Federico Tommasi Zardini's Reviews > Le voci di Marrakech
Le voci di Marrakech
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Una serie di situazioni cupe, di povertà assoluta, raccontate con lingua sapiente.
E' il primo testo che leggo di Canetti e devo dire che mi aspettavo un'esperienza ostica, pesante, ma di grande carica filosofica; invece è stata essenziale e profonda in senso puramente romanzesco.
Leggendo questo libro si sente il tessuto dei vestiti che si appiccica sulla pelle per il caldo, si sentono gli odori del pane, delle persone che stanno ammassate in ogni situazione e il vociare costante che mescola preghiera e diverbio, contrattazione e pianto di carità .
Ci sono immagini molto forti che è tutt'ora difficile riuscire a concepire, cammelli rabbiosi, poveri dall'aura mistica, brutalità colonialista e persone che vivono nella miseria e nell'immobilità fino a scomparire, sempre più simili al paesaggio in cui vivono.
La cosa che ho apprezzato di più è che l'autore non cerca di insegnare un bel niente al lettore, anzi, gli propone una serie di situazioni e lascia che sia lui a farsi le ossa in mezzo alla calca, fra mani tese, drappi impolverati e parole francesi smozzicate.
Consigliato per chi ha voglia di lasciarsi trasportare in un luogo che forse non ha l'occasione di vedere, che forse, ormai, non esiste più.
E' il primo testo che leggo di Canetti e devo dire che mi aspettavo un'esperienza ostica, pesante, ma di grande carica filosofica; invece è stata essenziale e profonda in senso puramente romanzesco.
Leggendo questo libro si sente il tessuto dei vestiti che si appiccica sulla pelle per il caldo, si sentono gli odori del pane, delle persone che stanno ammassate in ogni situazione e il vociare costante che mescola preghiera e diverbio, contrattazione e pianto di carità .
Ci sono immagini molto forti che è tutt'ora difficile riuscire a concepire, cammelli rabbiosi, poveri dall'aura mistica, brutalità colonialista e persone che vivono nella miseria e nell'immobilità fino a scomparire, sempre più simili al paesaggio in cui vivono.
La cosa che ho apprezzato di più è che l'autore non cerca di insegnare un bel niente al lettore, anzi, gli propone una serie di situazioni e lascia che sia lui a farsi le ossa in mezzo alla calca, fra mani tese, drappi impolverati e parole francesi smozzicate.
Consigliato per chi ha voglia di lasciarsi trasportare in un luogo che forse non ha l'occasione di vedere, che forse, ormai, non esiste più.
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Le voci di Marrakech.
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May 27, 2021
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May 27, 2021
– Shelved
May 31, 2021
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