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La città che non c'è
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Inizia come un racconto fiabesco e prosegue con tragedie, disgrazie, ferocia e brutalità . Inizia con la storia di un amore - e di un inganno - e prosegue con una sfilza di descrizioni raccapriccianti di torture e omicidi. Mentre ci racconta la storia degli scontri tra partito popolare e partito nazionalista cinese, Yu Hua ci parla di singole vite, di personaggi a cui ci fa affezionare e che avranno però ben poca gioia nella loro vita: ogni momento di vera felicità è ammantato di una patina opprimente di malinconia, e il lettore è consapevole che questa non sarà una storia a lieto fine. Pur svelandoci nel finale il mistero più grande del romanzo, la sensazione di inconcludenza provata al termine della lettura è stata forte: troppi personaggi raccontati e poi lasciati da parte, troppe divagazioni che a fini narrativi non avevano davvero senso e che infatti non portano a nulla, troppa dispersione rispetto a quello che era il centro del racconto. Niente a che vedere con i fasti di Brothers, se chiedete a me.
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