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Vita meravigliosa
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Cosa non devo fare
per togliermi di torno
la mia nemica mente:
ostilità perenne
alla felice colpa di esser quel che sono,
il mio felice niente.
”Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov’� nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz’altro una delle grandi mistiche di quel periodo�
Con queste parole comincia la presentazione in quarta di copertina di Vita meravigliosa (2022) raccolta poetica di Patrizia Cavalli (1947-2022).
In particolare mi soffermo sul misticismo.
Decido di rileggere alcuni versi. Finisco per rileggere quasi tutto e continuo a non capire.
Le terre umbre richiamano certo alla mente gli antichi eremi dove personaggi disparati cadevano in preda a deliranti allucinazioni spesso trascendendo la vita materiale.
Io � ignorante sicuramente - tra queste righe ho sentito parole più carnali che spirituali:
� Occupata da poveri pensieri /� la puzza di fritto, il freddo �/dov’� la mia anima,/dov’� la mia anima? /Senza sonno ma non sveglia,/ torpida e irrequieta, / rassegnata ma querula,/ è questa la mia anima? / Cuore fermo che non pensa / mente astiosa che non sente / non c’� nulla che mi accende./ Ma avrò davvero un’anima? /Cerco di ricordare / ma è un compito il ricordo,/ colpa dell’orologio / che fa troppo rumore. / O è il tavolo di marmo / che certo non è caldo? / Ma l’anima è immortale / e quindi immateriale. / Se poi scopro che ho un’anima / noiosa quanto me, /faccio a meno dell’anima / mi accontento di me. �
In ogni caso, una vera sorpresa questi componimenti.
Una commistione perfetta tra ironia e profonda amarezza dove entra in scena la morte (� E me ne devo andare via cosí? / Non che mi aspetti il disegno compiuto / ciò che si vede alla fine del ricamo /quando si rompe con i denti il filo / dopo averlo su se stesso ricucito / perché non possa piú sfilarsi se tirato. / Ma quel che ho visto si è tutto cancellato. / E quasi non avevo cominciato.�) quanto la vita ( Vita meravigliosa / sempre mi meravigli�).
Sorprende anche l'ode agli alcoolici (� Avere il whisky in casa è un gran vantaggio,�) e agli psicofarmaci (� Gloria perpetua alla fluoxetina�) per poi scoprire con tenerezza il bisogno di essere ascoltata:
"Parla a se stesso il pazzo e si consola
e il santo parla solitario a Dio.
E io a chi parlo quando parlo da sola?
Parlo a qualcuno che non sono io
ma una platea vista di sbieco al volo,
mutevole a seconda del mio tono,
che non risponde mai, ascolta solo,
se la parola trova il giusto suono.
Questa muta assemblea inconcludente
che non fa petizioni, non si ostina
a voler controbattere e opinare,
mi anima di speranze la mattina:
avere un tale dono della mente,
poter parlare, e farsi anche ascoltare!
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Cosa non devo fare
per togliermi di torno
la mia nemica mente:
ostilità perenne
alla felice colpa di esser quel che sono,
il mio felice niente.
”Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov’� nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz’altro una delle grandi mistiche di quel periodo�
Con queste parole comincia la presentazione in quarta di copertina di Vita meravigliosa (2022) raccolta poetica di Patrizia Cavalli (1947-2022).
In particolare mi soffermo sul misticismo.
Decido di rileggere alcuni versi. Finisco per rileggere quasi tutto e continuo a non capire.
Le terre umbre richiamano certo alla mente gli antichi eremi dove personaggi disparati cadevano in preda a deliranti allucinazioni spesso trascendendo la vita materiale.
Io � ignorante sicuramente - tra queste righe ho sentito parole più carnali che spirituali:
� Occupata da poveri pensieri /� la puzza di fritto, il freddo �/dov’� la mia anima,/dov’� la mia anima? /Senza sonno ma non sveglia,/ torpida e irrequieta, / rassegnata ma querula,/ è questa la mia anima? / Cuore fermo che non pensa / mente astiosa che non sente / non c’� nulla che mi accende./ Ma avrò davvero un’anima? /Cerco di ricordare / ma è un compito il ricordo,/ colpa dell’orologio / che fa troppo rumore. / O è il tavolo di marmo / che certo non è caldo? / Ma l’anima è immortale / e quindi immateriale. / Se poi scopro che ho un’anima / noiosa quanto me, /faccio a meno dell’anima / mi accontento di me. �
In ogni caso, una vera sorpresa questi componimenti.
Una commistione perfetta tra ironia e profonda amarezza dove entra in scena la morte (� E me ne devo andare via cosí? / Non che mi aspetti il disegno compiuto / ciò che si vede alla fine del ricamo /quando si rompe con i denti il filo / dopo averlo su se stesso ricucito / perché non possa piú sfilarsi se tirato. / Ma quel che ho visto si è tutto cancellato. / E quasi non avevo cominciato.�) quanto la vita ( Vita meravigliosa / sempre mi meravigli�).
Sorprende anche l'ode agli alcoolici (� Avere il whisky in casa è un gran vantaggio,�) e agli psicofarmaci (� Gloria perpetua alla fluoxetina�) per poi scoprire con tenerezza il bisogno di essere ascoltata:
"Parla a se stesso il pazzo e si consola
e il santo parla solitario a Dio.
E io a chi parlo quando parlo da sola?
Parlo a qualcuno che non sono io
ma una platea vista di sbieco al volo,
mutevole a seconda del mio tono,
che non risponde mai, ascolta solo,
se la parola trova il giusto suono.
Questa muta assemblea inconcludente
che non fa petizioni, non si ostina
a voler controbattere e opinare,
mi anima di speranze la mattina:
avere un tale dono della mente,
poter parlare, e farsi anche ascoltare!
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Delfi
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Feb 02, 2025 12:36AM

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