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Elisa's Reviews > In viaggio su una gamba sola

In viaggio su una gamba sola by Herta Muller
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Dittature, paesi divisi e muri sono solo un pretesto per dire qualcos'altro. La vera protagonista di questo romanzo è l'alterità. L'abisso quasi insuperabile che circonda gli individui come un fossato, e li segue ovunque, naturale come un'ombra. Ci puoi mettere sopra un bel ponte, ma i ponti, col tempo, si deteriorano. L'abisso rimane lì.

È ingombrante e spietata, l'alterità, come una maledizione. Si insinua nella narrazione fratturandola, ci costringe a vedere la realtà come un insieme di stralci di quadro, una realtà che non scorre nel tempo ma nello sguardo della protagonista, a scatti come solo può procedere l'occhio umano, da un oggetto a un ricordo, da un ricordo a un uomo, da un uomo a un'aspettativa. Si traveste da divergenza di opinioni, di vedute, di orizzonti, da telefoni che squillano e vengono ignorati, da uomini che sbriciolano del pane per il solo gusto di farlo, mentre gli uccelli aspettano in disparte di poter banchettare, felici. Ma il suo travestimento più riuscito è quello da città. Relazionarsi con gli altri è sempre un viaggio. Richiede di sentire il freddo oltre i polpastrelli, come se toccassero la propria finitezza, impone di uscire dai propri limiti per cercare l'altro. Da una città familiare - per quanto anche la familiarità possa risultare odiosa - a un luogo sconosciuto. Quant'è bello il passo che precede la partenza: la città esiste già, ce la siamo inventati bene, dal suo nome abbiamo tratto sapori di frutta esotica e nomi di fiori mai visti. E poi, come la troviamo una volta arrivati? I giardini sono così profumati? I gesti e gli automatismi che guidano i passi dell'altro nella sua città diventeranno anche nostri o ci sarà sempre uno strappo tra noi e lui? Come sarà l'altro, una volta girato l'angolo? Come saremo noi?
Un sognatore vi dirà che sarà tutto bellissimo. Ma Herta Müller no, lei vi farà sentire che rumore fa il legno del ponte quando marcisce.
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Reading Progress

November 7, 2011 – Started Reading
November 7, 2011 – Shelved
November 7, 2011 –
page 34
20.12% "Irene aveva visto quando gli uomini e le donne riuscivano a trovare una scarpa che andava bene. Come la tenevano alta sopra la testa con una mano continuando a rufolare con l'altra nel mucchio delle scarpe spaiate. E quella distanza rimaneva, la distanza da una scarpa all'altra. Anche negli occhi si leggeva la stessa distanza. E rimaneva anche dopo, quando i rifugiati ormai non andavano più nella Flottenstrasse."
November 8, 2011 –
page 60
35.5% "Devo ammetterlo: non è affatto una lettura facile, anzi. Spesso bisogna rileggere più volte i capitoli per LEGGERLO davvero."
November 14, 2011 –
page 18
10.65% "Aveva come la sensazione dell'assenza. Come se in quella radura tra cielo e sabbia, non avesse avuto coscienza di sé. Come poteva l'amore essere puntuale."
May 23, 2013 –
page 0
0.0% "Aveva come la sensazione dell'assenza. Come se in quella radura tra cielo e sabbia, non avesse avuto coscienza di sé. Come poteva l'amore essere puntuale."
May 23, 2013 –
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May 27, 2013 – Finished Reading

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