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La promessa: Un requiem per il romanzo giallo
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Racconto dell'ossessione di un uomo e, al contempo, critica verso l'impianto tradizionale del romanzo giallo.
Gli elementi di un giallo ci sono tutti, anche se in tinta pastello: un odioso delitto, un investigatore metodico e dotato di straordinario intuito, i colleghi che non gli credono, le indagini, gli interrogatori, gli appostamenti. (view spoiler)
La "promessa" del titolo è il fulcro della vicenda: il commissario Matthäi vincola per sempre la sua coscienza e stravolge la sua vita promettendo ai genitori di risolvere il caso di una bambina di sette anni uccisa in un bosco. "Promisi sulla mia coscienza di trovare l’assassino, solo per non essere costretto a vedere ancora il dolore di quei genitori [...]"
Nonostante non manchino gli elementi del giallo, il sottotitolo chiarisce l'originalità del romanzo: Un requiem per il romanzo giallo. Infatti siamo di fronte a un antiromanzo che seppellisce lo schema classico (il delitto non paga, i cattivi vengono puniti), e lo seppellisce non con la vittoria del male (allora cadremmo banalmente nel noir) ma con una struttura in cui prevale l'imponderabilità del caso. Ma, peggio, chi fa affidamento sulla logica e sulla razionalità finisce per esserne vittima.
"Con la logica ci si accosta soltanto parzialmente alla verità . Comunque, lo ammetto che proprio noi della polizia siamo tenuti a procedere appunto logicamente, scientificamente; d'accordo: ma i fattori di disturbo che si intrufolano nel gioco sono cosi frequenti che troppo spesso sono unicamente la fortuna professionale e il caso a decidere a nostro favore. O in nostro sfavore. Ma nei vostri romanzi il caso non ha alcuna parte, e se qualcosa ha l'aspetto del caso, ecco che subito dopo diventa destino e concatenazione; da sempre voi scrittori la verità la date in pasto alle regole drammatiche. Mandate al diavolo una buona volta queste regole. Un fatto non può "tornare" come torna un conto, perché noi non conosciamo mai tutti i fattori necessari ma soltanto pochi elementi per lo più secondari."
Il giallo tradizionale si basa su una consequenzialità logica di eventi che non ha riscontro nella realtà che, invece, è di natura sostanzialmente stocastica. Ecco quindi che La promessa può essere visto come un giallo a sfondo filosofico, un pretesto per introdurre una concezione della vita e del mondo. Un mondo in cui il positivismo e il determinismo di Laplace cedono il passo all'indeterminazione di Heisenberg. In questo modo viene recitato il requiem per il giallo tradizionale. Ma c'è di più: si procede anche a inumare la canonica figura dell'investigatore infallibile à la Miss Marple. (view spoiler) Alla fine il giallo si trasforma in tragedia non solo per il nostro commissario ma per l'umanità tutta, con l'ammonizione che la realtà non è un semplice conto aritmetico e che non possiamo pretendere che la ragione illumini a giorno la nostra vita e le cose del mondo.
Gli elementi di un giallo ci sono tutti, anche se in tinta pastello: un odioso delitto, un investigatore metodico e dotato di straordinario intuito, i colleghi che non gli credono, le indagini, gli interrogatori, gli appostamenti. (view spoiler)
La "promessa" del titolo è il fulcro della vicenda: il commissario Matthäi vincola per sempre la sua coscienza e stravolge la sua vita promettendo ai genitori di risolvere il caso di una bambina di sette anni uccisa in un bosco. "Promisi sulla mia coscienza di trovare l’assassino, solo per non essere costretto a vedere ancora il dolore di quei genitori [...]"
Nonostante non manchino gli elementi del giallo, il sottotitolo chiarisce l'originalità del romanzo: Un requiem per il romanzo giallo. Infatti siamo di fronte a un antiromanzo che seppellisce lo schema classico (il delitto non paga, i cattivi vengono puniti), e lo seppellisce non con la vittoria del male (allora cadremmo banalmente nel noir) ma con una struttura in cui prevale l'imponderabilità del caso. Ma, peggio, chi fa affidamento sulla logica e sulla razionalità finisce per esserne vittima.
"Con la logica ci si accosta soltanto parzialmente alla verità . Comunque, lo ammetto che proprio noi della polizia siamo tenuti a procedere appunto logicamente, scientificamente; d'accordo: ma i fattori di disturbo che si intrufolano nel gioco sono cosi frequenti che troppo spesso sono unicamente la fortuna professionale e il caso a decidere a nostro favore. O in nostro sfavore. Ma nei vostri romanzi il caso non ha alcuna parte, e se qualcosa ha l'aspetto del caso, ecco che subito dopo diventa destino e concatenazione; da sempre voi scrittori la verità la date in pasto alle regole drammatiche. Mandate al diavolo una buona volta queste regole. Un fatto non può "tornare" come torna un conto, perché noi non conosciamo mai tutti i fattori necessari ma soltanto pochi elementi per lo più secondari."
Il giallo tradizionale si basa su una consequenzialità logica di eventi che non ha riscontro nella realtà che, invece, è di natura sostanzialmente stocastica. Ecco quindi che La promessa può essere visto come un giallo a sfondo filosofico, un pretesto per introdurre una concezione della vita e del mondo. Un mondo in cui il positivismo e il determinismo di Laplace cedono il passo all'indeterminazione di Heisenberg. In questo modo viene recitato il requiem per il giallo tradizionale. Ma c'è di più: si procede anche a inumare la canonica figura dell'investigatore infallibile à la Miss Marple. (view spoiler) Alla fine il giallo si trasforma in tragedia non solo per il nostro commissario ma per l'umanità tutta, con l'ammonizione che la realtà non è un semplice conto aritmetico e che non possiamo pretendere che la ragione illumini a giorno la nostra vita e le cose del mondo.
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March, 2018
–
Finished Reading
March 10, 2018
– Shelved
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message 1:
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Dagio_maya
(new)
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rated it 4 stars
Mar 10, 2018 11:56PM

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Però m'è piaciuto e ho trovato parecchi spunti di riflessione.
