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Dafne's Reviews > Adam Bede

Adam Bede by George Eliot
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Nel leggere Il mulino sulla Floss rimasi molto colpita dall’incantevole prosa di questa scrittrice inglese che si nascondeva dietro ad uno pseudonimo maschile (quella vecchia volpe di Charles Dickens intuì che non si trattava di un uomo). Già allora mi ero accorta di essere davanti ad una grande esponente della letteratura mondiale ma ora, dopo aver letto questo romanzo, non posso non inchinarmi di fronte alla magnifica scrittura e al grande talento di Mary Anne Evans, che entra di diritto nella mia personale rosa di scrittori preferiti.
Una scrittrice che possiede una vastissima cultura, un ricco vocabolario e un’ampia conoscenza sugli argomenti che sceglie di mettere nei suoi romanzi.
Adam Bede, uscito nel 1859, è il primo romanzo da lei scritto, ed è un romanzo intenso e appassionante, con riferimenti e digressioni religiose, ricco di colpi di scena che appassionano il lettore.
Il romanzo, che si apre con un magnifico incipit, è ambientato nel piccolo villaggio di Hayslope, dove le giornate trascorrono tra lavoro, chiesa, chiacchiere, e dominano la scena le vicissitudini dei personaggi che animano il romanzo.
Il libro prende il titolo da Adam, giovane falegname di 26 anni, onesto e instancabile lavoratore, perdutamente innamorato della giovane Hetty Sorrel, fanciulla di grande bellezza, ma frivola e immatura.
Hetty, pur non dispiacendogli le attenzioni del giovane falegname, preferisce la corte del ricco Arthur: giovane ragazzo di 21 anni, nipote del proprietario terriero della zona.
Durante una passeggiata attraverso il bosco, Adam scopre i due amanti scambiarsi un bacio; questa scoperta sconvolge la vita del falegname che decide di affrontare Arthur, intimandogli di scrivere una lettera d’addio a Hetty per evitare che lei si faccia illusioni irrealizzabili sul loro rapporto.
Hetty dopo aver ricevuto la lettera (che le provoca un’acuta sofferenza) e appreso che Arthur ha lasciato il villaggio, accetta la corte di Adam e decide di sposarlo, ma pochi giorni prima delle nozze decide di fuggire�

