Fin da bambina, Santa ha solo un essere amata senza condizioni. Ma i suoi genitori, che avrebbero voluto un maschio, le hanno sempre preferito la capricciosa sorella Beatamaria. Santa cresce insofferente per questo amore a metà, e quando ritrova Gianni, un ex compagno di scuola, coglie l’occasione di lasciare il paesino calabrese dove vive per seguirlo in Piemonte. Santa tocca il culmine della felicità quando diventa madre di Tommaso, mentre Gianni si rivela sempre più irascibile e violento; contro tutti i precetti della famiglia, Santa lo lascia. Finalmente libera, lavora come modella di abiti da sposa e inizia una relazione con Mauro, un uomo sposato per cui prova un’intensa passione. Ma quando scopre di aspettare un figlio, Santa si ritrova da sola di fronte a una scelta estrema, che la porta a sfidare tutte le sue più profonde convinzioni. Scritto in uno stile vertiginoso, con tratti di lucida ironia e ricco di personaggi memorabili, Santa è il romanzo di una donna che splende di luci e di ombre, che rompe ogni regola per rivendicare al tempo stesso la voglia di essere amata e di emanciparsi. Nel suo esordio, Rosanna Turone trasforma la fragilità in un’arma pericolosa, con cui travolgere limiti e compromessi, in una corsa a perdifiato verso la libertà.
La realtà è diversa per tutti. Conosci l’amore e poi la freddezza, la felicità e la tristezza. L’amore verso qualcuno si esplicita con le attenzioni, con la protezione di qualcosa che va curato ed alimentato. L’amore non si chiede e nemmeno si implora. Non averlo mai respirato, sentito addosso, è una sciagura che condizionerebbe il carattere e la visione della vita. Si perde sempre in situazioni del genere. In alcuni casi, addirittura ci si rovina l’esistenza. Fai fatica ad accettare quello che vorresti non ti capitasse mai perché l’amore, distorto e malato, sfocia nel possesso. E l’odio cresce piano piano sino a ferire chi lo vive e chi lo riceve. Diventa un dolore, una ferita, quasi come uno sparo.
In Santa di Rosanna Turone conosci la storia di una donna che ha un sogno: essere amata senza condizioni. I suoi genitori, che avrebbero voluto un maschio, le hanno sempre preferito la capricciosa sorella, Beatamaria. Santa cresce insofferente per questo amore a metà e quando ritrova Giovanni, un ex compagno di scuola, lascia il paese della Calabria dove vive per seguirlo in Piemonte. Santa è felice quando diventa madre, mentre Giovanni si rivela un violento. E lei lo lascia. Finalmente libera, lavora come modella e inizia una relazione con Mauro, un uomo sposato. Ma quando scopre di aspettare un altro figlio, si ritrova da sola di fronte ad una scelta estrema che la porta a sfidare le sue più profonde convinzioni.
Il romanzo è una scoperta. La storia, di luci e di ombre, appare come una confessione dei propri peccati e di quelli altrui. Una sorta di mancanze, di dimenticanze, di insofferenza verso qualcosa di importante. La scrittura della Turone, nel suo esordio, è magnetica. Pura.
È un libro che vi farà arrabbiare e rabbrividire, con la sua sincerità disarmante e la voglia di raccontare senza edulcorare nulla, raccontando episodi quasi ironici per quanto sfiorano l'assurdo, e che vi farà tenere il fiato sospeso fino alla fine.
Santa, la protagonista, è una donna che per tanto tempo vive la sua vita nella misura in cui la sua famiglia vuole che lei la viva: pur di compiacere le persone che ha intorno rimpicciolisce al massimo i suoi bisogni, i suoi desideri, mettendoli in una scatolina che poi ripone in fondo a un cassetto nei meandri di se stessa.
Ad un certo punto, però, capisce che così non può continuare, dunque lascia la sua terra natale, la Calabria, e segue il suo fidanzato Gianni a Nora: Gianni è un uomo violento, pieno di sé e lei non lo ama, è consapevole di questo, ma è anche consapevole che nel codice morale di sua madre, i cui precetti si sono ormai insinuati in lei, solo un uomo è un buon motivo per lasciare la proprio terra d'origine.
In questo libro, narrato in prima persona, la voce di Santa erompe come un fiume in piena, raccontando e al tempo stesso analizzando le situazioni e le dinamiche che si trova a vivere. La sua storia tratta con delicatezza e lucidità alcuni temi molto importanti:
👉🏻le relazioni tossiche (sentimentali, ma anche familiari); 👉🏻la vi0lenz4 verbale e psicologica; 👉🏻il rapporto genitori-figli; 👉🏻il bisogno e l'importanza di affermarsi come individui singoli liberandosi di quei contesti e di quelle persone che pretendono di fissarci in una forma, di farci recitare un copione scritto da loro.
