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Leggere Lolita a Teheran
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piperitapitta's review
bookshelves: autori-iraniani, saggio-critica-letteratura, letteratura-iraniana
Apr 27, 2018
bookshelves: autori-iraniani, saggio-critica-letteratura, letteratura-iraniana
La bellezza e l'inferno
[commento a fine lettura]
Se Azar Nafisi, nel 1997, non avesse lasciato definitivamente l'Iran alla volte degli Stati Uniti, probabilmente avremmo sentito parlare anche di lei da Roberto Saviano in quella bellissima puntata speciale di Che Tempo fa andata in onda a novembre; ed è per questo che gli rubo il titolo di un suo libro per quello del mio commento, perché la sua denuncia merita comunque di iscriverla in quella categoria di autori nonostante, e fortunatamente, non abbia pagato con la propria vita o con l'isolamento il suo coraggio: anche se già l'esilio volontario mi sembra una violenza sufficiente.
Potrebbe rientrare a pieno titolo nell'elenco di quegli scrittori e di quei giornalisti, testimoni del proprio tempo, che hanno deciso di mettere la propria sensibilità e la propria capacità di comunicare al servizio della società .
Azar Nafisi, professoressa di Letteratura inglese all'Università di Teheran, decide di farlo attraverso il suo lavoro e la sua passione: l'insegnamento della letteratura inglese e americana, in un'epoca, quella a cavallo con la Rivoluzione islamica nel 1979, in cui invece l'obiettivo degli integralisti è quello di censurare e demonizzare tutto quello che proviene dall'occidente.
Il compito che si prefigge la Nafisi, che organizza un seminario con alcune delle sue migliori allieve tra le mura della sua abitazione, al riparo dagli occhi vigili dei repressori e dei censori, è quello di lasciare alle sue ragazze "una finestra aperta sul mondo".
Lo studio di Nabokov, Austen, Fitzgerald e James e delle loro opere, permetterà più che di "sognare" la libertà di costumi e di pensiero dell'occidente, di analizzare, quasi di sezionare, il carattere e lo spirito interiore dei personaggi che le popolano.

Devo essere sincera, in un testo di tale portata emotiva, perché è innegabile fare un raffronto continuo con le nostre opportunità e le nostre continue possibilità di scelta in ogni campo o attività , non mi interessa il valore letterario dell'opera o la capacità stilistica dell'autrice; questo non è un romanzo, è un documento, è storia viva e come tale deve essere valutato e giudicato: è un libro capace di scatenare emozioni, ragionamenti e valutazioni e che offre diversi livelli di lettura e angolazioni da osservare gli eventi.
Quello storico, perché narra la storia di un popolo vicinissimo a noi, densa di avvenimenti e di capovolgimenti di fronte (è incredibile quando l'autrice raffronta l'adolescenza della sua generazione con quella delle sue allieve, paradossalmente più libera e spensierata: chi riesce a pensare ad un Iran dove le donne passeggiano senza velo, parlano liberamente di cinema e letteratura, ma soprattutto lo fanno con chi vogliono, quando vogliono e dove vogliono?) eppure così lontano da noi e da quella culla della civiltà che è stato con i Persiani.
Quello letterario, perché, seppur a volte un po' pedanti, tutte le sue riflessioni su Vladimir Nabokov, Jane Austen, Henry James e Francis Scott Fitzgerald, sono piene di ardore e di passione, di dedizione e di rinnovato stupore e non fanno altro che rinverdire i ricordi delle nostre letture o di stimolarne di nuove.
Quello emotivo ma, soprattutto quello femminile: perché è la donna che in Iran è quotidianamente violentata sotto tutti i punti di vista, e forse (quando ciò avviene), quello fisico è solo l'aspetto esteriore della violenza subita: la punta dell'iceberg.
Il tentativo di annientamento psicologico delle donne, da parte degli integralisti, è qualcosa di demoniaco, da far gridare al sacrilegio: eppure è camuffato da religione. L'empatia e l'immedesimazione sono istintive: da donna a donna.
La privazione di tutto, soprattutto dei sogni e del futuro, sono quello che le autorità iraniane impongono giorno dopo giorno ai danni delle donne in maniera particolare, ma anche a tutta una generazione alla quale, poco alla volta, credono di riuscire a far dimenticare cosa volesse dire essere liberi.
Doveva essere bello leggere Lolita a Teheran, ma anche Orgoglio e Pregiudizio, oppure Daisy Miller, oppure Il Grande Gatsby guardando le montagne innevate, o in quelle piccole sale da tè mangiando un dolcetto ricoperto di miele.
Doveva essere bello leggere Lolita a Teheran con il vento che scompigliava i capelli.
Grazie a Azar Nafisi e alle donne come lei è ancora possibile ricordarlo.
[commento in corso di lettura]
Dentro un libro la storia: la storia intorno a noi.
Leggere "Leggere Lolita a Teheran" e sentirsi dentro la storia.
È di oggi la notizia di nuovi scontri all'Università di Teheran.
Mentre leggo il romanzo biografico di Azar Nafisi, che narra della rivoluzione islamica e degli scontri all'Università di Teheran dei primissimi anni '80, mi accorgo che tutto cambia e tutto si trasforma, tranne qualcosa: ci sono popoli che sembrano aver perso per sempre il proprio diritto alla vita e alla "normalità ".
[commento a fine lettura]
Se Azar Nafisi, nel 1997, non avesse lasciato definitivamente l'Iran alla volte degli Stati Uniti, probabilmente avremmo sentito parlare anche di lei da Roberto Saviano in quella bellissima puntata speciale di Che Tempo fa andata in onda a novembre; ed è per questo che gli rubo il titolo di un suo libro per quello del mio commento, perché la sua denuncia merita comunque di iscriverla in quella categoria di autori nonostante, e fortunatamente, non abbia pagato con la propria vita o con l'isolamento il suo coraggio: anche se già l'esilio volontario mi sembra una violenza sufficiente.
Potrebbe rientrare a pieno titolo nell'elenco di quegli scrittori e di quei giornalisti, testimoni del proprio tempo, che hanno deciso di mettere la propria sensibilità e la propria capacità di comunicare al servizio della società .

