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Malinconia e inquietudine, soffocate sotto la maschera del decoro borghese, impulsi repressi che prima o poi affiorano portando in superficie un lato oscuro che sorprende gli stessi protagonisti, sprofondandoli in una notte più buia di quella reale. Amori e tradimenti, desideri, in un gioco di specchi e di sdoppiamenti portati all’estremo, che confluisce in una notte su un lago nei pressi di Vienna. Sono coinvolti Beate e il figlio Hugo, Fortunata, con la sua presenza tenera, quasi scialba, Fritz, l’amico diciottenne di Hugo che con le sue attenzioni spezza l’equilibrio della donna, che si considerava ormai solo vedova e madre. Lo stesso Ferdinand, il defunto marito di Beate, è presente attraverso i ricordi e le riconsiderazioni della moglie. Tutto è rimesso in discussione, tutto appare menzogna o illusione, in un alternarsi di registri dal sensuale al malinconico.
Un’altra splendida prova di Schnitzler!