Orsodimondo's Reviews > L'amica geniale
L'amica geniale (L'amica geniale #1)
by
by

LA SMARGINATURA

Herbert List. Foto usata per il flano dell'adattamento teatrale in lingua inglese della tetralogia ferrantiana.
Ho l’impressione che Elena Ferrante ami spiazzare il lettore, e da lettore, trovo che essere spiazzato sia una bella sensazione.
All’inizio di questo romanzo c’� un ricco elenco di famiglie e nomi e relazioni: ma non serve, non è necessario, si segue agevolmente il racconto anche senza consultarlo.

Nell’elenco sono compresi molti personaggi femminili e maschili: ma gli uomini (maschi?) fanno la solita misera figura che fanno nelle opere di questa misteriosa scrittrice � e tutti, incluse le tante donne, sono solo contorno, perché la narrazione ha ben al centro, senza deviazioni, due bambine che vediamo diventare adolescenti e giovani donne, Lila ed Elena detta Lenuccia o Lenù. Questa è la loro storia, quella della loro amicizia e della loro vita.
Si parte dall’oggi, tra Torino e Napoli, con l’io narrante già sessantenne.
Ma si dimentica presto il prologo, e Torino scompare, l’azione rimane a Napoli, in un rione di periferia e di povertà , si piomba e ci si immerge negli anni Cinquanta.
E come dicevo, presto il prologo sparisce dalla nostra attenzione, e ci si concentra su cosa succede, e molto si aspetta cosa succederà . Si ha voglia di conoscere qualcosa che in fondo sappiamo già .

Tra Lila ed Elena, io lettore avrei definito ‘amica geniale� la prima: invece, è proprio Lila a usare questa espressione per Elena, l’io narrante.
È la storia della loro amicizia, dicevo: un’amicizia che all’inizio sembra difficile, le due si tengono distanti, quasi separate � ma si guardano, si studiano, come se si prendessero le misure.
E proprio quella più tosta, Lila, spesso definita cattiva, descritta aspra forte determinata fino alla violenza, proprio lei sarà la prima a tendere la mano.
Anche questo momento è spiazzante, arriva non previsto. Bello.

In una storia così calata nella Napoli povera del dopoguerra, aspettarsi dialoghi in dialetto è scontato. Invece, Ferrante evita, accenna appena, e rimane agganciata alla lingua comune. Come Lila, Elena Ferrante parla attraverso la scrittura: …non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della parola scritta. Leggevo e intanto vedevo, sentivo lei.
Si respira cinema, le immagini sono incise, nitide, anche piacevolmente stereotipate: proiettare Sofia Loren o una Magnani scesa all’ombra del Vesuvio è automatico.

Però, è questione di poco, e Ferrante cambia prospettiva, perennemente affascinata da cosa c’� dietro e sotto, dal lato oscuro, come la figlia del suo penultimo romanzo, la parte cattiva, il lato indegno, perfino meschino.
Come tra Lila e Lenù la grande amicizia è basata su un gioco continuo di scambio e rovesciamento, Ferrante sorprende e confonde senza nascondere, racconta personaggi che nessuna forma può contenere, che prima o poi possono spaccare tutto un’altra volta, come succede alla pentola di rame - con un'ansia particolare, quasi urgenza di tirare fuori, spiegare, che regala a queste pagine una piacevolezza di lettura inaspettata.

Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi. Certo, a me sarebbero piaciuti i modi gentili che predicavano la maestra e il parroco, ma sentivo che quei modi non erano adatti al nostro rione, anche se eri femmina. Le donne combattevano tra loro più degli uomini, si prendevano per i capelli, si facevano male. Far male era una malattia.

James Franco e la Ferrante Fever.

Herbert List. Foto usata per il flano dell'adattamento teatrale in lingua inglese della tetralogia ferrantiana.
Ho l’impressione che Elena Ferrante ami spiazzare il lettore, e da lettore, trovo che essere spiazzato sia una bella sensazione.
All’inizio di questo romanzo c’� un ricco elenco di famiglie e nomi e relazioni: ma non serve, non è necessario, si segue agevolmente il racconto anche senza consultarlo.

