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piperitapitta's Reviews > La valle dell'Eden

La valle dell'Eden by John Steinbeck
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Timshel, tu puoi.

Ho riletto senza fretta, nonostante la data (ormai passata) del gruppo di lettura con i miei amici del Maddecheoh.
Ho preso appunti, ho respirato l'aria (purissima) della nuova traduzione (Anna, Maria, siete state fantastiche!), ho segnato passaggi (splendidi) che la prima volta non mi erano rimasti impressi o che erano stati lasciati in ombra dalla bellezza della storia - uno su tutti, il momento in cui i due fratelli Hamilton, Dessie e Tom, si incontrano alla stazione e improvvisano una danza campagnola: sembrava di vederli, avrei voluto vederli.
Pensavo a questo, leggendolo, alle nuove parole che rendevano nuovo anche "La valle dell'Eden", ai preziosi riferimenti biblici - "Sai dov'è tuo fratello?" chiese Adam. [...] "Che ne so io?" chiese Cal. "Sono forse tenuto a sorvegliarlo?", alle struggenti parole di Lee e di Samuel Hamilton, alla prosa di John Steinbeck che anche questa volta, una volta di più dopo il già meraviglioso lavoro fatto da Sergio Claudio Perroni con "Furore", tornava a illuminare la letteratura con tutto il suo splendore.
Pensavo a tante cose, da dire e da scrivere, finché non ho letto l'ultima pagina con gli occhi inumiditi dalla commozione come se fosse la prima volta; e solo allora ho capito che solo una parola conta per raccontare la grandezza di questo romanzo, e che quella parola è "Timshel": tu puoi.

Rileggere, questa volta in una traduzione amica.



Rilettura

Tu puoi.

