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Orsodimondo's Reviews > Via dei ladri

Via dei ladri by Mathias Énard
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bookshelves: francia, maghreb

NON SAPPIAMO NULLA DELLA VIOLENZA

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Carrer, o calle, Robadors, nel Barrio Chino di Barcellona. La via dei Ladri.

La mia via era una delle peggiori del quartiere, una delle più pittoresche, se vogliamo, e rispondeva al nome colorito di carrer Robadors, via dei Ladri, il rompicapo del municipio di zona � la via delle puttane, dei drogati, degli ubriaconi, di ogni sorta di disperati che passavano le giornate in quella stretta fortezza che puzzava di piscio, di birra rancida, di tajine e di samosa.

Siamo a Barcellona ed ecco così spiegato il titolo.
Lakhdar ci approda dopo duecento pagine, che sembrano una lunga preparazione a questo momento.
Viene da Tangeri, Lakhdar, e conduce il lettore sia sulla sua riva atlantica che su quella mediterranea.
Si parla anche di altre parti del Marocco � poi si va per qualche giorno, una settimana, a Tunisi. Si sbarca insieme a Lakhdar ad Algeciras, e da lì finalmente prendiamo tutti insieme l’autobus per la capitale della Catalogna.

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Tangeri era un vicolo cieco immerso nel buio, un passaggio ostruito dal mare; lo stretto di Gibilterra una spaccatura, un abisso che sbarrava la strada ai nostri sogni; il Nord era un miraggio. Una volta di più ero smarrito, e l’unica terraferma sotto i miei piedi e dietro di me era da un lato l’immensa Africa fino al Capo e a est tutti quei Paesi in fiamme, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, l’Egitto, la Palestina, la Siria.

Sulla riva sud del Mediterraneo sono in corso le cosiddette primavere arabe, la polizia carica picchia e spara i dimostranti, la gente che protesta viene bene in televisione, anche sotto i colpi dei manganelli.
A Marrakech salta in aria la hall di un albergo, tra i morti anche qualche turista � a Tangeri un uomo urlante armato di spada entra nel Café Hafa e uccide uno studente. Entrambe le volte sembra che ci sia la mano di Bassam, amico d’infanzia di Lakhdar. Ma è mai possibile? Li unisce davvero la stessa religione, condividono lo stesso Profeta?!

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Anche sulla riva nord del Mediterraneo le cose non sono tranquille. Il governa italiano dell’epoca (Berlusconi) lascia entrare per attraversare, chi arriva deve trasferirsi altrove il prima possibile, via, in altro paese. Ma la Francia accoglie sotto zero: come si diceva, le primavere arabe sono belle in televisione, e sono anche più belle e palpitanti se gli arabi rimangono a casa loro, evitano di appestarci le periferie.
Barcellona accoglie, tutto a spese dei turisti, che vengono rapinati da ladri di ogni tipo, otto euro per una birra o un portafoglio prelevato dallo zainetto.

Ma la rabbia è arrivata anche in Spagna che ha il tasso di disoccupazione più alto d’Europa, dove ci sono gli indignados, dove un quarto della Catalogna era senza lavoro, i giornali erano pieni di terribili storie di crisi, di famiglie sfrattate da case che non riuscivano più a pagare e che le banche svendevano pur continuando a pretendere il pagamento del mutuo, di suicidi, di sacrifici, di preoccupazione: si sentiva crescere la tensione, si sentiva crescere la violenza anche nella via dei Ladri tra i poveri dei poveri, anche a Gràcia tra i figli di borghesi, si sentiva che la città era pronta a tutto, alla rassegnazione come all’insurrezione.

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Quanto a Lakhdar, ha ormai vent’anni, ma il suo viaggio comincia a diciassette quando suo padre, musulmano ortodosso, lo sorprende a letto con una cugina e lo caccia di casa: il ragazzo deve abbandonare la famiglia, andarsene ramengo per il paese, verso Casa (Casablanca), poi di nuovo a Tangeri, residente e tuttofare presso la moschea della Diffusione del Pensiero coranico, dopo di che a inserire nomi e dati di morti in un computer, e ancora, mozzo sui traghetti Tangeri-Algeciras, tuttofare in una piccola impresa funebre spagnola. Fino all’approdo a Barcellona, dove vive la sua bella Judit, che lo ha amato e ora invece non si capisce bene, lei bianca borghese europea, lui arabo povero e in assenza di futuro.

