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Infanzia. Scene di vita di provincia
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Una savana brucata dagli erbivori
La copertina mostra fiumi azzurri e verdi boschi, ma l'infanzia di Coetzee ricorda di più una savana brucata accuratamente dagli erbivori. Come si dice parafrasando, i periodi felici non hanno storia, quelli infelici hanno bisogno di parole per essere elaborati e se possibile superati: così Coetzee ci racconta la sua infelice infanzia, con una precisione e senso della misura ammirevoli. Era un bambino intelligente che analizzava attentamente le dinamiche familiari, subendole e ferendo a sua volta; consapevole dei difetti degli altri come dei propri; spaventato e orgoglioso. Una delle paure principali era quella di essere trasferito in una scuola afrikaans, lui che, di origine afrikaans, aveva fatto sua la cultura inglese e trovava insopportabilmente grossolani i compagni di origine boera. Uno dei desideri più grandi era vivere nella fattoria dello zio: entrambi i genitori venivano da famiglie proprietarie di fattorie e lui si sentiva esiliato nella piccola città , che non era Città del Capo, dalla quale a sua volta era esiliato, per via del lavoro del padre. Rapporto difficile col padre, perchè nonostante la buona cultura e gli inizi promettenti non aveva saputo gestire il denaro e aveva mandato la famiglia in rovina. Rapporto di odio e amore con la madre, che lo adorava e avrebbe fatto di tutto per lui: ma il troppo amore spesso non viene apprezzato (da ricordare: non se ne fa mai una giusta). Molto interessante la graduale scoperta del bambino delle diversità razziali e sociali: ci sono i sudafricani di origine inglese e quelli di origine olandese, mondi da lui percepiti molto diversi; poi i meticci, che in realtà erano tutti molto neri ai suoi occhi e i nativi, cioè i boscimani, percepiti giustamente come i veri signori della terra: non perchè la possedessero, no: perchè emanati dalla terra, figli di quella terra. E'bello, la cosa più bella del libro, capire come i coloni bianchi e il bambino percepissero questo legame superiore e rispettassero il senso di dignità di queste figure che facevano il loro lavoro, certamente duro e poco ricompensato, dando l'impressione di farlo non per necessità ma perchè lo volevano fare (come un personaggio di Corto Maltese, anche lui nero e lucido).
Coetzee è uno scrittore notevole, di ottima prosa ma soprattutto di grande lucidità .
La copertina mostra fiumi azzurri e verdi boschi, ma l'infanzia di Coetzee ricorda di più una savana brucata accuratamente dagli erbivori. Come si dice parafrasando, i periodi felici non hanno storia, quelli infelici hanno bisogno di parole per essere elaborati e se possibile superati: così Coetzee ci racconta la sua infelice infanzia, con una precisione e senso della misura ammirevoli. Era un bambino intelligente che analizzava attentamente le dinamiche familiari, subendole e ferendo a sua volta; consapevole dei difetti degli altri come dei propri; spaventato e orgoglioso. Una delle paure principali era quella di essere trasferito in una scuola afrikaans, lui che, di origine afrikaans, aveva fatto sua la cultura inglese e trovava insopportabilmente grossolani i compagni di origine boera. Uno dei desideri più grandi era vivere nella fattoria dello zio: entrambi i genitori venivano da famiglie proprietarie di fattorie e lui si sentiva esiliato nella piccola città , che non era Città del Capo, dalla quale a sua volta era esiliato, per via del lavoro del padre. Rapporto difficile col padre, perchè nonostante la buona cultura e gli inizi promettenti non aveva saputo gestire il denaro e aveva mandato la famiglia in rovina. Rapporto di odio e amore con la madre, che lo adorava e avrebbe fatto di tutto per lui: ma il troppo amore spesso non viene apprezzato (da ricordare: non se ne fa mai una giusta). Molto interessante la graduale scoperta del bambino delle diversità razziali e sociali: ci sono i sudafricani di origine inglese e quelli di origine olandese, mondi da lui percepiti molto diversi; poi i meticci, che in realtà erano tutti molto neri ai suoi occhi e i nativi, cioè i boscimani, percepiti giustamente come i veri signori della terra: non perchè la possedessero, no: perchè emanati dalla terra, figli di quella terra. E'bello, la cosa più bella del libro, capire come i coloni bianchi e il bambino percepissero questo legame superiore e rispettassero il senso di dignità di queste figure che facevano il loro lavoro, certamente duro e poco ricompensato, dando l'impressione di farlo non per necessità ma perchè lo volevano fare (come un personaggio di Corto Maltese, anche lui nero e lucido).
Coetzee è uno scrittore notevole, di ottima prosa ma soprattutto di grande lucidità .
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Infanzia. Scene di vita di provincia.
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June 16, 2016
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Finished Reading
August 27, 2017
– Shelved
December 29, 2017
– Shelved as:
africani
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Orsodimondo
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rated it 4 stars
May 11, 2018 11:24PM

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