Ve lo consiglio se cercate un libro che vi ricordi che la vostra voce e le vostre scelte valgono molto più di quello che si aspettano gli altri da voi �
Che esordio ragazzi! Grazie azzecco, mi ha fatto impazzire, sono distrutta e devastata, la canzone di Tenco, poi? Ho adorato tutto. Ps: odio tutta la famiglia di Santa con tutta me stessa ❤️ a parte la nonna è chiaro.
Santa è una donna arrabbiata, un po� con se stessa un po� con la vita e quello che le ha portato viverla.
Santa non teme più il dolore, perché forse ne ha provato così tanto che ormai non gli fa più paura soffrire; Santa ha incontrato uomini che nella vita ahimè ogni donna ha incontrato anche solo una volta; Santa ha avuto una famiglia che molti al sud hanno avuto, e lo dico non con discriminazione perché io stessa vengo dal sud e alcune cose che ho letto dentro questo libro le ho viste anche di persona da bambina. Santa è una donna che ha dovuto fare delle non scelte prese da altri, come spesso capita, e soprattutto capita alle donne.
Santa è una fuggitiva della NNE e voi che lo leggerete ed entrerete nella sua vita penserete che al suo posto avreste fatto lo stesso!
Vi tocca leggerlo per scoprire di cosa sto parlando, ma fatelo, perché ne vale la pena!
Un romanzo cattivo che parla di sorellanza tossica, di una madre sbagliata, di una donna, Santa, che soffre tantissimo e non trova il suo posto nella vita. Ciò che mi ha colpito di più è la lingua, tremenda, forte, maschile. Un libro da leggere
Se vi è piaciuto “Niente di Vero� di Veronica Raimo è molto probabile che vi piacerà “Santa�. Mi farò un’autocitazione per descrivere il libro: “� tutto così tremendo che non ci resta che ridere�.
“Questo libro è per chi impugna una spada giocattolo per difendersi dai brutti sogni, per chi balla sulle note di La bambola di Patty Pravo in accappatoio e turbante, per chi vuole uno specchio dove vedersi per intero, e per chi ha capito che l’amore non è quello che ti accontenta, ma quello più grande di qualsiasi numero, impossibile da misurare.�
Il romanzo di esordio di Rosanna Turone si incastra alla perfezione nella serie delle Fuggitive, proposta dalla casa editrice NNE, che sottopone all’attenzione del lettore “storie di donne in fuga, alla ricerca di libertà e di una rifondazione della propria esistenza. Le fuggitive non si sentono mai aderenti ai canoni del femminile e, in una costante peregrinazione senza meta, accettano il rischio di abitare lo spazio senza tempo del desiderio e dell’amore.� Santa agli occhi degli altri è di ferro, è quella anticonformista e spregiudicata, è quella forte, è una ragazza moderna incastrata in una famiglia eccessivamente tradizionalista, costretta a subirne i rigidi dogmi senza ricevere in cambio nessun sostegno affettivo. Fin dall’inizio la narrazione è potente e vivace, alternando momenti di autoironia e umorismo a passi talmente drammatici da spezzare il cuore, introducendo temi importanti come la violenza domestica, l’aborto, la tortura derivante da relazioni tossiche, che arrivano come la sferzata di un rombo di tuono in un cielo sereno. Si sorride dell’infanzia di quella bambina che era costretta a rimandare il giorno del suo compleanno per compiacere la sorella e non scatenarne i capricci per averle rubato la scena, che giocava al gioco dei sequestrati maneggiando un vecchio fucile del nonno; dietro questa apparente comicità, tuttavia, si percepisce un substrato di frustrazione e disagio perché Santa, in realtà, ha bisogno di essere amata, compresa e protetta e ciò non accade mai. L’amore per Santa non è mai quel sentimento appagante e reciproco, quel prendersi cura dell’altro e l’effetto delle sue relazioni tossiche fa sì che lei si chiuda in se stessa con il suo dolore inaccessibile al mondo esterno, ma che non per questo fa meno male. Santa è una fuggitiva perché scappa molte volte, scappa da se stessa più che da un luogo specifico, ma quando ritorna è più caparbia e determinata che mai, poiché anche se la sua fuga non promette niente di buono, lei non è disposta a cedere, ad accettare il suo dolore e fugge ancora una volta verso una via di fuga per trovare la sua libertà, ad ogni costo e a qualsiasi prezzo.