L’autrice dipinge in modo vivido la comunità rurale inglese a cavallo tra due secoli, in cui non c’erano molte differenze tra un artigiano e un fattore.
Adam Bede è un romanzo di grande atmosfera, costruito con un intreccio magistrale, arricchito da un’impeccabile scrittura, in cui è presente una forte carica emotiva e dove la penna della scrittrice inglese riesce a infondere su carta i cambiamenti dell’animo umano.
Con questo romanzo la Eliot compone uno dei primi romanzi psicologici, perché, grazie ad una completa caratterizzazione psicologica, riesce a sviluppare il carattere dei personaggi come se fossero delle persone in carne ed ossa che si stagliano davanti agli occhi del lettore.
Grazie alla profonda conoscenza dell’animo umano e alle doti narrative, i personaggi del libro sono ben descritti nelle loro varie sfaccettature.
Il protagonista Adam, all’inizio ci viene descritto come un gran lavoratore, alto, dalle spalle larghe, con capelli e profondi occhi neri, dalla forte voce baritonale, con le mani callose e le unghie rotte per il lavoro; che sogna di mettersi in proprio, fondando una piccola azienda per lui e il fratello Seth.
L’unica cosa che gli manca è l’amore, il costruirsi una famiglia; sapere che i suoi sentimenti per Hetty sono ricambiati e vedere accettata la sua proposta di matrimonio è come un’ondata di gioia che lo fa salire a grandi altezze ma si sa, più in alto si sale più l’eventuale caduta farà male: così accade ad Adam.
Quando gli eventi della vita lo travolgono, il personaggio matura, diventa un uomo meno rigido, che interagisce con il prossimo, che sente in maggior misura il senso del dovere ed è più disposto verso l’amore. Un personaggio che mi è piaciuto e mi ha affascinato; sono contenta per il finale che la Eliot gli regala dopo aver patito tanto.
A lui contrapposto troviamo Arthur Donnithorne, giovane ragazzo di 21 anni, che sogna, una volta che avrà ereditato la tenuta e le terre dal nonno, di divenire un grande proprietario che sarà rispettato e amato dai suoi coloni. All’inizio è immaturo, vuole conquistare la ragazza più bella del villaggio solo per sfizio; dopo esserci riuscito le conseguenze delle scandalo rovineranno le sue possibilità di realizzare il suo sogno di vivere alla tenuta e di diventare un bravo possidente. Un personaggio che personalmente non sono riuscita ad odiare perché secondo me, Arthur non è come altri padroni bastardi che seducono le giovani ragazze e poi le abbandonano; lui prova realmente dei sentimenti per Hetty, e, infatti, lo dimostra impegnandosi per salvarla e alla fine maturando dolorosamente.
Adam e Arthur sono due giovani dall’animo buono ma dalle aspettative ed esperienze di vita diverse.
I personaggi maschili non reggono però il confronto con le figure femminili presenti nel libro: Dinah e Hetty, due giovani donne molto diverse tra loro, straordinariamente descritte dalla Eliot nelle loro varie sfaccettature e differenze, simboli di due diverse concezioni della femminilità.
La prima è una giovane ragazza, fervente metodista dal cuore d’oro, caritatevole verso il prossimo, predicatrice religiosa che possiede una “voce penetrante da soprano che catturava sempre il suo pubblico.�
Un personaggio che mi è piaciuto molto, privo di incertezze, cui si perdonano le prediche religiose iniziali, maturo e dalla grande personalità.
Contrapposta a Dinah, troviamo sua cugina Hetty: ragazza frivola, superficiale, vanitosa, egocentrica, interessata ai gioielli e ai bei vestiti; troppo presa da se stessa per occuparsi degli altri e per affezionarsi a qualcuno, riesce a far cadere gli uomini ai suoi piedi solo con uno sguardo o un battito di ciglia. Una ragazza che mi è sembrata un po� una gatta morta. Ecco!
Attorno a questi personaggi principali, Mary Anne, intesse e tratteggia abilmente le vicende e le figure dei personaggi secondari che animano il libro: due donne incantevoli quali la lagnosa Lisbeth Bede; con le sue continue lamentele, e la loquace Rachel Poyser; con le sue chiacchiere continue e i proverbi che sfodera in ogni occasione; il dolce e pio Seth; il signor Irwine, arguto e comprensivo reverendo, la cui madre e famiglia meriterebbe un libro a parte; infine, il signor Bartle, maestro misogino che tratta la sua cagnetta come fosse una moglie.

Durante la lettura di questo straordinario libro non ho potuto fare a meno di ripensare a Tess dei D’Urberville e Ruth, le protagoniste dei due romanzi omonimi di T. Hardy ed E. Gaskell.
Perché, qualcuno potrebbe chiedersi. Perché anche in questo libro, d’amore e di perdono, è narrata la storia di una “fallen woman�, di una ragazza che perde tutto e viene condannata per il suo sbaglio, come volevano le convenzioni sociali dell’epoca, tanto rigide quanto spietate.
Hetty però non è neanche lontanamente paragonabile alle due perché non possiede la forza di Tess, in grado di affrontare la gente e sopportare le conseguenze delle sue azioni; o la consapevolezza della giovane Ruth, che grazie all’aiuto dei fratelli Benson, riconosce il proprio errore e diviene una ragazza colta, caritatevole e pensierosa che si dedica anima e corpo a suo figlio e a realizzare la sua indipendenza economica.
Per Tess mi sono commossa ma per Hetty ho provato poca pietà (perché un po� la si prova) e trovo giusta la pena che gli è stata inflitta. Si è rivelata solo una conchiglia vuota e nient’altro, perché nonostante sia giovane e inesperta, le scelte che compie sono sbagliate, dettate dalla vanità, dall’orgoglio e dalla mancanza d’amore e gratitudine per le persone che l’hanno cresciuta e le vogliono bene.
In tutta questa vicenda di Hetty inizialmente la Eliot non ne racconta la storia.
Complice il silenzio di Hetty, decide di non raccontare i fatti accaduti e di far immaginare al lettore come questi si sono svolti; invece poi l’autrice, tramite la decisione di Hetty di confessare a Dinah la sua vicenda, espone al pubblico le colpe della giovane e permette così al lettore di giudicare e farsi una propria opinione.