In tutto questo percorso Lakhdar si sostiene, e intrattiene leggendo libri: sopra tutti, i gialli, principalmente francesi, possibilmente la mitica Série Noire, Manchette e Izzo. Ma soprattutto, si sostiene e intrattiene, ogni volta che può, con un buon tocco di hashish del Riff. Sarà forse questa pratica che rende il suo racconto in prima persona così divertente, e irriverente, scanzonato e dolce?

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Fino a un certo punto, però. Perché poi le riflessioni di Lakhdar, i suoi pensieri si fanno cupi e tortuosi, vasti e vaghi, la violenza invade e pervade, reale o presunta, è comunque contagiosa.
Fino al finale sorprendente e sconvolgente, che lo vede in parte novello Mersault, e in parte, ancor più, novello Kurz. Apocalypse now.

Gli uomini sono cani, si strusciano fra loro nella miseria, si rotolano nella sporcizia, e non sanno come uscirne, passano le giornate stesi nella polvere e leccarsi il pelo e il sesso, pronti a tutto per il pezzo di carne o l’osso marcio che qualcuno vorrà gettargli, e io sono come loro un essere umano quindi un rifiuto immondo schiavo degli istinti, un cane, un cane che morde quando ha paura e cerca le carezze.
Qui sopra l’incipit. A seguire invece siamo sul finale:
Gli uomini sono cani con lo sguardo vuoto, girano in tondo nella penombra, corrono dietro una palla, si affrontano per una femmina, per un angolo di cuccia, se ne stanno distesi per ore, con la lingua penzoloni aspettando che qualcuno li finisca, con un’ultima carezza � mi chiedo perché a un certo punto prendiamo una decisione, perché oggi, perché adesso, forse è stato lui a decidere e non io.

Quanto è bravo Énard a seguire il percorso di formazione di questo giovane, modulando ritmo e tono, prendendoci per mano con dolce inganno, svelando solo alla fine che ieri è visto da oggi, e Lakhdar intanto è cresciuto, è diverso. È un altro.

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Daniel Bennett Schwartz: Portrait of the Artist, Running. 1984. Collezione privata. È l’immagine sulla copertina
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Started Reading
September 13, 2018 – Shelved
September 13, 2018 – Shelved as: francia
September 13, 2018 – Shelved as: maghreb
September 13, 2018 – Finished Reading

Comments Showing 1-14 of 14 (14 new)

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message 1: by piperitapitta (new)

piperitapitta Il mio prossimo Énard credo che sarà quello storico con Michelangelo, ma piano piano arriverò anche a romanzi più corposi, come questo.


Amarilly Io prendo i suggerimenti di entrambi 😊


Orsodimondo Amarilly wrote: "Io prendo i suggerimenti di entrambi 😊"

😉


Orsodimondo piperitapitta wrote: "Il mio prossimo Énard credo che sarà quello storico con Michelangelo, ma piano piano arriverò anche a romanzi più corposi, come questo."

Il mio prossimo sarà "Breviario per aspiranti terroristi ".


message 5: by Laura V. (new) - added it

Laura V. لاورا Lo voglio! :D


Orsodimondo Laura wrote: "Lo voglio! :D"

E vuoi anche "La quarta parete", vero? 😉


message 7: by Laura V. (new) - added it

Laura V. لاورا Orsodimondo wrote: "Laura wrote: "Lo voglio! :D"

E vuoi anche "La quarta parete", vero? 😉"


Questo non lo conosco o non lo ricordo... Mi documento! 😃


message 8: by Mar (new)

Mar Gherita Che belle foto


Orsodimondo Mar wrote: "Che belle foto"

🤗


Minimerecensioni Ecco di Enard non ho ancora letto nulla. Pensavo alla Confraternita dei becchini. Potrebbe essere un buon inizio? La tua recensione mi ha comunque affascinato


Orsodimondo Minimerecensioni wrote: "Ecco di Enard non ho ancora letto nulla. Pensavo alla Confraternita dei becchini. Potrebbe essere un buon inizio? La tua recensione mi ha comunque affascinato"

Non ho letto "La Confraternita dei becchini", mi spiace. Oltre questo, ho letto "L'alcol e la nostalgia", "Breviario per aspiranti terroristi", "Parlami di battaglie, di re e di elefanti", La perfezione del tiro", "L'ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona", ma non saprei quale consigliarti, a me sono piaciuti tutti.


Minimerecensioni Grazie 😉


Minimerecensioni Sempre titoli molto fantasiosi ☺️


Orsodimondo Minimerecensioni wrote: "Sempre titoli molto fantasiosi ☺️"

😊


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