Santa è ognuna di noi quando diciamo sì invece di dire no; Santa è la tempesta che si calma in un abbraccio; Santa è la rabbia irrefrenabile come conseguenza del comportamento di uomini arroganti ed autoreferenziali; Santa è l’amore di una madre, ma non l’amore per la madre; Santa è una di noi quando, guardandosi allo specchio, si tira in su i cappelli e si ammira il culo; Per questo e per mille altri motivi è impossibile non riconoscersi in lei.
“Questo libro è per chi impugna una spada giocattolo per difendersi dai brutti sogni, per chi balla sulle note di La bambola di Patty Pravo in accappatoio e turbante, per chi vuole uno specchio dove vedersi per intero, e per chi ha capito che l’amore non è quello che ti accontenta, ma quello più grande di qualsiasi numero, impossibile da misurare.�
Il romanzo di esordio di Rosanna Turone si incastra alla perfezione nella serie delle Fuggitive, proposta dalla casa editrice NNE, che sottopone all’attenzione del lettore “storie di donne in fuga, alla ricerca di libertà e di una rifondazione della propria esistenza. Le fuggitive non si sentono mai aderenti ai canoni del femminile e, in una costante peregrinazione senza meta, accettano il rischio di abitare lo spazio senza tempo del desiderio e dell’amore.� Santa agli occhi degli altri è di ferro, è quella anticonformista e spregiudicata, è quella forte, è una ragazza moderna incastrata in una famiglia eccessivamente tradizionalista, costretta a subirne i rigidi dogmi senza ricevere in cambio nessun sostegno affettivo. Fin dall’inizio la narrazione è potente e vivace, alternando momenti di autoironia e umorismo a passi talmente drammatici da spezzare il cuore, introducendo temi importanti come la violenza domestica, l’aborto, la tortura derivante da relazioni tossiche, che arrivano come la sferzata di un rombo di tuono in un cielo sereno. Si sorride dell’infanzia di quella bambina che era costretta a rimandare il giorno del suo compleanno per compiacere la sorella e non scatenarne i capricci per averle rubato la scena, che giocava al gioco dei sequestrati maneggiando un vecchio fucile del nonno; dietro questa apparente comicità, tuttavia, si percepisce un substrato di frustrazione e disagio perché Santa, in realtà, ha bisogno di essere amata, compresa e protetta e ciò non accade mai. L’amore per Santa non è mai quel sentimento appagante e reciproco, quel prendersi cura dell’altro e l’effetto delle sue relazioni tossiche fa sì che lei si chiuda in se stessa con il suo dolore inaccessibile al mondo esterno, ma che non per questo fa meno male. Santa è una fuggitiva perché scappa molte volte, scappa da se stessa più che da un luogo specifico, ma quando ritorna è più caparbia e determinata che mai, poiché anche se la sua fuga non promette niente di buono, lei non è disposta a cedere, ad accettare il suo dolore e fugge ancora una volta verso una via di fuga per trovare la sua libertà, ad ogni costo e a qualsiasi prezzo.
Santa è ognuna di noi quando diciamo sì invece di dire no; Santa è la tempesta che si calma in un abbraccio; Santa è la rabbia irrefrenabile come conseguenza del comportamento di uomini arroganti ed autoreferenziali; Santa è l’amore di una madre, ma non l’amore per la madre; Santa è una di noi quando, guardandosi allo specchio, si tira in su i cappelli e si ammira il culo; Per questo e per mille altri motivi è impossibile non riconoscersi in lei.
Ho avuto il piacere di conoscere e ascoltare Rosanna Turone parlare di “Santa� sabato scorso alla Triennale di Milano in occasione di Bookcity e, come lei stessa ha affermato, è molto difficile descrivere il personaggio di Santa.
Santa non doveva essere Santa, ma Santo. Santa nasce femmina in una famiglia che si aspettava l’arrivo di un maschio, ma soprattutto nasce in una famiglia che non la capisce, o che forse non la vuole capire.
Santa si piace, fisicamente. Del suo corpo le piace soprattutto il culo. Ma la sua mente quella no, quella non le piace, perché nella sua mente non si sente al sicuro.
Santa è figlia, ma è anche madre di Tommaso. Santa ama ma non è amata come vorrebbe. Santa è arrabbiata con la sua famiglia, con gli uomini (Gianni e Mauro in particolare) e un po� anche con se stessa.
Perchè Santa sembra invincibile ma non lo è. È imperfetta, è vera.
Santa fugge da tutto e da tutti. Fugge dall’amore e per amore, ma poi ritorna perché con l’amore, con il dolore e con il passato, prima o poi, bisogna inevitabilmente fare i conti.
