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Il paese delle prugne verdi
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LA MADRE È BRAVA. L'ALBERO È VERDE. L'ACQUA SCORRE. LA SABBIA È PESANTE. IL SOLE BRUCIA.

André Thijssen: Car with Balls, USA, 2002.
Benvenuti al festival della metafora, dove anche un punto fermo è la metafora di una virgola e due punti di un punto interrogativo.
Uno sguardo pieno d'angoscia, al quale la realtà appare gravida di minacce, forse, non poteva esprimersi se non per metafore?
La bestia del cuore del titolo originale (Herztier") si è trasformata nel paese delle prugne verdi della traduzione italiana: chi sa, magari il titolo era già stato usato da un brutto libro italiano di successo, oppure le prugne verdi erano più metaforiche della bestia nel cuore?
L'insalata cresceva rosso scura e ruvida e frusciava nei sentieri come carta. E le patate erano verdi e amare sotto la buccia e avevano occhi sprofondati nella carne.
Non tutte le altre metafore sono così belle e soprattutto così cristalline.

Bucarest
In un paese passato direttamente dalle SS alla Securitate... in un paese dove non si usavano coltelli e forchette, ma solo cucchiai, perché fosse più facile scambiare la paura con la follia... in un paese dove si poteva camminare lentamente o rapidamente, andare di soppiatto, o correre a perdifiato e invece andare a spasso era stato dimenticato... in un paese dove le valigie sono una presenza ossessiva, una sotto ogni letto, e gli armadi nascondono segreti che sono poesie o capelli, ma anche il suicidio bisogna nasconderlo dentro un armadio... in un paese dove si viene picchiati, e se si viene picchiati una ragione deve esserci per forza... in un paese di bevitori di sangue, alle donne va sempre peggio, come ovunque peraltro, le donne vengono stuprate e messe incinta, si impiccano dentro gli armadi... in un paese così, le prugne verdi fanno male e la bestia cresce a dismisura nel cuore.

Dal film del 1993 “Vulpe-vânator� di Stete Gulea, sceneggiato da Herta Müller.
Non è vero che sia un libro che si ama o si odia, non credo a questo genere di definizione, né per i libri né per gli scrittori.
Non è vero che sia un libro difficile: o, almeno, non è il primo, non sarà l'ultimo, e non è il più difficile.
Non è vero che i Nobel per la letteratura si diano ai libri o agli scrittori migliori, spesso si danno per motivi politici, a volte, ma raramente, a scrittori mediocri.
Ci sono pagine e momenti molto belli nel romanzo di Herta Müller, ma non tutto sembra alla stessa altezza.

Tunnel sotterraneo a uso della Securitate.
Non sarà facile 'liberarsi' di questo libro, si appiccica all'anima, è vischioso, continua a far riflettere.
E non è un male.

Documenti di polizia dopo la “primavera� romena dell’inverno 1989.

André Thijssen: Car with Balls, USA, 2002.
Benvenuti al festival della metafora, dove anche un punto fermo è la metafora di una virgola e due punti di un punto interrogativo.
Uno sguardo pieno d'angoscia, al quale la realtà appare gravida di minacce, forse, non poteva esprimersi se non per metafore?
La bestia del cuore del titolo originale (Herztier") si è trasformata nel paese delle prugne verdi della traduzione italiana: chi sa, magari il titolo era già stato usato da un brutto libro italiano di successo, oppure le prugne verdi erano più metaforiche della bestia nel cuore?
L'insalata cresceva rosso scura e ruvida e frusciava nei sentieri come carta. E le patate erano verdi e amare sotto la buccia e avevano occhi sprofondati nella carne.
Non tutte le altre metafore sono così belle e soprattutto così cristalline.

Bucarest
In un paese passato direttamente dalle SS alla Securitate... in un paese dove non si usavano coltelli e forchette, ma solo cucchiai, perché fosse più facile scambiare la paura con la follia... in un paese dove si poteva camminare lentamente o rapidamente, andare di soppiatto, o correre a perdifiato e invece andare a spasso era stato dimenticato... in un paese dove le valigie sono una presenza ossessiva, una sotto ogni letto, e gli armadi nascondono segreti che sono poesie o capelli, ma anche il suicidio bisogna nasconderlo dentro un armadio... in un paese dove si viene picchiati, e se si viene picchiati una ragione deve esserci per forza... in un paese di bevitori di sangue, alle donne va sempre peggio, come ovunque peraltro, le donne vengono stuprate e messe incinta, si impiccano dentro gli armadi... in un paese così, le prugne verdi fanno male e la bestia cresce a dismisura nel cuore.

Dal film del 1993 “Vulpe-vânator� di Stete Gulea, sceneggiato da Herta Müller.
Non è vero che sia un libro che si ama o si odia, non credo a questo genere di definizione, né per i libri né per gli scrittori.
Non è vero che sia un libro difficile: o, almeno, non è il primo, non sarà l'ultimo, e non è il più difficile.
Non è vero che i Nobel per la letteratura si diano ai libri o agli scrittori migliori, spesso si danno per motivi politici, a volte, ma raramente, a scrittori mediocri.
Ci sono pagine e momenti molto belli nel romanzo di Herta Müller, ma non tutto sembra alla stessa altezza.

Tunnel sotterraneo a uso della Securitate.
Non sarà facile 'liberarsi' di questo libro, si appiccica all'anima, è vischioso, continua a far riflettere.
E non è un male.

Documenti di polizia dopo la “primavera� romena dell’inverno 1989.
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Started Reading
August 22, 2010
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Finished Reading
November 24, 2012
– Shelved
November 24, 2012
– Shelved as:
romania
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message 1:
by
Emilio
(new)
Nov 18, 2017 04:25AM

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Direi che hai proprio ragione: è una scrittura difficile, e forse perfino scostante. Mai avuto voglia di ripetere l'esperienza.


Sì, è bruttoccio. Ma se non altro, rimane impresso.

However, taking into account her family's experience with the communist regime, as well as her own, I don't think she could've written in lighter tones.
But it's the reason I keep postponing reading her. I'm sure that, as you say, her book stays with you. Maybe that's why I chose to begin with a more autobiographical book, La paura non può dormire. Rilfessioni sulla violenza del secolo scorso , in the (subconscious :) ) hope that it would have lighter or happier episodes, that it wouldn't be too overwhelming.

However, taking into account her family's experience with the communist regime, as well as her own, I don't think she could've writte..."
I think she could’ve. She’s not the only one to have suffered painful experiences, with the soviet regime or else. She made a specific choice of voice, of style: she chose to be harder (irksome) than everybody else, or most.
But, you’re right, the one you mention, La paura non può dormire. Rilfessioni sulla violenza del secolo scorso, ought to be a smoother reading experience. Good luck (you made need it 😉).

Is it that bad? :)
You're right. She's not the only one, far from it. Of course there were countless others who suffered way worse, all over the world. I'm just trying to find a reason for her being so irksome :)
She is said never to have recovered from the experiences, and that's why I thought she couldn't have made it lighter. I'm just guessing now, but maybe the effects on the psyche are different when you're forced to fight, as opposed to when you choose to fight. Then again, maybe it's just her thing :)
Maybe I'll find out more one day, if I decide to read her.
I may not need that luck any time soon, because the "irksome" has put me off. :) On a second thought, now I'm curious. :)) I'm torn. :))