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Fabio's Reviews > Ricordi di domani

Ricordi di domani by Philip K. Dick
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bookshelves: 2017, mio-ho-detto-mio, usa, sci-fi

Antologia postuma di racconti di Philip K. Dick, originariamente pubblicata nel 1985, dunque a tre anni dalla morte dell'Autore. L'arco temporale di produzione va dagli anni '50 agli anni '80, dunque presenta una certa disomogeneità, a mio avviso a favore dei racconti più recenti.

Si parte con una nota lieve, Breve vita felice di una scarpa marrone ( 1954 ), dimenticabile report dell'invenzione di un apparecchio per rendere animati gli oggetti inanimati, come la scarpa marrone del titolo. Brillante il concetto alla base della macchina, ovvero il Principio di irritazione Sufficiente: "l'origine della vita. Eoni fa, nel remoto passato, un pezzetto di materia inanimata si è talmente irritato per qualcosa da andarsene via, mosso dall'indignazione". Che Dick avesse previsto l'avvento di Di Maio? [ dling-dling, fine dello spazio satirico ]

Si prosegue con il più classico Tornando a casa ( 1959 ), tipico esempio di racconto incentrato sul pericolo della colonizzazione aliena tramite copie di esseri umani - molto à la Gli invasati/L'invasione degli ultracorpi di Jack Finney, pubblicato solo cinque anni prima.

Per rimanere in campo "temi classici", abbiamo i poteri psichici di un menestrello capace di comporre ballate che si avverano, con esiti non sempre positivi - si tratta pur sempre del pessimistico e cinico Dick. Anche in questo caso, niente di indimenticabile: si tratta di Cosa ne facciamo di Ragland Park? ( 1963 ).

Teologia e computer possono coesistere? Certamente, almeno secondo P.K., che in Teologia per computer ( 1966 ) ci propone anche aspetti ripresi dalla sci-fi dei decenni successivi - un sistema informatico che scatena un'apocalisse nucleare ricorda niente? Ancora una volta, racconto non fondamentale, anche se qualche sorriso lo strappa ( il tentativo di convincere il computer della propria inesistenza, l'imprevista piega religiosa che prende la vicenda ).

Con L'ultimo test ( 1979 ) si inizia a ragionare: in un XXI secolo d'inferno, solo pochi fortunati vengono scelti per frequentare il college, istituzione dai connotati pericolosamente militari. Purtroppo i test di ammissione prevedono prove-trabocchetto... Qui la paranoia tipica di Dick si fa sentire.

Catene d'aria, ragnatela d'etere ( 1980 ) sale ancora di livello: prima di tutto cita a ripetizione John Dowland, e questo sarebbe sufficiente - - In aggiunta, è anche la storia di un uomo che sacrifica una delle cose più importanti della sua isolata esistenza per salvare la vita di una collega.

Memorabile anche Il caso Rautavaara ( 1980 ), in cui il salvataggio ( ok, parziale salvataggio ) di un tecnico spaziale umano da parte di una razza aliena rivela l'apertura di una porta sull'Aldilà cristiano. Con relativo tentativo alieno di sfruttare l'occasione per un esperimento di...teologia comparata.

Siamo ormai su livelli alti, e non scendiamo neppure con gli ultimi racconti, Spero di arrivare presto ( 1980 ), in cui un malfunzionamento della sospensione criogenica obbliga una povera navetta spaziale a trovare il modo di non far impazzire uno dei passeggeri ( ancora molta paranoia, sensi di colpa sepolti e religiosità distorta ), La mente aliena ( 1981 ), con la peculiare morale pro-gatti dei Meknosiani ( thumbs up ), e Strani ricordi di morte ( 1985 - postumo ), incentrato nuovamente sul tema della paranoia - e sulla domanda "chi è il paranoico?".