Santa si basta e ha il coraggio di dire sempre quello che pensa ma allo stesso tempo non riesce a dire di no: piega la sua volontà a quella degli altri, sempre, fin da piccola, ma quando Mauro le negherà la possibilità più grande per una donna, quella di diventare madre (Tommaso lo ha avuto con Gianni), ecco che Santa aprirà gli occhi e inizierà ad impugnare la pistola, nel vero senso della parola.
Perché dopo tanto dolore arrivano rabbia e odio, e la rabbia come l’odio, è cieca, anche difronte all’amore.
La voce di Santa è diretta, forte e ironica, arriva come un fiume in piena, senza filtri, disturba, disorienta e lascia senza parole. Ho empatizzato con lei fin da subito, e mi sono ritrovata molto in quello che racconta, soprattutto a livello di rapporti familiari (ho amato il personaggio di nonna Bruna).
Rosanna Turone ha scritto un romanzo d’esordio che non sembra assolutamente tale. È un romanzo riuscito in tutto, dalla storia, ai personaggi, alla scrittura, è un libro scorrevole, coinvolgente, erotico, musicale, doloroso, arrabbiato, vero. E il finale, mamma mia che finale!!!
Per scoprire di cosa parlo, e per scoprire nel dettaglio la storia di Santa dovete correre a leggere questo libro. E se potete leggetelo ad alta voce perchè, come ha detto Rosanna, la voce di Santa è una voce che va letta ad alta voce e io sono totalmente d’accordo perchè merita di essere letta, e ascoltata da tutti.
“Santa� fa parte della collane “Le Fuggitive� di nn editore.
Con una scrittura tagliente e incisiva, a tratti ironica, più spesso profonda, sempre 𝐦𝐚𝐠𝐧𝐞𝐭𝐢𝐜𝐚, Turone ci immerge in una società patriarcale in cui il desiderio di 𝐞𝐦𝐚𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 è legato a doppio filo col desiderio di v3nde7ta. ⤵️
Santa doveva nascere maschio e il suo destino è presto segnato. Ha un padre silenzioso, una sorella invidiosa, una madre profondamente diversa ma dalla quale fatica a prendere le distanze. L’unica in grado di 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑙𝑎 è sua nonna, l’unica a non aver paura del suo 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞.
Santa conosce Gianni ma non l’amore, rimane incinta e sembra essere nata per diventare la madre di Tommaso. Lascia Gianni ma non pensa di valere qualcosa, né per gli altri né per se stessa. Conosce Mauro e, di nuovo, non trova l’amore.
Le donne della sua famiglia non hanno mai preso una 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 per sè, non hanno mai creduto che 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐞, sperare in qualcosa di meglio, fosse possibile. Questa è la sola realtà che conosce.
Così Santa, quando Mauro vuole che interrompa la gravidanza, fa un passo indietro, si piega alla volontà altrui. Perché non sa che la sua, di volontà, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚. Non sa che può farcela anche da 𝐬𝐨𝐥𝐚.
➡️ Agli occhi di tutti Santa è forte, non piange, è sempre arrabbiata. Ma Santa è incompresa e vorrebbe solo essere amata, incondizionatamente.
Santa non può più sopportare quel dolore, ha bisogno di essere finalmente 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚. Nel farlo donerà anche a noi la possibilità di 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞, di immaginare quel 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨 migliore tanto agognato.
Turone fa il suo esordio con una fuggitiva che è tutte noi. Impossibile non riconoscersi, non leggere frammenti della propria storia in quella narrata. Santa è incoerente, contiene moltitudini, è 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐚𝐭𝐚 e 𝐯𝐞𝐫𝐚.
Ringrazio di cuore Sara di @nneditore per avermi pensata e proposto questo libro, arrivato al momento giusto 💖
Fin da piccola è stata “condannata� per non essere nata maschio come i genitori avrebbero voluto. Fino a 8 anni ha dormito con la scritta sopra il letto “Benvenuto Santo�. I genitori hanno sempre preferito la sorella maggiore Beatamaria, che voleva primeggiare su tutto e averla sempre vinta. L’unica persona che l’ha sempre sostenuta e che le ha voluto bene è stata sua nonna Bruna.
Questa vita le stava stretta, voleva allontanarsi dai suoi genitori, dal suo paese d’origine. L’occasione l’ha avuta conoscendo Gianni, che pensava fosse colui in grado di darle la felicità che sperava e invece si è rivelato un uomo dispotico e violento. Con lui avrà un figlio, Tommaso.
