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Un dettaglio minore
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PROPRIO NULLA DI “MINORE�

Negev
Di dettagli minori è composto questo libro, diviso nettamente in due parti: la prima, narrata in terza persona, ci racconta di un plotone di soldati israeliani che nel 1949 (e quindi l’anno dopo la nascita dello Stato d’Israele, e quindi l’anno dopo la Nakba) è dislocata nel sud del deserto del Negev, in prossimità del confine con l’Egitto, con la missione di snidare arabi rimasti in zona. Da quelle parti vivono beduini, non molti, ma qualcuno sì: dediti all’allevamento, certo non sono motori di trasformazione e sfruttamento del terreno. I soldati, guidati da un capitano, ne trovano un piccolo gruppo, lo eliminano (= uccidono tutti), tranne una ragazza adolescente che viene trascinata prigioniera al loro campo. Qui succede quello che la bandella sintetizza così: La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia.

Il corsivo certo non è un dettaglio minore. Così come la morte dei beduini. Ma Adania Shibli sembra trattarli come dettagli minori: raccontando con mano leggera, che si astiene dalle parti più crude e drammatiche, le lascia intuire tra le righe. Si concentra invece molto su aspetti che sembrerebbero marginali: le abluzioni del capitano, le sue passeggiate tra le dune del deserto, la ferita sulla coscia procurata dalla puntura (o morso) di un qualche animaletto della sabbia, ragno, scorpione o altro. Riempie la prima metà di questo breve romanzo essenzialmente con questi dettagli minori. In mezzo ai quali, quasi per caso, o per sbaglio, spuntano i fatti di sangue e violenza come l’erba che cresce spontanea tra le rocce del deserto.

La seconda metà del libro diventa invece in prima persona. L’io narrante è una giovane donna palestinese che apprende per caso del fatto che occupa la prima metà e ne rimane colpita in quanto successo esattamente il giorno del suo compleanno, ma venticinque anni prima. Questa coincidenza motiva la sua curiosità, il suo viaggio di ricerca ed esplorazione. Che Adania Shibli riempie di percorsi stradali, di mappe consultate, di descrizione del paesaggio, di quanti villaggi arabi sono spariti rispetto all’epoca del fattaccio, non trasformati, ribattezzati, ma proprio cancellati, annullati. La giovane donna deve passare check point, operazione che le procura palpitazioni e sudori freddi. La macchina è a noleggio�
Dettagli minori, appunto. Salvo che nelle ultime due righe ci lascia capire come il destino si ripeta: sono passati più di settant’anni, ma le cose stanno ancora nello stesso modo. Vince ancora la violenza, e la prevaricazione.

Il deserto del Negev è una parte della cintura desertica che si estende dall'oceano Atlantico all'India, occupa una superficie di circa 12.000 km², pari al 60% circa dello stato di Israele. Tuttavia, solo il dieci per cento circa della popolazione del paese vive in questa zona.

Negev
Di dettagli minori è composto questo libro, diviso nettamente in due parti: la prima, narrata in terza persona, ci racconta di un plotone di soldati israeliani che nel 1949 (e quindi l’anno dopo la nascita dello Stato d’Israele, e quindi l’anno dopo la Nakba) è dislocata nel sud del deserto del Negev, in prossimità del confine con l’Egitto, con la missione di snidare arabi rimasti in zona. Da quelle parti vivono beduini, non molti, ma qualcuno sì: dediti all’allevamento, certo non sono motori di trasformazione e sfruttamento del terreno. I soldati, guidati da un capitano, ne trovano un piccolo gruppo, lo eliminano (= uccidono tutti), tranne una ragazza adolescente che viene trascinata prigioniera al loro campo. Qui succede quello che la bandella sintetizza così: La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia.

Il corsivo certo non è un dettaglio minore. Così come la morte dei beduini. Ma Adania Shibli sembra trattarli come dettagli minori: raccontando con mano leggera, che si astiene dalle parti più crude e drammatiche, le lascia intuire tra le righe. Si concentra invece molto su aspetti che sembrerebbero marginali: le abluzioni del capitano, le sue passeggiate tra le dune del deserto, la ferita sulla coscia procurata dalla puntura (o morso) di un qualche animaletto della sabbia, ragno, scorpione o altro. Riempie la prima metà di questo breve romanzo essenzialmente con questi dettagli minori. In mezzo ai quali, quasi per caso, o per sbaglio, spuntano i fatti di sangue e violenza come l’erba che cresce spontanea tra le rocce del deserto.

La seconda metà del libro diventa invece in prima persona. L’io narrante è una giovane donna palestinese che apprende per caso del fatto che occupa la prima metà e ne rimane colpita in quanto successo esattamente il giorno del suo compleanno, ma venticinque anni prima. Questa coincidenza motiva la sua curiosità, il suo viaggio di ricerca ed esplorazione. Che Adania Shibli riempie di percorsi stradali, di mappe consultate, di descrizione del paesaggio, di quanti villaggi arabi sono spariti rispetto all’epoca del fattaccio, non trasformati, ribattezzati, ma proprio cancellati, annullati. La giovane donna deve passare check point, operazione che le procura palpitazioni e sudori freddi. La macchina è a noleggio�
Dettagli minori, appunto. Salvo che nelle ultime due righe ci lascia capire come il destino si ripeta: sono passati più di settant’anni, ma le cose stanno ancora nello stesso modo. Vince ancora la violenza, e la prevaricazione.

Il deserto del Negev è una parte della cintura desertica che si estende dall'oceano Atlantico all'India, occupa una superficie di circa 12.000 km², pari al 60% circa dello stato di Israele. Tuttavia, solo il dieci per cento circa della popolazione del paese vive in questa zona.
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Started Reading
March 14, 2024
– Shelved
March 14, 2024
– Shelved as:
israele
March 14, 2024
– Shelved as:
palestinese
March 14, 2024
–
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message 1:
by
Antonio
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rated it 4 stars
Mar 15, 2024 01:19AM

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Vero. Ma non ci sono "dettagli minori" nel romanzo della Shibli, è tutto particolarmente pregnante.


Beh, non è certo l'unica "marachella" dei "civilizzatori" occidentali: ne hanno combinate di cotte e di crude, ovunque, sull'intero globo.
