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Il petrolio del romanziere
Ho detto che secondo me il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò
Siamo solo a pagina uno...
-NOI- delimita la famiglia Petersen composta dal cinquantaquattrenne Douglas, la cinquantaduenne Connie e dal diciassettenne Albie. È una famiglia in crisi come quasi tutte le famiglie con almeno un adolescente in squadra. Il manager Douglas si gioca il tutto per tutto organizzando un Grand Tour che da Londra li porterà fino a Pompei toccando Parigi, Amsterdam, Monaco, Venezia, Firenze...
Le ragioni sono differenti ma l’escamotage narrativo del viaggio nel vecchio continente è lo stesso scelto da Monninger. Se in quel caso avevo consigliato una lettura under 25, in questo caso sposto il cursore over 40.
Il libro mi è piaciuto, se la storia fosse stata montata cronologicamente sarebbe stata assai meno appassionante. L’uso del flash back, oltre ad impreziosire i ricordi consente di dilatare il racconto del presente e creare attesa in chi legge. Il flash back serve anche a spiegare gli eventi che hanno portato alla situazione attuale è un indugio senza indugio è assai più produttivo della divagazione. -NOI- Non diventerà certo un classico della letteratura mondiale, ma ha il merito di essere un libro onesto, autoironico (in Douglas Petersen sembra di intravedere Nicholls quanto in Harry Rent si intuisce la sagoma di Sarvas).
Ho fatto diverse sottolineature, una di esse mi è sembrato fosse una dedica per me:
Dal punto di vista evolutivo, emozioni come la paura, il desiderio o la rabbia hanno un senso e una funzione, ma la nostalgia è assolutamente inutile, perché ci fa tendere verso qualcosa che abbiamo perduto per sempre.
Non ho ben chiaro perché tutto ciò che è nostalgico mi attragga come un magnete. Nicholls come altri scrittori stigmatizza la nostalgia dopo avervi tuffato i frollini a colazione
Perfino i festeggiamenti avevano un che di lugubre: i veneziani trovavano spiritoso mascherarsi da scheletri, forse un retaggio delle antiche epidemie� Saranno stati il silenzio e le ombre, i canali scuri o l'assenza di verde, ma in quelle viuzze deserte, in quelle piazze battute dalla pioggia venivo colto da una malinconia stranamente soffusa di piacere. Non mi ero mai sentito così triste e allo stesso tempo così felice in vita mia.
Victor Hugo scrisse che la malinconia è la gioia di essere tristi. A Nicholls replico che la nostalgia che lui definisce assolutamente inutile è la fonte d’energia primaria di ogni romanziere, una fonte non rinnovabile, petrolio, non vento. Siccome il tema mi affascina da sempre in tutte le sue sfaccettature, condivido questo link che mi trascino dietro da svariati anni:
La colonna sonora, che scelgo fra una decina di citazioni di rilievo, è questa:
Ora in quel punto c'era un suonatore ambulante, avrà avuto l'età di Albie, che cantava una canzone degli Oasis scritta prima che lui nascesse, storpiandone malamente le parole.
En maibi, iur gonna bi de una u saif mi�
En after ol, iur mai wanderwol�
(Potrei essere io quello che canta)
Ho detto che secondo me il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò
Siamo solo a pagina uno...
-NOI- delimita la famiglia Petersen composta dal cinquantaquattrenne Douglas, la cinquantaduenne Connie e dal diciassettenne Albie. È una famiglia in crisi come quasi tutte le famiglie con almeno un adolescente in squadra. Il manager Douglas si gioca il tutto per tutto organizzando un Grand Tour che da Londra li porterà fino a Pompei toccando Parigi, Amsterdam, Monaco, Venezia, Firenze...
Le ragioni sono differenti ma l’escamotage narrativo del viaggio nel vecchio continente è lo stesso scelto da Monninger. Se in quel caso avevo consigliato una lettura under 25, in questo caso sposto il cursore over 40.