Trova il coraggio di lasciare Gianni ma poi incontra Mauro. Proverà per lui una forte passione che sembra reciproca. Sembra l’uomo che ha sempre desiderato, sembra che finalmente ha trovato quello che aveva bisogno finchè non resta incinta e Mauro si rivela per l’uomo che è: egoista, donnaiolo e manipolatore. Mauro è un uomo che la piega al suo volere, che gioca con i suoi sentimenti e Santa sembra non riuscire a lasciarlo e a fare a meno di lui.
Santa è una donna alla costante ricerca di sicurezza, di libertà di qualcuno che la ami e la accetti. Quante donne si sono trovate nella sua stessa situazione, a dover sopportare umiliazioni, a sentirsi continuamente sminuire e senza valore. Quante donne si sono sentite incapaci e si sono sentite sprofondare nelle situazioni difficili. Santa è una donna che soffre, che si rialza e ricade mille volte. È colei in cui qualunque si può riconoscere.
Uno dei migliori romanzi della serie “Le fuggitive� che abbia mai letto. Ho empatizzato fin da subito con la protagonista capendo quello che provavo e a volte ritrovandomi.
Un libro che si legge molto velocemente, a volte ironico ma che ti lascia l’amaro in bocca.
Come esordio, questo romanzo ha senz’altro un bel piglio: una buona dose di ironia e riflessioni sulla famiglia e sulla rivalità con la sorella. L’inizio mi ha conquistata, senza dubbio. Poi, però, è come se qualcuno avesse staccato la corrente, ricollegando i fili alla rinfusa: ci troviamo a saltare dalla gelosia tra sorelle all’ex compagno violento, dalle nuove sfumature erotiche a luci rosse ai weekend da teatro dell’assurdo passati a imparare a sparare, per finire con i paragrafi zuccherosi sul figlio.
Il problema principale è che diventa difficile identificare l’anima vera del romanzo. Sembra di leggere libri diversi a secondo del capitolo. Anche la protagonista, Santa, sembra incapace di offrire un punto fermo: afferma una cosa, poi fa l’opposto, oppure cambia idea senza alcun preavviso. Certo, un personaggio tridimensionale può (e deve) avere sfumature contraddittorie, ma qui si rischia di sfociare in una sorta di caos narrativo, dove nessuna versione di Santa ha il tempo di emergere davvero o di essere capita. Mi sento esattamente come sua madre che non ha idea di chi sia, forse perché da come si racconta Santa non lo sa e fa venire il mal di testa. Immagino sia anche colpa mia: dalle prime pagine avevo immaginato un taglio più simile a Raimo o quella leggerezza pensata alla Ardone. Invece mi sono trovata in una giostra di registri narrativi che non manca di ironia, ma fatica a trovare un filo conduttore solido.
Ho terminato Santa con sensazioni contrastanti, ma una cosa è certa: lo stile di scrittura di Rosanna Turone è il punto forte di tutto il romanzo. Diretto, conciso, senza fronzoli o inutili giri di parole: ogni frase arriva dritta al cuore, e questo rende la lettura scorrevole e incisiva.
La forza di questa storia sta nella capacità di raccontare vicende in cui ogni donna, in un modo o nell’altro, riesce a identificarsi. Santa è la "rompipalle" per eccellenza, ma proprio per questo è facile ritrovarsi in lei e nelle sue sfaccettature, che emergono con grande umanità e sincerità. La trama, d’altro canto, non brilla per originalità: è una storia semplice, quasi prevedibile, ma la velocità di lettura è un vantaggio per chi cerca un romanzo che non richieda troppo impegno.
L’aspetto che mi ha deluso di più è stato il finale, che ho trovato eccessivo e poco logico rispetto al tono del resto del libro. È il secondo titolo della collana Le Fuggitive che leggo, e purtroppo devo dire che mi aspettavo molto di più. Probabilmente non esplorerò altri titoli di questa collana.
� Consigliato a chi cerca una lettura veloce e diretta, con una protagonista in cui è impossibile non ritrovare almeno un frammento di sé. Se amate le storie dal taglio essenziale, Santa potrebbe fare al caso vostro
Un esordio potentissimo. Una scrittura ironica, avvolgente e profonda. La storia dolorosa di chi ha imparato a piegarsi al volere degli altri. Di chi fugge cercando di esser se stessa chiudendo le porte ai sentimenti belli e puri. Personaggi ben caratterizzati che restano dentro ognuno a suo modo. Per me un grandissimo romanzo!
Scritto con un stile che, personalmente, ho apprezzato moltissimo. Diretto, schietto, asciutto, ironico. Non sono mancati momenti di pura riflessione, io, in Santa mi ci sono ritrovata. "Una faccia che, anche se muoio dentro, fuori non si vede"