"La Valle dell'Eden".
Sono assalita da un senso di impotenza e dalla certezza di non essere in grado di scrivere qualcosa sensato su questo romanzo.
±Ê±ð°ù³¦³óé?
Perché non è quello che mi aspettavo.
Perché anche il ricordo del film di Elia Kazan, quello con James Dean, era ormai talmente sbiadito da non lasciare nella mia memoria nemmeno un frammento in grado di aiutarmi e al quale aggrapparmi.
È un romanzo epico, ma non solo.
È una saga familiare, ma non solo.
È molto di più, ma è anche un romanzo diviso, in cui Steinbeck alterna diversi registri narrativi che tendono ripetutamente a spiazzare e a disorientare il lettore.
Le storie di due famiglie patriarcali, gli Hamilton di Samuel e i Trask di Adam, si alternano nella narrazione che parte da molto lontano, da quando gli Stati Uniti non erano poi così uniti, attraversano il diciannovesimo secolo per poi approdare in California, nella Valle del Salinas - l'Eden di Steinbeck, luogo, ancor più che il genere umano, che spinge Steinbeck ad una continua e acuta osservazione e ad una costante dichiarazione d'amore - fino ad intrecciare indissolubilmente i propri destini.
Sullo sfondo, la capacità di Steinbeck di cogliere i mutamenti sociali è ineguagliabile, la guerra civile e la prima guerra mondiale, l'avvento del motore a scoppio e l'allontanamento dalle nuove generazioni dalla campagna.
È impossibile riassumere in poche righe l'intensità di quest'opera, una summa biblica in chiave moderna in cui il bene e il male si alternano non solo contrapponendo un personaggio all'altro, ma anche rivelandosi allo stesso tempo capaci di penetrare in un unico essere. È il caso di Cal, figlio di Adam, fratello gemello di Aaron che incarna simbolicamente tanto Caino quanto Abele, predestinato ad essere schiacciato dalla bontà, dalla bellezza e dalla perfezione del fratello.
Se non fosse che il segreto della vita è in quel "Timshel" - "Tu puoi" - che Dio sussurra a Caino liberando l'uomo dal peccato e restituendogli il libero arbitrio, due parole che gli permettono di essere artefice del proprio destino e di scegliere tra il bene e il male.
Quello che non immaginavo, leggendo "La Valle dell'Eden" considerato da molti, e forse anche dallo stesso autore, il capolavoro di Steinbeck, era non tanto di trovare al suo interno la maggior parte delle tematiche a lui care, quanto di trovare lui stesso e la sua famiglia presenti nel romanzo.
Samuel Hamilton, una delle figure più belle dell'opera insieme a quella del cinese Li - l'accenno alle vicende dei genitori di Li è uno squarcio su un altro capitolo vergognoso della storia degli Stati Uniti, quello del traffico di migliaia di cinesi "comprati" e deportati allo scopo di costruire chilometri di ferrovia - era il nonno di John Steinbeck, ed egli stesso, i suoi genitori Olive Hamilton e Ernst Steinbeck, e la sorella minore Mary, fanno capolino timidamente nelle vicende del romanzo, fungendo così da elementi di raccordo reale alle vicende, probabilmente romanzate, della famiglia dei Trask.
Ecco, penso che questa volta l'immensa fatica di Steinbeck sia palpabile, perché si è cimentato, come ho avuto già modo di scrivere nel mio commento a "Schiavo d'amore" di W. Somerset Maugham, nell'impresa più ardua per uno scrittore: quella di parlare di sé, della sua famiglia, e di quello che più ama: le sue radici.
Lo fa, a mio parere, con risultati altalenanti, mischiando la delicatezza al rimpianto, la fierezza all'amore per la terra, ma anche creando personaggi e situazioni inquietanti come quelle che ruotano intorno alla figura di Cathy, l'impenetrabile e incomprensibile madre dei gemelli Trask, che contribuiscono - a sorpresa! -, a creare atmosfere che in alcuni passaggi non hanno niente da invidiare a quelle dei racconti di Stephen King.
Insomma, un romanzo complesso, molto di più di quello che può sembrare se lo si riduce ad "una saga familiare", ma a mio parere un gradino al di sotto alla forza dirompente di "Furore", dove le emozioni dell'autore diventano non più solamente personali, familiari o legate alla sua terra di origine, ma hanno un valore sociale e portano un messaggio che parla all'umanità intera.
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Reading Progress

Finished Reading (Other Paperback Edition)
August 1, 2011 – Started Reading
August 14, 2011 – Finished Reading
October 24, 2014 – Shelved
November 10, 2014 – Shelved (Other Paperback Edition)
February 25, 2015 – Shelved as: autori-che-amo
February 25, 2015 – Shelved as: autori-usa
February 25, 2015 – Shelved as: dal-romanzo-al-film
February 25, 2015 – Shelved as: letteratura-usa
February 25, 2015 – Shelved as: romanzo
March 3, 2017 – Started Reading
March 3, 2017 – Shelved as: riletture
March 3, 2017 –
page 17
2.23%
March 4, 2017 –
page 17
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March 4, 2017 –
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March 4, 2017 –
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March 9, 2017 –
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March 11, 2017 –
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March 13, 2017 –
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March 13, 2017 –
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March 14, 2017 –
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March 18, 2017 –
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March 20, 2017 –
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March 21, 2017 –
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March 24, 2017 –
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March 30, 2017 –
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April 8, 2017 –
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April 9, 2017 – Finished Reading

Comments Showing 1-2 of 2 (2 new)

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Paolo Sono d'accordo con te: Furore trasmette un'immediatezza ed una spontaneità eccezionali. I personaggi diventano monumentali per la loro nuda essenzialità.
I personaggi della Valle dell'Eden sono più complessi e tormentati ed alla ricerca di ben di più della pura sopravvivenza, ma non trasmettono la stessa empatia. Furore l'ho amato, la valle dell'Eden l'ho ammirato.


piperitapitta Infatti, i protagonisti di "Furore" sono universali, rappresentano l'umanità intera.


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