Un libro intenso, che racconta la storia di Amerigo Speranza, un bambino di umili estrazioni, che parte con "il treno dei bambini" per trascorrere alcUn libro intenso, che racconta la storia di Amerigo Speranza, un bambino di umili estrazioni, che parte con "il treno dei bambini" per trascorrere alcuni mesi ospite di una famiglia del settentrione. Un viaggio che traccerà una frattura tra due mondi: uno in cui ha tutto ciò che aveva sempre desiderato; l'altro in cui ci sono le sue origini, c'è sua madre. Ma oltre a questo c'è anche il raccontro dell'Italia del dopoguerra, e anche quì una frattura: della spaccatura tra nord e sud. E c'è anche la storia della straordinaria la rete di solidarietà organizzata dal partito comunista, in contrapposizione con la politica individualista e carrierista che si fa strada dagli anni 80. La storia è intensa e profonda, con personaggi empatici ed una prosa capaci di avvolgerti, facendoti immergere nelle vicende umane di quel mondo, anzi, forse è più opportuno parlare di due mondi. Viola Ardone riesce a trasmettere la tensiosione emotiva, il disagio vissuto da chi è diviso in due vite: quando vive l'una, pensa all'altra e viceversa. Oltre ad essere una bellissimo romanzo, mi ha anche incuriosito questa esperienza di solidarietà , tuttaltro che inventata. La presenza della bibliografia di riferimento mi sarà utile per leggere altro dei "treni della felicità " sui quali, tra il 45 ed il 52, sono saliti oltre 70.000 banbini....more
La Mosca della rivoluzione è un viaggio attraverso la topografia della capitale russa, a partire dalla rivoluzione d’ottobre fino alla destalinizzazione. Montalban ci accompagna, come una guida, tra le strade, i palazzi, i monumenti di Mosca. SI sofferma sulla toponomastica delle strade e piazze dedicate a personalità dell’URSS per raccontarne i passaggi fondamentali; si sofferma sulla descrizione dei palazzi in cui hanno avuto sede istituzioni, comitati, residenze dei protagonisti del comunismo sovietico per approfondirne i percorsi. Si sofferma sulle opere d’arte, le accademie, i teatri per descrivere il difficile rapporto tra artisti e regime comunista. L’autore ci accompagna in un viaggio nel tempo, tra le strade di una città che ha vissuto molti mutamente, immersi in un’atmosfera inizialmente euforica e vitale, a seguito della rivoluzione Leninista, che diviene sempre più cupa e pesante nel periodo del terrore staliniano. Montalban riesce a consentire una lettura scorrevole e piacevole alternando aneddoti curiosi, approfondimenti su aspetti socioeconomici, biografie e analisi dei rapporti tra stato e cittadini. Oltre ad essere un volume piacevole e interessante credo che, in questo momento storico, sia anche utile....more
"Era una missione quasi impossibile. Per chiarirsi le idee cercò di ricordare ciò che in occasioni simili vedeva fare al suo padrone: primo, compilare"Era una missione quasi impossibile. Per chiarirsi le idee cercò di ricordare ciò che in occasioni simili vedeva fare al suo padrone: primo, compilare una lista dei problemi, gli uomini compilano sempre liste e questo sembra aiutarli; secondo, depennare i problemi dalla lista man mano che vengono risolti; terzo, stendere una lista dei problemi rimasti; quarto, temporeggiare finchè non si risolvano da soli; quinto: rassegnarsi a conviverci se non si risolvono, e ,sesto, cestinare la lista, riservandosi di prepararne un'altra in un momento di rinnovato entusiasmo. La vita degli uomini, i cani lo sanno, è difficile."
Dopo molto tempo tornava a riunrisi l'assemblea degli animali. Ogni animale, nasce conoscendo dove si trova questo posto segreto. Ora sono riuniti tutti lì, in questo enorme anfiteatro, dai rettili ai mammiferi, dagli insetti agli uccelli, dagli anfibi ai pesci. Quando l'assemblea si riunisce le leggi della natura sono sospese: non ci sono predatori e prede così come accadde nella grande arca. Unico assente era l'uomo che, nel momento in cui ha perso il suo legame con la natura, ha perso perso anche la conoscenza del luogo segreto della grande assemblea. Il giaguaro da inizio allasseblea convocata per decidere cosa fare a seguito delle recenti catastrofi che per mano umana stanno devastando la terra. Im molti prenderanno la parola, dal koala, reduce dei devastanti incendi in Australia, al cane, visto con sospetto da tutti gli altri animali per la sua vicinanza con l'uomo, ai topi che propongono di diffondere una nuova peste per dare una lezione agli uomini. Parte da qui questa favola emozionante e profonda. Un libro attualissimo ma non scontato che si fa leggere tutto d'un fiato e, come ogni favola che si rispetti, fa riflettere sulle nostre debolezze, sui nostri eccessi e sui nostri comportamenti. La prosa è ricchissima di citazioni e richiami a canzoni e testi. L'autore è stato bravissimo nell'inserire tali riferimenti pur conservando una prosa scorrevole e lineare. In effetti mi sono molto divertito anche nel leggere il corposo paragrafo sulle fonti alla fine del libro e scoprirmi a pensare "ecco dove l'avevo letto", oppure "ecco dove l'avevo sentito". In definitiva, per me, 4 stelle pienissime....more
“La gente, si sa, più che parlare chiacchiera, e chiacchiera penso io per lo stesso motivo per cui i cani fanno la piscia attorno alla casa, ossia per“La gente, si sa, più che parlare chiacchiera, e chiacchiera penso io per lo stesso motivo per cui i cani fanno la piscia attorno alla casa, ossia per recintare lo spazio dentro cui rintanarsi e in seguito potersi contare e riconoscere come facenti parte dello stesso gruppo animale. Chi dentro, chi fuori.�
È una tranquilla e monotona mattina quella in cui Davide, mentre è a far visita a zi Dav’dd, tra pane e salsiccia e sigarette, riceve una telefonata inaspettata nella quale, la scuola, lo invita a recarsi lì per prendere servizio. Il protagonista, che non ricordava neanche se avesse fatto domanda per fare il bidello o l’insegnante, abbandona con disappunto la colazione agreste e si reca a scuola. Da qui inizia l’avventura di questo giovane professore che, in una sorta di diario, racconta il suo primo anno di insegnamento in una scuola di provincia, in un piccolo paese dell’entroterra, popolata da alunni svogliati (la “classe morta�), colleghi di vario genere, una preside quasi evanescente, una vicepreside (anzi “arcipreside�) verace e diretta. Ma la scuola non è solo ciò che accade tra le mura dell’edificio, ci sono i genitori, i personaggi del paese, il sindaco, insomma, la scuola vive nella comunità che la ospita ed è parte di essa. Questo libro, che inizialmente ho preso come una lettura divertente e leggera, si è rivelato qualcosa di più di un semplice passatempo. Premetto che l’autore (davvero un professore), racconta della sua esperienza vissuta qui nella mia provincia. I posti, i personaggi, le conversazioni, con anche termini dialettali, risultano famigliari e rendono più che realistici gli avvenimenti. Ma Davide Ruffini non si limita a scrivere un diario, bensì racconta un mondo, che forse sta scomparendo, fatto di relazioni e persone. Relazioni a volte difficili, a volte superficiali, altre ancora profonde. Lo fa in maniera ironica ma non per questo approssimativa. La prosa è scorrevole e i dialoghi sono “veri�. I personaggi hanno una spiccata caratterizzazione e ognuno di essi, dal bidello all’arcipreside, ricorda qualcuno che abbiamo conosciuto. Una bella lettura....more