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"Lo scimmiotto" è un'opera dello scrittore, della dinastia Ming, Wú Chéng'ēn, scritto nel '500, ci narra delle gesta di Scimmiotto, nato da una pietra e che nel corso di svariate avventure/disavventure, in modo molto grottesco e surreale, ci presenta il panorama della mitologia cinese e della religione buddista.
Lo stile è molto colloquiale e all'inizio mi è sembrato troppo monocorde, le storie si susseguivano in modo poco dinamico, quasi statico. Però, penso, sia stato un mio personale problema, perchè verso la metà il tutto mi è risultato più coinvolgente e affascinante e i vari personaggi hanno preso, pian piano, una loro dimensione personale ben definita.
Divertente, satirico e a dir poco folklorico, questo libro mi ha fatto conoscere diverse realtà mitologiche della Cina, che poco o per nulla conoscevo. La Bodhisattva, su tutti, è quella che mi ha colpito nel profondo e cioè quell'essere umano che decide di continuare a reincarnarsi per dedicarsi totalmente ad aiutare gli altri esseri umani per compassione, fino a riuscire a raggiungere la Via, cioè l'illuminazione.