Azar Nafisi, professoressa di Letteratura inglese all'Università di Teheran, decide di farlo attraverso il suo lavoro e la sua passione: l'insegnamento della letteratura inglese e americana, in un'epoca, quella a cavallo con la Rivoluzione islamica nel 1979, in cui invece l'obiettivo degli integralisti è quello di censurare e demonizzare tutto quello che proviene dall'occidente.
Il compito che si prefigge la Nafisi, che organizza un seminario con alcune delle sue migliori allieve tra le mura della sua abitazione, al riparo dagli occhi vigili dei repressori e dei censori, è quello di lasciare alle sue ragazze "una finestra aperta sul mondo".
Lo studio di Nabokov, Austen, Fitzgerald e James e delle loro opere, permetterà più che di "sognare" la libertà di costumi e di pensiero dell'occidente, di analizzare, quasi di sezionare, il carattere e lo spirito interiore dei personaggi che le popolano.

Devo essere sincera, in un testo di tale portata emotiva, perché è innegabile fare un raffronto continuo con le nostre opportunità e le nostre continue possibilità di scelta in ogni campo o attività , non mi interessa il valore letterario dell'opera o la capacità stilistica dell'autrice; questo non è un romanzo, è un documento, è storia viva e come tale deve essere valutato e giudicato: è un libro capace di scatenare emozioni, ragionamenti e valutazioni e che offre diversi livelli di lettura e angolazioni da osservare gli eventi.
Quello storico, perché narra la storia di un popolo vicinissimo a noi, densa di avvenimenti e di capovolgimenti di fronte (è incredibile quando l'autrice raffronta l'adolescenza della sua generazione con quella delle sue allieve, paradossalmente più libera e spensierata: chi riesce a pensare ad un Iran dove le donne passeggiano senza velo, parlano liberamente di cinema e letteratura, ma soprattutto lo fanno con chi vogliono, quando vogliono e dove vogliono?) eppure così lontano da noi e da quella culla della civiltà che è stato con i Persiani.
Quello letterario, perché, seppur a volte un po' pedanti, tutte le sue riflessioni su Vladimir Nabokov, Jane Austen, Henry James e Francis Scott Fitzgerald, sono piene di ardore e di passione, di dedizione e di rinnovato stupore e non fanno altro che rinverdire i ricordi delle nostre letture o di stimolarne di nuove.
Quello emotivo ma, soprattutto quello femminile: perché è la donna che in Iran è quotidianamente violentata sotto tutti i punti di vista, e forse (quando ciò avviene), quello fisico è solo l'aspetto esteriore della violenza subita: la punta dell'iceberg.
Il tentativo di annientamento psicologico delle donne, da parte degli integralisti, è qualcosa di demoniaco, da far gridare al sacrilegio: eppure è camuffato da religione. L'empatia e l'immedesimazione sono istintive: da donna a donna.
La privazione di tutto, soprattutto dei sogni e del futuro, sono quello che le autorità iraniane impongono giorno dopo giorno ai danni delle donne in maniera particolare, ma anche a tutta una generazione alla quale, poco alla volta, credono di riuscire a far dimenticare cosa volesse dire essere liberi.
Doveva essere bello leggere Lolita a Teheran, ma anche Orgoglio e Pregiudizio, oppure Daisy Miller, oppure Il Grande Gatsby guardando le montagne innevate, o in quelle piccole sale da tè mangiando un dolcetto ricoperto di miele.
Doveva essere bello leggere Lolita a Teheran con il vento che scompigliava i capelli.
Grazie a Azar Nafisi e alle donne come lei è ancora possibile ricordarlo.

[commento in corso di lettura]
Dentro un libro la storia: la storia intorno a noi.
Leggere "Leggere Lolita a Teheran" e sentirsi dentro la storia.
È di oggi la notizia di nuovi scontri all'Università di Teheran.
Mentre leggo il romanzo biografico di Azar Nafisi, che narra della rivoluzione islamica e degli scontri all'Università di Teheran dei primissimi anni '80, mi accorgo che tutto cambia e tutto si trasforma, tranne qualcosa: ci sono popoli che sembrano aver perso per sempre il proprio diritto alla vita e alla "normalità ".
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Reading Progress
December 4, 2009
–
Started Reading
December 22, 2009
–
Finished Reading
November 10, 2014
– Shelved
April 27, 2018
– Shelved as:
autori-iraniani
April 27, 2018
– Shelved as:
saggio-critica-letteratura
April 27, 2018
– Shelved as:
letteratura-iraniana
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message 1:
by
Agnes
(new)
Apr 27, 2018 10:00AM

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Sì, ne ho profonda stima anche io, ma Saviano ormai non va più di moda, ci si stufa di tutto, anche di chi continua a vivere sotto scorta da anni.
Grazie, @Agnes!
