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"Il Maestro e Margherita"...o il nostro bisogno di Metafisica. Libro dai molteplici temi e dai molteplici registri, un po' fiaba, un po' satira politica e critica al regime stalinista (e ai suoi facili internamenti nei manicomi per i motivi più intollerabili, come la critica al regime o la pretesa di individualismo:poetico, religioso) un po' rivisitazione storica della figura di Ponzio Pilato e della Passione di Cristo, un po' storia d'amore.
Numerose le citazioni letterarie (Goethe, of course, le fiabe classiche). Libro ad incastri come un modernissimo postmoderno, divertente, poetico. Magistrali i capitoli di Ponzio Pilato e il capitolo del Sabba. Non mi capita di esclamarlo spesso, ma questo libro è un indubbio capolavoro.

Nascoste sotto le vesti di un romanzo strampalato e a prima vista sconclusionato (per confondere le rigide e poco fantasiose menti dei censori?) c'è una rivendicazione fondamentale per l'essere umano: la rivendicazione del diritto a dar voce al nostro desiderio insopprimibile di etrnità, sia essa sotto le vesti di Amore che sotto quelle di vita ultraterrena, oltre alla rivendicazione più terra terra alla libertà: di espressione e di opinione, soprattutto, tutte eresie sotto il regiem staliniano, che voleva l'essere umano vincolato alla mera realtà fisica il cui unico Dio doveva essere Stalin, il piccolo padre.

Ed ecco che, nei bui anni Trenta, la voce di Bulgakov si insinua come uno sberleffo e come un urlo, a ribadire tutt'altro: che non siamo solo fisicità, e per dimostrarlo è pronto a far scendere in campo persino il Diavolo. Geniale, divertentissimo, poetico libro, non ti dimenticherò, tra le sicure riletture.