Completa la raccolta un notevole saggio ( o meglio, sembrerebbe trattarsi della trascrizione di una lezione accademica ), Come costruire un universo che non cada a pezzi in due giorni, in cui Dick cerca di spiegare i due argomenti che hanno caratterizzato tutta la sua attività di scrittore, o meglio, le due domande a cui ha cercato di dare una risposta: "cos'è la realtà?" e "cosa costituisce il vero essere umano?". Il tutto condito da considerazioni sui pericoli delle realtà fittizie ( accusava la televisione: chissà cosa avrebbe da dire oggi riguardo a Internet, fake news e società della comunicazione in generale ), rimandi a Platone e alla Bibbia, sovrapposizioni e intrecci tra tempo reale, "mondano" e tempo "sacro". E l'inquietante possibilità che uno scrittore scriva la verità a sua insaputa. Merita una lettura, nonostante l'eccessiva insistenza sull'aspetto religioso ( tipico di P.K.D. post 1974 ).
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August 15, 2017 – Started Reading
August 15, 2017 – Shelved
August 18, 2017 – Shelved as: mio-ho-detto-mio
August 18, 2017 – Shelved as: 2017
August 18, 2017 – Shelved as: sci-fi
August 18, 2017 – Shelved as: usa
August 18, 2017 – Finished Reading

Comments Showing 1-6 of 6 (6 new)

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Mariafrancesca di natura viperesca sta con gli ultimi della terra Io ho la raccolta in quattro tomoni della Mondadori comprati, credo, all'inizio degli anni '90. Lessi i primi tre volumi come un romanzo; col terzo cominciai ad avere qualche problema; il quarto lo chiusi al primo racconto. Morale della favola: ho preferito i primi racconti un pò ingenui e scritti ancora come dio aveva comandato prima dell'avvento del postmoderno. infatti non ho mai potuto leggere quei suoi romanzi che sono diventati dei capolavori della letteratura: se ci metti i salti temporali propri della fantascienza raccontati con i salti temporali artificiosi del narratore, sei fregato: almeno io.:-)


message 3: by Mickdemaria (new)

Mickdemaria Bella , da Dickiano convinto mi intriga molto. Ma in che edizione si trova?


message 4: by amapola (new)

 amapola Un vecchio Urania! Dopo una presentazione come la tua me lo segno: non sarà facile da trovare, ma ci proverò.
Se ti piacciono i racconti di sci-fi, ti consiglio due autori straordinari: Harlan Ellison e Robert Sheckley. Li conosci?


Fabio @Mariafrancesca: penso di aver ormai letto tutti i racconti di Dick ( qualcosa Mondadori, altro Fanucci... vedrò di regalarmi quest'ultima integrale, prima o poi ), mi mancava giusto la produzione degli ultimi anni. Le preferenze vanno a periodi: a volte prediligo la classica sci-fi anni '50, altre propendo per il post-moderno ( ma la trilogia di Valis mi fissa dallo scaffale da anni, quella la temo ).

@amapola dissento sul "vecchio" Urania. Trattasi di recentissima pubblicazione, datata solo 1988. Facilmente reperibile nei migliori mercatini dell'usato ( personalmente l'ho recuperato tra i libri scartati da una biblioteca, insieme a uno scatolone di altri fratellini ^_^ ).
Sheckley devo aver letto qualcosa eoni fa, Ellison mi ha sempre ispirato ( soprattutto "I Have No Mouth, and I Must Scream" ). Tempo tempo tempo...

@Mick hai un po' di opzioni diverse: o trovare questa edizione Urania, o la ristampa Fanucci ( 4 volumi se non erro, tutti i racconti: 1947-53; 1954; 1955-63; 1964-81 ), oppure spulciare ( ma mi pare poco aggiornato )


message 6: by Mickdemaria (new)

Mickdemaria Grazie per la risposta. Perché temi VALIS? Io la amo! Se vuoi temere qualcosa allora prenditi l'esegesi, anche se ne è stata pubblicata una piccola parte lì si che c'è da aver paura ;)


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