolezze, le proprie sofferenze come ha fatto lui in questa sua autobiografia e per me, da queste pagine, ne esce come indiscusso vincitore: un grande sportivo, ma soprattutto un grande uomo! Voto: 5 stelle