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Rudin
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[maggio 2018]
Sto leggendo le Memorie di un cacciatore, evento letterario russo del 1852, perché un giorno, casualmente, mi ero letto il primo romanzo di Turgenev, questo Rudin, pubblicato quattro anni dopo le Memorie, che mi era piaciuto molto e mi aveva fatto venir voglia di conoscere di più l'autore.
Rudin, considerato un ritratto della generazione romantica russa, è un romanzo breve, veloce; un romanzo da camera, direi: di incontri, di discorsi, di salotti e conversazioni, di pensieri e di sentimenti, sviluppati, dichiarati, esaminati, discussi e proclamati; di parole più che di azioni. Nella brevità dell’insieme compaiono molti personaggi, tutti presto riconoscibili, tratteggiati felicemente, comprese le figure minori, come il parassita ufficiale (un “leccapiatti� come dice a un certo punto espressivamente la traduzione, usando una parola che troviamo ad esempio nei meravigliosi վé di De Roberto), che serve anche da contrasto per capire meglio il protagonista; oppure il giovane e appassionato precettore, il misogino dichiarato ed esibito, ecc.
Agilmente Turgenev ci fa così intravedere un piccolo mondo provinciale di proprietari terrieri russi, un mondo che sembra bloccato in una situazione infinitamente ripetibile, sospesa e senza sbocchi. Il movimento centrale del romanzo inizia quando giunge inaspettatamente il protagonista eponimo, Dmitri Nikolaevič Rudin: il piccolo mondo di relazioni è messo in moto.
Il cuore di tutto il romanzo è la tensione � impossibile da risolvere � tra l’intelligenza e la volontà, tra le grandi passioni, gli ideali di conoscenza e di vita, e i limiti della personalità, tra il voler sentire senza riserve e puramente e la coscienza della complessità del proprio animo, dell’incertezza dei propri sentimenti. “Alla russa�, ossia con grandi proclami, appassionati discorsi, appassionati anche nell’autodenigrazione.
E la caratteristica più affascinante del libro, alla fine, è forse l’ambiguità: (view spoiler) .
A differenza delle Memorie, che sono proprio dei racconti ad alta voce del cacciatore a un uditorio, qui un narratore c'è ma è quasi invisibile; qualche volta fa capolino con una frasetta ma non si lascia individuare; agisce soprattutto governando con grande abilità i passaggi della struttura asimmetrica: molte pagine per pochi giorni concentrati e dettagliatamente osservati poi dilatazioni temporali che condensano anni in poche pagine.
I caratteri � e i giudizi ampiamente formulati sui caratteri dei personaggi � non emergono dal narratore e dall’introspezione romanzesca, e si possono solo parzialmente ricostruire dalle azioni; sono invece quasi interamente in mano alle parole dei personaggi stessi, che dichiarano e discutono il proprio essere e quello degli altri, creando un meraviglioso senso di ambiguità e di insicurezza.
Si affacciano poi le grandi questioni storiche russe a metà dell'Ottocento: la servitù della gleba; il rapporto complesso tra formazione europea e forte contatto con la “madre Russia�; l'immobilismo sociale.
Il tutto è brillante: oltre a essere una lettura interessante, Rudin è anche una lettura divertente.
Sto leggendo le Memorie di un cacciatore, evento letterario russo del 1852, perché un giorno, casualmente, mi ero letto il primo romanzo di Turgenev, questo Rudin, pubblicato quattro anni dopo le Memorie, che mi era piaciuto molto e mi aveva fatto venir voglia di conoscere di più l'autore.
Rudin, considerato un ritratto della generazione romantica russa, è un romanzo breve, veloce; un romanzo da camera, direi: di incontri, di discorsi, di salotti e conversazioni, di pensieri e di sentimenti, sviluppati, dichiarati, esaminati, discussi e proclamati; di parole più che di azioni. Nella brevità dell’insieme compaiono molti personaggi, tutti presto riconoscibili, tratteggiati felicemente, comprese le figure minori, come il parassita ufficiale (un “leccapiatti� come dice a un certo punto espressivamente la traduzione, usando una parola che troviamo ad esempio nei meravigliosi վé di De Roberto), che serve anche da contrasto per capire meglio il protagonista; oppure il giovane e appassionato precettore, il misogino dichiarato ed esibito, ecc.
Agilmente Turgenev ci fa così intravedere un piccolo mondo provinciale di proprietari terrieri russi, un mondo che sembra bloccato in una situazione infinitamente ripetibile, sospesa e senza sbocchi. Il movimento centrale del romanzo inizia quando giunge inaspettatamente il protagonista eponimo, Dmitri Nikolaevič Rudin: il piccolo mondo di relazioni è messo in moto.
Il cuore di tutto il romanzo è la tensione � impossibile da risolvere � tra l’intelligenza e la volontà, tra le grandi passioni, gli ideali di conoscenza e di vita, e i limiti della personalità, tra il voler sentire senza riserve e puramente e la coscienza della complessità del proprio animo, dell’incertezza dei propri sentimenti. “Alla russa�, ossia con grandi proclami, appassionati discorsi, appassionati anche nell’autodenigrazione.
E la caratteristica più affascinante del libro, alla fine, è forse l’ambiguità: (view spoiler) .
A differenza delle Memorie, che sono proprio dei racconti ad alta voce del cacciatore a un uditorio, qui un narratore c'è ma è quasi invisibile; qualche volta fa capolino con una frasetta ma non si lascia individuare; agisce soprattutto governando con grande abilità i passaggi della struttura asimmetrica: molte pagine per pochi giorni concentrati e dettagliatamente osservati poi dilatazioni temporali che condensano anni in poche pagine.
I caratteri � e i giudizi ampiamente formulati sui caratteri dei personaggi � non emergono dal narratore e dall’introspezione romanzesca, e si possono solo parzialmente ricostruire dalle azioni; sono invece quasi interamente in mano alle parole dei personaggi stessi, che dichiarano e discutono il proprio essere e quello degli altri, creando un meraviglioso senso di ambiguità e di insicurezza.
Si affacciano poi le grandi questioni storiche russe a metà dell'Ottocento: la servitù della gleba; il rapporto complesso tra formazione europea e forte contatto con la “madre Russia�; l'immobilismo sociale.
Il tutto è brillante: oltre a essere una lettura interessante, Rudin è anche una lettura divertente.
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Rudin.
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Reading Progress
January 7, 2017
–
Started Reading
January 7, 2017
– Shelved
January 7, 2017
– Shelved as:
russia-russo
January 7, 2017
– Shelved as:
1801-1900
January 8, 2017
–
Finished Reading
March 5, 2017
– Shelved as:
intrecci
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Di Turgenev ho letto solamente "Padri e figli", considerato il suo capolavoro. In effetti si tratta di un libro bellissimo, in cui sono evidenti le questioni sociali russe, ma va ben oltre.