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Lei si chiama Christine. È la protagonista di questo romanzo di Fran Ross, scritto in modo geniale.

Christine è nata con la camicia: “Era nata con la camicia, e l’aveva strappata in otto col vigore del suo primo vagito. Oltre al talento precoce per la scrittura speculare, aveva preso da sua madre l’amore per le parole, per le loro sfumature e le loro inflessioni, il loro succo e il loro nocciolo, la loro varietà e la loro precisione, la loro durezza e la loro forza.��

Christine sarà chiamata con il suo nome fino a quando sua nonna non le diede il soprannome Oriolo: “Christine aveva quasi due anni e mezzo quando ricevette il suo soprannome. Louise l’aveva udito in sogno. Mentre lei e la nipote camminavano su una strada polverosa sotto un cielo grigio, all’improvviso le nuvole si aprivano e un raggio di sole veniva a posarsi proprio davanti alla bambina. Dal raggio si sprigionava una voce acuta e stridula, che squittiva: «E il suo nome sarà Oriolo».��

E da Oriolo a Oreo il passo è breve: togli qualche lettera, aggiungi una vocale e da un uccello che vola si passa a un biscotto: “E fu così che Oreo ricevette il suo soprannome. Nessuno sapeva che in realtà Louise voleva dire «Oriolo». E quando lei, per puro caso, scoprì cosa pensavano che avesse detto, le andò bene così. «Non mi sono mai piaciuti gli uccelli che volano, solo quelli che si mangiano», disse. «Ma per gli Oreo ci vado matta». E per una volta intendeva quello che intendevano gli altri.��

Christine-Oreo è una ragazzina speciale che ama giocare con le parole e scrivere con la scrittura speculare: vive con i nonni e sua madre è spesso lontana per lunghi periodi. Da sua madre Helene però ha preso l’attitudine per la matematica. Diventata adolescente Christine-Oreo è chiamata a usare il suo cervello analitico per risolvere l’enigma che la condurrà da suo padre di cui non ha ricordi.
“�� ora che tu parta alla scoperta del segreto della tua nascita. Non credevo che saresti stata pronta prima di compiere diciotto anni, ma da quello che ho visto e sentito lo sei. Poco prima di separarci tuo padre mi ha dato questo biglietto che ho portato con me in tutti i miei viaggi. Mi ha detto che, quando tu fossi stata abbastanza grande da decifrare gli indizi che ci sono scritti sopra, avrebbe saputo che era giunto il momento di dirti ciò che hai il diritto di sapere. È un segreto che non spetta a me rivelarti. Spetta a Samuel e a lui solo. Vive ancora a New York, ma non ho il suo indirizzo. Se è davvero il pezzo grosso che si dice in giro, dovrebbe essere abbastanza facile da trovare». Helen le porse un foglietto scurito da tutto il caffè che ci aveva versato sopra nel corso degli anni.��


E Oreo fa rima con Teseo, del cui mito questo libro ne è la rivisitazione.
Oreo come il biscotto, nero fuori e bianco dentro.
Oreo che con la sua intelligenza sfida il lettore.
Oreo nata dal caso, unica tra tante possibili copie di se stessa sparse chissà dove.
Oreo che con “il suo sorriso biscottato e disse lentamente in un sussurro compiaciuto: «Nemo me impune lacessit».��