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Ho due confessioni da fare. La prima è che ammetto la mia ignoranza sul caso Pinelli. Quando successe non ero ancora nata e nonostante nella mia città ci sia un piccolo teatro d’avanguardia a lui dedicato, non ho mai pensato di documentarmi. La seconda è che con Dario Fo partivo molto prevenuta, per quell’idea di personaggio bislacco che lo accompagna e che mai mi è piaciuto.
Detto questo devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita dallo scritto. Un dramma ironico in cui un matto sembra smascherare le malefatte e gli occultamenti effettuati dalla polizia nel caso della morte di Pinelli ( precipitato � accidentalmente� da una finestra della questura di Milano il 15 dicembre del 1969).
Forse il matto è quello che meglio vede la verità in un mondo di savi con gli occhi bendati.