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Vergogna
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LE RAGIONI DELL'ALTRO, A MAD HEART

John Malkovic è il professore David Lurie, e Jessica Haines è sua figlia Lucy nel film di Steve Jacobs del 2008.
Qual è la vera vergogna, chi la commette, chi dovrebbe provarla?
Devono vergognarsi anche le vittime?
La ragione non sta mai da una parte sola.
La storia di David Lurie, professore di Poesia Romantica in una qualche università di Cape Town, con la sua studentessa è uno stupro? Il prof si è avvantaggiato della sua posizione e del suo carisma, ma ha davvero commesso violenza?

Una violenza pari a quella dei tre ragazzi di colore?
Eppure, anche loro sembrano avere giustificazioni: la segregazione razziale non si cancella con la spugna, la povertà esiste, la rabbia la violenza la voglia di vendetta prosperano in condizioni repressive e razziste, la miseria non è un punto di vista, uno dei tre ragazzi è perfino mentalmente disturbato: basta questo a spiegare, ad assolverli?

Il professore appare fastidiosamente altezzoso e arrogante, però sa restare accanto alla figlia che sembra aver fatto una scelta molto irragionevole e dalle conseguenze tutt’altro che semplici: quest’uomo è davvero così superbo e borioso come i suoi colleghi lo dipingono e percepiscono?
David Lurie è incapace di difendere la figlia, è debole e vigliacco come anche la figlia Lucy sembra pensare, oppure la violenza che subisce, il tentativo di dargli fuoco, spiega il suo non intervento?
I tre stupratori uccidono anche i cani in gabbia. I neri vedevano nei cani il simbolo del potere bianco, della repressione che dovevano subire.
Basta a motivare l’odiosa gratuita carneficina?
Possiamo spiegare questo magnifico romanzo di Coetzee come una parabola del Sudafrica post-apartheid?

Coetzee non è uno scrittore per chi ama i punti fermi più dei punti interrogativi, per chi preferisce le risposte alle domande: senza pregiudizio, scrivendo tre parole e cancellandone quattro, scopre le responsabilità di ciascun personaggio, rovescia ogni violenza e ogni vergogna.
Per capire le ragioni dell'altro bisogna dimenticare, mettere da parte almeno per un poco le proprie - solo così potremo concederci di arrivare al giudizio.
Ma a quel punto, ci renderemo conto dell'inutilità del giudizio.
Ci renderemo conto di essere abbandonati al nostro destino.

John Malkovic è il professore David Lurie, e Jessica Haines è sua figlia Lucy nel film di Steve Jacobs del 2008.
Qual è la vera vergogna, chi la commette, chi dovrebbe provarla?
Devono vergognarsi anche le vittime?
La ragione non sta mai da una parte sola.
La storia di David Lurie, professore di Poesia Romantica in una qualche università di Cape Town, con la sua studentessa è uno stupro? Il prof si è avvantaggiato della sua posizione e del suo carisma, ma ha davvero commesso violenza?

Una violenza pari a quella dei tre ragazzi di colore?
Eppure, anche loro sembrano avere giustificazioni: la segregazione razziale non si cancella con la spugna, la povertà esiste, la rabbia la violenza la voglia di vendetta prosperano in condizioni repressive e razziste, la miseria non è un punto di vista, uno dei tre ragazzi è perfino mentalmente disturbato: basta questo a spiegare, ad assolverli?

Il professore appare fastidiosamente altezzoso e arrogante, però sa restare accanto alla figlia che sembra aver fatto una scelta molto irragionevole e dalle conseguenze tutt’altro che semplici: quest’uomo è davvero così superbo e borioso come i suoi colleghi lo dipingono e percepiscono?
David Lurie è incapace di difendere la figlia, è debole e vigliacco come anche la figlia Lucy sembra pensare, oppure la violenza che subisce, il tentativo di dargli fuoco, spiega il suo non intervento?
I tre stupratori uccidono anche i cani in gabbia. I neri vedevano nei cani il simbolo del potere bianco, della repressione che dovevano subire.
Basta a motivare l’odiosa gratuita carneficina?
Possiamo spiegare questo magnifico romanzo di Coetzee come una parabola del Sudafrica post-apartheid?

Coetzee non è uno scrittore per chi ama i punti fermi più dei punti interrogativi, per chi preferisce le risposte alle domande: senza pregiudizio, scrivendo tre parole e cancellandone quattro, scopre le responsabilità di ciascun personaggio, rovescia ogni violenza e ogni vergogna.
Per capire le ragioni dell'altro bisogna dimenticare, mettere da parte almeno per un poco le proprie - solo così potremo concederci di arrivare al giudizio.
Ma a quel punto, ci renderemo conto dell'inutilità del giudizio.
Ci renderemo conto di essere abbandonati al nostro destino.

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June 1, 2003
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Finished Reading
June 30, 2012
– Shelved
June 30, 2012
– Shelved as:
sudafrica
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Nicola D.
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rated it 4 stars
Jan 18, 2018 12:12AM

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Grazie, Nicola, mi lasci senza parole.☺️

Grazie.