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Dieci capitoli brevi, come tappe di un unico viaggio che parte da Venezia, dalla tomba di Iosif Brodskij, e si conclude a Venezia, con la Luiselli che si ritrova per una serie di circostanze sia sfavorevoli sia favorevoli ad ottenere la residenza a Venezia.

Un libro ricco di suggestioni, di citazioni di autori e di libri che amo, con una naturalezza che le è propria: lei non cita, ammiccando al lettore, perché “così fa figo��; lei va da un autore all’altro perché quelli sono i suoi riferimenti, come la scatola delle riserve energetiche da cui attingere per continuare ad andare avanti.

Da Venezia si sposta in Messico, per poi percorrerlo in bicicletta, e approfitta di questo “tempo�� per passare dalla camminata, come della “poetica del pensiero��, alla saudade, dalla nostalgia, al linguaggio, dalla scrittura allo spazio pubblico/privato, dalla città ai relingos (angoli di città svuotati, che hanno perso la propria funzione originaria).


“Scrivere: trapanare pareti, spaccare finestre, far esplodere edifici. Scavi profondi per trovare - trovare cosa? - non trovare niente.
Scrittore è colui che distribuisce silenzi e vuoti.
Scrivere: fare spazio alla lettura.
Scrivere: fare relingos.��

È davvero una grande scrittrice, per intelligenza, sensibilità, curiosità esplorativa, arte del saper narrare e soprattutto perché ha fatto tesoro dentro di sé di tutti i grandi scrittori di cui si è nutrita negli anni.