Guendalina Ferri's Reviews > Insciallah
Insciallah
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Quest’estate ho fatto un viaggio in Giordania. A portarci da un villaggio all’altro, a spiegarci la storia e la cultura di questo bellissimo Paese, c’era una guida che, nonostante parlasse un italiano impeccabile, ogni dieci frasi ripeteva il termine “Insciallah�: - Dopo un viaggio in autobus, insciallah, arriveremo a Petra � e così via. Conoscevo già il titolo del libro della Fallaci, pur non conoscendone il significato � pensavo anzi che si leggesse ‘Insciallà�, mentre la pronuncia è ‘Insciàlla� � perciò quella parola pronunciata così spesso, quasi distrattamente, mi incuriosiva molto. Dopo un paio di giorni un turista ha posto alla guida la domanda fatidica: - Lei ripete molto spesso la parola Բ�. Ma cosa significa?
- Significa “Se Dio vuole�, “Come Dio vuole�. Noi la usiamo spessissimo.
Quindi è stato forse per questo motivo che ho iniziato a leggere “Insciallah� pochi giorni dopo il mio ritorno in Italia: perché nutrivo ancora, nei confronti di quella cultura così diversa dalla nostra, una curiosità che quel viaggio non era riuscito a saziare del tutto. Una cultura che sotto certi aspetti trovo affascinante e che, sotto altri, critico.
Una volta iniziato “Insciallah�, però, mi è stato chiaro fin da subito che quello non era semplicemente un libro ambientato in un paese e in una cultura diversi. Era molto di più, era un’Iliade ambientata ai giorni nostri: l’esercito italiano come moderni Achei, i Figli di Dio come furiosi Troiani, Beirut come nuova Troia. La storia di una guerra. E, attraverso la storia di una guerra, le persone e ciò che la guerra rivela in loro: la generosità, l’avidità, il coraggio, la paura, i momenti di gioia, i dolori più atroci, le perdite, le conquiste, la religione, la vendetta, l’amore.
Il romanzo si apre in modo violento, come un tragico fuoco d’artificio che bruscamente getta il lettore all’interno della storia: dei kamikaze hanno appena fatto saltare in aria la base americana e quella francese. E i nostri protagonisti, gli italiani, attendono per lunghi secondi, col cuore in gola, una fine che non arriverà. Da lì inizia un lungo percorso degli uomini dell’esercito alla scoperta di se stessi e di ciò che rende una persona degna di questo nome.
Oriana Fallaci disegna, uno alla volta, i ritratti di ciascun personaggio: narra le loro storie, racconta ciò che sono per loro la guerra, la pace, l’amore, il coraggio. Pian piano prendono forma. C’� stato un momento in cui ho pensato di riuscire a sfiorarli, tanto sembravano veri.
Tra i tanti personaggi emerge Angelo. Angelo è un sergente grande e grosso che parla poco, dai modi dolci, dal cuore tenero. La sua più grande passione è la matematica: da tanto tempo Angelo cerca la formula della vita per contrastare quella della morte � S = K ln W � senza mai arrivare a una soluzione. Sarà Ninette, la ragazza della quale s’innamorerà a Beirut, a spiegargli che la vita non può essere riassunta in una formula matematica:
“Ti auguro di trovare la formula che cerchi. La formula della Vita. Esiste, caro, esiste. Io la conosco. E non sta in un termine matematico, non è una sigla o una ricetta da laboratorio: è una parola. Una semplice parola che qui si pronuncia ad ogni pretesto. Non promette nulla, t’avverto. In compenso spiega tutto ed aiuta.�
Una parola che indica la fatalità della vita, il destino che condiziona la vita dei personaggi di questo libro e che da loro può essere, dopotutto, cambiato. “Come a Dio piace�, “Come Dio vuole�.
Բ�.
- Significa “Se Dio vuole�, “Come Dio vuole�. Noi la usiamo spessissimo.