George Eliot detestava la letteratura della sua epoca, che considerava consolatoria ed evasiva, e preferiva descrivere la comunità rurale di cui troviamo un esempio in questo romanzo. In Adam Bede, l’autrice dipinge in maniera vivida e intensa la comunità rurale inglese, il piccolo villaggio con le sue botteghe, le fattorie, la piccola nobiltà locale, la chiesetta dove i parrocchiani si recano la domenica, la latteria dove si produce il burro.
Le incantevoli descrizioni, così vivide e tangibili, dei paesaggi e della natura, con i suoi colori e odori, o la desolazione rocciosa, permettono al lettore di entrare realmente negli scenari ritratti. Queste suggestive descrizioni mi hanno richiamato alla mente le immagini indimenticabili presenti nel romanzo Il bosco, di Thomas Hardy; secondo me un maestro nelle descrizioni paesaggistiche.

Adam Bede è un romanzo che appassiona il lettore, scorrevole, pieno di pathos, di cui sono intrise le pagine, ricco di colpi di scena, arricchito dall’inappuntabile scrittura della Eliot, che, calibrando sottile ironia e dramma, dipinge scene vivide e cariche d’emozione.
Denso di riferimenti e digressioni religiose il romanzo non risulta mai pesante, grazie all’intelligenza e alla sensibilità dell’autrice.
Non posso contare le varie volte in cui sono rimasta con il fiato sospeso, nella speranza e nel timore che i miei sentori non giungessero a compimento, perché questo è un romanzo in cui la tragedia incombe e si abbatte implacabile, relegando i protagonisti ad un destino in cui non vi è via d’uscita.

In conclusione posso affermare che le sensazioni che questa sublime lettura mi ha dato sono state molteplici, e mi accompagneranno ancora per molto tempo, perché questo è uno di quei romanzi che vorresti non finissero mai e da cui ti dispiace doverti separare.

È un grande mistero il modo in cui il cuore di un uomo si rivolge ad una donna trascurando tutte le altre che ha visto nel mondo, e come per lui sia più facile lavorare sette anni per lei, come Giacobbe fece per Rachele, piuttosto che avere qualsiasi altra donna a disposizione.
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Reading Progress

May 27, 2015 – Started Reading
May 30, 2015 – Shelved
May 30, 2015 –
page 140
22.19%
May 30, 2015 – Shelved as: letteratura-inglese
June 6, 2015 –
page 302
47.86%
June 16, 2015 – Finished Reading
June 21, 2015 – Shelved as: my-favourite

Comments Showing 1-4 of 4 (4 new)

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message 1: by Sergio (new)

Sergio Ho aperto le danze con la Eliot lo scorso anno con il bellissimo "Middlemarch" e spero di leggere entro l'anno "Il Mulino sulla Floss" e solo successivamente questo "Adam Bede" nonostante il tuo commento, che ho appena finito di leggere, mi faccia tentennare ad anticiparne la lettura, perché come prevedevo prima di leggerti, sei più pericolosa e convincente di Circe....🤣🤣🤣🤣🤣


message 2: by Dafne (last edited May 13, 2024 01:42AM) (new) - rated it 4 stars

Dafne Sergio wrote: "Ho aperto le danze con la Eliot lo scorso anno con il bellissimo "Middlemarch" e spero di leggere entro l'anno "Il Mulino sulla Floss" e solo successivamente questo "Adam Bede" nonostante il tuo co..."

Bellissimo "Il mulino sulla Floss", primo libro della Eliot che ho letto e che mi ha fatto amare il suo stile. Beato te che lo devi leggere per la prima volta. "Adam Bede" non è da meno per me, lho amato tantissimo. È stato difficile da trovare, anche quando era appena uscito; oggi penso si trovi solo all'usato ed è un peccato perché anche questo è molto bello e merita di essere più conosciuto. La Eliot è troppo snobbata qui in Italia, pubblicano solo e sempre i suoi due romanzi più famosi.
Ps: come Circe! Magari.😄


message 3: by Sergio (new)

Sergio Ho avuto la fortuna di trovare "Adam Bede" e "Daniel Deronda" già in casa acquistati anni fa da mio padre accanito lettore di romanzi classici.


message 4: by Dafne (last edited May 12, 2024 08:30AM) (new) - rated it 4 stars

Dafne Fortunato! Bei gusti tuo padre.
Penso che però sia meglio leggerlo dopo "Il mulino sulla Floss", secondo me. "Daniel Deronda" devo ancora leggerlo, spero di farlo presto.


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