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Doppio sogno
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Qual è il confine tra sogno e realtà?
In quale occasioni i due mondi si mescolano fino a non far distinguere più uno dall’altro a chi ne è immerso?
Onirico-reale-surreale sembrano tre facce di una stessa medaglia: e già questo dovrebbe destare qualche perplessità, visto che le facce di una medaglia sono due.
Il romanzo si articola in sette capitoli, che corrispondono a sette tappe della crisi di una coppia di sposi, Fridolin e Albertine. La crisi scoppia per una situazione di incomunicabilità (come tutte le crisi di coppia, ahimè!!!), che trasforma un equilibrio apparentemente stabile in una disarmonia, una dissonanza, una discordanza, un allontanamento.
E così, negli interstizi dello spazio vicino-lontano, si incuneano all’interno della coppia una serie di dubbi, di desideri repressi, che portano al tradimento reale o immaginario che sia.
“Dunque... avevo l’impressione di vivere una serie innumerevole di giorni e notti, non esisteva né tempo né spazio�: una situazione così vicina a questo lungo periodo di isolamento forzato.
Scrive il traduttore nella postfazione
“Ma la facciata inganna, la realtà è un paravento illusorio e nasconde un groviglio di dubbi, di angosce, di aggressività, di desideri repressi che, una volta liberati, coinvolgeranno i personaggi in una ridda di avventure reali, fantastiche e sognate, costringendoli a percorrere le stazioni della loro crisi alla ricerca affannosa di una verità che non esiste se non nel tentativo, precario ma forse il solo valido al momento, della reciproca comprensione. La trama di quella che si potrebbe definire una ‘commedia dei disinganni e dei desideri insoddisfatti� � nessuna delle avventure erotico-surreali di Fridolin giungerà a compimento, l’orgia di piacere e di libidine incontrollata di Albertine è solo un sogno! � si dipana lungo il filo dell’alienazione, della vicendevole estraniazione dei due personaggi principali. Il simbolo di tale alienazione è la maschera e il mistero che ad essa si accompagna; non a caso la novella si apre col racconto delle vicende del veglione mascherato della sera precedente. Ma anche lo strano intermezzo presso il mascheraio Gibiser, la partecipazione notturna di Fridolin al singolare ballo in maschera nel club segreto e l’assenza, comunque, di volti che contraddistingue l’episodio, concluso con quell’allucinante confronto con il corpo della morta nella sala anatomica, sono il segno della perdita d’identità che connota la crisi dei protagonisti.�
E come i lembi di un elastico, i due si allontanano per poi ricongiungersi, fluttuando nell’interregno del conscio-inconscio. Fino a giungere alla conclusione a cui giunge Albertine.
«“Che dobbiamo fare, Albertine?�. Lei sorrise, e dopo una breve esitazione rispose: “Ringraziare il destino, credo, di essere usciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate�. “Ne sei proprio sicura?� chiese Fridolin. “Tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un’intera vita umana, non significano, al tempo stesso, anche la loro più profonda verità�. “E nessun sogno� disse egli con un leggero sospiro “� interamente sogno�. Albertine prese la testa del marito fra le mani e l’attirò affettuosamente a sé. “Ma ora ci siamo svegliati...� disse “per lungo tempo�. Per sempre, voleva aggiungere Fridolin, ma prima ancora che pronunciasse quelle parole, lei gli pose un dito sulle labbra e sussurrò come fra sé: “Non si può ipotecare il futuro”�.
"I singhiozzi che lo scuotono sono tuttavia, questa volta, solo il segno di una débâcle fisica: caduta la maschera, dietro cui aveva creduto di poter celare le sue contraddizioni, riaffiora in lui la coscienza del suo reale rapporto con Albertine. È possibile allora una ripresa della vita in comune sulla base della reciproca comprensione, al riparo dalle oscure forze dell’istinto e del destino? «Non si può ipotecare il futuro»."
Tra 3 e 4 stelle
Da questa storia di smarrimenti paralleli, Stanley Kubrick ha tratto il film «Eyes wide shut».
