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Dafne's Reviews > La storia di una bottega

La storia di una bottega by Amy Levy
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bookshelves: letteratura-inglese

Opera prima di una giovane autrice inglese sconosciuta in Italia, ma semi sconosciuta anche nella sua patria, La storia di una bottega pubblicato nel 1888, racconta la storia di quattro sorelle nella Londra di fine Ottocento che dopo la morte del padre si ritrovano in ristrettezze economiche. Le quattro sorelle Lorimer rimangono orfane all'improvvisa morte del padre e scoprono di essere in condizioni economiche molto difficili. Il padre è morto lasciandole senza protezione e senza sostegno economico. Sono costrette a vendere tutto, casa e suppellettili per saldare alcuni debiti; le uniche cose che non vendono sono alcune apparecchiature che servono a fare fotografie. Il loro padre era un amante e un grande appassionato di questa nuova arte che si stava affermando proprio in quegli anni; talmente appassionato da comprare l'attrezzatura e allestire un piccolo studio fotografico in casa; ed è riuscito a coinvolgere e insegnare alle sue figlie la fotografia, lo sviluppo delle pellicole e tutto il resto.
Le quattro sorelle, fermamente risolute a non separarsi, decidono di non volere dipendere dalla generosità dei parenti (che si sono offerti di dare loro ospitalità e protezione) o diventare istitutrici e governanti � come voleva per loro, figlie della borghesia impoverita, la società vittoriana � ma decidono di prendere in mano la loro vita, puntare sul loro talento e sfidare le convenzioni dell'epoca, andando contro il parere dei loro amici e familiari, soprattutto della zia Caroline, e cercare di mantenersi economicamente da sole attraverso la gestione di una piccola bottega fotografica. Gertrude e le sue sorelle sanno che la fotografia può essere la loro ancora di salvezza e tra lo sgomento generale di amici e parenti, si trasferiscono in un piccolo appartamento nella famosa via al centro di Londra, Baker Street cuore pulsante delle attività artistiche di quel periodo storico, aprono il negozio cercando di mandare avanti l'attività senza la supervisione di un uomo, cosa impensabile in quegli anni.
Le quattro ragazze, nonostante le difficoltà iniziali dovute soprattutto al fatto che molti hanno il pregiudizio che le fotografe siano delle donne, poco per volta riescono a ritagliarsi il loro posto nell'ambiente fotografico e a crearsi una certa fama, grazie alla loro abilità e capacità.

La storia di una bottega è un romanzo fra i tanti appartenenti alla letteratura vittoriana rimasto sepolto nel dimenticatoio. È ambientato in un periodo di grandi cambiamenti soprattutto della condizione femminile; sono anni, quelli di fine Ottocento, in cui le donne � soprattutto borghesi � iniziano ad affacciarsi al mondo del lavoro e in cui si assiste alla nascita di numerosi movimenti che chiedono il diritto al voto anche per le donne. L'autrice stessa, Amy Levy, è stata famosa per essere stata la prima donna ebrea ad essere stata ammessa all'università di Cambridge, nel 1879, e per le sue prese di posizione nelle rivendicazioni femministe.
La Levy, attraverso la storia e le vicende delle sorelle Lorimer, anticipa uno dei temi che sarà protagonista negli anni successivi: il ruolo della donna nella società; e ci permette di scoprire e conoscere questo aspetto un po' sconosciuto della società inglese dell'epoca e anche le prime avvisaglie dell'emancipazione femminile, argomento principale di questo breve romanzo.
Naturalmente quando ci si imbatte in un libro in cui le protagoniste sono quattro sorelle non si può fare a meno di pensare e fare un confronto con le sorelle March di Piccole donne della Alcott. Le somiglianze tra i due gruppi sororali sono però poche: il numero delle sorelle, le condizioni economiche, alcune somiglianze caratteriali (Gertrude è molto simile a Jo soprattutto per la sua passione di scrivere novelle che spedisce invano alle riviste letterarie); ma le somiglianze si fermano qui perché i due gruppi di sorelle affrontano le prove della vita in maniera diversa e naturalmente con esiti differenti.
Le Lorimer sono quattro sorelle ardimentose, appassionate, coraggiose, tenaci e unite da un legame molto forte; si aiutano tra loro e il loro rapporto è abbastanza sincero anche se spesso le loro decisioni non vengono condivise totalmente e unanimemente tra loro. Ognuna ha una personalità diversa: Gertrude, ha un carattere deciso e forte, saggia e con la testa sulle spalle, prende in mano le redini della famiglia ed è la più risoluta nel portare avanti il loro progetto di indipendenza; Fanny la maggiore, è quella più legata alle ferree convenzioni sociali; fragile e un po' bigotta, viene facilmente sottomessa dai caratteri più forti del suo; Lucy è una ragazza gentile, premurosa, tranquilla, che riflette sempre con maturità e freddezza (o almeno ci prova); Phyllis, la minore e la più bella delle quattro, è una ragazza dolce e sognatrice, con un carattere vivace e un po' superficiale, ama i bei vestiti e trascorrere il tempo a guardare dalla finestra per fantasticare sui vicini o passanti dall'aspetto misterioso.
Sono tutte e quattro delle personalità ben pensate e interessanti ma non rese al meglio dall'autrice, che le ha descritte in maniera scarna e superficiale; personalmente non sono riuscita ad immaginarmele pienamente in carne ed ossa e ad immedesimarmi o a simpatizzare con loro come mi è successo altre volte con le protagoniste di altri romanzi.
I personaggi secondari sono un po' sfumati e sottotono, in particolare i personaggi maschili sono rimasti un po' nell'ombra; una menzione speciale va alla zia Caroline che somiglia tantissimo a Lady Catherine De Bourgh, di “Orgoglio e pregiudizio�, tanto è burbera e sfacciata allo stesso tempo.

La storia di una bottega non mi ha lasciato sensazioni o emozioni particolari; è un libro carino ma l'ho trovato poco coinvolgente. All'inizio la lettura procede a rilento e la trama è un po' sfilacciata e confusionaria (secondo me); man mano che si procede con la narrazione il romanzo, però, si riprende e inizia a farsi interessante, ma resta sempre un po' un susseguirsi di vicende scritte sempre in maniera sbrigativa, tanto che spesso ho dovuto rileggere alcuni passaggi per capire meglio quello che succedeva.
È, comunque, un libro ben fatto, piacevole, mai noioso o pesante; un romanzo semplice, dal linguaggio pulito e senza fronzoli, che ha in sé molte delle caratteristiche del romanzo vittoriano.

Insieme alla giovinezza perdiamo il rossore, l'esitazione, i segni esteriori dell'angoscia; ma, probabilmente, per la maggior parte di noi l'insicurezza, svanendo in superficie, affonda più profondamente nell'anima.
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August 19, 2022 – Started Reading
August 20, 2022 – Shelved
August 20, 2022 – Shelved as: letteratura-inglese
August 21, 2022 –
page 60
27.65%
August 25, 2022 –
page 110
50.69% "Finalmente la trama inizia ad ingranare un pochino. 😆🙈"
August 28, 2022 –
page 209
96.31%
August 29, 2022 – Finished Reading

Comments Showing 1-1 of 1 (1 new)

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CasS7792 A me era piaciuto molto e sto meditando di rileggerlo.


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