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Samuele Petrangeli's Reviews > Fuga senza fine

Fuga senza fine by Joseph Roth
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Ho letto "Fuga senza fine" per la prima volta a vent'anni. E' stato amore fin dalla prima volta e rileggerlo ora, dopo più di un decennio, ha soltanto che confermato il sentimento. Però ha fatto nascere una domanda: "Fuga senza fine" è un romanzo profondamente legato al suo tempo, all'Europa degli anni '20, Roth dedica tanto spazio alla descrizione della società europea - francese, austriaca, tedesca - tanto quanto alla vita e fuga di Tunda, com'è possibile, allora, che quasi cent'anni dopo, "Fuga senza fine" ci appaia così attuale? Che sentiamo che ci stia dicendo qualcosa su di noi?
Secondo me, la risposta sta nella descrizione che dà il narratore di Tunda, verso la metà del racconto: "Se fosse indispensabile caratterizzarlo con un attributo qualsiasi, direi che la sua qualità più evidente era il desiderio di liberta. [...] Faceva il più delle cose secondo l'umore, talune per convinzione, e cioè: tuto per necessità. [...] In fondo era un europeo, un individualista, come dicono le persone colte. Aveva bisogno, per godere a pieno, di situazioni più complicate. Aveva bisogno di intricate menzogne, di falsi ideali, di salute apparente, di marcio persistente, di fantasmi imbellettati, dell'atmosfera dei cimiteri che hanno l'aspetto di sale da ballo o di fabbriche o di castelli o di scuole o di salotti. [...] Era un uomo moderno". Tunda, quindi, per me, rappresenta un po' il prototipo dell'uomo moderno, ovvero l'uomo novecentesco, caratterizzato da questa duplicità ambivalente di smarrimento e libertà, di superfluo e marginalità, e che percorre molta della narrativa e filmografia novecentesca.
Tunda, infatti, è una figura tragica. Egli infatti è due volte straniero: è straniero in Russia - dove si ambienta la prima parte della storia - poiché in fondo, il suo è un sangue europeo, moderno, che rifugge la quiete della Natura, ma dall'altra, è altrettanto straniero in Europa. Un'Europa che Roth ci descrive in dettaglio e nelle sue diverse città - cittadina X sul Reno, Berlino, fino al centro del mondo Parigi - ricorrendo costantemente a metafore cimiteriali, di corpi in putrefazioni, di tombe spalancate. Tunda, infatti, non riesce più a calarsi nuovamente in questa società in disfacimento, dominata dalle leggi ipocriti della borghesia e dal profitto.
"Fuga senza fine" è una spogliazione continua di Tunda e di quello in cui crede o a cui vorrebbe fingere di credere, come il suo amore per Irene, più per la sua immagine di amore che per la donna, fino a un finale mesto e inesorabile - forse con una delle frasi finali più struggenti (e perfette) di sempre.
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April 20, 2023 – Shelved
April 20, 2023 – Shelved as: to-read
April 20, 2023 – Finished Reading

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