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Resto qui
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Il libro apre una finestra che ho trovato interessante e coinvolgente, per la forte partecipazione che l’autore trasmette, sulla storia della popolazione di alcuni paesi dell’Alto Adige e la vicenda del paese di Curon in modo specifico, nel ventennio fascista e dopo la guerra. La narrazione è scorrevole, lineare, volutamente semplice nella struttura e nella lingua usate dalla voce narrante, una donna del popolo, una maestra di estrazione contadina: la semplicità di questa narrazione, senza toni retorici, esalta la drammaticità degli eventi raccontati in un lungo ricordo, che la protagonista Trina rivive con commozione. Trina racconta del processo forzato e violento di italianizzazione a cui il fascismo sottopose le minoranze di lingue e cultura tedesche (il libro si apre in modo forte con la scena delle autorità italiane che ordinano di italianizzare i nomi sulle tombe al camposanto) del Sud Tirolo italiano, del loro sentirsi né italiani né tedeschi, del loro essere contesi fra Italia e Germania, della conseguente scelta difficile- che scatena episodi di guerra civile- fra il rimanere italiani o il trasferirsi in Germania, dopo l’asse Roma-Berlino; infine della distruzione del paese di Curon sommerso dall’acqua di una diga artificiale per fare una centrale idroelettrica (che funzionerà poco e male) nel 1950. Bravo e coinvolgente l’autore nel fare riemergere dalle acque le storie del dolore della dittatura, poi della guerra e infine della scelleratezza di un profitto economico ottuso che appartengono a tutti noi, anche se non viviamo in Alto Adige.
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Resto qui.
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June 21, 2019
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June 21, 2019
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June 21, 2019
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June 26, 2019
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