Il libro mi è piaciuto, se la storia fosse stata montata cronologicamente sarebbe stata assai meno appassionante. L’uso del flash back, oltre ad impreziosire i ricordi consente di dilatare il racconto del presente e creare attesa in chi legge. Il flash back serve anche a spiegare gli eventi che hanno portato alla situazione attuale è un indugio senza indugio è assai più produttivo della divagazione. -NOI- Non diventerà certo un classico della letteratura mondiale, ma ha il merito di essere un libro onesto, autoironico (in Douglas Petersen sembra di intravedere Nicholls quanto in Harry Rent si intuisce la sagoma di Sarvas).
Ho fatto diverse sottolineature, una di esse mi è sembrato fosse una dedica per me:
Dal punto di vista evolutivo, emozioni come la paura, il desiderio o la rabbia hanno un senso e una funzione, ma la nostalgia è assolutamente inutile, perché ci fa tendere verso qualcosa che abbiamo perduto per sempre.
Non ho ben chiaro perché tutto ciò che è nostalgico mi attragga come un magnete. Nicholls come altri scrittori stigmatizza la nostalgia dopo avervi tuffato i frollini a colazione
Perfino i festeggiamenti avevano un che di lugubre: i veneziani trovavano spiritoso mascherarsi da scheletri, forse un retaggio delle antiche epidemie� Saranno stati il silenzio e le ombre, i canali scuri o l'assenza di verde, ma in quelle viuzze deserte, in quelle piazze battute dalla pioggia venivo colto da una malinconia stranamente soffusa di piacere. Non mi ero mai sentito così triste e allo stesso tempo così felice in vita mia.
Victor Hugo scrisse che la malinconia è la gioia di essere tristi. A Nicholls replico che la nostalgia che lui definisce assolutamente inutile è la fonte d’energia primaria di ogni romanziere, una fonte non rinnovabile, petrolio, non vento. Siccome il tema mi affascina da sempre in tutte le sue sfaccettature, condivido questo link che mi trascino dietro da svariati anni:
La colonna sonora, che scelgo fra una decina di citazioni di rilievo, è questa:
Ora in quel punto c'era un suonatore ambulante, avrà avuto l'età di Albie, che cantava una canzone degli Oasis scritta prima che lui nascesse, storpiandone malamente le parole.
En maibi, iur gonna bi de una u saif mi�
En after ol, iur mai wanderwol�
(Potrei essere io quello che canta)
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e chi non l'ha mai cantata così in macchina ! :)
Di Nicholls ho letto 8-9 anni fa Un giorno e mi era piaciuta la sua scrittura spigliata, la sua freschezza - ai tempi invece fioccavano 2 stelle spocchiose :D ,mi è toccato difendere le mie 4 con indefessa ostinazione :D

Poi ci sono anche i lettori normali, quelli che leggono in entrambi i modi privilegiando l’uno o l’altro a seconda dei libri. Sulla nostalgia vi ho già detto, il paragone Nicholls / Sarvas mi è venuto per l’autoironia di entrambi, in Sarvas è assai più marcata …e poi appunto, qui c’� l’adolescente, in Sarvas l’adolescente che non si è rassegnato a crescere è il protagonista quarantenne

E purtroppo quoto (che parola brutta) Hugo quando dice che la malinconia è la gioia di essere tristi



La bella frase di Hugo, nella mia personale manipolazione, è diventata “la malinconia è la gioia di essere Inter-tristi� (amapola capirà)


In realtà, ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. L'opera dello scrittore è solo una specie di strumento ottico offerto al lettore per consentirgli di discernere ciò che forse, senza quel libro, non avrebbe potuto intravedere in se stesso.
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Proust in realtà è uno scrittore NP che scrive per lettori SP
Il tuo commento caro Nood, è come sempre foriero di inaspettate riflessioni, sei troppo bravo :)