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Vineland
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è come provare, leggendo, l’effetto di una sbornia di tetris (nella vita 1 fui nel tunnel, so di cosa parlo). ci sono un mucchio di forme colorate che piovono dall’alto, e istintivamente cerchi di far quadrare tutto: nuovi personaggi, riferimenti, sottoplot, collegamenti.
solo che a differenza del giochetto inventato dai russi, mano a mano che procedi, a galvanizzarti non è il meccanismo di gratificazione-da-illusione-di-controllo che gli psicologi chiamano effetto zeigarnik (e chi fosse il signor zeigarnik mi guardo bene dal chiederlo) bensì il suo opposto. cioè la resa incondizionata all’invenzione e alla pirotecnica dell’autore, e al tipo di critica che le alimenta.
conta godersi lo spettacolo, insomma, che pynchon infarcisce di simboli da pop culture sporcati di riflessioni da esegeta del declino americano, o viceversa. ci si lascia travolgere dal beato effetto di spaesamento lisergico, sedurre dalla prosa, coinvolgere dal riconoscimento di quel che di vero c’� dietro ogni sparata sugli ideali infrantisi nel decennio reaganiano.
non so se anche pynchon alla lunga provochi un ispessimento della corteccia nei lobi frontali, e un ampliamento delle facoltà cognitive e del pensiero razionale. il tetris sembrerebbe provato di sì. però so di sicuro che, come taglia corto quel fallimentare big lebowski che è lo zoyd wheeler di questo romanzo, «finché è durata, ci siamo divertiti un mondo».
solo che a differenza del giochetto inventato dai russi, mano a mano che procedi, a galvanizzarti non è il meccanismo di gratificazione-da-illusione-di-controllo che gli psicologi chiamano effetto zeigarnik (e chi fosse il signor zeigarnik mi guardo bene dal chiederlo) bensì il suo opposto. cioè la resa incondizionata all’invenzione e alla pirotecnica dell’autore, e al tipo di critica che le alimenta.
conta godersi lo spettacolo, insomma, che pynchon infarcisce di simboli da pop culture sporcati di riflessioni da esegeta del declino americano, o viceversa. ci si lascia travolgere dal beato effetto di spaesamento lisergico, sedurre dalla prosa, coinvolgere dal riconoscimento di quel che di vero c’� dietro ogni sparata sugli ideali infrantisi nel decennio reaganiano.
non so se anche pynchon alla lunga provochi un ispessimento della corteccia nei lobi frontali, e un ampliamento delle facoltà cognitive e del pensiero razionale. il tetris sembrerebbe provato di sì. però so di sicuro che, come taglia corto quel fallimentare big lebowski che è lo zoyd wheeler di questo romanzo, «finché è durata, ci siamo divertiti un mondo».
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Vineland.
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Reading Progress
September 15, 2017
– Shelved
September 15, 2017
– Shelved as:
³Üì²õ³¦±ô¾±²õ³Ù
September 27, 2017
–
Started Reading
October 13, 2017
–
Finished Reading
October 18, 2017
– Shelved as:
all-american
Comments Showing 1-31 of 31 (31 new)
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a parte questo ti direi di lasciar perdere pynchon, comunque.




A parte questo e un solitario di tanto in tanto, non mi concedo altre dipendenze! :D

Crea dipendenza? Credo proprio di sì!


@laura: io ho smesso anche con anobii, pensa un po� ;)
@ajeje: finora avevo letto solo V. (tra l’altro sempre nella vita 1 in cui giocavo a tetris) ma con modesta soddisfazione. ora devo decidere con cosa procedere (non subito), perché ±ô’a°ù³¦´Ç²ú²¹±ô±ð²Ô´Ç mi incute ancora troppo timore. forse proprio l’incanto del lotto 49, che con quel titolo da agatha christie mi ha sempre incuriosito. non credo di trovarci il teuccio di miss marple, però.
@grazia: ma un po� di nutella almeno sì, vero? non farmi sentire così sconveniente!
@pat: dipende da cosa metti nella tisana :D
@ettore: anche il libro è smodato in più sensi, sì. la salute prima di tutto: sei giustificato.

Mai sperimentato videogiochi. Ma c'è qualcosa che mi suona vagamente familiare in questo tuo commento. E poi Pynchon, elegia del disordine.
Temo che lo leggerò.
Temo che lo leggerò.

@grazia: credo che nanni moretti ultimamente non segua i nostri scambi di feedback, quindi ti risparmi un peana (oltre ai brufoli da assunzione di zucchero-olio di palma-nocciole-cacao magro-latte scremato in polvere-siero di latte in polvere-emulsionante (lecitina di soia)-vanillina) però ti perdi qualcosa.
@il vecchio e il lago: a meno che tu non sia il signor zeigarnik, l’impressione di familiarità non mi spaventa ;)


Ma guarda!!
...pensa che io, invece, ho una dipendenza da burro d'arachidi!!
Quindi da Pynchon al burro di arachidi: oggi avrò qualcosa su cui pensare seriamente! :-P




in una prima versione del commento, più lunga, avevo parlato di romanzo amaro e scanzonato insieme. poi mi sembrava pleonastico e ho tagliato.

Chiedo perchè non conosco.
Anzi, detto tra noi che tanto non ci sente nessuno: un po' rifuggo. Mi fa un po' paura tutta questa post-modernità ...