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La banda di Asakusa
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Asakusa è universale. Qui tutto viene alla luce ³¦´Ç²õì com'è, senza artifici. I desideri degli uomini palpitano nella loro nudità . E' una grande corrente in cui si mescolano alla rinfusa tutte le classi e le razze. E' una corrente di insondabile profondità che fluisce senza posa, giorno e notte. Asakusa vive: folle di gente la percorrono senza sosta. E' un crogiolo che fonde di continuo le vecchie cose e dà loro nuova forma.
Questa citazione descrive questo romanzo molto meglio di quanto potrei fare io. Il problema è che quel "alla rinfusa"... beh, è fin troppo veritiero.
Il mio primo pensiero, già dopo una decina di pagine, è stato: "Com'è diverso dagli altri due romanzi di Kawabata che ho letto! Sembra scritto da tutt'altra persona!"
Kawabata, di cui ho letto due romanzi del priodo "maturo", mi affascina per la poeticità incredibile che riesce a mettere anche nelle cose più banali, mentre qui... tutto sembra disordine e caos, dai personaggi ai fatti alle strade al modo di raccontare... Essendo ormai un po' avvezza alla letteratura giapponese, che non ci fosse una vera trama me l'aspettavo, ma che fosse ³¦´Ç²õì labile e confusionaria no, non me l'aspettavo. Se l'avessi saputo avrei probabilmente aspettato un altro momento per leggerlo, ma una volta iniziato un libro mi ostino a volerlo finire e quindi eccomi qua comunque.
Grazie anche alla prefazione, che mi ha un po' inquadrato il libro, ne ho capito l'intento e si può anche dire che sia stato raggiunto: ci vengono mostrati tanti piccoli quadri di Asakusa alla fine degli anni '20, e sono quadri vividissimi, popolati di personaggi tanto bizzarri quanto affascinanti. Tuttavia, non tutti i quadri sono ugualmente riusciti e il filo ³¦´Ç²õì sottile che li unisce, unito al saltellare continuo avanti e indietro nel tempo e da un personaggio all'altro... sono un po' troppo, per me. Diciamo che è una delle conferme di come io non riesca a familiarizzare molto bene coi cosiddetti "romanzi d'avanguardia".
Un altro "problema" è che proprio ciò che lo rende ³¦´Ç²õì interessante (la descrizione più che precisa e più che realistica dell'Asakusa di quei tempi) è al tempo stesso un elemento che ne pregiudica, in parte, la comprensione e il godimento della lettura di chi non abbia vissuto quel quartiere e quegli anni.
Può sembrare strano che io parli al tempo stesso di confusione e di estremo realismo... eppure qusto "romanzo" è proprio ³¦´Ç²õì.
Peccato, perché lo stesso tema, gli stessi luoghi, gli stessi personaggi, raccontati in modo anche solo un po' più lineare e "tradizionale" mi avrebbero intrigato tantissimo.
Resto ferma nelle intenzioni di leggere altro di Kawabata, ma probabilmente mi limiterò al "periodo maturo" :P
Questa citazione descrive questo romanzo molto meglio di quanto potrei fare io. Il problema è che quel "alla rinfusa"... beh, è fin troppo veritiero.
Il mio primo pensiero, già dopo una decina di pagine, è stato: "Com'è diverso dagli altri due romanzi di Kawabata che ho letto! Sembra scritto da tutt'altra persona!"
Kawabata, di cui ho letto due romanzi del priodo "maturo", mi affascina per la poeticità incredibile che riesce a mettere anche nelle cose più banali, mentre qui... tutto sembra disordine e caos, dai personaggi ai fatti alle strade al modo di raccontare... Essendo ormai un po' avvezza alla letteratura giapponese, che non ci fosse una vera trama me l'aspettavo, ma che fosse ³¦´Ç²õì labile e confusionaria no, non me l'aspettavo. Se l'avessi saputo avrei probabilmente aspettato un altro momento per leggerlo, ma una volta iniziato un libro mi ostino a volerlo finire e quindi eccomi qua comunque.
Grazie anche alla prefazione, che mi ha un po' inquadrato il libro, ne ho capito l'intento e si può anche dire che sia stato raggiunto: ci vengono mostrati tanti piccoli quadri di Asakusa alla fine degli anni '20, e sono quadri vividissimi, popolati di personaggi tanto bizzarri quanto affascinanti. Tuttavia, non tutti i quadri sono ugualmente riusciti e il filo ³¦´Ç²õì sottile che li unisce, unito al saltellare continuo avanti e indietro nel tempo e da un personaggio all'altro... sono un po' troppo, per me. Diciamo che è una delle conferme di come io non riesca a familiarizzare molto bene coi cosiddetti "romanzi d'avanguardia".
Un altro "problema" è che proprio ciò che lo rende ³¦´Ç²õì interessante (la descrizione più che precisa e più che realistica dell'Asakusa di quei tempi) è al tempo stesso un elemento che ne pregiudica, in parte, la comprensione e il godimento della lettura di chi non abbia vissuto quel quartiere e quegli anni.
Può sembrare strano che io parli al tempo stesso di confusione e di estremo realismo... eppure qusto "romanzo" è proprio ³¦´Ç²õì.
Peccato, perché lo stesso tema, gli stessi luoghi, gli stessi personaggi, raccontati in modo anche solo un po' più lineare e "tradizionale" mi avrebbero intrigato tantissimo.
Resto ferma nelle intenzioni di leggere altro di Kawabata, ma probabilmente mi limiterò al "periodo maturo" :P
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May 31, 2021
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May 31, 2021
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May 31, 2021
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July 7, 2021
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July 12, 2021
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July 16, 2021
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July 16, 2021
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July 16, 2021
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