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Ho sempre un po� di timore a leggere i secondi episodi delle delle trilogie quando il primo mi è piaciuto davvero tanto, perché di solito non reggono il confronto.
Fortunatamente non è questo il caso!
"La ragazza che giocava con il fuoco" forse comincia un po� più in sordina rispetto al primo episodio della serie, ma ben presto ci si ritrova nel mezzo di un indagine adrenalinica per triplice omicidio. Tutte le prove portano a Lisbeth Salander, la giovane hacker che aveva aiutato Blomkvist a risolvere il suo primo caso. Solo il giornalista non dubita un attimo di lei e si getta in un indagine privata, parallela a quella della polizia, per dimostrare la sua innocenza.
In effetti la protagonista di questo secondo episodio è proprio Lisbeth “la donna che odia gli uomini che odiano le donne�, come la definisce Mikael.
Lisbeth è un personaggio complesso, forte e fragile allo stesso tempo, geniale e socialmente irrecuperabile, vittima della parte “malata� della società moderna e di un sistema corrotto che fa da sfondo a questa storia. É un personaggio a cui ci sia affeziona davvero tanto.
Il finale ti lascia col fiato sospeso� meno male che ho già pronto il terzo episodio della serie!