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Zola ci riporta nella piccola e provinciale Plassans, là dove la saga dei Rougon-Maquart ha avuto inizio.
In questo romanzo si intrecciano due grandi linee narrative: una relativa ai maneggi politici per controllare la città; l'altra che mette in scena l'evoluzione, ma sarebbe più corretto dire l'involuzione, di una famiglia borghese che si ritrova, suo malgrado, a contatto con i cambiamenti in atto in città.
Centro della narrazione è il misterioso abate Faujas che arriva in città quasi di soppiatto e che, con mano di velluto, riuscirà a manipolare tutti; ma anche Marthe, una donna inizialmente solida, una amorosa madre di famiglia che verrà sconvolta dall'incontro con l'abate intraprendendo una strada senza ritorno che la porta a tradire se stessa e la sua famiglia.
Lo scavo psicologico su questi due personaggi, ma anche sui comprimari è come al solito estremamente preciso. Zola agisce come un chirurgo sui suoi protagonisti, rivelandone man mano vizi, virtù e debolezza.
Due scene a mio parere sono memorabili in questo romanzo: la partita di volano che vede il primo successo degli intrighi politici e (view spoiler)[l'incendio (hide spoiler)] finale, non solo per la sua portata epica, ma anche per come vengono ritratte le reazioni di chi vi assiste con tutte le loro piccole grettezze e mediocrità.