Quindi è stato forse per questo motivo che ho iniziato a leggere “Insciallah� pochi giorni dopo il mio ritorno in Italia: perché nutrivo ancora, nei confronti di quella cultura così diversa dalla nostra, una curiosità che quel viaggio non era riuscito a saziare del tutto. Una cultura che sotto certi aspetti trovo affascinante e che, sotto altri, critico.
Una volta iniziato “Insciallah�, però, mi è stato chiaro fin da subito che quello non era semplicemente un libro ambientato in un paese e in una cultura diversi. Era molto di più, era un’Iliade ambientata ai giorni nostri: l’esercito italiano come moderni Achei, i Figli di Dio come furiosi Troiani, Beirut come nuova Troia. La storia di una guerra. E, attraverso la storia di una guerra, le persone e ciò che la guerra rivela in loro: la generosità, l’avidità, il coraggio, la paura, i momenti di gioia, i dolori più atroci, le perdite, le conquiste, la religione, la vendetta, l’amore.
Il romanzo si apre in modo violento, come un tragico fuoco d’artificio che bruscamente getta il lettore all’interno della storia: dei kamikaze hanno appena fatto saltare in aria la base americana e quella francese. E i nostri protagonisti, gli italiani, attendono per lunghi secondi, col cuore in gola, una fine che non arriverà. Da lì inizia un lungo percorso degli uomini dell’esercito alla scoperta di se stessi e di ciò che rende una persona degna di questo nome.
Oriana Fallaci disegna, uno alla volta, i ritratti di ciascun personaggio: narra le loro storie, racconta ciò che sono per loro la guerra, la pace, l’amore, il coraggio. Pian piano prendono forma. C’� stato un momento in cui ho pensato di riuscire a sfiorarli, tanto sembravano veri.
Tra i tanti personaggi emerge Angelo. Angelo è un sergente grande e grosso che parla poco, dai modi dolci, dal cuore tenero. La sua più grande passione è la matematica: da tanto tempo Angelo cerca la formula della vita per contrastare quella della morte � S = K ln W � senza mai arrivare a una soluzione. Sarà Ninette, la ragazza della quale s’innamorerà a Beirut, a spiegargli che la vita non può essere riassunta in una formula matematica:
“Ti auguro di trovare la formula che cerchi. La formula della Vita. Esiste, caro, esiste. Io la conosco. E non sta in un termine matematico, non è una sigla o una ricetta da laboratorio: è una parola. Una semplice parola che qui si pronuncia ad ogni pretesto. Non promette nulla, t’avverto. In compenso spiega tutto ed aiuta.�
Una parola che indica la fatalità della vita, il destino che condiziona la vita dei personaggi di questo libro e che da loro può essere, dopotutto, cambiato. “Come a Dio piace�, “Come Dio vuole�.
Բ�.
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Insciallah.
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Reading Progress
September 11, 2012
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Started Reading
September 11, 2012
– Shelved
September 18, 2012
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13.85%
"Sono partita per qualche giorno e ho dovuto trascurarlo un po', preferendo portarmi dietro un libro più leggero (in termini di peso!). Lo riprenderò non appena avrò terminato 'Medea'."
page
110
October 9, 2012
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36.52%
"Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgon neanche.
La storia di Rocco e Imaam è tremenda (ovviamente in senso buono)"
page
290
La storia di Rocco e Imaam è tremenda (ovviamente in senso buono)"
October 13, 2012
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48.74%
"procedo lentissimamente, perché ultimamente, tra la scuola e tutto il resto, non riesco a dedicarmi alla lettura per più di una mezz'oretta ogni giorno. Ma vabbè, è un libro talmente bello che forse è meglio leggerlo a piccole dosi."
page
387
October 14, 2012
–
51.01%
"Poi leggi un riferimento ad Alekos e ti spunta un sorriso ebete in faccia..."
page
405
October 20, 2012
–
Finished Reading