Nell’elenco sono compresi molti personaggi femminili e maschili: ma gli uomini (maschi?) fanno la solita misera figura che fanno nelle opere di questa misteriosa scrittrice � e tutti, incluse le tante donne, sono solo contorno, perché la narrazione ha ben al centro, senza deviazioni, due bambine che vediamo diventare adolescenti e giovani donne, Lila ed Elena detta Lenuccia o Lenù. Questa è la loro storia, quella della loro amicizia e della loro vita.
Si parte dall’oggi, tra Torino e Napoli, con l’io narrante già sessantenne.
Ma si dimentica presto il prologo, e Torino scompare, l’azione rimane a Napoli, in un rione di periferia e di povertà , si piomba e ci si immerge negli anni Cinquanta.
E come dicevo, presto il prologo sparisce dalla nostra attenzione, e ci si concentra su cosa succede, e molto si aspetta cosa succederà . Si ha voglia di conoscere qualcosa che in fondo sappiamo già .

Tra Lila ed Elena, io lettore avrei definito ‘amica geniale� la prima: invece, è proprio Lila a usare questa espressione per Elena, l’io narrante.
È la storia della loro amicizia, dicevo: un’amicizia che all’inizio sembra difficile, le due si tengono distanti, quasi separate � ma si guardano, si studiano, come se si prendessero le misure.
E proprio quella più tosta, Lila, spesso definita cattiva, descritta aspra forte determinata fino alla violenza, proprio lei sarà la prima a tendere la mano.
Anche questo momento è spiazzante, arriva non previsto. Bello.

In una storia così calata nella Napoli povera del dopoguerra, aspettarsi dialoghi in dialetto è scontato. Invece, Ferrante evita, accenna appena, e rimane agganciata alla lingua comune. Come Lila, Elena Ferrante parla attraverso la scrittura: …non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della parola scritta. Leggevo e intanto vedevo, sentivo lei.
Si respira cinema, le immagini sono incise, nitide, anche piacevolmente stereotipate: proiettare Sofia Loren o una Magnani scesa all’ombra del Vesuvio è automatico.

Però, è questione di poco, e Ferrante cambia prospettiva, perennemente affascinata da cosa c’� dietro e sotto, dal lato oscuro, come la figlia del suo penultimo romanzo, la parte cattiva, il lato indegno, perfino meschino.
Come tra Lila e Lenù la grande amicizia è basata su un gioco continuo di scambio e rovesciamento, Ferrante sorprende e confonde senza nascondere, racconta personaggi che nessuna forma può contenere, che prima o poi possono spaccare tutto un’altra volta, come succede alla pentola di rame - con un'ansia particolare, quasi urgenza di tirare fuori, spiegare, che regala a queste pagine una piacevolezza di lettura inaspettata.

Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi. Certo, a me sarebbero piaciuti i modi gentili che predicavano la maestra e il parroco, ma sentivo che quei modi non erano adatti al nostro rione, anche se eri femmina. Le donne combattevano tra loro più degli uomini, si prendevano per i capelli, si facevano male. Far male era una malattia.

James Franco e la Ferrante Fever.
Sign into Å·±¦ÓéÀÖ to see if any of your friends have read
L'amica geniale.
Sign In »
Reading Progress
Started Reading
October 2, 2011
–
Finished Reading
October 24, 2012
– Shelved
October 24, 2012
– Shelved as:
italiana
Comments Showing 1-20 of 20 (20 new)
date
newest »

message 1:
by
Rosalba
(new)
Jun 08, 2015 02:41AM

reply
|
flag

Bellissima la tua lettura e la tua recensione.... Ma io per l'emozione che mi ha dato ho dato il massimo dei voti



Sono contento, mi pare che anche con il secondo è andata bene!

Hai fatto bene: siamo la società dell'immagine, dell'apparire, ma trattandosi di libri, le parole contano ancora eccome :-)


message 15:
by
Mariafrancesca di natura viperesca sta con gli ultimi della terra
(new)


I’m reading it now and since it had been a long time from when I last read a novel in Italian, I decided to read the original. Wow, just wow. - that’s sums up my emotions as I read the book. I will definitely watch the HBO television series when I finish the book. Do you know whether the series is based only in the first novel or in the whole Napolitano series?

I’m reading it now and since it had been a long time from when I last read a novel in Italian, I decided to read the original. Wow, just w..."
Season 1 is based on MY BRILLIANT FRIEND, the first novel. Season 2 will be the adaptation of the second one, and so on, up to 4 seasons, as far as I know.