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Dante
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Dopo continuate ed assidue frequentazioni di Barbero su youtube, questo è il suo primo libro che leggo ed il godimento della sua parola scritta non è inferiore a quella dei suoi interventi in voce.
Scrive di Dante e del suo tempo, quasi astraendo dal fatto che Dante ha scritto quello che ha scritto (se fosse una lezione/conferenza intercalerebbe con il suo mitico "io sono solo uno storico...") ma identificandolo come uomo del suo tempo nella società , nell'economia e nella contesa politica che sappiamo essere stata accesissima.
Da bravo (anzi bravissimo) storico ricerca le fonti più dirette possibili e sorprendentemente per noi che storici non siamo, la gran parte di queste sono atti notarili, contratti di mutuo, compravendite (gli Alighieri prestavano soldi e ne prendevano a prestito, come praticamente tutta Firenze all'epoca), in cui Dante e familiari comparivano di frequente essendo benestanti ed economicamente e finanziariamente molto attivi.
Viene quasi di consigliare ad un autore contemporaneo che voglia essere ricordato di cambiare spesso auto/appartamento e fare molti finanziamenti e mutui. I Tweet spariranno, ma gli atti registrati e le segnalazioni in banche dati resteranno.
A riprova di ciò le fonti dirette del suo periodo dell'esilio - quando era già un letterato riconosciuto nella sua grandezza - sono scarsissime e datare sia i suoi soggiorni presso i signori dell'alta Italia, sia la cronologia delle sue opere è impresa ardua.
Poi la parte più importante e sottile a delineare la vicende politiche di Dante, che l'hanno portato al bando da Firenze. Da esponente del comune libero della borghesia manifatturiera e commerciante fortemente avversa all'aristocrazia, evolve progressivamente a simpatie per un governo forte ed accentrato, accentuate nel periodo dell'esilio dalla necessità di ingraziarsi i favori dei signori che lo ospitano (primi fra tutti i della Scala veronesi, fieri ghibellini filoimperiali). Ricorda molto certe parabole odierne dei sessantottini poi sedotti del craxismo ed infine graditi ospiti nella villa di Arcore.
L'anno prossimo sarà il settimo centenario dalla morte e le celebrazioni sperticate non si conteranno, Barbero con il suo stile da discolo fuori dal coro anticipa tutti e ci restituisce un ritratto decisamente non agiografico del grande letterato.
Seguirò ancora Barbero con rinnovato fervore di vassallo.
Scrive di Dante e del suo tempo, quasi astraendo dal fatto che Dante ha scritto quello che ha scritto (se fosse una lezione/conferenza intercalerebbe con il suo mitico "io sono solo uno storico...") ma identificandolo come uomo del suo tempo nella società , nell'economia e nella contesa politica che sappiamo essere stata accesissima.
Da bravo (anzi bravissimo) storico ricerca le fonti più dirette possibili e sorprendentemente per noi che storici non siamo, la gran parte di queste sono atti notarili, contratti di mutuo, compravendite (gli Alighieri prestavano soldi e ne prendevano a prestito, come praticamente tutta Firenze all'epoca), in cui Dante e familiari comparivano di frequente essendo benestanti ed economicamente e finanziariamente molto attivi.
Viene quasi di consigliare ad un autore contemporaneo che voglia essere ricordato di cambiare spesso auto/appartamento e fare molti finanziamenti e mutui. I Tweet spariranno, ma gli atti registrati e le segnalazioni in banche dati resteranno.
A riprova di ciò le fonti dirette del suo periodo dell'esilio - quando era già un letterato riconosciuto nella sua grandezza - sono scarsissime e datare sia i suoi soggiorni presso i signori dell'alta Italia, sia la cronologia delle sue opere è impresa ardua.
Poi la parte più importante e sottile a delineare la vicende politiche di Dante, che l'hanno portato al bando da Firenze. Da esponente del comune libero della borghesia manifatturiera e commerciante fortemente avversa all'aristocrazia, evolve progressivamente a simpatie per un governo forte ed accentrato, accentuate nel periodo dell'esilio dalla necessità di ingraziarsi i favori dei signori che lo ospitano (primi fra tutti i della Scala veronesi, fieri ghibellini filoimperiali). Ricorda molto certe parabole odierne dei sessantottini poi sedotti del craxismo ed infine graditi ospiti nella villa di Arcore.
L'anno prossimo sarà il settimo centenario dalla morte e le celebrazioni sperticate non si conteranno, Barbero con il suo stile da discolo fuori dal coro anticipa tutti e ci restituisce un ritratto decisamente non agiografico del grande letterato.
Seguirò ancora Barbero con rinnovato fervore di vassallo.
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October 10, 2020
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October 10, 2020
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October 17, 2020
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message 1:
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Emmapeel
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rated it 3 stars
Oct 21, 2020 01:51PM

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Certo, da bravo vassallo leggerò tutto o quasi, ciao mav stai bene ?


Romanzo russo: Fiutando i futuri supplizi