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“Sempre neve sporca, tutta quella neve che pare marcita, con tracce nere e incrostazioni di detriti. La polvere bianca che ogni tanto si staccava dalla crosta celeste, a mucchietti, come il calcinaccio da un soffitto, non ce la fa a coprire quel sudiciume��.

Frank è un ragazzo di diciannove anni, figlio di una tenutaria di una casa di appuntamenti; non ha avuto un’infanzia semplice e trascorre il suo tempo tal bar di Timo, in una città occupata coperta di neve. Frank deve uccidere, per diventare grande, funziona così in quell’ambiente. Il romanzo inizia con il ragazzo che ammazza un graduato, lungo la strada che dal bar conduce a casa.
Quella che Simenon racconta è una vita difficile vissuta tra prostitute, alcolizzati e avventurieri di ogni tipo. Un ambiente nel quale non esistono regole e non esiste una morale. La neve sporca che copre la città rappresenta la metafora di questo squallore. Frank è un ragazzo cinico che sembra non provare alcun genere di sentimento e, in modo disinvolto, si presta ad ogni genere di nefandezze. Ma il romanzo non è così banale. Simenon, con la sua prosa semplice, chiara, elegante, ci accompagna nei meandri di una personalità dura e complessa; ci guida tra le pieghe di una mente imperscrutabile, fino a far emergere un barlume di speranza.
Apprezzo moltissimo Simenon perché riesce sempre a trascinarmi nella storia facendomi isolare da tutto il resto. Anche in questo caso non sono rimasto deluso, anzi, credo sia tra i suoi migliori romanzi che io abbia letto fin ora.