In quale occasioni i due mondi si mescolano fino a non far distinguere più uno dall’altro a chi ne è immerso?
Onirico-reale-surreale sembrano tre facce di una stessa medaglia: e già questo dovrebbe destare qualche perplessità, visto che le facce di una medaglia sono due.
Il romanzo si articola in sette capitoli, che corrispondono a sette tappe della crisi di una coppia di sposi, Fridolin e Albertine. La crisi scoppia per una situazione di incomunicabilità (come tutte le crisi di coppia, ahimè!!!), che trasforma un equilibrio apparentemente stabile in una disarmonia, una dissonanza, una discordanza, un allontanamento.
E così, negli interstizi dello spazio vicino-lontano, si incuneano all’interno della coppia una serie di dubbi, di desideri repressi, che portano al tradimento reale o immaginario che sia.
“Dunque... avevo l’impressione di vivere una serie innumerevole di giorni e notti, non esisteva né tempo né spazio�: una situazione così vicina a questo lungo periodo di isolamento forzato.
Scrive il traduttore nella postfazione
“Ma la facciata inganna, la realtà è un paravento illusorio e nasconde un groviglio di dubbi, di angosce, di aggressività, di desideri repressi che, una volta liberati, coinvolgeranno i personaggi in una ridda di avventure reali, fantastiche e sognate, costringendoli a percorrere le stazioni della loro crisi alla ricerca affannosa di una verità che non esiste se non nel tentativo, precario ma forse il solo valido al momento, della reciproca comprensione. La trama di quella che si potrebbe definire una ‘commedia dei disinganni e dei desideri insoddisfatti� � nessuna delle avventure erotico-surreali di Fridolin giungerà a compimento, l’orgia di piacere e di libidine incontrollata di Albertine è solo un sogno! � si dipana lungo il filo dell’alienazione, della vicendevole estraniazione dei due personaggi principali. Il simbolo di tale alienazione è la maschera e il mistero che ad essa si accompagna; non a caso la novella si apre col racconto delle vicende del veglione mascherato della sera precedente. Ma anche lo strano intermezzo presso il mascheraio Gibiser, la partecipazione notturna di Fridolin al singolare ballo in maschera nel club segreto e l’assenza, comunque, di volti che contraddistingue l’episodio, concluso con quell’allucinante confronto con il corpo della morta nella sala anatomica, sono il segno della perdita d’identità che connota la crisi dei protagonisti.�
E come i lembi di un elastico, i due si allontanano per poi ricongiungersi, fluttuando nell’interregno del conscio-inconscio. Fino a giungere alla conclusione a cui giunge Albertine.
«“Che dobbiamo fare, Albertine?�. Lei sorrise, e dopo una breve esitazione rispose: “Ringraziare il destino, credo, di essere usciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate�. “Ne sei proprio sicura?� chiese Fridolin. “Tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un’intera vita umana, non significano, al tempo stesso, anche la loro più profonda verità�. “E nessun sogno� disse egli con un leggero sospiro “� interamente sogno�. Albertine prese la testa del marito fra le mani e l’attirò affettuosamente a sé. “Ma ora ci siamo svegliati...� disse “per lungo tempo�. Per sempre, voleva aggiungere Fridolin, ma prima ancora che pronunciasse quelle parole, lei gli pose un dito sulle labbra e sussurrò come fra sé: “Non si può ipotecare il futuro”�.
"I singhiozzi che lo scuotono sono tuttavia, questa volta, solo il segno di una débâcle fisica: caduta la maschera, dietro cui aveva creduto di poter celare le sue contraddizioni, riaffiora in lui la coscienza del suo reale rapporto con Albertine. È possibile allora una ripresa della vita in comune sulla base della reciproca comprensione, al riparo dalle oscure forze dell’istinto e del destino? «Non si può ipotecare il futuro»."
Tra 3 e 4 stelle
Da questa storia di smarrimenti paralleli, Stanley Kubrick ha tratto il film «Eyes wide shut».
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Doppio sogno.
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March 25, 2020
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March 25, 2020
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March 25, 2020
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50.0%
March 27, 2020
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