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La fine dell'avventura
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UNA STORIA NON HA NÉ PRINCIPIO NÉ FINE

I film tratti dal romanzo sono due, questo è il più recente (1999), con Julianne Moore, che per questo ruolo fu candidata all’Oscar, e Ralph Fiennes. Stephen Rea è il marito di lei.
L’avventura che finisce non è un evento, una vicenda o una peripezia: si tratta di un’avventura sentimentale, una storia d’amore. Più precisamente, di una relazione extraconiugale che finisce. La traduzione italiana del titolo potrebbe indurre all’equivoco.
Un racconto non ha né principio né fine: si sceglie arbitrariamente un certo momento dell’esperienza dal quale guardare indietro, o dal quale guardare in avanti. Dico “si sceglie�, con l’orgoglio generico di uno scrittore professionista il quale � se e in quanto è stato seriamente notato � è stato lodato per la sua abilità tecnica; ma sono poi veramente io che di mia volontà propria ho scelto quella nera e umida sera di gennaio sul Common del 1946, e lo spettacolo di quell’Henry Miles curvo a schermirsi contro i vasti rovesci della pioggia ; o sono state queste immagini a scegliere me? È opportuno, è corretto, stando alle regole della mia professione, cominciare proprio da lì; ma se avessi allora creduto in un Dio, avrei anche potuto credere in una mano che mi tirasse per il gomito, suggerendomi: “Digli una parola, non ti ha ancora veduto.

La regia è del bravo Neil Jordan. Il film è elegante, ma mi è sembrato mancasse di qualcosa, forse la passione: la chimica tra i due attori non è ad alti livelli.
Il narratore protagonista - o co-protagonista, visto che la donna ha un ruolo centrale, e anche il di lei marito, quell’Henry Miles citato qui sopra, non è figura marginale � è uno scrittore: ed è per questo che ‘flirta� nell’incipit col mestiere di scrivere, con il metodo di raccontare.
E se Maurice Bendrix, questo scrittore omodiegetico, ci dice “se avessi allora creduto in un Dio�, il suo creatore Graham Greene si era da un quarto di secolo con fervore convertito alla religione cattolica: e quindi, Greene credeva eccome nel dio cattolico. Ma, a spingere Sarah a quella infausta promessa non è stato tanto il senso di colpa, quanto il grande amore per Maurice: o dio salvalo, risparmialo, lascialo vivere, e io in cambio rinuncerò a lui, proprio a lui che amo più di me stessa (è noto che dio ami questo genere di sacrificio, e prediliga il sacrificio in genere. Non certo per spirito burlone).

il primo film è diretto da Edward Dmytryk nel 1955 e i due prtagonisti sono Deborah Kerr e Van Johnson.
E a quel dio credeva molto Sarah, la moglie di Henry Miles, l’amante di Maurice. Ci credeva così tanto che durante uno dei loro incontri clandestini, nel mezzo di un bombardamento aereo (Seconda Guerra Mondiale), la stanza in cui s’incontrano viene colpita, Maurice sviene e sembra morto: lei, Sarah, fa un voto a dio, e promette che se lui, dio, salva l’altro lui, Maurice, lei smetterà di vederlo, interromperà , anzi chiuderà l’avventura extraconiugale. Della quale, essendo molto religiosa, e/o credente, Sarah è consapevole che non si tratti di “cosa buona e giusta�, tutt’altro: di fronte alla possibile morte di lui, il senso di colpa la dilania tanto quanto il dolore per la perdita.

Stephen Rea e Ralph Fiennes sotto la pioggia come da incipit del romanzo.
Fino a qui siamo su un solco già noto.
Fino a qui nel mio riassunto: perché invece, come si intuisce dall’incipit riportato in alto, Greene cambia da subito le regole del gioco e le carte in tavola.
Mi spiego meglio: la guerra è finita, sono passati anni, tutti e tre sono sopravvissuti, incluso Maurice � Sarah ha tenuto fede al suo fioretto e dal giorno di quella bomba non lo vede né frequenta più.
Il romanzo prende avvio dal giorno in cui Maurice per caso rivede Henry, che non ha mai saputo della sua “avventura� con Sarah: l’uomo gli confida di temere che sua moglie lo stia tradendo, abbia una relazione extraconiugale.
A questo punto, il vero geloso diventa Maurice, l’ex amante, che arriva a ingaggiare un detective per far pedinare Sarah e scoprire chi sia il suo nuovo amante. E magari scoprire perché lei quel giorno l’abbia eliminato di netto dalla sua vita.
Non che a questo punto ci sia chissà quale mistero giallo da non rivelare: ma io comunque mi fermo, non racconto altro.
Questo è uno dei grandi romanzi di Greene: io l’ho divorato, iniziato e finito nel corso di una notte. Una delle sue grandi storie, che smuovono emozioni, che creano attesa. La storia di un amore, di un grande amore: che nonostante il diabolico intervento divino, rimane avvincente e appassionante.

