Dagio_maya 's Reviews > Autobiografie della leggera: Emarginati, balordi e ribelli raccontano le loro storie di confine
Autobiografie della leggera: Emarginati, balordi e ribelli raccontano le loro storie di confine (Italian Edition)
by
by

Un libro che scopro veramente per caso in una delle mie tante ricerche di testi dimenticati.
Forse ho aspettato troppo a leggerlo così che le mie aspettative sono lievitate sgonfiandosi di colpo durante la lettura che si è rivelata faticosa e –ahimè- noiosa.
Mi vergogno un po� mentre scrivo perché come posso permettermi di annoiarmi di fronte al racconto di vite disgraziate?
Ma partiamo dall’inizio.
Danilo Montaldi � militante di sinistra ed intellettuale soprattutto interessato a studi storiografici e sociologici- nel 1961 pubblica quest’opera particolare in quanto i protagonisti raccontano le loro vite ma lo fanno in una modalità , direi, “parlata�.
Come se si trattasse di un dialogo tra amici ci fanno conoscere i luoghi dove sono nati, le famiglie (quando ci sono) e soprattutto le difficoltà della gente a i margini perché «la leggèra» si riferisce alla malavita padana soprattutto quella nata e cresciuta attorno al fiume.
Sono racconti che divagano, si attorcigliano e si ripetono proprio come si trattasse di una conversazione al bar.
Montaldi antepone un’introduzione lunghissima e, sinceramente, al limite della mia comprensione perché infarcita di quelle modalità proprie dell’esposizioni politiche e dogmatiche.
Così c’� questa discrepanza abissale tra le due parti dell’opera basate proprio sul linguaggio intellettuale dell’autore (probabilmente per dare forza e valore al testo) e la sgrammaticata chiacchierata dei protagonisti.
Attraversiamo il Novecento in un territorio � la Bassa Padana - che è un vero e proprio microcosmo dove pullulano uomini e donne che per sopravvivere fanno di tutto.
Esistenze avventurose ma non per scelta.
Si parte da Orlando P. che nel 1938, confinato all’isola di Ponza racconta la sua storia fatta di mille mestieri finchè caduto una volta nel bisogno di rubare entra in carcere dove inizia la vera e propria formazione alla vita criminale.
Così accade a Teuta, a Poveri Romeo e il Bigoncia: vite senza redenzione.
Sembra fare eccezione l’ultima protagonista: la Cicci, prostituta per fame che riesce dopo alcuni anni a cambiar vita.
Interessante ma faticoso.
� Questo è il lamento di un uomo che grida vendetta alla società perché verso di me fu ingiusta e anche verso mio nonno e mio padre loro non avevano la capacità di descriverla la sua lunga odissea della vita pensai io a metterla in luce e lasciarla in eredità alle nuove generazioni perché se ne facciano un concetto di quello che avviene nella società è solo l’oro che fa commettere gli errori verso quella parola che si chiama legge.�
Orlando P.
Un po� di musica
Le leggera
La ballata di Mackie Messer (canta Milva)
"Faceva il palo" (nella banda dell'Ortica) (Enzo Jannacci)
Forse ho aspettato troppo a leggerlo così che le mie aspettative sono lievitate sgonfiandosi di colpo durante la lettura che si è rivelata faticosa e –ahimè- noiosa.
Mi vergogno un po� mentre scrivo perché come posso permettermi di annoiarmi di fronte al racconto di vite disgraziate?
Ma partiamo dall’inizio.
Danilo Montaldi � militante di sinistra ed intellettuale soprattutto interessato a studi storiografici e sociologici- nel 1961 pubblica quest’opera particolare in quanto i protagonisti raccontano le loro vite ma lo fanno in una modalità , direi, “parlata�.
Come se si trattasse di un dialogo tra amici ci fanno conoscere i luoghi dove sono nati, le famiglie (quando ci sono) e soprattutto le difficoltà della gente a i margini perché «la leggèra» si riferisce alla malavita padana soprattutto quella nata e cresciuta attorno al fiume.
Sono racconti che divagano, si attorcigliano e si ripetono proprio come si trattasse di una conversazione al bar.
Montaldi antepone un’introduzione lunghissima e, sinceramente, al limite della mia comprensione perché infarcita di quelle modalità proprie dell’esposizioni politiche e dogmatiche.
Così c’� questa discrepanza abissale tra le due parti dell’opera basate proprio sul linguaggio intellettuale dell’autore (probabilmente per dare forza e valore al testo) e la sgrammaticata chiacchierata dei protagonisti.
Attraversiamo il Novecento in un territorio � la Bassa Padana - che è un vero e proprio microcosmo dove pullulano uomini e donne che per sopravvivere fanno di tutto.
Esistenze avventurose ma non per scelta.
Si parte da Orlando P. che nel 1938, confinato all’isola di Ponza racconta la sua storia fatta di mille mestieri finchè caduto una volta nel bisogno di rubare entra in carcere dove inizia la vera e propria formazione alla vita criminale.
Così accade a Teuta, a Poveri Romeo e il Bigoncia: vite senza redenzione.
Sembra fare eccezione l’ultima protagonista: la Cicci, prostituta per fame che riesce dopo alcuni anni a cambiar vita.
Interessante ma faticoso.
� Questo è il lamento di un uomo che grida vendetta alla società perché verso di me fu ingiusta e anche verso mio nonno e mio padre loro non avevano la capacità di descriverla la sua lunga odissea della vita pensai io a metterla in luce e lasciarla in eredità alle nuove generazioni perché se ne facciano un concetto di quello che avviene nella società è solo l’oro che fa commettere gli errori verso quella parola che si chiama legge.�
Orlando P.
Un po� di musica
Le leggera
La ballata di Mackie Messer (canta Milva)
"Faceva il palo" (nella banda dell'Ortica) (Enzo Jannacci)
Sign into Å·±¦ÓéÀÖ to see if any of your friends have read
Autobiografie della leggera.
Sign In »
Reading Progress
January 31, 2025
–
Started Reading
January 31, 2025
– Shelved
February 2, 2025
–
22.0%
February 2, 2025
–
26.0%
February 3, 2025
–
51.0%
February 4, 2025
–
59.0%
February 5, 2025
–
65.0%
February 6, 2025
–
67.0%
February 8, 2025
– Shelved as:
classica
February 8, 2025
– Shelved as:
italiana
February 8, 2025
–
Finished Reading
March 10, 2025
– Shelved as:
nonfiction