I film tratti dal romanzo sono due, questo è il più recente (1999), con Julianne Moore, che per questo ruolo fu candidata all’Oscar, e Ralph Fiennes. Stephen Rea è il marito di lei.
L’avventura che finisce non è un evento, una vicenda o una peripezia: si tratta di un’avventura sentimentale, una storia d’amore. Più precisamente, di una relazione extraconiugale che finisce. La traduzione italiana del titolo potrebbe indurre all’equivoco.
Un racconto non ha né principio né fine: si sceglie arbitrariamente un certo momento dell’esperienza dal quale guardare indietro, o dal quale guardare in avanti. Dico “si sceglie�, con l’orgoglio generico di uno scrittore professionista il quale � se e in quanto è stato seriamente notato � è stato lodato per la sua abilità tecnica; ma sono poi veramente io che di mia volontà propria ho scelto quella nera e umida sera di gennaio sul Common del 1946, e lo spettacolo di quell’Henry Miles curvo a schermirsi contro i vasti rovesci della pioggia ; o sono state queste immagini a scegliere me? È opportuno, è corretto, stando alle regole della mia professione, cominciare proprio da lì; ma se avessi allora creduto in un Dio, avrei anche potuto credere in una mano che mi tirasse per il gomito, suggerendomi: “Digli una parola, non ti ha ancora veduto.

La regia è del bravo Neil Jordan. Il film è elegante, ma mi è sembrato mancasse di qualcosa, forse la passione: la chimica tra i due attori non è ad alti livelli.
Il narratore protagonista - o co-protagonista, visto che la donna ha un ruolo centrale, e anche il di lei marito, quell’Henry Miles citato qui sopra, non è figura marginale � è uno scrittore: ed è per questo che ‘flirta� nell’incipit col mestiere di scrivere, con il metodo di raccontare.
E se Maurice Bendrix, questo scrittore omodiegetico, ci dice “se avessi allora creduto in un Dio�, il suo creatore Graham Greene si era da un quarto di secolo con fervore convertito alla religione cattolica: e quindi, Greene credeva eccome nel dio cattolico. Ma, a spingere Sarah a quella infausta promessa non è stato tanto il senso di colpa, quanto il grande amore per Maurice: o dio salvalo, risparmialo, lascialo vivere, e io in cambio rinuncerò a lui, proprio a lui che amo più di me stessa (è noto che dio ami questo genere di sacrificio, e prediliga il sacrificio in genere. Non certo per spirito burlone).

il primo film è diretto da Edward Dmytryk nel 1955 e i due prtagonisti sono Deborah Kerr e Van Johnson.
E a quel dio credeva molto Sarah, la moglie di Henry Miles, l’amante di Maurice. Ci credeva così tanto che durante uno dei loro incontri clandestini, nel mezzo di un bombardamento aereo (Seconda Guerra Mondiale), la stanza in cui s’incontrano viene colpita, Maurice sviene e sembra morto: lei, Sarah, fa un voto a dio, e promette che se lui, dio, salva l’altro lui, Maurice, lei smetterà di vederlo, interromperà , anzi chiuderà l’avventura extraconiugale. Della quale, essendo molto religiosa, e/o credente, Sarah è consapevole che non si tratti di “cosa buona e giusta�, tutt’altro: di fronte alla possibile morte di lui, il senso di colpa la dilania tanto quanto il dolore per la perdita.

Stephen Rea e Ralph Fiennes sotto la pioggia come da incipit del romanzo.
Fino a qui siamo su un solco già noto.
Fino a qui nel mio riassunto: perché invece, come si intuisce dall’incipit riportato in alto, Greene cambia da subito le regole del gioco e le carte in tavola.
Mi spiego meglio: la guerra è finita, sono passati anni, tutti e tre sono sopravvissuti, incluso Maurice � Sarah ha tenuto fede al suo fioretto e dal giorno di quella bomba non lo vede né frequenta più.
Il romanzo prende avvio dal giorno in cui Maurice per caso rivede Henry, che non ha mai saputo della sua “avventura� con Sarah: l’uomo gli confida di temere che sua moglie lo stia tradendo, abbia una relazione extraconiugale.
A questo punto, il vero geloso diventa Maurice, l’ex amante, che arriva a ingaggiare un detective per far pedinare Sarah e scoprire chi sia il suo nuovo amante. E magari scoprire perché lei quel giorno l’abbia eliminato di netto dalla sua vita.
Non che a questo punto ci sia chissà quale mistero giallo da non rivelare: ma io comunque mi fermo, non racconto altro.
Questo è uno dei grandi romanzi di Greene: io l’ho divorato, iniziato e finito nel corso di una notte. Una delle sue grandi storie, che smuovono emozioni, che creano attesa. La storia di un amore, di un grande amore: che nonostante il diabolico intervento divino, rimane avvincente e appassionante.

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January 15, 1989
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Finished Reading
April 16, 2021
– Shelved
April 16, 2021
– Shelved as:
inglese
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message 1:
by
Ivana
(new)
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rated it 4 stars
Apr 17, 2021 08:21AM

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Quasi... 😉


Dear Hanneke, I'd usually totally agree with you, but this time I didn't mind it.